Giovanni Carmignani, Polissena, 1789

di scorta Achea ¶ Seguii la tragica terribil Dea, ¶ Tutto

Se di voi spingemi la doppia brama ¶ Ad opre

ave, ¶ E il suo la Cetera ha più soave

Tracio Vate. ¶ Per voi la Reggia vider d'Averno

un evento simile per la mia. Una, o due

due situazioni, l'arte, la destrezza degl'Attori, e

di Ferney nel produrre la sua Marianne, e così

da una bella Principessa, la viltà d'un Massimo

risalire il loro Teatro. La munificenza di Leone X

X si vide porgere la mano, e far risorgere

per far rappresentare con la dovuta magnificenza, e con

con un apparato sorprendente la prima Tragedia, che avesse

dell'Impero in poi. La Sofonisba del Trissino a

del Trissino a Vicenza, la Rosamonda del Rucellai a

celebri Scrittori prima che la Spagna, l'Inghilterra, e

Spagna, l'Inghilterra, e la Francia conoscessero l'opere

scriveva. Il trasporto per la Musica ha riportata sempre

sempre, almeno in Italia, la preferenza sopra il buon

il buon gusto per la vera Poesia. Metastasio ha

gusto per altro per la Tragedia sembra aver incominciato

animi nostra timore minor. La Tragedia, che io offro

nessuno a premettere, che la Tragedia, di cui egli

abilità, l'arte, e la destrezza degl' Attori, che

destrezza degl' Attori, che la rappresentarono fu ciò sicuramente

nell'amore; l'inarrivabile, la sensibile, la vaga Polissena

l'inarrivabile, la sensibile, la vaga Polissena, che poté

sicuramente sprovvista. Io adesso la presento agl'occhi del

saprà senza dubbio distinguere la Critica sensata, e giudiziosa

non farà, che disprezzar la seconda, che suol esser

troppo si sentono ronzare la per tutto di quest

altro non conosce, che la parzialità, e la detrazione

che la parzialità, e la detrazione. Non è a

Critici, che io presento la mia Tragedia, ma bensì

Dieux ¶ Il défend, que la satyre ¶ Trouble les sons

Sacerdoti ¶ Guerrieri ¶ Guardie ¶ Popolo ¶ La scena è sotto le

mezzo vi si scorge la tomba dell'estinto Achille

consultar del Padre tuo la tomba. ¶ Pirro vedi i

marmi? ¶ rend="italic">accenn. la tomba ¶ Ivi riposa ¶ Il

vele a i venti ¶ La Greca Flotta; Il Mar

Signor, sua speme ¶ Fissa la Grecia, ed a te

vendetta. ¶ Forse è questa la notte, in cui rompendo

Tra l'Averno, e la luce a lumi tuoi

comincia ¶ Sul Balzo Oriental la bella Aurora. ¶ Mira. ¶ quì

già vicino Sol soffrir la luce. ¶ ARSINDO ¶ Ebben? forse

ad ingannar non tenda ¶ La vigilanza mia! … tu sai

sai, che schiava ¶ Polissena la sorte un dì mi

Polissena … ¶ ARSINDO ¶ E tanto ¶ La schiava tua fra' tuoi

agli Dei veder distrutta ¶ La superba Ilion dall'Armi

infranta ¶ Con bipenne letal la maggior porta ¶ Tutta al

Tutta al Greco furor la strada apersi ¶ Agl'aditi

gl'artari ¶ Timorosa correa la turba imbelle. ¶ Oltre io

de' figli ¶ L'incalzo là dove piangendo insieme ¶ Col

del Figlio a vendicar la morte ¶ Contro di me

ed efferando irato ¶ Con la sinistra a lui la

la sinistra a lui la bianca chioma ¶ La destra

lui la bianca chioma ¶ La destra inalzo, e semivivo

parea sperar mercede. ¶ Languia la sventurata, e in sen

atto oppressa ¶ Miro giacer la bella mia Nemica. ¶ Facilmente

Che smorzar non potrà la morte istessa. ¶ Tu vola

