parolescritte
interroga:  scripta  ·  bsu  ·  civita

il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Antonio Moresco, Gli esordi, 1998

concordanze di «le»

nautoretestoannoconcordanza
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1998
cominciava già a muovere le ultime falangi. Se le
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1998
le ultime falangi. Se le fissava con stupore, sollevando
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1998
una per una anche le dita, la callista li
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1998
giro lentissimo nel parco. Le foglie seghettate degli ippocastani
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1998
colombo, bianco e con le penne della coda tutte
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1998
all’ultimo istante spalancò le ali e volò via
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1998
mi avvicinai. ¶ Serrava tra le mani il cartoccio dei
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1998
manciate di calli dentro le gabbie dei conigli, potevo
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1998
sempre di più tra le sue mani. Lo circondò
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1998
casetta dei fagiani e le voliere. Ne lanciava manciate
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1998
Ne lanciava manciate attraverso le maglie della rete, e
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1998
Saliva disarticolatamente, sbattendo contro le pareti farinose del cunicolo
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1998
gola. Dal cortile venivano le incitazioni di Lenìn. Se
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1998
sbattendo tutte e due le braccia nell’aria smossa
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1998
agitando il grembiule con le mani. ¶ Bortolana si spenzolava
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acceso una sigaretta, con le mani tremanti per l
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mezzo al cortile, allungando le mani da ogni parte
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1998
e si richiamavano sopra le prospettive inclinate del parco
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1998
parco e della villa, le cui linee andavano a
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1998
petrolio, lungo il viaggio, le piume della sua testa
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1998
grumi di sangue tra le piume, o una delle
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1998
strani oggetti impigliati tra le penne, fili di tabacco
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1998
piccionaia. Bortolana stava tirando le ultime boccate da una
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1998
ancora a tenere tra le grandi dita. Ero immobile
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1998
la cicca bruciare tra le labbra. Chinò appena la
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1998
sbriciolarsi di colpo sotto le sue dita. ¶ Stavo guardando
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notte, dopo avere chiuso le ante a fisarmonica e
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1998
a fisarmonica e recitato le orazioni sul pavimento, perché
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po’ dei passi lungo le scale, poi il suono
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1998
molto sui suoi cardini, le lastre di vetro tremavano
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1998
senza stucco, mentre tutte le luci si andavano spegnendo
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campanile di Ducale. Oltre le ante a fisarmonica già
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1998
solo, di mattina. Lucidavo le scarpe per un periodo
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1998
mentre ancora stava facendo le abluzioni con la testa
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pettinati, ancora addormentati tra le braccia dell’autista, o
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veletta, verso la villa le cui finestre a fisarmonica
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fisarmonica cominciavano ad aprirsi. Le vecchie si fermavano a
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loro per un istante le velette, sembravano tessute con
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di rame incandescenti. Osservavo le borsette che pendevano dalle
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cosa potessero contenere, indovinando le loro forme sotto la
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su se stessa cancellando le impronte degli pneumatici dell
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dell’auto. ¶ A volte le visite si sovrapponevano per
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1998
moto, capovolgendo di colpo le espressioni sui volti dei
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ospiti, intanto, si lavavano le mani in bagno con
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animazione. Si scambiavano ridendo le salviette, si rinfrescavano la
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con la sarta, che le stava provando l’abito
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1998
dopo l’altro tra le labbra. La cena incominciava
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la tovaglia, quando allungavo le braccia verso il piatto
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1998
i suoi capelli, persino le lenti degli occhialoni e
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1998
e si frantumava sotto le ruote della macchina, lanciava
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1998
sopra il leggero dislivello. Le guardavo senza fiatare, il
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1998
finestre, agitavano tutt’intorno le braccia in segno di
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1998
state spalancate anche tutte le finestre a pianterreno e
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1998
il viale della grotta. Le loro voci mi arrivavano
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1998
Guardavo, spostando un po’ le foglie dei rampicanti che
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1998
frusciare dietro di sé le foglie taglienti del bambù
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1998
a passi più lunghi le radici fuori di terra
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1998
a decifrare del tutto le parole, anche se passavano
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1998
