parolescritte
interroga:  scripta  ·  bsu  ·  civita

il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Giovanni Crisostomo Trombelli, Le favole di Fedro liberto d'Augusto [traduzione da Fedro], 1735

concordanze di «la»

nautoretestoannoconcordanza
1
1735
un rio medesmo, da la sete spinti, ¶ L’Agnello
2
1735
ne fa ingiusto scempio. ¶ La favoletta per coloro è
3
1735
troppo libera licenza, ¶ Sconvolse la città; sicchè del retto
4
1735
E fer Signor Pisistrato. La grave ¶ Lor servitude i
5
1735
sovran chiedendo, ¶ Che con la forza i rei costumi
6
1735
v’aspetta. ¶ FAVOLA III. ¶ La Cornacchia superba e il
7
1735
Pavon’ si mischia. A la sfacciata ¶ Essi svelgon le
8
1735
accorar ti potrebbe or la ripulsa, ¶ Che schernita ti
9
1735
Il Cane che porta la carne per lo fiume
10
1735
fiume ¶ Passava un Cane. La fallace immago, ¶ Che forman
11
1735
toccar poteo. ¶ FAVOLA V. ¶ La Vacca, la Capra, la
12
1735
FAVOLA V. ¶ La Vacca, la Capra, la Pecora, e
13
1735
La Vacca, la Capra, la Pecora, e il Leone
14
1735
CHi di forza preval, la fe non serba; ¶ E
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1735
Prendo, poichè son re, la prima: l’altra ¶ È
16
1735
perchè son forte: anche la terza, ¶ Se vi avanzo
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1735
alcuno poi contrastarmi osa la quarta, ¶ Fia che sciagura
18
1735
nozze ottenga? ¶ FAVOLA VII. ¶ La Volpe ad una Maschera
19
1735
Imbattè in una Maschera la Volpe: ¶ Oh qual beltà
20
1735
VIII. ¶ Il Lupo e la Gru. ¶ SE da’ malvagi
21
1735
Erasi al Lupo ne la gola fitto ¶ Un osso
22
1735
chi il traesse. ¶ Alfin la Gru dal giuramento indotta
23
1735
IX. ¶ Il Passere, e la Lepre. ¶ È Un folle
24
1735
Lepre ¶ Altamente gemea. Sì la dileggia ¶ Un Passere: dov
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1735
vita è sul confin la Lepre, ¶ Quasi l’altrui
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1735
X. ¶ Il Lupo e la Volpe innanzi alla Scimmia
27
1735
era da un Lupo ¶ La Volpe: essa lo niega
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1735
niega. Eletta è Giudice ¶ La Scimmia, che le parti
29
1735
ne fa scempio. ¶ Da la strage indi stanco, a
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1735
che se ignota ¶ Erami la tua schiatta, e ’l
31
1735
Util più sia che la tenuta in pregio: ¶ E
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1735
Fermossi un Cervo, e la sua immagin vide, ¶ E
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1735
selva il cela; ¶ E la turba de’ Cani in
34
1735
in dispregio. ¶ FAVOLA XIII. ¶ La Volpe e il Corvo
35
1735
una finestra il Corvo. ¶ La volpe il vede: o
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1735
al resto è ugual la voce, fra gli augelli
37
1735
Per farsi udir, lascia la preda, e canta. ¶ L
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1735
luogo ignoto andonne, e si finse ¶ Medico, e
39
1735
ottenne. ¶ Il re de la città, cui da gran
40
1735
finto medico, ¶ Vuol che la beva. Esso al timor
41
1735
il saper suo, ¶ Ma la stoltezza altrui sì chiaro
42
1735
color l’istoria mia, ¶ La cui sciocchezza gl’impostori
43
1735
XVI. ¶ Il Cervo e la Pecora. ¶ IN prestito chiedendo
44
1735
dovrò cercarvi? ¶ FAVOLA XVII. ¶ La Pecora, il Cane e
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1735
un Cane infinse ¶ A la Pecora un pane, e
46
1735
vide il Lupo ne la fossa; e questa ¶ De
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1735
fossa; e questa ¶ De la tua fraude, disse, è
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1735
tua fraude, disse, è la mercede. ¶ FAVOLA XVIII. ¶ La
49
1735
la mercede. ¶ FAVOLA XVIII. ¶ La donna partoriente. ¶ NEssun brama
50
1735
imminente il parto, ¶ Su la terra giacea stesa una
51
1735
