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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Tomaso Monicelli, Il viaggio di Ulisse, 1915

concordanze di «la»

nautoretestoannoconcordanza
1
1915
al fiume a lavare. La buona regina Arete portò
2
1915
briglie, alzò sui muli la frusta e via con
3
1915
li mandarono a mordere la fresca erba dei prati
4
1915
con canti: e Nausicaa la bella intonava il canto
5
1915
il canto alle compagne. ¶ La palla lanciata andava dall
6
1915
afferravano in alto e la rilanciavano. Avvenne che una
7
1915
gioco, si lasciò sfuggire la palla che cadde nell
8
1915
loro. Mi farò indicare la via della città e
9
1915
e che vuoi?». ¶ Ulisse la guardò e comprese, dalla
10
1915
decentemente coprirmi, e mostrami la via della città e
11
1915
veste e ti insegnerò la via. Io sono la
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1915
la via. Io sono la figlia di Alcinoo re
13
1915
mio grande padre e la mia buona madre ti
14
1915
bevve, e aspettò che la bella Nausicaa gli insegnasse
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1915
bella Nausicaa gli insegnasse la via. ¶ «Eccomi, figlia di
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1915
il volto e dignitosa la persona». ¶ Ulisse tacque e
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1915
mano le briglie, rialzò la frusta sui muli, e
18
1915
suo vecchio cane Argo. ¶ La Reggia di Alcinoo ¶ Nausicaa
19
1915
domestica le aveva preparato la cena, e qui stette
20
1915
reggia di Alcinoo, ammirando la grande superba città, i
21
1915
aveva mai visto. ¶ Era la reggia di Alcinoo così
22
1915
oliva, e qualunque fosse la stagione, estate o inverno
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1915
davanti alla reggia. Tale la reggia di Alcinoo, celebre
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1915
palazzo di Alcinoo, varcò la soglia, penetrò nella reggia
25
1915
stavano il re Alcinoo, la regina Arete e i
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1915
che lo avvolgeva: ma la nebbia si dissipò, e
27
1915
ho patito sventure infinite. La fortuna ha voluto che
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1915
parole del forestiero e la regina aveva osservato che
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1915
buona come fu buona la tua chiara figlia». ¶ Ciò
30
1915
Alcinoo gli volse ancora la parola. ¶ «Ospite, – richiese – chi
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1915
eccelsi cittadini feacesi ripeterono la domanda del re. Allora
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1915
e confida». ¶ Il re, la regina, gli eccelsi cittadini
33
1915
parole, il re Alcinoo, la regina Arete, gli eccelsi
34
1915
sala del trono Nausicaa la bella e i suoi
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1915
muover bocca, tanta era la commozione che tutti stringeva
36
1915
intorno a lui piangevano. La più gran gioia fa
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1915
salutò il re Alcinoo, la regina Arete, la bella
38
1915
Alcinoo, la regina Arete, la bella Nausicaa, i cinque
39
1915
dolci lini, a poppa. La nave uscì dal porto
40
1915
diressero a Itaca: e la videro lontana e azzurra
41
1915
cara Itaca! Egli sognava la sua isola bella, e
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1915
sua isola bella, e la rivedeva con gli occhi
43
1915
paese: e non riconobbe la sua Itaca serena e
44
1915
sonno, e tutta riconobbe la sua serena isola, la
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1915
la sua serena isola, la sua patria tanto sospirata
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1915
braccia come a stringere la sua patria al seno
47
1915
seno, e baciò avidamente la terra nativa. ¶ «Itaca! Itaca
48
1915
vecchio cane Argo ¶ Ma la dolcezza infinita del ritorno
49
1915
tempesta. Alla decima notte la nave ridotta ormai ad
50
1915
venerabile Dea Calipso, fu la nuova residenza di Ulisse
51
1915
Egli piangeva e chiamava la sua patria Itaca, il
52
1915
Itaca, il suo padre, la sua sposa, il suo
53
1915
sarebbe ripartito! Sarebbe morto , sulla nuda terra, invocando
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1915
sulla nuda terra, invocando la patria e la famiglia
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1915
invocando la patria e la famiglia lontane. ¶ «O terribili
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1915
stanco». ¶ Udì il lamento la Dea Calipso. Uscì dalle
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1915
cibo e vesti». ¶ Ulisse la guardò e capì dall
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1915
giunte le mani, così la pregò: ¶ «Venerabile Dea, io
59
1915
il mare e raggiungere la mia patria perduta». ¶ La
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1915
la mia patria perduta». ¶ La bionda e ricciuta Dea
61
1915
le onde. E chiamava la sua patria, la sua