sentivo sotto di me le loro voci e le
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le loro voci e le loro risate amplificate, quando
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1998
spavento per farsi stringere le spalle o la vita
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parco alcune valigette giradischi. Le trasportavano tenendole aperte e
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e lunghi fili con le spine penzolavano qua e
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erba, tra la ghiaia. Le disponevano sui tavolini di
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1998
Bortolana scorticava coi denti le estremità di quelli troppo
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più distintamente, potevo seguire le diverse arie che provenivano
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vidi che stava tirando le ultime boccate dalla cicca
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1998
avanti per il peso. Le loro due facce erano
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1998
punto di scoppiare. Tutte le coppie erano ormai affluite
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1998
proprio imminente matrimonio. ¶ Poi le danze ripresero, mentre già
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1998
mentre già si spegnevano le ultime esclamazioni e i
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1998
esclamazioni e i battimani. Le coppie si dispersero di
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1998
dei viali e tra le canne. Seduto a poca
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1998
angolo del viale, dove le radici balzavano fuori da
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1998
una parte. Sollevai entrambe le braccia per schermirmi, ma
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1998
sollevò a sua volta le braccia nello spazio, cominciò
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1998
spazio, cominciò a intrecciare le sue piccole dita con
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1998
sue piccole dita con le mie. ¶ Un istante dopo
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1998
e dello spazio circostante. Le sue mani erano adesso
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1998
sfiorarlo, a volte, con le dita o col palmo
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1998
inanimata. Avevo già staccato le mani dal suo corpo
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1998
sembrava di averle stretto le braccia tanto forte, quando
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1998
di clacson, per richiamare le ultime coppie che ancora
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1998
all’improvviso, facendo slittare le ruote sulla ghiaia. Qualche
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1998
erano interrotti bruscamente, perché le gambe ormai stanche e
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1998
dei ballerini avevano tranciato le prolunghe. Il Nervo aveva
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1998
fucile nuovo fiammante tra le braccia. ¶ 7 ¶ Nella villa e
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1998
libro di preghiere tra le mani, mi fermavo a
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1998
asciugamano di spugna sopra le ginocchia, teneva tra le
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1998
le ginocchia, teneva tra le mani un piede ancora
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1998
rigirò più volte tra le mani, e mi parve
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1998
intorno e persino tra le dita esplodevano e si
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1998
rigirarsi quel piede tra le mani, si scioglievano e
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1998
un po’ di tempo le fasi successive di quell
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1998
iniziato a intagliare anche le dita. Le separava una
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1998
intagliare anche le dita. Le separava una per una
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1998
un unico giro verso le lunghe tavolate, quando qualcosa
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1998
libro di preghiere tra le mani, e mi pareva
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1998
e stracci per stanare le vespe che vi si
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1998
riconobbi all’improvviso. ¶ Allargai le braccia per puntellarmi a
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1998
silenzio vibrante, innaturale, mentre le ultime nuvole di gas
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1998
infissi. Nel cortile tutte le teste erano adesso girate
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1998
passi nel cortile, stirandosi le membra dopo il lungo
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1998
senza dare risposta, muovevano le braccia cercando di spiegarsi
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1998
Nervo potesse afferrarli per le spalle, facendoli ondeggiare nell
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1998
nell’aria come se le loro vesti non contenessero
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1998
La camerata era deserta, le gambe dei letti di
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1998
sollevata dal terreno. Qualcuno le lanciava occhiate, a tratti
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1998
un gesto complesso con le braccia, per dire che
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1998
Infilzava con la forchetta le foglie d’insalata, a
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1998
alettoni svolazzanti, per proteggersi le scarpe. Ci stavamo dirigendo
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1998
aggrappato al palo con le sole gambe, a braccia
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1998
aveva nel frattempo acceso le luci. Mi inerpicai sul
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1998
essere in bilico sopra le sue spalle. Il fanale
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1998
colpo nella luce, con le foglioline e l’intrico
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1998
levarsi dal basso, quando le mie ginocchia toccavano l
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1998
Cercavo perlomeno di serrare le gambe contro il parafango
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1998
lucidi di cera che le sue ruote giravano vorticosamente
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1998