si possa. ¶ FAVOLA XIX. ¶ La Cagna Partoriente. ¶ SE cortese
52
1735
brieve tempo chiede, ¶ Finchè la prole maggior forza acquisti
53
1735
impuni irne le offese, ¶ La fronte del Leon coi
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1735
io muojo. ¶ FAVOLA XXII. ¶ La Donnola e l’Uomo
55
1735
Donnola e l’Uomo. ¶ LA Donnola da un Uom
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1735
Uom dianzi presa, ¶ Per la morte sfuggir tai preci
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1735
tai preci porge. ¶ Tengo la casa tua netta da
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1735
E in così dir la cattivella uccide. ¶ * Riconosca diretto
59
1735
non profitti. ¶ FAVOLA XXIV. ¶ La Rana crepata e il
60
1735
vuol, ruina incontra. ¶ * Da la Rana in un prato
61
1735
di tanta mole, ¶ Gonfia la scabra pelle, e chiede
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1735
ancora il Bue ne la grandezza avanzi. ¶ Rispondono, che
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1735
si gonfia, ¶ Che rottasi la pelle, estinta giace. ¶ FAVOLA
64
1735
fosse nascoso. ¶ FAVOLA XXVI. ¶ la Volpe, e la Cicogna
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1735
XXVI. ¶ la Volpe, e la Cicogna. ¶ NOn offendere alcun
66
1735
n’offenda, ¶ A vendicar, la favoletta insegna. ¶ * Dicesi, che
67
1735
favoletta insegna. ¶ * Dicesi, che la Volpe invitò a cena
68
1735
vivanda: ¶ Talchè tutta lambir la può la volpe; ¶ Il
69
1735
tutta lambir la può la volpe; ¶ Il famelico augel
70
1735
a gli avari è la novella, ¶ E ad un
71
1735
in umil fortuna, ¶ A la fama di ricco avido
72
1735
pena ¶ Del sacrilego ardir, la copidigia ¶ Gl’inspirar di
73
1735
t’invaghisti. ¶ FAVOLA XXVIII. ¶ La Volpe e l’Aquila
74
1735
i figli ¶ Rapì a la Volpe, e a i
75
1735
Li diè in cibo: la prega l’altra indarno
76
1735
Poichè l’augel, cui la sublime cima ¶ Rendea sicuro
77
1735
preghi altrui non cura. ¶ La Volpe, che sue preci
78
1735
l’albero circonda; ¶ E la morte de’ figli a
79
1735
L’augel cui de la prole il rischio affanna
80
1735
i Tori pugnar da la palude ¶ Una Rana, e
81
1735
altra, ¶ Se per regger la mandra è la tenzone
82
1735
regger la mandra è la tenzone, ¶ E lontan da
83
1735
predatore avean deluso. ¶ A la frode e’ ricorre; onde
84
1735
apprenda: ¶ Quinci qualunque sia la favoletta, ¶ Se dal proposto
85
1735
prolissa esser non dee la lode. ¶ FAVOLA I. ¶ Il
86
1735
Fiero Leone. Un Cacciator giunto ¶ Ne chiede parte
87
1735
Ricco l’ardir, e la modestia grama! ¶ FAVOLA II
88
1735
modestia grama! ¶ FAVOLA II. ¶ La Vecchia e la Giovane
89
1735
II. ¶ La Vecchia e la Giovane, amanti d’un
90
1735
amate, ¶ Vi spogliano a la fin. Ecco l’esempio
91
1735
Donne amava; ¶ Una con la lindezza gli anni asconde
92
1735
crin’ gli avea ¶ Svelti la Giovinetta, e l’altra
93
1735
morso, ¶ Pane gittò ne la ferita intinto, ¶ Che remedio
94
1735
tale mercè sia de la colpa, ¶ Rimarem tutti de
95
1735
FAVOLA IV. ¶ L’Aquila, la Gatta, e la Scrofa
96
1735
Aquila, la Gatta, e la Scrofa selvaggia. ¶ L’Aquila
97
1735
Depose i porcelletti a la radice: ¶ Nel cavo ch
98
1735
continuo scavar che fa la Scrofa ¶ La quercia atterrar
99
1735
che fa la Scrofa ¶ La quercia atterrar vuol, sicchè
100
1735
astuta corre in ver la Scrofa; ¶ E in gran
101
1735
gran periglio, dice, è la tua prole. ¶ Quando uscirai
102
1735
uscirai con essa a la pastura, ¶ L’Aquila è
103
1735
a farne avida preda. ¶ La Gatta dopo aver anche
104
1735
Indi pian piano a la campagna uscendo, ¶ Giunta la
105
1735
la campagna uscendo, ¶ Giunta la notte, del trovato cibo
106
1735
alti rami ad osservar la Scrofa. ¶ Questa, i figli
107
1735
le sien tolti, ¶ De la tana non esce. Indi
108
1735
cure immersa, ¶ Qua e senza ragion corre affannosa
109
1735
