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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Teofilo Folengo, Orlandino, 1526

concordanze di «la»

nautoretestoannoconcordanza
1
1526
merso, ¶ chi tronco de la testa e chi a
2
1526
gioco, ¶ rompendo qua e piú d'un cervello
3
1526
nulla o poco fa la sua presenzia, ¶ ove non
4
1526
mentir aspra vendetta: ¶ perché la lingua e denti ne
5
1526
lingua e denti ne la canna ¶ gli caccia d
6
1526
fa due parti de la testa, ¶ a 'n altro
7
1526
capo, e molti a la cintura ¶ tronca, se pasta
8
1526
le sale, ¶ fin su la piazza i traditor cacciando
9
1526
alor gli fa bandir la testa, ¶ s'andar giú
10
1526
già Febo scampa con la luce. ¶ Or que' tapini
11
1526
propria mano. ¶ 37. ¶ E 'n la medesma notte sí lo
12
1526
affise ¶ nel mezzo de la piazza con la testa
13
1526
de la piazza con la testa, ¶ e un breve
14
1526
Tempesta, ¶ lo qual con la sbiraglia in men d
15
1526
pur forza con amor suso il punge. ¶ Salito
16
1526
leva; ¶ quindi partito, da la notte ascoso ¶ va queto
17
1526
giunse ove Berta piangeva, ¶ la qual in ciambra già
18
1526
di letto, ¶ corre a la porta aprendola di botto
19
1526
riccolta, ¶ poscia, gagliardo, toltasi la donna ¶ sul collo, via
20
1526
donna ¶ sul collo, via la porta con gran fretta
21
1526
or ne venne per la finestrella, ¶ e, quivi giunto
22
1526
parlando, tuttavia le cinge ¶ la gonna intorno, seco anti
23
1526
il capo e sí la finge ¶ che 'n altra
24
1526
spalle Carlo senta ¶ chi la persegua, e spesso a
25
1526
né anco gelo, ¶ ma la staggion quando le viti
26
1526
giunge al muro ¶ de la cittade, molto grosso e
27
1526
quell'affanno, ¶ che su la trasse e poi con
28
1526
muro fora in su la sabbia; ¶ di bosco ucelli
29
1526
piú di gabbia. ¶ 53. ¶ Tutta la notte vanno senza posa
30
1526
ma in collo si la reca, e su per
31
1526
niente l'ascolta, e la via corta prese. ¶ 55. ¶ Prese
32
1526
via corta prese. ¶ 55. ¶ Prese la via piú corta verso
33
1526
cosí correndo anco ressume ¶ la cura d'insegnarli come
34
1526
esser de voi soldati la piú parte, ¶ se vi
35
1526
di bagno, ¶ afferra ne la coda la cavalla, ¶ et
36
1526
afferra ne la coda la cavalla, ¶ et ambi drento
37
1526
resta nel fango, e la giumenta uscisce. ¶ - Ecco, - disse
38
1526
E detto ciò, riprese la giumenta, ¶ non per la
39
1526
la giumenta, ¶ non per la coda piú, ma nel
40
1526
assai sinestro, ¶ salir su la cavalla non fu lenta
41
1526
Tutto quel giorno e la notte seguente ¶ non mai
42
1526
vanno di trotto con la mente ¶ chimerizando, in fin
43
1526
si move. ¶ 65. ¶ Lungo a la spiaggia volgon il sentero
44
1526
intestine immonde; ¶ Milon a la cavalla trae la sella
45
1526
a la cavalla trae la sella, ¶ sedevi suso e
46
1526
sedevi suso e tiene la patella. ¶ 68. ¶ Stride su 'l
47
1526
fumo, il foco e la moglie malvasa. - ¶ 70. ¶ Berta risponde
48
1526
fusse, parvegli fatica ¶ lasciar la causa drieto del suo
49
1526
l'animo di Berta, ¶ la qual dicea ch'avrebbe
50
1526
virginitade a quello che la merta; ¶ e se colui
51
1526
Milone, ¶ che ratto di sotto, bello, ardito ¶ non
52
1526
e tanto in me la tua sembianza valse ¶ ch
53
1526
come gli giova, e la Fortuna: ¶ sue stelle, influssi
54
1526
non potrebbe piú addolcirme ¶ la morte in altro tempo
55
1526
accenti per rispondere ¶ de la sua diva già movea
56
1526
sua diva già movea la bocca, ¶ quando a la
57
1526
la bocca, ¶ quando a la porta venne a lor
58
1526
in fida rocca, ¶ apre la porta; et è chi
59
1526
dianzi, e col doppiero ¶ la semplicetta fin ove si
60
1526
ne ride, ché 'n la stanza ¶ di Berta era
61
1526
Berta ne portò piena la panza. ¶ 66. ¶ O Ciel benigno
62
1526
il corpo et aprine la via ¶ ove quell'alma
63
1526
e fiasco, ¶ non fusse la fortezza di Durazzo, ¶ forse
64
1526
cerco fama, e men la fame ¶ quella mi fugge
65
1526
mi levo amaramente con la coda ¶ smaltita in quatro
66
1526
stato a cotal vita. - ¶ 73. ¶ La causa dir non voglio
67
1526
scriptum est de rana, ¶ la qual non viver sa
68
1526
vecchie, ¶ no 'l boccalone, la schiavina, il sacco; ¶ ch
69
1526
Narrazione ¶ 3. ¶ Tornata era a la stanza già Frosina, ¶ ove
70
1526
ove Milon avea rotta la porta ¶ di sua madonna
71
1526
pro' gli faccia! - ¶ 4. ¶ Fugge la breve notte col solaccio
72
1526
che 'l vien giorno. ¶ La provida Frosina c'ha
73
1526
ha sopra di sé la grave mole ¶ di coppie
74
1526
lascia ogni diletto, ¶ prende la spada et anco un
75
1526
Pandora, de le fate la piú bella, ¶ donde nascon
76
1526
già Diambra ¶ ch'empir la sua lassivia non potendo
77
1526
di sua madonna ne la ciambra ¶ di notte, ove
78
1526
lugúbre. ¶ 13. ¶ D'udirsi piú la facultà vien tolta ¶ (proverbio
79
1526
cura, vogliasi disporre ¶ fornir la impresa contra il Saracino
80
1526
duca Amone ¶ sentesi di la spalla molto male, ¶ Ginamo
81
1526
condusse al re Carlone la dongiella, ¶ dicendo che cagion
82
1526
piú perverso, ¶ guardasi ben la pelle, e tuttavia ¶ va
83
1526
a Milone tien sempre la spia, ¶ sí per intender
