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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Italo Calvino, Fiabe italiane, 1956

concordanze di «le»

nautoretestoannoconcordanza
1
1956
devi ammazzare e tutte le mie ossa le devi
2
1956
tutte le mie ossa le devi mettere in una
3
1956
spalla la corba con le ossa, andò a seminare
4
1956
ossa, andò a seminare le ossa con tutte le
5
1956
le ossa con tutte le regole, e tornò a
6
1956
alberi fitti di tutte le specie. Chiamarono il Re
7
1956
Ma tutte queste cose le fa tuo marito? ¶ – E
8
1956
perché lo lasciasse dormire, le confidò tutto. L’indomani
9
1956
disse alle sorelle, e le sorelle ai mariti. Mentre
10
1956
acqua e infilati sotto le mie ali, se no
11
1956
i pochi soldi che le rimanevano, ogni anno faceva
12
1956
Michele Arcangelo. ¶ Il Re le diede cent’onze e
13
1956
Maestà, provi ora come le pare. ¶ Il Re mangiò
14
1956
dopo aver fatto turare le falle ripartì. ¶ La figlia
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1956
figlia del Re passava le giornate al balcone, scrutando
16
1956
Ora lo vedrete. ¶ Servirono le vivande, e subito uscì
17
1956
la Regina tirò fuori le carte e disse: – Facciamo
18
1956
erano due soli, con le loro spade contro tutti
19
1956
raggiunse la Regina e le tagliò il collo con
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1956
un sacco, e quelli le mangiavano come fossero bestie
21
1956
casa. ¶ In quella città le fave non le avevano
22
1956
città le fave non le avevano mai viste, e
23
1956
mai viste, e Peppi le vendette a peso d
24
1956
poi avete lasciato tra le ragnatele. Perché? Forse vi
25
1956
molto contenta di rivedere le sorelle e le portò
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1956
rivedere le sorelle e le portò a visitare tutta
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1956
è là dentro? – chiesero le sorelle, tutte incuriosite. ¶ – Non
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1956
andò a pettinare e le sorelle vollero aiutarla. Le
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1956
le sorelle vollero aiutarla. Le sciolsero la treccia e
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1956
facendo finta di pettinarla le slegarono la chiave; poi
31
1956
l’aveva detto! – fecero le sorelle. Ma in quel
32
1956
Ma in quel momento le donne della stanza, accorgendosi
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1956
Nina scapparono via. ¶ Nunzia le vide tutte stravolte. – Cos
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1956
perché? – disse lui, con le lagrime agli occhi. ¶ – La
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1956
se no sono perduto! ¶ – Le mie sorelle hanno fatto
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1956
mai? ¶ – Tieni questo gomitolo, – le disse lui. – Legane un
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1956
chiamò e s’affacciarono le cameriere. – Per carità, – ella
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1956
d’avere un bambino. ¶ Le cameriere andarono a dirlo
39
1956
pieni di diffidenza verso le donne forestiere. ¶ Disse la
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1956
pollaio, per una notte! ¶ Le cameriere, mosse a compassione
41
1956
accogliere nel pollaio e le portarono un po’ di
42
1956
sapeste! ¶ Quella stessa notte, le nacque un bel bambino
43
1956
suo figliolo! ¶ E intanto le Fate dissero al giovane
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1956
Fate, e che ora le Fate accompagnavano a vedere
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1956
figlio. Entrò, con tutte le Fate dietro, e il
