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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Matilde Serao, Addio, amore!, 1890

concordanze di «la»

nautoretestoannoconcordanza
1
1890
genio, la ragione ignora la passione. Quando Cesare Dias
2
1890
casa, che aveva abbandonato la sua famiglia, per darsi
3
1890
ebbe innanzi a sè la visione di una forza
4
1890
in cui sarebbe naufragata la felicità e forse la
5
1890
la felicità e forse la vita della fanciulla a
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1890
a lui affidata! Per la prima volta, mentre tanti
7
1890
gente. Avrebbe dovuto sorvegliare la fanciulla, essere più paterno
8
1890
pericoloso viaggio, che è la gioventù con l'amore
9
1890
le avrebbe fatta, come la sua, un'anima di
10
1890
sentimentale, adesso gli ispirava la compassione della persona intangibile
11
1890
su Anna Acquaviva, perchè la debole anima rivivesse in
12
1890
casa il vincolo, che la tenesse ferma: riconosceva che
13
1890
tenesse ferma: riconosceva che la infelice fanciulla era degna
14
1890
cui egli aveva ricondotta la creatura smarrita e quasi
15
1890
il torpore affannoso, o la veglia di Anna, non
16
1890
ella si lagnava, temperando la luce, lasciando che il
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1890
lasciando che il silenzio, la penombra, il riposo facessero
18
1890
letto, senza parlare. Se la malata levava la testa
19
1890
Se la malata levava la testa, se gli sbarrava
20
1890
un indicibile smarrimento, egli la chiamava con la voce
21
1890
egli la chiamava con la voce di quel giorno
22
1890
lo stesso contegno, anche la sera, quando la visita
23
1890
anche la sera, quando la visita durava qualche minuto
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1890
detto nulla? ¶ - No. ¶ - Chi la veglia, stanotte? ¶ - Io. ¶ - Voi
25
1890
quelle ore serotine, con la lieve eccitazione del pranzo
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1890
loro splendore, si animava la tinta scialba delle guance
27
1890
neri e lucidi capelli, la sola ricchezza giovanile che
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1890
riconoscevano più, alla sera, la pallida figura di gaudente
29
1890
sua notturna esistenza, dimenticando la noia e la stanchezza
30
1890
dimenticando la noia e la stanchezza, ricercatore inquieto di
31
1890
animo era malleabile come la cera; se la fanciulla
32
1890
come la cera; se la fanciulla riprendeva tutto il
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1890
le braccia prosciolte lungo la persona, con le mani
34
1890
le labbra, le guance, la fronte; senza vivacità di
35
1890
su lei per udire la sua risposta, sempre la
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1890
la sua risposta, sempre la stessa: - Come stai? - Meglio
37
1890
sapeva che essi erano , silenziosi, inchiodati sulle loro
38
1890
affrettare di un minuto la spiegazione. Difatti, fu un
39
1890
restassero soli, una mattina, la inferma e il tutore
40
1890
immaginate - replicò lui, con la sua freddezza dominatrice - una
41
1890
Era rientrata Laura Acquaviva: la sua presenza fece finire
42
1890
cuscino; attrasse a sè la sorella: ¶ - Tu sei buona
43
1890
un po' duro, ma la mano di Laura carezzava
44
1890
mano di Laura carezzava la guancia esangue di sua
45
1890
a Laura, crebbe, fu la nota iniziale della sua
46
1890
era in contrasto con la freddezza, con la indifferenza
47
1890
con la freddezza, con la indifferenza passata, e più
48
1890
il sangue tranquillo e la coscienza pura, fiacca di
49
1890
pezzuola bianca con cui la silenziosa infermiera, Laura Acquaviva
50
1890
Laura Acquaviva, lo rasciugava. La purpurea, in quel temperamento
51
1890
di sangue, restava acceso. La malata di nulla s
52
1890
soccorsa. Allora Laura Acquaviva, la sorella, o Stella Martini
53
1890
sorella, o Stella Martini, la damigella di compagnia, o
54
1890
invano, cercando di sollevare la malata sul letto, di
55
1890
origliere, di adattarle meglio la vescica di ghiaccio sul
56
1890
spirito. ¶ Ma non morì. La febbre purpurea digradò giorno
57
1890
si aprivano, adesso, per la immensa debolezza, appariva un
58
1890
un'ombra violacea. Pure la lotta con la morte
59
1890
Pure la lotta con la morte era finita: ma
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1890
marzo, ella aveva vinta la morte, eroicamente; e ai
61
1890
trecce, le disponeva lungo la persona della inferma: così
62
1890
il collo: nè piangendo, la malata singhiozzava, o si
63
1890
che non si inaridisca la sorgente. Allora una delle
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1890
donne che assistevano Anna, la sorella Laura, o Stella
65
1890
Laura, o Stella Martini, la damigella di compagnia, o
66
1890
compagnia, o suor Crocefissa, la monaca, le rasciugavano pietosamente
67
1890
un dito accennava che la lasciassero piangere, che le
68
1890
bizzarra tifoide che è la purpurea: lasciassero fare alla
69
1890
una cosa morta, come la corona votiva che in
70
1890
di Francesco Acquaviva. Ma la giovane moglie di Francesco
71
1890
morta cinque anni dopo la nascita della seconda figliuola
72
1890
temperamento ardente, aveva abbruciata la sua esistenza a tutte
73
1890
