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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Guido Da Verona, Colei che non si deve amare, 1910

concordanze di «la»

nautoretestoannoconcordanza
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1910
devon accompagnare a teatro la consorte, ahimè, legittima. Consuman
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1910
una grande libertà, sono la vera provvidenza delle donnine
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1910
del cuore. » ¶ Miris fu la prima donna, forse l
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1910
Fu male forse, perchè la Mercedes non meritava questo
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1910
Ma egli sperò che la Mercedes nulla ne sapesse
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1910
il suo debito con la Tunisina. Miris, per urbanità
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1910
per urbanità voleva infilarsi la vestaglia ed accompagnarlo almeno
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1910
egli rispose che conosceva la strada, e se ne
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1910
era tenuto. ¶ Che fare? La Tunisina era donna di
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1910
avevan sonno ancora, spenser la lampadina e beati si
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1910
fatto incominciò a correre la fama dèArrigo nella combriccola
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1910
avesse còlta in flagrante la sua bella Tunisina. E
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1910
di tutti, fu per la prima volta commisto alle
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1910
si compiaceva di frequentare la gioventù e viveva con
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1910
instancabile. Raccontò agli amici la sua disgrazia, con disinvoltura
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1910
quando comprese che tutti la sapevano già. ¶ A quelli
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1910
già. ¶ A quelli cui la medesima sorte può capitare
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1910
che si aprivano con la mollezza d’un grande
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1910
assumere talvolta lèondosità e la dolce forma d’una
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1910
quelle braccia flessibili, tutta la sua persona pareva muoversi
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1910
una musica veramente appassionata. ¶ La sua voce le somigliava
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1910
suo fiore. Calda era la sua voce, soave, tormentosa
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1910
innamorando le platee con la sua passione veemente. Or
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1910
sua passione veemente. Or la tentava la fama antica
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1910
veemente. Or la tentava la fama antica, se pure
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1910
gioca, fa allèamore, sopporta la vita senza soverchia fatica
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1910
di lei; avevano iniziata la gara del giunger primo
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1910
una qualsivoglia irresistibilità. ¶ Ma la Ruskaia era veramente quella
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1910
che riesce a disperare la pazienza de’ più accaniti
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1910
denaro, passione o protezioni; la sua casa fu vigilata
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1910
sua casa fu vigilata, la sua vettura inseguita, il
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1910
se per taluno millantò. ¶ La cosa impensieriva. Ne fu
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1910
naturale onestà; i romantici la credettero innamorata; gli esperti
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1910
d’oro; i maligni la supposero malata. ¶ Non era
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1910
Amava lèarte, il canto, la sua bella voce, i
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1910
e più torbido che la medesima voluttà. Poi era
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1910
esasperazione; avrebbe potuto domandargli la valle del Nilo, ed
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1910
egli le avrebbe data la valle del Nilo. Era
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1910
fatto i bauli, complice la sua cameriera, ed insieme
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1910
ma questo pensiero non la trattenne. Per ora voleva
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1910
e di carezze, con la voce che entrasse fin
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1910
fuggevoli, che accarezzava con la fervida immaginazione, quasi per
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1910
immaginazione, quasi per divertire la capricciosa bambina ch’era
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1910
nascosta in lei. ¶ Arrigo la vide per la prima
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1910
Arrigo la vide per la prima volta sulla scena
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1910
qualche volta in noi. La sua voce gli era
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1910
come una tormentosa carezza; la sua figura, i suoi
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1910
Vèeran giorni che tutta la sua gioventù si stancava
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1910
poiché la vita valeva la pena dèessere vissuta e
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1910
scartafacci, e guardando con la coda dell’occhio il
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1910
a pendolo. ¶ Questo pensava la sera, curvo su l
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1910
archetto del suo violino; la notte, nelle profumate coltri
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1910
profumate coltri di Mercedes la bruna. Il Riotti non
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1910
e, chiusa ciascuna dietro la sua trincera, stavan aspettando
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1910
che il tempo e la naturale smemoratezza degli uomini
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1910
più vergine; era tornata la fanciullona laboriosa e quieta
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1910
