Pietro Giannone, Vita scritta da lui medesimo, 1741

e sempre più accertandosi la mia partenza per Vienna

e con ciò riputandosi la scomunica nulla ed invalida

aironi, a che di là, fra pochi giorni, dovea

era dedicata, mi additasse la maniera come potessi farlo

s'imputava; e che la mia disgrazia era stata

uno, che procurai stradarne, la persona a cui fu

ora si sarebbe manifestata la verità, avendone meco portati

Cesare, bisognò che per la biblioteca si fosse proveduto

uso di que' che la frequentavano. ¶ E mostrò poi

suoi piedi. Ebbi però la sorte di vederlo, la

la sorte di vederlo, la sera precedente al giorno

cenando quella sera presso la vedova imperadrice Amalia, fui

Ildaris, il quale ebbe la cortesia di condurmi seco

sala, ove era preparata la tavola, ed eravi gran

arciduchesse. E finché durò la cena, non solo ebbi

quanto fosse stata necessaria la mia venuta a Vienna

venuta a Vienna, poiché la sera, trattenendomi in casa

colui che si prese la pena, sicom'era in

ed imputazioni, e qualificare la mia Istoria civile per

Ma non potei sfuggire la maladicenza di alcuni, e

Vienna, venne a porgermi la mano, per darmi aiuto

essi fu che, avendo la mia opera, colla quale

fermarmi, così per evitar la spesa ed il travaglio

viaggio, come anche perché la mia andata e dimora

dispendiosa altrettanto inutile, essendo la corte ad altro intesa

sopra tutto, ch'esaminassero la mia opera, per farne

al quale era ignota la sua natura, con maraviglia

assicurato che io e la mia opera in Vienna

paese stranio, perché, convenendo la sera in casa sua

in Napoli dopo essersi la mia opera pubblicata, pervenutine

de' frati, i quali la predicavano per empia, eretica

E pure, non ostante la loro animosità e gli

non poterono avanzar tanto la livida lor censura, che

brevi gli condannò; ma la mia opera fu proibita

fiamme e fuoco, né la scomunica riserbarsi al solo

libri. ¶ Fu adunque proibita la mia opera, non già

secondo le loro massime, la credettero contenere proposizioni erronee

calunniose, scismatiche, che rovesciavano la gerarchia ecclesiastica, ingiuriose alla

