parolescritte
interroga:  scripta  ·  bsu  ·  civita

il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Antonio Moresco, Gli increati, 2015

concordanze di «la»

nautoretestoannoconcordanza
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2015
basso, da dove sono, la sua calligrafia da quasi
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qualche frase qua e . ¶ «Senti, senti!» mi dice
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fogli delle lettere, con la penna dall’inchiostro che
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è tutto sbavato, con la matita copiativa, mi pare
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era già tracimato dentro la morte che viene prima
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se lo baciavo con la mia bocca di tracimata
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tutto il corpo con la sua bocca di tracimato
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Chi le ha portate?» ¶ «La postina! Le ha portate
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postina! Le ha portate la postina, le porterà.» ¶ «Perché
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polvere bianca?» ¶ «È farina.» ¶ La guardo senza fiatare. ¶ «Ma
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mani che stringono contro la vestaglia un pugno di
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mano, dal basso. Me la prende. Cominciamo a camminare
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dietro, in silenzio, verso la porta dell’anticamera, e
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ruotare tutt’intorno dentro la vasca. ¶ «Sta’ tranquilla, mamma
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che ci sono sotto la pelle fossero maciullate, le
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ancora di più quando la disinfetto, si sente la
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la disinfetto, si sente la sua voce gridare più
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altra mano, girandomi verso la mensola appesa sotto lo
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rastrello. ¶ Lo afferra, con la mano dalle dita tutte
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ogni colpo di pettine, la sua testa sanguina ancora
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le grido, da sopra la sua testa tutta rossa
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se sono piccolo, sarò.» ¶ La sua testa è rotta
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mentre continuo a lavarle la faccia, il collo, le
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a disinfettarla, a spalmarle la pomata sui lividi, sui
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dico con dolcezza, con la testa vicino alle sue
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tenerli fermi, le bendo la testa e parte del
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pesci che ruotano dentro la vasca, qualche colpo e
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rotolo in una mano, la forbice con cui ho
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con cui ho tagliato la garza nell’altra. ¶ Un
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un rumorino. ¶ Giro istintivamente la testa. ¶ “Che rumorino sarà
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Quando lo sentirò?” ¶ Rimetto la garza nel mobiletto, la
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la garza nel mobiletto, la forbice sotto lo specchio
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Faccio qualche passo verso la porta. ¶ Adesso il rumorino
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che c’è sopra la cucina, oppure dalla terrazza
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oppure dalla terrazza con la volta tutta piena di
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saliva a piedi lungo la scaletta che arrivava fino
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senza fare rumore, salirà, la piccola santa con gli
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cunicolo della scaletta, sotto la sua piccola volta, e
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l’attraverso, vado verso la porta, mi affaccio alla
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sta salendo proprio lungo la scaletta, nel buio, e
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si riesce a vedere la sua mano, la sua
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vedere la sua mano, la sua manina che lo
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sbattendo forte facendo risuonare la piccola volta, neppure i
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domandare, a gridare. ¶ «Sono la postina!» mi risponde una
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passi che salgono lungo la scaletta. Ha già superato
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corsa, le vado incontro. ¶ La guardo. ¶ È molto giovane
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che c’è contro la piccola volta. ¶ Siamo ormai
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infinito buio che fa la luce dei vivi. «Sei
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ha già eiaculato dentro la morte che viene prima
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dopo, eiaculerà... E forse in mezzo c’è
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corsa nell’anticamera, attraverso la porta scentrata. ¶ Il pavimento
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Il pavimento luccica per la massa di sfere che
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qualche parte. ¶ Corro verso la camera da pranzo, saltando
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da pranzo. Sento che la voce continua a gridare
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dalla camera blu. ¶ “Sarà la Signorina!” mi dico, continuando
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di riuscire a fermarmi. ¶ La Signorina è tutta sollevata
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scarmigliati, le mani contratte. ¶ «La casa trema!» continua a
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Sono le scosse! È la tracimazione! È la guerra
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È la tracimazione! È la guerra!» ¶ Anche il suo
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si stanno sparpagliando attraverso la casa.» ¶ Corro fuori, attraverso
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casa.» ¶ Corro fuori, attraverso la camera da pranzo. Mi
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onda d’acciaio attraverso la casa. ¶ Cerco di attraversare
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i piedi qua e nei piccoli varchi che
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dall’altra parte, oltrepasso la porta del corridoio, corro
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con mani e piedi, la testa puntata in avanti
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più in alto, con la testa appena al di
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già nato?» ¶ Non sento la loro risposta, non la
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la loro risposta, non la capisco, perché gridano tutti
