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Giovan Battista Marino, La strage degli innocenti, 1632

concordanze di «le»

nautoretestoannoconcordanza
1
1632
L’iniquo re de le tartaree grotte ¶ prevedendo ’l
2
1632
suo cor stima interrotte ¶ le quieti al regnar, di
3
1632
che deste fuor de le squarciate gole ¶ sangue in
4
1632
gli sguardi obliqui e le pupille torte ¶ sembran comete
5
1632
sembran comete, e lampadi le ciglia. ¶ E da le
6
1632
le ciglia. ¶ E da le nari e da le
7
1632
le nari e da le labra smorte ¶ caligine e
8
1632
membri d’acciaio entro le fiamme ¶ fa con l
9
1632
l’estremo suo sonar le squamme. ¶ Tre rigorose vergini
10
1632
di nostro stato umano, ¶ le luci ove per dritto
11
1632
l’andate cose a le presenti accorda. ¶ Vede da
12
1632
e come a dea ¶ le reca i gigli de
13
1632
Vede l’elci e le querce e gli orni
14
1632
felice e santa notte ¶ le tacit’ombre e i
15
1632
i tenebrosi orrori ¶ da le voci del Ciel percosse
16
1632
se stesso mortali ¶ già le piaghe antevede espresse e
17
1632
l’alto tenor de le cagion superne, ¶ tinte di
18
1632
ascose il viso entro le branche e sciolse ¶ ruggito
19
1632
seggio ¶ e mutare a le stelle ordine e corso
20
1632
e meste, ¶ tormentator de le perdute genti, ¶ ove per
21
1632
di morte. ¶ Volse a le forme sue semplici e
22
1632
soffersi, e d’Aquilon le cime ¶ salsi, ove d
23
1632
che vibrando qua giù le fulgid’armi ¶ ne le
24
1632
le fulgid’armi ¶ ne le miserie ancor venga a
25
1632
candida facella ¶ scintillar fra le lampadi minori, ¶ così ricco
26
1632
miei ¶ gli elementi e le stelle avran paura. ¶ Son
27
1632
e sollevàr la fronte ¶ le tre forici e rigide
28
1632
e d’Acheronte ¶ rotàr le serpi e scosser le
29
1632
le serpi e scosser le facelle. ¶ «Eccoci» disser «preste
30
1632
che sa far con le compagne Aletto. ¶ Né perch
31
1632
a un cenno ¶ trar le stelle dal ciel, l
32
1632
profondo ¶ crollar, spiantar da le radici il mondo». ¶ Risponde
33
1632
mio regno appoggi, ¶ ben le vostr’arti e ’l
34
1632
miei». ¶ Era costei de le tre dee del male
35
1632
degna, e fera oltre le fere, ¶ e sen gìa
36
1632
biechi ¶ torse colei da le tartaree sponde, ¶ e per
37
1632
formidabil nome ¶ fe’ sibilar le serpentine chiome. ¶ Cosa non
38
1632
i gridi altrui chiuse le porte ¶ scabre, e di
39
1632
dura; ¶ son di ferro le basi e son di
40
1632
di forte ¶ diaspro impenetrabile le mura, ¶ e di sangue
41
1632
anela e suda. ¶ Con le minaccie sue fremer lontano
42
1632
rotar Morte superba. ¶ Per le pareti abominandi ordigni ¶ onde
43
1632
a bere il fele. ¶ Le spaventosi Eumenidi sorelle ¶ son
44
1632
e sempre in man le ferve ¶ furial face; intorno
45
1632
iniqua corte empie donzelle ¶ le Parche inessorabili e proterve
46
1632
inessorabili e proterve, ¶ da le cui man fur le
47
1632
le cui man fur le sue vesti ordite ¶ di
48
1632
e profani, ¶ di Silla le severe aspre prigioni, ¶ i
49
1632
procuste orrendi e strani, ¶ le mense immonde e rie
50
1632
v’ha tutti; havvi le fiamme, havvi i coltelli
51
1632
che non balena, ¶ abbandonò le ruginose porte; ¶ e la
52
1632
bel pianeta eterno, ¶ irrigidir le stelle e gli elementi
53
1632
tirannide e soave ¶ sparse le tempie altrui d’acque
54
1632
e de’ pensieri, ¶ quando le negre piume agili e
55
1632
Bettelem lo scettro, a le moleste ¶ cure involato, il
56
1632
di Tebe apparve a le sanguigne cene, ¶ ricerca e
57
1632
l’albergo tutto a le secrete ¶ ritirate sen va
58
1632
benché mendico, ¶ là tra le bestie e ’l fine
59
1632
occultar s’ingegna ¶ ne le regie vivande anco il
60
1632
l’armi e con le leggi ¶ popolo sì fellon
61
1632
poi l’anfesibene ¶ de le schiume di Cerbero nodrita