rimanersene solo a rimasticar la sua collera! Che mai
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1910
d’una volta, per la finestra e per l
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1910
aveva elaborata nella mente sua prima filippica. Invece
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1910
cosa poiché di consueto la sua collera sbolliva nell
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1910
sul punto di varcar la soglia del vicino e
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1910
parlo aveva egli pure la sua propria fierezza e
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1910
meno di un domestico. La colpa dèArrigo era certo
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1910
gli avevano forse curata la figlia come una figlia
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1910
sfaccendato e scontroso; giungeva la mattina in ritardo, con
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1910
sonno, per aver consumata la notte al giuoco od
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1910
ma devi lasciarmi intera la mia libertà, perchè, di
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1910
evitavano sempre di rivolgersi la parola, ed anche d
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1910
pareva prendersi a gabbo la faccenda del matrimonio, e
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1910
presente anche l’Eugenia, la quale si faceva rossa
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1910
dèArrigo. Costui venne con la sigaretta in bocca, senza
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1910
nemmeno pensato. ¶ S’udì la seggiola che portava il
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1910
di trovare in me la stoffa d’un marito
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1910
detto e vi auguro la buona sera. ¶ Se ne
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1910
Arrigo si diresse verso la solita bisca tempo gli
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1910
contrapponendo alle altrui debolezze la propria inflessibile virtù. ¶ Non
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1910
aveva temporeggiato, apriva sagacemente la sua battaglia senza lasciarsi
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1910
nellèaltre contese della vita, la fortuna conta per molto
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1910
E da qualche tempo la sorte lo compensava di
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1910
al fratello Paolo tutta la sua guardaroba d’elegante
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1910
sarti e calzolai creano la più immediata, forse la
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1910
la più immediata, forse la maggior distinzione fra uomo
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1910
queste camice fine, che la mamma non avrebbe osato
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1910
gli riusciva di menar la vita del gran signore
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1910
tasca! S’era cambiata la pettinatura, il taglio dei
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1910
il modo di fumare la sigaretta, e pareva quasi
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1910
gran vuoto in cassa; la madre e le sorelle
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1910
donne di malaffare. ¶ Con la Mercedes era capitato un
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1910
in tal caso, oltre la gelosia, c’entrava lo
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1910
cantava; una danzatrice Tunisina, la quale, sotto il pretesto
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1910
pochi veli. Fece chiasso; la sala per tutta la
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1910
la sala per tutta la quindicina rigurgitò. E gente
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1910
quasi fosser idoli. ¶ Miris la Tunisina eseguiva una danza
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1910
nelle cariche del Comune, la tolse dalla scena e
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1910
dalla scena e se la fece sua. Sua, beninteso
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1910
chiusa e vi tornan la sera, imbacuccati nella pelliccia
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1910
terribili che fanno venire la pelle d’oca ai
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1910
biglietto da cinquecento, e la cosa si accomoderà, forse
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1910
fra donne. Conduci qua la ragazza e combineremo. ¶ — Qua
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1910
ridurmi a pagar io la lavatrice e rischiar la
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1910
la lavatrice e rischiar la galera per te, senza
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1910
l’anno scorso?... ¶ Arrigo la squadrò di traverso, con
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1910
squadrò di traverso, con la faccia buia. ¶ VII. ¶ Un
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1910
recarsi da mamma Gilda. La Mercedes concedeva la camera
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1910
Gilda. La Mercedes concedeva la camera, ma non voleva
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1910
per sogno di finire la cosa in quel modo
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1910
per quanto sia grande la distanza che le divide
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1910
mise a piangere contro la sua spalla, credendola forse
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1910
un fare untuoso, cauto, la bocca melliflua, le mani
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1910
lassù? Finalmente vide scendere la megera; le andò incontro
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1910
scroscio di lacrime, nascondendo la faccia ¶ contro la sua
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1910
nascondendo la faccia ¶ contro la sua spalla. ¶ — Povera me
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1910
cintura. Non aveva busto, la gonna era mezzo sganciata
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1910
acerbo dolore, nel grembo, la martellasse. Allora baciò sul
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1910
di persuasione. ¶ Giunti presso la casa comune, si divisero
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1910