il padre, che godeva la vita come se dovesse
74
1890
presto anche lui, come la sua bionda e candida
75
1890
si mangiava tutto solo la sua rendita, che odiava
76
1890
aveva accomodato così bene la sua vita, in modo
77
1890
fuori della correttezza - era la sua parola - correttezza - nè
78
1890
della loro fortuna. Quando la gente che lo invidiava
79
1890
meglio i contorni, e la visione subito sparisce, ma
80
1890
ma che le eccitasse la immaginazione, capace di entusiasmarsi
81
1890
che buttava via tutta la ricchezza del suo sentimento
82
1890
così scorretto - ah era la sua parola, la correttezza
83
1890
era la sua parola, la correttezza - così stravagante, così
84
1890
esatto della vita, che la fanciulla gli faceva sempre
85
1890
misterioso disdegno per tutta la rettorica umana, avente un
86
1890
pensando che non valesse la pena di riscaldarsi, per
87
1890
che aveva gittato via la sua vita, al soffio
88
1890
Cesare Dias seppe che la sua pupilla Anna Acquaviva
89
1890
Morelli gliene chiese umilmente la mano, dopo aver vinto
90
1890
ingenue domande dell'amore la crudeltà dei sillogismi sociali
91
1890
Cesare Dias era che la rettorica si combatte da
92
1890
combatte da se stessa: la rettorica sarà sempre uccisa
93
1890
occuparsene più oltre, con la sua stretta di spalle
94
1890
quale egli riprendeva immediatamente la sua correttezza. Ma l
95
1890
irrompere spontaneo della vita, la critica ignora il genio
96
1890
critica ignora il genio, la ragione ignora la passione
97
1890
che egli ne comprese la sincerità. ¶ - Addio, dunque. ¶ - Addio
98
1890
un poco, rivolto verso la strada maestra che da
99
1890
piano, invece d'imboccar la viottola per recarsi alla
100
1890
andarsene a piedi per la via maestra verso Torre
101
1890
dominata dal silenzio. ¶ Anna la seguì ancora, quell'ombra
102
1890
fino a che non la distinse più, svanita. Allora
103
1890
per non gridare, sentendosi la testa in fiamme senza
104
1890
una febbre furiosa, con la pelle che parea crepitasse
105
1890
donna offesa in tutta la sua superbia, o tremava
106
1890
e lo sconvolge, attraverso la lotta, attraverso la confusione
107
1890
attraverso la lotta, attraverso la confusione della mischia, una
108
1890
presenta, netta, precisa, con la limpidità luminosa delle mistiche
109
1890
fibre, gemeva per tutta la tenerezza, per tutte le
110
1890
materiali e morali, fra la rovina di ogni speranza
111
1890
ogni desiderio, una frase la abbatteva, in una disperazione
112
1890
finito, tutto è finito. La ripetette, involontariamente, anche a
113
1890
Pure, quando bussarono, levò la testa infiammata dai cuscini
114
1890
portava una lampada accesa. ¶ - La signora resta qui, stanotte
115
1890
prendermi... credo - mormorò, voltando la testa in là. ¶ Il
116
1890
voltando la testa in . ¶ Il cameriere la lasciò
117
1890
in là. ¶ Il cameriere la lasciò sola nel salotto
118
1890
A malgrado il paralume, la luce della lampada le
119
1890
Si alzò, andò di nella grande stanza da
120
1890
Uno struggimento immenso adesso la consumava, senza che dai
121
1890
morte. Anna Acquaviva abbassò la testa, aspettando. Tutto era
122
1890
immobile come un cadavere, la fanciulla sentiva che sarebbe
123
1890
desiderio, era così castigata; la peccatrice del cuore, della
124
1890
colei che aveva esaltata la creatura effimera e mortale
125
1890
forza di consumazione che la rodeva distruggendone l'organismo
126
1890
più sapeva. Aveva piegata la testa, chiusi gli occhi
127
1890
da Torre Annunziata, nè la fermata dei cavalli innanzi
128
1890
albergo; non udì schiudere la porta del salottino ed
129
1890
uomo si avanzò verso la camera oscura e chiamò
130
1890
e chiamò ancora, con la voce che tremava leggermente
131
1890
portò il lume di , posandolo sopra una mensola
132
1890
cercando con gli occhi la fanciulla. Essa udì e
133
1890
della febbre, ella udì la voce di costui mormorare
134
1890
di costui mormorare, per la prima volta impietosita: ¶ - Povera
135
1890
carrozza che correva attraverso la notte, verso Napoli. Talvolta
136
1890
di pronunziare una parola, la gola serrata. La carrozza
137
1890
parola, la gola serrata. La carrozza improvvisamente si fermò
138
1890
un candido viso sorridente. La malata, la fuggitiva, balbettò
139
1890
viso sorridente. La malata, la fuggitiva, balbettò: ¶ - Laura, perdonami
140
1890
settimane in lotta con la morte. Febbre ad alta
141
1890
cosparse. In breve tutta la pelle ebbe queste vivide
142
1890
queste vivide macchie e la febbre purpurea si dichiarò
143
1890
si dichiarò in tutta la sua veemenza. Vale a
144
1890
sangue era venuto sotto la pelle, a macularla. Al
145
1890
Era una domanda affannosa: la voce tremava. Egli chinò
146
1890
si convinse subito, intendendo la sincerità e non il
147
1890
Uscirono da Pompei, discesero la scaletta dell'albergo e
148
1890
Evangeli e l'altro la sua guida Baedeker. I
149
1890
due innamorati erano presso la finestra, guardando dai cristalli
150
1890
finestra, guardando dai cristalli la via che conduce alla
151
1890
dopo, più tardi - e la voce era nervosa, ella
152
1890
veniva dal pudore muliebre, la vinse. Ma Giustino, deciso
153
1890
Sopra. ¶ - ... sopra? ¶ - Vedrai. ¶ Risalirono la scaletta, si fermarono al
154
1890
