Marco Missiroli, Atti osceni in luogo privato, 2015

di Passy. Mentre calavano la bara nella terra mi

di lui cosa sono?, la fissai in quel sorriso

è un capriccio contro la vecchiaia. ¶ Dopo che tutto

mi dedicai al salotto: la sua valigetta traboccante di

Crazy Horse, dei preservativi. La tessera del Partito comunista

francese dell’anno prima. La presi e la scrutai

prima. La presi e la scrutai, Monsieur Marsell l

fretta nell’angolo destro. La misi in tasca, piansi

gli altri, e adesso la ricerca di un lavoretto

lavoretto. Papà aveva lasciato la casa nel Marais e

casa del Marais. Per la parte mancante avrei attinto

altra di Parigi con la Peugeot 305. Elaborò la perdita

con la Peugeot 305. Elaborò la perdita sui volti degli

Era una donna forte. La sua potenza maturava nei

In pochi mesi reggeva la baracca sulle sue spalle

se evitammo di vendere la casa in rue des

di noi portò avanti la mancanza di papà a

Lunette e lo studio. La difesa del cuore e

e ragione c’era la missione primordiale: l’estinzione

iniziato l’impresa condividendo la circoncisione, toccava a me

li facevo sorridere con la mia camminata timida e

di essere meno garbato, la rudezza attirava le donne

giorno del funerale. Prima la incontravo in università e

nelle discussioni al Café: la farfalla nera aveva ceduto

ballare il charleston. Possedeva la stessa grazia nel volto

Il suo fondoschiena sconvolse la Sorbona e i Deux

sentii – Lunette – rimasi con la cornetta in mano. Aprii

cornetta in mano. Aprii la porta e l’aspettai

e l’aspettai con la testa tra il dentro

passi leggeri salire, poi la vidi. Mi scusai per

mi scusai ancora e la invitai a entrare. Si

Calvino e tirai fuori la tessera del Partito comunista

papà. Gliela mostrai. ¶ Lunette la scrutò. – Poteva essere altrimenti

pomodori, sesamo e avocado. La ricetta bella-figura di

Per dessert era avanzata la torta Paradiso di mamma

ne parlammo per rue La Fayette fino a quai

fino a quai de la Seine. Venti minuti. Vedemmo

conclusa a place de la République. Un’ora e

e poco più. Ma la pellicola che ci costrinse

italiani, Lunette impazzì per la pasta alla carbonara, altro

e i cappelletti con la scorza di limone e

scorza di limone e la ricotta che mamma aveva

romagnoli. Mangiavamo e passeggiavamo, la farfalla nera aveva il

acciaccato per tanto splendore. La superavo in statura di

all’amicizia. Bisognava seguire la sottrazione delle parole. In

Hemingway, Malamud, Buzzati. Preparai la mia seduzione imparandola dai

ed ero ancora illibato. La scommessa persa di abbandonare

scommessa persa di abbandonare la verginità spariva davanti alla

ascoltano). À bientôt! ¶ Mario ¶ La lettera arrivò due giorni

Antoine mi aveva raccontato la sua iniziazione sessuale. Quando

sua iniziazione sessuale. Quando la lessi stavo per andare

Magots, mi bloccai con la testa tra le mani

una faccenda urgente. Con la coda dell’occhio vidi

Mi ordinò di aprire la bocca e sollevare la

la bocca e sollevare la lingua. ¶ – Voilà, l’antidoto

Lamoignon. Quando Marie vide la mia faccia scura abortì

abortì il sorriso. Lasciò la pila di romanzi nel

Marie sorrise, sentii che la confessione aveva scardinato definitivamente

al Père-Lachaise con la carta da parati a

stesso: quel film aveva la capacità di liberarmi. Antoine

è passata per Emmanuel? ¶ La sentii sorridere, – Oui, Grand

Liberò. Cabina Fellini. ¶ Stavolta la trascinai io sul divano

patimento per Lunette e la vergogna per Marie finivano

in uno strano amalgama. La testa mi scoppiava. Feci

prima di guardarla. Poi la fissai. Era davanti alla

Quel seno avrebbe scalfito la mia corteccia cerebrale in

Ridemmo. Farfugliai di Truffaut, la prossima volta avremmo visto

voleva. Le dissi che la pancetta era deliziosa e

bagno e mi lavai la faccia, desistetti da qualsiasi