Egli rincasò pure, attendendo la sera. Una indefinibile paura
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1910
nella corte, pavido come la morte. ¶ Si trovò che
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1910
a fiutare, le aspersero la fronte, le strofinarono le
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1910
letto, si chinò su la svenuta, guardò, guardò meglio
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1910
diede a girare per la camera, in piccoli cerchi
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1910
mobili. Donna Grazia socchiuse la porta e scivolò dentro
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1910
egli avrebbe dovuto denunziar la cosa. ¶ La ragazza ora
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1910
dovuto denunziar la cosa. ¶ La ragazza ora stralunava gli
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1910
finestra del mezzanino dietro la quale passavan ombre. ¶ VIII
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1910
pericolo ma tuttavia malata. La faccenda venne in chiaro
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1910
le due famiglie, poiché la ragazza stessa l’aveva
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1910
vicinato. ¶ Dunque raccontarono che la ragazza avesse un’enterite
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1910
un’enterite, e chi la curava era Donna Grazia
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1910
era Donna Grazia, con la sua figlia maggiore. Cercavano
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1910
della sua famracia e la poltrona della saletta contigua
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1910
Donna Grazia come andasse la malata. Non osava più
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1910
risolino che intravedeva su la bocca di tutte le
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1910
un delinquente del genere! ¶ La risposta era ovvia, ma
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1910
nullo. ¶ — Ma ora che la cosa è fatta — seguitò
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1910
il farmacista gli troncò la parola: ¶ — Siamo intesi, e
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1910
era quasi guarita, persuase la moglie a non bazzicare
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1910
semplificare le cose, — ebbe la sfrontatezza di dire al
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1910
lavoro ti sarai procurata la certezza di poter campare
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1910
il padre, spiegando per la prima volta una certa
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1910
le maniere signorili né la presenza piacevole, non la
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1910
la presenza piacevole, non la fredda e calma volontà
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1910
riuscire nella vita, non la coscienza inesorabile che bandisce
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1910
vincoli che potessero impedirgli la sua libera via. Ma
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1910
tutte le frodi, poiché la vita valeva la pena
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1910
si sentì turbata. Egli la rivedeva com’era la
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1910
la rivedeva com’era la notte innanzi, ritta e
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1910
volta una mano, se la sorprendeva in una stanza
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1910
un angolo buio, Arrigo la baciò; e vi era
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1910
tanta violenza torbida che la fanciulla se ne sentì
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1910
calda, dietro i cespugli, la mollezza della riva del
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1910
sotto il sole, per la strada polverosa, verso il
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1910
un’ora inoltrata, che la luna compisse un mezzo
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1910
un mezzo giro per la camera, che tutti i
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1910
del lunedì. Eran gite, la domenica, scampagnate per i
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1910
e fette di cocomero, la sera. ¶ Si ballava, sotto
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1910
tutta notte, sul poggiolo. La piccola Anna Laura colse
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1910
spese, rimanendo curvo tutta la settimana a metter lenti
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1910
poggiolo scappò via, quando la luna finì... E l
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1910
Eugenia rimase incinta, quando la luna finì. ¶ Si ballava
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1910
il tempo della villeggiatura. La sola che non riuscisse
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1910
non riuscisse a togliersi la vampa di dosso, era
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1910
di qua e di , da un angolo all
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un viluppo di serpi, la mordeva nel ventre, che
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1910
di trafitture, le serrava la gola dandole un’ impressione
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1910
Certo. » ¶ Ma ora non la guardava quasi più, era
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1910
più, era diventato ruvido, la maltrattava, sopra tutto dal
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1910
dal giorno in cui la ragazza, presa dal terrore
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1910
ne andò a trovare la Mercedes. ¶ Quella brava ragazza
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1910
pratica di queste cose. La Mercedes a quell’ora
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1910
per aiutarla era venuta la padrona di casa, o
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1910
pigione, faceva insieme lèusuraia la mezzana e la domestica
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1910
lèusuraia la mezzana e la domestica delle sue clienti
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1910
fosse in lui piuttosto la stoffa del mantenuto che
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1910
egli rispose. ¶ — Perchè?...— fece la Mercedes, malcontenta, e guardandolo
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1910
Ve’, il moscardino! — esclamò la vecchia, che in fondo
