parolescritte
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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Giovanni Montanaro, Tommaso sa le stelle, 2014

concordanze di «le»

nautoretestoannoconcordanza
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2014
scalzo, al massimo con le ciabatte tricolori. ¶ Che fare
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volume è al massimo, le casse vibrano. ¶ “Pietro! Che
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E dove?” ¶ Tommaso spalanca le braccia, in modo eloquente
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Lei punta il cavalletto, le ballerine si appoggiano sull
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delle mie cassette! Non le maialerie che ascolti tu
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trovarti. Non ti porterò le rose davanti al portone
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attira volgiti e mira le cose che ti son
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Tommaso può ascoltare tutte le maialerie che vuole. ¶ Ha
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teatro, la cassa con le scritte dorate, i due
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si voltava e prendeva le scale. Quante volte avevano
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America? Quante volte lui le aveva ripetuto che non
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i capelli corti, castani, le spalle dritte, la camicetta
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un fantasma. Perché non le è corso dietro? Perché
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l’ha lasciata imboccare le scale? Perché non l
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con lui. E tutte le cose, le cose vere
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E tutte le cose, le cose vere, come stanno
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cose vere, come stanno, le ha dette solo a
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lui. Il Po sa le cose. Il Po lo
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l’amore. Lui non le presterà i guanti, non
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presterà i guanti, non le toccherà il collo, non
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Butterfly. ¶ Il Po sa le cose, ma non può
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spera sempre che se le porti via. ¶ 26. ¶ Tommaso Calé
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non riesce a leggere le scritte, lo farà Pietro
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autobus, “Aiuto!” grida Tommaso, le due vetture sono incollate
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svolta a sinistra, destra, le sterpaglie. Nello specchietto retrovisore
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È femminile. ¶ Signor Pietro, ¶ le ricordo che tra le
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le ricordo che tra le 9 e le 12 dovrebbe essere
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che tra le 9 e le 12 dovrebbe essere sempre reperibile
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fuori un casino. Dopo le tocca un giudizio in
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scandisce ad alta voce le città che legge sulla
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Sbuffa. ¶ Pietro va verso le “Navi e imbarcazioni”. Cerca
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serve?” ¶ “Devo controllare che le cose non spariscano.” ¶ Un
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lattuga da coprire con le sterpaglie, rucola e valeriana
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in tanti anni, non le aveva mai viste partire
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da tre giorni, ininterrottamente. Le prime gocce sono state
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come chicchi d’uva. ¶ Le piante di pomodoro sono
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fili di una tela. Le zucche resistono, rimbalzano l
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serve a niente spostare le cose. E se invece
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d’acqua? Deve spostare le cose sui ripiani più
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sentiero. Tommaso scappa per le scale. Pietro si rimette
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fa dei segni con le mani, aiuta l’ufficiale
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non vede quanto piove? Le sembra un giorno da
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prossimi giorni. Ha sentito le previsioni?” ¶ “Cosa dicono?” ¶ “Ah
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Castroni, ma perché non le ritirano la patente? Sta
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motore salire di giri; le ruote, finalmente, hanno aderenza
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fatto che sono arrivate le borse dei suoi sequestratori
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isolotto, lo strapiombo, tutte le piante matte e gli
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suoni che ha intorno, le frasche, i rami, il
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fiume. Non resterà sveglio, le palpebre si serrano, un
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impianto stereo e tremare le pareti del deposito giudiziario
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Berta. La sua sedia! Le mani gli tremano, spande
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del vino, si sporca le dita, dice “Porcomondo”. Odia
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proprio voglia di altro?” le chiede. ¶ Si siede sulla
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buono.” ¶ “Ho smesso con le maialerie.” ¶ Lei lo bacia
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È un bacio umido; le labbra si attaccano zuccherine
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uscire dalle pantofole. “Hai le mani appiccicaticce?” ¶ “Mi danno
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smetterla di parlare?” Con le labbra gli risale per
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che vuoi tu?” Raccoglie le scarpe, lo rincorre. “Pietro
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dove sei?” ¶ Sta abbassando le tapparelle. ¶ “Ma che fai
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luce.” ¶ “D’estate?” ¶ Pietro le dà un bacio appassionato
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dà un bacio appassionato, le mette le mani sul
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bacio appassionato, le mette le mani sul seno, le
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le mani sul seno, le sbottona la camicetta. ¶ “Ma
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così irruente...” ¶ Lui preme le labbra sulle sue. Lei