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1956
una musica suonava, e le Fate cantavano e ballavano
47
1956
figliolo di Re. ¶ E le Fate ballando, s’affacciavano
48
1956
affaccia una cameriera e le dice: – Signora Regina, sapeste
49
1956
e due braccialetti. Se le mise in testa, al
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1956
innamorò. La svegliò e le disse: – Sono il Re
51
1956
orecchio della nipote e le diceva: – Tutte, te le
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1956
le diceva: – Tutte, te le sei mangiate… ¶ E la
53
1956
abito come il mio. ¶ – Le sia subito fatto, – disse
54
1956
alla nipote: – Tutte, te le sei mangiate… ¶ – Che vuole
55
1956
anello uguale al mio. ¶ – Le sia subito fatto, – disse
56
1956
ricominciava: – Ma tutte, te le sei mangiate… ¶ E il
57
1956
in mezzo a tutte le ricchezze reali ancora pensa
58
1956
di tanta avarizia, chiamò le guardie e comandò che
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1956
guardie e comandò che le fosse tagliata la testa
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1956
a dire: – Tutte, se le è mangiate… Tutte, se
61
1956
è mangiate… Tutte, se le è mangiate… ¶ (Ficarazzi) ¶ 171 ¶ I
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1956
compare senza figli, per le sue mercanzie; e mentre
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1956
non rispose. Girò tutte le botteghe, ma nessuno gli
64
1956
mise a girare per le camere. Trovò la camera
65
1956
starai con me tutte le notti per un anno
66
1956
dopo qualche giorno egli le disse che per poter
67
1956
e suo padrino, e le assicurò che sarebbe subito
68
1956
l’altro compare e le due mogli. Quando si
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1956
due compari e anche le loro mogli si guardarono
70
1956
ripregarlo, finché lui non le spiegò della figlia dell
71
1956
la candela e guarda le sue bellezze. ¶ Il giovane
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1956
uova devi conservarle come le pupille degli occhi tuoi
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1956
ai mandriani: – Dovete portare le vacche al pascolo nel
74
1956
i cristiani ma anche le vacche. ¶ Il giovane andò
75
1956
la mandria e quando le vacche furono vicine al
76
1956
e colpi di bastone le fece entrare tutte nel
77
1956
Il padrone si mise le mani nei capelli. – E
78
1956
bosco a far tornare le vacche? ¶ Nessuno dei mandriani
79
1956
pieno di paura. ¶ Vedendo le vacche nel bosco, il
80
1956
Il giovane si riprese le vacche e le ricondusse
81
1956
riprese le vacche e le ricondusse alla vaccaria insieme
82
1956
e il Mago, e le cose che s’erano
83
1956
Così condussero di nuovo le vacche nel bosco, ricomparve
84
1956
la colomba e trova le tre uova. Prese le
85
1956
le tre uova. Prese le tre uova, le conservò
86
1956
Prese le tre uova, le conservò per bene e
87
1956
bene e tornò con le vacche alla vaccaria. Lo
88
1956
portò sul balcone. Prese le tre uova e gli
89
1956
davanti a te. ¶ Appena le uova furono gettate, tutta
90
1956
a un gran clamore, le carrozze presero a correre
91
1956
a fare gli esercizi, le sentinelle si dettero il
92
1956
pane. La madre e le sorelle filavano, e Peppi
93
1956
con mia madre e le sorelle? ¶ – Ih! Di tutto
94
1956
Arrivò il toro con le narici aperte, a muso
95
1956
a presentarsi al Re. Le sentinelle non volevano farlo
96
1956
sta finendo d’arare? Le vuol dare quel brutto
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1956
con una benedizione che le fece, risuscitò la vecchia
98
1956
basta, prendi questa! – e le diede una foglia di
99
1956