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e poi anche verso la porta a vetri smerigliati
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pavimento, mi pare. ¶ Sollevo la testa, fuori dalla circonferenza
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gola. ¶ Ha già oltrepassato la porta, sta venendo avanti
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sta già rotolando dentro la mia camera, e poi
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corno da caccia e la spada, mi pare, nel
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marmo e fanno rimbombare la volta, ed è tutta
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lividi attorno al collo, la sua faccia è gonfia
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Mamma!» le dico, con la mia testa e la
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la mia testa e la mia bocca qui in
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mitra in una mano, la pistola nell’altra. ¶ «Ma
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nudi, in vestaglia, verso la porta del corridoio. ¶ «Dove
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io vedo da dietro la crosta dei suoi capelli
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strangolata tu!» sento che la mia voce le sta
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pare, sta dirigendosi verso la porta del corridoio. ¶ «Devo
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argento, con lo stemma, la tovaglia lunga, i tovaglioli
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lo Ziò, gli taglierò la corona dei capelli con
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corona dei capelli con la macchinetta, porteremo a tavola
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porteremo a tavola anche la Signorina, seduta sulla sua
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non sono tracimati dentro la vita, non tracimeranno.» ¶ Mi
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un tratto. ¶ Mi prende la mano, ricomincia a camminare
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Mi sta trascinando verso la camera da pranzo, mi
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pare, continuando a stringere la mia piccola mano con
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mia piccola mano con la sua grande mano indurita
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mi tiene incernierato con la sua mano e che
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Si sta dirigendo verso la cassettiera grande dove ci
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tovaglie piegate. Mi lascia la mano. Apre uno dei
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l’ultima delle tovaglie, la solleva un po’, tira
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po’, tira fuori da sotto un quaderno senza
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in un sorso, con la testa gettata all’indietro
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indietro, gli occhi chiusi. ¶ «La battaglia di Tobruk, Cirenaica
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due medaglie di bronzo... la cattura, lo smistamento, i
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disperso, per tracimato dentro la morte, nessuno sapeva più
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prima di imbarcarmi per la Libia, neppure la Croce
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per la Libia, neppure la Croce Rossa, le notti
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le notti sveglio sopra la branda, invisibile, tracimato, con
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nel terreno per abbassare la temperatura del corpo, piene
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impietrito. ¶ Si vede solo la nuvola del suo fiato
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sono già tracimato dentro la vita!» ¶ «No, tu tracimerai
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di morti tracimati dentro la vita in questa città
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sempre di più. ¶ «È la guerra!» sento che sta
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dicendo, che sta gridando. «La guerra!» ¶ Butta giù un
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verso di me, con la sua grande testa sfuocata
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i morti tracimati dentro la vita, di annientarli prima
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ricurvi, a tamburo, anche la cantina è piena di
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un po’ sordo...» ¶ «Ho la tuta mimetica in uno
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avanti non coperti verso la casa, mi metterò gli
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starà già entrando dentro la casa, e starà salendo
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che faranno rimbombare tutta la casa e le volte
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non riuscirà a vedere la mia testa coperta dal
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coperta dal passamontagna e la piccola parte annerita della
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del mitra nel buio...» ¶ La cucina sta tremando e
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cominciano a tremare dentro la credenza, dei cerchi di
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questa universale tracimazione. ¶ «Tutta la casa è piena di
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carne da cannone per la loro causa perduta. Però
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un manicomio militare dopo la guerra e dopo sei
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sento che sta rispondendo la mia voce, in questa
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per il sisma e la tracimazione di vita e
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morte. «Anche a me la marchesa Daria una volta
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nera, e allora staccavo la terra con le mie
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sporche, li pulivo con la carta vetrata, li andavo
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si trovava qui durante la Prima guerra mondiale dei
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poi prima ancora, durante la campagna d’Italia di
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e quando avrò ripulito la strada che c’è
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tracimato. Ho attraversato tutta la vita e tutta la
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la vita e tutta la morte per poter essere
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ti potrebbero aiutare, salvare.» ¶ La cucina trema, tutta la
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La cucina trema, tutta la casa trema. ¶ Mi guardo
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Mi guardo attorno, con la mia grossa testa tracimata
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tracimata che trema per la violenza del sisma di
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deve essere rovesciato sopra la tavola, il poco vino
