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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Francesco Biamonti, L'angelo di Avrigue, 1983

concordanze di «la»

nautoretestoannoconcordanza
1
1983
avuto paura a spostare la fiche? ¶ – Non ho la
2
1983
la fiche? ¶ – Non ho la tua grazia, né la
3
1983
la tua grazia, né la tua giovinezza, – disse dolcemente
4
1983
Martine sorrise con tristezza. La aspettavano viaggi, disse, senza
5
1983
che i giocatori cercano la perdita. ¶ Sí, solo la
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1983
la perdita. ¶ Sí, solo la perdita li affascinava, pensava
7
1983
spinose calycotome: vi affiorava la roccia e non vi
8
1983
aveva perduto dal petto la leggera tinta rosa. ¶ Ma
9
1983
dove lo aspettava sempre la stessa risposta: «No, nemmeno
10
1983
dell’olandese e passò la rupe dal lato d
11
1983
Pierre, della sua caduta, la pioggia dei giorni scorsi
12
1983
durato un attimo. Lí la roccia ondulata ove era
13
1983
se pregasse. ¶ Al di della rupe, sul crinale
14
1983
piena sino all’orlo la Pila del Corvo, e
15
1983
tremula nel «desert de la bluiour». ¶ Nel bar c
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1983
lasciato quella donna sola... la sua amica non sa
17
1983
sa fare niente. ¶ – Se la cavava benissimo... come barista
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1983
Mi ci sono tolta la fame sofferta in Germania
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1983
dalla Germania... Si immagini la differenza: da un campo
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1983
per niente andavano di i nostri vecchi nelle
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1983
prima che Jean-Pierre la raccogliesse nell’atrio della
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1983
modo? chiese Gregorio. ¶ – Es la química ¡señor! la química
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1983
Es la química ¡señor! la química del cerebro –. E
24
1983
él miraba demasiado a la muerte». Sarebbe bastato resistere
25
1983
di tormentarlo... Non hanno la nostra vecchia pellaccia. ¶ – Sono
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1983
scabra e spiovente (come la sua del resto), e
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1983
dato che il gruppo in fondo s’era
28
1983
mezzogiorno e forse era la fame a farli cantare
29
1983
e vento avevano mangiato la terra. Le fasce erano
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1983
volte che uno racconti la sua vita all’improvviso
31
1983
vita all’improvviso, senza la minima pretesa di diventare
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1983
Pensava di farla finita. ¶ La trattenne la paura di
33
1983
farla finita. ¶ La trattenne la paura di una lunga
34
1983
in una lotta con la roulette, una lotta in
35
1983
Diceva Martine ch’era la perdita che i giocatori
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1983
non era vero. Era la vincita che lei voleva
37
1983
lampo sensuale, non aveva la debolezza febbrile delle falene
38
1983
emersa dalla roccia con la vitalità accorata che sprigionava
39
1983
le colline di Avrigue. La guerra era imminente, e
40
1983
le dipingo piú. Prediligo la pietra soffusa... come dire
41
1983
mare ci si perdeva. La donna era sempre la
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1983
La donna era sempre la stessa, il mare mutava
43
1983
Spica già brillava e la rondine di Mac Dugall
44
1983
incredibile lentezza si formava la Grande Orsa sul mare
45
1983
era ben possibile. Però la conosceva bene (pur non
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1983
accompagnare al casinò stasera. La fortuna accompagna i marinai
47
1983
nuovo pieno di dubbi: la morte di Jean-Pierre
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1983
di Jean-Pierre, secondo la ricostruzione del mattino, non
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1983
da cui si vedeva la marina sino a Tolone
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1983
arrivò a casa, dove la festa sembrava continuare. ¶ Era
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1983
una risposta, e ve la trattenne: non poteva raccontarle
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1983
gli venne in mente la lettera che lei gli
53
1983
Mi sono svegliata con la paura». Sei stata cosí
54
1983
hai sospettato?... Comunque me la sono cavata da sola
55
1983
silenzio di Ester. Ma la loro intimità era raggelata
56
1983
fuoco, gli ulivi e la valle squarciata sul mare
57
1983
fronte e le incollò la veste sul corpo davanti
58
1983
volto, le braccia innalzate, la testa prigioniera: mostrava, cosí
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1983
dopo mantenne. ¶ – Ti ricordi la costa basca, i boschi
60
1983
siamo fermati prima che la strada salisse ai monti
61
1983
ricordare del passato che la dolcezza. ¶ – E la Costa