84
1526
cavarsi di periglio. ¶ 21. ¶ Ecco la gara in piede, ecco
85
1526
con Cupidine. ¶ Taccò a la coda subit'un sonaglio
86
1526
giostrando, ¶ chi vince abbia la donna al suo commando
87
1526
vien sbalzando, ¶ e fra la folta turba anti si
88
1526
inqueto, ¶ risponde alteramente: - A la bon'ora! ¶ Non siamo
89
1526
onte. - ¶ 25. ¶ Macario c'ha la lingua for di denti
90
1526
di denti, ¶ tenendo su la spada la man destra
91
1526
tenendo su la spada la man destra, ¶ rispose: - Per
92
1526
man destra, ¶ rispose: - Per la gola tu ne menti
93
1526
anzi un roverso con la man sinestra ¶ menò sí
94
1526
tradir sempre et ingrassar la terra ¶ di sangue et
95
1526
mastini, bracchi, alani ¶ con la virtú sí altera e
96
1526
non erra ¶ over spartir la testa in fin al
97
1526
non si vede aver la gonna; ¶ e tanto il
98
1526
il folle suo pensier la punge ¶ ch'al fin
99
1526
vede il suo disegno, ¶ la cosa in altro tempo
100
1526
tutti scacciati sono a la mal ora, ¶ ché 'n
101
1526
Sedea Milon rimpetto a la sua Berta: ¶ pensa qual
102
1526
pensier dolce piú de la dolcezza!), ¶ qual fermo stato
103
1526
suo magior flagello. ¶ 20. ¶ Era la fame già smarita e
104
1526
chiaramente squadri ¶ esser stata la mente sua lunatica. ¶ Ver
105
1526
fur grati piú ne la scola socratica ¶ di tante
106
1526
feno et ha sotto la storta. ¶ 23. ¶ Chi danna il
107
1526
Poscia ch'ebber sonato la Stanghetta, ¶ la Mora, il
108
1526
ebber sonato la Stanghetta, ¶ la Mora, il De tous
109
1526
tempo vecchio, ¶ Carlo depose la regal bachetta, ¶ acciò ch
110
1526
ciò parlando viene a la regina, ¶ che gravamente alzò
111
1526
imperator ch'a man la piglia. ¶ Li altri, che
112
1526
che stann'intenti a la rapina, ¶ seguendo lui, ciascuno
113
1526
Berta prese a man la camarera, ¶ dico Frosina, e
114
1526
si deve: ¶ qui de la donna il cuore l
115
1526
cuore l'uomo intende, ¶ la qual è di natura
116
1526
e cortese. ¶ 32. ¶ Speranza è la nutrice de' pensieri, ¶ tanto
117
1526
cotal foco hann' a la coda ¶ che 'l fiato
118
1526
escie for, non che la broda. ¶ 33. ¶ O misere dongielle
119
1526
ladri, ¶ ch'ov'è la causa seguevi l'effetto
120
1526
che ruffiana ¶ si fa la madre e la figlia
121
1526
fa la madre e la figlia putana. ¶ 34. ¶ Frosina avea
122
1526
amor di Berta, onde la segue. ¶ Un trepidante affetto
123
1526
Al fin, giunti a la camera di Berta, ¶ Frosina
124
1526
lo crudel arciere che la stimula; ¶ e ch'a
125
1526
gran fatica in volto la dissimula; ¶ insognasi di notte
126
1526
il loro parlamento ¶ che la sua danza termina re
127
1526
Carlo, ¶ e vòl che la seguente abbia Milone, ¶ e
128
1526
gito fusse a goder la rapina; ¶ onde correndo va
129
1526
pennello ¶ dov'erano a la ciambra, e qui s
130
1526
non le code. ¶ 42. ¶ Urta la porta ben due fiate
131
1526
disse alor: - Chi batte ? ¶ - Io son Rugiero; è
132
1526
terra possio ritrovarlo; ¶ a la regal famiglia sin al
133
1526
letto giace, ¶ ché per la giostra d'oggi è
134
1526
l'oziose piume. ¶ Dunque la festa seguesi d'accordo
135
1526
festa seguesi d'accordo, ¶ la qual non finirà che
136
1526
che non save ¶ come la sorte di Milon succede
137
1526
ciambra e seco tien la chiave, ¶ poi su la
138
1526
la chiave, ¶ poi su la danza occultamente riede. ¶ Berta
139
1526
viso vi scolora. - ¶ Disse la dama: - Questa è cosa
140
1526
gli altri inchino, ¶ verso la stanza prendon lor camino
141
1526
volere ¶ basciar alcun Francese la sua moglie: ¶ - Che fai
142
1526
l'accese voglie, ¶ anzi la vita istessa; perché mecco
143
1526
il figlio ¶ conduce ben la tramma e non si
144
1526
pur l'arte e la malizia non gli è
145
1526
o pur di Namo la figliuola bella? ¶ Né creder
146
1526
di Carlo amando Berta la sorella. ¶ Tant'alto chi
147
1526
Fili, Piramo e Didone ¶ la vita stessa, non che
148
1526
vita stessa, non che la ragione. ¶ 50. ¶ Rampallo a cotal
149
1526
lei tanto ¶ che non la veda; e cosí a
150
1526
improviso al lungo di la strada ¶ correndo viene il
151
1526
armato in piazza con la lanza ¶ per rifrancar l
152
1526
e calca in petto la mordace cura. ¶ - Va', - disse
153
1526
mortale. ¶ 54. ¶ Non ti scordar la fama tua, barone, ¶ non
154
1526
diffetto. ¶ Ritorna virilmente a la ragione ¶ né voler darti
155
1526
di fascie e de la culla. ¶ 56. ¶ Tu pur hai
156
1526
O misero chi segue la lor traccia! ¶ ch'en
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1526
un altro ambasciatore. ¶ Narra la doglia et ira de
158
1526
vi risponde, ¶ corre a la stalla e tutto si
159
1526
crede. ¶ 60. ¶ Tessuto avea con la sua man arguta ¶ una
160
1526
l'incendosa ruta ¶ e la morte di Socrate sí
161
1526
al naso è grave la cicuta, ¶ con rose il
162
1526
diede ¶ con umile saluto la girlanda, ¶ dicendo la persona
163
1526
saluto la girlanda, ¶ dicendo la persona che la manda
164
1526
dicendo la persona che la manda. ¶ 62. ¶ Non avampò mai
165
1526
cosí ratto, ¶ quando riceve la bombarda il foco, ¶ come
166
1526