Tiberio a Napoi, ¶ A la sua Villa di Miseno
110
1735
da le spalle ¶ Tratta, la veste tal raggruppa e
111
1735
Precorre, ed ivi pur la polve ammorza. ¶ L’astuzia
112
1735
presenta, ¶ E lieto attende la guanciata amica, ¶ Che libertade
113
1735
apporti. Sorridendo ¶ Così scherzò la maestà del Prence: ¶ Poco
114
1735
FAVOLA VI. ¶ L’Aquila, la Cornacchia, e la Testuggine
115
1735
Aquila, la Cornacchia, e la Testuggine. ¶ NEssun contro a
116
1735
Che tutta ascosa entro la dura scorza ¶ Non lascia
117
1735
augel le faccia offesa. ¶ vola una Cornacchia, e
118
1735
l’abbandona, e infranta ¶ La dura scorza, a tuo
119
1735
parte ne dona a la Cornacchia. ¶ Così colei difesa
120
1735
dal collo, ¶ Erta tien la cervice, ed orgogliosa; ¶ Dimesso
121
1735
Mulo altero, e ne la zuffa ¶ In cui la
122
1735
la zuffa ¶ In cui la ricca soma a lui
123
1735
Mentre il compagno de la sorte duolsi: ¶ A gran
124
1735
Tal ha timor, ne la vicina villa, ¶ Entro a
125
1735
a’ boschi io riedo. ¶ La notte vien, e a
126
1735
vien, e a’ Buoi la fronde arreca ¶ Il bifolco
127
1735
Cervo ascoso. ¶ Ei chiama la famiglia: il prende, e
128
1735
il prende, e uccide. ¶ * La Favola tal senso in
129
1735
onore arreca. ¶ Quantunque ne la gloria e’ mi prevenne
130
1735
cura allontana, onde a la sciolta ¶ Mente de’ versi
131
1735
sciolta ¶ Mente de’ versi la forza pervenga. ¶ Ma il
132
1735
il corpo stanco, ¶ E la mente da mille cure
133
1735
giogo, ¶ U’ diè a la luce l’alma Dea
134
1735
unqua non prese, ¶ Ne la sacra famiglia a stento
135
1735
brievemente qual’origin trasse ¶ La Favola dirò. Per iscoprire
136
1735
inventar seppi, ¶ Da cui la parte scegliere mi piacque
137
1735
giudicio attendo. ¶ FAVOLA I. ¶ La Vecchia all’anfora, o
138
1735
ottimo Falerno vecchi avanzi. ¶ La cui fragranza d’ogni
139
1735
mi conosce. ¶ FAVOLA II. ¶ La Pantera, o i Pastori
140
1735
una Pantera ¶ Sdrucciolò ne la fossa. De’ villani, ¶ Chi
141
1735
le portasse offesa, ¶ Pur la trarrebbe sua sventura a
142
1735
a casa riede. ¶ Ma la Pantera, poi ch’ebbe
143
1735
un lieve salto ¶ Da la fossa spiccando al suo
144
1735
Allor quei che a la fiera dier perdono, ¶ La
145
1735
la fiera dier perdono, ¶ La vita in don le
146
1735
giusto fio. ¶ FAVOLA VI. ¶ La Mosca, e la Mula
147
1735
VI. ¶ La Mosca, e la Mula. ¶ UNa vil Mosca
148
1735
sul timone assisa ¶ A la Mula: Sei pur, dice
149
1735
il dì sia de la soglia ¶ Da i ladri
150
1735
soglia ¶ Da i ladri la magion guardi la notte
151
1735
ladri la magion guardi la notte. ¶ Io son pronto
152
1735
roso il Can da la catena ha il collo
153
1735
dorma, e desto sia la notte: ¶ Sciolto su l
154
1735
porta il pane; ¶ Da la mensa il padron l
155
1735
l’ossa mi porge; ¶ La famiglia gli avanzi; e
156
1735
VIII. ¶ Il Fratello, e la Sorella. ¶ SPesso a mirarti
157
1735
Veggion lo specchio de la madre, e in esso
158
1735
agli Amici. ¶ RAra è la fè, comun d’amico
159
1735
Picciola casa fabbricossi Socrate. ¶ (La cui morte, se ugual
160
1735
avesse ¶ Fabbricato richiede. Oh la potessi ¶ Riempier di veri
161
1735
breve il mostrano. ¶ A la madrigna perchè fe si
162
1735
tutto indaghi, ¶ Anzi che la sentenza s’avventuri. ¶ Ma
163
1735
Tenero amor in ver la moglie, e il figlio
164
1735
figlio, ¶ Cui preparata avea la pura toga, ¶ Portava un
165
1735
esposti. ¶ Più però de la moglie, e sovra ogni
166
1735
in città rimaso occulto ¶ La notte a casa d
167
1735
E va direttamente ove la moglie ¶ Dorme, ch’il
168
1735
ivi pur dorma, ¶ De la già adulta età custode
169
1735
in qua, chi in , ei che non pote
170
1735
il figlio vede, ¶ E la casta consorte ancor nel
171
1735
delitto nel pensier raggira ¶ La giusta pena, e il
172
1735
in se rivolge. ¶ Accusata la moglie, a Roma è
173
1735
il nodo, ¶ Porti a la fe del giuramento aita
174
