Cesare Balbo, Vita di Dante, 1839

certo essere altro che la teologia; non imparata fin

sessant'anni soli dopo la morte del Poeta, reca

pensai alcuna volta ¶ Prender la lonza alla pelle dipinta

pensato già di vincere la lonza, cioè come vedremo

lonza, cioè come vedremo la lussuria, non parmi si

forse altrimenti, che per la corda de' Francescani, detti

Al che tutto aggiugnendo la singolare divozione od anzi

con che Dante narra la vita di San Francesco

a quella che prima la vidi. Allora cominciai a

posseder alquanti dì senza la costanza della ragione. E

amore; e conchiude tutta la storia e il libro

le cose vivono, che la mia vita per alquanto

è sire della cortesia, la mia anima se ne

possa ire a vedere la gloria della sua donna

che egli intitola perciò la Vita Nova, cioè la

la Vita Nova, cioè la vita giovanile. La scrisse

cioè la vita giovanile. La scrisse al suo primo

il suo innamoramento per la gentildonna consolatrice negli ultimi

del 1293,* è così accertata la data non anteriore. Oltre

importante di tutti per la vita di Dante. ¶ La

la vita di Dante. ¶ La visione, poi, di che

certo quella di Beatrice. la qual accompagna od anzi

può trarre dai biografi. La data stessa non ci

innamoramento di Dante per la gentildonna consolatrice, e prima

nel 1301, lasciò per sempre la patria e la moglie

sempre la patria e la moglie. Quindi, certi siamo

donna? Ad ogni modo, la moglie di Dante fu

conforto gli fosse detto. La quale cosa vegendo li

dar moglie; acciocchè, come la perduta donna gli era

di letizia gli fusse la nuovamente acquistata. E trovata

più loro parvero induttive, la loro intenzione gli scoprirono

a' lavoratori: essi con la filosofia si dilettino, la

la filosofia si dilettino, la quale è molto migliore

consorti «abitavano in su la Piazza di San Martino

e Donati si passò la vita cittadina di Dante

gli diedero in moglie la Gemnna Donati, furono probabilmente

mondo. Imperciocchè tale è la legge del Purgatorio stabilita

qui. ¶ Se prima fu la possa in te finita

dolce assenzio de' martiri ¶ La Nella mia col suo

cara e più diletta ¶ La vedovella mia, che molto

è più soletta; ¶ Chè la Barbagia di Sardigna196 assai

è più pudica, ¶ Che la Barbagia dov'io la

la Barbagia dov'io la lasciai. ¶ O dolce frate

questa gente ¶ Tutta rimira là dove 'l Sol veli

osservisi ne' versi precedenti la virtuosa indegnazione di lui

che aggiungono al vizio la colpa peggiore di scusarlo

peggiore di scusarlo, o la pessima di trarne vanto

di Piccarda; e questi: ¶ La mia sorella, che tra

SETTIMO. ¶ MORTE DI BEATRICE, LA VITA NOVA, LA SECONDA

BEATRICE, LA VITA NOVA, LA SECONDA IDEA DEL POEMA

Di necessità conviene, che la gentilissima Beatrice alcuna volta

VIII, 28-30. ¶ Pareagli poi veder la sua donna morta, «e

e sì forte fu la mia immaginazione, che piangendo

di pianto, e chiamando la morte che venisse a

donna giovane e gentile, la quale era lunga il

donne, che erano per la camera s'accorsero che

lei partir da me, la quale era meco di

chiamandomi così, allora cessò la forte fantasia entro quel

io chiamassi questo nome, la mia voce era sì

fatta in questa occasione; la quale tanto si riferisce

occasione, che egli vide la sua donna con una

elle serviranno a dimostrare la verità dell'amore di

e tanto onesta pare ¶ La donna mia quand'ella

sì piacente a chi la mira, ¶ Che dà per

core ¶ Che intender non la può chi non la

la può chi non la prova. ¶ E par che

perfettamente ogni salute ¶ chi la mia donna tra le

amore e di fede. ¶ La vista sua fa ogni

tanto gentile, ¶ Che nessun la si può recare a

è detto in poesia, la quale non è pure

il sesso, le condizioni, la coltura; od anche la

la coltura; od anche la ignoranza e gli errori

