Vittorio Alfieri, Saul, 1784

famoso ¶ tu, Gelboè, fra le più tarde etadi, ¶ che

presentarti al re? Fra le nemiche ¶ squadre ei ti

armi, ecco per lui le impugno, ¶ finché sian vinti

ed i pomi, e le foglie. ¶ Gionata ¶ — Assai può

poss´io?... Qui, fra le mense, ¶ fra le delizie

fra le mense, ¶ fra le delizie, e l´armonia

albeggi... ¶ Gionata ¶ E fra le piume aspetta ¶ fors´ella

non gli apre infra le ostili squadre, ¶ Saùl diffida

oh! quanto in rimirar le umane ¶ cose, diverso ha

ch´amo pur tanto, le più volte all´ira

a cui fean eco ¶ le sue ipocrite turbe. A

morte: ¶ i vestimenti squarcinsi; le chiome ¶ di cener vil

sfumino al soffio aquilonar le nubi, ¶ che al soglio

te cantavan d´Israèl le figlie: ¶ «Davidde, il forte

altro che i mille, ¶ le migliaia abbatteva: egli è

tuo orecchio già tenea le chiavi, ¶ dicea più forte

combatter puoi ¶ d´Abner le accuse? Or, di´: non

sete travagliato... Oh cielo!... ¶ Le angosce, i dubbi, il

ciascun passo stava ¶ tra le fauci di morte. Umìl

è disperso: ¶ già su le ratte folgoranti piume ¶ di

sovr´esso spande: ¶ qual, le man venerande ¶ di pianto

forza è loco — dien le ostili squadre. ¶ Tutte veggio

aquila altera ei stende ¶ le reverende — risuonanti penne, ¶ cui

al celeste brando? ¶ Non le minacce, i preghi allentar

queste, ¶ queste son, vili, le battaglie vostre. ¶ Ma, contra

e la morte, ¶ per le spose, pe´ figli, e

su; dov´è Saùl? — Le parti ¶ d´Agàg mal

il Signor nol voglia? ¶ Le sue vendette Iddio nel

nel marmo scrive; ¶ e le commette al Filisteo non

non ho figli. — Infra le schiere or corri, ¶ Gionata

io? Di guerra infra le angosce, ¶ fuor di sua

sposa sei?... fur nozze ¶ le tue?... — No, no; del

vista atroce! sovra ambe le rive, ¶ di recenti cadaveri

Saul ¶ Squillan più forte ¶ le trombe? Ivi si vada

ardenti balenarmi ¶ veggo, e le spade a mille... — Empia