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1915
chiamava la sua patria, la sua famiglia, lontane e
63
1915
perché tu possa raggiungere la tua desiderata Itaca». ¶ Allora
64
1915
albero e pennone, distese la vela con tela donata
65
1915
Calipso. Il quarto giorno la zattera, in forma di
66
1915
era compiuta: e Ulisse la spinse sulle acque. Al
67
1915
cielo, riconducono nel mondo la notte nera e paurosa
68
1915
Un'onda immane urta la zattera, la rigira due
69
1915
immane urta la zattera, la rigira due volte intorno
70
1915
frantuma timone, albero, pennone, la capovolge. Ulisse è rovesciato
71
1915
onde, a trar fuori la testa, a respirare: vede
72
1915
respirare: vede poco lungi la zattera: nuota a grandi
73
1915
non è salvo ancora. La zattera è sbattuta sulle
74
1915
da ogni parte: e la tempesta infuria sempre, sempre
75
1915
modo o nell'altro, la sua vita è perduta
76
1915
Eccoti una benda, con la quale ti avvolgerai il
77
1915
senza fatica». ¶ Gli getta la miracolosa benda, e sparisce
78
1915
e sparisce. ¶ Ulisse prende la benda, e sta pensando
79
1915
ondata si scaraventa contro la zattera e la sfascia
80
1915
contro la zattera e la sfascia. Le assi vanno
81
1915
esse, egli si avvolge la benda al petto nudo
82
1915
isola dei Feaci. Intanto la tempesta a poco a
83
1915
nuotatore è già presso la terra amica, ma con
84
1915
per approdare, che tutta la riva è irta di
85
1915
rigira di qua, di , di su, di giù
86
1915
lascerò trasportare dall'onda, la quale mi lancerà a
87
1915
cara dei Feaci. ¶ Tocca la terra, piega le ginocchia
88
1915
terra, piega le ginocchia, la bacia. E si abbatte
89
1915
col corpo affranto. Per la bocca, per il naso
90
1915
salata che gli gonfia la pelle. Scende la notte
91
1915
gonfia la pelle. Scende la notte: un grande sonno
92
1915
gli occhi. Si addormenta. ¶ La bella Nausicaa ¶ Nausicaa era
93
1915
bella Nausicaa ¶ Nausicaa era la figlia di Alcinoo re
94
1915
era l'orgoglio e la tenerezza del possente padre
95
1915
e della dolce madre, la regina Arete. Aveva cinque
96
1915
Il re Alcinoo abbracciò la figlia e dette ordine
97
1915
odi, vorrai giungere con la nave alle Sirene, e
98
1915
O Ulisse re, ferma la tua nave, e vieni
99
1915
remavano con maggior forza, la nave volava sul mare
100
1915
si tolsero dalle orecchie la molle cera; tutti furono
101
1915
caddero dalle loro mani: la nave si fermò. ¶ Erano
102
1915
su e giù per la nave, rincuorando con dolci
103
1915
remi, spingete con forza la nave sulle onde. E
104
1915
il timone e guida la nave fuori dalla nebbia
105
1915
Ulisse, i compagni obbedirono. La nave, spinta dalla forza
106
1915
nave era scampata, scampò la nave del meraviglioso re
107
1915
Cariddi, stretto e vorticoso. La nave di Ulisse filò
108
1915
minacciava di ucciderli tutti. La nave parve avere le
109
1915
indicava con occhio fermo la giusta via. Un minuto
110
1915
del Sole ¶ Bella isola la Trinacria! Cara agli dèi
111
1915
vanno ruminando e brucando la dolce erba dei prati
112
1915
quest'isola beata, passò la nave di Ulisse, uscita
113
1915
Quindi Euriloco disse: ¶ «Guarda, la bella isola abitata da
114
1915
sul mare tranquillo! Accostiamo la nave alle sue rive
115
1915
i compagni, aggiunse: ¶ «Compagni, la maga Circe, che tutto
116
1915
di passare oltre con la veloce nave. È un
117
1915
tu non lasci che la nave si accosti alla
118
1915
bella isola. Già viene la notte, e come vuoi
119
1915
compagni circondarono Ulisse rinnovando la preghiera. ¶ «Concedi che accostiamo
120
1915
preghiera. ¶ «Concedi che accostiamo la nave alla riva» gridavano
121
1915
da Scilla. E, caduta la notte, si addormentarono. ¶ Non
122
1915
svegliarono, trassero in secco la nave, si rifugiarono in
123
1915
luminosa caverna, aspettarono che la tempesta cessasse per riprendere
124
1915
il viaggio sul mare. ¶ La tempesta cessò, il sole
125
1915
rabbia, che resero impossibile la partenza di Ulisse e
126
1915
bevvero tutto quello che la nave conteneva, cibi e
127
1915
e, allora, essi patirono la fame. ¶ Ulisse era disperato
128
1915
pesci; ma non saziavano la fame. Pallidi e sparuti
129
1915
violenza. ¶ Un giorno che la caccia e la pesca
130
1915
che la caccia e la pesca avevano offerto un
131
1915
e se ci toglieranno la vita, ebbene, meglio morire
132
1915
giorni, – uno diceva, lisciandosi la barba bianca – e vedremo
133
1915
di veneranda fronte, seguitava: ¶ «La nave toccherà l'amata
134
1915
noi scenderemo e baceremo la terra nativa: e faremo
135
1915
ridevano e cantavano, mentre la nave si allontanava dall
136
1915
vento scuote e solleva la nave: scrolla alberi, vele
137
1915
spinto, precipita in mare. La nave è in balia
138
1915
isola dei Feaci dove la bella Nausicaa lo salva
139
1915
bella Nausicaa lo salva. ¶ La Dea Calipso ¶ Ulisse è
140
1915
l'oscura notte, con la sua nave squarciata dalla
141
1915
altissimi flutti sbattono dovunque la nave: ed ecco, si
142
1915
e mai non muta la sorte maligna. Molto ingegnoso
