parolescritte
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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Antonio Moresco, Gli increati, 2015

concordanze di «le»

nautoretestoannoconcordanza
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2015
i lampioni della piazza, le vetrate dei caffè che
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2015
pressa un po’ sotto le sue grandi ruote. ¶ Spalanco
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2015
aspetteranno, imbrillantinati, eleganti, con le scarpette nere di vernice
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2015
improvviso dietro di me. ¶ Le sue ruote stridono, sgommando
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2015
finalmente!» mi gridano aggiustandosi le cravatte a farfalla. «È
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2015
guardo, sbalordito, mentre girano le teste da una parte
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altra per farmi ammirare le loro tempie lucide di
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2015
rispondono continuando a girare le teste da una parte
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2015
tutti e due per le braccia, mi stanno tirando
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fendere l’aria con le loro dentature e le
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2015
le loro dentature e le loro scarpette lucide mulinanti
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2015
spalancate, escono da dentro le case fasci di luce
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2015
dei passi salire lungo le scale...» ¶ «No, no!» grida
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2015
giù di nuovo lungo le scale, e poi dentro
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poi di nuovo lungo le strade bianche, e sento
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2015
due mi afferrano per le ascelle mentre sto per
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2015
l’altra mano sopra le tempie, se una ciocca
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queste case vuote, perché le luci sono accese ma
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2015
rotolando lungo lo scarico, le tubature di Luciaria, del
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2015
a mangiare voracemente, con le mani per fare prima
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scattare nell’assoluto silenzio le cerniere, e poi l
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2015
noi. ¶ I lampadari oscillano, le mattonelle escono dalle loro
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2015
e due, ridendo con le lacrime agli occhi. ¶ Riprendiamo
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2015
precipizio, e poi lungo le strade che si squarciano
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2015
ricominciare a correre con le loro teste scintillanti sempre
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2015
sempre più lontano, con le loro giovani e grandi
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2015
copro gli occhi, con le mani, le braccia. ¶ Poi
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2015
occhi, con le mani, le braccia. ¶ Poi, quando è
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2015
carri armati appena dietro le mie spalle, e la
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2015
brillano nella notte dietro le pareti di vetro. ¶ E
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2015
mentre mi spostavo attraverso le città dell’Europa per
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2015
stanno assediando. Hanno fortificato le loro linee nelle periferie
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2015
secondo cerchio delle circonvallazioni, le case bruciano, i palazzi
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2015
bruciano, i palazzi crollano, le persone fuggono rigenetizzate dalle
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e vanno a ingrossare le file degli immortali, mentre
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e dei risorti, mentre le guglie del Duomo sono
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2015
Marino, pronti a fronteggiare le eventuali sortite dei vivi
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2015
in mano agli immortali! Le case tremano, scricchiolano, bruciano
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quando nevicava, sentivo sotto le suole delle mie scarpe
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mondo deserto e buio, le grida soffici e mute
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2015
dolcemente, di sbieco, con le loro ganasce d’acciaio
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2015
e dove si aprivano le prime finestre illuminate nel
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buio, e si affacciavano le sagome dei loro primi
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vuote da cui pendevano le sfere di luce bianca
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tornavo a non vedere le strade, gli incroci dove
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buio, perché era notte, le piazze attraversate da quelle
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da cui si vedono le bianche sedi delle concessionarie
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assediando la città, tra le loro colonne blindate e
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baciava venendo su con le sue labbra calde dal
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tutta forza il freno, le gomme stridevano, il camion
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di finestre spalancate e le luci accese che si
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la vita e attraverso le città e il continente
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2015
nella morte, traslocherò, attraverso le sue città appena immaginate
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nera che faceva sbalzare le plebi e i vessilli
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2015
e io traslocavo, attraverso le città che crollavano e
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2015
e risorgevano, risorgeranno, attraverso le sue case scricchiolanti attraversate