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rovesciato, sarà caduto per la violenza delle scosse, sarà
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scosse, sarà finito con la bocca aperta a filo
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terra, staranno rotolando attraverso la camera da letto per
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attraverso le altre stanze, la casa... tutte quelle sfere
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staranno rotolando qua e sui pavimenti che si
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gameti...” mi passa per la mente, anche se sono
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del mio cuore contro la circonferenza sprofondata del pouf
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allo scoperto. ¶ Lui è , immobile, nel vano dell
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volta, due volte, muovendo la bocca come se cantasse
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molto in basso, sotto la linea d’orizzonte del
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dietro di sé, verso la sua camera da letto
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dalle unghie del gatto, la radio. ¶ Scorgo solo il
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che gli batte contro la gamba, e della sua
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anche gambe e braccia, la testa. Mi dirigo verso
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testa. Mi dirigo verso la camera da pranzo, spingendo
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è piombata di nuovo la casa. ¶ Attraverso la camera
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nuovo la casa. ¶ Attraverso la camera da pranzo, entro
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Esco di nuovo, attraverso la camera da pranzo, arrivo
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una molla. ¶ Cammina verso la porta, con il mitra
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sporgendo per un istante la testa e poi rientrando
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molto in basso, sotto la linea dell’orizzonte. ¶ Esce
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un secondo dopo inclina la testa per guardarsi da
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per allacciarla e, con la testa in basso, quasi
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tutte le parti per la velocità della corsa. ¶ Un
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improvviso non avesse più la forza di sostenerlo. ¶ Poi
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riprendo a spostarmi per la casa, coricato sul pouf
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blu, guardo per molto la Signorina che sta dormendo
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profondamente, gli occhi sigillati, la sua piccola testa ossuta
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ripiegatura del lenzuolo, con la mia testa puntata in
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Rallento di un po’ la mia corsa, perché mi
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con il collo e la testa piena di escrescenze
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si sta dirigendo verso la camera da pranzo e
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camera da pranzo e la camera blu, con uno
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animale che girava per la casa in attesa di
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muro. Mi dirigo verso la cucina, passo davanti alla
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dai cardini. Guardo dentro. La vasca è piena di
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una rivista spalancata sopra la tavola, una di quelle
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reali. Non indossa più la divisa da cerimonia, adesso
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già sceso ad accendere la caldaia, avrà già azionato
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azionato il termostato, e la caldaia si sarà accesa
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camera, si sarà tolto la spada, la divisa, l
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sarà tolto la spada, la divisa, l’avrà messa
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prima di camminare verso la cucina, avrà tirato fuori
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mi vedesse adesso per la prima volta. «Sono tornato
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rivista, ritorna indietro. Rovescia la testa, per bere in
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Mi sporgo a guardare la fotografia a tutta pagina
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in alto. ¶ «Il Sahara, la grande Sirte, la Cirenaica
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Sahara, la grande Sirte, la Cirenaica, le tribù berbere
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il caldo, il sudore, la puzza dei piedi nelle
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dei piedi nelle camerate, la gloria... noi infagottati nelle
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sole dei carri armati, la confusione delle battaglie, i
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tracimavano a ondate dentro la morte, veneti, terroni della
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loro cacio tagliato con la roncola, appena conosciuti e
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il cappellano militare con la sua croce da cui
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stringe ancora più forte la mano, con le sue
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passa all’improvviso per la mente, mi passerà. ¶ Smetto
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di respirare. Giro istintivamente la testa, per guardare cosa
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alzo in piedi. Stacco la mia mano da quella
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Faccio qualche passo verso la porta, e intanto sento
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intanto sento confusamente che la voce della Signorina sta
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a me! Non andare ! Non andare là!». ¶ Sono
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andare là! Non andare !». ¶ Sono arrivato alla porta
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Sono arrivato alla porta, la oltrepasso. Attraverso la camera
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porta, la oltrepasso. Attraverso la camera da pranzo, scorgo
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fuggire più velocemente attraverso la casa, la testa puntata
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velocemente attraverso la casa, la testa puntata in avanti
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sul pavimento per dare la rotta. ¶ Il rimbombo dei
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il corpo, gli occhi, la testa, impietrito, in queste
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pouf a ruote, scorgo la sua fodera blu un
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blu? Prima era sempre , sempre nello stesso identico