143
1915
ogni altra, gli sfascia la nave: egli riesce a
144
1915
il mare assorbito. Riappare la nave rotta di Ulisse
145
1915
enorme fiera, e se la mise al collo. Quindi
146
1915
cessate il pianto, scacciate la tristezza. Vi porto cibo
147
1915
più pronto a sopportare la sfortuna». ¶ I compagni, rallegrati
148
1915
tutto quel giorno, mangiarono la saporita carne del cervo
149
1915
grida di dolore. Ricordavano la ferocia, i misfatti del
150
1915
non voler più esporre la vita. ¶ Ma Ulisse parve
151
1915
dovesse porsi in via. La sorte designò la schiera
152
1915
via. La sorte designò la schiera di Euriloco. ¶ Salutati
153
1915
altri che rimanevano presso la nave, Euriloco coi ventidue
154
1915
una florida valle, scoprì la casa da cui Ulisse
155
1915
verso il cielo. ¶ Era la raggiante casa della maga
156
1915
che lavori. Era Circe la quale, tessendo una meravigliosa
157
1915
delle sue mani con la soavità del suo canto
158
1915
del suo canto. ¶ «Chiamiamo la signora di questa casa
159
1915
Signora! Signora!» ¶ Circe lasciò la tela, venne sulle luminose
160
1915
voi siate – parlò, e la sua voce somigliava al
161
1915
restò fuori a spiare. ¶ La maga, che era bellissima
162
1915
maga, banchettarono giocondamente, ringraziando la bontà dell'ospite donatrice
163
1915
di Circe mutano aspetto: la testa diventa un muso
164
1915
su quattro gambe sottili, la voce è un grugnito
165
1915
avventò di corsa verso la lontana nave, dov'era
166
1915
col respiro anelante e la parola mozza. ¶ «Ahimè! Ahimè
167
1915
altro. ¶ Finalmente poté snodare la lingua e raccontare a
168
1915
il coraggio di seguirti. La vista di quei poveri
169
1915
casa di Circe. ¶ Lungo la via, gli si fece
170
1915
giovanetto. «Tu non sai la potenza di quella maga
171
1915
da lui solo conosciuta. La radice era bruna, il
172
1915
essa ti toccherà con la sua verga incantata, tu
173
1915
atto di ferirla con la tua spada. Ella non
174
1915
continuò il cammino verso la casa di Circe. Ecco
175
1915
casa di Circe. Ecco la raggiante dimora della maga
176
1915
nell'atrio e leva la voce a chiamarla. L
177
1915
ospite nuovo» parlò, e la sua voce somigliava al
178
1915
e bevuto, Circe prese la verga, lo toccò sulle
179
1915
aspettava quel momento, brandì la spada, si buttò contro
180
1915
spada, si buttò contro la maga in atto di
181
1915
Se sei Ulisse, riponi la spada. Io ti voglio
182
1915
bene». ¶ Circe giurò. Riprese la verga incantata, andò nelle
183
1915
uno li ritoccò con la verga. ¶ Benefica potenza della
184
1915
è il grido: ¶ «Viva la maga Circe!». ¶ «Viva Ulisse
185
1915
ventidue compagni che, presso la nave lontana, stavano sospirando
186
1915
onorati dalla bellissima maga, la quale cantava con la
187
1915
la quale cantava con la grazia di un usignolo
188
1915
riprendere il viaggio verso la non dimenticata Itaca. ¶ Presero
189
1915
Circe, gonfiò le vele: la nave scivolò via leggera
190
1915
vento e al timoniere la cura di spingere e
191
1915
passare oltre, e volge la nave verso di esse
192
1915
loro canto che dà la morte». ¶ «Voi non udrete
193
1915
nero prelibato vino, e la bevve d'un fiato
194
1915
che Polifemo bevve, come la prima, d'un sorso
195
1915
caro!» seguitò Polifemo, schioccando la lingua. «Questo non è
196
1915
Ancora! Ancora!» ¶ E, per la terza volta, Ulisse riempì
197
1915
riempì e Polifemo vuotò la tazza ricolma del meraviglioso
198
1915
ardenti del focolare: e la punta del verde tronco
199
1915
nell'occhio del Ciclòpe. ¶ La pupilla frisse, crepitò bruciò
200
1915
nauseabondo si sparse per la spelonca. Polifemo era accecato
201
1915
spasimo che fece tremare la spelonca. Ulisse e i
202
1915
dall'occhiaia e, con la sua voce di tuono
203
1915
parte i Ciclòpi verso la spelonca di Polifemo, e
204
1915
e di furore entro la chiusa spelonca. ¶ Ulisse rise
205
1915
Nessuno, i tremendi Ciclòpi. La sua astuzia lo aveva
206
1915
alla nave e prendere la fuga. Con animo invitto
207
1915
enorme masso che chiudeva la spelonca. E, seduto sulla
208
1915
pendeva Ulisse. ¶ Polifemo palpò la schiena del bellissimo montone
209
1915
dove sono?» ¶ Ulisse raccontò la triste fine dei compagni
210
1915
timone fu drizzato verso la vicina isoletta delle capre
211
1915
isoletta delle capre: e la nave scivolò sul mare
212
1915
aspettavano più lontano. ¶ Mentre la nave si allontanava dall
213
1915
e lo lanciò contro la nave di Ulisse. ¶ Il
214
1915
per un turbine, coprendo la nave: la quale, spinta
215
1915
turbine, coprendo la nave: la quale, spinta con furia
216
1915
isoletta delle capre, dove la piccola armata di Ulisse
217
1915
Riprendiamo il viaggio verso la nostra Itaca azzurra». ¶ Via
218
1915
Via, via, via, via. La piccola armata aprì al
219
1915
limite estremo dell'orizzonte la patria desiderata, la buona
220
1915
orizzonte la patria desiderata, la buona terra dove erano
221
1915
fragranze, abitava Eolo con la sua famiglia composta della
222
1915