donne ha lasciate. ¶ Non la ci tolse qualità di

E spesse fiate pensando la morte, ¶ Viènemene un desìo

E mentre ch'io la chiamo, mi conforta.166 ¶ ––––– ¶ E

travagliar l'acerba vita, ¶ La qual è sì invilita

Io t'abbandono; ¶ Veggendo la mia labbia tramortita. ¶ Ma

quel ch'io sia, la mia donna il si

non debbo giammai ¶ Veder la donna ond'io vo

al cor m'assembra ¶ La dolorosa mente, ¶ Ch'io

forte, ¶ Ond'io chiamo la morte, ¶ Come soave e

giovane e bella molto, la quale da una finestra

potendo lagrimare, nè disfogare la sua tristizia, andava per

vedere questa pietosa donna, la quale pareva che gli

fuori degli occhi per la sua vista.171 E venne

e più volte bestemmiava la vanità degli occhi suoi

degli occhi suoi172 «Recommi la vista di questa donna

volontà d'Amore, acciocchè la mia vita si riposi

una narrazione che compie la presente. «Come per me

Tuttavia, dopo alquanto tempo, la mia mente, che s

considerando, giudicava bene, che la filosofia, che era donna

donna gentile; e non la potea immaginare in atto

immaginare cominciai ad andar là ov'ella si dimostrava

confortatori, nominando Tullio tra la filosofica famiglia degli antichi

così togliendo di mezzo la gentildonna consolatrice. Ma, protestando

Ma, protestando egli anche là di non voler derogare

mal che non sarebbe. ¶ La mia letizia mi ti

Fulgeami già in fronte la corona ¶ Di quella terra

ripe tedesche abbandona; ¶ E la bella Trinacria, che caliga

soli giorni fuvvi allora la dimora dei due Angioini

Arezzo a troncar loro la via in sulle terre

con tanta forza, che la schiera de' Fiorentini forte

de' Fiorentini forte rinculò. La battaglia fu molto e

Messer Corso Donati con la brigata de' Pistojesi fedì

era coperta di nuvoli, la polvere era grandissima. I

corsono ad Arezzo con la vittoria, che si sperava

per tutta Toscana. Fu la detta rotta a dì

d'aver loro recata la descrizione così viva del

concorde questa battaglia, e la dice la più ordinatamente

battaglia, e la dice la più ordinatamente combattuta, che

non ora, fare ingaggiar la battaglia da alcuni guerrieri

l figliuolo e' nepoti. La qual cosa li fu

Ma «quando vide cominciala la battaglia, disse, come valente

noi a Pistoja per la condannazione; et francamente si

portò gravissimo pericolo. Perocchè la prima battaglia fu delle

tempesta vinsero e superchiarono la schiera de' cavalieri Fiorentini

quella che fe' perdere la battaglia agli Aretini, perciò

grande distanza lasciarono addietro la loro pedestre schiera; sicchè

a combattere, e disegna la forma della battaglia.138 » E

di Campaldino, nella quale la parte ghibellina fu quasi

a notare, che se la epistola certamente latina di

Ermo nasce in Apennino. ¶ Là 've 'l vocabol suo

l piano. ¶ Quivi perdei la vista, e la parola

perdei la vista, e la parola ¶ Nel nome di

quivi ¶ Caddi, e rimase la mia carne sola. ¶ Io

e 'l vento ¶ Per la virtù che sua natura

sua natura diede. ¶ Indi la valle, come 'l dì

in acqua si converse: ¶ La pioggia cadde, e ai

Di lei ciò che la terra non sofferse: ¶ E

Si ruinò, che nulla la ritenne. ¶ Lo corpo mio

mio gelato in su la foce ¶ Trovò l'Archian

sciolse al mio petto la croce. ¶ Ch'io fei

Fiorentini a casa, secondo la condizione di quei tempi

Lucchesi, e con tutta la taglia o lega de

E pochi mesi dopo la morte d'Ugolino, pochi

Ugolino, pochi giorni dopo la presa di Caprona, gli

sorella a Bernardino, era la genlile Francesca, data dodici

o incominciava o continuava la dimestichezza de' due cognati

furono i due corpi là riportati, insieme sepolti, insieme

immortalati da Dante. Per la medesima ragione, poi, che

in sei soli mesi la sorte offerì a Dante

Ugolino e Francesca.150 » Ma la sorte gli offerì altre