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1910
c’entri tu? — fece la Mercedes, mentre Arrigo fissava
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1910
Mercedes, mentre Arrigo fissava la vecchia con uno sdegno
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1910
Molto poco... — notò affabilmente la vecchia. ¶ Ma la Mercedes
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affabilmente la vecchia. ¶ Ma la Mercedes, anche per orgoglio
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1910
lire. ¶ — Per quelle hai la cambiale, che non è
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1910
nella sue discepole riviveva la storia del proprio passato
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1910
autorevolmente, — di nuovo allora? ¶ La Mercedes, in busto e
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1910
Cos’hai fatto? — interrogò la Mercedes, mentre l’altra
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1910
a batter cassa! — interruppe la vecchia con un cipiglio
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1910
tutt’e due. ¶ Ma la vecchia ne aveva tante
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1910
come le cavallette. ¶ — Già!... la figlia d’un amico
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1910
di casa, — egli precisò. La Mercedes cominciò a smaniare
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1910
gelosia. ¶ — Ah, benissimo I La figlia d’un amico
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1910
questo. Cercò di rabbonire la Mercedes, che girava minacciosa
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1910
che girava minacciosa per la camera sbatacchiando il copribusto
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1910
vergine, vergine. ¶ —Peuh!... — grugni la vecchia, incredula. ¶ — Se te
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1910
una vita. ¶ Arrigo raccontò la storia, in fretta e
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1910
ribolliva di ardori contenuti, la sua testa era torbida
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1910
anima e coi sensi la fragranza delle rose, gonfie
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1910
tra il buio e la luce, nascostamente serpeggiava un
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1910
correva come un brivido la fragranza de’ rosai, cadeva
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1910
dell’acqua insidiosa... ¶ Di , oltre l’uscio, intese
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1910
volle guardare; guardò. ¶ Una — la sorella — era davanti allo
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1910
le braccia sollevate dietro la nuca girandosi con una
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1910
girandosi con una mano la treccia e con l
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1910
nello specchio incline. Mai la sua semplice sorella gli
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1910
E l’altra, egli la vedeva di pieno, con
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1910
Non aveva più che la camicia indosso, la camicia
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1910
che la camicia indosso, la camicia da giorno, scollata
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1910
tenue, ma che traverso la luce delineava con mollezza
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1910
alzava, come ghiande sotto la camicia tesa. ¶ Non molto
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1910
molto si lisciarono. Una, la prima, se n’andò
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1910
le mani riverse dietro la schiena slacciò il copribusto
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1910
un po’ irose contro la resistenza degli uncini disfece
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1910
il busto che conteneva la snella ricchezza del suo
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1910
con le palme, sopra la camicia un po’ arricciata
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1910
camicia un po’ arricciata, la pelle solleticosa. Poi si
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1910
passare sopra il capo la camicia da notte, lunga
214
1910
ai piedi, sedette su la sponda, incrociò le gambe
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1910
indugiare. Tuffò nell’acqua la faccia, e quando la
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1910
la faccia, e quando la trasse gocciolante, rise, parlò
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1910
mise a camminare per la stanza, rasciugandosi. La sua
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1910
per la stanza, rasciugandosi. La sua pelle riceveva dallo
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1910
vivo colore. Ora egli la vedeva interamente, in quella
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1910
un po’ grosse. Vedeva la forma rigogliosa della sua
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1910
Fece un giro per la camera, trascinando le pianelle
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1910
calare una cortina, distese la gonna su gli appoggiatoi
223
1910
lieve sbadiglio e con la voce piena di sonno
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1910
vicino all’altro, raccolse la camicia da notte stesa
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1910
da notte stesa su la coltre e voltasi al
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1910
al letto dell’amica la buttò di traverso sul
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1910
giaceva. ¶ — Come diventa liscia la pelle con un po
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1910
un braccio, e poiché la manica troppo larga le
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1910
bottoni che le tenevan ¶ la camicia su la spalla
230
1910
tenevan ¶ la camicia su la spalla, ed appoggiatasi contro
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1910
spalla, ed appoggiatasi contro la sponda del letto perchè
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1910
apparvero, e di scorcio la tondezza del ventre, il
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1910
rannicchiò nel lenzuolo. Tuttavia la curiosità di quel discorso
234
1910
e di quella vista ¶ la pungeva. ¶ — Mi hanno detto
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1910
fece, con un riso, la più timida. ¶ — E perchè
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1910