cinta da cui spiovevano le grandi foglie seghettate degli
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1998
ghiaia scricchiolava inerte sotto le ruote della moto. Imboccò
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1998
ghiaia scricchiolava da tutte le parti sotto le mie
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1998
tutte le parti sotto le mie scarpe. Mi stavo
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1998
che bisognava avanzare tastando le pareti con le mani
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1998
tastando le pareti con le mani. Ci girai attorno
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1998
i suoi mattoni con le loro mille sfrenate radichette
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1998
già a far brillare le piume dorate delle loro
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1998
della Terra nello spazio. ¶ Le finestre della villa erano
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1998
sedie di vimini e le sdraie e, accanto all
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1998
attraversava la mia veste. Le finestre della villa erano
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1998
attorno ai vetri che le lastre tremavano forte nella
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1998
per radere i capelli. ¶ Le finestre erano ancora chiuse
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1998
La Dea apriva tutte le porte, nel passare. Le
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1998
le porte, nel passare. Le sue pantofole scricchiolavano un
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ripiegare su se stesse le ante a fisarmonica. Era
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1998
bordi un po’ sfilacciati, le pieghe ancora rigide e
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della villa. ¶ Ora tutte le finestre della casa del
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1998
stava spalancando e ripiegando le ante di tutte le
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1998
le ante di tutte le finestre, che erano sormontate
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1998
senza neppure tenermi con le mani. Salivo lentamente, a
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1998
appena recisa e ammucchiata. Le assi ondeggiavano leggermente a
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1998
il giro di tutte le stanze a pianterreno, perfettamente
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1998
Ritornai nella serra, risalii le scale, raggiunsi di nuovo
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1998
libro di preghiere tra le mani, quando un colpo
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spiovevano da ogni lato le foglie seghettate degli ippocastani
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ricadevano a terra sbudellate. Le gomme per cancellare rimbalzavano
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cancellare rimbalzavano troppo contro le pareti, i compassi rimanevano
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più lento nel ribattere, le palline di mollica di
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fare punto. ¶ Arrivarono infine le palline vere. Quelle da
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potevano colpire così forte le mani di qualcuno dei
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1998
farne esplodere di colpo le nocche, come fiori d
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cambio della biancheria, che le suore portavano non viste
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sparpagliava sul letto tutte le sue cose, le passava
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tutte le sue cose, le passava in rassegna una
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ostentazione mentre gocciolava. Anche le posate dovevano da un
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contrariarlo, perché a volte le sollevava e pareva soffocare
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diversi contemporaneamente. Modificava con le mani la curvatura di
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1998
gli si spegnesse tra le labbra. Quando infine si
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si sentiva battere sordamente le mani, da lontano. A
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1998
fior di labbra. Vedevo le loro tre teste protendersi
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1998
nella pianura, come se le sue luci filtrassero dal
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1998
se erano state portate le cotte nuove in sagrestia
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1998
di cemento. Camminavo tra le due file d’inginocchiatoi
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1998
orario di silenzio. ¶ Risalimmo le scale prive di ringhiera
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camerata, mi spogliai sotto le coperte. L’uomo con
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fronte, allineate sulle tavole, le formidabili batterie delle scodelle
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1998
scodelle, i fragorosissimi cucchiai, le piccole forme di pane
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1998
mille modi diversi con le mani. E ancora quando
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1998
vaschette per il pediluvio, le gambe accavallate, un piedino
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inerte e ghiacciato, tra le mani. ¶ E mi accorgevo
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1998
una dopo l’altra le righe sopra i suoi
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1998
grande testa arrugginita verso le pareti intonacate di fresco
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1998
pareti intonacate di fresco, le colpiva con forza, all
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1998
Non erano di certo le preghiere recitate in chiesa
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anzi che proprio durante le preghiere, quando le parole
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1998
durante le preghiere, quando le parole si sovrapponevano perfettamente
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estremo che mi fischiavano le orecchie. Guardavo solo il
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1998
ad te veniat!” atteggiai le labbra in modo che
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incisioni, in modo che le tre sezioni concentriche di
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1998