incessanti proibizioni, prende tutta la cieca e semplice moltitudine

si sbrigano presto per la risposta: senza impegnarsi ad

libro proibito e dannato. ¶ La maniera colla quale proibisce

un cardinale, avendo avuta la sorte di aver nelle

fatte da' qualificatori, onde la sua opera fu proibita

quali, sicome fu scoverta la loro prodigiosa ignoranza, così

vedute o lette. ¶ Dopo la proibizione della mia Istoria

censure de' qualificatori, onde la congregazione del Santo Ufficio

di quel che sarebbe la propria. Chiamano la corte

sarebbe la propria. Chiamano la corte di Roma “sede

due anni che durò la stampa avrebbe potuto saperla

dotte e che, secondo la relazione che ne l

provvidenza. ¶ Dall'altra parte la curia arcivescovile di Napoli

essersi dallo stampatore offesa la giurisdizione ecclesiastica; ed ancorché

facendo scrupolo di lasciare la sua chiesa e diocesi

dell'opera. Ed ancorché la bolla stessa di Lione

erasi] malignamente sparso fra la vil plebe napolitana che

col quale Lautrec strinse la città di Napoli, e

città di Napoli, e la costernazione nella quale erano

pestilenza, bisognò ritirarsi e la città fu liberata non

semplice e superstiziosa plebe, la quale non poteva ricredersi

con ciò a' Napolitani la sua protezione ed aiuto

vennero a crescere verso la metà del mese d

e datane a me la colpa; ed esser io

pongono in balìa altrui la sicurezza o vacillamento de

aggiungeva che, avendo dedicata la mia opera alla maestà

tumulti, irritavano contro me la cieca e sciocca moltitudine

che l'era passata la voglia, e se lo

nemmeno ciò giovommi, poiché la persona alla quale s

Vienna, conobbi essere stata la mia venuta alla corte

impetrarne da Roma licenza; la quale volentieri ce la

la quale volentieri ce la mandò ampissima, come segno

favori ed arbitrii: sicché la curia arcivescovile di Napoli

che si tentava sopra la regal giurisdizione, che il

nell'ore solitarie, frequentar la casa dell'Argento, ch

non aver io cercata la sua licenza per l

curiali, pensai affrettar maggiormente la mia partenza per Vienna

del mese. E perché la mia partenza fosse tenuta

tenuta nascosta, mi giovò la somma cordialità e diligenza

partii da Napoli, verso la fine di aprile, per

di San Gennaio con la testa, non si fosse

per suoi affari, prolungava la partenza, talché mi trattenne

tal notizia, avendo ingombra la mente di tetre e

Pontecorvo, ov'era posta la mia casa e quella

fossi, divolgò ad altri la mia persona; e cominciava

a Vienna ad occupar la carica di fiscale nel

detto il padrone che la sua nave era già

una calma, che rese la nave immobile; talché si

offerse di farmi compagnia. La quale mi sollevò non

della Stiria, e di là fino a Vienna. ¶ Giunsi

fosse trovato alloggio dentro la città, passai indi ad

quelle lessi non pur la mia partenza, ma la

la mia partenza, ma la scomunica, che la corte

ma la scomunica, che la corte arcivescovile di Napoli

qualche frode o inganno la mattina seguente comparve ivi

mio escusatore, ad allegar la mia assenza; e, per

di citazione, essendo notoria la mia trasgressione di non

dov'è più numerosa la vil plebe, perché anche

per trattarsi di nuovo la causa, stimaron finalmente que

probità e che sapevano la vera chiesa esser i

poveri, di non proseguir la lite. Onde, commiserando lo

differirgli quel sollievo, che la lor giustizia e la

la lor giustizia e la decisione di quel tribunale

ebbi a questo riguardo la sofferenza di non cominciar

sofferenza di non cominciar la stampa, se non mi

l'idea e piacendogli la maniera e la disposizione

piacendogli la maniera e la disposizione che io avea

dal Cirillo per trovar la maniera di liberarmene e

era impossibile privarmene, per la mia professione che mi

mali. E benedico sempre la presa risoluzione, poiché, in

potuto liberarmi dall'ipocondria, la quale sovente mi cagiona

due maniere di sollevarlo: la prima innocente, la seconda

sollevarlo: la prima innocente, la seconda da condonarsi alla

di maggior male, poiché la lor povertà, e l

chiudersi in monastero con la bambina che avea seco

mi risolsi di cominciar la stampa de' primi, la

la stampa de' primi, la quale, richiedendo tempo, mi

cominciarla, un'opportuna occasione, la quale mi liberò di

chiamato Niccolò Naso, che la reggesse: e, convenuti fra