1735
e il ver ne la sua fonte appreso: ¶ Paghi
175
1735
che n’è autore, ¶ La pena. L’empio e
176
1735
figlio uccise. ¶ Merta pietà la Donna, e non gastigo
177
1735
vecchio ¶ Sollecito ricerco, e la menzogna ¶ Supposta a duro
178
1735
sue voglie inchina. ¶ Odio la porti, o amor; a
179
1735
se gli arrogaro. Fu la lite ¶ Portata al tribunal
180
1735
al tribunal. Giudice siede ¶ La Vespa, che ben sa
181
1735
non discerno. ¶ Perchè dunque la fe giurata io serbi
182
1735
io serbi, ¶ Tal vo’ la prova: altro alvear si
183
1735
cere. ¶ Tal sapor, da la forma, che somigli ¶ Quel
184
1735
palese. ¶ Spiace a’ Fuchi la legge, accetta è a
185
1735
Pronunzia tal sentenza allor la Vespa: ¶ Chi far non
186
1735
omesso avrei, ¶ Se avesser la promessa attesa i Fuchi
187
1735
teso in mezzo a la via posto, ¶ Che cosa
188
1735
che forza acquisti. ¶ * Così la stanca mente abbia ristoro
189
1735
Qui non c’è la tua madre: indi in
190
1735
racconto addita. ¶ FAVOLA XVI. ¶ La Cicala, e la Civetta
191
1735
XVI. ¶ La Cicala, e la Civetta. ¶ SOvente avvien, che
192
1735
sue parole ¶ Dispregiarsi, veggendo la Civetta, ¶ A la frode
193
1735
veggendo la Civetta, ¶ A la frode rivolta sì le
194
1735
Vieni che il beveremo. La Cicala, ¶ Ch’ardea di
195
1735
vola. ¶ Tosto fuor de la tana l’altra escita
196
1735
tana l’altra escita, ¶ La trepida Cicala insiegue, e
197
1735
di vantaggio priva ¶ Vuol la novella mia che non
198
1735
dove ammira ¶ Di quel la voce ognun; ei fuori
199
1735
ognun; ei fuori appena ¶ La manda, che dispregio, e
200
1735
dispregio, e beffe incontra. ¶ La Dea il consola: ed
201
1735
canto, a te beltà, la forza a l’Aquila
202
1735
è il Corvo, e la Cornacchia a manca, ¶ Predicon
203
1735
che pria del consueto ¶ La cena appresti: per alcune
204
1735
fuoco, al quale accenda ¶ La lucerna, e a la
205
1735
La lucerna, e a la fine lo ritrova: ¶ E
206
1735
lo ritrova: ¶ E accorciando la strada, per la piazza
207
1735
accorciando la strada, per la piazza, ¶ Tosto a casa
208
1735
Da un lor diletto la cagion richiesta: ¶ Lusingava costui
209
1735
LIBRO QUARTO. ¶ FAVOLA I. ¶ La Donnola, e i Topi
210
1735
De’ Topi e de la Donnola. Da gli anni
211
1735
morta. Un Topo esca la crede, ¶ E se le
212
1735
farina sei. ¶ FAVOLA II. ¶ La Volpe, e l’Uva
213
1735
Partì, dicendo, io non la curo: è acerba. ¶ *La
214
1735
la curo: è acerba. ¶ *La favola è per tal
215
1735
gli uomini in rete: la seconda ¶ Sol’era a
216
1735
filar lane intenta: ¶ Bruttissima la terza, e bevitrce. ¶ Erede
217
1735
e bevitrce. ¶ Erede fa la madre; ma con patto
218
1735
Cento sesterzj paghino a la madre. ¶ Già ne va
219
1735
piena Atene; in van la donna ¶ Più Giuristi ricerca
220
1735
a sue ragioni ¶ Cede la madre, e come sa
221
1735
come sa, del vecchio ¶ La mente adempie: femminili arredi
222
1735
vin vecchio piene ¶ A la terza destina, con polita
223
1735
Allor repente Esopo ¶ Ne la folla s’intrude, e
224
1735
sì l’arcano scioglie: ¶ La casa, gli ornamenti, gli
225
1735
servitori, eccetera ¶ Dati a la bevitrice: abbia la bella
226
1735
a la bevitrice: abbia la bella ¶ Gli armenti, e
227
1735
e quel ch’ottenne ¶ La bevitrice, d’onde vin
228
1735
campi e lane, ¶ Dissiperà la casa, e gli orti
229
1735
ciò che vendero, avrà la madre ¶ Il denar, che
230
1735
e ben nota è la storia, ¶ Nè v’è
231
1735
v’entraro ed iscampar la morte; ¶ I Duci, che
232
1735
seguan gli altri ne la pugna, ¶ Avean le corna
233
1735
a gran periglio esposti: ¶ La vil plebe ritrova agevol
234
1735
onori, ¶ Soffri, finchè de la tua austera fronte ¶ Le
235
1735
consiglio di Palla Argo la nave, ¶ Ch’a Barbari
236
1735
l’ignoto sen: indi la morte ¶ Ampla vide a
237
1735
piagne del superbo Aeta ¶ La casa, e di Medea
238
1735
e il varco ¶ A la fuga trovò; in quel
239