potrei come far suole ¶ La sue vendette un disperato

Patria ancora ¶ Sei tu la speme? … Ah! ti ravviso

figlio, ¶ Col voler tuo la volontà de' Numi. ¶ PIRRO

Ma qual'è mai la minacciata testa, ¶ Che vuol

CALCANTE ¶ Del Padre tuo la voce, ¶ Figlio, sortir da

sì valido Eroe tolse la vita. ¶ Ei tradito spirò

s'aspetta ¶ Il compir la grand'opra. ¶ va alla

vendicar del Padre tuo la morte. ¶ PIRRO ¶ Che? … dubitar

che all'opra astringa ¶ La tua virtude indissolubil nodo

pria volgiti al Ciel; la tua virtude ¶ È grande

brama. ¶ PIRRO ¶ Tutto farò … la vittima infelice, ¶ Che il

Agamennone freme: Egli solleva ¶ La Plebe sediziosa. A lei

ingannatori entrambi ¶ Per saziar la vostr'ira, e un

Dello sdegno del Ciel la falsa voce ¶ Spargete ad

tuoi lo stuolo: ¶ Vola la Plebe alle tue tende

Spinger contra di te la cieca Turba ¶ Volesse il

di quel gran cuor la piaga. ¶ Di già l

sacra promessa. ¶ Polissena è la vittima … il suo sangue

procura ¶ Insiem con lui la sollevata Plebe. ¶ ARSINDO ¶ M

seno il turbamento interno. ¶ Là le tende d'un

a sopportar lo sdegno. ¶ la conduce sul Proscenio ¶ POLISSENA

vi degnate ¶ Di sostener la mia costanza almeno. ¶ Disvelatemi

de' nostri mali ¶ Rinnovellar la rimembranza amara? ¶ So quanto

spento? ¶ POLISSENA ¶ Vana speranza! - la sua morte è certa

ed agitar si vide ¶ La terribil Megera ultrice fiamma

vendetta ebra gli sforza ¶ La man tremante a trapassarmi

riprendi ¶ De' sensi tuoi la già perduta calma. ¶ Tutto

giova l'opporsi? È la costanza, ¶ Tu il sai

Che avido del tesor, la morte mia ¶ Ordina il

drizzasse il coro suo la Nave, ¶ Che a morte

improvviso ¶ Strepito giunse! … ¶ (guarda la scena) ¶ Altrove fuggi … ¶ (con

pugnale ¶ POLISSENA ¶ Crudel, vuoi la mia morte? ¶ POLIDORO ¶ partendo

tuo ¶ Godrei di tributar la vita istessa, ¶ Ma forte

il mio grado, e la mia destra ¶ Oprar potrai

Ah! Signor … l'onorar la mia sventura ¶ Con sì

occhi miei, ¶ Cauto celar la sua nascente fiamma. ¶ Egli

vendicator costante. ¶ Assai pagò la meritata pena ¶ Ilio superba

quell'ostinato sdegno, ¶ Che la Grecia allarmò. Finch'io

se posso impedir, che la sua destra ¶ Al par

ragion del nome tuo la Terra ¶ È piena, e

e quanto il ver la fama vince! ¶ Tu in

odiarti? ¶ Con qualunque color la mia fierezza ¶ Si sia

fianchi suoi m'abbia la vita? ¶ Quai selvaggi costumi

mi spinse: ¶ Vedo, che la ragion cede alla forza

da me mi sento! ¶ La mia fierezza un sol

Ti trovo ovunque, e la tua bella imago ¶ Fra

mi siegue. ¶ Del dì la luce, e il cupo

posso. ¶ Il mio scudo, la spada, il cocchio mio

langue ¶ In questo cuor la mia virtude oppressa. ¶ I

queste spelonche, e oziosi ¶ La mia voce obliaro i

vita, e quale ¶ È la mia sorte? - In cenere

Sotto degl'occhi miei la Patria io veggio; ¶ Opera

son le ruine, ¶ Che la tengono oppressa, e la

la tengono oppressa, e la tua destra ¶ Fuma ancor

fur preda. ¶ Tutto mieté la Greca Spada; il fuoco

Che odiosa t'è la mia presenza istessa? ¶ Crudele

alto ¶ Ah! se dipende ¶ La tua felicità dalla mia

tua ¶ Lungi da me la mia anima trasporta. ¶ POLISSENA

se celata ¶ Avessi almen la debolezza mia ¶ Un conforto