l fanciullo e segue la sua via. ¶ Ben col
167
1526
e Pisanelle, ¶ di Galafron la figlia e tutto 'l
168
1526
un balcone. ¶ 68. ¶ Chiamasi accanto la sua camarera, ¶ la quale
169
1526
accanto la sua camarera, ¶ la quale, de le donne
170
1526
l'uso, ¶ c'hanno la lingua in dir via
171
1526
a l'ago, a la conocchia, al fuso, ¶ de
172
1526
le sue forze, a la sua pulcritudine ¶ ben mostra
173
1526
al gran Milone che la prole ¶ spagnarda e maganzesca
174
1526
senza 'l becco. ¶ 72. ¶ Gitta la lanza, e con un
175
1526
che un matto. ¶ Quando la turba lunge ebbel veduto
176
1526
Tacque ciascuno e tien la bocca aperta ¶ al smisurato
177
1526
tori. ¶ Di Balugante fu la botta incerta, ¶ perché la
178
1526
la botta incerta, ¶ perché la lanza affise troppo fori
179
1526
si prova del baston la rabbia, ¶ e molti l
180
1526
di Falsiron impose a la memoria; ¶ stendesi al piano
181
1526
il cavallo e sfiaccagli la testa, ¶ et egli, nel
182
1526
mani: ¶ or qui comincia la piú bella danza ¶ che
183
1526
ai feraresi piani, ¶ quando, la biscia entrata ne la
184
1526
la biscia entrata ne la stanza ¶ di mille millia
185
1526
pur convien tornarmi su la strada ¶ e farvi udir
186
1526
lato, ¶ di qua di cercando alcun macchione; ¶ et
187
1526
né cornetto ¶ tacquer a la vittoria del barone; ¶ grida
188
1526
sella il cavalliero, ¶ vista la nobil schiera ch'a
189
1526
alta gloria ottiene. ¶ Cosí la santa umilità di Piero
190
1526
e il Ciel dopo la croce; onde mi vanto
191
1526
scorren di qua di col piè liggero, ¶ portando
192
1526
argens e d'oro la credenza, ¶ e ciò ch
193
1526
intorno; ¶ la vecchia di la turba salta fore, ¶ e
194
1526
di croste e voda la scarsella! - ¶ 70. ¶ Poi spicca un
195
1526
mano? ¶ TERZO CAPITOLO ¶ 1. ¶ Bramo la coda aver del rubicondo
196
1526
canto dissi a caso; ¶ la piaccarei di santa Citta
197
1526
Perché, come potrassi dir la causa ¶ di qualche puzzo
198
1526
tu saper qual sia la cosa che ¶ cercando non
199
1526
caduto e qua e ¶ or cerchi co la
200
1526
là ¶ or cerchi co la mano et or col
201
1526
col pè, ¶ fin che la mano in qualche stronzo
202
1526
qualche stronzo va; ¶ tosto la odori e trovi quel
203
1526
dunque al testo, ché la torta ¶ mi sente piú
204
1526
ma voglio qui pigliar la via piú corta ¶ per
205
1526
troppo tardo. ¶ Quivi Turpin la storia sua trasporta ¶ in
206
1526
prove che fece e la soprana ¶ vertú ch'al
207
1526
che non descendesse ne la tana ¶ d'un mago
208
1526
quell'incantato anello, cui la figlia ¶ di Galafrone molto
209
1526
a cui scoperto avea la fiamma ardente, ¶ manda pel
210
1526
si faccia. ¶ 11. ¶ Questa fu la cagion: che due figliuole
211
1526
meritarle dice. ¶ Danese ebbe la prima; l'altra vòle
212
1526
che sol data sia la colpa al brando, ¶ pur
213
1526
suo commando. ¶ 14. ¶ Scingesi ognun la spada con gran fretta
214
1526
l'aste rotte a la mia stella. ¶ Digressione ¶ 16. ¶ La
215
1526
la mia stella. ¶ Digressione ¶ 16. ¶ La stella di Saturno o
216
1526
né avrò mai queta ¶ la mente, in fantasie matin
217
1526
ciò fa Dante ne la sua Comedia. ¶ 17. ¶ Quel Dante
218
1526
Omero mantovano", ¶ per cui la patria mia tanto s
219
1526
de l'opre val la fede, ¶ a Beatrice tanto
220
1526
porte ¶ di saper sceglier la virtú dal vicio; ¶ o
221
1526
dannosi co' fusti su la testa; ¶ rideno, ciò vedendo
222
1526
quelli che si dan la pesta; ¶ fra tanto ancora
223
1526
già si vien a la piacevol guerra; ¶ quivi a
224
1526
rinchiuso; ¶ in mezzo de la faccia l'ha percosso
225
1526
quasi fiacchi, ¶ entroron ne la torma fulminando, ¶ e fanno
226
1526
fa ch'uscisca de la sbarra; ¶ sei paladini già
227
1526
paladini già son a la prova ¶ e con le
228
1526
suo cavallo tratta fu la briglia; ¶ Ivvone fatto è
229
1526
il popolo di ridere; ¶ vedi Bovo e piedi
230
1526
tende a battere, ¶ ma la gran calca puotelo conquidere
231
1526
vole attrigarlo et or la man al creno ¶ or
232
1526
ma ritorno ¶ non fa la bestia, ch'ad un
233
1526
scorno ¶ prese un boccon la rozza di quel strame
234
1526
a stercorando ¶ fa che la risa intrica le trombette
235
1526
tosto si promette; ¶ pone la destra per cavar il
236
1526
capo chino e rossa la massella, ¶ gridando il volgo
237
1526
Amon soletto fassi dar la piaccia ¶ e cangia in
238
1526
piedi testa, ¶ s'era la lanza di Rainer men
239
1526
di Milone. ¶ Corre a la ciambra come correr sòle
240
1526
odi tu, Milone? per la fé ¶ che da fanciulli
241
1526
non sta, ma con la testa avanza ¶ for de
242
1526
bene, ¶ agiatamente sede su la paglia ¶ quel baron forte
243
1526
e dar ad altri la castiga; ¶ già Namo di
244
1526
menar non si sparagna, ¶ la spata no, ma il
245
1526
mulo e questo su la vacca; ¶ gettan lor aste
246
1526
indi passa tosto prese ¶ la coda al mulo, e
247
1526
cul si sente andar la coda. ¶ 32. ¶ Volge la briglia
248
1526
andar la coda. ¶ 32. ¶ Volge la briglia per girar l
249
1526
sicuro ¶ di non perder la coda, e pioggia e
250
1526
anzi sterco parea. ¶ 33. ¶ Lascia la coda il bon Morando