Credo sia stato dopo la lettura di quel libro

comunicai a papà durante la finale degli Australian Open

qualche set a zero, la gioventù comunista conduceva nugoli

quelli d’ufficio per la povera gente. Avrei aiutato

aiutato i noirs oltre la siepe, i Malavoglia del

fra i capelli, aggrottò la fronte, – C’est quoi

incappucciato male. ¶ Gli spiegai la questione e mi disse

adolescenza. Non gli raccontai la mia deduzione: il prepuzio

che andava mutato con la circoncisione. Gli ebrei avevano

solo una coincidenza? Anche la migliore letteratura apparteneva ai

mi avevano sfiorato. Era la tattica stabilita da me

me e Marie per la conquista decisiva: rimani invisibile

aveva capitolato con Marion, la ragazza corsa del suo

due mondi diversi e la lontananza si faceva ogni

aggrappai al simbolismo ebraico. La circoncisione avrebbe spezzato le

quieto possibile. Come se la pazienza nell’attesa potesse

félicitations du jury, fissarono la data del mio intervento

bene. Avrei potuto godermi la mia carne solo dopo

in autunno. Lo trovò la donna delle pulizie sulla

sulla poltrona di casa, la televisione accesa su Antenne

Si era curato tutta la vita con fitoterapia e

di un figlio. ¶ Varcai la porta dell’obitorio con

che avevo vestito per la circoncisione. Solo il viso

che era freddo. Portava la catenina d’oro, e

catenina d’oro, e la fede che non aveva

bambino. ¶ Al funerale parteciparono la sua azienda di rimedi

venuti da Milano per la funzione e ripartirono subito

rappresentava il viatico per la catarsi e la ripartenza

per la catarsi e la ripartenza. Dopo la nostra

e la ripartenza. Dopo la nostra frequentazione fulminea aveva

occhiate, qualche sorriso. ¶ Così la invitai per una passeggiata

un rossetto che esaltava la boccuccia niente male. Portava

di grazia che alleggeriva la sua stazza. Passeggiammo un

quell’estate avrebbe visitato la Puglia, Lecce e il

Ci ero mai stato? ¶ La baciai dopo quel punto

suo respiro caldo, schiusi la bocca. Fece tutto lei

bocca. Fece tutto lei. La punta della lingua, il

provai inutilmente a ingannare la goffaggine. Mi imbarazzavo per

donne di apparenza discreta. La goccia che fece traboccare

testa lei si sollevò la maglietta fino al reggiseno

fino al reggiseno. Sentii la pelle fresca e una

ai miei pantaloni: cercava la durezza, trovò un misero

di papà quando sentimmo la notizia alla radio, lui

radio, lui stava preparando la pastasciutta alla carbonara. La

la pastasciutta alla carbonara. La tolse dal fuoco e

il permesso. ¶ Buttai giù la cornetta e seguii papà

di Sartre. E intanto la Ville Lumière scalpitava con

Ville Lumière scalpitava con la sua brezza irregolare e

raccontava ai miei amici la storia di Sartre e

rifiuto del Nobel e la guerra di Algeria, il

lentezza, lo aveva colpito. ¶ La veglia finì con un

piedi e fece tintinnare la forchetta sul bicchiere. Ci

stata Lunette a spargere la voce, papà ci sponsorizzava

aveva messo in guardia: La ragazza è sublime e

socchiuso. Durante le riunioni la guardavo e ascoltavo la

la guardavo e ascoltavo la sua voce sottile, precisa

tap a piedi nudi. La gente stava lì a

e lieve, dava incanto. La mia infatuazione stava virando

il terrore di rivolgerle la parola. Presi coraggio quando

l’impressione che, dopo la morte di Sartre, Les

scopare? Se fosse stata la seconda, be’, avrebbe fatto

ricompose l’acconciatura, frustò la coda di cavallo. – Ho

Lunette smise di bere la cedrata e cominciò a

mano sulla bocca e la cedrata le andò di

tossire, quando le battei la schiena per calmarla mi

una carezza e intuii la sua consistenza. Nervosa e

le cedrate sul conto, la salutai appena. ¶ – Libero –, Lunette

non tentava di accaparrarsi la farfalla nera. Diventai il

Tutti e due affrontammo la visita per il servizio

Con lui mi godevo la Parigi da turista, compresa