il nodo, ¶ Che fra la lingua, e il cuor

quella continua guerra, ¶ Che la mente gli turba, e

suo ¶ Di propria man la Schiava sua disciolse. ¶ Signor

Ei troppo avvampa, e la ragione in lui ¶ Da

non è dell'uom la vita! ¶ Amico, ebbene, se

solo ¶ Sullo Stranier truciderà la Schiava. ¶ ARSINDO ¶ Qual Nume

invigilar; Cerca qual'è la sorte, ¶ Che in questi

lo spinse, ¶ Qual'è la Patria sua, qual cura

renda. ¶ ARSINDO ¶ Ma, Signor, la tua gloria, ed il

Il mio candor, né la pietà, che provo ¶ In

il Padre tuo custode. ¶ La passion nulla ascolta, ed

furor; Che in lei ¶ La memoria fatal già sia

sia distrutta, ¶ Che tu la Patria le rapisti, e

destra sì cara avrò la morte. ¶ ARSINDO ¶ Fatale errore

Ciò, che a te la passion veder non fece

Misero amante, a cui la guida serve ¶ Un ciglio

e di tal colpa ¶ La virtù la più rara

tal colpa ¶ La virtù la più rara agl'occhi

sangue, ¶ Che versar dee la nuova mia vendetta? ¶ Di

Arsindo ¶ Andiamo. ¶ ARSINDO ¶ Frena la smania tua. Conosci in

A preparar mi siegui ¶ La morte lor - non ti

a quale ¶ Fatal periglio la tua vita esponi! ¶ Ferma

mi divora, ¶ E che la Patria a vendicar mi

dal mio braccio ¶ Io la morte riceva in mille

forza il traggo ¶ Per la chioma sanguigna, e col

suo; Ma s'ei la Patria nostra ¶ Tutta distrusse

a gli Dei, che la tua destra ¶ Chiamano ad

al Padre mio tolse la vita, ¶ Il suo fallo

ira altrui Me con la Madre - Ei franse ¶ I

per giovarmi ¶ Non curò la sua vita, e ch

A me tu chiedi ¶ La morte, e ben la

La morte, e ben la merti - ah! se la

la merti - ah! se la destra ¶ Non m'impedisse

minaccia, sgrida ¶ Con crudeltà la colpa mia; Raddoppia, ¶ Inasprisci

E sanata vedrai presto la piaga ¶ Che così ti

preparato stuolo: ¶ Ei sarà la tua scorta. ¶ POLISSENA ¶ Ah

È tra l'armi ¶ La tua vita in periglio

egli si volta verso la Scena ¶ Ma che temer

seco lui sen muore ¶ La frode, e il tradimento

e il tradimento … ¶ ripone la spada ¶ Ancor vi resta

mio cuor sollevarsi - Ah! la spergiura ¶ Vedrallo anch'essa

che più sia crudele ¶ La mia vendetta. Ognun celata

vendetta. Ognun celata tenga ¶ La morte di costui, e

era avvinta; io, che la vita ¶ Le conservai senza

Le conservai senza cura la mia, ¶ Io l'aborrito

e l'ingannato sono? ¶ La spergiura! … ¶ s'appog. oppresso

con furore ¶ Nò, veder la voglio, ¶ Confonderla, ascoltarla - Ah

mostrarti? ¶ PIRRO ¶ Non temer: la sua morte è già

Ella sarà punita. ¶ Tu la Schiava mi chiama. ¶ ad

e se è giurata ¶ La morte sua … cosa mi

Dimmi: sai tu qual la cagione ne fosse? ¶ POLISSENA

falli ¶ Saran puniti, e la tua morte è certa

preferir ti piace? ¶ POLISSENA ¶ La fedeltà. ¶ PIRRO ¶ Senza di

Senza di lei? ¶ POLISSENA ¶ La morte. ¶ PIRRO ¶ Soddisfatta sarai

luogo, ove è racchiusa la Tomba d'Ettore. Questa

che è sparso per la Scena. Vicino al Proscenio

similmente di sasso. Sopra la tavola è una tazza

Guardia) ¶ Dove mi guidi? ¶ (la Guardia sorte) ¶ Ei fugge

notisi, che ella volta la faccia verso Polidoro ¶ Fantasmi

questo segno è giunta ¶ La sua folle passion! … crudel

incontrar m'accinga. ¶ prende la spada ¶ Polidoro … ombra sacra

sono amato! ¶ POLISSENA ¶ Almen la morte mia, terribil'ombra