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sue. Lei gli conficca le unghie nella schiena. Comincia
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con la serratura”. ¶ Non le dà tempo di replicare
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vicini al lavello, lui le appoggia una mano sulla
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poste comincia a scendere, le mutandine, la solleva continuando
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dici?” ¶ “Niente.” ¶ “Vuoi che le metta subito? Dai, me
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metta subito? Dai, me le metto.” ¶ E lei, davanti
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ragazza!” ripete. E con le labbra gli manda dei
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dell’altra volta, tra le due carreggiate. “Ok.” Tutto
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foglio. Il ragazzino muove le mani, fa dei rumori
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mani, fa dei rumori, le macchine gli sfrecciano vicino
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conta i soldi con le dita. Pietro capisce che
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piacciono, trova delle margherite, le raccoglie e le spinge
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margherite, le raccoglie e le spinge verso l’alto
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sguardo tronfio, antipatico, tiene le braccia conserte e dice
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È prigioniera. No, non le è concesso accettare la
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fa un risolino tra le labbra e le dita
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tra le labbra e le dita. “Che figo Tommaso
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solito, non si sbilancia; le previsioni dicono che potrebbe
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vedere, in penombra, tra le assi al bordo della
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tettoia e una trave. “Le ammazziamo tutte!” ¶ “Morire!” ¶ Pietro
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per colpire, è che le forze gli vengono meno
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il vespaio si stacca, le vespe sciamano, sente ronzare
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vede che Tommaso ha le labbra sul suo braccio
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letto, la testa tra le mani. Chiude gli occhi
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largo ma più stretto, le lenticchie di mare esangui
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lenticchie di mare esangui, le pietre bianche sul greto
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O, piuttosto, tirare via le piastrelle BUSACCAPPELLO, o, perché
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pallone è per terra, le riviste in ordine. Ha
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in ordine. Ha preso le scarpe. No, non c
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d’oro, al crepuscolo. Le giornate sono già più
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la febbre a quaranta, le allucinazioni? ¶ Forse è il
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Maledetto ragazzino. Tommaso indossava le scarpe, è andato nel
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lancia lontano. Tommaso indica le Crystal Ball, non voleva
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non serve! Stia giù.” ¶ Le scale scricchiolano, Pietro fa
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vuota non potevamo mettere le cose quassù?” ¶ “È la
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della palestra Movingirls.” ¶ “Con le maglie col simbolo dei
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ginnaste.” ¶ “Non sapevo che le interessassero le navi,” dice
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sapevo che le interessassero le navi,” dice il Castroni
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dice il Castroni osservando le riviste. ¶ “Non me ne
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non possiamo mettere qui le scatole del sexy-shop
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del sexy-shop?” ¶ “Non le nomini neppure in questa
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l’altro indicando anche le Crystal Ball sopra la
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faccio i fatti suoi? Le chiedo perché si è
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andato. ¶ Pietro ha ancora le palpitazioni. L’ufficiale non
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là del nome evocativo, le scatole non fanno riferimento
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il commendator Tognazzi. Continuano le imprese della baby gang
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qualche sera prima, con le grate alle finestre. ¶ Un
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ragazzino si spezza, riparte, le parole ogni tanto gli
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escono faticose, ogni tanto le rompe un sospiro. Tommaso
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a sé, teso tra le mani. È del colore
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che il vento abbia le labbra, e le bacia
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abbia le labbra, e le bacia. ¶ 18. ¶ Traviata ¶ “Che bella
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vestito di velluto nero le scende dalle spalle, ora
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Luciano uno di noi, le gambe nude, il cotone
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lo caccia via con le mani, tocca le penne
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con le mani, tocca le penne viscide, fredde, bleah
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raggiungerlo. Pietro si sfila le pinne, va al deposito
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diapositive. Queste non se le ricordava. Si avvicina a
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canta come all’opera, le labbra strette, la fronte
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e il capannone, fa le ombre cinesi. Non è
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se quello che disegnano le mani sia una lepre
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non perde tempo con le ipotesi. “Spostati!” ordina. Si
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giocando quell’ore volar. Le diapositive cominciano ad avanzare
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che brindino, anche se le bottiglie in scena sono
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ecco il dottore, Alfredo le porge un fiore. ¶ È