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1983
che la dolcezza. ¶ – E la Costa Brava? Ti ricordi
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1983
venuto a prenderci. ¶ – Era la «Bahía de oro»? Mi
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1983
cenere di quercia). Albeggiava. ¶ La sera andarono a cenare
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1983
che sbarra a nord la val Creuse. ¶ Poggioscuro, paese
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1983
lampade e lecci vitrei. ¶ La padrona dell’osteria – una
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1983
subito un altro. Sollevò la tendina, la piegò sulla
68
1983
altro. Sollevò la tendina, la piegò sulla maniglia del
69
1983
tornò a guardare di dai vetri. ¶ – Ne hai
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1983
sul Versoix, ha lasciato la «Suisse Atlantique», è passato
71
1983
bianca con vele nere la nave del lituano. ¶ – Mi
72
1983
tutto fra loro finiva. La notte precedente lei aveva
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1983
tra il mare e la montagna. ¶ A casa, Ester
74
1983
S’era aiutato con la droga, nella notte, ne
75
1983
folate. ¶ – Cerca di dimenticare la storia che ti ho
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1983
con i rami e la trovò in piedi nuda
77
1983
che guardava fuori: guardava la lamiera tempestata di purissimo
78
1983
Si appoggiava al braccio, la fronte al vetro. Si
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1983
vetro. Si voltò con la mano sul ventre, il
80
1983
Sète. ¶ – Mi giri tu la macchina, per favore? me
81
1983
macchina, per favore? me la metti su strada? ¶ Lei
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1983
come un «passo doppio» la testa disseminata di fiocchi
83
1983
Scendevano dal bar per la strada sassosa. ¶ La neve
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1983
per la strada sassosa. ¶ La neve aveva svecchiato il
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1983
cassette postali. ¶ Laurence guardava la macchia di cespugli. ¶ – Salgono
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1983
leggerla e di guardare la firma, da chi proveniva
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1983
firma, da chi proveniva. La lesse immediatamente, a fatica
88
1983
alla roccia, avevano sollevato la rena. ¶ – È mio cugino
89
1983
roccia porosa e lontana (la luna nel cielo diurno
90
1983
sapeva. Era molto calma. ¶ La sera, il tramonto solenne
91
1983
fece di nuovo sognare la terra di nessuno dove
92
1983
di una terrazza. Brillava la prima stella in un
93
1983
molto tardi, quasi mattino. La sentí posteggiare la macchina
94
1983
mattino. La sentí posteggiare la macchina lontano, sul poggio
95
1983
per non svegliare nessuno. ¶ La porta si apriva piano
96
1983
voglia di dormire? Accendo la luce? ¶ – Per me no
97
1983
con i panini imbottiti. La frutta tanto ce l
98
1983
Bastià «il prence», con la sua andatura da sciancato
99
1983
Risalí il paese per la scalinata che portava alla
100
1983
tornavano per il Santo, la Francia era lí a
101
1983
Venivano d’in Spagna? La Spagna non era lontana
102
1983
di viole del pensiero, la strada andava pianella fra
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1983
pianella fra ulivi radi. La strada del tepore. Da
104
1983
dai venti di montagna, la proteggevano le case alte
105
1983
aveva visto sulla scarpata, la testa sulla roccia come
106
1983
Ci sono i vecchi allineati e nel paese
107
1983
sa niente può sentire la libertà come una croce
108
1983
Presero a camminare per la mulattiera. E Gregorio si
109
1983
nello stormo e facevano la guardia. Lo aveva appreso
110
1983
su, dietro Edoardo, per la strada appesa scuotendo il
111
1983
Sono le ultime bottiglie. La vigna è lassú troppo
112
1983
scendeva il sole e la infuocava. ¶ – La strada è
113
1983
sole e la infuocava. ¶ – La strada è veramente appesa
114
1983
scavare a braccia. ¶ Rintoccò la campana sulle sue ultime
115
1983
parole. Suonava vespro? ¶ – È la minore? ¶ – È la mediana
116
1983
È la minore? ¶ – È la mediana. Non la riconosci
117
1983
È la mediana. Non la riconosci?... Dovrei andare a
118
1983
baracca e uscí con la falce messoria in mano
119
1983
Il bosco iniziava dopo la fascia soprana, roccioso, un
120
1983
di annodarne i canti. La falce la introdusse tra
121
1983
i canti. La falce la introdusse tra l’erbaccio
122
1983
ondate; faceva da collegamento la campana minore (stavolta lo
123
1983
lasso di tempo anche la campanella dell’Annunciata. ¶ Lo
124
1983
Lo stormo inquieto riattraversò la valle, di ritorno dalle
125
1983
dai carruggi. ¶ – È partita la processione; se non si
126
1983
il cranio fracassato e la spada spezzata dal portico
127
1983
troni. Il sole bruciava. ¶ La costa era battuta dal
128
1983
che silenzio? – fece Edoardo. – La piazza l’attraversano in