62
1632
in un soffio entro le vene ¶ fiamma ch’aviva
63
1632
sonno, e di sudor le membra ¶ sparso, dal letto
64
1632
son pastor, l’armi le fasce, ¶ il palagio real
65
1632
real rustico tetto, ¶ pianti le trombe, i suoi destrier
66
1632
apporta ¶ rimesso il fren le mattutine ancelle, ¶ e ’n
67
1632
sole, e fea sparir le stelle, ¶ e la sua
68
1632
nubi e quelle, ¶ per le piagge spargea lucide ombrose
69
1632
senatori uniti ¶ fur da le guardie in ampia sala
70
1632
testura ¶ regi superbi a le superbe mura. ¶ De la
71
1632
pavimento ov’ei posa le piante ¶ tutto di drappi
72
1632
L’aureo diadema onde le tempie onora, ¶ si trae
73
1632
turba i riposi a le mie notti oscure? ¶ quai
74
1632
l’armi e superar le frodi; ¶ Antigono lasciar rotto
75
1632
col sangue e con le stragi e l’onte
76
1632
invoco: ¶ avrò fors’io le sovrastanti estreme ¶ fiamme del
77
1632
i guardi ¶ fuor de le labra in bel sermon
78
1632
e i nembi erge le cime, ¶ così petto real
79
1632
e Dio. ¶ Se ne le stelle è poi scolpito
80
1632
i rischi riparar de le sciagure ¶ e i danni
81
1632
i danni antiveder de le future. ¶ Spegnesi di leggier
82
1632
vuolsi esser presto ¶ mozzar le lunghe e non dolersi
83
1632
con quel fragor frange le note ¶ con cui de
84
1632
fieri inganni sui. ¶ Nulla le donne san de la
85
1632
querelando sen giva, e le querele ¶ giunte lassù, la
86
1632
di zelo, ¶ or può le leggi sue rompere il
87
1632
fece ¶ fermar del sol le fugitive rote, ¶ e se
88
1632
Apri il grembo a le grazie, aprilo e movi
89
1632
ristora e molce ¶ da le non vòte mai fonti
90
1632
l’acque immortali e le rugiade eterne». ¶ Pietà così
91
1632
il canto e su le lire aurate ¶ «Pietà, pietà
92
1632
e risonàr pietate. ¶ Girò le luci il gran Motore
93
1632
occhi ardente giro ¶ prendon le stelle e ’l ciel
94
1632
oro e il zaffiro. ¶ Le fila sue di non
95
1632
machina si torse. ¶ De le sfere sovrane e de
96
1632
sfere sovrane e de le basse ¶ tacque il vario
97
1632
tesoro e tenerezza ¶ de le viscere mie, trafitto il
98
1632
e per te solo ¶ le stelle ornai di luce
99
1632
il volo ¶ diedi, a le fere il corso, a
100
1632
vago anno distinsi. ¶ De le fatture mie fui poscia
101
1632
e ’l fior de le bellezze eterne. ¶ Ma dapoi
102
1632
dal cenno sol de le serene ciglia, ¶ e dal
103
1632
gli ardor vicini ¶ o le fulgide penne o gli
104
1632
Ingannato il pastor lascia le piume ¶ al tremolar del
105
1632
soggiorno ¶ che non scota le fronde o fera o
106
1632
traboccare accenna e vacillante, ¶ le tempie alternamente alza et
107
1632
d’odori a lusingar le nari. ¶ Là drizza ratto
108
1632
spoglia diafana velate ¶ porta le membra a meraviglia bella
109
1632
Dio di sua man le scrisse, e la scrittura
110
1632
il santo prigioniero ¶ de le spiche adorate il senso
111
1632
il gran guerriero ¶ mirò le fiamme in verde spina
112
1632
terreno ¶ il dottor de le genti al ciel d
113
1632
avante. ¶ Fermò Giuseppe entro le note impresse, ¶ che l
114
1632
che del gran pegno le vestigia sante ¶ rintracci Erode
115
1632
di tiranno rio. ¶ Tra le fere, tra l’armi
116
1632
e di sua man le lacrime gli asciuga, ¶ e
117
1632
asciuga, ¶ e compiangendo a le miserie umane ¶ lava del
118
1632
umane ¶ lava del vecchierel le bianche lane. ¶ Egli che
119
1632
re superbo, empio tiranno ¶ le ricche moli e gli
120
1632
ben acconcio omai ¶ tra le ruvide piume il pargoletto
121
1632
suoi vicini, ¶ inondator de le feraci arene, ¶ che porta
122
1632
due nomi diversi a le sue rive. ¶ Vede l
123
1632
e quasi altere, ¶ per le stelle assalir, scale sassose
124
1632
al ciel, basi a le sfere, ¶ e ricoprir sotto
125
1632