giorni – uno diceva, lisciandosi la barba grigia, – e vedremo
223
1915
E un altro con la fronte pensosa, seguitava: ¶ «Le
224
1915
noi scenderemo e baceremo la terra nativa: e faremo
225
1915
le braccia tese verso la cara patria, che si
226
1915
Ulisse rispose: ¶ «Ospiti buoni, la curiosa avidità dei miei
227
1915
mio breve sonno, furono la causa di tanto male
228
1915
una, quella di Ulisse, la quale rimase all'imboccatura
229
1915
quale terra è questa?» ¶ La fanciulla rispose: ¶ «Questa è
230
1915
fanciulla rispose: ¶ «Questa è la terra di Lestrigonia, e
231
1915
vedete più oltre è la sublime città di Lamo
232
1915
per cui sbigottirono raccapricciando. ¶ La femmina si fece sulla
233
1915
smisurati che, in breve, la piccola armata di Ulisse
234
1915
sua nave, poterono schivare la morte. Legata all'alta
235
1915
rupe, fuori del porto, la nave di Ulisse sfuggì
236
1915
tanti compagni di Ulisse, la maggior parte era perduta
237
1915
come un rosso vino. ¶ La Maga Circe ¶ Ora un
238
1915
di Itaca Ulisse drizzò la nera nave verso l
239
1915
silenziosamente vicino e, con la lunga asta, lo colpì
240
1915
sulle spalle, per portare la spoglia ai compagni. Fece
241
1915
quel tempo – e bandì la caccia. ¶ Per tutta la
242
1915
la caccia. ¶ Per tutta la mattina, i cacciatori frugarono
243
1915
uccise. ¶ Ulisse divise egualmente la copiosa selvaggina. Tredici erano
244
1915
che, non appena discese la sera, tutti caddero a
245
1915
Ulisse aveva conservata chiara la mente e desto il
246
1915
aveva deciso di sbarcare l'indomani. ¶ Difatti, risorta
247
1915
deciso di sbarcare, con la mia sola nave, nell
248
1915
stratagemma, salvò sé e la maggior parte dei compagni
249
1915
che i suoi abitatori la frangessero con l'aratro
250
1915
quell'isola felice, tra la montagna e il mare
251
1915
un sole. Se parlavano, la voce superava il rumore
252
1915
tenaglie stritolatrici: se camminavano, la terra rimbombava sotto i
253
1915
amore del prossimo e la pietà per i deboli
254
1915
un'immane spelonca, entro la quale giacevano pecore e
255
1915
di querce. ¶ Ulisse lasciò la maggior parte dei compagni
256
1915
sacerdote di nome Marone, , a Ismaro nella terra
257
1915
cortesia e amore. ¶ Ma la spelonca immane non era
258
1915
stalle, e ognuno aveva la propria stanzetta. Dappertutto, pendevano
259
1915
in fretta. E raggiunta la nave, partiremo velocemente senza
260
1915
fatto fuoco per cuocersi la cena. Giunto sulla soglia
261
1915
gregge dentro e fuori la spelonca: mise dentro le
262
1915
chiese: ¶ «Dove approdasti con la tua nave? Presso la
263
1915
la tua nave? Presso la mia spelonca o più
264
1915
scoglio di quest'isola. La nostra nave si è
265
1915
nave si è spezzata, la più parte dei nostri
266
1915
sbatté due volte contro la terra. Sprizzarono da ogni
267
1915
terra, piangendo: ¶ «È venuta la nostra ultima ora! È
268
1915
ultima ora! È venuta la nostra ultima ora!». ¶ Taluno
269
1915
ultima ora!». ¶ Taluno ricordò la madre, la sposa, i
270
1915
Taluno ricordò la madre, la sposa, i figlioli, invano
271
1915
e sé. «Ho qui la mia spada, e potrei
272
1915
uscire di qui, raggiungere la nostra nave e gli
273
1915
tali pensieri funesti, passò la notte. All'aurora, Polifemo
274
1915
alto, li sbatté contro la terra, ne lacerò a
275
1915
pascolare il suo gregge. ¶ La vendetta di Ulisse ¶ Soli
276
1915
di Ulisse ¶ Soli, dentro la tenebrosa spelonca, impotenti a
277
1915
lamentarono a grandi grida la tristissima fine dei quattro
278
1915
e imploravano da Ulisse la salvezza o una morte
279
1915
siate forti, e vinceremo la sorte maligna». ¶ Ulisse non
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1915
da Ulisse che, con la spada, lo recise. Data
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1915
spada, lo recise. Data la parte recisa ai compagni
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1915
ai compagni, ordinò che la pulissero e levigassero. Pulita
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1915
da un lato, abbrustolì la punta nel fuoco: e
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1915
accordi, aspettarono con ansia la sera e il ritorno
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1915
il masso che chiude la spelonca, entra con tutto
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1915
alto, li sbatte contro la terra, li lacera a
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1915
e bere con te la coppa dell'ospitale amicizia
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1915
dalle mani di Ulisse la coppa ricolma del nero
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1915
tradimento, la rovina e la morte! Rotolate giù dalla
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1915
ultimo giorno di Troia». ¶ La giovanetta figlia del re
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1915
difendersi con ogni arma. La mischia s'accese atrocissima
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1915