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2015
si disintegravano, traslocando attraverso le sue strade sismiche spaccate
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2015
vita e morte...» ¶ «Sì, le conosco anch’io, le
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le conosco anch’io, le ho viste anch’io
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2015
e quelle cascate seminali, le vedrò! Ma come facevi
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2015
che crollavano continuamente sotto le percussioni sismiche della tracimazione
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2015
e da cui adesso le popolazioni dei vivi e
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2015
morti sono sfollate. ¶ Tiene le testa e il volto
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e si frantumavano sotto le ruote, e poi mi
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notte, mentre camminavo con le mani in tasca attraverso
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2015
mani in tasca attraverso le strade buie e deserte
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2015
mi sembra di sentire le mie palpebre farsi pesanti
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2015
cofano della macchina e le sue ruote e il
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2015
quei due stavano con le teste fisse dietro il
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2015
mie ossa stritolate sotto le ruote e increate, tanto
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2015
dai tachimetri del cruscotto, le sue guance rigate di
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2015
tenendoci per mano attraverso le stanze della villa e
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tutto è immobile, intatto, le scale, il cortile, le
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2015
le scale, il cortile, le scuderie, la legnaia, la
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2015
muro di cinta con le sue cancellate e i
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2015
massa, e poi rasentando le voliere e le gabbie
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2015
rasentando le voliere e le gabbie e le piccole
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2015
e le gabbie e le piccole case in muratura
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2015
dispiegano al nostro passaggio le loro grandi ali dorate
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2015
mondo, e poi attraverso le stanze di pianterreno e
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2015
e increarla, e poi le stanze della villa che
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2015
allora erano qui tutte le regge che ho attraversato
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2015
si possono riconoscere solo le cose che si vedono
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2015
si capirà... Però qui le case sono ancora in
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2015
nessuno in giro per le strade buie, non si
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2015
non ci sarà? Perché le case sembrano intatte e
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2015
me lo ricordo durante le riunioni, con i suoi
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2015
e guidavo senza vedere le strade e piangevo... E
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2015
chiodino per far arrestare le lancette all’ora prestabilita
90
2015
di mesi dopo con le teste per metà ustionate
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2015
per metà ustionate, durante le manifestazioni, le dita rosse
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2015
ustionate, durante le manifestazioni, le dita rosse e senza
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2015
senza unghie, bruciate, perché le bombe gli erano scoppiate
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2015
gli erano scoppiate tra le mani inesperte durante la
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2015
tutto bianco: il cielo, le strade, la piazza. ¶ È
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2015
il paese è deserto, le finestre delle case vuote
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2015
cui cercavo di proteggermi, le ossa delle spalle, il
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2015
tutt’altro? Io leggevo le tue poesie, i tuoi
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2015
dai batteri della visione le lotte musicali di due
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2015
arrivavano alle mie orecchie le note scritte tre secoli
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2015
hanno spaccato i denti, le labbra, gli zigomi, il
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2015
gli zigomi, il mento, le guance, sentivo le mie
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2015
mento, le guance, sentivo le mie gengive cedere sotto
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2015
i polmoni, il fegato, le reni, le ossa del
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2015
il fegato, le reni, le ossa del bacino, le
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2015
le ossa del bacino, le pelvi, mi hanno stritolato
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2015
stritolato la spina dorsale, le vertebre...» ¶ «Tu credevi che
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2015
cavallette affamate sul mondo... Le ho viste anch’io
109
2015
so dentro dove, ma le ho viste anch’io
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2015
ho viste anch’io, le vedrò, quelle grandi città
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2015
corpi buttati a mare, le linee di confine tra
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2015
linee di confine tra le nazioni e gli Stati
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2015
altipiani e vulcani con le loro baraccopoli e le
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2015
le loro baraccopoli e le loro favelas che ho
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2015
di vita e morte, le frontiere esplose delle città
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2015
Asia, dell’Africa, con le orde di donne e