della vita tolgono talora la memoria dei più discosti

già pendeva su Dante la grande sventura della vita

forza; e quella virtù, la quale in tanti altri

che porta olivo, ¶ Tragge la gente per udir novelle

per tornare altra volta ¶ Là dove io son, fo

anima mia, che con la sua persona ¶ Venendo qui

allor sì dolcemente. ¶ Che la dolcezza ancor dentro mi

a nessun toccasse altro la mente. ¶ Noi eravam tutti

canto, e gire inver la costa, ¶ Com'uom che

sa dove riesca; ¶ Nè la nostra partita fu men

belle canzoni di Dante; la quale si vede così

Ancora pare accennato che la mettesse in musica Casella

biografi. ¶ Tale, dunque, era la condizione delle sette arti

imparò certo tutte o la maggior parte delle sette

poi teneramente: ¶ Chè in la mente m'è fitta

e ancor m'accuora ¶ La cara e buona immagine

Castiglia l'anno 1260, mentre la parte sua era cacciata

cacciata dalla città dopo la rotta di Monteaperti; e

sapere giudicare et reggere la nostra Repubblica secondo la

la nostra Repubblica secondo la politica.112 » Vedesi in tutto

seguente! È tanta, che la vera gloria del primo

fatti ed usati durante la barbarie, ma sulle opere

nuovamente disotterrate qua e là. Ad Irnerio succedettero nel

meno che l'altre la giurisdizione degli studi. E

si studiavano non solo la ragione civile, ma pur

ragione civile, ma pur la canonica, e la teologia

pur la canonica, e la teologia forse, benchè non

a Parigi, e certo la filosofia morale e naturale

che l'ultima sola, la filosofia naturale e morale

se non sia soverchia, la specialità della storia. ¶ CAPO

CARLO MARTELLO DI NAPOLI, LA BATTAGLIA DI CAMPALDINO, LA

LA BATTAGLIA DI CAMPALDINO, LA PRESA DI CAPRONA; FRANCESCA

e conversazione giovanile. Per la qual cosa mi giova

alla Meloria, che fu la maggior battaglia navale del

senza rialzarsi più mai la potenza pisana. Passò questa

amendue si rivolsero contro la vinta e ghibellina. Finì

e ghibellina. Finì poi la guerra, come finivano le

egli ogni cosa entro la sua città; e per

i Guelfi Pisani, anzi la stessa famiglia di Ugolino

Nino di Gallura e la sua suddivisione di Guelfi

potenti, e a tutta la parte Ghibellina; e fu

era lo splendore e la potenza de' Gherardeschi), ed

prigione in Genova dopo la Meloria. Rimase quindi l

e gittata in Arno la chiave dell'orribil torre

dell'orribil torre, entro la quale giacevano da nove

in quella narrazione immortale, la più distesa e la

la più distesa e la più terribile fra quante

in Italia, noi qui la ommetteremo.126 ¶ E s'affollavano

più che non fanno la potenza e le imprese

così a sè stesso là giunto l'introduce, con

Paradiso. Nè fu questa la sola conformità tra Dante

patria Pistoja, e per la medesima parte Bianca; anch

tempo a vedere mutata la propria fortuna. Cino, gran

come primo, mostrò forse la verità di quella osservazione

il compagno di tutta la gioventù di Dante. Era

Dante, posciachè nel 1266 sposava la figliuola di Farinata degli

rimanendo superiore e sola la parte Guelfa, misero in

e se lor basti la vita e la fortuna

basti la vita e la fortuna, nella loro città

delle quali cose poco la brigata curava), si fu

pace e lui e la sua Mandetta; e quanto

mi spira, ecc.; nè la ragione contraria che fa

freddi e concettisti; e la nuova poi, quella del

l'era poi per la poesia; onde è ragione

di tenerlo per giusto là e qui, senza invidia

intelletto d'amore, ¶ fu la prima posta nella prima

il verde in su la cima dura, ¶ Se non

il grido, ¶ Sì che la fama di colui oscura

uno all'altro Guido85 ¶ La gloria della lingua; e

giovanili: sorta era pure la prosa volgare, ed avea

di opere straniere come la romana; ma tutta nuova

compiuti di Danle), «per la festa di S. Giovanni

di S. Giovanni, essendo la città di Firenze in