immenso rogo. Rimaneva ancora la reggia, dove il vecchio
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1915
vecchio re Priamo e la vecchia regina Ècuba, circondati
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soverchiante impeto greco. Anche la reggia fu presa e
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1915
sul re dei Troiani la morte del padre. ¶ L
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1915
di guerrieri che, durante la guerra durata dieci anni
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1915
parlò ai suoi compagni: ¶ «La città che voi vedete
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fuga. Gli assalitori saccheggiarono la città, fecero strage degli
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1915
vendicare i loro morti, la loro città distrutta. Salviamoci
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1915
tempo». ¶ A niente valsero la minaccia di tanto flagello
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1915
le navi, e di combattere disperatamente per avere
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1915
disperatamente per avere salva la vita. ¶ Spaventosa fu la
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1915
la vita. ¶ Spaventosa fu la battaglia. I Ciconi vinsero
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1915
l'alto mare. E la piccola armata partì. ¶ I
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1915
terra dei Ciconi e la soave speranza di rivedere
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di rivedere alfine Itaca, la cara patria, dove era
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di qua e di alla ventura: le vele
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1915
gli avversi elementi e la triste fortuna, col suo
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1915
invitto e prode. ¶ Con la sua voce che pareva
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1915
sua nave, e con la forza delle sue braccia
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1915
volse l'imbarcazione verso la prossima spiaggia, gridando alle
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e muti, aspettando che la tempesta si placasse e
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e permettesse di riprendere la via del ritorno. ¶ Sorse
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1915
un l'altro per la riacquistata fiducia di proseguire
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e ai venti favorevoli la cura del giusto cammino
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1915
del giusto cammino verso la desiderata Itaca. La piccola
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1915
verso la desiderata Itaca. La piccola armata filava, e
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1915
uno di essi, lisciandosi la bionda barba. ¶ E un
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1915
noi scenderemo e baceremo la terra nativa: e faremo
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1915
dolci parole, a volgere la speranza in disperazione. ¶ Bòrea
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1915
si aggiunsero a scompigliare la piccola armata e a
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1915
rive di una terra, la quale appariva fiorita di
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attinsero acqua per spegnere la sete, e mangiarono vicino
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unico cibo, e acquisterete la pace del cuore e
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vegliardo – e tutti godrete la pace e la felicità
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godrete la pace e la felicità che vedete dipinte
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miracolosa trasformazione. Essi dimenticarono la loro patria, la loro
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dimenticarono la loro patria, la loro Itaca lontana: non
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bene qui, questa è la nostra terra, e nessuno
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1915
patria?». ¶ I tre scrollarono la testa e seguitarono a
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1915
e dimenticassero essi pure la patria lontana. Ordinò che
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lasciando dietro a sé la terra dai fiori stregati
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1915
d'un altro giorno, la piccola armata di Ulisse
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nonostante l'oscurità e la nebbia che saliva dal
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1915
sul lido: quieta era la notte e tranquilla l
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1915
apriva una grotta, sotto la quale zampillava una fontana