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stesso identico posto dietro la porta, contro la tappezzeria
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dietro la porta, contro la tappezzeria dello stesso colore
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o di corsa per la casa coricato sul suo
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piedi sul pavimento, con la testa puntata in avanti
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più lungo, quello attraverso la mia camera, per non
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e basso bolide, con la testolina puntata in avanti
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sua circonferenza affondata. ¶ Attraverso la porta che dà sulla
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sono a filo con la parete su cui si
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un po’, per guardare. ¶ La luce è poca, ma
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gola. ¶ 5 ¶ Mio padre ¶ Abbasso la testa, perché lui non
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testa, perché lui non la veda spuntare dalla finestra
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così, muto, atterrito, contro la sua circonferenza che cede
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fiatare. “Ha già imboccato la seconda rampa dello scalone
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marmo che rimbomba sotto la volta. E porta al
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a ogni passo, sarà la spada che sbatte di
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tanto in tanto contro la ringhiera di finto marmo
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Ma non ha solo la spada, ha anche la
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la spada, ha anche la pistola che gli pende
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ha quella pistola? Con la divisa da cerimonia non
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divisa da cerimonia non la portava, portava solo la
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la portava, portava solo la spada. La pistola la
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portava solo la spada. La pistola la portava quando
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la spada. La pistola la portava quando indossava l
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o l’altra: o la pistola o la spada
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2015
o la pistola o la spada. E poi mi
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Sto tutto appiattito contro la circonferenza sprofondata del pouf
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tracimando. ¶ Ha già imboccato la seconda rampa. Tutta la
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la seconda rampa. Tutta la casa rimbomba, tutto il
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bocce!” mi passa per la mente, mentre il rumore
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e piedi sul pavimento, la testa puntata in avanti
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sono ancora lanciato verso la porta della camera da
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è improvvisamente arrestato. ¶ Tutta la casa è piombata in
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mano. ¶ Apro la porticina. ¶ La richiudo immediatamente. ¶ “Oh, no
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e ci gettava dentro la testa e si ingozzava
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e poi gli veniva la diarrea e allora una
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che spuntavano qua e negli angoli bui della
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mente all’improvviso. ¶ Giro la testa. La doppia porta
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improvviso. ¶ Giro la testa. La doppia porta è aperta
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Faccio qualche passo verso la camera blu. Mi fermo
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2015
sul fondo. ¶ Tasto con la mano il muro, dietro
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mano il muro, dietro la porta. Trovo l’interruttore
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con le mani e la testa che spuntano dalle
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2015
spalancati, bianchi. ¶ “Ma è la Signorina!” mi dico. “È
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2015
con emozione una voce, la sua voce. ¶ Non rispondo
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2015
mi sta dicendo ancora la sua voce, che si
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2015
stringo. ¶ Anche lei stringe la mia mano con la
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2015
la mia mano con la sua mano senza peso
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2015
sua mano senza peso. La stringe forte. ¶ Gira verso
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2015
Gira verso di me la sua piccola testa ossuta
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2015
sopra il cuscino anche la massa dei suoi capelli
259
2015
me» mi sta dicendo la sua voce, nella penombra
260
2015
luce. «C’è ancora la tua sedia vicino al
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2015
comodino di legno, con la fodera dell’imbottitura un
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2015
e tagliata al centro. ¶ La sposto un po’, con
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2015
senza parlare, lei con la testa girata verso di
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2015
sul cuscino, io con la testa spinta in avanti
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2015
di lei, senza lasciarci la mano. ¶ «Sei ancora qui
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2015
a essere tornato, se la morte è prima, se
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2015
morte è prima, se la vita è dopo, se
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2015
adesso?» riesco a dire. ¶ «La morte non è prima
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2015
morte non è prima, la morte non è dopo
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2015
morte non è dopo, la morte è adesso, la
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2015
la morte è adesso, la vita è adesso!» mi
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2015
continuando a stringermi forte la mano, con la sua
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2015
forte la mano, con la sua voce che si
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2015
già stato qui? Se la vita non è dopo
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2015
stato qui? E, se la vita non è prima
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2015
po’. ¶ Continuiamo a stringerci la mano, in silenzio. ¶ «Sono
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2015
pavimento di legno, appoggio la testa e la guancia
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2015
appoggio la testa e la guancia sulla coperta del
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2015
farò adesso. ¶ Sento che la Signorina sta staccando l
280
2015
occhi chiusi, le tempie, la fronte, i capelli. ¶ «Hai