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Si accascia per terra, le mani nei capelli. Poi
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e poi, lentamente, con le mani comincia a coprirli
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comincia a coprirli, con le braccia fa ombra, non
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ci vuole qualcuno con le braccia lunghe. Da quanto
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terra, vicino alla Berta, le gambe incrociate e gli
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aggiunge, perché vede anche le nuvole, le indica proprio
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vede anche le nuvole, le indica proprio. “Nuvole,” dice
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suoi capelli, ma anche le formiche e il punto
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ragazzino. ¶ “Già!” ¶ “Pioggia... maialeria!” ¶ Le parrucche sono in testa
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testa, fanno prurito. Hanno le mani in grembo, i
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senza chiudere. Scende rapidamente le scale. La musica è
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è al massimo. Lascia le donne! O prendi cento
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Ha gli occhi larghi, le mani sottili, graziose, le
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le mani sottili, graziose, le guance arrossate, scottate nel
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vela. ¶ “Perché ti interessano le navi?” ¶ “Non mi interessano
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i fossili, i fogli, le matite e la gomma
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Scrive: Pietro, e scandisce le lettere. Poi aggiunge: Tommaso
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La calligrafia è incerta, le lettere sconosciute. Ma l
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Segna con una X le bancarelle vicine, a una
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una a una, e le X sono profonde, spesse
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proprio nella linea tra le due carreggiate. Dice: “Tommaso
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preoccupare.” Pietro tiene tra le dita una lametta. “Guarda
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Pietro procede attento, regola le basette, si avvicina per
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leggera. Il ragazzino prende le forbicine. “No, i capelli
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quell’isolotto che affiora. Le sponde sono scomode; lui
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sono scomode; lui piega le frasche con il suo
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sarebbe se tornassero, se le cose cominciassero a tornare
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Foglia. Albero.” Pietro scandisce le sillabe mettendosi vicino a
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ripete. “L’albero fa le foglie. Il cielo è
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tronchi. “Lo specchio riflette le cose.” L’altro annuisce
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a Tommaso, che mette le mani piccole sopra le
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le mani piccole sopra le sue. “Così! Così!” Stanno
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che pare una foglia, le sue vittime non si
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becco di un’anatra, le pinne forti che lo
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il pesce stramazzi, che le pinne si dimenino sempre
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feltro. Almeno, erano sigillate. Le ciabatte tricolori, ormai, le
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Le ciabatte tricolori, ormai, le usa Tommaso. Sono nella
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tutti e due con le gambe divaricate e le
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le gambe divaricate e le braccia in grembo, la
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la testa incassata tra le spalle sullo schienale della
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lui come può insegnargli le frasi? Il complicato è
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Il complicato è mettere le parole una dietro l
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fili elettrici col rame. Le cose che sa, le
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Le cose che sa, le sa per se stesso
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quella che ha sotto le scarpe, che è “erba
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terra che fa tutte le cose che vede lì
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cielo ci sono tutte le cose che non ci
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sono più. Non che le cose che non ci
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nave rossa, la siccità, le pallottole. Quello è per
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qui è fissato con le stelle”. “Betelgeuse,” continua il
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accende. La stringe tra le dita di Pietro e
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vero e proprio carro.” ¶ 16. ¶ Le tentazioni di Piera ¶ “Shhh
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degli scatoloni con scritto LE TENTAZIONI DI PIERA. ¶ “Assolutamente
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il Castroni. ¶ “Ah, se le fa piacere. Lei mi
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l’interno del deposito. Le porte finestre sono spalancate
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scruta gli scaffali con le mani sui fianchi. “Lì
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deve vederli?” ¶ “Io.” ¶ “E le danno fastidio? Non la
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pioli appoggiati sul cartone. “Le mutande e i reggiseni
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I pioppi. I palloncini. Le farfalle. La Panda. Il
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che ha in mano, le manette si spandono come
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da terra e se le mette in tasca. ¶ Tommaso
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Tommaso ha paura, vede le manette, Pietro voleva minacciarlo
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No. No.” Allora Pietro le lancia lontano. Tommaso indica
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anche se Pietro scandisce le parole il ragazzino non
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non lo sente, con le orecchie sott’acqua. ¶ È
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Po, i canneti rossastri, le lenticchie di mare verde