al medesimo che, contenendo la mia opera più controversie

che si risolvevano contro la giurisdizione ecclesiastica, secondo che

non potevano concedere, poiché la formola da essi introdotta

noi che bastasse solo la licenza del viceré e

prossima a “Due Porte”, la stamperia che avea nella

poterlo fare. ¶ Si cominciò la stampa ne' princìpi dell

ne' princìpi dell'anno 1721, la qual durò per due

il quale, ancorché per la morte dell'Aulisio si

Aulisio si trovasse occupare la cattedra primaria vespertina dell

mie più fiere persecuzioni, la gratitudine ricerca che io

ed ultimo tomo, verso la fine dell'anno 1722 ebbi

suo Collateral consiglio, cercando la licenza della stampa e

Collaterale allo stesso Capasso la revisione, per dover far

e Vienna. ¶ I ¶ Compita la stampa e fatti condurre

medesimi che prima, per la mia ritiratezza mi avean

avesser somministrato aiuto e la materia, chi nominando l

negassi il purgatorio e la venerazione ed intercessione de

fu eseguito. E poiché la città erasi posta in

quetasse, di far sospendere la vendita degli essemplari mandati

divieto fece maggiormente crescere la curiosità ed il prezzo

le strade vedeva affollar la gente per conoscermi, mostrandomi

riputarono che io non la tenessi per peccaminosa. La

la tenessi per peccaminosa. La qual dottrina a molti

si accostò e, presami la mano, forte me la

la mano, forte me la strinse, dicendomi che finalmente

sempre d'opinione che la semplice fornicazione non fosse

nell'Imperio anche dopo la conversione di Costantino Magno

altri ministri, prendendogli per la maggior parte dall'ordine

me rimase, dopo segata la messe, lo spicilegio, sicché

di qua e di là, si facevan innanzi con

a viva forza involandogli. ¶ La mia natura fu sempre

cause, che io sotto la sua avvocazione avea cominciato

aveva a me appoggiata la difesa, scrivendovi da avvocato

quale giovanetto era sotto la cura della duchessa di

che liberale e munificentissima. La quale sopra le mie

le mie spalle appoggiò la difesa di più cause

lo seguivano, nulladimanco per la profonda sua dottrina legale

suoi colleghi, quindi per la famigliarità che io avea

re de' Romani, dopo la rinuncia fatta nel 1703, coll

tra quelli che aveano la data de' privilegi anteriori

dal Martiniz, se bene la data de' lor privilegi

ed invalido, dovea attendersi la data anteriore de' loro

Argento, pretendevan che per la precedenza bastasse d'aver

questi secondi; ed esaminando la questione co' princìpi ed

forse vizioso, bastava per la precedenza l'esercizio, nel

stati della medesima carica. La scrittura non dispiacque all

sue tre dissertazioni sopra la materia beneficiaria, le quali

fu a lui appoggiata la delegazione della real giurisdizione

Daun; il quale, dopo la morte del cardinal Grimani

appoggiassero le macchine che la Corte romana, più per

avea innalzate, e che la sola dottrina delle origini

dottrina delle origini e la sola istoria delle occasioni

dell' ius canonico, e la cognizione de' bassi ed

ed attentati fatti sopra la real potestà de' principi

II ¶ [1715–1720] ¶ Intanto, essendo accaduta la morte di mia madre

nella sua vecchiaia avesse la consolazione di vivere e

sopra di me appoggiassero la difesa delle lor cause

gran rumore in Napoli, la qual mi rese presso

de' quali io presi la difesa, pretendevano, al contrario

a disputar lungamente sopra la prestazione delle decime, che

anche a disputar sopra la durata della vita degli

i Leccesi n'empirono la lor provincia sicché, ed

per l'altra parte, la difesero, si resero assai

le parti, andato su la faccia del luogo, in

del presidente Argento, ebbi la sorte di riportarne intera

ella era succeduta dopo la morte de' figli, ne

poveri, a' quali, secondo la consuetudine della città di

Napoli, non poteva negarsegli la successione della metà de

dalla vedova, presi io la difesa di questi miserabili

antichi. E dovendosi trattar la causa nel tribunale della

premorti, e per conseguenza la chiesa, in vigore del

immissione se non per la metà, e l'altra

testamento, ma tolta prima la metà de' beni, che

stampe, s'ingegnarono sostenere la pretensione che fosser tutti

tutti i loro argomenti, la qual fu pure a

il secondo, nel quale la fatica era compensata con