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2015
ancora, mi sussurra, con la sua voce che non
282
2015
del mondo, da dietro la parete che c’è
283
2015
nera e qua e lacerata e strappata, con
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2015
cosa succede?» sento che la mia voce sta chiedendo
285
2015
suoi attrezzi...» mi risponde la Signorina, in un soffio
286
2015
immensa cavità senza suoni. ¶ La Signorina mi sta stringendo
287
2015
sta stringendo più forte la mano. ¶ «Che cosa succede
288
2015
sento che sta domandando la mia voce, in un
289
2015
quelle sbarre dorate che la tengono ferma alla base
290
2015
miei occhi di tracimato, la lunga cassapanca nera che
291
2015
l’intera parete. ¶ Imbocco la seconda rampa. Continuo a
292
2015
tutt’intorno a me la nuvola del mio respiro
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questa voragine fredda, gelata, la ringhiera di finto marmo
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scorgo vicino a me la testa di gesso collocata
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allungo il braccio e la mano verso il busto
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le camere da letto, la camera da pranzo, tutte
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con le pertiche per la pulizia dei soffitti coricate
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pulizia dei soffitti coricate in alto e i
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Anche questa vuota, deserta, la stufa spenta. Salgo senza
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spenta. Salgo senza fiatare la rampa di legno che
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rampa di legno. Anche la porta della cucina è
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è spalancata, scentrata. ¶ Imbocco la scaletta di pietra, arrivo
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lo ricorderò: questa era la portella dell’ascensore portavivande
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ascensore portavivande, e questa la camera verde, la camera
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questa la camera verde, la camera gialla, la camera
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verde, la camera gialla, la camera rossa... Ma adesso
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saranno già tracimati dentro la morte? Ma saranno tracimati
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dopo? Saranno tracimati dentro la morte che viene prima
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se sono tracimati dentro la morte che viene prima
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se sono tracimati dentro la morte che viene dopo
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nella mia casa, attraverso la porta sfondata della scaletta
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dalle unghie del gatto, la grande radio sopra la
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la grande radio sopra la mensola... ¶ Giro una delle
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di pelle di montone. ¶ La poca luce è già
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qualche frase qua e , tirandole fuori dalle buste
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grandi tappeti arrotolati. Ficco la mano in fondo, raspo
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in cerca della spada. ¶ La trovo. La tiro fuori
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della spada. ¶ La trovo. La tiro fuori. La libero
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trovo. La tiro fuori. La libero dal suo fodero
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suo fodero di cuoio. La sguaino. ¶ La faccio mulinare
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di cuoio. La sguaino. ¶ La faccio mulinare nell’aria
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dalla stanza, corro attraverso la casa mulinando la spada
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attraverso la casa mulinando la spada. Scorgo appena, nella
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bui impolverati e anneriti, la sua lama blu lunga
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passo di nuovo attraverso la mia stanza, con le
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unghie del gatto e la grande radio ancora accesa
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due o tre volte la spada nell’aria. La
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la spada nell’aria. La rimetto nel fodero. E
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tappeti. ¶ Mi giro verso la parete di fianco, dove
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ricordo” mi passa per la mente, “bisognava stringere le
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ci vedo quasi tanto la luce è poca, tanto
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corno da caccia contro la parete. Esco dalla camera
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piano. ¶ Attraverso di nuovo la mia stanza. Vado a
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stanza. Vado a spegnere la grande radio. ¶ Tutta la
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la grande radio. ¶ Tutta la casa piomba nel silenzio
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istintivamente una mano. ¶ Apro la porticina. ¶ La richiudo immediatamente
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secondo prima a spalancarti la mia piccola porta e
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E poi ti prenderò la mano senza smettere di
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il mio corpo e la mia vita tracimati dopo
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e inventata e fondata...» ¶ La voce continua a gridare
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via Fratelli Bandiera, e in fondo c’era
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commessa che aprivano per la prima volta una dopo
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spada che sguainavo durante la consacrazione e la tracimazione
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durante la consacrazione e la tracimazione dell’ostia, che
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sono di vivi dentro la morte o di morti
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E qui c’era la lattaia, il barbiere...” mi
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specchio vuoto dei vivi la mia faccia di bambino
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che denudavano sempre più la mia testa risalendo lungo
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mia testa risalendo lungo la nuca e le tempie
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guardando senza vedermi? Perché la visione viene prima e
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tutto il corpo e la testa per parlare con
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sulle seggioline allineate lungo la parete dove c’è
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tracimato dalla morte dentro la vita o dalla vita
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o dalla vita dentro la morte, oppure anche scopertamente