129
1983
Gregorio sembrò di vederla la processione che l’attraversava
130
1983
e le gambe screpolate; la lorica appesa all’albero
131
1983
intorno alla banda, per la «numero due», la musica
132
1983
per la «numero due», la musica del prigioniero. ¶ Era
133
1983
Era il pezzo forte, la preferita, non avevano mai
134
1983
come il furto era la passione per la musica
135
1983
era la passione per la musica –: l’aveva rubata
136
1983
Grave e segreta come la vita sul passo della
137
1983
passo della terra, era la «numero due»: lichenoso meriggio
138
1983
meriggio in cammino verso la sera. ¶ – Trentun caduti ad
139
1983
il coro dei bis... ¶ La ripetevano. I musicanti non
140
1983
entrava in chiesa e la piazza restava vuota. ¶ Era
141
1983
piazza restava vuota. ¶ Era la «due del la vecchio
142
1983
Era la «due del la vecchio», la sonata del
143
1983
due del la vecchio», la sonata del «prigioniero derubato
144
1983
cuore lichenoso e straziato. ¶ 12. ¶ La festa era finita, cominciò
145
1983
azzurro (dins la bluiour) la vita di tutto quel
146
1983
solitudine, e vanno per la loro strada. Per troppa
147
1983
luce all’altra. E la sera tardi li tiene
148
1983
il fuoco al di della stellata tenebra, mentre
149
1983
tra quei due mari. ¶ La mente è imprevedibile, e
150
1983
brillavano ai suoi piedi. ¶ La fredda sera si prolungava
151
1983
sulla spalla e poi la prese tra le braccia
152
1983
batteva regolare, disse, e la complimentò per l’aria
153
1983
accompagnò al bungalow, accese la vecchia stufa col radiatore
154
1983
l’ora viola di dai vetri, mentre Laurence
155
1983
No, io non me la sento. Ma a te
156
1983
facile in quell’ora! ¶ 9. ¶ La collina era irruvidita nel
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1983
irruvidita nel lungo tramonto. La notte non riusciva a
158
1983
quella brezza, saliva per la strada sterrata. I suoi
159
1983
veniva ad aprire, riprese la strada del ritorno. Ma
160
1983
al «serro» deviò verso la Comba, verso la gola
161
1983
verso la Comba, verso la gola in cui sorgeva
162
1983
gola in cui sorgeva la vecchia frazione di Avrigue
163
1983
comunque in contrasto con la sua gentilezza abituale, come
164
1983
vicoli polverosi esplorando con la pila stalle senza porta
165
1983
di vivente presenza umana. ¶ La lampada rischiarò un mantello
166
1983
si vedeva al di del serro una luce
167
1983
torrente. Una volta era la prosecuzione della carraia che
168
1983
non saliva dalla costa la strada militare; la rovina
169
1983
costa la strada militare; la rovina non era ancora
170
1983
cominciata. ¶ Sotto strada, tra la strada e il torrente
171
1983
giro attorno. Scese, scavalcando la gora che versava appena
172
1983
impressionante in quell’abbandono) la sala delle mole era
173
1983
vinto l’appalto per la demolizione era stato lo
174
1983
frequenti muri sul mare, la costa sembrava vitrea e
175
1983
un cielo senza atmosfera. ¶ La capra tornò a belare
176
1983
stridio di martinicche per la carraia tutta solchi e
177
1983
cui si era trasformata la carraia del ricordo. Che
178
1983
Se ci fosse stata la luna, almeno, un bel
179
1983
abitudine tornò a guardare la costa, terra e mare
180
1983
erano screpolate. Aveva forse la febbre? ¶ Laurence le mise
181
1983
ho avuta stanotte. Me la sono sentita! ¶ – Perché non
182
1983
un momento in cui la investí la luce del
183
1983
in cui la investí la luce del suo compagno
184
1983
dove aveva cenato con la polacca. E a un
185
1983
un uomo a rompere la sua solitudine. L’uomo
186
1983
al tavolo accanto. Appese la «casquette» a una spalla
187
1983
della sedia e annodò la sciarpa a una barra
188
1983
casa a mezzogiorno, dietro la pietra come i conigli
189
1983
era nuovo. ¶ – Come va la vita? – chiese l’uomo
190
1983
chiese l’uomo alzando la voce il cui accento
191
1983
parete del confine, sopra la Comba. Ulivi di rocca
192
1983
Lo lasciò parlare con la padrona alla quale ordinava
193
1983
a non poter toccare la banchina, a non poter
194
1983
per qualche ora! Ma la casta dei burocrati era
195
1983
ci vede? ¶ – Molto bene. ¶ La debole luce di quella
196
1983
ed ulivate. ¶ Egli prese la chiave dal buco dell
197
1983
buco dell’ulivo. ¶ – Dove la tiene! ¶ – È a disposizione
198
1983
Chi viene a trovarla? ¶ La accompagnò in una delle
199
1983
per quell’assurdo cancello? ¶ La vita era piena di
200
1983
era mai piaciuto navigare, la sua origine era contadina
201
1983
lassú, – replicò Edoardo, indicando la rupe che luceva lungo
202
1983
sedere a un tavolo. La casa, che fuori si
203
1983
il locale e di dai vetri polverosi la
204
1983
là dai vetri polverosi la valle piombò nell’ombra
205
1983
nell’ombra. ¶ Maria aprí la finestra: il fumo si
206
1983
vivo in Francia. ¶ Ritirando la caffettiera dal treppiede, Edoardo
207
1983
rupe. Lui aveva conosciuto la madre. Ma non andava
208
1983
aveva conosciuta qualcosa già la inquietava, diceva a suo