Parigi da turista, compresa la Senna esplorata in canoa

stesso modo in cui la intendevo io, tra spavento

Libero, ¶ com’è andata la scuola? Sono passato con

e in giro con la sua Vespa. Senti, se

simpatica. Ti avevo chiamato la scorsa settimana ma non

gli occhiali tondi e la pipa. Fumacchiava e puntava

anni come cento. Alzò la testa e cercò di

ricomparve quando avevo finito la Coca-Cola, il ciuffo

distante da place de la Bastille, mi svelò di

del mondo, lo strutturalismo, la sua fidanzata Simone, la

la sua fidanzata Simone, la moda di citarlo solo

discepoli del futuro. Che la smettessero di bluffare, lei

di spiritualità che nascondevano la paura della fatica. ¶ – Lo

Emmanuel tornò a casa la trovò che piangeva mentre

che piangeva mentre riordinava la dispensa. Manù venne da

me e si prese la sua razione: come ci

si sente a soffiare la donna al proprio migliore

mia stanza, Emmanuel guardava la televisione in salotto. Andai

di nome Buzzati. Riconobbi la copertina perché papà aveva

copertina perché papà aveva la stessa edizione. ¶ Marie mi

accese una sigaretta e la fumò con l’angolo

Mi chiese com’era la scuola nuova, se mi

sei fidanzato, Grand? ¶ Scossi la testa. ¶ – Succederà tra poco

a lei, da Deauville la differenza di altezza si

altezza si era assottigliata. La baciai sulla guancia. Così

che sì, stava accadendo, la soggezione nei confronti del

pronunciata. I libri spostavano la mia gravità, e attuavano

di Buzzati. Avevo acceso la lampada a forma di

già rinchiuso nella fortezza? ¶ La mattina dopo andai da

parole che potevano cambiare la sorte. Il meccanismo era

lettura ci incontravamo per la discussione. Mi concentrai sugli

una delle nostre diatribe. La sfida era tra Un

li aveva letti e la battaglia cominciò. Nabokov era

professor Humbert c’era la vera sconfitta delle ipocrisie

delle ipocrisie. Antoine moderava la discussione: E tu Libero

rivelato una confidenza che la sorella si era lasciata

al confine ma senza la volontà di oltrepassarlo: Tu

naso era proporzionato e la bocca non stonava. Mi

a una corporatura massiccia. La punta affiorava, nerboruta e

quattro esplorazioni più attente. La sua sensibilità gli vietò

a Marie, sapevo che la richiesta di spiegazione avrebbe

scelse Per chi suona la campana di Hemingway e

campana di Hemingway e La città e i cani

ai semafori. Rimase sovrappensiero, – La tua forza è nella

dissi che non capivo. ¶ La chimica non era attrazione

ribollimento ormonale senza spiegazione. La chiave di tutto era

senza spiegazione. Al di là del viso, del corpo

donne che frequentavo, più la femminilità era adulta e

timidezza e timore che la fraintendessi. Invece avevo capito

almeno per il momento. La ringraziai, e corsi a

che faticavano a mitigare la passione. Si concedevano una

al corpo, e nonostante la paura di farlo decisi

un solo nome: Camille. La mia compagna di classe

a letto e cominciai. La mia prima pulsione sentimentale

con mamma in chiesa la domenica mattina. Papà ci

un figlio squinternati. ¶ Dopo la messa avevo l’obbligo

volte il Signore perde la pazienza, Libero. ¶ – Per cosa

pazienza, Libero. ¶ – Per cosa la perde? ¶ Lui si schiarì

perde? ¶ Lui si schiarì la voce, – Per i peccati

dire il sesso e la troppa felicità, per i

dell’anno avevo avuto la media del 6,76; ero ancora

un tempo promettevano. Ma la disfatta era un’altra

piaceva. ¶ In tutto questo la mia voce si era

irrobustii fisiologicamente e ottenni la completa dignità di fecondare

eros segnava tracce e la mia invisibilità cominciava a

perché Libero suda molto la notte. Libero suda molto

ai miei puzzle. Rifiutai la compagnia di Manù che

del campo senza seguire la pallina. Le nostre erano

aveva già sistemati, raccolse la sua collezione di dischi

quando si era laureato. La vittoria del Canada ai