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2015
dei narcos avevano tagliato le teste ad altri ragazzi
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2015
più alti e poi le avevano fatte volare giù
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2015
in preda alla giovinezza... Le tue borgate e le
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2015
Le tue borgate e le tue baracche, quelle di
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2015
religiose arcaiche e nuove, le strade piene di puttane
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2015
che si mangiava tutte le altre classi nella vita
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2015
tagliato fuori da tutte le analisi e palingenesi storiche
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2015
hanno fatto irruzione con le loro solite eterne facce
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2015
tagliati fuori da tutte le previsioni, da tutte le
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2015
le previsioni, da tutte le ingegnerie e le dottrine
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2015
tutte le ingegnerie e le dottrine e dalle loro
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2015
dentro la morte, con le sue nuove plebi genetiche
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2015
nuove plebi genetiche e le sue nuove guerre tra
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2015
sue nuove guerre tra le nuove miserabili plebi dei
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2015
morte e immortalità, con le sue visioni batteriche e
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2015
sue visioni batteriche e le sue proiezioni che nessuno
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2015
la gola, la laringe, le corde vocali, la glottide
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2015
glottide, l’esofago, sentivo le poltiglie della fonazione stritolarsi
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2015
riesco più a tollerare le altre voci impostate, anche
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2015
un cerchio piccolo dove le cose girano velocemente perché
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2015
forte, mi stringe, con le sue ossa spezzate, con
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2015
questo mondo passando attraverso le sue città e le
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2015
le sue città e le sue case che occupavo
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2015
perché traslocavi?» ¶ «... correvo attraverso le stanze, afferravo una sedia
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2015
del lampadario, strappavo via le tendine appena applicate alle
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2015
appartamento?”. E allora tu le rispondevi, andandole vicino nel
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2015
allora la prendevo tra le mie braccia e la
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2015
come si fa con le spose, e la portavo
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2015
verranno? Perché, tra tutte le presenze cieche che si
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2015
senza vedersi, tra tutte le cose molli che pullulavano
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2015
pullulavano e tra tutte le bolle di materia vegetale
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2015
vegetale in ebollizione e le prime carni, hanno invaso
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2015
e devastanti guerre dopo le quali gli organismi invasi
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2015
poi ha stirato con le sue mani liberando il
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2015
un tavolo dai calcinacci, le stesse con cui mi
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2015
con i miei passi le stesse strade dove aveva
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2015
mio cervello percepiva con le sue connessioni e sinapsi
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2015
l’irradiazione assira e le antiche civiltà dell’Indo
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2015
ambulanti dei mercati montavano le loro bancarelle sotto gli
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2015
o in bicicletta verso le fabbriche, nella nebbia satura
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2015
piccoli falò accesi con le cassette della frutta ammucchiate
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2015
e di braccia ripetevano le mie parole e attaccavano
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2015
continue scosse sismiche per le percussioni di questa immane
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2015
della dialettica e con le disquisizioni filosofiche sulla contraddizione
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2015
magri come insetti, con le schiene piegate in due
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2015
piegate in due e le gambe storte, e bambine
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2015
bambine e ragazze con le facce tenere e le
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2015
le facce tenere e le mani già indurite dai
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2015
mi guardavano passare sollevando le teste dai campi terrazzati
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2015
buia, dove ho conosciuto le idee di quel tedesco
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2015
Ching-kang shan contro le repressioni feroci di Chiang
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2015
marcia, e poi durante le nuove alleanze con il
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2015
i bombardamenti, frugando con le sue manine paffute, da
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2015
fuori il fumo tra le due file di denti
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2015
è sempre giusto, che le idee di rivolta sono
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2015
la materia e dopo le idee, se è l
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2015
da perdere se non le sue catene, se i
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2015
elicotteri che facevano ruotare le loro pale sopra un