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c’erano, adesso distruggono le altre uova. Gli aironi
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un gesto risentito, sbuffa: le mani si agitano all
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i capelli?” Pietro gonfia le mani sotto le orecchie
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gonfia le mani sotto le orecchie, sfiora quelli di
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quella confidenza. Allora stringe le braccia, fa segno che
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Non sapevo che avessimo le fate del lavello.” Sale
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fate del lavello.” Sale le scale, ma la porta
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ha chiuso in sen. Le zanzare si affollano intorno
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parrucca bionda, pensa salendo le scale, almeno lo faccio
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una rivista per terra, le magliette gettate alla rinfusa
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vento fischia lugubre tra le colonne di cemento. Pietro
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istituti bancari. Avanza tra le vetture parcheggiate in divieto
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nessuno in giro. Poche le luci dietro le finestre
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Poche le luci dietro le finestre. VIA MARTIRI DELLA
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In quel palazzo con le grate al pianterreno, da
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gli aveva fatto togliere le scarpe prima di entrare
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sotto terra, e così le porte di legno, il
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Castroni fa rumore con le scarpe. Ha una camicia
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Dove doveva essere. Non le ho detto che sarebbe
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fuori?” ¶ “Allora possiamo festeggiare. Le offro un bicchiere al
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posto malfamato: “Ci vanno le donnacce!”. Quante volte ha
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porta al polso, con le margherite sul cinturino. “Mamma
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bivaccare. Pietro ha messo le mani sulla grata. Dove
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ciottoli nei vialetti e le panchine, le stesse su
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vialetti e le panchine, le stesse su cui baciava
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i bagni sono aperti, le serrature scardinate, le luci
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aperti, le serrature scardinate, le luci accese. C’è
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Maria Pia Cremonini con le nappe? No, è l
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di scomparire. È che le cose se ne vanno
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mica aspettarlo. ¶ Lexotan. ¶ Lexotan. ¶ Le Lexotan t’attend, le
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Le Lexotan t’attend, le Lexotan, le Lexotan t
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t’attend, le Lexotan, le Lexotan t’attend! ¶ Accende
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Carmen no. Ma perché le cose non finiscono mai
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correva da anni verso le scale, e lì, a
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e ha riconosciuto Pietro. Le sta simpatico, il custode
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senza ricetta.” ¶ “Dammi sia le tachipirine sia gli antibiotici
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sulla fronte. È rovente; le dita, viceversa, sono gelide
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termometro, il ragazzino apre le labbra. “Dai che ti
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Tommaso. Il ragazzino con le braccia fa il movimento
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raggi ¶ Gli ha portato le teche del professor Sansoni
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del professor Sansoni, con le etichette battute a macchina
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bianca. Gli ha portato le Crystal Ball che erano
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sei preso questa influenza? Le tue scarpe non si
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per farglielo capire mette le mani giunte sotto l
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uno sbadiglio. Gli rimbocca le coperte. ¶ Scorge un foglio
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una doccia!”. Anche se le parole sono belle, ospitali
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poi chissà, si vedrà. Le cose che accadono mica
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tappa il naso con le dita; urge un lavaggio
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delle musicassette, dove tiene le mutande e i calzini
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gli mostra come usare le posate, perché l’altro
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divora. Sgranocchia di gusto le cartilagini. “A me non
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cerca di mostrarglieli con le mani. È che gliene
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bambino deve mangiare verdura. Le piante sono salde e
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Pietro capisce lo stesso. Le cose che vanno, sì
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l’amore con Nina; le quattro di pomeriggio, caldo
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l’anello che non le ha mai dato. ¶ I
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guscio; sarà il bernoccolo, le emozioni o la scomoda
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dorme. È imbozzolato dentro le lenzuola, si agita, non
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al sicuro. ¶ Sono già le nove. ¶ Pietro ha fatto
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dalla Callas, guarda tutte le cassette: Pagliacci. Con la
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sedia. Tommaso gli conficca le unghie dentro al braccio
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il ragazzino. ¶ Tommaso affonda le unghie. ¶ Pietro lascia la
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a Pietro. È scheletrico, le costole in evidenza; sulla
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che lo segue. Passano le porte scorrevoli, prendono un
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inosservati. Il ragazzino fa le boccacce. “Stop, Tommaso, ci
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Tommaso passa in rassegna le magliette stropicciate in un