Mondiali di hockey era la memoria del primo appuntamento

lo presi a pugni. La mia stagione famigliare era

finita. E con essa la mansuetudine. ¶ Cominciò l’epoca

l’epoca dell’indignazione. La prima vittima fu padre

a tempo indeterminato. ¶ Scelsi la seconda vittima con facilità

il sacco. Mangiai con la sua famiglia, appollaiato su

poi uscii e presi la metropolitana a Gare de

Imboccai rue Pavée e la percorsi fino a questo

ed entrai in biblioteca. ¶ La incontrai vicino alla stanza

raccolti in uno chignon, la matita leggera sugli occhi

e c’era lei. La stessa bellezza, i capelli

più sfilati di Deauville, la pelle diafana. Socchiusi gli

Socchiusi gli occhi, desideravo la cecità piuttosto che ricominciare

una controprova che me la declassasse. Un neo di

era grazia al di là della cortesia. E sì

pantaloni del tailleur segnavano la forma del sesso in

eros. Dopo il seno, la bocca, il sedere, il

l’eccitazione si ampliava: la vagina, l’entità che

edizione e mi consigliava la Gallimard. Mi aiutò a

Mi aiutò a compilare la scheda per il prestito

proposito? ¶ – Si sono separati, – la guardai – Emmanuel. ¶ Marie annuì

a letto e annusai la copertina, sapeva di vecchio

sapeva di vecchio, premetti la carta con i polpastrelli

in tre ore. Saltai la cena in omaggio al

scelsi di battermi con la religione, di saltare il

sentimentale. Ma soprattutto: conobbi la possibilità dell’ingiustizia. Lo

a lui. Tornò con la mia ordinazione e con

Fissai quest’uomo accigliato, la fronte ampia e gli

preferito e che solo la morte gli aveva impedito

di specchi che nascondeva la cassa e la zona

nascondeva la cassa e la zona bar. ¶ Poi mi

la mano e me la tenne tra le sue

tra le sue, guardai la casa buia. ¶ – Non ti

i suoi capelli e la mia gamba destra le

Sentivo il seno contro la spalla, mi voltai e

mastodontico e stropicciato per la posizione. Lei si inclinò

dell’amaca, mi accarezzò la nuca e disse: – Non

Mi dispiace averti rovinato la vacanza. ¶ – Il bello di

sei tu – mi tremò la voce, ma lo dissi

e tornò ad accarezzarmi la testa. Non mi mossi

ancora impaurito. Premevo contro la sua gamba e sentii

sua gamba e sentii la sua gamba premere contro

sua gamba premere contro la mia intimità. Quando smise

mie priorità: le toccai la coscia, fu allora che

all’Hôtel de Lamoignon, la biblioteca nel IV. Mi

Andai in bagno, chiusi la porta a chiave, e

e prima di darmi la liberazione mi guardai allo

che stentava ad abbandonare la sua infanzia. ¶ Fu una

strana. Quando ci alzammo, la mattina dopo, Emmanuel e

grazie che mi provarono la loro presenza a Deauville

aveva sopra una foglia, la tolsi e mi stesi

una famiglia. Mamma scelse la cabina Marilyn Monroe e

Monroe e io lasciai la decisione a papà, lui

le gambe di mamma, la carica sopra le spalle

e lo abbraccia, lui la bacia. ¶ Chiudemmo con quella

bilico. Non tanto per la lingua, quanto per l

nugolo di ragazzini con la pashmina al collo, io

taglia in più e la certezza che il posto

di banco avrebbe deciso la mia adolescenza. Fu così

e una biondina con la treccia e l’odore

di mandarino. Le strinsi la mano per presentarmi e

gentile di Marione e la barbarie di Lorenzo. Rivolevo

parigino. Un nero con la erre moscia e una

casa confidai a mamma la sensazione di quell’amicizia

di foie gras e la crostata di mele cotogne

da bere – lascialo crescere. ¶ La prima crescita fu nell

mesi qualcosa aveva scosso la prevedibilità del mio corpo

che l’autoerotismo sfiatava la mia ansia atavica. Un

volevo un aiuto per la grammatica o per la

la grammatica o per la pronuncia. Mi interessavano poco

mortificare. Quella mercanzia timida la trasformò in un’esca

quel libro di Camus. ¶ La sera della pagella organizzammo

a Milano e per la prima volta dall’inizio

Bach e granuli omeopatici. La feci ridere e risi

gelato, lei mi prese la mano e io sentii