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2015
allungavano verso di me le loro nuove armi genetiche
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2015
armi genetiche perché io le imbracciassi, e combattessi con
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2015
notte dopo avere abbandonato le cantine di qualche palazzo
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2015
qualche ipermercato sventrato, o le celle frigorifere di qualche
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2015
fisse, ma bisogna costeggiare le linee dei fronti di
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2015
scia di sangue tra le macerie e la polvere
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2015
sangue con i bastoni, le spranghe...» sta continuando a
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2015
di me, muovendo appena le sue mascelle scardinate e
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2015
Mi colpivano da tutte le parti... cercavo di proteggermi
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2015
e la testa con le mani, le braccia... sentivo
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2015
testa con le mani, le braccia... sentivo le ossa
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2015
mani, le braccia... sentivo le ossa del cranio che
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2015
cranio che si sfondavano, le sue schegge che mi
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2015
di mondo. «Ho sentito le mie gambe e le
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2015
le mie gambe e le mie costole e la
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2015
guardava i ragazzi e le ragazze stritolati dai cingoli
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2015
Armonia...» ¶ «Mi hanno sfondato le mani, le braccia con
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2015
hanno sfondato le mani, le braccia con cui cercavo
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2015
no, non parliamo più...» le sussurro anch’io, perché
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2015
il mio volto, e le sue mani calde dalle
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2015
e ad amare, con le mani palpitanti, la bocca
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2015
ci fosse ancora, con le braccia che cercano e
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2015
l’altro corpo, con le spalle, il petto, le
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2015
le spalle, il petto, le anche, le gambe che
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2015
il petto, le anche, le gambe che premono le
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2015
le gambe che premono le une contro le altre
201
2015
premono le une contro le altre e le ossa
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2015
contro le altre e le ossa nel loro velo
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2015
nostri due volti incollati, le bocche, le teste, ci
204
2015
volti incollati, le bocche, le teste, ci cominciamo a
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2015
aiutato a indossare con le sue mani e le
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2015
le sue mani e le sue dita calde ancora
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2015
non saprei dire, muovendo le mani alla cieca l
208
2015
nel buio, e intanto le dico, le sussurro, con
209
2015
e intanto le dico, le sussurro, con la bocca
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2015
mi risponderà. Però muove le mani sul mio corpo
211
2015
non lo so se le sto ancora parlando mentre
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2015
sto ancora parlando mentre le accarezzo il volto e
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2015
non lo so se le mie sono ancora parole
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2015
ancora parole e se le sto pronunciando adesso, le
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2015
le sto pronunciando adesso, le pronuncerò. ¶ «Perché non ti
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2015
ogni volta chi sei?» le sto chiedendo ancora, anche
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2015
saprai?» ¶ Ma forse non le sto chiedendo nulla, perché
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2015
che non stia deponendo le sue risposte con la
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2015
morte che io non le sento, non le riesco
220
2015
non le sento, non le riesco a sentire, non
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2015
riesco a sentire, non le sentirò. ¶ «Che cos’è
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2015
cos’è l’amore?» le domando ancora, le domanderò
223
2015
amore?» le domando ancora, le domanderò. «A che cosa
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2015
su tutto il corpo, le mie mani e le
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2015
le mie mani e le mie braccia stanno avvolgendo
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2015
sono vicino a lei, le sono così vicino che
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2015
entrato dentro di te!» le sussurro a mia volta
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2015
tutto me stesso dentro le porte della sua reggia
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2015
mi sussurra ancora, mentre le radici dei nostri corpi
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2015
ci sono, sento solo le scariche disperate e roventi
231
2015
ogni tanto qualcosa, con le bocche contro le bocche
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2015
con le bocche contro le bocche, non so dove
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2015
nell’infinito buio sopra le nostre teste. E che
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2015
E che allora io le chiedevo, tra la veglia
235
2015
e il sonno: «Tutte le stelle sono dei soli
236
2015
d’un tratto, che le chiederò, svegliandomi da un
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2015
se il nostro linguaggio, le sue strutture grammaticali, verbali
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2015
io, mentre camminavo per le strade dei vivi credendo