E perchè? ¶ Ella sporse la mano, toccò quasi con
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1910
le punte, poi ritrasse la mano come scottata. ¶ Allora
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1910
piano piano, dal basso, la camicia da notte, e
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1910
che aveva lasciata cadere, la buttò sopra una seggiola
240
1910
iroso, lascivo, di cui la fanciulla si sentì turbata
241
1910
inutile mettere di mezzo la madre, che si teneva
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1910
sua pelle o vendere la bottega. Appunto quell’anno
243
1910
appena avrebbe raggranellato insieme la metà di quel che
244
1910
povero Stefano curvò ancora la testa, prese il Riotti
245
1910
a parte e fece la domanda. ¶ Costui scoppiò in
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1910
così enorme, che tutta la corte l’udì. Ma
247
1910
interesse non valeva certo la pena di metterli a
248
1910
ed egli avrebbe avuto la delicatezza di non parlarne
249
1910
più di tutto era la prospettiva di poter finalmente
250
1910
occhi, senza peli su la lingua, con quel tomo
251
1910
specie di vassallaggio con la forza del suo denaro
252
1910
andasse a passare con la famiglia i venti giorni
253
1910
risoluto a mantenere almeno la prima delle sue promesse
254
1910
vegliate con affanno su la crudele ambiguità dello carte
255
1910
ambiguità dello carte. ¶ Poi, la sera, sovra un balcone
256
1910
bocca rossa di Mercedes la bruna... ¶ IV. ¶ Donna Grazia
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1910
Stefano, dopo aver chiusa la bottega, fumava una certa
258
1910
del dopo cena. Luisa, la secondogenita, una ragazza sui
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1910
con le dita agili, la faccia intenta e china
260
1910
l’ago, il refe, la macchina da cucire, e
261
1910
cui dilettava per solito la sua digestione lenta. Era
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1910
natura sobria. ¶ Anna Laura, la più piccola, che aveva
263
1910
tempo, era sopra con la mamma, a chiacchierare senza
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1910
le cose che non la riguardavano affatto. Entrò il
265
1910
gambe tozze, e subito la Luisa, interrompendosi dal ricamo
266
1910
scoppia dal caldo, ve la confiderei per qualche giorno
267
1910
per qualche giorno, se la cosa non v’incomoda
268
1910
Annetta può dormire con la mamma, e facendo mettere
269
1910
si girava sette volte la lingua in bocca prima
270
1910
e gli venne fra la barba corta quella cattiva
271
1910
vostre spese; avrei pagata la mia parte, perchè ci
272
1910
andò in campagna con la famiglia del Ferrante, poco
273
1910
di campo, prendevan su la sua gota fresca un
274
1910
castano scuro, pettinati con la riga nel mezzo come
275
1910
denti bianchi e forti, la cintura larga, le mani
276
1910
qualcosa d’incerto fra la bella contadina, la massaia
277
1910
fra la bella contadina, la massaia diligente e l
278
1910
Mercedes, della famosa Mercedes la bruna, nome che le
279
1910
che intorbidava di sogni la sua curiosa verginità. ¶ Ella
280
1910
da questo progetto, nemmeno la certezza di rendere infelice
281
1910
del farmacista; ma con la ragazza parlava di rado
282
1910
era messo a far la corte ad una marchesina
283
1910
di dire, che cioè la saettava d’occhiate amorose
284
1910
d’occhiate amorose ogniqualvolta la vedesse per il cancello
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1910
giardino o l’incontrasse la domenica in ch’osa
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uno zerbino. ¶ Ma fosse la lontananza della Mercedes o
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nella notte d’estate. ¶ La sua camera era contigua
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insieme l’Eugenia e la sua sorella maggiore; un
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in istrano contrasto con la mansuetudine del suo viso
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due belle onde sopra la fronte; il suo vestitino
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d’estasi quando suonava la chitarra o cantava; spesso
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patto che non trascurasse la scuola; gli affari prosperavano
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di violino tre volte la settimana. ¶ Cose che il
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Eugenia, imparasse a far la calza e le polpette
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violino di Rigoletto e la chitarra di Donna Disgrazia
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malumore. ¶ Senonchè ad Arrigo la natura aveva prodigato i
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un superiore istinto guidava la sua ispirazione tumultuosa e
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da lui nasceva con la spontaneità d’una parola
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curvato sul lieve archetto la sua testa bellissima di
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i suoi progenitori antichi. ¶ La madre lo amava, il
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il focolare, con tutta la sua cenere e con
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sua cenere e con la brage viva. ¶ Ma verso
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in casa dell’occhialaio la guerra incominciò; la guerra
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occhialaio la guerra incominciò; la guerra dolorosa, tenace, paziente
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più. ¶ Tutto congiurava con la pace di quest’uomo
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sua vita. Ormai trascurava la scuola, rincasava tardi la
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la scuola, rincasava tardi la notte, poltriva nel letto
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a raggranellarne qua e , con ogni ripiego, tenendo
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tenendo per ultima confidente la sua madre carezzevole, che
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Come poteva egli campar la vita, con quei quattro
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sigarette. E il rimanente? La vita si faceva terribilmente
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in tasca. E se la tasca era vuota?... Ecco
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vuota?... Ecco, si tenta la fortuna. Ve ne sono