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ha anche il cappuccio. Le scarpe. Tommaso insiste per
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polso e poi alza le mani. ¶ “Sei fidanzato?” ¶ Il
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2014
stupito, Tommaso gli chiude le dita intorno e poi
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2014
E chi ti lava le cose?” Tommaso è sul
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2014
letto. Intorno a sé, le magliette; le piega, le
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2014
a sé, le magliette; le piega, le prova, le
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2014
le magliette; le piega, le prova, le guarda. Le
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le piega, le prova, le guarda. Le ha sparpagliate
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le prova, le guarda. Le ha sparpagliate così, alcune
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i Rolex? Non ha le mèche, conclude Pietro. E
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l’Atala arrugginita. “Pietro!” ¶ Le va incontro, è deciso
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lo sopporto! Non sopporto le primule. Non sopporto nessuno
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2014
fiatone, l’ansia. “Stop!” Le mani gli tremano mentre
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porta va spinta. Tutte le “Navi e imbarcazioni” oppongono
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2014
è niente. ¶ Tommaso sposta le riviste. Pietro non collabora
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2014
a Tommaso come accatastare le riviste contro una parete
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2014
i dorsi azzurri con le dita scure. Pietro è
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un bosco di farnie, le radici nel cemento dell
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è una sterna con le ali come un boomerang
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un costume nero con le bande arancio, l’ha
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elastico che quasi non le tiene più. Ha dato
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dato a Tommaso anche le ciabatte con la bandiera
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indica un sentiero tra le bacche, che declina a
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lambisce i piedi, tiene le mani strette a pugno
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alle spalle; Pietro allunga le braccia perché ci si
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quando ne vede una, le zampe atrofiche e la
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adulte se ne vanno. Le lamprede invece fanno il
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nelle tasche. ¶ “Guardi che le lire sono fuori corso
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Volta sulle diecimila che le ha dato. ¶ Pietro se
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sedili della Panda, incastra le casse di vino, ammucchia
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fatica a muoversi per le strade asfaltate, ma sui
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sforzo di volare. Ha le ali larghe, oro e
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a riva, va tra le sterpaglie, risale l’argine
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lasciato l’asciugamano e le mutande. ¶ Ma non c
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tettoia, lui la abbraccia, le sfiora il collo, poi
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sfiora il collo, poi le labbra si cercano, lui
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piedi nudi che cercano le calze e poi le
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le calze e poi le scarpe, i seni luminosi
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di nome Ines; lui le legge, le conserva, casomai
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Ines; lui le legge, le conserva, casomai questo Apollo
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ne va, rassegnato, dietro le siepi. ¶ Pietro spinge la
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spinge la porta. Qualcosa le impedisce di spalancarsi. Dall
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lucida, il kimono blu, le pantofole ortopediche, che aspetta
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Pietro guarda in alto. Le nubi si sono prese
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prese il cielo, schiacciano le stelle. Pietro non sa
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stelle. Pietro non sa le stelle. Nina sapeva tutti
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dagli scaffali e sale le scale, il metallo cigola
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tra gli scatoloni, tra le sedie in polistirolo. Sembra
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sia, la schiena scivolosa, le zampe elastiche, una palla
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a qualche metro, spalanca le fauci velenose e lancia
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respiro, corre via, oltre le scale, fuori dal deposito
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è ripreso. La ucciderà. Le si siederà sopra, alla
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l’orecchio. Uno sciabordio. Le abluzioni prima della battaglia
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un calcio, grida: “Di’ le tue preghiere!”. ¶ La porta
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è chiuso, sigillato. Chiude le porte. ¶ Dentro a Buckingham
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riga di luce tra le tende, sbadiglia, sente qualcosa
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una capra che sale le scale indisturbata. Adesso c
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bestia non ha saccheggiato le sue scorte. Prende delle
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delle fette di pancarré, le butta in padella. Aggiunge
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comprato quelli bianchi, con le erbette. Sono due; gliene
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gli piace lasciare aperte le confezioni. Farò lo sforzo
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buca, avvelenare un fuso? Le vespe le affronta con
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un fuso? Le vespe le affronta con scopa e
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non bastare. Può scagliare le piastrelle BUSACCAPPELLO 1992/13 con i
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e cavo, guerriero con le ciabatte, vede che sotto
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dei soffioni, incastrati tra le assi di legno. ¶ La