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2015
morti, mentre camminavo per le strade dei morti credendo
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2015
di leggere anche se le loro pagine sono completamente
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2015
mi sfila i calzoni, le mutande, le calze, sento
242
2015
i calzoni, le mutande, le calze, sento il suo
243
2015
inchinata, per farmi infilare le gambe nelle mutande, i
244
2015
poi per farmi calzare le scarpe, indossare un altro
245
2015
Li ho stirati con le mie mani, cercando un
246
2015
scheletro della porta, con le sue intelaiature di ferro
247
2015
Che cos’è successo?» le chiedo, con la testa
248
2015
verso di me. ¶ «Ce le hanno messe i miei
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2015
accarezzarmi la mano con le dita calde della sua
250
2015
se sono diventato immortale...» le provo a dire, a
251
2015
da una vicinanza estrema le sue lunghe ciglia abbassate
252
2015
sue lunghe ciglia abbassate, le sfere dei suoi occhi
253
2015
Io non lo so...» le sussurro ancora, con la
254
2015
sussurra continuando ad affondare le sue morbide labbra nel
255
2015
volto aperto, e intanto le accarezzo, da dietro, la
256
2015
di organza, risalendo con le mani sotto il suo
257
2015
è bello sprofondare con le labbra e con la
258
2015
con il camino e le finestre esplose e le
259
2015
le finestre esplose e le inferriate penzolanti nel vuoto
260
2015
con il divanetto e le poltrone dalle imbottiture sfondate
261
2015
telaio di legno, dove le cose si riflettevano come
262
2015
mi inginocchiavo per dire le preghiere prima del sonno
263
2015
prima del sonno, ha le mattonelle scoppiate. ¶ Siamo tutti
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2015
che la mia voce le sta dicendo «mentre mi
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2015
sangue secco. Hai intinto le dita nel pentolino dell
266
2015
muovendo un po’, che le nostre dita si stanno
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2015
non ci sono più...» le dico sorreggendola con un
268
2015
se stesso, mentre muove le sue scarpette su questo
269
2015
stessi, ci dirigiamo verso le altre camere da letto
270
2015
è sfalsata, perché adesso le sue pareti non ci
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2015
qui, in questa stanza...» le sussurro mentre muoviamo tutti
272
2015
serra, e poi attraverso le stanze, ma non ti
273
2015
a una domanda simile...» le sussurro anch’io, e
274
2015
anch’io, e intanto le accarezzo la bella fronte
275
2015
accarezzo la bella fronte, le sopracciglia, le piccole sfere
276
2015
bella fronte, le sopracciglia, le piccole sfere calde degli
277
2015
la punta delle dita, le labbra. ¶ «Mi ero tolta
278
2015
mentre mi cercavi attraverso le stanze della villa vuota
279
2015
ci stiamo accarezzando con le parole e con le
280
2015
le parole e con le labbra calde nel buio
281
2015
due, senza parlare, con le teste vicine, mentre la
282
2015
sempre più buio, diventerà. ¶ Le nostre teste si sfiorano
283
2015
disincastrare il materasso, anche le spalle, le mani, le
284
2015
materasso, anche le spalle, le mani, le braccia. ¶ Il
285
2015
le spalle, le mani, le braccia. ¶ Il materasso si
286
2015
che la mia voce le sta domandando, le sta
287
2015
voce le sta domandando, le sta sussurrando, nel buio
288
2015
Tu adesso sei tra le mie braccia, ma non
289
2015
del custode è sfondata, le finestre del primo piano
290
2015
non c’è più. Le scuderie ci sono ancora
291
2015
è vuota, squarciata, anche le altre gabbie dei fagiani
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sono senza coperchi, con le imbottiture sbudellate. ¶ Giro istintivamente
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ci sono ancora, con le loro testoline piumate ricoperte
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se ci sono ancora le altre stanze, quella dello
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tavolo a cui spuntavano le ali quando arrivavano nuovi
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quando arrivavano nuovi invitati, le altre stanze che c
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che guardavano seduti dietro le finestre la Dirce che
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palchi di un teatro, le signore con i ventagli
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concavo è carbonizzato. ¶ Anche le bestie sono scappate, non
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parco, i colombi viaggiatori, le galline, le faraone, i
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colombi viaggiatori, le galline, le faraone, i conigli, gli
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il parco, e poi le mangiavano ancora in fiamme
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e a spegnersi dentro le loro bocche e le
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le loro bocche e le loro gole fumanti... ¶ Imbocco
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girato l’angolo, anche le case matte con i
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piovuta dall’alto per le esplosioni, e anche il
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mi inviterà, aveva intrecciato le sue piccole dita alle
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tanto in tanto con le dita, col palmo della
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io avevo già staccato le mani dal suo corpo
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Qualcosa deve avermi sfiorato le palpebre abbassate, le ciglia
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sfiorato le palpebre abbassate, le ciglia. ¶ Riapro gli occhi
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franata, il tavolo ha le gambe spezzate sotto il
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con la testa e le spalle che escono dalla
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rossa dell’acqua. ¶ Ha le mani insaponate e piene
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suo corpo, tenendosi con le mani bagnate ai bordi
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i miei occhi velati. ¶ Le sue cosce e le
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Le sue cosce e le sue gambe lucide sono
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nel mastello e anche le bolle che si continuano