li accompagnava aprì loro la porta di un quartierino
155
1890
i balconi che guardavano la campagna e la stazione
156
1890
guardavano la campagna e la stazione; il cameriere con
157
1890
stazione; il cameriere con la stessa sua aria indifferente
158
1890
Giustino, vide che costui la guardava con tanta pietà
159
1890
seduto e aveva nascosta la faccia fra le mani
160
1890
taceva. ¶ Allora ella abbassò la testa, pensò, con l
161
1890
ascoltami, per carità, per la memoria di tua madre
162
1890
che hai giuocato, per la infelicità che ti attende
163
1890
te che sei tutta la mia luce, mi è
164
1890
se tu non vedi la ragione della mia condotta
165
1890
devi usare di tutta la tua mente, di tutto
166
1890
e sempre, sempre, aveva la medesima sensazione, la medesima
167
1890
aveva la medesima sensazione, la medesima idea, dolorosa, spasimante
168
1890
e non potendo resistervi, la espresse, in parole, aspettando
169
1890
un moto, vertiginosi: ebbe la sensazione che le si
170
1890
di cui io sarei la causa, mi ucciderebbero. ¶ - Dunque
171
1890
ucciderebbero. ¶ - Dunque? ¶ - Tu sei la padrona, comanda. ¶ Innanzi a
172
1890
Innanzi a lei era la crudele, la terribile realtà
173
1890
lei era la crudele, la terribile realtà: non vi
174
1890
Ma troppo era orrenda la verità e non volle
175
1890
le sue parole, con la sua voce. Lo guardò
176
1890
l'ultima parola, e la straziante verità li faceva
177
1890
del salotto e appoggiò la fronte ai vetri, guardando
178
1890
fronte ai vetri, guardando la campagna pompeiana e innanzi
179
1890
e innanzi a sè la viottola che portava alla
180
1890
animo, che pose anche la bocca ardente ai vetri
181
1890
dal suo posto, con la faccia fra le mani
182
1890
lo forzava a levar la testa, che gli parlava
183
1890
dunque vedermi morire... ¶ Giustino la guardava, perduto, senza rispondere
184
1890
stessa... se ti parlavo, la mia voce faceva scintillare
185
1890
i tuoi occhi, come la voce tua mi si
186
1890
so perchè... ma dilla la verità, dillo che non
187
1890
minuto, qui, senza spezzarmi la testa alle muraglie... andiamo
188
1890
per me, Giustino: è la catastrofe... ¶ - Non vi sono
189
1890
aver avuto un amante... ¶ - La tua famiglia sa dove
190
1890
sola ho torto. Ah la buffa avventura! Tentare una
191
1890
mi scacciare così... ¶ - Vattene. La tua parte di vigliacco
192
1890
un uomo onesto, ecco la mia colpa... ¶ - Non ti
193
1890
crisi: dormiveglia che ora la cullava in carezzose visioni
194
1890
il treno mattinale fra la campagna e il mare
195
1890
nel suo paltoncino, con la veletta abbassata sugli occhi
196
1890
un pericolo imminente, che la faceva rincantucciare, più timida
197
1890
impure, corrotte ed incorrotte, la voce profonda che è
198
1890
voce profonda che è la verità istessa: ¶ - Non andare
199
1890
Annunziata, si mise per la bruciata e brunastra campagna
200
1890
vesuviana e che precede la gran rovina di Pompei
201
1890
ebbe l'incubo, e la disperazione le fece torcere
202
1890
fuoco era passato, distruggendo la vegetazione, distruggendo le case
203
1890
E dentro a lei la voce diceva: ¶ - Così è
204
1890
voce diceva: ¶ - Così è la passione: tutto distrugge ed
205
1890
malaugurata, andando a Pompei, la città dell'amore, distratta
206
1890
di malinconia a chi la visita, avesse costui il
207
1890
il cuore arido come la pomice. E fu assai
208
1890
all'albergo Diomede. Nè la comitiva, tedesca, nè i
209
1890
messa a desiderare profondamente la presenza di Giustino, pensando
210
1890
apparire, solo all'udire la sua cara, tenera voce
211
1890
essa il coraggio contro la sua coscienza. Si accorse
212
1890
desiderio: veder Giustino, ecco la sua forza, ecco la
213
1890
la sua forza, ecco la ragione della sua vita
214
1890
fisiche, mentre dentro fremeva la passione. E insieme, il
215
1890
malgrado l'età e la stanchezza, e la giovinetta
216
1890
e la stanchezza, e la giovinetta che si reggeva
217
1890
fibre, si misero per la bellissima, la dolcissima fra
218
1890
misero per la bellissima, la dolcissima fra tutte le
219
1890
rovine dell'antichità, per la città sacra all'amore
220
1890
borbottando le sue spiegazioni, la giovinetta dietro, guardando ogni
221
1890
a sè. Due volte, la guardia disse: ¶ - Adesso, visiteremo
222
1890
guardia disse: ¶ - Adesso, visiteremo la via dei Sepolcri, e
223
1890
via dei Sepolcri, e la villa di Diomede. ¶ - Dopo
224
1890
persona che portava, attraverso la città morta, tutta l
225
1890
e lei camminavano per la via stretta fra i
226
1890
vecchio le disse, per la terza volta: ¶ - Adesso visiteremo
227
1890
terza volta: ¶ - Adesso visiteremo la via dei Sepolcri e
228
1890
via dei Sepolcri e la villa di Diomede. ¶ Ella
229
1890
orologetto in mano, mentre la guardia le spiegava le
230
1890
non potendo più sopportare la voce, la presenza del
231
1890
più sopportare la voce, la presenza del vecchio, non
232
1890
le mani in grembo, la testa china; non la
233
1890
la testa china; non la levò neppure quando passarono
234
1890
abbassate, fra lei e la bigia tomba della libertà
235
1890
a sè Giustino, che la guardava con una infinita
236
1890
dir nulla, gli stese la mano e si levò
237
1890
non aveva vista mai la fanciulla, e una lieve
238
1890
molle e mesta; ma la fanciulla non se ne