209
1983
poteva giudicare. ¶ Che guardava la polacca? Guardava gli ulivi
210
1983
ferrigno, dove tremava rampicata la rosa safrana? ¶ – Maria, sarà
211
1983
centro della valle, sopra la strettoia, illuminava uliveti e
212
1983
Lei parla bene, – disse la donna con una punta
213
1983
mattino presto e rientrava la sera tardi. Andava verso
214
1983
e cosa cercava. Tra la gente slava c’erano
215
1983
delle fasce ne rimpiangeva la compagnia. Ma non era
216
1983
delle fasce brinate. Era la prima brina dell’anno
217
1983
casa e si accese la stufa. Era troppo presto
218
1983
con le impressioni che la morte straniva, come se
219
1983
si vede un prodigio dove è vita normale
220
1983
pensava. ¶ Piú tardi prese la strada del bar dell
221
1983
oriente che spesso portava la neve. ¶ E che donna
222
1983
per di piú, dietro la sua testa sui crinali
223
1983
Basta che aspetti, signore, la macchina è fredda, – disse
224
1983
macchina è fredda, – disse la donna con calma. E
225
1983
con calma. E lasciò la finestra per andare dietro
226
1983
quei bungalow, lui e la sua banda). ¶ Era anche
227
1983
stato con Jean-Pierre la sera che precedette il
228
1983
Sentiva già di nuovo la stanchezza scendergli nelle ossa
229
1983
ossa; ma per fortuna la donna si mise a
230
1983
bungalow, pochissima: quegli strampalati e un pittore, un
231
1983
io ero laggiú. Martine la stima, dice che il
232
1983
sopportare. ¶ Egli camminò per la gariga assolata, fra rocce
233
1983
increspava. ¶ Saliva e girava la rupe. Si vedeva ancora
234
1983
olandese. Vecchie rocce sopra la sua testa, tutte macchiate
235
1983
posti quassú dove finisce la mulattiera! Erte di nude
236
1983
che aveva camminato tutta la notte per abbassarsi, per
237
1983
una strana cantilena, con la cadenza delle alpi marittime
238
1983
il pastore negò con la mano. I contadini non
239
1983
quel sangue di dio la cui vita si muove
240
1983
o nell’azzurro (dins la bluiour) la vita di
241
1983
ne venait pas de . ¶ – E da dove veniva
242
1983
un poco: tremava per la disgrazia di Jean-Pierre
243
1983
Jean-Pierre o per la sua propria confessione? Non
244
1983
come spesso accade dopo la mattinata serena, il sole
245
1983
di nuovo, e accrebbe la sua luce rude. Come
246
1983
mattino, d’aver visto la mimosa agitata dalla brezza
247
1983
È passato a prendere la chiave in ufficio. ¶ – Gli
248
1983
e calendule stanno soffrendo la sete. ¶ – Diamo un po
249
1983
una goccia, se no la terra si raffredda... Ma
250
1983
allontanò e tornò con la gomma. L’attaccò al
251
1983
impigliato nei capelli. Laurence la spiava. Non sapeva che
252
1983
aveva varcato, come lei, la porta tenebrosa. Nella notte
253
1983
che si distragga. ¶ 5. ¶ Guardava la strada che veniva su
254
1983
immaginava com’era comparsa la «vecchia nutrice» che prende
255
1983
accento, da anglosassone. ¶ Egli la informò che il cameriere
256
1983
contro il cielo. ¶ Gregorio la seguí fino al primo
257
1983
un coro e non la seguí piú. ¶ Era un
258
1983
un angelo inconfondibile – per la bocca serrata nel cipiglio
259
1983
della Compagnia di Avrigue. La bara attraversava la piazza
260
1983
Avrigue. La bara attraversava la piazza dondolando, entrava sotto
261
1983
era sempre stato escoriato. ¶ La bara usciva dal paese
262
1983
lungo viaggio, madre, per la mulattiera, ma fra terrazze
263
1983
va. Si porta via la bara, le terrazze, il
264
1983
occhi? ¶ Attendeva intanto che la donna comparisse sulle rocce
265
1983
immaginarsi che passasse clandestinamente la frontiera, né che facesse
266
1983
ragazzo: «Voleva cambiar vita la mamma, e per comprar
267
1983
della sua stessa vita! ¶ La donna ricomparve sul sentiero
268
1983
colli piú interni. ¶ Poi la donna entrò nel bar
269
1983
chiese com’era andata la passeggiata. ¶ – Je ne peux
270
1983
qualcuno che ne conosce la strada. ¶ – Ma quando è
271
1983
dei quartieri nuovi, oltre la foce del fiume. ¶ La
272
1983
la foce del fiume. ¶ La strada sassosa era molto
273
1983
Giunti alla strada asfaltata, la scartarono – troppi tunnel – per
274
1983
Incastellata su un crinale la città alta. ¶ – Salga per
275
1983
dire, – proprio nessuno! e la sera è lunga... sí
276
1983
sera è lunga... sí, la sera è lunga... – Finí
277
1983
di salino. ¶ Poco lontano la corrente del Roya solcava
278
1983
corrente del Roya solcava la marina di fronte a
279
1983
dannoso. ¶ Cristoforo non aveva la faccia del drogato, ma
280
1983
che fine? ¶ – Lei se la immaginava? ¶ – Non lo avrei
281
1983
tabacco uno spinello diffondeva la sua inconfondibile ragnatela. ¶ – Chi
282
1983
dirà che lei non la conosce? ¶ – Vagamente. ¶ – Ma se
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1983
notte nella valle spira la tramontana. ¶ Salendo lungo il
284
1983
un pezzo era scesa la notte. Il contrafforte montano
285
1983
sereno a rendere vicina la rupe dei falchetti. In