fiamma si separassero bene le une dalle altre. Bisognava
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1998
vasodilatazione provocata dalla fiamma, le sue minuscole primordiali cartilagini
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fredda sovrastasse e comprendesse le altre due, e la
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toccare e sfiorare con le dita, come un semplice
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1998
circostante, esattamente quante erano le risposte che occorreva recitare
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1998
Sfioravo il gradino con le dita, a volte, quando
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cadere per terra addormentato. Le due teste del padre
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1998
grande ostia per pronunciare le parole della consacrazione. Le
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1998
le parole della consacrazione. Le guardavo, ogni tanto, con
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1998
di quei fili che le tenevano legate l’una
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1998
passare la patena sotto le bocche spalancate e mi
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1998
che estraesse da questa le particole. Evitavo di guardarlo
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1998
trasportarli sulle braccia, verso le lunghe tavolate. Tornai a
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1998
lucida e filiforme per le numerose arrotature che non
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1998
come un consumato giocoliere. Le rimetteva infine ciascuna sulla
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1998
Era per questo che le fiammelle non morivano mai
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1998
distinguevo bene tra loro le persone. Mi ricacciavano fuori
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1998
invece ci eravamo tolti le vesti prima di iniziare
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1998
per non perdere tempo, le azioni venivano modificate e
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1998
arbitrava tutte e tre le partite contemporaneamente, lacerava di
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1998
quaderno, ma mi tremavano le braccia. Oltre i finestroni
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1998
respirare, saliva su per le scale ancora prive di
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1998
proprio banco per abbassare le serrande. La mia mano
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1998
riuscivo neanche a vedere le parole che stavo tracciando
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1998
allargando tutte e due le braccia. Il Gatto aveva
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1998
dal cassetto. Ne girava le pagine guardando da tutt
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1998
veste, in dormitorio, anche le sue dita si bloccavano
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1998
dello slancio, come se le rotelle si fossero bloccate
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1998
con tutte e due le mani. ¶ Nella sala studio
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1998
gli pendeva inerte tra le dita. Se ne accorgeva
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1998
sollevandola nell’aria con le sue foglioline tutte tagliuzzate
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1998
un altro piatto anche le fette di salame, una
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1998
al centro del cortile. Le loro vesti svolazzavano nell
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1998
aria. Vedevo dal basso le loro mani intirizzite uncinarsi
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1998
consegnato. ¶ Ero rimasto con le braccia penzoloni. L’aria
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1998
non si potessero vedere le parole. Mi capitava addirittura
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1998
vorresti riprendere?» chiedeva. ¶ Allargava le braccia, assumeva un’espressione
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1998
un istante, reggendosi con le sole gambe. “Non riesci
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1998
a stringere abbastanza forte le mani attorno al palo
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1998
cosa vuoi che servano le mani! Te le puoi
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1998
servano le mani! Te le puoi mettere anche in
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1998
lasciandosi scivolare giù senza le mani, con gli occhi
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1998
facevano già capolino tra le labbra. Si richiuse con
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1998
a ogni colpo, scuoteva le spalle, sussultava gettandosi quasi
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1998
che avanzava ondeggiando tra le due tavolate, sembrava doversi
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1998
altro prefetto si torceva le mani in fondo al
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1998
acceso e bisognava serrare le dita direttamente sulla corrente
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1998
la testa nascosta tra le mani, come in un
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1998
stavamo già salendo per le scale. Mi svestii in
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1998
a sua volta sotto le coperte, qualche letto più
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1998
attacco. Si raggomitolava sotto le coperte, ci entrava anche
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1998
stava tranquillamente adagiato sotto le coperte, con la testa
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1998
di lato, per guardarla. Le sue pareti erano così
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1998
nuovo il sospetto che le vibrazioni telluriche che scuotevano
233
1998
qualche punto invisibile sotto le coperte, dove il Gatto
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1998
meglio nell’aria, con le mani puntate nelle doppie
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1998
Scuotevo la testa, increspavo le labbra. Alcuni istanti dopo
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1998
non c’erano ancora le palline. Qualcuno, in mancanza
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1998
e fatte gelare tra le mani. La sfera si
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1998
a causa dell’evaporazione. ¶ Le palline di carta di