composi io l'allegazione, la quale essendo piaciuta al

si imprimesse, che fu la prima che io dessi

Avvenne dapoi che, per la morte della principessa di

di goderne i frutti, la quale era distinta dall

poterne percepir i frutti, la quale non importava servitù

lui Meditazioni, i Princìpi, la Diottrica ed il trattato

di natura, dover essere la sola ragione e l

ed all'esperienza. E la maniera di indagar nelle

di indagar nelle cose la verità, rivocandole ad esame

e naturali, e spezialmente la cognizione di noi stessi

acquistare una buona morale, la quale, peregrinando in questo

guida per ben reggere la nostra vita ed i

pazientemente soffrirle, se non la cognizione delle mondane cose

l'era convenuto descrivere la costruzione del cerebro, degli

meglio capissero onde provenisse la memoria e la riminiscenza

provenisse la memoria e la riminiscenza, e le cagioni

altri mali che alteravan la nostra fantasia ed immaginazione

il quale allora occupava la cattedra di notomia nell

fa che più lungamente la conservi; ciò che non

rimasa, fa che tosto la risolva e converta in

punto di perfezione; poiché la casa dell'Argento, più

Chiara. Due giovani assumevan la parte degli avvocati contendenti

gli altri, più provetti, la parte de' giudici che

in più lezioni esporre la legge seconda de origine

noto, mi avea mostrata la via, ciocch'egli fece

quali ancor serbavano intatta la famosa biblioteca lasciatagli dall

di somma fatica, io la soffriva per le cose

che io lessi seguendo la traduzione latina di Ugon

di qua e di là, con gran pena, fra

stesso confessò, avea cominciata la sua Istoria dagli Angioini

pontefici, innalzando sempre più la lor monarchia, aveano dentro

alla materia feudale contrapposero la beneficiaria. ¶ Conosciuta da ciò

da altri portentosi cangiamenti la necessità che a' dì

del foro, finisse presto la nostra accademia, sicché poche

cammino, invece di scemarsi la via s'allungava assai

abbandonarlo. Poté, infine, più la mia ardente brama ed

esercito di Lombardia, ebbi la sorte di veder più

mangiare in pubblico, fra la corona di tanti illustri

liberali, applicò a riformare la università de' studi di

successione di Marano) con la contessa di Bovalino, donna

Bovalino, donna Isabella Spinelli, la quale possedeva nella riviera

sue orme, acquistai anche la conoscenza de' più dotti

del famoso Francesco, ebbi la sorte di ammirare quel

a me quasi perpetua la lezione delle Deche di

mese di luglio, mentre la città di Napoli, in

il regno passato sotto la dominazione di Carlo d

Giuseppe e poi, per la costui morte, seguita nel

altro del re Manfredi, la proprietà ed evidenza de

primi, ebbi desiderio, per la poesia, legger Omero. Ma

letta l'Iliade secondo la traduzione latina di Lorenzo

accurati accorgimenti avea superato la diligenza ed osservazioni degli

questi studi, dapoi, per la conoscenza de' tempi meno

tentare anche se per la medesima potessi guarire; e

scoprendogli il mio male, la pregai che avesse pietà

distillate che dovessi prender la mattina, me ne mandò

rimaneva di fare per la mia guarigione. Raccontai al

e detti de' salmi, la lasciai con le sue

feci ritorno. E proseguendo la strada additatami dal medesimo

nel foro e calcar la polvere de' tribunali, per

mia casa altro soccorso. La quale, per la morte

soccorso. La quale, per la morte accaduta del zio

dottorato, d'incaminarmi per la strada de' tribunali, ed

il quale potessi acquistarne la pratica, non meno che

un avvocato, per apprender la pratica de' tribunali, incontrai

Aggiungevasi che, seguitandolo io la mattina ne' tribunali, il

Codice di Fabro, sopra la di lui Giurisprudenza papinianea

il quale, avanzatosi per la sua gran dottrina nell

tratta da limpidissimi fonti; la sua biblioteca ornata de

sciapiti da quelli che la giurisprudenza romana aveano adattato

ne' loro dotti volumi, la dottrina forense condirla e

avanzati, i quali sotto la disciplina del medesimo si

nel foro, nulladimanco per la sua divota vita che

ne' giorni di domenica, la mattina, oltre altri spirituali

e seri, che tirava la divozione di molti di

tralasciando di frequentarla ebbi la sorte di avere per

quell'età mal comprendessi la mistura che in quelle

resolo sottil metafisico e la sua prima professione di