251
1526
a Bovo tolto avea la scopa e 'l cesto
252
1526
al suo stallon diede la morte; ¶ ma non vede
253
1526
vede Rainer che per la coda ¶ tien anco la
254
1526
la coda ¶ tien anco la sua vacca e via
255
1526
sua vacca e via la snoda. ¶ 34. ¶ Spiccolla via di
256
1526
un sol crollo ¶ con la facilità ch'ad un
257
1526
giú cadde ad orza. ¶ 35. ¶ La coda c'have in
258
1526
Bovo al lungo de la lizza ¶ corre, c'ha
259
1526
ha tolto a Salomon la conca; ¶ quello il persegue
260
1526
slunga il passo or la via tronca ¶ ch'al
261
1526
crollasi tutto et ha la barba e ciglia, ¶ la
262
1526
la barba e ciglia, ¶ la bocca, il naso pien
263
1526
calzi e qua e disserra; ¶ ché Bovo ancor
264
1526
cinque gambe. ¶ 40. ¶ Alor con la sua voce assai sonora
265
1526
ch'avea cura ¶ accommodar la voce a l'istrumento
266
1526
non sta falso argento; ¶ la chiave di be lungo
267
1526
ritrasse drento, ¶ sí come la limaca far si sòle
268
1526
encontra a chi beccar la vòle. ¶ 42. ¶ La risa non
269
1526
chi beccar la vòle. ¶ 42. ¶ La risa non vi narro
270
1526
che di luntano star la vide ¶ cosí sospesa, gran
271
1526
rompea, l'ardor de la saetta ¶ l'arrebbe incesa
272
1526
pende: ¶ quest'angioletto da la chioma bionda, ¶ che 'n
273
1526
gamba e mano. ¶ Taccio la sua destrezza, il suo
274
1526
inanzi a quella diva; ¶ la qual, vedendol, presta in
275
1526
ligiero, ¶ che benedetta sia la grazia vostra, ¶ poi che
276
1526
vede per grand'ira ¶ la donna dir quel che
277
1526
quella voglia dira ¶ che la memoria et il parlar
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dubbio dirlo vo' ¶ perché la cosa molto queta va
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baroni ¶ sono, for che la stirpe di Maganza, ¶ scesi
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scrisse a Costantino, ¶ ove la nostra origine si vede
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stoppò gli occhi e la bocca. ¶ 64. ¶ Elli, abbattuti piú
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Elli, abbattuti piú da la vergogna, ¶ fuggon for del
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piedi e man drieto la gente. ¶ Lo mulo del
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stato era studente, ¶ ficca la testa in giú da
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dà di mano, ¶ torna la briglia, e poi gli
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e dove ¶ segnato avea, la corda, su' galoni ¶ cadendo
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dir che gli sudò la braga, ¶ nanti ch'avesse
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grida d'ogn'intorno; ¶ la vecchia di la turba
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l'aureo Montone, ¶ nacque la dama, nacque il gran
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gran barone. ¶ 56. ¶ Leva dunque la fronte a l'improviso
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1526
freddo cor saltella; ¶ bassa la vista, e poi mirar
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tanto de' stafier segue la traccia ¶ che trova l
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tant'è 'nvilito; ¶ perde la forza e cangiasi nel
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cangiasi nel sguardo, ¶ cresce la nausa e fugge l
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celatamente l'arco e la saetta ¶ tua man spietata
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non son tale ¶ cui la Fortuna un tanto ben
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già straccato sole; ¶ surge la notte da la parte
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surge la notte da la parte adversa; ¶ ciascun in
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dio" si mente per la gola, ¶ ché 'n Dio
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1526
l ladro antico ¶ lascia la porta et entra nel
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addochia ¶ qualch'asinello da la coda lunga, ¶ che falla
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falla porre a canto la conocchia. ¶ Ma lui convien
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or ti biasmai co' la tua madre Venere; ¶ so
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s'io straparlassi, tolera; ¶ la colpa non è mia
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è mia, ma de la colera. ¶ 2. ¶ Anzi ringrazio te
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al cielo: "Franza, Franza!"; ¶ la qual, senza passar tant
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per lo gran concorso. ¶ La giostra ch'anti a
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floride corone ¶ pien'è la terra, e pare ch
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ch'ivi pasca ¶ Titiro la sua greggia; ma Carlone
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pregio posto; ¶ ma de la lizza fora uscisca tosto