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abile stratagemma a prendere la città di Troia. ¶ Dieci
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combatterono i Greci contro la città di Troia senza
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penetrarvi dentro, a vincerne la resistenza, ad appiccarvi il
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nei momenti in cui la lotta si faceva più
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buono per colpire. Cosicché la battaglia si scomponeva in
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già nove anni che la guerra durava, con alterna
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di Troia fu scritto; la bella e sfortunata città
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avide mani dei Greci. La morte di Ettore toglieva
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Il Cavallo di Legno ¶ La città di Troia era
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alle mura, avevano tentato la scalata, ma erano sempre
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difensori. ¶ Bisognava, dunque, rompere la resistenza dell'eroica città
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città non più con la forza, risultata vana e
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suolo nativo col danno, la vergogna e l'insulto
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il meraviglioso lavoro, domandandosi la misteriosa ragione d'una
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Allora i Greci sparsero la voce che essi costruivano
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e avere in compenso la grazia di ritornare sani
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i nemici avrebbero abbandonato la guerra; si compiacquero della
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conquistata pace e ammirarono la vasta mole di legno
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opera davvero solenne. Calata la notte, i Greci, col
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armati. Entrarono, si rinchiusero dentro, come in una
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1915
dell'isola di Tènedo, la quale sorgeva davanti a
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venerando Priamo, apparve tra la folla. Tutti s'inchinarono
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1915
Priamo perché lo giudicasse. ¶ La folla, dimentica del cavallo
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nostri dèi, e che la mia morte sarebbe stata
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1915
Io piansi e implorai la vita: inutilmente. Allora aspettai
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vita: inutilmente. Allora aspettai la notte, fuggii dal campo
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1915
le navi greche verso la cara patria dove i
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1915
commossero il re e la moltitudine dei Troiani. Il
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1915
qui da Ulisse per la buona riuscita del suo
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1915
Se tu concedi, è la rovina di Troia». ¶ Ma
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orribile morte doveva soffocare la voce del saggio sacerdote
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inganno di Ulisse e la fine di Troia. Due
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a vedersi, essi salirono la riva, e si diressero
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sacerdote, che aveva predicato la distruzione del cavallo di
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accinsero alla difficile impresa. ¶ La grandiosità del cavallo e
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grandiosità del cavallo e la pesantissima sua mole resero
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smuoverlo e condurlo verso la città. ¶ Ma, davanti alle
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squilli delle trombe e la voce del re. Il
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città il tradimento e la morte. ¶ Dentro il ventre
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tirato e sospinto ascendeva la strada della rocca. Ormai
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strada della rocca. Ormai la meravigliosa mole si vedeva
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vedeva da tutta quanta la città sottostante, e per
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e dal popolo che la sera già calava e
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erano in festa per la compiuta impresa, e ritornavano
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sonno. ¶ Tutti, meno una: la figlia del re, giovanetta
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cielo, sbiancato il volto, la bocca urlante: ¶ «Ah, ciechi