africani. ¶ Proseguendo a calcar la via de' tribunali dietro

indefesso esercizio, avea superato la sua stessa natura, la

la sua stessa natura, la quale in ciò non

poi in Puglia, presso la città di Melfi, in

se non potei veder la sua faccia, lessi i

l'incomparabile trattato Sopra la successione del Brabante, e

alla luce mentre occupava la carica di avvocato fiscale

eloquenza accoppiava non men la dottrina e l'arte

di forti argomenti, e la materia che intraprendeva ad

che si volesse aver la pena di nuovamente esaminarla

il suo stile e la maniera di trattarle. E

di trattarle. E se la buona sorte portava che

io, oltre di sparamiar la fatica di rivolgere altri

selve, trovava sempre pronta la materia a' miei piccoli

avanzandomi ne' tribunali, sotto la scorta e guida di

si diffidarono di commettermi la difesa di qualche lor

senz'incomodar di vantaggio la povera mia casa, sostentarmi

che si avviavano per la strada dell'avvocazione vi

i miei studi sopra la medesima. Alla quale incamminandomi

nel mondo fosse venuto. La ricerca delle quali cose

sua casa dopo terminata la lezione nel pubblico, spesso

istoria romana, così per la canonica era necessaria l

nuovo diritto, donde venisse la compilazione del Decreto e

Magno, donde pure cominciava la nuova e bassa giurisprudenza

permise nell'Imperio che la religione cristiana potesse abbracciarsi

per le nuove leggi la nuova giurisprudenza, così, per

i miei studi per la conoscenza non men dell

fu ricevuta nell'Imperio la religione cristiana, questo dritto

delle loro Novelle. E la ragione era, sicome conobbi

che riguarda l'interno, la predicazione del Vangelo, la

la predicazione del Vangelo, la correzione de' costumi, l

Chiesa esterna — che riguardava la nuova esterior sua gerarchia

fu ricevuta nell'Imperio, la nuova forma e disposizione

movea allora dubbio che la Chiesa fosse nell'Imperio

di pontefice massimo, riguardando la religione gentile, la quale

riguardando la religione gentile, la quale, nell'imperio non

pubblicamente non meno che la cristiana; e prendessero anche

episcopus ad extra, riguardando la religione cristiana: le quali

in Occidente investigarsi dopo la ruina di questo Imperio

Magno, e quando, estinta la maschile sua prosapia, l

tempi, per ben intendere la presente costituzione delle cose

io reputava dover tirare la curiosità di tutti, per

le cose canoniche riguardanti la Chiesa, che per le

per ciò che riguarda la particolar istoria dell'origine

e vicini. ¶ E poiché la tenuità del mio corto

ciò necessari, e, per la poca conoscenza che avea

profitto, non solo per la copia de' libri che

intrapresi studi, ma per la conoscenza che ivi presi

letterati della città che la frequentavano, i saggi discorsi

età dell'oro, quando la sua avea dovuto passarla

di altre lettere umane, la gratitudine ricerca che io

ma poiché in Napoli la prima filosofia, che di

Francia venne ed atterrò la scolastica professata ne' chiostri

di cui libri, per la molta erudizione e gran

avea abbracciata questa dottrina, la quale poi sempre ritenne

ritenne, non ostante che la filosofia di Renato delle

cartesiani. ¶ Io, per compensare la grave perdita fatta di

i precedenti studi sopra la filosofia di Scoto, poiché

e più verisimile filosofia, la quale tolse tutte quelle

doveano indrizzarle alla morale (la qual, per ciò, in

in tutto il resto la sua dottrina fosse sana

da que' che professavano la cristiana religione, come quella

e, finché visse, tenne la dottrina di Gassendo, e

ed elegante stile e la proprietà e sceltezza delle

comporre un solo verso. ¶ La Comedia di Dante, in

solamente alcuni canti, come la dura morte del conte

Proemio] ¶ Prendo a scrivere la mia vita e quanto

giorni; e dubitando, per la mia età cadente, non

per alleggerire in parte la noia e il tedio

alla fine, rammentando con la mente tutte le mie

di qua e di là, perché tutti sappiano separare

essi dura e malagevole la strada che avran da

da calcare, per passar la loro [vita] in questo

liberi e sicuri, fra la turba di gente improba

a chi avrà sortita la disgrazia di nascere sotto

maligno, secondo che pure la divina Sapienza ci palesò

conducono, né per regger la nostra vita nella strada

latina per quanto comportava la condizione del luogo, ma

molto più commendabile per la sua probità e per