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vapore, contro il volto, le spalle, i seni morbidi
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sue mani, il ventre, le anche, lo tiene premuto
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con un fagiano tra le braccia, come dentro un
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allora, che porterai.» ¶ Allunga le sue mani morbide verso
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fin qui, per trovarti...» le sussurro anch’io, con
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concentrazione e attenzione, con le sue belle dita che
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volta sola, allargando con le mani i due lembi
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i bottoni, scendendo con le mani lungo il mio
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più e poi piegando le ginocchia e poi accovacciandosi
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vederli da vicino mentre le sue dita li liberano
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è tutta aperta, slacciata. Le sue mani me la
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vicino per cingermi con le braccia. ¶ Me lo continua
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po’ il collo con le mani per farci passare
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intanto continua a premere le labbra contro ogni parte
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via dai vestiti, contro le spalle e la piega
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piega delle ascelle, contro le braccia e le ossa
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contro le braccia e le ossa delle costole, contro
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ventre magro e contro le mie anche che sporgono
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istintivamente la testa con le braccia, ricominciano a correre
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non si vedono più le loro sagome luccicanti nel
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terra che sale “saranno le imbottiture dei sedili del
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qualche passo, afferrandomi con le mani al terreno. ¶ Adesso
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ghermivano i piedi e le gambe e che ti
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sono buttato dentro, con le gambe, le braccia, tuffandomi
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dentro, con le gambe, le braccia, tuffandomi dalla riva
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tolto i vestiti, con le mie mutande di due
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resistenza, di nuotare, con le mie braccia magre e
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mie braccia magre e le gambe, per arrivare dall
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mi ghermivano all’improvviso le gambe, dovevo sbattere e
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fuori con la testa, le braccia... Come sono neri
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o vestiti, io con le sole mutande gocciolanti, di
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mio corpo nudo, con le mie mutande fradice che
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mio corpo magro e le mie mutande fradice, tremando
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una traversina. ¶ Allargo istintivamente le braccia, per mantenere l
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al punto in cui le rotaie sono divelte e
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quelli dei morti, per le voragini telluriche che si
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letti e che trascinano le loro dense acque in
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è successo, quella notte?’ le chiedevo, le chiederò. ‘Quale
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quella notte?’ le chiedevo, le chiederò. ‘Quale notte?’ ‘Ma
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che mi guardano attraverso le sue lunghe ciglia infantili
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invece continuo a sentire le sue lacrime che cadono
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continuando a camminare sopra le traversine anche se ormai
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sala d’aspetto con le panche di legno, non
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quello spiazzo dove accatastavano le gabbie dei colombi viaggiatori
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è il fiume con le sue acque seminali compatte
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divise per colori, con le loro due teste sorridenti
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bianche e ben pettinate, le labbra avvizzite intensamente colorate
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c’è più niente, le case sono sprofondate e
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alla piazza, e tutte le ragazze e i ragazzi
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e freschi di barbiere, le ragazze con i capelli
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e guardavo con emozione le ragazze di Ducale che
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per salire, e io le guardavo e le contemplavo
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io le guardavo e le contemplavo da dentro la
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dopo, mentre ridevano con le loro bocche umide di
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che scintillavano, e poi le vedevo continuare a ridere
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per farsi notare tra le altre in mezzo a
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in mezzo a tutte le altre e che la
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la eleggessi, e che le prendessi una mano per
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e allora io sentivo le ossa delle sue anche
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morbida carne premere contro le mie in quello stretto
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tornavamo verso la villa, le avevo preso irresistibilmente la