239
1890
di amore con tutta la forza sensitiva e sentimentale
240
1890
più ingenuo a tutta la felicità di cui è
241
1890
sebbene da tanti giorni la sua fredda cortesia di
242
1890
era presente, taciturna, con la sua aria distratta, e
243
1890
che pare appena sfiori la terra. Cesare Dias, seduto
244
1890
a me stessa, e la vita mi era insopportabile
245
1890
morire con te, che la mia fortuna sarebbe bastata
246
1890
cenno d'interesse: solo, la stecca gli è restata
247
1890
di ribellarmi, di proclamare la libertà del mio cuore
248
1890
fra poco tempo, proclamata la libertà della mia persona
249
1890
muore; ha negato che la passione sia indimenticabile; ha
250
1890
umiliata! Mi rammento: quando la violenza della mia passione
251
1890
così bene recitato, fingendo la passione. Non mi credeva
252
1890
Non mi credeva, e la collera mi ha due
253
1890
non voglio più trascinare la catena. Sì, quello che
254
1890
grave che mi sgomenta: la fanciulla che fugge di
255
1890
si disonora, e malgrado la santità del matrimonio, dopo
256
1890
che butto via tutta la mia vita, per un
257
1890
tutti gli affetti, dandomi la più cara e insieme
258
1890
più cara e insieme la più disamorata delle sorelle
259
1890
giustizia non hanno accompagnato la mia adolescenza? Per chi
260
1890
un nido. Io sarò la tua sposa, la tua
261
1890
sarò la tua sposa, la tua amante, la tua
262
1890
sposa, la tua amante, la tua serva, quello che
263
1890
quello in cui riceverai la mia lettera, venerdì, lascia
264
1890
mia lettera, venerdì, lascia la tua casa, come se
265
1890
ma starò girando per la città morta guardando le
266
1890
fa piegare il capo? La parola ultima è sempre
267
1890
mestizia: noi ci amiamo, la vita è nostra; infelici
268
1890
senz'amore e senza la speranza dell'amore! L
269
1890
Morelli lesse due volte la lettera di Anna, lentamente
270
1890
In quell'ora mattinale la chiesa di santa Chiara
271
1890
erano sedute qua e , strette nello sciallo di
272
1890
donne, Anna Acquaviva, e la sua damigella di compagnia
273
1890
goccia di sangue sotto la pelle, e ogni tanto
274
1890
orazioni, aperto, senza voltare la pagina bianca: ma Stella
275
1890
A un certo punto, la fanciulla si levò: ¶ - Io
276
1890
pur restando ferma, guardando la vôlta della chiesa. ¶ - Non
277
1890
stava Stella Martini. Costei la seguì con lo sguardo
278
1890
spesso un silenzio era la risposta, mentre un respiro
279
1890
un respiro affannava, dietro la grata; e infine quando
280
1890
ed egli pensò che la povera creatura se ne
281
1890
chiostro di Santa Chiara: la damigella, senza levar gli
282
1890
pregare fervorosamente, aspettando che la confessione finisse. Anna scese
283
1890
aveva abbandonato per sempre la sua casa e la
284
1890
la sua casa e la sua famiglia, portando delle
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nessun sentimento di paura la teneva più: ormai tutto
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possibile che Cesare Dias la raggiungesse in quella sala
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di esser sola, per la prima volta: e le
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quel minuto in cui la segreta voce del destino
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sotto i suoi piedi la terra, sentendo abbassarsi sopra
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chiusi, quasi aspettasse così la morte. ¶ - Non parlate di
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qualunque paese. Tu sei la mia patria. ¶ - Fuggire, una
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assolverei; non gli altri. ¶ - La mia famiglia sei tu
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commesso un grave errore, la nostra vita sarebbe infelicissima
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che io possa avere la mia fortuna. Portami via
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vergogna ti preoccupi? E la mia? Onorata, stimata, amata
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sono qui, avendo abbandonato la mia stanza, durante il
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voi uomini, come conoscete la vostra via, come vi
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l'onore da vigilare, la dignità da conservare, la
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la dignità da conservare, la reputazione delicata da salvaguardare
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1890
via l'onore e la dignità per amarvi, povere
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e di cui ignoriamo la misteriosa forza. Ma, nella
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s'inginocchiò innanzi - era la prima volta che lo
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via. ¶ Ella gli appoggiò la mano sottile sui capelli
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carezza materna; ed egli la udì pronunziare, sottovoce, con
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Dio! ¶ Ambedue intesero che la loro vita era decisa
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allontanato da lei, passandosi la mano sulla fronte che