1735
un giusto freno a la baldanza impose. ¶ Come fia
240
1735
audace lingua. ¶ FAVOLA VII. ¶ La Vipera e la Lima
241
1735
VII. ¶ La Vipera e la Lima. ¶ CHi un più
242
1735
favoluccia si ravvisi. ¶ * Ne la bottega d’un ferrajo
243
1735
per costume? ¶ FAVOLA VIII. ¶ La Volpe e il Becco
244
1735
caduta ¶ In un pozzo la Volpe, a cui l
245
1735
l’acqua, le chiede. ¶ La Volpe a frode intesa
246
1735
Scende il barbuto: allor la Volpicella ¶ S’appoggia a
247
1735
Tu però, scellerato, con la vita, ¶ Allor che giunga
248
1735
il sagro fuoco ¶ A la lucerna, o questa a
249
1735
Quanto d’util racchiuda la novella, ¶ Il potrà solo
250
1735
rei, ¶ Ma spesso tarda la vendetta il fatto ¶ Con
251
1735
Pluto il figlio ¶ De la fortuna, altrove gli occhj
252
1735
una Favola connessa con la seguente: nè meritano essi
253
1735
quinci ¶ Un rio piacer la voluttà ne prova. ¶ FAVOLA
254
1735
allorchè Giove ¶ Fe’ de la barba a le Caprette
255
1735
comuni. ¶ * A non curar la novelluzza insegna ¶ Se alcun
256
1735
allegrezza ¶ Darsi in preda; la vita è or lieta
257
1735
timor li sorprese, che la reggia ¶ Tutta lordar’ di
258
1735
sospetto, ¶ Novelli ambasciatori destinaro. ¶ La fama intanto il lor
259
1735
il gran Padre, e la folgore scuote. ¶ Trema ogni
260
1735
Pari a l’onta la pena; e sarà questa
261
1735
uom le ingiurie. A la prigion son tratti, ¶ Nè
262
1735
giovar renda. ¶ FAVOLA XIX. ¶ La Volpe e il Drago
263
1735
per formar sua tana ¶ La Volpe, e fatte alquante
264
1735
Libitina non acquisti ¶ Tutta la spesa al funeral recidi
265
1735
chi il danajo ¶ De la vita sostegno, al seno
266
1735
vicina, ¶ Cittade antica, e drizzan suoi passi. ¶ Uom
267
1735
a lui destina. ¶ Con la tabella il vitto accattan
268
1735
sospeso un Monte. ¶ A la fin n’uscì un
269
1735
io veggio. ¶ FAVOLA XXIII. ¶ La Formica e la Mosca
270
1735
XXIII. ¶ La Formica e la Mosca. ¶ FRa la Mosca
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e la Mosca. ¶ FRa la Mosca era insorta, e
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Mosca era insorta, e la Formica, ¶ Chi di lor
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acre contesa. ¶ Sì cominciò la Mosca: ed ancor osi
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villana? ¶ Lo seder a la mensa de gli Dei
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commendi altera. ¶ Mi disfidi la state, il verno taci
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l’argomento lieve a la feconda ¶ Vena frenando il
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e un terzo ¶ De la mercede convenuta ottenne. ¶ Richiesta
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ottenne. ¶ Richiesta l’altra, la daran risponde, ¶ Quei ch
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a’ congiunti ascrivo,) ¶ A la cena invitai, te pure
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l’apparato ¶ Il convito, la casa empion di gioja
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fuori appena, ¶ Che cadendo la volta tutti opprime, ¶ Nè
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tutti opprime, ¶ Nè a la porta più alcun giovin
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loro encomj, gli donar’la vita. ¶ FAVOLA XXV. ¶ Il
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come. ¶ Benchè sia ricca la materia in guisa, ¶ Che
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Quel premio, che a la nostra brevitade ¶ Promettesti, io
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Quando tu stesso a la pietade inchini? ¶ Spesso perdono
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Ricca perchè restasse altrui la messe: ¶ Il mio pensier
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è il racconto, è la materia antica. ¶ Se tu