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di Giannotto; scarrozzare per la città, andare nelle tribune
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non le regalava mai!... La Lilina, che buona ragazza
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so neanch’io perchè... » ¶ La Lilina, a parte tutto
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a trovare tre volte la settimana, puntuale come un
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era una mantenuta, anzi la mantenuta di un industriale
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aveva col diavolo, quello ? Perchè la vita gli
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diavolo, quello là? Perchè la vita gli riusciva così
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credito e poter ritentare la sorte. Quando tutti gli
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con qualche stento; pagò la prima volta, la seconda
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pagò la prima volta, la seconda, la terza, e
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prima volta, la seconda, la terza, e così via
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di questi piccoli disastri, la faceva da tiranno, consigliando
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Eugenia è femmina; ma la prima che mi fa
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che mi fa, te la chiudo in un convento
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benedetta. Laboriosa, diligente, con la licenza della Scuola Superiore
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Li-lina, anche perchè la Lilina se la portò
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perchè la Lilina se la portò in provincia uno
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corvino, le labbra divampanti, la pelle color di cipria
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cui va tanto bene la mantiglia castigliana, quando, con
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delle nostre portinaie. ¶ Mercedes la bruna era stata l
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buttato via, rasserenano tutta la visione della vita, disperdono
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che so io, quasi la voglia di abbandonarsi ad
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cielo che stellava... ¶ Mercedes la bruna era una donna
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età, il padre e la madre, durante una morìa
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mettono in fiore. ¶ Ma la mala sorte, la mala
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Ma la mala sorte, la mala sorte, gli fece
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cuore tranquillo; e con la risoluzione dei timidi Stefano
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dei timidi Stefano Ferrante la sposò. ¶ Era una siciliana
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gentiluomini di laggiù se la fossero contesa aspramente col
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che non ne valga la pena. ¶ Grazia era dunque
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non era difficile, — Stefano la sposò un giorno ch
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bel corpo da ballerina, la sua capigliatura luccicante, i
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volgono su lo sfiorire, la maldicenza infuria, e stringe
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maldicenza infuria, e stringe la paura della solitudine, son
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occhi pieni di rassegnazione, la voce dolorosa, quel giovine
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della sua vita, chiudendo la sua immensa infelicità in
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economie; sicché, per campar la vita, con la sua
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campar la vita, con la sua Grazia che metteva
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minuto e paziente assecondava la sua natura timida, e
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e coi disagi anche la moglie si emendò; piano
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lavoro e d’economia, la piccola bottega si mise
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giochi empivano d’allegrezza la casa; e quest’uomo
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era di Maggio, e la via da un campo
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n’era venuto su la soglia del negozio ad
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del negozio ad accendere la pipa. E poiché appunto
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pipa. E poiché appunto la sera innanzi, era stato
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qualche frase affabile su la decadenza dell’arte lirica
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filate da far venire la pelle d’oca a
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all’interno davano su la stessa corte, venne a
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il piccolo Arrigo, con la sua cartella sotto braccio
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fece il bimbo, con la sua vocina così ben
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smoderata e puerile vanità, la quale si tradiva in
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gli occhi luminosi o la bocca delicata, ne aveva
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tristi, che per tutta la lor vita dovranno pentirsi
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del suo vicino, non la pensava per l’appunto
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che il professionismo è la cancrena degli stati, l
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in cui s’impaluda la nave del progresso umano
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e d’invenzione. Ma la vita lo aveva distolto
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suo diritto cammino e la natura gli era stata
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Ermengarda. Tuttavia, per brevità, la chiamava Eugenia; nome ch
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per cui s’uccise, la casa il luogo ed
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nel giorno egli andava la sera a discorrere col
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a poco a poco, la casa del vicino divenne