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valli; ¶ chi qua, chi , chi al lungo, chi
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sí, chi no, per la gran calca vede. ¶ 9. ¶ Re
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logo piú eminente; ¶ ciascun mira e vede il
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parendo che venisse da la masina. ¶ 11. ¶ Tacquer le trombe
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le trombe tutte, e la bertuccia ¶ (ché proprio di
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nel corno quanto pò la buccia, ¶ rendendo un sòno
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era 'l Danese ne la lizza; ¶ toccalo ai fianchi
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arme son di stora, ¶ la sopravesta inversa di pellizza
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Driccia un forcone su la coscia, e vòle ¶ che
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1526
una pignata per elmetto, ¶ la qual si fa cimier
321
1526
con un calderone; ¶ sprona la bestia e vien gridando
322
1526
rubbò a gli frati la discrezione. ¶ 16. ¶ Credette a me
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in mente avea già la rubrica ¶ del breviario tutto
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capo e levasi a la coda ¶ per porre a
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cade 'l barone su la terra soda; ¶ scampa, gridando
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l'animal discretto; ¶ ride la turba; e il cavallier
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ha pigliato. ¶ 18. ¶ Senza toccar la staffa, che non v
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baston di pollaio è la sua lanza, ¶ di perle
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1526
resta al dritto de la panza ¶ d'uno chi
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1526
del saggio, ¶ venne a la giostra con quel gran
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1526
congietarlo. ¶ Egli, scornato, a la sua tenda riede: ¶ gli
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1526
riede: ¶ gli scherni de la turba non vi parlo
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piede; ¶ sol Magancesi rodon la catena, ¶ ma Chiaramonte n
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piú usate; ¶ tal è la gara e 'l gioco
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Ma per servar Ivvon la vecchia usanza, ¶ s'un
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porta per lanza, ¶ e la corba del fen per
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malizie copre in sé la volpe, ¶ E perde chi
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l'altrui colpe ¶ Nanti la piva entrat'i' son
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fusse l'auttor de la Leandra, ¶ Acciò che 'l
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1526
da' del fiato a la piva o poco o
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1526
non imbarco, ¶ perché talor la colera mi vince ¶ e
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colera mi vince ¶ e la senapra montami sí al
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al ginocchio ¶ rott'ho la calza e la gonnella
344
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ho la calza e la gonnella vecchia? ¶ Non odi
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un ranocchio ¶ quando montar la rana s'apparecchia? ¶ Però
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sempre deve farsi, ¶ ecco la causa, ecco 'l volume
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mi saprebbon di Turpin la cronica ¶ mostrar per forza
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Gnaffe che sí, tu la vedrai dibboto; ¶ entra qui
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fiumi ¶ d'Italia for, la qual par che soccomba
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simile canaglia sempre mai: ¶ la causa ben direi, ma
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sol il principio de la prima i' tolsi, ¶ né
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impingua. ¶ 19. ¶ Però lasciò imperfetta la seconda, ¶ la qual finisce
353
1526
lasciò imperfetta la seconda, ¶ la qual finisce Ludovico a
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asconda ¶ che gli rubbò la sesta, e nondimeno ¶ vi
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Autentico son io, perché la prima ¶ deca del gran
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ragiono. ¶ E cominciando de la storia in cima ¶ la
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1526
la storia in cima ¶ la corte di re Carlo
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cui brazzo fatale ¶ andò la fede nostra in somma
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di Carlo e de la Chiesa campioni, ¶ boni per