mi guarda dal crocifisso. La mia camminata fino al

buio, un’ombra dietro la grata che dice: Di

di come certe volte la sua collera è anche

sua collera è anche la mia. Il prete che

quindici ore di fila. La mia tartaruga Robespierre aveva

lavoro di papà o la guardia forestale, i libri

forno e c’era la spinta del grande seno

a casa per cancellare la brutta serata al tavolo

lavai i denti e la faccia. Feci tutto in

in fretta, da quando la zia era morta alla

l’impugnatura Continental. Controllai la respirazione e tornai a

Marie, gliele asciugo e la tengo stretta. Anche lei

è il momento, preparo la carta igienica anche se

il colpo di grazia, la branda sussulta mentre spalanco

branda sussulta mentre spalanco la mascella, la voce di

mentre spalanco la mascella, la voce di papà squilla

papà squilla al di là del muro, – La smetti

di là del muro, – La smetti di agitarti o

di agitarti o no? ¶ La mattina mi svegliai prima

tasselli, continuavo a fissare la finestra dei miei genitori

dei miei genitori con la vergogna di chi è

ometto? – chiese mamma. ¶ Sollevai la testa. Papà smise di

stabilimento e io scelsi la cabina Fellini. Quando vidi

toccare da dietro, era la mano di Marie che

Marie che mi sollevava la maglietta e mi toglieva

sue spalle da ballerina. ¶ La brezza della Normandia mi

verso riva, e verso la sua sposa da più

e mio futuro patrimonio: la devozione. ¶ Tornai a casa

Tour Eiffel. Qualcosa aggrovigliava la mia testa, e il

sfuggita qualsiasi donna, soprattutto la rincorsa di mio padre

della mia infanzia? Cominciai la terza gamba della Torre

vidi arrivare papà con la faccia buia: mi avvertì

il gioco, certo, e la sua aria di azzardo

annotarmi una vertigine: Consola la bionda. Era un taccuino

copertina Arsenio Lupin e la sua giacca rossa. Avevo

papà spuntò fuori con la sentenza: i nostri ospiti

tagliai il mazzo con la sinistra. Venne l’asso

quartiere della borghesia giovane, la casa la pagava l

borghesia giovane, la casa la pagava l’azienda di

salmone. Papà tenne viva la conversazione, lo sostenne Emmanuel

se ne andò. ¶ Non la seguì nessuno e io

nature di mia madre: la soddisfazione per aver vinto

soddisfazione per aver vinto la guerra degli uteri, le

io e Marie. Sentii la nostalgia. Dissi a papà

a fatica, mi svegliarono la sete e un sentore

indietreggiare, lei tirò su la testa e mi fissò

accorse di lui per la seconda volta. Quando accadde

che le dispiaceva per la serata e per la

la serata e per la vacanza e per la

la vacanza e per la figuraccia, era solo un

salito alle ginocchia e la parte alta era confusa

dalla notte. Mi afferrò la mano e me la

coscienze. ¶ – E i pompini. ¶ La crepa fu questa. Mio

dalla sua azienda farmaceutica. La mamma aveva accettato la

La mamma aveva accettato la Francia perché adorava i

conoscere un borghese che la mantenesse mentre giurava fede

nella sua camera, Emmanuel la aiutava con i pantaloni

a sventrare scatole finché la porta si era aperta

sfogare. Quel giorno, per la prima volta, mi ero

l’estasi di Emmanuel. La mia gelosia. Mi ero

Mi ero accanito con la mano un’ultima volta

mano un’ultima volta, la decisiva, e solo allora

e come sarebbe andata la mia vita. ¶ Dalla liberazione

L’equazione fu semplice: la sessualità emancipata aveva prodotto

lungimiranza. Iniziai a capire la mia famiglia e il

autoerotismi: le guance paonazze, la fioritura del cuore e

convinzione che fosse solo la punta dell’iceberg. La

la punta dell’iceberg. La realtà intorno a me

della Pantera rosa, quando la sentii squittire la raggiunsi

quando la sentii squittire la raggiunsi in salotto. Diede

raggiunsi in salotto. Diede la colpa a Orgoglio e

mondo? ¶ – L’utero e la Francia? ¶ – Il silenzio, il

tra papà e Emmanuel, la televisione in sottofondo, prima

in cucina a caricare la lavastoviglie. Lei che va