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fremente del cortile, contro le ombre triangolari proiettate da
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verso il basso, spezzato. Le campane sono rotolate giù
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aspettarmi?” ¶ Come sono diverse le strade, quando non ci
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più! Come sono diverse le case, quando non ci
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in piedi, mentre tutte le case che si affacciavano
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l’acqua raccolta con le mani a conchiglia per
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testa cotonata e inclinata, le nuvole di bolle che
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nascere tutte queste bolle?’ le ho chiesto ancora. ‘Così
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l’indice, ad anello, le ha strette un po
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sottile fessura, una cruna, le ha immerse nell’acqua
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stanno convergendo da tutte le parti verso un unico
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con la testa tra le mani, che piangono, forse
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stanno passando i treni, le tradotte. ¶ “Sarà il capostazione
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ci vivrà, linda, con le mattonelle dei pavimenti lucide
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lucide di cera e le lenzuola che pendono dai
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malavoglia dai binari, con le sue valigie, i fagotti
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tirano verso di sé le maniglie delle porte che
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tenere chiuse con tutte le loro forze, da dentro
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loro forze, da dentro. ¶ Le prime porte si spalancano
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sta già fischiando e le sue ruote e i
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voliamo via!» ¶ Mi mette le braccia attorno alle spalle
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io la cingo con le mani e le braccia
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con le mani e le braccia, sento il profumo
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testa. ¶ «Dove stai andando?» le chiedo, gridando per farmi
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hai in quello zaino?» le grido ancora. ¶ «La mia
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così, stretti, muti, con le teste accostate, incernierati, abbracciati
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passano sopra la testa le sue nuvole di fumo
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po’. ¶ «Dalla mia sposa» le rispondo. «Anche se non
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del mondo.» ¶ Sento che le sue braccia mi stanno
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che ci passano sopra le teste o vengono a
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senza farmi sentire...» ¶ «Perché?» le domando, avvicinando la mia
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suo orecchio. ¶ «Per raggiungere le linee dei morti e
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da lui!» ¶ «Ma perché?» le domando ancora, con la
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che sta correndo attraverso le macerie di questo mondo
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mi sembrava che anche le sue carezze non fossero
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carezze non fossero più le stesse. “Che cosa stanno
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Che cosa stanno diventando le tue mani?” gli chiedevo
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ancora più forte tra le sue braccia, siamo rimasti
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accarezzavo il torace e le anche e il suo
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e dalla mia morte, le mie tette morbide che
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a piangere sconsolatamente, tra le sue braccia. “Possiamo continuare
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più stretto, anche con le gambe, nel buio, in
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espandiamo un po’, con le gambe, per non scivolare
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Ho raccolto dal pavimento le sue scarpe, la sua
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sono accucciata per allacciarmi le scarpe, molto strette, perché
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fuori, al buio, lungo le scale dalla ringhiera che
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vedere se stavano pattugliando le strade. Ma era tutto
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da qualche parte. ¶ Solleviamo le teste, verso il cielo
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massicciata su cui corrono le rotaie fosse stata colpita
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il treno è franato, le rotaie sono state divelte
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mia testa sanguina, ho le ossa rotte, la veste
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che fuggono da tutte le parti, fuggono e gridano
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con gli occhi sbarrati le file dei proiettili che
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degli Ashanti, in tutte le terre percorse da Principessa
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di tamburi inalberati sopra le teste, e salivano sulla
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che racchiuderà, e poi le regine madri hanno cominciato
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un braccio sollevato sopra le loro teste nere ricoperte
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mulinando sempre più forte le gambe sotto il suo
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immortalità? ¶ E stanno combattendo le tribù berbere del Nord
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mi sembra di capire le cose che non riuscivo
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adesso riesco a trovare le parole per dirle? In
