Vittorio Alfieri, Antigone, 1783

che forse nella recita le sarebbero sfuggite, ella tutte

che io dimostrar mai le possa. ¶ Roma, 8 Decembre 1782 ¶ VITTORIO

nudo ei giace? e le morte ossa ancora ¶ dalla

l'aure: ¶ dolore immenso le tronca ogni voce; ¶ immote

ogni voce; ¶ immote, asciutte, le pupille figge ¶ nel duro

flebil suono chiama. ¶ Già le si fanno innanti; erra

si vede intorno, e le matrone sue. ¶ Fermo ell

giungo ¶ di riveder, riabbracciar le care ¶ sembianze; e quella

sola una fiamma anco le morte nostre ¶ spoglie consumi

lieti dì. ¶ Emone ¶ Tra le rovine, e il sangue

tuo crudel divieto, ¶ che le fiere de' Greci ombre

SCENA II ¶ Guardie con le fiaccole, ANTIGONE, ARGIA, CREONTE

che parli? ¶ Imperturbabil giudice, le ascolto: ¶ morte è con

altra il marito; ¶ tu le deridi? Oh cielo! ¶ Antigone

Tua legge infranto han le pietose donne; ¶ ma chi

Creonte ¶ Ardisci; ¶ tua man le rende in un la

te dappresso? e udir le invendicate ¶ ombre de' miei

bensì. — Ma, tutti oltra le negre ¶ onde di Stige

inuman, re sanguinario, udrai, ¶ le voci estreme disperate udrai

A lui ne andar le Argive ¶ vedove sconsolate, in

ho: pria ch'ei le chiegga, io forse ¶ suo

v'ha dunque, che le inique leggi ¶ può troncar

di quell'ora assai. — Le tue minacce ¶ antivenir potrei

addio: ¶ del morto sposo le reliquie estreme ¶ giacciono in

SCENA I ¶ ANTIGONE tra le guardie ¶ Antigone ¶ Su, mi

Ahi vista! ¶ carche hai le man di ferro?... ¶ Antigone

è? che fu? chi le accoppiò? — Di voi ¶ qual