li Guelfi, che signoreggiavano la terra, sì si fece

detto dello Amore. Per la qual brigata non s

assai honorevoli, andando per la città con trombe et

di cene et desinari. La quale corte durò presso

due mesi, e fu la più nobile e nominata

che ne' detti tempi la città di Firenze coi

alhora che si cominciò la divisione tra il popolo

e a cavallo, per la città e per lo

TRIVIO E IL QUADRIVIO; LA FILOSOFIA; LA RAGION CIVILE

IL QUADRIVIO; LA FILOSOFIA; LA RAGION CIVILE, LA LINGUA

FILOSOFIA; LA RAGION CIVILE, LA LINGUA GRECA, CASELLA, BRUNETTO

quella che ci dà la spinta a qualsiasi cosa

nella idea della provvidenza; la quale, all'incontro ci

tal distribuzione di studi.90 La grammatica non toccava alle

e i vivi, tra la rettorica studiata e l

l mal seme per la gente Tosca. ¶ Inf. XXVIII

vedemmo, nuovo Camillo, impedire la distruzione della patria. Fu

pronunciati ed uditi; ma la rettorica degli storici che

di Aristotile; benchè non la vera e moderata di

prime, l'aritmetica e la geometria, meno appartenenti agli

progresso è da contrapporre la solita ombra di un

Quindi tutta astronomica riuscì la fabbrica del poema sacro

Ma fin d'allora la Chiesa, e con essa

maggiori del quadrivio era la musica. Della quale forse

sono che con questa, la più efficace forse d

quelle parole che lodano la mia donna, perchè altro

Poeta vennero poi e la sua prima Canzone: ¶ Donne

seguirono: ¶ Negli occhi porta la mia donna Amore;* ¶ Per

core a chi parlar la sente; ¶ Ond'è beato

è beato chi prima la vide. ¶ Quel ch'ella

Ma bella pure, e la più osservabile fra le

giovanili di Dante, è la Canzone citata. In un

questa non solo fu la prima canzone, ma ancora

canzone, ma ancora o la prima poesia pubblicata, o

poesia pubblicata, o almeno la prima che diventasse famosa

lei, al suo Signor la chiede, ¶ E ciascun Santo

sia quanto mi piace ¶ Là ov'è alcun che

mal nati: ¶ Io vidi la speranza dei beati.64 ¶ In

anno al più tardi la citata canzone. Imperciocchè, recata

suo amore. ¶ CAPO QUARTO. ¶ LA LINGUA E LA POESIA

QUARTO. ¶ LA LINGUA E LA POESIA VOLGARI: I POETI

DANTE. ¶ (1271-1289). ¶ Così vidi adunar la bella scuola ¶ Di quel

anno. Ad ogni modo, la prima vocazione, il primo

studio di lui, fu la poesia. Della quale dunque

di qua e di là dell'Alpi per li

ad ognuno, esser nata la lingua nostra, come tutte

quella parte di Francia. La mescolanza nacque certo fin

anzi cantate qua e là da que' rapsodi o

maestro di lui. Ma la vicinanza della lingua d

Italiana abbia a dirsi, la gentil Cristina da Pisano

da Pisano. Ma continuando la Trovatoria a seguir le

osservare, che non solo la poesia, ma pur la

la poesia, ma pur la prosa volgare, e tutte

arti, ed in somma la civiltà tutta, giunsero sì

che vi furono verso la metà del secolo XIII

nella signoria della lingua, la quale, secondo la storia

lingua, la quale, secondo la storia, e al dir

forte serbava ancora tutta la sua attività primitiva. Nell

altre s'era compiuta la rivoluzione comunale quando non

non era in pronto la civiltà a trarne profitto

quest'ultimo caso verso la metà del secolo XIII

del secolo XIII, quando la lingua e le arti

non mutò più mai la sua parte guelfa. E

nostre narrazioni, e dividersi la parte guelfa, e sorgerne

non vi perdesse e la sorgente civiltà e l

avanzarla più; volle pure la fortuna di Firenze, che

ed innalzato tanto durante la sua pacifica e lieta

A ciò dimostrare basterebbe la quantità dei nomi di

prima o poco dopo la nascita di Dante. Il

poca lode di poesia, là dove, datane tanta al

voleva esser chiamata, che la Nina di Dante. Nè

sè, che per Selvaggia, la donna sua; la quale

Selvaggia, la donna sua; la quale, morta anch'essa