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casa del vicino divenne la sua. Ogni momento egli
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vi entrava, o per la corte o dalla retrobottega
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a squarciagola; c’era la portinaia, sempre in moto
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sempre in moto con la sua scopa e con
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sua scopa e con la sua terribile voce di
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certo punto... Non metterei la mano sul fuoco neanche
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gli aveva pulitamente esposta la teoria di Malthus. ¶ III
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il naso leggermente aquilino, la bocca tagliata con una
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parvero eccessive. Allora egli la fece da millantatore, s
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donne, due supreme virtù: la pazienza e il denaro
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contentarsi d’una capanna, la parola d’un banchiere
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un po’ ridicolo, con la sua grande aria da
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sue guardarobe favolose!... Infine la Ruskaia rifletteva su ciò
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Arrigo notò che per la prima volta il Ciunella
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Arrigo aveva già compreso: la visita mattiniera, il tono
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si mise a contemplare la fisionomia del suo recente
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Ho presa una batosta la notte scorsa. Quel diavolo
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se accetterei di firmare la tua scheda insieme con
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questo momento che ho la carica di segretario temporaneo
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accettato. Firmerò oggi stesso la domanda e mi metterò
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A proposito come sta la Ruskaia? ¶ La Ruskaia stava
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come sta la Ruskaia? ¶ La Ruskaia stava benissimo, e
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avrebbe vinti, o con la persuasione o con l
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bel bucato di tutta la sua roba sporca, e
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limpido avvenire disse per la prima volta a sé
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che in verità costituisce la sola ragion d’essere
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Se il volto e la gola sfiorivan un poco
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più amaro, e, quando la prima volta s’incontrarono
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si preparava a difendere la sua maturità contro le
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è più triste per la donna che lo svestirsi
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conveniva insieme, accomunata sotto la tutela del gentilissimo blasone
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ormai lasciato perire, poiché la sua prodiga moglie s
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tolta di dosso tutta la reminiscenza plebea che portava
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a conoscersi, tanta era la padronanza ch’egli aveva
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sopra sé stesso e la fede ambiziosa nella meta
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può non morire traverso la discendenza ed i casi
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dormiva in lui. Dietro la maschera impassibile del suo
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volto s’indovinava talora la febbre dell’anima irrequieta
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amante vera, e narrargli la piccola storia; qualche volta
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chi si torceva sotto la fatica di quella fredda
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sentiva in sé quasi la remota paura, la buia
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quasi la remota paura, la buia coscienza d’un
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il vento, l’ondata, la fiamma, il gorgo, la
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la fiamma, il gorgo, la vertigine, mille sensazioni confuse
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con impeto a combattere la sua battaglia illecita, mettendo
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quel filo tenue che la fortuna tende agli spiriti
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delle altre, Arrigo e la Ruskaia si erano abbandonati
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1910
in città, troppo egli la trascurava e troppe ore
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qualche pagamento vicino, e la Ruskaia fini con dirsi
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non ebbe che raccoglierne la prova. Si mise al
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altre contingenze, riuscì con la sua presenza di spirito
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gente calma, che comprenda la necessaria parabola delle cose
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tempo, con perfetta sincerità, la commedia dell’amore. ¶ Allora
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invitato con grande favore. La rottura fu spiegata in
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fu pure chi compianse la Ruskaia, credendola sempre innamorata
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palchetto di Clara Michelis, la ricca vedova sentimentale ch
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osservò fra sè stessa la Ruskaia ancor prima di
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Aveva inoltre in tutta la sua grossa persona qualcosa
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meglio di lontano, con la sua barba crespa dietro
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le mattine, alla finestra, la intravvedo... ¶ — Già, già... ¶ Era
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sentono l’uomo e la maschilità dell’uomo in
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E gli sorrise, come la prima volta, nel giardino
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rimaneva padrone di sé. La proposta venne ripetuta, e