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come per conto proprio la forbice che stava denudando
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forbice che stava denudando la mia grossa testa infelice
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il mio corpo e la mia vita nel mondo
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vita nel mondo, e la concitazione cresceva ancora di
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di alluminio in cui la lattaia immergeva quel mestolo
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E poi ritornavo verso la mia casa col recipiente
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cercando di tenere ferma la mano per non rovesciarne
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per non rovesciarne lungo la strada, piano piano, con
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parte per poter imboccare la scaletta che saliva in
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saliva in cucina, perché la porta dello scalone era
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suoi gradini bui e la sua ringhiera e la
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la sua ringhiera e la sua grande cassapanca lunga
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latte sbatteva qua e ruotando attorno al filo
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cani dei vivi dentro la morte si andavano a
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e che disperdevano lungo la strada quando riprendevano a
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e a tracimare e la polvere del legno si
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che doveva confinare con la camera blu perché si
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della Signorina, sarà. E di fronte c’è
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Ma questa qui è la mia casa!” ¶ 4 ¶ La mia
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è la mia casa!” ¶ 4 ¶ La mia casa ¶ Non riesco
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intanto mi tolgo con la mano, dalla testa e
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come ricordavo, ricorderò!” ¶ Sì, la rientranza c’è ancora
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fondo c’è ancora la porta dello scalone. Ma
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buio, si scorge appena la successione dei gradini larghi
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un interruttore, appena dietro la porta...” ¶ Tasto un po
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Tasto un po’ con la mano. ¶ C’è ancora
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due basse luci contro la volta dello scalone, una
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una per ogni rampa, in alto. ¶ Mi guardo
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Scorgo vicino a me la porta mimetizzata della legnaia
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E c’è ancora la passatoia rossa, mi pare
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inventando» mi stanno dicendo la sua voce e la
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la sua voce e la sua testa nel suo
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al mio fianco. ¶ «Non la riconosci?» ¶ «Come faccio a
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città è Mantova, sarà!» ¶ 3 ¶ La mia città ¶ Viene avanti
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i laghi che circondano la città, che circonderanno!” mi
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volte, in estate, durante la mia adolescenza, noleggiavo una
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e a remare e la distesa delle ninfee sospese
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avvicinava sempre di più, la mia piccola barca di
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che risuonavano forte contro la prua, cercavo di penetrare
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sproporzionate e di fiori. La mia piccola barca si
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tracimerò? Che sia questa la giovinezza? Che sia questo
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è questa, sarà? È la giovinezza che viene dopo
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fiore per trascinarlo dentro la mia piccola barca. Mi
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a riva per riportare la barca prima che facesse
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dei morti, c’è la luce e c’è
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il buio, c’è la notte e c’è
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il giorno, ci sarà, la luce che è la
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la luce che è la luce del buio e
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mi sta prendendo improvvisamente la mano, me la sta
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improvvisamente la mano, me la sta stringendo forte. ¶ Giro
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sta stringendo forte. ¶ Giro la testa dalla sua parte
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sua parte, ma non la vedo, vedo solo il
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inventare e a fondare la città dove sei nato
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inventata e fondata, perché la fonderai.» ¶ «Ma come abbiamo
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di tracimati, incernierati, inventati. ¶ La città è sempre più
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pare di sentire che la stretta della sua mano
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ancora. ¶ Non sento più la sua voce, non mi
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risponde. ¶ Non sento più la sua mano, non c
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c’è più, non la vedo più, anche la
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la vedo più, anche la schiera dei tracimati si
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e di vite, dentro la vita che viene dopo
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e lei invece è ? E che cos’è
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soluzione di continuità sopra la mia testa, mentre i
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adesso? Saranno tracimati dentro la morte che viene prima
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visto, vedranno? Dove sarà la visione che viene prima
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duplicazione della vita dentro la morte e della morte
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e della morte dentro la vita che viene prima
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le voci non arrivavano, la luce non arrivava, rasentavo
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fossero già tracimati dentro la morte che viene prima
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il mio corpo e la mia testa di tracimato
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disabitate!» mi passa per la mente, per quella cosa
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Scappa!» continua a gridare la voce da qualche punto
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del lago!» mi risponde la voce, da qualche punto