a trastullare. Era infra la turba de' giovanetti una

nome, cioè Beatrice nominasse), la cui età era forse

leggiadretta e bella secondo la sua fanciullezza, e nei

dunque, cotale quale io la disegno, o forse assai

fusse, con tanta affezione la immagine di lei ricevette

molto pauroso, e per la sua ineffabile cortesia... mi

E perocchè quella fu la prima volta che le

e pregandoli che giudicassero la mia visione, scrissi a

un drappo dormendo. ¶ «Poi la svegliava, e d'esto

d'esto core ardendo ¶ «La paventosa umilmente pascea: ¶ «Appresso

ogni modo, vedesi che la pruova puerile di Dante

in chiesa, e guardando la sua Donna, un'altra

credente altrui, fece per la donna, schermo suo, parecchie

per poter nominare celatamente la sua donna vera, introdusse

belle della città. Finalmente, «la donna con la quale

Finalmente, «la donna con la quale tanto tempo io

O voi, che per la via d'amor passate

scrupolosamente l'autore, che la seconda strofa era per

seconda strofa era per la sua vera donna, e

Andò quindi Dante verso la parte dove era andata

parte dove era andata la gentildonna suo schermo; ma

e forse fu questa la gita fatta per istudio

E in poco tempo la feci mia difesa tanto

infiammasse viziosamente), quella gentilissima, la quale fu distruggitrice di

nel quale stava tutta la mia beatitudine... Dico, che

parte alcuna, e per la speranza della mirabile salute

una fiamma di caritade, la quale mi facea perdonare

domandato di cosa alcuna, la mia risponsione sarebbe stata

vestito d'umiltà.»50 Segue la descrizione del suo dolore

vennemi alla mente.52 ¶ Fece la terza «nella camera delle

in questo mezzo cresciuta la Beatrice Portinari, già fosse

mezzo gennaio 1287, in che la giovane doveva avere intorno

Dante così continuato per la sposa di Simon de

dicendo: «Ed avvegna che la sua immagine, la quale

che la sua immagine, la quale continuamente meco stava

ragione in quelle cose là ove tal consiglio fosse

ogni altra cosa, apparisce la purità delle rimembranze di

a narrare: «Conciossiacosachè per la vista mia molte persone

di queste gentili donne. La donna che m'aveva

e vidi bene, che la mia gentilissima donna non

era con loro, rassicurandomi la salutai, e domandai Che

poichè tu non puoi la sua presenza sostenere degli

ad attendere in vista la mia risponsione. Allora dissi

ed in quello dimorava la mia beatitudine, che era

lo mio signore amore, la sua mercede, ha posta

mercede, ha posta tutta la mia beatitudine in quello

quelle parole che lodano la donna mia. Ed ella

n'hai dette notificando la tua condizione, avresti tu

potuto o saputo ritrarre la vita di tutta la

la vita di tutta la nazione italiana, tento ritrarre

del Poeta, che non la posizione degli astri, o

trasse, probabilmente egli stesso, la pianta astrologica; e trovando

predisse, secondo l'arte, la grandezza d'ingegno del

Boccaccio, che essendo gravida la madre di Dante «nè

legato pontificio, che bandiva la croce per lui; passò

ch'i' ebbi rotta la persona ¶ Di due punte

li peccati miei; ¶ Ma la bontà infinita ha sì

presso a Benevento, ¶ Sotto la guardia della grave mora

mora. ¶ Or le bagna la pioggia, e muove 'l

re, e gli diè la contea d'Avellino. Da

dicono gli storici, incominciasse la mutazione dei costumi d

i padri de' Guelfi, la parte e l'opinione

se non i Ghibellini, la parte dei pochi e

mal atta a chiuder la patria contra altri stranieri

Ghibellini, il quale, occupata la piazza, ma non credendo

Buoni Uomini, diedero poi la signoria per dieci anni

minaccia caduta in nulla, la potenza Guelfa, e la

la potenza Guelfa, e la tracotanza Angioina in tutta

E tanto più, che la vacanza d'Imperio continuò

ebbe agio di estendere la sua signoria di città

arrivando in ogni luogo la gran novella, il sollevamento