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1998
senza peso. Se qualcuno le appesantiva e le impastava
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1998
qualcuno le appesantiva e le impastava con l’acqua
241
1998
spingendo la testa fra le altre intente a conversare
242
1998
nello stesso tempo perché le voci acceleravano e s
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1998
parevano mandare in frantumi le finestre della cascina. Un
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1998
Stavo al turibolo, durante le messe cantate, perché chi
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1998
per impugnarlo bisognava infilare le dita in un complicato
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1998
messe solenni quando tutte le candele ardevano e il
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1998
un’inconcepibile attenzione affinché le catenelle non si scontrino
248
1998
nuova oscillazione, come se le sue catenelle fossero di
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1998
capire che stava muovendo le labbra senza emettere alcun
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1998
vasi dei fiori e le candele. Si toglieva le
251
1998
le candele. Si toglieva le scarpe e ci andava
252
1998
salito sull’altare, manovrava le mani con fatica. Spuntavano
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1998
non far volare fuori le carbonelle ormai roventi. Era
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1998
per un po’ sopra le carbonelle. Ma un istante
255
1998
Stringeva i denti, entrambe le teste erano in fiamme
256
1998
appena consacrata, tenendola tra le dita bruciacchiate. Non riuscivo
257
1998
trovavo, ma scorgevo distintamente le bruciature nere sui suoi
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1998
che ancora teneva tra le dita. ¶ Il campanello multiplo
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1998
con tutte e due le teste chinate sulle tovaglie
260
1998
e più distintamente ancora le bruciature sui suoi polpastrelli
261
1998
delle tovaglie, spiccavano ovunque le macchie colorate degli agrumi
262
1998
scartavetrato una per una le sue luci. Brusii continui
263
1998
me li stropicciai con le dita per togliere quell
264
1998
nuovo, all’improvviso. ¶ Posai le mani sul terreno gelato
265
1998
alzarmi e correre verso le zone più illuminate del
266
1998
e in pendenza, tra le ultime chiazze di neve
267
1998
piccola scarpata, e sollevare le braccia, a tratti, come
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1998
tratti, come per bloccare le loro onde sonore nello
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1998
apparecchio telefonico. A volte le voci maschili che venivano
270
1998
stava battendo con forza le mani in un punto
271
1998
di tempo dopo sotto le coperte, si alzavano di
272
1998
ne stava coricato con le mani dietro la nuca
273
1998
mani dietro la nuca, le ginocchia un po’ sollevate
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1998
un po’ sollevate sotto le coperte. Si era pulito
275
1998
l’odore della sigaretta. Le sue labbra erano un
276
1998
finire di spogliarsi sotto le coperte. Mi alzavo a
277
1998
in un immenso frantoio. Le vedevo più nitide, sbalzanti
278
1998
continuava a restare sotto le coperte, in modo che
279
1998
mentre stavo inginocchiato con le mani giunte ai piedi
280
1998
Bastava che, di tutte le dita intrecciate, ne sollevassi
281
1998
abbastanza rapido del dito, le puntine staccate rimanevano un
282
1998
che si formava tra le due sezioni appena tagliate
283
1998
tovaglie dell’altare. Metteva le dita dentro il callo
284
1998
per staccare di nuovo le due parti di fiamma
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Ne spostava nell’aria le sezioni terminali ormai staccate
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sezioni terminali ormai staccate, le lanciava in alto e
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lanciava in alto e le riprendeva, le faceva ruotare
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alto e le riprendeva, le faceva ruotare tutte insieme
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sotto i tigli, vedevo le loro vesti svolazzare. Altri
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parte dalle lucciole. Dopo le orazioni della sera, mentre
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fece scorrere con emozione le cerniere. Alcuni istanti dopo
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prima di metterci dentro le lamette e il rasoio
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camerata, entrò lentamente sotto le coperte. Mentre si toglieva
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studio, coglievo a tratti le traiettorie stupite dei suoi
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allontanò un’altra volta, le loro voci si persero
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un vento leggero portava le loro parole fino a
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eco di alcune fucilate. Le visualizzavo senza fatica nel
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degli spari e anche le diverse devastazioni che si
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Ci erano sicuramente passate le suore perché gli inginocchiatoi
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stava solo e con le mani in grembo, intento
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grembo, intento a contemplare le nuove tovaglie e i
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nel tempo dell’Avvento. Le funzioni si facevano sempre
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cortile col viso arrossato, le lenti un po’ gelate
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giù in città, perché le sue luci scintillavano forte
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pelle di vetro che le ricopriva. ¶ Anche dalle cascine
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e sparpagliate sulle colline le luci sembravano filtrare quei
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attraversando i muri e le finestre sigillate per il
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improvviso, si distinguevano tra le altre certe voci più
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e muovevano un po’ le guance per accentuare la
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ricordava raramente di pulirsi le lenti, che a volte
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su e giù per le nuche di chi si
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Una dopo l’altra, le teste affioravano nude, piene