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il vento non ha le mani per incastrarlo nel
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e dei soffioni tra le dita. Soffia forte, non
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senza frutti, sta morendo. Le vespe sciamano intorno, sono
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sporge la mano oltre le tegole, sente una carezza
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Qualcosa si muove tra le foglie. ¶ Pietro rientra in
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a quel rumore. Anche le guance del ragazzino, imbrattate
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qualcosa. L’altro tende le dita. ¶ È un dono
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con l’indice tra le labbra. “Fame.” ¶ Pietro si
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non sa dove cercarle, le parole, e sono parole
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sentiero stretto, sassoso, dove le automobili passano a fatica
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scrostato, l’edera addosso, le finestre scure da cui
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e grigi, ancora folti, le mani forti. Si guarda
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i piedi, sta con le gambe allungate e divaricate
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allungate e divaricate e le braccia in grembo. Che
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idea. Che pace. Anche le formiche sembrano rilassate, meno
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tra gli iris e le lenticchie di mare, ascoltare
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Il corridoio dell’istituto, le assi di legno, il
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anche tristi, la bocca, le labbra sottili, le guance
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bocca, le labbra sottili, le guance arrossate. Pietro spalanca
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che il fiume fa le visioni. Sarà il caldo
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al Po. Chi rompe le balle?, si domanda Pietro
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una volta. Si sfila le cuffiette dalle orecchie. Pietro
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gli insetti, che male le fanno?” ¶ “Ammazzarle tutte, le
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le fanno?” ¶ “Ammazzarle tutte, le zanzare. Tutte insieme. O
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rotto il guscio e le ha annusate. Le ha
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e le ha annusate. Le ha lanciate in una
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una padella antiaderente, poi le ha strapazzate con un
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che ha. Ha mangiato le uova e il teflon
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blu, la Callas truccatissima, le spalle scoperte. È un
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di trent’anni con le casse voluminose, grigio-marroni
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per Nina e non le ha mai dato. ¶ Pietro
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o srotolate, ma non le butta via. E anche
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più sentire Manon e Le nozze di Figaro, non
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nozze di Figaro, non le ha mai ricomprate. Non
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SORELLE CREMONINI FILATI. Poi le sorelle furono imbrogliate da
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rappresentante di spagnolette che le aveva sedotte, la fabbrica
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si sono trasferiti e le bottiglie sono ancora lì
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nulla, il tempo accumula le cose. La scatola da
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romagnoli che trafficavano stupefacenti. Le fisarmoniche RICCADONA. Gli ombrelli
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occhi fosforescenti, vhs con le puntate di Giochi senza
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senza frontiere, zeppe con le etichette consumate sul tallone
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collegare i fili, sfidare le lucciole. Pietro, prima di
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sul sicuro: E lucevan le stelle, e olezzava la
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solo, se lo ascoltano le tignole e i beccamoschini
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n’è; si passa le dita sulla pancia e
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comincia a diventare salata. Le cose, al fiume, hanno
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invece, guardare la strada, le luci intermittenti, gli uomini
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figure con Mr Primula?” ¶ Le cose sembrano guardarlo, da
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chissenefrega! Vengono a pignorare le cose di qualcun altro
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qualcun altro?” ¶ “Scriviamo che le è stato rubato, non
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si è allontanato. Anche le mèche si è fatto
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primavera inoltrata, e poi le insegne giallo-blu, intermittenti
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anni. Lei non apriva le labbra. Una suora. È
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lingua; qui ci sono le cose che la gente
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di cui ha bisogno. Le cose del deposito sono
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Alla fine mangia sempre le stesse cose, salvo che
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ha dimenticato? Il bicarbonato! Le pile per l’orologio
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più. Gli si tappano le orecchie, sente tutto distante
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lui. Chissà se qualcuno le ascolta, le preghiere, pensa
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se qualcuno le ascolta, le preghiere, pensa Pietro, e
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pensa Pietro, e dà le spalle a quel rimbombo
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Tommaso. Devo portare su le cassette e lo stereo
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amaranto. Subito va verso le scale, le sale, entra
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va verso le scale, le sale, entra. ¶ “Tommaso!” ¶ Ma
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fratello.” ¶ Scende di nuovo le scale, va verso Buckingham