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l ciel non che la terra misurate, ¶ di qual
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tutta in mente aver la Spagna ¶ e san chi
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meglio il brando per la fede ¶ che 'l predicar
363
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Succede a questo lupo la colomba, ¶ colomba non di
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fu sopra di sé la nobil soma ¶ ch'anco
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suo genitore; ¶ egli tenea la terra umile e doma
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sempre fu siniscalco ne la corte; ¶ d'ordir un
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a molti Saracin diede la morte; ¶ ma piú del
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piú del pastorale usò la lanza: ¶ l'una magrisce
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e l'altro fa la panza ¶ 38. ¶ Rinaldo, d'ogni
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1526
Carlo; e qui Turpin la scrive, ¶ acciò ch'abbi
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ch'abbi, o lettor, la storia vera ¶ e che
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scettro in mano e la diadema in fronte ¶ regnava
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a son di spata la sua fede. ¶ 41. ¶ Eran di
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furor post' in catene; ¶ la pace e libertà con
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1526
quali de' tirranni ne la corte ¶ riposto avean lor
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amicizia ¶ interpose de' regni la sgiuntura ¶ de mari, fiumi
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1526
fiumi e monti; e la malizia ¶ tosto ruppe de
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1526
in Franza ad incontrar la morte. ¶ 45. ¶ Stavasi dunque Carlo
379
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di bandire: ¶ a ciò la move l'aspro suo
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1526
ne son carche e la campagna. ¶ La grande piaccia
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1526
carche e la campagna. ¶ La grande piaccia d'un
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e pensorosa ¶ guatando su la piaccia dal balcone; ¶ e
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1526
mentre s'una man la guancia posa ¶ et al
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1526
un destrier tien piena ¶ la via capace, e scampavi
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vien, Milon, che per la fame ¶ d'indi non
386
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ci han post'a la coda questo dumo. - ¶ Berta
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feudi redito, ¶ se non la barca, il mar, il
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mi trovo, tanto ne la vostra ¶ presenzia, o miei
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pochi ladri; ¶ e chi la robba e vita sua
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1526
li empi Licaoni, ¶ pigliata la lor parte, non piú
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parte, non piú furi: ¶ la parte sua, che sta
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1526
l tuo superfluo causa la mia inopia. ¶ 78. ¶ Che maladetta
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1526
né pur si sazia la sua mente avara; ¶ onde
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1526
nausa, ¶ direi di lui la miser vita, e dove
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fin di doglia perse la memoria, ¶ già divenuto pazzo
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vecchio pose fine ¶ a la novella di quel scarso
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e con mano ¶ propria la sottoscrivo e ti suggello
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1526
qui vicino. ¶ Lasciamo qui la bestia, che diffatto ¶ io
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1526
Cosí parlando, accostasi a la barca; ¶ e Berta il
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1526
su vi scande ¶ con la compagna e lascia la
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1526
la compagna e lascia la barchetta. ¶ Non è chi
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il freddo lume a la sorella, ¶ quando pel vento
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già di piglio; ¶ ma la presenzia di Milon robusto
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soggiorno ¶ sotto coperta de la prora in cima; ¶ d
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sa di quelli entro la nave; ¶ ché 'l finto
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Orco e di Cocito; ¶ la luna, stelle, foco, piante
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e marmi ¶ constringe a la violenza de soi carmi