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che avete portato dentro la vostra città il tradimento
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vostra città il tradimento, la rovina e la morte
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così gli parlò – durante la tua lunga assenza, molti
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e non hanno perduto la speranza di riabbracciarti; ma
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gente molesta ha occupato la tua casa e vi
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in sposa tua moglie, la saggia regina Penelope, per
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tale strage che tutta la mia casa si tingerà
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si tingerà di sangue». ¶ La fata buona proseguì: ¶ «Calmati
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te, e tu avrai la peggio. Io ti trasformo
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1915
il consiglio della fata. La quale lo toccò con
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1915
ecco, per divino incanto, la pelle di Ulisse si
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1915
diventano i capelli, curva la persona e stanco l
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1915
e stanco l'occhio. La fata veste il falso
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servo fedele potrai preparare la tua vendetta contro i
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1915
i Proci». ¶ Ciò detto, la fata dagli occhi azzurri
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prese il cammino per la casa di Eumèo. Eumèo
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un colle solitario. Presso la casa, dentro il recinto
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Quattro cani mastini guardavano la casa e le stalle
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i quali hanno occupato la casa del re e
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egli è partito per la guerra di Troia, e
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sulla porta della reggia. La sua saggia moglie, la
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La sua saggia moglie, la regina Penelope, domandata in
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loro quando avrà finita la tela che sta tessendo
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fa a non finire la sua tela? Di notte
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durante il giorno, e la tela è sempre al
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in terra. Ma ormai la speranza è finita. Ulisse
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i Proci». ¶ Eumèo scosse la testa, incredulo alle parole
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mendicante. Era, intanto, venuta la sera. ¶ «Dormiamo, ospite mendico
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sonno». ¶ E tutto tacque. La mattina dopo, Ulisse si
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Vado alla reggia dove la regina Penelope lavora alla
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di nascosto furore contro la sorte maligna. Ospite mendico
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Proci! Quanto a me, la mia sorte è decisa
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va' da mia madre, la regina Penelope, e avvertila
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suo sospirato padre. Ma la fata, dagli occhi azzurri
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riapparve a Ulisse. Ulisse la vide: non la vide
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Ulisse la vide: non la vide Telemaco. La fata
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non la vide Telemaco. La fata toccò, con la
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La fata toccò, con la sua magica verga, la
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la sua magica verga, la fronte, il petto, le
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folti i capelli, alta la fronte, la persona diritta
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capelli, alta la fronte, la persona diritta e nerboruta
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figlio: ¶ «Taci con tutti la mia venuta, anche col
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degli altri. Quando saremo stai attento a ogni
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e bevvero, finché discese la sera con le sue
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del ritorno di Eumèo. La fata dagli occhi azzurri
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sorriso buono riapparve per la terza volta, toccò con
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terza volta, toccò con la magica verga la persona
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con la magica verga la persona di Ulisse: ed