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fronte che bruciava, poichè la stessa vampa che infiammava
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stabilito di fuggire insieme. La gravità di questa suprema
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del cuore, ora che la gran catastrofe inevitabile già
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bollente anima, ella fu la prima a spezzare quel
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1890
parlerò a Cesare Dias. La verità mi sgorgherà dall
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suoi quarant'anni, malgrado la corruzione del suo spirito
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suo spirito, malgrado tutta la sdegnosa sua ironia, l
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l'amor vero troverà la parola convincente: egli darà
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intendendo quanto fosse lontana la realtà dalle speranze di
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tentativo. Dio mi darà la forza che ebbero gli
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Senza rimpiangere nulla - e la voce gli morì sulle
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concluse essa fervidamente, stendendogli la mano per salutarlo. ¶ Egli
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fu un tacito giuramento; la mano dice queste cose
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profondo. Anche lei, scendendo la scaletta che dalla terrazza
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attraversava; una immensa debolezza la curvava, e trascinava i
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trascinava i passi per la casa buia, attraverso le
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senza aver più nè la nozione del tempo, nè
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affascinata da quella luce; la testa le girava, un
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estraneo, di uno sconosciuto la sua vita? Ah, forse
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suo generoso temperamento, aprì la porta ed entrò, e
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entrò, e guardò Laura. La bellissima fanciulla, dai capelli
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col viso smorto, Laura la guardò con tale un
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contrasse le labbra, che la povera Anna, tremando come
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Laura, Laura, Laura!... ¶ Ma la tacita fanciulla dal nobile
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non giungesse a macchiare la candida stola del suo
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alta serenità glaciale. ¶ II. ¶ La lettera diceva così: "Carissimo
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Cesare Dias. Quale uomo! La sola sua presenza mi
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chiarissimi occhi azzurri, perchè la voce mi muoia sulle
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pauroso, e quando discorre, la sua voce incisiva mi
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quando è venuto per la consueta visita; gli ho
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Lunga distesa, immobile sotto la bianca coltre del letto
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le mani aperte, con la bruna testa inclinata sopra
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quella sera molto prolungata la sua solita lettura notturna
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di una statua e la sua vita era tutta
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rendeva sempre più gelida la stanza: Anna non aveva
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accrescendone il palpito, bruciandole la carne, aumentando a dismisura
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terrore di dover prolungare la sua aspettazione, la immobilizzò
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prolungare la sua aspettazione, la immobilizzò, quasi che mille
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le parevano anni che la bruciasse quel calore inebbriante
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triste pensiero le attraversò la mente, che fosse trascorsa
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lo sguardo. ¶ Niente, laggiù. La prova suprema era fatta
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sè, angosciata. ¶ Passando, sfiorò la stanza dove riposava la
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la stanza dove riposava la loro istitutrice, Stella Martini
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istitutrice, Stella Martini; ma la povera e buona donna
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Il colpo dato contro la porta, e l'orgasmo
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febbre le avevano turbata la mente: quando arrivò alla
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appartamenti. E quando aprì la porticina inferiore che, per
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rumore, schiudendo d'impeto la porticina superiore che dava