sfere, ¶ e ricoprir sotto le spalle ombrose ¶ le piagge
126
1632
sotto le spalle ombrose ¶ le piagge tutte e le
127
1632
le piagge tutte e le colline intere, ¶ vietando ognor
128
1632
lor vasta mole ¶ a le selve la luce, e
129
1632
immenso indi discerne, ¶ e le scole e i musei
130
1632
e la stagion mendica, ¶ le spine ornò d’intempestivi
131
1632
onori, ¶ e maritò con le pruine i fiori. ¶ Anime
132
1632
l’onde et a le membra lasse ¶ alimento e
133
1632
alimento e ristoro offrìr le piante. ¶ Ogni erba e
134
1632
quai dal rigor de le gelate brume ¶ a schermirlo
135
1632
con manti e con le piume. ¶ Spirto guerrier fra
136
1632
spada, ¶ quasi forier, per le vie dubbie e torte
137
1632
ascolta i canti, ¶ stringe le ciglia, aguzza il guardo
138
1632
guisa ¶ che ’n su le piante i gravi membri
139
1632
v’inchino, e se le luci ¶ stupide alzar presumo
140
1632
del gran Re de le stelle alti messaggi. ¶ Tu
141
1632
manco braccio al dritto, ¶ le statue eccelse, i celebrati
142
1632
l’insidie et a le prede ¶ di ladroni fuggir
143
1632
improviso splendor gli occhi le fiede, ¶ o qual d
144
1632
attese il suon de le bugiarde note. ¶ Pien di
145
1632
di stupor dal piano ¶ le reliquie raccolse il sacerdote
146
1632
ch’alto tremoto infranse, ¶ le ruine e i silenzi
147
1632
Dietro al fulgor de le celesti penne ¶ sen gìa
148
1632
l cor pur non le scota alta paura; ¶ non
149
1632
punge al par de le crudeli spade, ¶ perché potesse
150
1632
l’ombre et animar le tele, ¶ onde la schiera
151
1632
di lacrime pietose, ¶ insanguinò le violette e i gigli
152
1632
e i gigli, ¶ impallidì le porpore e le rose
153
1632
impallidì le porpore e le rose. ¶ Cinto di lampi
154
1632
uccision funesta, ¶ e de le morti altrui le varie
155
1632
de le morti altrui le varie guise ¶ giudice e
156
1632
e ne piangeste, ¶ e le piaghe stillanti e sanguinose
157
1632
vacillante, ¶ accennando cader, move le piante. ¶ Or come tra
158
1632
come tra carnefici rinchiuse ¶ le sventurate donne si trovaro
159
1632
che timidi e confuse ¶ le videro languir, le stride
160
1632
confuse ¶ le videro languir, le stride alzaro. ¶ Qual fuggia
161
1632
alzaro. ¶ Qual fuggia tra le mamme e qual nel
162
1632
il guardo gira ¶ a le pallide madri, a i
163
1632
pon su gli orli le labra, e mentre il
164
1632
quinci il manda a le fauci, indi a la
165
1632
bocca; ¶ gonfia e sgonfia le gote, aduna e scioglie
166
1632
risponde tonando Eco a le note. ¶ Udito il segno
167
1632
commosse ¶ al suon de le durissime percosse. ¶ Miracoli dirò
168
1632
timor tornati vivi. ¶ Con le materne lacrime disciolti ¶ correan
169
1632
se lacrimar non sai? ¶ Le spade che pur or
170
1632
i queruli lamenti, ¶ vede le morti spaventose e triste
171
1632
e pregar lui ¶ con le man giunte e con
172
1632
man giunte e con le treccie sparte: ¶ «Me, me
173
1632
con furor rapito ¶ da le braccia materne apre le
174
1632
le braccia materne apre le braccia, ¶ e la semplice
175
1632
licor pietoso et unse ¶ le piaghe acerbe ond’era
176
1632
ella gli occhi, egli le vene, e quanto ¶ egli
177
1632
e parte in man le resta, ¶ sì fu troppo
178
1632
spaziosa piazza, ¶ Quasi cinghial, le sete aspre e pungenti
179
1632
udilla ¶ e di man le rapì l’amato Amore
180
1632
la vita e de le piante. ¶ L’impiaga e
181
1632
petto, ¶ peso che già le piacque et or l
182
1632
né soffrir sa che le sia morto o tolto
183
1632
morto o tolto. ¶ Ma le sta sovra uom minaccioso
184
1632
crespo e fin or le bionde pompe ¶ a scossa
185
1632
a scossa a scossa le divelle e rompe. ¶ Ella
186
1632
ferito. ¶ Al fin, rotto le membra, infrante l’ossa
187
1632
e tutto trito, ¶ per le labra e le nari
188
1632