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foco e terra e la gran parte ¶ tengon del
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in scherno di Milone: ¶ 21. ¶ - La causa che m'indusse
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poco tempo starvi, ¶ fu la prolissa guerra, i fier
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guerra, i fier lamenti, ¶ la trista occision de' grandi
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che ratto de' patir la vostra Europa ¶ de gente
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Amor che sempre fu la peste lorda ¶ de' miseri
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per strigner a lui la gola, il petto: ¶ piú
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1526
di Franza ¶ di Chiaramonte la radice e 'l fiore
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e 'l fiore; ¶ volge la rota, ma 'l destin
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per cui sol nacque la tebana maga. ¶ 29. ¶ Guidon Selvaggio
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Selvaggio, di Renaldo frate, ¶ la sore di Rugier avrà
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quasi al basso ¶ tutta la Casa di Maganza, e
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il brando. ¶ 32. ¶ Corre veder la causa di tal voce
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il giorno. ¶ 33. ¶ A cui la testa, a cui la
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1526
la testa, a cui la spalla fende, ¶ a cui
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lo braccio, a cui la gamba tronca; ¶ Berta contra
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alor prendon in fretta ¶ la donna e giú la
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la donna e giú la mandan in barchetta. ¶ 34. ¶ Assai
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de l'aspra occisione, ¶ la grossa nave per Libecchio
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per Libecchio vola, ¶ ma la piccina drieto resta sola
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resta sola. ¶ 35. ¶ Perché tagliò la fune il fier Raimondo
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non andasse al fondo ¶ la picciol barca, già ingrossando
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Milon, il qual dopoi la morte ¶ sanguinolenta di que
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trovaro, ¶ né lor scampò la coppia del dinaro. ¶ 37. ¶ Pur
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1526
impero, ¶ di qua di sbalzato per su l
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forze e panni, su la rena giacque; ¶ poscia, levato
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come 'l dottore in la sua deca scrive; ¶ ma
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le voglie sue lascive; ¶ la donna, che schermirsi piú
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1526
quel vasello va sbalzando ¶ la pudica dongella su per
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Dio, - parlava lagrimando - ¶ porgimi la tua man, che non
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tengo a mente che la Cananea ¶ non supplicò né
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che di pietà sotto la scorza ¶ fassi grande vindemia
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prelati avari. ¶ Et anco la lor legge mi urta
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ch'io di tacer la fede mia gl'impegne
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cuori umani ¶ e vedi la tua Chiesa in man
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perché in quel tempo la teologia ¶ era fatta romana
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ch'al fin ne la Turchia ¶ si trovarà, vivendo
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si trovarà, vivendo a la moresca; ¶ perché di Cristo
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fece che con lei la navicella ¶ pervenne ove le
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1526
stanca e smorta uscisce la dongella ¶ e tanto va
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1526
di Lombardia passando in la Toscana, ¶ che for di
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1526
ad una tana. ¶ 48. ¶ Taccio la fame e sete e
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1526
e ladri, ¶ che soffre la meschina in quelle bande
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1526
lamento ¶ va misermente contra la Fortuna; ¶ pur finalmente giunse
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fame, e drento chi la sugge, ¶ dico lo già
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1526
l'arrecò davante: ¶ quivi la fame e gran dolor
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for di tenebre a la luce; ¶ la qual ben