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schiaffeggiò le guance e la fronte, nel gran gelo
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tendendo le braccia verso la terrazza accanto, disperatamente, chiamò
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lui, cercando di vederne la faccia, affannandosi. ¶ Anna piangeva
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singulto sordo che parea la soffocasse. ¶ - Non piangere... non
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ripeteva ella monotonamente, con la voce fatta sorda dall
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tacque: pareva non trovasse la parola più alta per
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divampo - e gli stese la mano. ¶ Infatti la piccola
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stese la mano. ¶ Infatti la piccola mano, fra quelle
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di Giustino, bruciava. ¶ - È la passione - disse Anna. ¶ Egli
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Anna. ¶ Egli sollevò delicatamente la mano sottile alle sue
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umane stelle di passione? ¶ - La passione mi consuma - seguitò
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nè il freddo, nè la notte, nè il pericolo
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alla morte, e di anche, sempre con te
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dividono? Non hai descritta la nostra disperazione? ¶ - Era inutile
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difeso l'amor nostro, la nostra felicità? non hai
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che lasci sentenziare così la nostra morte? Oh Signore
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morte - ribattè Anna, per la terza volta, con la
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la terza volta, con la monotona fissità che dà
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nostro amore, che è la nostra forza: ma è
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che perdo tutto! - e la voce gli tremò - e
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a lungo infelice; va, la vita è ancora bella
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ma dopo, dopo, troverai la tua bella via fiorita
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troverò più, che smarrirò la luce del mio intelletto
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inutile - replicò ella, con la voce che le moriva
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so... - e pareva smarrita. ¶ La improvvisa, crescente debolezza dell
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ormai giunto a vincere la vampa dell'amore, che
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mancandole le forze, abbassò la testa sul petto di
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petto di lui, appoggiando la fronte sulle manine congiunte
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dire, pianamente, tenendo sempre la testa bruna appoggiata sul
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per andarsene. Giustino, disperato, la trattenne: ella si abbandonò
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aveva ottenuta da lui la promessa che sarebbe andato
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purchè ella potesse udire la sua parola, sedendo presso
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benediceva il caso, e la giornata, e la dolcezza
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e la giornata, e la dolcezza di quel pomeriggio
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se aveva dovuto udire la stessa voce un po
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adorazione, in cui basta la sola persona amata, per
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di adorazione in cui la persona amata può esser
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ripetendo, quasi a intorbidarle la felicità di quell'ora
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sempre, mormorando fra sè la parola della dedizione: ¶ - Egli
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sì - soggiunse Anna sorridendo. ¶ - La sua assenza mi dispiaceva
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cose che dice... - osservò la damigella di compagnia, nella
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E si allontanò con la sua aria di vergine
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l'interpellò Dias, stringendole la sottile mano bianca. - Voi
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un sorriso: Cesare Dias la guardò con ammirazione. Poi
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quale, invece, conservava tutta la sua superiorità di animo
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sulla sedia, chiacchierando con la solita familiarità, quasi non
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poter mostrare a Dias la propria docilità, fu delusa
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propria docilità, fu delusa. La questione sorta fra loro