per le labra e le nari in copia grande
189
1632
crudo e rio ¶ con le piante calcandolo lo sprezza
190
1632
l’oltraggio, ¶ fiero ne le fattezze e più ne
191
1632
far contesa? ¶ Timor crudo le fa del proprio nato
192
1632
duolo, ¶ torcendo al ciel le lacrimose stelle. ¶ Verso colei
193
1632
timida si stringea fra le mammelle, ¶ mosse il piè
194
1632
i labri grosso, ¶ rabbuffato le ciglia e bieco gli
195
1632
pur da pueril vaghezza, ¶ le man stese al coltel
196
1632
l’uccise; ¶ ma sedate le lacrime e ’l cordoglio
197
1632
figlio ¶ che il sen le sugge un dardo aventa
198
1632
altro bambin che tra le braccia ¶ stretto le giace
199
1632
tra le braccia ¶ stretto le giace, e la motteggia
200
1632
la qual ricovri a le sue siepi ombrose, ¶ dentro
201
1632
lei traffitta atterra. ¶ Egli le braccia aperte avien che
202
1632
nel seno e ne le braccia avinta, ¶ cotal parea
203
1632
e discinta, ¶ e ’ntorno le fiorian teneri e molli
204
1632
primo in picciola tabella ¶ le note ad imparar de
205
1632
l’ebrea favella ¶ leggea le righe in lei vergate
206
1632
al gusto; ¶ drizza a le fauci, ond’inghiotta ridendo
207
1632
che di cinque ancor le resta. ¶ Ma che? Del
208
1632
malcauto schermisce, e non le giova, ¶ però che ’l
209
1632
dal cielo ¶ vide scoccar le rapide saette, ¶ onde in
210
1632
Pur, tanto di vigor le dà pietate, ¶ la ministra
211
1632
sossopra, ¶ e va cercando le reliquie amate, ¶ ove la
212
1632
ove la varia uccision le copra; ¶ e le lacere
213
1632
uccision le copra; ¶ e le lacere membra insanguinate, ¶ regendo
214
1632
estreme, ¶ sparse raguna e le commette insieme; ¶ e col
215
1632
insieme; ¶ e col pianto le lava, e dice: «Ahi
216
1632
altrui. ¶ Son queste, ohimè, le forme altere a vaghe
217
1632
mio mal sempre presaghe, ¶ le mie misere carni, ohimè
218
1632
l sangue e tra le piaghe, ¶ riconosco pur io
219
1632
mi ritornate innanzi ¶ de le viscere mie miseri avanzi
220
1632
ogni mio riso». ¶ Qui le cresce la doglia e
221
1632
ingorde e vaghe ¶ contar le morti et additar le
222
1632
le morti et additar le piaghe. ¶ Mentre la plebe
223
1632
ardenti, ¶ e si morde le labra e batte i
224
1632
pueril flutto crudele, ¶ e le membra e le fasce
225
1632
e le membra e le fasce arbori e vele
226
1632
fianchi aperti e da le rotte fronti, ¶ vede che
227
1632
misurar di sua man le cicatrici. ¶ Sembra a punto
228
1632
il natio suo lago ¶ le fauci aprendo orribili e
229
1632
orribili e funeste, ¶ terga le scaglie, in un feroce
230
1632
morte ancora incerti ¶ stringer le madri et anelar spiranti
231
1632
mòre in porto. ¶ De le donne meschine altra le
232
1632
le donne meschine altra le gote, ¶ altra le man
233
1632
altra le gote, ¶ altra le man si batte e
234
1632
figli anco tremanti, ¶ e le fredde cogliendo aure fugaci
235
1632
cornice pallido e brutto ¶ le squallidette e lacerate spoglie
236
1632
cor nodrisce e ne le vene, ¶ temendo non ne
237
1632
crebbe, ¶ difforme sì che le sembianze istesse ¶ avria, credo
238
1632
l capo raso, ¶ oltre le tempie anguste e ’l
239
1632
reo. ¶ I palagi e le rocche in quella guisa
240
1632
l’alte porte, ¶ e le schiere nemiche intorno sparse
241
1632
e sì alte mandò le voci a Dio ¶ che
242
1632
udio. ¶ Sotto la falce le tremanti biade, ¶ sotto l
243
1632
fonti candidi e vivaci ¶ le sugge il latte e
244
1632
Poiché ne l’un le prime prove ha fatte
245
1632
adulteri ambidui; ¶ ebber ne le prime ore e ne
246
1632
desia, ¶ ahi folle, e le convien che quel che
247
1632
preso ¶ Malecche, un per le gambe, un per le
248
1632
le gambe, un per le braccia: ¶ un ne lancia
249
1632
Chi contar potria mai le varie spoglie ¶ onde Morte
250
1632