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giocatori di belote sotto la ghiandaia imbalsamata sul ramo
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fiori finti sulla mensolina. ¶ La padrona stese su un
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stese su un tavolino la tovaglia ricamata. Ad Avrigue
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oggetto di culto. ¶ Rifece la scala esterna, ripassò sulla
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tra le stelle solo la rupe. ¶ Lassú era comparsa
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comparsa a Jean-Pierre la «vecchia nutrice» e l
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l’aria tremava. ¶ Esplorò la sommità della rupe. Il
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non se ne spiegavano la collocazione, la Palla del
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ne spiegavano la collocazione, la Palla del diavolo. Ai
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con cura, strisciati contro la pietra. ¶ No, non dentro
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completamente fuori. ¶ Chi ha la mente già staccata dal
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Vede quei due con la benda sulla fronte? le
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non se ne cingeva la fronte e i capelli
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Mentone. Avevano perso tutta la mattina in pratiche di
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Jean-Pierre giocasse con la morte. Un gioco per
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finita) non ne trovava... La morte era sopraggiunta da
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già preso in mano la scatola dei sonniferi. ¶ – Solo
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scendeva dal bar per la strada sterrata. ¶ – Buona notte
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Jean-Pierre dormivano: poggiava la testa all’angolo interno
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angolo interno del gomito la donna salita a Narbonne
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carrozza portasse Jean-Pierre, la donna e il soldato
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mondo vigoroso. Ma poi la piena luce ne rese
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malato: l’ulivo con la fumaggine nera, il limone
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che andava pianello verso la rupe. Sul ciglio stavano
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preso il caffè adesso. ¶ – La fame è fame, non
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di leggero stupore: – Hanno la passione delle rupi. ¶ – Lei
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pace –. E proseguí per la sua strada. ¶ Assediava le
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anzi erano due tordi: la voce soave sembrava ora
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nascondeva era minuto, con la barba grigia di due
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muro di sostegno. ¶ – Io la conosco. Lei è Grigò
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musicante dei picchi distorceva la desinenza francese ch’era
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ricordando che ad Avrigue la musica era una passione
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come il furto e la fame. Erano riusciti persino
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banda di Avrigue suonerà la «numero due»? ¶ – È sempre
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i piedi alzando polvere. La donna aveva un mazzo
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strana... passano due volte la settimana. Lo portano a
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infilando l’ago con la lingua. Era diventato cieco
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diventare segretario comunale. Aveva la passione del canto gregoriano
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ecco che il gruppo fuori si muoveva. Di
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c’erano spettatori, con la stessa rapidità con la
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la stessa rapidità con la quale erano entrati se
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segno, piú lampa. ¶ Deserta la strada e deserti i
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casermoni e galere. ¶ Deserta la strada, immobili i cespugli
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sarà stato? Secondo me la politica non c’entra
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non ne vuol parlare! La capisco. Un cameriere che
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s’interessava di politica, la politica non gli passava
