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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Egisto Roggero, L'eredità del genio, 1898

concordanze di «le»

nautoretestoannoconcordanza
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bianca, fredda e deserta. Le vetrate dei caffè, delle
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eleganti e spaziose seguiron le vie secondarie, meno illuminate
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prese la testa fra le mani. ¶ * ¶ * * ¶ Era stanco. ¶ Povero
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solo contro tutti, preso le difese del passionale errore
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fidente... ¶ E Marino ricordava le parole del padre: a
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lotta, lotta con tutte le tue forze per non
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cupe ed immote parean le negre masse dell'aria
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tra i vetri e le tende, parea mettesse il
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la cingeva tutta con le capricciose volute de' suoi
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recate con i giornali, le due eleganti missive attendevan
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due eleganti missive attendevan le nervose dita di Marino
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sue ultime tinte su le fredde sue tele senza
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In questo vagabondaggio artistico le sostanze lasciategli dal padre
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avean sempre spinto, incoraggiato: le mostre di pittura gli
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profonda o verace. Ricordava le parole e la fatal
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avea oppresso, là dentro, le cose. ¶ Poi il giovane
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alla sua scienza, ambo le mani: ¶ - E goditi il
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il dottor Fausti, prendendogli le mani disse ancora: ¶ - E
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coprì il volto con le mani. ¶ Egli era terribilmente
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poche parole, confuso, e le porse da sedere. ¶ - No
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semplicemente, e recava tra le braccia un grande cespo
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cadere i fiori che le si sparsero ai piedi
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cinse il collo con le braccia meravigliose, posò la
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avuta dinanzi - finalmente! - e le avrei detto tutto: i
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tanto tempo preparati e le frasi ironiche e cattive
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vieppiù furioso mi spruzzava le sue gocciole salmastre. ¶ In
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vento che ne scompigliava le succinte vestimenta. Ed era
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mai obliati occhi.... E le sue labbra tremavano, esangui
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collera cadde. I rimproveri, le tristi parole, tutto, tutto
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mi salì dal cuore. Le presi la piccola mano
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per sempre. Ella aprì le pallide labbra. Che cosa
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disse altro. Furon quelle le parole di collera ch
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e il mare squassava le rupi sotto la strada
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rupi sotto la strada. ¶ Le grosse gocciole cominciarono a
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ritirò la povera manina: le smorte labbra ebbero ancora
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brividi del freddo, sotto le folte pelliccie che la
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innamorata e colpevole. Io le baciavo le piccole mani
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colpevole. Io le baciavo le piccole mani piangendo d
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luce del suo amore! le notti insonni sognando il
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inferma, paurosamente gelida sotto le pelliccie e sotto il
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accanto a lei e le presi le fredde mani
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lei e le presi le fredde mani nella mia
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E morirò felice. ¶ Io le chiusi la bocca con
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subito la riconobbi, me le feci innanzi. ¶ - Signorina - le
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le feci innanzi. ¶ - Signorina - le dissi inchinandomi - sono io
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e intanto guardava intorno le palme verdi, le eleganti
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intorno le palme verdi, le eleganti casine bianche, i
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giovinetta ai lati, Spesso le nostre mani si stringevano
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gelida della morente sotto le nostre frementi di vita
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empieva di calda luminosità le via della cittadina e
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sua bambina. Ci prese le mani e se le
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le mani e se le strinse al cuore, unite
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Il sangue ardente che le correa nelle vene era
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de' miei venti anni. ¶ Le trine di Venere. ¶ Quando
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che la vedessi, che le parlassi, che le dicessi
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che le parlassi, che le dicessi di lui.... ¶ Chissà
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E in poche parole le rievocai il triste quadro
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il superbo nome che le avevan dato di Venere
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la bellissima mi stese le mani. ¶ La carrozza si
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vestita ancora di nero. ¶ Le braccia avea nude. ¶ Divine
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un fiocco di spuma - le cingeva il collo, e
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ad una ad una le candide trine che ne
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Venere seguitava a perdere le sue trine. ¶ Nella sala