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ecco, per divino incanto, la pelle di Ulisse si
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ridiventano i capelli, curva la persona e stanco l
433
1915
salutando Telemaco e dicendogli: «La tua saggia madre, la
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La tua saggia madre, la regina Penelope, è lieta
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alle stanze della madre. ¶ La regina Penelope, che lavorava
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Ulisse?». ¶ «Madre mia cara, – la confortò Telemaco – asciuga il
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Io ti dirò...» ¶ Mentre la madre e il figlio
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fido Eumèo, andava verso la città e la reggia
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verso la città e la reggia. ¶ Il re di
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così cari. Passarono presso la fontana famosa d'acque
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che gli avrebbero tolto la vita. Giurò dentro di
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ripresero il cammino verso la reggia. Ma incontrarono un
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tutta l'isola: dopo la partenza per la guerra
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1915
dopo la partenza per la guerra di Troia, l
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suo dolce padrone e la sua bella giovinezza avventurosa
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Rizzò le orecchie, dimenò la coda, volle alzarsi per
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fedele servo Eumèo, varcò la soglia della sua reggia
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pace col padre Laerte, la moglie Penelope e il
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suo lungo viaggio. ¶ Varcata la soglia della sua casa
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Egli sopporta e tace. ¶ La regina Penelope, intanto, saputo
451
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fa rispondere che venuta la notte, andrà da lei
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sale dalla regina Penelope, la quale non lo riconosce
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storia che commuove Penelope. La regina saluta assai gentilmente
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gli prepari un bagno. ¶ La vecchia Euriclèa è stata
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vecchia Euriclèa è stata la nutrice di Ulisse bambino
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Ulisse abbraccia e bacia la cara vecchia nutrice, e
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cara vecchia nutrice, e la prega di serbare il
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un bersaglio. Chi vincerà la gara sposerà la regina
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vincerà la gara sposerà la regina Penelope, e sarà
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prende l'arco, scocca la freccia, colpisce il segno
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si erge di tutta la persona. Tende l'arco
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Tende l'arco, scocca la freccia: contro chi? contro
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padre. In breve tempo, la strage dei Proci è
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è compiuta. Liberata è la reggia, Itaca è salva
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dal suo grande viaggio! ¶ La fata dagli occhi azzurri
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riappare, e tocca con la magica verga il mendico
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una tunica preziosa, alta la fronte, diritta la persona
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alta la fronte, diritta la persona, vivi e lampeggianti
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e cuor di leone. ¶ La regina Penelope corre da
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fedele servo Eumèo e la vecchia nutrice Euriclèa piangono
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in un angolo. Tutta la famiglia è riunita. Per
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hanno aiutato a raggiungere la sua patria, a tutto
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può più contenerli. Racconterà la sua storia giorno per
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vissuti separati e distanti. ¶ La storia di Ulisse, raccontata
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meno remoti a noi. La udì un vecchio poeta
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girava il mondo, e la portò per le campagne
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Bambini, da Omero noi la togliemmo per raccontarvela. Vi