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seminaristi andavano a occupare le sedie, mentre quelli che
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rasare la nuca e le zone più basse delle
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lui. Serrava i denti, le vene del collo gli
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tutto contratto sulla sedia, le braccia pronte a scattare
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L’altro prefetto serrava le forbici, i suoi occhi
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fiamme. ¶ In chiesa, durante le orazioni, li guardavo ogni
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inginocchiatoi, e non tenevano le mani giunte e ben
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ben distese, ma con le dita incastrate e tutte
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incamminandoci in fila lungo le scale senza gradini e
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l’angolo che divideva le due camerate, il Gatto
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il polso con entrambe le mani per attenuare la
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mano, senza fatica, perché le asole si erano ormai
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sentivo che mi tremavano le gambe. Dall’interno veniva
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qua e là graffiando le mattonelle con le zampe
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graffiando le mattonelle con le zampe. ¶ Mi affacciai. ¶ L
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vetri rotti. Avevano ancora le vesti, che svolazzavano quando
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entrambi da terra, con le teste in fiamme. ¶ Un
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ruotare così velocemente che le due teste parevano scambiarsi
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infilammo in silenzio sotto le coperte, iniziando a ruotare
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molto lenti, si sfilò le scarpe, le pose sotto
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si sfilò le scarpe, le pose sotto il comodino
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il comodino, entrò sotto le coperte e cominciò a
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li abbracciava entrambi tenendo le loro teste premute contro
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dietro ai capannelli, posare le mani a caso sulle
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infilarsi i calzoni sotto le coperte, mulinava senza fare
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a mia volta sotto le coperte, senza fretta, mettevo
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giù dal letto, infilavo le calze, aprivo il cassetto
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con la testa e le braccia nella veste. Finivo
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erano state ancora poste le lastre di marmo dei
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cadessero a terra durante le preghiere iniziali ai piedi
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solidità dei nodi che le mie dita avevano intrecciato
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ai piedi dell’altare, le orecchie molto staccate dalla
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primo degli inginocchiatoi. Manovravo le tintinnanti ampolline, facevo scorrere
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in fondo alla pianura, le sue luci parevano venire
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per un po’, lavandomi le mani con la saponetta
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e deserto, come se le stelle si fossero sciolte
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infilarsi il pigiama sotto le coperte. La luce centrale
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del seminarista sordomuto, per le piccole luci che mi
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a mia volta sotto le coperte. Anche le luci
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sotto le coperte. Anche le luci dell’altro dormitorio
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stava aggrappato con entrambe le mani a due sbarre
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fine, e terminavano con le sue parole anche quegli
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formati crocchi di seminaristi. Le loro voci erano ancora
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correva ogni tanto verso le sbarre del cancello, diceva
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padre priore chinò entrambe le teste. ¶ Qualcuno dei seminaristi
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cenni di saluto con le mani. Venivano in risposta
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Il priore scosse entrambe le teste, non pareva in
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Il padre priore allargò le braccia, senza dire niente
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ammutolivano e quasi chinavano le teste. ¶ Il cancello si
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legno, attraverso la quale le suore facevano arrivare i
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nera e lucente spiccavano le unghie più chiare, perché
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era arrossito con violenza, le sue teste erano diventate
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erano diventate quasi viola. ¶ Le guardavo, seduto sul bordo
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della biancheria, segno che le suore erano passate mentre
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e rettangoli disseminati lungo le colline. Erano fogli di
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fronte quasi infilata tra le sbarre, e non smetteva
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padre priore a scuotere le teste, come per farlo
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silenzioso e immobile, con le ginocchia asimmetricamente rialzate sotto
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un po’ di tempo le lucine si accendevano molto
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con tutte e due le teste tra le mani
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due le teste tra le mani. ¶ Durante le orazioni
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tra le mani. ¶ Durante le orazioni mi giravo ogni
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trovato sull’inginocchiatoio, staccava le pagine nei punti meno