ed avvicinandosi qua e là. ¶ Non tuttavia in Firenze

nel governo dopo cessata la signoria e vicaria di

istituiti, lasciava a' Guelfi la maggiorità, che è tutto

si compiè in Firenze la rivoluzione popolare, già da

alle altre città, noi la potremo dire o più

IN PUERIZIA E ADOLESCENZA. ¶ LA PRIMA IDEA DEL POEMA

un tratto a intender la vita e la divina

intender la vita e la divina opera di Dante

in Italia, farebbe forse la più evidente che si

di Romilda a mostrare la nativa ferocia de' Longobardi

conversare con gl'Italiani. La storia della infelice figliuola

qual disprezzo fosse caduta la nazione Longobarda, e appresso

del secolo X; così la storia sola della santa

Italia, quando si trasferì la corona, la sovranità, dalla

si trasferì la corona, la sovranità, dalla patria allo

straniero. Cento anni dopo, la licenza degli Ecclesiastici, principalmente

l'indipendenza, i costumi, la famiglia, e i legittimi

a due di esse la sorte, qualunque sia, d

voglia poi intender bene la vita privata e pubblica

di s. Maria Nova), la moglie di lui donna

signoreggiò l'anima mia, la quale fu sì tosto

e tanta signoria, per la virtù che gli dava

virtù che gli dava la mia immaginazione, che mi

in distinte compagnie. Per la qual cosa, fra gli

mense, di ciò che la sua piccola età poteva

la novitade di vedere la sua gente a cavallo

gente a cavallo armata, la Città fu tutta in

secondo suo podere, abbarrandosi la Città in più parti

a piede. E sentendo la sua venuta i signori

che 'l punisse. Per la qual cosa, messere Corso

dentro, schierato in su la piazza di San Piero

cresciere forza et seguito, la prima cosa che fece

facendoli per paura lasciare la signoria, et tornarsi a

de' Bianchi, ed è la prima e l'ultima

esclama qui Dino, invocando la memoria del santo re

temesti Iddio! ove è la fede della real Casa

Priori ne fecero sonare la campana grossa di Palagio

campana grossa di Palagio, la gente sbigottita non trasse

se ne andarono, rimanendo la piazza abbandonata. ¶ Cacciati così

di palazzo addì 5, rimase la Città alcuni giorni senza

serenissimo signor Carlo per la Dio grazia re di

di Francia, costituito per la medesima Santa Madre Chiesa

fu presa dal Papa la difesa de' Bianchi vinti

ed egli lasciò, partendo, la Città interdetta in mano

Avremo occasione di rivedere la medesima cosa di altri

a cavallo, passando per la piazza di Santa Croce

come piacque a Dio, la pena fu apparecchiata alla

Nicola per lo fianco, la notte appresso morì: onde

pregio, et era tutta la speranza di suo padre

Firenze, o per apparecchiare la vicina impresa di Sicilia

e fare loro tagliare la testa. Il detto consiglio

nominati fugisson e lasciasson la terra. Feciono cercare la

la terra. Feciono cercare la notte segretamente messer Goccia

cercando di lui, fino la paglia de' letti con

paciaro.»315 Il Villani, narrando la medesima cospirazione, dice solamente

chi qua e chi là.»321 Dopo del che, subito

lui a tal venuta. La prima delle dette condanne

che nel priorato contraddissono la venuta Domini Caroli – e

mai e senza dubbio la bella colpa di Dante

se ne trattò per la prima volta. Finalmente, quanto

vi fece allusione mai. ¶ La seconda condanna del 10 marzo

stati edificatori, e lasciatevi la sua donna, insieme con

altra famiglia male per la piccola età alla fuga

poco, perciocchè di consanguinità la sapeva ad alcuno de

medesimo or qua or là incerto, andava vagando per

assai sottilmente reggeva: per la qual cosa, povero, con

Italia di dolore ostello; ¶ la quale toccando principalmente alle

grazioso quando andava per la città, e spezialmente a

colle gambe aperte tenea la via se non era

Dante: Quando cavalca per la città, e' va sì