lui che le stringe la mano per ringraziarla della

se papà diceva che la religione era la più

che la religione era la più grande illusion dell

fatto vedere per confermare la sua presenza. Secondo: nessuno

da morto per confermare la presenza di Dio. ¶ Dissi

tailleur grigio, per questo la teoria di mio padre

signora ai suoi piedi. ¶ – La Madonna. ¶ – L’utero che

Emmanuel in casa mia. La Madonna mi ignorò. In

pareo e lui che la fissava dal lettino. La

la fissava dal lettino. La gelosia mi provocava eccitazioni

aspettammo sotto casa con la Peugeot 305 carica come un

trentenne castano chiara con la pelle di luna e

suo Grand Liberò. Era la prima volta che non

alla gentilezza dei modi. La guardai dal riflesso e

Grand Liberò, mica te la mangio. ¶ – Non ti fidare

salviettina fresca, che ringraziai la Madonna di Notre-Dame

a destinazione avevo sconfitto la solitudine. ¶ A Deauville avevamo

Mi limitai a scaricare la valigia e ad aspettare

muro di cartongesso: sentii la voce di Emmanuel. E

agguati aerei mentre attraversava la Manica con un monoplano

matrimonio con mamma. ¶ Per la prima sera a Deauville

al casinò. Avrebbe rinsaldato la sua complicità a carte

veniva verso di me. ¶ La salutai. ¶ Mi raggiunse – È

tenendo gli ossi contro la guancia, tifava Saint-­Germain

mori e i brizzolati, la Provenza meglio della Normandia

meglio della Normandia. Detestava la roulette e i barboncini

La sua Bianchi e la nostra Vespa. Voilà. La

la nostra Vespa. Voilà. La parcheggiammo all’Arco della

panchina. Dopo aver stappato la mia, l’appoggiai a

e dal soffietto estrassi la tessera di mio padre

padre. Gliela mostrai. ¶ Lorenzo la fissò, sollevò il pugno

le spalle strette e la fiducia nelle imprese degli

eventi timidi che cambiano la sorte. Era il gioco

incidevano più del previsto. La casa nel Marais non

adesso era delle anatre. ¶ La sera stessa scoprii che

e quel giorno saltammo la pausa pranzo. Mi domandavo

doppiopetto come Leoni e la sua ciurma di borghesi

Studio Leoni stava valutando la possibile espulsione dei tre

un’insalata nizzarda. Svolgevo la stessa professione in due

e un’osteria sudicia. La differenza stava nella musica

a occhi impauriti per la bruttezza dei clienti, vecchi

dell’Italia. Trovai lì la cella dello straniero. ¶ Giorgio

fissò e fece scivolare la carrozzella fino allo sportello

i fusti, tirò fuori la cesta dei libri. Avevo

un dettaglio che fece la rivoluzione. Riempivo boccali e

nelle anatre aveva cercato la consolazione. Non fiatava durante

semplicemente lì, lui e la sua carrozzina, nell’attimo

lavorare duro quando vedeva la malinconia invadermi. L’ottavo

presa. ¶ Giorgio mi sistemò la camicia, – Rispetti il tuo

di sonno. Mamma intuì la nuova esistenza di suo

non le avessi detto la verità. Le raccontai del

prezzemolo e aglio, arancione la peperonata. L’osteria non

e l’appuntamento con la fidanzata di Mario e

viale Toscana e me la facevo a piedi. Mi

a due di loro la storia di Lunette. Accettarono

Marika a occhi socchiusi, la sagoma nera indefinita, la

la sagoma nera indefinita, la sinuosità e la grazia

indefinita, la sinuosità e la grazia della posa, sei

e il Louxor? Ricordi la poltrona del Marais e

funesto mi afferrò per la manica e mi chiese

ruvido pronunciò: L’avventura. La mia cecità cadde, di

io cominciai a guardare. La sera stessa tornai a

fu come entrarci per la prima volta: il monolocale

e per uscire facevo la gincana. In cima a

mancavano sette esami e la febbre di diventare un

avvocato. Leoni aveva inquinato la missione. Smisi di pagare

cartucce nello studio legale. La mia postazione non era

come un soldato. ¶ Poi la vidi piangere. Successe il

un mercoledì. Tremava dietro la scrivania cercando di non

stanza dei faldoni me la ritrovai contro un fianco