studi di filosofia sotto la disciplina e direzione d

prerogative che seco porta la giubilazione, è di rimanere

Cielo, per mandarmi sotto la disciplina del medesimo ad

ad apprender filosofia, per la gran fama di dottrina

averla appresa mi cagionasse la perdita di tanto tempo

filosofia d'Aristotele, secondo la mente e sposizione di

cambiar maestro ed apprender la giurisprudenza non già dalle

dell'istoria romana, senza la quale non poteano perfettamente

più dopo avere ottenuta la cattedra primaria vespertina del

civile, aver dismessa affatto la sua scuola privata, ove

Giustiniano, insegnava a' giovani la giurisprudenza; ma allora pubblicamente

dopo desinare, avendo egli la lezione vespertina, che andassi

quella università, e sentirne la sposizione; e sopra tutto

casa sua, ovvero, dopo la lezione, in quella mezz

pubblico, non tralasciando, dopo la lezione, in quella mezz

di que' tempi e la costituzione d'allora d

studio delle leggi accoppiare la cognizione dell'istoria romana

Livio, e per supplire la mancanza de' suoi libri

per ciò che riguarda la giurisprudenza, poteva io aggiungere

che han travagliato sopra la giurisprudenza antica e media

giurisprudenza! Non era tanto la barbarie che, più inoltrandosi

di que' tempi bassi, la lezione de' quali, a

da' quali si apprende la costituzione e forma dell

lasciandola non compita, avendogli la morte impedito di poterci

è trovato chi dapoi la riducesse nell'ultimo punto

dovrebbe essere a noi la più utile, anzi necessaria

in essa stabiliti, dopo la decadenza del romano Imperio

passo in passo, secondo la cronologia de' tempi, la

la cronologia de' tempi, la lettura degli altri seguenti

d'aggiungere all'istoria la geografia antica, apprendendola da

esposizioni del Magino, poiché la notizia della geografia di

di gran valore, ebbi la sorte che un mio

quando vidi che, oltre la giurisprudenza romana, questo maraviglioso

Istituzioni di Giustiniano per la civile e quelle di

quelle di Lancellotti per la canonica, quindi mi convenne

di dovergli daddovero levare la mattìa dal capo, dubbitandosi

e vedere di levargli la pazzia di testa, e

massime che teneva intorno la monarchia papale ed assoluto

mostrai quanto fosse grande la sua prodigiosa ignoranza, con

scritte in abscondito, affinché la correzione fosse fraterna e

sapessi qual fosse stata la cagione che io non

di luglio in città, la mostrai ad alcuni amici

diffondesse da per tutto la città, né si ristette

invidi e malevoli non la difformassero o macchiassero con

mio canto, erasi adempita la promessa, e che, se

in ciò imitarla, ancorché la mia scrittura non fosse

che si procurasse impedirne la stampa, non fu possibile

manifesta non meno che la scipitezza de' libri del

quest'anno a Pettersdorf, la distesi; ma come che

necessari, tornato in città la perfezionai, e manuscritta gliela

diedi, in fine, su la lor fede che non

mi mandò da Lipsia la traduzione in lingua inglese

ancorché io non intendessi la lingua, procura che que

procura che que' che la sapevano m'interpretassero alcuni

agevolarne l'impressione, e la loro qualità, non mancandovi

eran di que', che la sottoscrizione l'avean stesa

Buckley, che n'avea la direzione e principal cura

questa ristampa, di avvertire la varia lezione che si

bene alcuni esemplari portino la data di Orléans), intorno

epigrafe: PERDAM BABYLLONIS NOMEN, la quale il Tuano, nel

pure Babilonia. ¶ Ma poiché la verità era che quella

da Sigismondo Liebe, confutar la strana e capricciosa interpretazione

gesuita, per render vanissima la sua interpretazione. ¶ La materia

vanissima la sua interpretazione. ¶ La materia e l'opportunità

e l'opportunità meritava la pena di farlo; sicché

che li paresse. Fu la dissertazione distesa, tradotta in

terminata ne' seguenti anni la stampa, e riuscita veramente

nel settimo si legge la Dissertazione suddetta, senza che

della medesima, fu impressa la moneta di oro, sicome

ma resa più manifesta la vanità e stranezza dell

edizione. Veduta che fu la traduzione inglese dell'Istoria

con ciò a mutarsi la persona che soleva somministrarmi

sempre vocirc(ô)ta la borsa del ricevitore. E

per riscuoter le mesate, la risposta del catalano era

mesi, ma vedendo che la cosa si prolungava ed