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di Dias parve dimenticata; la persona che l'aveva
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non ha neppure rammentato la causa dell'offesa, per
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dolcezza; egli trattava adesso la fanciulla con un ossequio
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anima devota, che vive la sua vita alle ginocchia
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a un biglietto, accettandone la conversazione che gira intorno
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collera, di disprezzo per la propria debolezza, poichè tanti
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via del pericolo. Ma la paura di vedere sparire
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una volta, Cesare Dias, la paura che egli andasse
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giorni del rancore presso la contessa d'Alemagna, o
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donna che egli amasse, la rendeva così vile, che
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occasione propizia, per lanciare la grande parola. Anna quasi
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che, talvolta, mentre fioriva la conversazione intorno a lei
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che non era vero; la gente crollava il capo
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ed ella si sentiva la voglia di gridare, di
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giusto un anno dopo la grave malattia che ella
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e Cesare Dias avvenne la spiegazione. Nel pomeriggio del
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vano di un balcone; la testa le girava. Pensava
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sè questa parola, con la insistenza delle persone che
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che temono di smarrire la ragione. Cesare Dias se
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se ne andò, con la sua solita disinvoltura, mentre
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disinvoltura, mentre ella restò la sera e la notte
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restò la sera e la notte come una sonnambula
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mattinata di primavera, e la teneva un interno tremore
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Dias, andava dicendo, monotonamente: ¶ - La Madonna mi deve aiutare
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e Stella; quando, per la millesima volta, ella ebbe
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allora, senza dover dire la gran parola. Laura e
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più dare indietro, mise la mano in tasca e
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in tasca e cavò la lettera di Luigi Caracciolo
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a Cesare Dias perchè la leggesse. Egli ebbe una
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tacque; e, silenziosamente, restituì la lettera piegata ad Anna
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una docile cera, dove la mano dello scultore potesse
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dello scultore potesse mettere la sua impronta imperiosa? Soltanto
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doloroso flagello del sogghigno: la voce si faceva aspra
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che soggiungeva esser graziosa la debolezza con le persone
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cui si vuol bene, la seccava assai. Come tutte
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contrario, un profondo rancore la faceva diventare tetra, e
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faceva diventare tetra, e la persona che riassumeva in
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contraddizione, colui che con la sua presenza, co' suoi
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darlo a divedere, sorvegliava la coppia: due o tre
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aveva cercato di evitare la più semplice conversazione o
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di sopracciglia aveva indicato la sua noia. Un giorno
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udì che ella sospirava, la notte, anche nel sonno
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suo suggeritore, per prenderne la parola. E dopo tre
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Cesare Dias, e Cesare la trattava così male! E
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minuto di reazione, tutta la sua antipatia nascente per
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tutti quanti ne elogiavano la simpatia, la posizione, e
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ne elogiavano la simpatia, la posizione, e quel senso
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vicende umane, Stella Martini, la zia marchesa Sibilia e
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ma non è questa la mia opinione. ¶ - Voi avete