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dirle? In che lingua le sto dicendo? Perché mi
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di leoni marini con le loro montagne di carne
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venivano dai bordi liquidi le grida dei fuegini ricoperti
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aria fredda e buia le nuove armi lucide degli
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immortali, solleveranno... Ma quando le ho viste queste cose
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viste queste cose? Quando le vedrò? Chi ero quando
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vedrò? Chi ero quando le ho viste, chi sono
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di miseria che circondano le megalopoli vive e morte
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vivi e morti sotto le nevi rifrangenti dell’Aconcagua
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gialle che muovono impercettibilmente le ali sulle loro teste
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combatte a Cuba, lungo le strade dell’Avana e
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silenzio dal basso, con le loro nuove armi puntate
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in corsa che imbracciano le nuove armi genetiche di
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rovinati e istoriati e le loro scarpe da ginnastica
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profondo di me stesso, le mie pareti si espanderanno
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queste parole, a chi le rivolgerò? E poi continuavo
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a vedere ai lati le masse scure degli istituti
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di ricerca spaziale e le torri di simulazione: “Oh
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stazioni di servizio con le pompe di benzina accese
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invitati, in quella reggia, le terrò, e che sentivo
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e che sentivo sotto le mie dita la consistenza
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tutti e due con le teste girate, compenetrate, nelle
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affacciandosi alle bifore con le loro nuove armi lucenti
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all’uomo del furgone. ¶ Le ruote slittano, stridono. ¶ «Che
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di mani che stringono le nuove armi lucenti. ¶ «Dove
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sparano in alto con le loro nuove armi, in
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tutti bui e spenti, le case e le cascine
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spenti, le case e le cascine sprofondate nel sonno
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loro nuvola di vapore, le ragazze addormentate nelle loro
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loro occhi chiusi, profumati, le loro lunghe ciglia sigillate
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cavalieri che innalzano inebriati le loro nuove armi mangiate
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dei bottoni slacciati, perché le ferite della circoncisione ancora
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sapone che galleggiava, con le sue pareti iridescenti che
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scendeva curvata, toccando con le dita le pareti della
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toccando con le dita le pareti della grotta, continuando
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la luce da dentro le molecole della luce. Continuavo
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spigolo della villa, eppure le bolle continuavano a scaturire
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Che cosa stai facendo?’ le ho chiesto, stupidamente. ‘Mi
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una spugna insaponata sotto le ascelle e sui seni
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e io scorgevo solo le sue dita che si
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stiamo già correndo lungo le strade cancellate da tutta
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ci dicono concitatamente, con le lacrime agli occhi. «Sono
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occhi. «Sono passati sopra le cascine, hanno preso a
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hanno preso a cannonate le bestie, ci sono passati
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nascosti dentro i fossi, le rogge, muti, impietriti, per
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e poi colpirci con le loro nuove armi e
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vedono passare da lontano le prime colonne unificate dei
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che stanno muovendo verso le grandi città lontane espugnate
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battendo i pugni contro le portiere. «L’avete vista
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i capelli così!» rispondono le voci che corrono e
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delle due parti annuncia le sue vittorie, travolti e
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che stanno avanzando verso le grandi città da dove
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dai carri armati, con le nuove armi genetiche forgiate
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palazzi, mandano in frantumi le bifore, sollevano enormi colonne
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di guerra degli altri, le loro voci e i
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camion su cui sventolano le bandiere e i vessilli
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Paesi Baschi, l’Andalusia. Le grandi isole italiane sono
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morti, e così Napoli, le zone appenniniche, l’Aquila
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ex Jugoslavia stanno muovendo le prime colonne degli immortali
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vivi dopo stanno unendo le loro forze, sono diventati