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intatta, ci passava sopra le dita, l’inclinava un
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la facesse brillare. Osservava le mani nelle file accanto
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accanto, poi di nuovo le illustrazioni delle festività sul
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tanto in tanto tra le pagine. Si smarriva fissando
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sue pupille. Sfiorava con le dita uno spigolo dell
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istante alla porta durante le orazioni, girava a denti
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i tavoli, toccava con le dita le puntine da
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toccava con le dita le puntine da disegno che
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delle altre, e tutte le teste leggermente inclinate da
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portato su inerte per le scale, e poi messo
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e poi messo sotto le coperte, perché quando infine
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erano vuoti, perfettamente rimboccati, le loro gambe sottili di
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era chinato con entrambe le teste sul mio letto
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prendendomi tutte e due le mani, mentre mi riaddormentavo
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di nuovo molto tempo. Le gambe dei letti proiettavano
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si rincorrevano facendo svolazzare le vesti nel cortile. Dovevano
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salivano molto ammassati per le scale mi fece improvvisamente
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indossare il pigiama sotto le coperte. Stavo tutto girato
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po’ nel corridoio tra le due file di letti
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vedevo da lontano sotto le coperte, nella luce del
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sera dopo l’altra le scale, le saponette tirate
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l’altra le scale, le saponette tirate fuori dai
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mi stava rimboccando premurosamente le coperte, tutte sbilanciate e
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più perché sentivo che le ruotine erano già dietro
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che lo sospingeva tra le due file di letti
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buio nella camerata, neppure le testiere di alluminio sbalzavano
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e indietro e sollevando le tapparelle con fragore, neppure
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dei collari e spazzolato le scarpe prima di lasciare
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Mossi qualche passo tra le due file di letti
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accorsi con stupore che le scale erano state ultimate
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tiro al piattello e le colline circostanti, per vedere
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minimo rumore. Scesi ugualmente le scale, che in quel
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in quel punto avevano le pareti non ancora bene
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non toccarla mai con le labbra, impedire che venga
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partita. Distinguevo nel cielo le macchioline un po’ arrugginite
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cachi. Non capivo come le sue scarpette bullonate potessero
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tempo di prepararmi con le braccia, cominciò a lanciare
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riuscivo a seguire bene le loro traiettorie, li vedevo
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annaspare nell’aria con le braccia mentre il Gatto
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li sentivo scoppiare sopra le nocche, sulla nuca, la
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Cercavo ancora di muovere le dita, ma erano tutte
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cachi si sfondavano contro le mie unghie, cadevano ridotti
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farà a camminare con le scarpe da football su
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si rompevano continuamente contro le braccia, contro il volto
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messa al centro. Tutte le teste cominciavano di nuovo
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per un po’, quando le due correnti d’aria
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di me, mentre avvenivano le prime eliminazioni. Si limitava
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d’un tratto pallidissimi. Le loro mani andavano a
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in quale punto mettere le dita. La partita proseguiva
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era ancora più sterminata, le sue case sembravano di
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non avessi neanche più le spalle. In refettorio il
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lo facessi. Mi toccavo le labbra per accertarmi che
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a lungo da tutte le parti, da lontano. Distribuivano
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neanche bisogno di gonfiare le gote, e di investire
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venivano più canti durante le domeniche, segno che gli
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colpo di pettine non le rimetteva all’improvviso in
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spazzolava un po’ con le mani, alzandosi infine al
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allungandole in ogni direzione, le loro labbra erano tutte
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e a fuggire verso le zone più lontane del
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lontane del parco con le labbra in fiamme. Riuscivano
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l’un l’altro le labbra, mentre filamenti sempre
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Fuggivano trascinandoseli dietro tra le bianche gambette degli spettatori