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sto vedendo!» mi risponde la voce, senza tenere conto
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forza, sono uscita con la testa e col corpo
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Scappa!» continua a gridarmi la voce. «Oppure vieni qui
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le scale, anche lungo la nostra piccola scala, rovesceranno
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porticina e nasconditi dentro la mia piccola casa, dentro
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vita che è dentro la morte: non facendoli tracimare
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non facendoli tracimare dentro la morte, perché sono già
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ancora il giorno e la notte, la luce e
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giorno e la notte, la luce e il buio
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ci saranno, anche se la luce è la luce
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se la luce è la luce del buio e
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il buio che fa la luce che viene dopo
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se il giorno è la notte del giorno e
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notte del giorno e la notte è il giorno
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morti venuti a portare la rivoluzione dentro la morte
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portare la rivoluzione dentro la morte e non dentro
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morte e non dentro la vita che è dentro
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vita che è dentro la morte che viene prima
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buio che è dentro la luce che è dentro
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ricordo è tutto dentro la morte che viene prima
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di corpi tracimati dentro la vita che viene dopo
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che viene prima. E la luce non fa rumore
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cantano e piangono. E la neve non fa rumore
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distingue dalla terra e la terra dal cielo, tanto
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Non c’è più la Pesca vicino a me
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Pesca vicino a me, la sposa dei morti, la
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la sposa dei morti, la mia sposa, che tenevo
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quando si scorge per la prima volta il mondo
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o se è dopo la morte che viene prima
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tracimando tutti insieme dentro la vita o dentro la
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la vita o dentro la morte che viene prima
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campagne del Sud, sotto la pioggia, dormendo sulla nuda
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come una curvatura con la curvatura in tracimazione della
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in due, perché se la morte veniva prima anche
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forse erano ancora dentro la morte che viene prima
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e di spazio dentro la luce. ¶ «Tu chi sei
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Non mi riconosci?» risponde la voce, femminile, mi pare
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dei nostri respiri bianchi. ¶ La terra trema un po
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morti stanno tracimando dentro la vita che è o
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o che era dentro la morte in queste città
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e poi sfollati durante la più grande guerra mondiale
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se adesso è adesso?” ¶ La neve continua a cadere
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non è possibile, se la morte viene prima, se
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morte viene prima, se la vita viene prima, se
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che scendono qua e da questo rialzo di
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fondare?» rispondo. «Perché, se la morte viene prima, veniva
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ma se adesso è la vita che viene prima
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dire nello stesso istante la voce. «Io adesso sono
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Artemide e tracimati dentro la morte che viene prima
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se viene prima? Se la vita è spaccata in
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dire anch’io, con la testa tutta girata dalla
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è adesso?» ¶ Sento che la sua mano mi sta
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emanazione luminosa sprigionata per la prima volta dai corpi
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questo» mi risponde, con la sua voce che non
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il suo sposo dentro la vita che viene prima
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viene dopo, e che la mia bocca sta entrando
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bocca sta entrando dentro la sua bocca e il
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si sta spalancando per la prima volta di fronte
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fronte a me, per la prima volta che viene
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tracimazione e con tutta la mia morte e con
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morte e con tutta la mia vita dentro di
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morto» le dico, con la bocca sopra i suoi
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i suoi occhi, con la mia voce che non
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mi sussurra lei, con la sua voce che non
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io, abbracciandola con tutta la mia vita e con
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vita e con tutta la mia morte. ¶ Non mi
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di vita e morte. ¶ La morte non c’è
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più. Non resta che la vita. ¶ Parte seconda ¶ PROEMIO
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seconda ¶ PROEMIO DEI VIVI ¶ 1 ¶ La Terza guerra mondiale tra
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dove si sta avvicinando la Terza e ultima guerra
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che tracima continuamente dentro la morte, ricerca di sempre
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maggiore di vivi dentro la morte... ¶ Che cosa è
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successo, ad esempio, durante la prima di queste guerre