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non si vedono che le sagome. Sembrano pronti, tranquilli
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un uomo sul ballatoio. Le assi scricchiolano. Una lama
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stringe gli scaffali con le mani. “Tutto bene Zurlini
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è piaciuta. Purtroppo, anche LE TENTAZIONI DI PIERA sono
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bicchiere e si immagina le mani che l’hanno
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che l’hanno preso, le labbra che ci hanno
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che ci hanno bevuto. “Le cassette!” Corre a controllare
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Corre a controllare. Passa le dita in mezzo a
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i beccamoschini, i salici, le farfalle. Quel deposito è
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con i calzini e le mutande. ¶ L’alba si
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La piena non verrà. ¶ Le cose si sistemeranno. ¶ “Gli
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ferma lì fuori con le chiavi sul cruscotto. Si
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indietro. ¶ Gli hanno bucato le ruote. ¶ “Pietro!” È la
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autunnale, un cerchio tra le nuvole, si propaga in
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sulla propria sedia. Hanno le gambe allungate, ma solo
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Pietro questa volta ha le braccia in grembo. Tommaso
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Sono davanti al fiume. ¶ Le sedie affondate nella fanghiglia
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l’acqua; s’intravedono le prime crepe ma la
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Panda morta?” ¶ “I ladri le hanno bucato le gomme
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ladri le hanno bucato le gomme.” ¶ Tommaso indica i
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scopa, l’alcol e le bottiglie CRI­STINELLI. Infine
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i nomi di tutte le stelle.” ¶ “Tommaso sa le
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le stelle.” ¶ “Tommaso sa le stelle. Tommaso sa il
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neon, di accendere tutte le luci, abat-jour, applique
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il pulsante che comanda le luci esterne, è vicino
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artificiale. Come tanti insetti, le lampadine sbucano tra le
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le lampadine sbucano tra le foglie, e il proiettore
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Non lo sanno, ma le loro ombre si abbracciano
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vi divertite a nascondermi le rondini, quando fanno il
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brucerebbe tutto. Nessuno più le aggiusterà. Questo è il
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luce. Ecco l’orto, le zucche che resistono e
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non la spaventa, anzi le permette di procedere più
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scuote il vestito. Agita le scarpe, non adatte a
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La mia Panda ha le ruote bucate.” ¶ “Davvero sono
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e un uomo con le mani tra i capelli
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che non trovavo più le cose? Be’, era lui
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Be’, era lui che le spostava.” ¶ Tommaso mostra il
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vista. “Ecco dove finiscono le riviste che mi porti
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stanza di Tommaso. Tutte le “Navi e imbarcazioni” sono
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un discorso troppo lungo.” ¶ Le poche cose di Tommaso
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Digli di correre via,” le ordina Pietro. ¶ Quello con
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Era quasi arrivato. Tendevo le dita ma non è
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Italia. Costano, sai? Costano le barche. Tanti euro. E
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Prima di andare, prendiamo le cose. Poi ci portiamo
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da vicino il lampadario, le luci lo accecano, ci
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in pace mentre rubano le cose.” ¶ “Uscite o vi
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appoggia alle cose ammucchiate, le spinge con il suo
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La copertina è lucida, le pagine consumate, gli angoli
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di più. Non trova le parole. Pietro, invece, mette
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all’altro. Se solo le avessi detto di andarsene
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scrostato, l’edera addosso, le finestre scure da cui
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C’è altra posta?” le ha chiesto. ¶ “No.” ¶ “Niente
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spesa, lui zoppica e le ruote della Panda sono
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su la cornetta. “Buongiorno, le interessa acquistare della carne
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alle sette? Devo comprare le batterie, pensa. E anche
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un motivo per cui le lamprede hanno l’istinto
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vero che, alla fine, le lamprede tornano sempre. Nina
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Pietro ci ha messo le magliette e il pallone
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magliette e il pallone, le Crystal Ball e le
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le Crystal Ball e le ciabatte tricolori. Non gli
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è un volto stilizzato, le guance tozze, simpatico. “Non
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po’ è commosso. ¶ Scende le scale. ¶ Toglie due puntine
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tettoia, guarda i pioppi, le vespe che sciamano, gli
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e grigi ancora folti, le mani forti. Si guarda
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piedi nudi, sta con le gambe allungate e le
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le gambe allungate e le braccia in grembo. Andrà
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il Po che sa le cose. E che adesso