E per questo, essendo la principal cagione, da ivi

Firenze.»331 * Non fu probabilmente la principal cagione; ma che

in pubbliche. ¶ Del resto, la tradizione così raccolta dal

rei cittadini, potrebbono turbare la Città. Il perchè deliberò

Il perchè deliberò venire la domenica seguente, stimando che

imbasciadori più per avere la lettera innanzi la sua

avere la lettera innanzi la sua venuta, che per

n'ebbe di vietargli la vivanda messer Bernardo de

vicario in questo tempo. ¶ «La lettera venne, e io

lettera venne, e io la vidi, e feci copiare

che lui temea forte la furia dei Toscani, e

conducitori lo confortavano, e la sua gente; e diceano

io tenea, e per la buona volontà che io

baptesimo di questo fonte, la ragione vi sforza, e

e ancora perchè possedete la più nobile città del

mal talento, dicevano che la caritatevole pace era trovata

ne sono dannate per la loro malizia.»296 ¶ Ai quali

impresa di Sicilia per la primavera vegnente, finiti che

straniero. ¶ Del resto, tutta la situazione di lui in

l'altra sormonti ¶ Con la forza di tal, che

meste d'amore verso la patria, quasi a una

le figure di rettorica, la più utile è quella

vigore. Baldino Falconieri... tenea la ringhiera impacciata mezzo il

Uno falso ambasciadore palesò la imbasciata; Simone Gherardini havea

e messonsi a offendere la Città col fuoco e

a consumare e struggere la Città.»301 È chiaro da

tempo. I Neri sciolsero la quistione colla violenza. ¶ «I

segretamente, ma tutto seppe la parte Nera; perocchè quelli

che giurarono credenza, non la tennono. La parte Nera

credenza, non la tennono. La parte Nera havea due

che mi piacesse far la loro parte nell'ufficio

mettessero il ceppo e la mannaja in piazza per

potenti popolani» (credo sia la prima volta che si

e lasciaronlo per morto. La gente s'armò a

Il Podestà non mandò la sua famiglia a casa

non si appresentarono... Venuta la notte, la gente si

appresentarono... Venuta la notte, la gente si cominciò a

acciocchè trascorrere non potesse la gente.» Gli Scali principalmente

intenzione, che di levarci la catena di collo che

alcuni artigiani a far la guardia. Intanto, messer Carlo

punissero i malfattori, domandava la guardia delle porte della

lo Comune, e dieronmi la fede del loro signore

loro signore: che riceveva la guardia della terra sopra

reale di Francia, rompesse la sua fede; perchè passò

seguente notte, che per la porta che noi gli

il Comune di volere la Signoria et guardia della

et rimessa in lui la signoria et la guardia

lui la signoria et la guardia della Città. Et

Et messer Carlo, dopo la spositione del suo aguzetta

re promise di conservare, la città in pacifico et

oltr'Arno: onde, per la novitade di vedere la

quali si maravigliarono, facesse la via di là, e

facesse la via di là, e per dubbio fornirono

però che egli hanno la città segretamente armata, e

fuori di Pistoia per la via d'un piccolo

E qui s'adempiè la profezia d'un antico

grande animo, conoscea bene la malizia delle parole erano

grande il credito e la potenza di lui in

si vede ch'ei la servì, benchè con moderazione

servì, benchè con moderazione. La Parte stessa de' Bianchi

dagli uomini attivi; e la seguì quantunque egli certo

seguì quantunque egli certo la conoscesse più sciocca e

così: «In lui tutta la pubblica fede, in lui

fede, in lui tutta la speranza, in lui sommariamente

pareano esser fermate. Ma la fortuna, nimica dei nostri

al tempo di costui la fiorentina cittadinanza in due

le gran cose per la discordia in brieve tempo

e le picciole per la concordia crescono in infinito

poichè vide vana essere la sua fatica, e conobbe

bene poter operare per la sua città se nelle

gli onori caduchi e la vana pompa de' pubblici