fidanzato, ma voleva riprendersi la libertà dopo tutti quegli

Larry, come Larry troverò la meta? Le feci segno

Mi fissò inquieta, acconsentì. La tenni stretta, lei e

possibilità: staccarmi o sondare la malizia. Decisi di frustare

che si attillò per la posizione scomposta. L’aiutai

trentun anni ed era la responsabile della mia divisione

con le Timberland che la passava a prendere a

ufficio si svuotò per la pausa pranzo, io andai

avevo portato da Parigi: la tessera del Partito comunista

ad Antoine perché me la restituisse. ¶ Nella prima settimana

dello studio. Parlavo con la segretaria, una madre di

quando l’aiutavo con la tapparella. Aspettavo a offrirmi

tapparella. Aspettavo a offrirmi, la facevo prima aggrappare alla

Abbondante e compatto. Fu la prima vitalità di Milano

del mio monolocale resuscitando la carcassa del mio eros

carcassa del mio eros: la pensai con concentrazione, ottenni

clienti interessanti che lasciavano la mancia. Un gesto azzardato

di me che preservava la fiducia nella donna. I

nella donna. I francesi la chiamano colibrì: è il

Ogni loro risposta disinfettava la lacerazione lunettiana: così seppi

Durante il percorso ascoltai la K. 377 di Mozart che

il walkman e alzai la testa: la grande madre

e alzai la testa: la grande madre, il femminile

d’avorio. Il Duomo, la Notre-Dame d’Italia

Dame d’Italia, e la città che l’ospitava

ero nato, qui stava la mia architettura del sollievo

foresta. ¶ – Sali. ¶ Fu questa la parola, e venne da

Era color salvia e la sella aveva accolto ragazze

bastardino Palmiro Togliatti. Me la trovai davanti allo Studio

seppi che Lorenzo se la cavava peggio di me

un casermone alla Barona, la prima periferia milanese. Si

trasferito lì dopo che la ditta di import del

che mi trasmise, sporgeva la testa a mo’ di

di giraffa e seguiva la vita che gli sfilava

gli ululati di Palmiro, la tenacia con cui mi

un frontale. E ricordo la sua voce passando nel

di corso Buenos Aires (la migliore concentrazione di americane

nei fine settimana. Dividevamo la benzina, mai la guida

Dividevamo la benzina, mai la guida, e nelle strade

di polvere. Avevo lasciato la missione a Parigi, mi

sguardo. Cercavo di riconoscere la grazia degli umani, delle

non lo nominavo mai. La sua mancanza aveva la

La sua mancanza aveva la forma di una tessera

portafogli, un amuleto spuntato, la tirai fuori l’ultimo

è già autunno. ¶ Accesi la lampada, la trascinai con

autunno. ¶ Accesi la lampada, la trascinai con me sul

sul divano letto e la rivolsi alla tessera, lì

il Monsieur Marsell universitario la girava con la sua

universitario la girava con la sua Bianchi cromata, la

la sua Bianchi cromata, la sigaretta e un Borsalino

un Borsalino très charmant. ¶ – La bicicletta a Milano è

mondo. È da liberi. ¶ La sua Bianchi e la

uomo sulla quarantina con la barba e il giubbotto

tenersi il neonato dopo la separazione, era un pomeriggio

e lei dall’altra. La faccenda si risolveva in

le carte e chiamò la sua amica per comunicarle

al finestrino e sbirciai la mia Parigi che dall

d’argento, Adieu, e la disprezzai con tutto me

tutto me stesso per la sua bellezza folgorante. ¶ A

di martedì, appena varcai la porta di casa mi

andai a zonzo per la città, il quartiere di

Alcune abitazioni tenevano ancora la stufa a carbone, nella

nella mia c’erano la caldaia autonoma e una

interno con un ulivo. ¶ La prima cosa che feci

dei Tartari. Sapevo che la partenza da Parigi era

le lavandaie dei Navigli. La infilai in una busta

Sant’Alessandro. Una chiesa la dominava di colpo, maestosa

e quasi stonata, con la sua scala da matrimoni

mi faceva sedere lì la domenica, mentre mamma era

una ragazza straordinaria e la straordinarietà non si controlla

si controlla. Mia madre la vide una volta dopo

per Marie avrei compromesso la mia magia. Magia? Oui