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Sì - egli ribattè per la terza volta. ¶ - Ebbene, ebbene
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compito mio di raddrizzare la vostra fantasia. Vi avverto
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abbandono, come Anna Acquaviva! La sua collera era mescolata
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poichè era impossibile che la condotta di Anna non
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non perchè non fosse la verità, ma perchè sentiva
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aveva dovuto litigare con la sola persona innanzi alla
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amarezza. Il suo pentimento, la sua mansuetudine si mantennero
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incauta, superba, aveva levato la testa e la parola
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levato la testa e la parola, per offenderlo! Nei
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mentre entrava, di stringergli la mano e di dirgli
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che cosa potesse essere la silenziosa vendetta di lui
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una smania segreta, che la faceva trasalire a ogni
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che aveva riconosciuto solo la nullità di un Luigi
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mai pensato che anche la vita di quell'uomo
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sentì di nuovo che la sua testa si smarriva
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si trattava? Quale era la persona che lo attraeva
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profondamente da fargli dimenticare la sua fanciulla? La contessa
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dimenticare la sua fanciulla? La contessa d'Alemagna, forse
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così, riservatamente, qua e , ma sempre con una
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esser lei, proprio lei, la bruna vivace con degli
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una incantatrice irresistibile! Ahimè, la povera Anna, negli otto
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e di contraddizioni, dove la parola amore non era
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in cui si sfogava la sua passione e il
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a chiedere notizie: e la secca risposta che Dias
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e che stava bene, la fece gelare; fu ella
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contati - ella soggiunse, voltando la testa in là, come
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voltando la testa in , come se volesse guardare
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a trovarvi. ¶ E con la sua solita correttezza, si
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alti cavalli che facevano la trottata, quasi danzando: e
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che il tutore trovasse la loro carrozza: egli tornò
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aveva incontrato il servitore, la carrozza era lì, innanzi
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arrestò per far passare la carrozza. Nell'ombra una
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agitò, salutando debolmente. Mentre la carrozza correva, Anna ebbe
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egli aveva toccato. E la bella voce armoniosa di
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amico Luigi Caracciolo, presso la sua pupilla Anna Acquaviva
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a un marito, infine, la protezione di quell'anima
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lui ogni volta che la morbida fantasia, che il
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che il generoso cuore la facevano dare in un
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cenno di disdegno che la sola pietà temperava, è
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Anna aveva molto cangiata la sua apparenza, il suo
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modo di vivere, tutta la manifestazione del suo pensiero
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era stato, un tempo, la sua idolatria; si scorgeva
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scorgeva che ella studiava la forma e la sostanza
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studiava la forma e la sostanza del proprio discorso
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teorie di Cesare Dias la ferivano mortalmente. Questo, egli
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a se stesso, se la fanciulla non fosse un
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un tesoro di lealtà, la sua vita? Ma non
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Dias conosceva assai bene la natura umana, quella cattiva
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e che dovesse cifrare la sua novella vita dal