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hanno fatto indossare, – buttò Gregorio. ¶ Il cameriere non
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libre, toujours tu chériras la mer!»... Noi andavamo sul
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all’altra. – Era sua la barca? ¶ – L’affittavo. ¶ Il
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suicidato poteva essere sua la colpa, perché l’aveva
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lo trovi: mi metterebbe la coscienza in pace. ¶ Continuava
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a una piazzola detta la «porta della madonna» (una
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in decadenza: vi regnava la fame di sempre che
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radunati sotto un portico. La piazza era vuota. ¶ Un
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e gli scendeva per la schiena, meno logoro della
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Gregorio conosceva ancora bene la vita del paese, vita
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gli spersonalizzati destini personali, la miseria che viene dai
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seicento metri sul mare. La fatica tradotta in opere
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tradotta in opere e la pena blandita dalla «buona
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rocciosa, si era perduto. ¶ La vita era sempre stata
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il suono delle campane, la loro eco nei vicoli
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del sole sulle case, la linea d’ombra sui
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anno. ¶ I fatti acquistavano la forza del mito e
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di Piogge, il Maestrale, la Spagnola, il Tifo, la
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la Spagnola, il Tifo, la Fillossera, la Prima Guerra
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il Tifo, la Fillossera, la Prima Guerra Mondiale. ¶ Piú
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se una morte accidentale, la pazzia, un suicidio venivano
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all’ordine del giorno». ¶ La pensione di cui vivevano
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di cui vivevano, chiamata «la minima», era pari e
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tranquilli e beati con la loro pensione. Si tolse
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vicolo) e nel riattraversare la piazza vide il prete
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piú illuminato dei fedeli. La sua pietà varca la
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La sua pietà varca la sua fede. ¶ – L’hanno
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sullo stradone di Crairora. ¶ La tunica ingombrava il prete
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si fermava per tergersi la fronte dal sudore. Sembrava
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prete riposò; Gregorio appese la sporta del pane alla
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fretta. ¶ Jean-Pierre aveva la fronte intatta. Un’elitra
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spiro del vento. Sopra la rocca, da cui era
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i carabinieri. Poi anche la madre. Si sarebbe detta
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lacrime. Non aveva avuto la forza, o chissà cos
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Al ritorno non fece la strada dell’andata. Aggirò
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il picco da oriente. La sua casa si trovava
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quasi funebre. ¶ Al di del ritano, sulla sponda
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terrazzo, due girasoli piegavano la testa nelle grandi foglie
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vento inquieto. Piú lontano la collina di Avrigue era
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delle trame a suggerire la sua scomparsa. ¶ Rami d
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colli evocavano nella sera la presenza della terra. Sí
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casa di notte. ¶ Accese la stufa a legna, la
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la stufa a legna, la cucina si riempí di
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del nord proprio dietro la cima di Marie Angeré
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Marie Angeré. ¶ Ester lasciò la macchina in fondo alle
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castani, fulgori nell’ombra. La sua andatura era decisa
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pareva strano? ¶ – Non è la prima volta che un