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dalle insistenze di Arrigo, la Ruskaia finì con accettare
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Dio buono!... questo impegno la impensieriva... Da varii mesi
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inverno messo a rumore la città col suo canto
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suo canto e con la sua passione. Piacque; la
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la sua passione. Piacque; la trovaron simpatica, spiritosa, fina
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strane lussurie di chi la crede capace nella sua
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di bella donna errante. La fecero cantare, l’applaudirono
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fecero cantare, l’applaudirono, la lusingarono, le fecero crocchio
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gambe flosce, che preannunzia la spinite lontana; molto insomma
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che aggiudica loro talvolta la faina d’ irresistibili. Ma
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d’ irresistibili. Ma con la svelta persona, col bel
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bel collo muscolato, con la maschera del volto precisa
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oziosi tornei d’amore. La sua battaglia era di
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questa era per intanto la sua fatica. Ed a
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gli doveva servire; anche la bella voce della Ruskaia
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del Borgo, che patrocinava la festa. ¶ Questa donna Claudia
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era data a chi la voleva, a chi le
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Aveva un tempo scandolezzata la città tenendosi per staffiero
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entrati in società per la sua camera da letto
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procacciava una moglie tra la schiera delle nobili signorine
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che non guardiamo noi la più desiderata fra le
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donna dissoluta, e con la sua borghese abitudine del
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il suo legame con la Ruskaia, ne usava con
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non urtare alcuna suscettibilità. ¶ La bella Tatiana era gelosa
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in lei, questi fatti la dissiparono. Ella prese in
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ombra di ragione, poiché la donna innamorata smarrisce del
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consueto provocante con Arrigo, la Ruskaia fu sul punto
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del Comitato, le prove, la recita di beneficenza. ¶ Quel
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avesse tardato ancora, corto la commedia non sarebbe stata
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di puntiglio nel provocare la gelosia della cantatrice, sicché
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in villa; ma forse la vostra piccola amica non
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in città una volta la settimana, il giovedì, col
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fosse talvolta mestieri difendere la propria onestà. ¶ Ma quando
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propria onestà. ¶ Ma quando la Ruskaia ebbe cantato, nel
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nel giorno della recita, la scena fu coperta di
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del suo giardino. E la pagaron d’applausi per
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fiore per fiore su la bianca ondata, e si
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amanti ritornarono in città. La Ruskaia fu scritturata per
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Ruskaia fu scritturata per la nuova stagione; Arrigo riprese
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Ormai gli pareva che la sua casa fosse troppo
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Ma non più con la serena incoscienza delle prime
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bassa speculazione mercantile tenevan la dittatura della città, procacciando
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non portava più su la fronte il suggello ed
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nella fiera umana per la sua destrezza di giocoliere
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destrezza di giocoliere, per la sua facondia di ciarlatano
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ozio e della bagnatura. La città spopolata rimase in
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di prendere un treno. La vita si fece più
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in buona fede che la città non fosse mai
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a lungo si vegliò la notte, si fecero lunghe
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beate villeggiature. ¶ Arrigo e la Ruskaia non indugiarono a
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po’ despotico, e talvolta la indispettiva; poi non era
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geloso affatto, e ciò la umiliava. Qualche nube era
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libri, non trovavan simpatica la medesima gente. Arrigo passava
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e chiuso, che urtava la gelosia dell’amante; non
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fiorite spalliere di rosai. ¶ La sponda spesseggiava di ville
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tutto il giorno per la lunga strada rasente il
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all’altro cancello, poiché la signoria villeggiante si onorava
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che il passar con la sua barca sotto un
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due che stanno dentro la casa tacente, che han
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di que’ due con la più verde bile; qualche
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nella settimana, quando fu la sera del sabato, prima