e di Milano proveniva la tardanza del mio pagamento

Napoli e di Milano, la stessa ragion voleva che

ordini al pagatore Llamna. ¶ La mia domanda Sua Maestà

mia domanda Sua Maestà la riputò giusta e che

toccarli, se non dopo la mia soddisfazione; ed avvertisse

si apparteneva esser questa la sua real volontà. Eseguirono

I curiosi vollero indagare la cagione, e non trovarono

perché si riputasse ragionevole la sua ripugnanza, niente curando

imperiali, i quali ebbero la cortesia non solo scrivermi

loro opera, di allegar la mia e far di

dar alla luce. Per la via stessa, ebbi conoscenza

per Vienna non avesse la curiosità di venire a

più andando io perdendo la speranza d'essere impiegato

altrove gli uffici e la mediazione de' miei amici

suoi benemeriti. Ma poiché la provvista di tali cariche

Sua Maestà, e facilitar la provvista. ¶ Pareva che a

a questi princìpi secondasse la sorte; poiché, essendosi l

persona. Differì egli molto la sua partenza, sicché diede

e niente contemplativo per la corte di Roma, ancorché

un figliuolo stradato per la Chiesa, che poi abbiam

due tomi in–quarto, la confutazione dell'Istoria civile

macchina. ¶ Fu fama che la spesa della stampa l

licenza de' superiori”, portava la data di Colonia. ¶ Il

finge epicureo, che neghi la divina Provvidenza e supponendolo

supponendolo tale, senza mostrarne la cagione, terminate le lettere

l'esorta che, lasciata la dottrina d'Epicuro e

predicatore, vuol che lasci la dottrina seguitata fin ora

quali e' reputa consistere la gerarchia della Chiesa, ch

e per maggiormente invogliare la gente si espresse ch

regal giurisdizione, cotanto ingrandendosi la papale, che si voleva

non essendovi chi ce la desse in Napoli, imponendogli

Consiglio Collaterale, per darvi la dovuta provvidenza. Per maggiormente

possa ne' petti umani la smoderata ambizione, e quanto

e quanto ampia fosse la rete colla quale Roma

provvidenza che dovea darsi, la quale ben previde, che

ed onori, per illustrar la lor casa non meno

oppure fossene stata cagione la sua avanzata e cagionevole

ne avrebbe certamente trovata la via per riconoscerle. E

trovato esser verissimo quanto la fama predicava, essendosi destinata

doverne far relazione, finalmente la fece esattissima avanti il

e, sopra tutto, strapazzata la potestà de' principi, e

una nuova prammatica, per la quale, rinnovandosi l'antiche

scritto al cardinal Sinfuego. La cui savia deliberazione tanto

ma questi romori mossero la curiosità ad alcuni di

ebber notizia, avendo unita la Città, rappresentata per suoi

un sì pernicioso libro, la quale era stata ben

rendimenti di grazie per la proscrizione, e data testimonianza

privilegi e prerogative, che la maestà dell'Imperadore avea

risposto colla proscrizione, che la dichiarava libello famoso, ma

dotti di quella città la riputavano sciocca e sciapita

quali sarebbe più propria la zappa che la penna

propria la zappa che la penna. ¶ Per queste potenti

i quali sia strapazzata la fama, l'onore e

fama, l'onore e la stima degli uomini probi

E non ostante che la di lui opera fosse

avea nelle precedenti risparmiata la potestà de' principi; e

orientale. ¶ Si dimostrò, che la bolla d'Urbano II

gl'imperadori d'Oriente. La bolla di Urbano giovò

reali preminenze, e che la via più ruinosa questa

principali di questa scrittura, la quale, copiata ch'ebbi

prima che gli altri la vedessero, la presentai al

gli altri la vedessero, la presentai al principe Eugenio

io, come Diogene, muovere la mia botte; affinché altri

niente mi dovesse importare la conservazione de' supremi diritti

darci occhio, conoscesse che la strada, che in essa

gelosia ed accuratezza, come la gioia la più preziosa

accuratezza, come la gioia la più preziosa della lor

principe, ancorché cortesemente ricevesse la scrittura, non poté dissimularmi

dissimularmi il tedio e la noia che l'era

replicommi che questa era la difficoltà, che si voleva

tutti nota e palese la teneritudine [e] delicatezza di

acconcio. E se bene la minuta si fosse moderata

surrogarono altre che aveano la stessa forza; e secondo

papa stendesse e pubblicasse la bolla, sicome fu fatto

cautela e secretezza, comunicata la mia scrittura) e da

dopo aver ben considerata la Bolla, notato i tanti