Vittorio Alfieri, Agamennone, 1783

cessa, o Tieste; vanne, ¶ le Stigie rive ad abitar

Tutte ho in sen le tue furie; entro mie

ove obliar volesse pur le offese ¶ del padre mio

Troia a terra ¶ cadder le mura; ognor sovrasta Atride

torbidi austri impetuosi narra ¶ le navi nostre: altri aver

A noi ¶ narrando andavi le sue imprese; in esso

non lasciar d'Argo le mura, innanzi ¶ che il

per afferrar già stan le argive prore; ¶ e torreggiar

argive prore; ¶ e torreggiar le antenne lor da lungi

del sospirato padre infra le braccia ¶ già mi starei

Agamennone ¶ Riveggo al fin le sospirate mura ¶ d'Argo

vostra, ¶ nel ritornar fra le mie braccia? ¶ Elettra ¶ Oh

i lunghi pianti ¶ e le noie, e il dolor

io pur, sì, tra le vicende atroci ¶ di militari

sanar si può: non le han due interi lustri

dal sen la figlia le strappasti. ¶ Agamennone ¶ Misero me

avi: un sangue scorre ¶ le vene nostre; ond'io

appien del sangue mio le macchie ¶ pareami aver negli

di sangue, a che le atroci ¶ vicende tue rammento

Tieste io veggo, ¶ e le sue furie, in te

ed io di lor le spose ¶ mai non rapiva

la vita, ¶ come pria le sostanze, or voglion tormi

già: di fior cosperse ¶ le vie, che al tempio

nemico con Egisto furo ¶ le sue parole. ¶ Clitennestra ¶ Ma

sacri altari innanzi, infra le grida, ¶ fra i pianti

amore ¶ a me intender le fa. ¶ Egisto ¶ D'orror

sai) fra noi divise ¶ le opìme spoglie, la donzella

ciel!... tutte m'invade ¶ le fibre e l'ossa