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montgomery e le incollò la veste sul corpo. Non
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fresca ardeva. ¶ – Mi piace la tua casa. ¶ – È piccola
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e calda. Portava sotto la crosta dell’esistenza i
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una vita autonoma e la felicità voluta di chi
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mormoravano nel vento notturno, la luna aveva lasciato un
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sopra un crinale. ¶ Mancava la legna e si rivestí
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di riverberi. Già rivestivano la rupe e le ombre
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sua campagna quasi non la riconobbe: il bosco di
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sottana, mise in moto la macchina per provare se
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per provare se partiva, la tirò fuori dal garage
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ora sapeva che persino la morte viaggiava sotto un
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faceva freddo, saliva ancora la brezza dalle scogliere. ¶ Indossava
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volle entrare. ¶ – C’è la roulette americana, – spiegò, – molto
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machines. Solo nei «privés» la vecchia roulette europea dominava
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andò a cambiare. ¶ Lui la raggiunse alla cassa senza
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gettoni, rinunciando a giocare. La invitò ad uscire. ¶ – Non
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restaurant de nuit? ¶ Presero la macchina e salirono alla
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salirono alla «moyenne corniche». La moyenne era larga, con
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Era un’alba laggiú la Baia degli angeli: tetti
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sulla «grande corniche». Riapparve la baia tra i due
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inquietava. Avrebbe voluto scoprirne la vera vita. ¶ Poco dopo
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era tranquilla. Non se la sentiva di lasciare Martine
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te ne parlo. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . …Era la voce di Laurence quell
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contro quel rombo. ¶ Con la stessa mano con la
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la stessa mano con la quale spense la lampada
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con la quale spense la lampada nel paralume, lei
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ha cominciato a cercare la droga. ¶ – E nella droga
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nella droga il coraggio... ¶ – La fine sarebbe venuta comunque
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Nel riquadro buio sopra la sua testa biancheggiava una
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Martine che forse dormiva: la luce del suo bungalow
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ancora buio, anche se la lunga notte di febbraio
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Quando arrivò ad Avrigue la notte cominciava a diradare
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secoli avevano reso arabile la terra, sbilenchi e carichi
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di nuovo in paese. La piazza, metà sole e
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Forse oggi era giunta la lettera che avrebbe voluto
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che avrebbe voluto ricevere, la lettera che Ester avrebbe
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oggi. ¶ Tornò indietro, verso la chiesa tagliata di sbieco
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Gli si fece incontro. ¶ – La stavo inseguendo, cercavo di
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con lui per tutta la piazza, poi in pochi
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piano il suo cammino. La terra negli ubaghi, nei
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dominio di Jean-Pierre la sua vacanza. Era destino
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vacanza. Era destino che la storia di quel ragazzo
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storia di quel ragazzo la dominasse come un incredibile
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rami, cammin facendo. ¶ Dove la strada biforcava, alla sua
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lontano, in cima, con la testa rovesciata. Sbatteva a