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medesmi, ancorchè angoscia ¶ De la mutata sorte il cuor
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cuor lor punga; ¶ A la man, che gli aggrava
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S’unìo: sciolta è la veste: ondeggia il passo
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impugna; e via gittata ¶ La Penola, che il braccio
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core, ¶ Più valor ne la zuffa avrei dimostro. ¶ Or
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affidar non dessi. ¶ * Ne la favola mia colui ravviso
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III. ¶ Un Calvo, e la Mosca. ¶ UN Calvo, cui
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pur da pena non la sciolsi unquanco. ¶ FAVOLA IV
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ne cibò, vivesse ancora. ¶ * La favoletta tal timor m
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autore: ¶ Di lode a la tenzon vengon gli artieri
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teatro alcun non vide. ¶ La fama tutta la cittade
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vide. ¶ La fama tutta la cittade aduna; ¶ Fassi il
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Fassi il teatro a la gran folla angusto. ¶ Quando
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scena compare. Si procaccia ¶ La stessa novità silenzio: il
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additando de l’error la prova, ¶ Ecco, dice, quai
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le latine lettere rimanga, ¶ La brevità, se non l
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Ciò avvenne, si sovvien) la manca coscia, ¶ Tal ei
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ed offre, perchè almen la scena ¶ Renda col suo
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i Cavalieri: ¶ Che chiegga la corona il volgo stima
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volgo stima; ¶ Ma poichè la sua sciocchezza ognun comprese
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Candida benda in van la coscia avvolge, ¶ In van
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In van bianca ha la veste, e bianco il
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dipinta. ¶ LIeve il corso, la man di ferro armata
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ferro armata, ¶ Chioma a la fronte,e capo, e
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il segua, afferrar puote; ¶ La breve simboleggia, e fuggitiva
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rosi denti ¶ Fugge franca la fiera, e si rinselva
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oltra speranza ¶ Omai veggendo la sua vita un Nibbio
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vita un Nibbio, ¶ Prega la madre, che a camparlo
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fra l’alghe a la rinfusa. ¶ Un Lepre allor
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par vivete. ¶ FAVOLA III. ¶ La Volpe, e Giove. ¶ NOn
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ciel con tai motti la sbandìo. ¶ Vivi qual merti
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offendere i minori insegna ¶ La favola. * Dormendo ne la
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La favola. * Dormendo ne la selva ¶ Un Leon, mentre
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a l’intorno, ne la fossa inciampa. ¶ Tosto che
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il dono, e fattane la scure, ¶ I roveri più
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atterra. ¶ Il Frassino a la Quercia in cotai motti