lutto ¶ il Furor con le Furie era per tutto
251
1632
l’aurata verga e le purpuree spoglie. ¶ Intanto il
252
1632
e quindi sbarrando ambe le porte, ¶ chiusi fur d
253
1632
fame astrette ¶ risepelir ne le materne celle ¶ carni ch
254
1632
quelle ingorde Arpie ¶ ne le viscere mie, viscere mie
255
1632
sciolse ¶ i serrami e le sbarre, entrò feroce. ¶ L
256
1632
e ’l piè contro le move ¶ e le straccia
257
1632
contro le move ¶ e le straccia le vesti e
258
1632
move ¶ e le straccia le vesti e straccia i
259
1632
Fusse in grado a le stelle, o cari figli
260
1632
innocente estinta avete ¶ de le spade barbariche la sete
261
1632
a i suoi -. ¶ Così le dice, la minaccia, et
262
1632
la sua fuga aprian le porte, ¶ non sapendo per
263
1632
la sanguinosa spoglia ¶ su le braccia pur dianzi avean
264
1632
caro busto al cor le nacque ¶ tanta pietà che
265
1632
picciol corpo a piè le giacque; ¶ tempestato di piaghe
266
1632
che dolcissimi sospiri ¶ ferì le stelle e si percosse
267
1632
l’oro e lacerò le rose ¶ onde i crini
268
1632
onde i crini e le guancie Amor compose! ¶ Al
269
1632
scettro? ¶ O fera de le fere assai più fera
270
1632
amano i figli ancor le tigri ircane, ¶ e ’n
271
1632
la ferità severa ¶ de le rigide tue voglie inumane
272
1632
core, or n’ha le membra. ¶ Barbaro re, re
273
1632
marital cangiato in bara, ¶ le faci ond’onorar dopo
274
1632
onorar dopo qualch’anno ¶ le tue nozze sperai, l
275
1632
gran rischio sottrar non le sovenne? ¶ Ma fu vostro
276
1632
non de’ miei danni le ministre squadre, ¶ non s
277
1632
novo spogliarle, et a le crude ¶ fere espor le
278
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le crude ¶ fere espor le lor membra, al vento
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fiera spada ¶ che troncò le mie gioie, acciò che
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sciolte, ¶ e fu chi le mirò visibilmente ¶ in un
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guise. ¶ Colse l’Aurora le sanguigne brine ¶ e ne
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eroi l’ombre chiudea, ¶ le tenebrose sue ferrate porte
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spunta il sol che le nostr’ombre indora, ¶ chinianci
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ferute? ¶ e chi segò le gole, e chi le
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le gole, e chi le teste, ¶ ohimè, trafisse di
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dal giustissimo Dio de le vendette, ¶ l’opra da
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l’odio eterno ¶ stupir le Furie e vergognar l
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rugiadose e nate ¶ tra le spine del duol rose
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nel sommo chiostro ¶ braman le stelle e gli Angeli
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l’alto concento imparano le sfere; ¶ o dolcissimo duol
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da’ cui martiri ¶ tutte le gioie sue tragge il
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quelle schiere ¶ far de le rotte fascie alte bandiere
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anzi che fermi, ¶ anzi le sfere che ’l terren
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Così cantava, e de le candide alme ¶ fur le
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le candide alme ¶ fur le voci e l’ombre
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vecchi padri al ciel le palme, ¶ sperando il fin
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e de’ cari bambin le lieve salme ¶ gian per