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cose gravi, se non la vita intera, come dentro
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in casa e chiuse la porta su quegli ulivi
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subito cominciò a rimpiangere la serie di giorni tersi
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stava per finire, con la loro illusione di tempo
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casa in tempo per la messa grande. ¶ – Mi piace
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fruscio. Era immobile persino la flessuosa «indica maior» sul
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mare tremolava al di delle rocce di Crairora
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pensava d’aver chiara la visione, di quel ragazzo
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male e a cui la morfina divorava il cuore
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morfina divorava il cuore... la morfina che disgregava il
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non uscire, poiché forse la seduzione del ricordo era
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del ricordo era solo la copertura d’oro del
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nelle sere al bar, la situazione di quel ragazzo
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un gran ricordo, solo la sensazione penosa d’essere
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che altro, gli incrinava la voce. ¶ E andava con
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fin qui italiani, di , sul serro, francesi, di
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di numero e demoralizzati... la linea Maginot era già
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urla dell’energumeno, era la guerra, era un pomeriggio
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quassú, mentre ad Avrigue la gente cominciava a prepararsi
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a prepararsi per sfollare. La montagna taceva, c’era
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passato si livellava. ¶ Ora la brezza di mezzogiorno illuminava
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che gli facevano compagnia. ¶ La vista ritornò libera verso
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Gregorio si domandava se la passeggiata lo aveva deluso
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Nei pressi dell’Annunciata la brezza si fece piú
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di primavera. Loro non la sentivano nell’aria? Dell
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come certi mari: era la sua ora di riposo
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ordine sparso le capre, la pupilla rettangolare. Alcune avevano
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pupilla rettangolare. Alcune avevano la barba, altre i pendagli
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maior» sul ciglione e la rosa canina sotto i
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chiama ti avviso io. ¶ – La sentirai? Tu non hai
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ho piú incontrata, dopo la disgrazia, voglio dire. ¶ – Eppure
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è meglio che nessuno la veda, – lei ammise. – Oggi
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partiva malvolentieri anche se la vita sul Nyon non
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dopo mezz’ora. Liberò la testa dal foulard che
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parlare. ¶ – Sei stata tu la celeste infermiera di Jean
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infermiera di Jean-Pierre, la mano della pietà? ¶ Suonò
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Suonò un po’ brusca la domanda che gli si
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l’indulgenza, il distacco, la forza addolorata. ¶ – Se me
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mezzogiorno doveva partire. Lasciò la macchina in fondo alle
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vi aveva camminato per la morte di quel ragazzo
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volgeva a romperle con la testa del magaglio, ondulando
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senza spostare i piedi. La terra smossa respirava, e
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ne vado. ¶ Gregorio prese la chiave nel buco del
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di pane. Le aprí la finestra, ma non si
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nella stanza e collocò la valigia vuota sul letto
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suoi complessi di colpa»... ¶ «La tua vacanza sarà agli