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per il parco. ¶ Vedevo le teste degli spettatori ondeggiare
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quando il fuoco lambiva le loro grandi sfere sospese
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Pesca, neanche se sbattevo le palpebre sugli occhi resi
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aveva cancellato del tutto le pieghe della veste. Stavo
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altra parte delle fiamme. ¶ «Le sono arrivate le doglie
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fiamme. ¶ «Le sono arrivate le doglie!» sentii urlare qualcuno
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se erano state accese le luci nelle stanze. Si
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levatrice di Ducale. Poi le braccia dello sposo spuntarono
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sposo spuntarono per chiudere le ante a fisarmonica di
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partoriente erano state riaperte le ante a fisarmonica, forse
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Si poteva guardare tra le ossature ridimensionate delle piante
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delle piante e attraverso le siepi ormai trasparenti come
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a calzarli, stringendo forte le cinghie tutt’intorno. Qualche
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con una sola mano. ¶ Le urla di Turchina erano
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continuava a gridare con le braccia levate, tossendo di
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sopra di corsa, allontanava le fiamme con una grande
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bagliore, gli si vedevano le ossa. ¶ Mi ero allontanato
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vasca. ¶ Non potevo fermarmi, le ruote della bicicletta vorticavano
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un po’ trasparente sotto le basse scarpette della Pesca
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così forte che anche le rotelle degli schettini si
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spiaccicavano a tratti contro le mie guance. Li staccavo
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massa continuava a bruciare, le sue fiamme si erano
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dei proiettili che crivellavano le foglie. ¶ Balzavo con entrambe
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foglie. ¶ Balzavo con entrambe le ruote contro il muro
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meglio in equilibrio, anche le rotelle degli schettini giravano
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me afferrandosi con entrambe le mani l’orlo abbagliante
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della veste. Ora teneva le palpebre tutte sollevate, i
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ma mi parve che le rotelle degli schettini, vorticando
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con tutte e due le mani. La teneva altissima
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ancora veniva dalla massa. Le pendeva dalla parte centrale
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lamiera e frugava dentro le fiamme con una lunghissima
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frenarla un po’, ma le rotelle degli schettini acceleravano
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quando riuscii a sganciare le cinghie, e a far
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ancora di più. Ora le ruote avevano ripreso a
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ospiti si sfregava già le mani per il fresco
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verso la villa con le gambette ben visibili sotto
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Ora camminavo reggendoli per le cinghiette con una sola
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senza fare rumore per le scale. Nelle stanze qualcuno
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per riempirla con tutte le mie cose quando la
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girai di nuovo, dentro le linee della stanza che
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un istante di battere le ore. Perdevo il conto
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secca. Spalancai molto piano le ante. Ora il parco
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valigia, cominciai a discendere le scale. La serra era
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immobile e con entrambe le braccia sollevate, l’enorme
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mosse all’improvviso sotto le pieghe della veste. Un
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salire piano piano per le scale, attraversò una dopo
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una dopo l’altra le stanze, fino alla camera
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tavola aveva messo già le ali. I vetri delle
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sulla quale si allungavano le sagome di luce delle
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in corsa. Anche se le finestre erano chiuse si
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dalla zona della massa. Le mani dei convitati staccarono
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nel pugno e tutte le loro pieghe si spezzavano
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solo tu...» disse allargando le braccia. ¶ Mi avvicinai alla
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sbilanciava da un lato, le sue gambe mi s
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dove non ci sono le prolunghe. Poi potresti inclinarti
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che voleremmo giù per le scale e poi di
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un colpo di entrambe le mani sui braccioli. Posai
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ripiombò sopra dall’alto. Le sue braccia erano già
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attorno al mio collo, le sue mani cercavano un
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nell’aria, vedevo confusamente le sue quattro gambine girate
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lungo il corridoio, discendevo le scale voltato all’incontrario
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alla terra e non le sue ma le mie
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non le sue ma le mie gambe si stessero