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1526
tenebre a la luce; ¶ la qual ben ordinata e
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1526
mani, ¶ facendoli lasciar drieto la scorza, ¶ che poi mangiati
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1526
ch'in Iosafatto sonarà la tromba, ¶ facendosi sentire al
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1526
Non sono -; e su la terra ¶ molti di loro
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di Dottrinale. ¶ SETTIMO CAPITOLO ¶ 1. ¶ La donna che dal Ciel
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l'abito maligno e la rubigine ¶ d'un incesso
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che mai non seppe la barbarie. ¶ 2. ¶ Et oggi pur
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1526
vituperio ¶ passate son di le bone letere, ¶ mercé
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non si lega. ¶ Narrazione ¶ 3. ¶ La fresca Aurora piú che
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l pastore a beverar la squadra ¶ di sue care
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guida l'armento a la pastura. ¶ 4. ¶ Berta sola rimane
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Berta sola rimane a la capanna ¶ et anco dorme
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che non s'acqueta la sospesa lena; ¶ onde nel
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Stavasi dunque tutta pensorosa, ¶ la guanza riposando su la
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1526
la guanza riposando su la destra; ¶ Febo, che vòl
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rendersi certo, venne a la finestra; ¶ quando la dongelletta
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1526
a la finestra; ¶ quando la dongelletta paventosa ¶ del parto
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men doglia crede esser la morte. ¶ 6. ¶ Stride con alta
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il gran spavento e la ruina ¶ de' Maganzesi e
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fu detto Orlando. ¶ 11. ¶ Sentí la terra un tanto nascimento
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lavalo stessa, e su la ripa sede, ¶ sciugalo prima
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non può saziarsi ¶ succiar la fronte, gli occhi, bocca
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tormento. ¶ Poi riede a la capanna per corcarsi, ¶ ché
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1526
quella sibilando. ¶ Va ne la tana con uman sembiante
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sente il pargoletto Orlando. ¶ La donna con vergogna in
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1526
piè tosto e con la fronte allegra ¶ le man
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1526
capretta bianca e negra, ¶ la qual, presto lasciando l
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1526
non fu di alzar la gamba al vecchio pegra
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1526
e par si spegna ¶ la fame insieme col dolor
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1526
mentre di sue pecore la schiera ¶ iva pascendo in
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1526
monte, il bosco e la rivera, ¶ seguendo gli augelletti
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1526
Con questi poi nudriva la dongella, ¶ e di pastore
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1526
stare loco, ¶ scampasi da la madre omai slattato, ¶ a
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1526
una cannuccia e con la spada ¶ di legno tira
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1526
scalzo e manegiar bastoni, ¶ la carne in calli e
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1526
boschi o sia ne la capanna. ¶ 25. ¶ Giande, fraghe, castagne
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1526
l'acetosa piú de la lattuca; ¶ beve di fonte
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1526
al troppo baldanzoso, ¶ rotta la testa spesso ne riporta
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1526
sopporta, ¶ sí che a la grotta torna poi la
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1526
la grotta torna poi la sera ¶ tutto dirotto, e
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1526
et io sopportarò perder la fama? ¶ 31. ¶ S'un tal
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1526
le taverne consumando ¶ va la sostanzia nostra e non
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1526
pur, madre, che 'n la guerra ¶ di pugna e
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1526
altri che a far la pugna m'amaestra, ¶ dicendo
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deggia e dar co la man destra, ¶ tal ch
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conte ¶ che fece ne la infanzia sol espone ¶ alor