ferma ¶ Ma perché mai la destra ¶ Mi trema al

non dee per me la morte. ¶ posa la spada

me la morte. ¶ posa la spada ¶ Almeno ¶ Men terribil

terribil si cerchi … ¶ accennando la tazza ¶ Ecco la via

accennando la tazza ¶ Ecco la via ¶ Onde sortir da

il mio sen tutta la forza avviva; ¶ Polissena, coraggio

Alfin si mora. ¶ prende la tazza ¶ PIRRO ¶ Fermati … oh

l'arresta, e getta la tazza ¶ POLISSENA ¶ spaventata ¶ Da

furioso a morte spinsi ¶ La metà di te stessa

lascia ¶ A questo sen la libertà del pianto. ¶ PIRRO

e trarne a forza ¶ La debol'alma? Che t

tuo sdegno ammorzi; ¶ Ahimè! … la mia barbarie, il mio

noto questo cuor; risparmia ¶ La pena mia - L'affetto

puote ¶ Lo sguardo tuo la mia fatal presenza, ¶ E

POLISSENA ¶ Taci. Io bramo la morte. Io, che da

geloso, il disumano; ¶ Se la tema di perderti ha

cui fragil corso ¶ Avvelenò la fiamma tua, son gravi

cadavere ¶ ah! tigri! ¶ Pirro la ritiene ¶ ove si trae

a riparar si voli ¶ La colpa mia. ¶ (s'alza

s'opporrà, che spenta ¶ La mia felicità vorrassi allora

Forse non presterai, sebben la merti. ¶ Era il Sol

Il mio furor; farò la strada ai venti ¶ Onde

Padre ¶ Negar non vuoi la contentezza estrema ¶ Svenar t

Quell'empia tazza apporterà la morte. ¶ vi stende la

la morte. ¶ vi stende la mano ¶ Ma chi ritiene

mano ¶ Ma chi ritiene la destra mia! … chi porta

fianco mio si tragga ¶ La mia Schiava … il mio

seno ¶ Se di pietà la voce il grido ergesse

parte ¶ Dalla mia sorte, la tua destra avrebbe ¶ Prontamente

m'astrinse ¶ D'amor la fiamma; Io, che del

quest'alma ¶ Insensibil stimar la tua sventura? ¶ Quando de

nostre sventure a te la fama, ¶ Non curar di

appoggia ¶ Questo sfogo perdona la mio dolore … ¶ Io respirare

il difensore avrai. ¶ Pera la Patria … il Ciel m

Servi alla Patria, e la tua Schiava oblìa; ¶ Signor

tu? ¶ PIRRO ¶ parte furibondo ¶ La morte. ¶ si cala il

rappresenta il Bosco, e la Tomba. Erope, Arsindo. ¶ EROPE

fianco suo più non la vidi, e sono, ¶ Misera

cenni di Calcante appena ¶ La sventurata Vittima in potere

Il Garzon truce ¶ Fra la turma si scaglia, e

al Campo, e stringa ¶ La man l'acciar per

man l'acciar per la comun salvezza. ¶ Ciel! … che

non vedi, ¶ Che con la mia tu la tua

con la mia tu la tua morte affretti? ¶ PIRRO

Non sai, che pende ¶ La mia felicità da' giorni

Signor, da una meschina ¶ La tua felicità dipender puote

tua felicità dipender puote, ¶ La morte mia far sol

e folli sdegni ¶ Tema la tua doppiezza incuter tenta

incuter tenta. ¶ Combattei per la Patria, e l'ira

come mai puote ¶ Servir la Patria, e consolare un

nel sangue. ¶ Polissena è la vittima: Né giova ¶ L

collo piegato alle bipenne ¶ La sventurata Vergine non abbia

dell'acque avverso, ¶ E la Dea delle Selve, e

Sola saziò d'Ifigenia la morte. ¶ Sanguine placatis ventos

parla; E non potremo ¶ La Patria riveder, che a

e il Cielo irato ¶ La bramata vendetta al vostro

e sono per incominciare la zuffa. Polissena già libera

innocente; avranno i Numi ¶ La vendetta richiesta. ¶ PIRRO ¶ O

intatto ancor conservo ¶ Senza la destra altrui saprà versarsi

spoglia funesta, e cara ¶ la guarda teneramente, indi disperato