dall’Inferno, quando tutte le povere anime che erano
100
1956
a vederla salir su, le s’attaccarono alle falde
101
1956
non sapere manco lui le centinaia d’anni che
102
1956
per chiedere all’orologio le cose che avevano bisogno
103
1956
della semina; e vedeva le porte del cielo ancora
104
1956
abbraccia, la bacia, e le dice: ¶ Signora, donde siete
105
1956
e s’infila sotto le coperte. ¶ – Signora, donde siete
106
1956
quando l’ebbe tra le braccia le chiese ancora
107
1956
ebbe tra le braccia le chiese ancora: ¶ Signora, donde
108
1956
paura. ¶ Il Reuzzo, risvegliandosi, le fece la solita domanda
109
1956
date ordine che tutte le donne della città vengano
110
1956
la Contessina e con le lagrime che le scendevano
111
1956
con le lagrime che le scendevano giù si mise
112
1956
bellezze ¶ Mi son tagliata le mie brune trecce, ¶ Che
113
1956
tutto quel che guadagnavano le figlie se lo infilava
114
1956
il naso. ¶ Alla fine le figlie gli dissero che
115
1956
gli dissero che con le buone o con le
116
1956
le buone o con le cattive doveva mettersi a
117
1956
che usciva di sotto le lenzuola e finiva sotto
118
1956
voce, – scopa da tutte le parti, ma non sotto
119
1956
figlia, la Signora fece le stesse carezze e disse
120
1956
stesse carezze e disse le stesse belle parole, ma
121
1956
un braccio puntandogli dentro le unghie e gli disse
122
1956
dritto, senza neanche lasciargli le ossa. ¶ Le figlie restarono
123
1956
neanche lasciargli le ossa. ¶ Le figlie restarono tranquille e
124
1956
morte morire. ¶ (Entroterra palermitano) ¶ 169 ¶ Le nozze d’una Regina
125
1956
trovò nessun Re che le piacesse, e neanche nessun
126
1956
Baroni e neanche quelli le piacevano. I Cavalieri lo
127
1956
sposare al Professore. Dopo le nozze, lo sposo volle
128
1956
pensò: «Qui mi rubano le lenzuola», e cominciò in
129
1956
non veniamo per rubare, – le disse un caporale. – Stiamo
130
1956
in un orto. – Nonna, – le dissero, – se passa un
131
1956
salati! ¶ Il brigante scrollò le spalle e se ne
132
1956
ebbe un sussulto, perché le pareva somigliasse al suo
133
1956
e così finì. ¶ (Madonìe) ¶ 170 ¶ Le sette teste d’agnello
134
1956
casa a fare tutte le faccende e la vecchia
135
1956
sette testine d’agnello. Le diede alla nipote e
136
1956
testine, e quando torno le mangiamo. ¶ La ragazza si
137
1956
si mise a cuocere le teste. C’era la
138
1956
La gatta mangiò, poi le disse ancora: ¶ Maramao, maramio
139
1956
a una a una, le sette teste andarono a
140
1956
vide la casa spalancata, le ossa delle teste metà
141
1956
a dire: – Tutte, se le è mangiate… Tutte, se
142
1956
è mangiate… Tutte, se le è mangiate… – E prese
143
1956
casa dicendo: – Tutte se le è mangiate… ¶ Uscì di
144
1956
il capo: – Tutte, se le è mangiate… – e non
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1956
lamentarsi mai. ¶ La cameriera le diceva: – Signora Principessa, ma
146
1956
esser sempre malinconica, mentre le altre dame vanno facendo
147
1956
Chiamò la cameriera e le ordinò di dire alla
148
1956
padron. ¶ Il Bracciere, allora le rispose: ¶ Vigna eri, vigna
149
1956
latte, e fece levar le ancore. Navigando, mungeva la
150
1956
e ballava, e tra le fronde del rosmarino compare
151
1956
lui. ¶ – Donde venite? – lui le chiede. ¶ – Dal rosmarino, – lei
152
1956
la danza tornò tra le fronde di rosmarino e
153
1956
fanciulla usciva di tra le foglie, e insieme ballavano
154
1956
provò a suonarlo e le uscì una nota, la
155
1956
nota lei pure. Sentendo le tre note, e pensando
156
1956
saltò fuori di tra le foglie. Le sorelle: – Ah
157
1956
di tra le foglie. Le sorelle: – Ah! Ora capiamo
158
1956
pianta mezz’avvizzita, con le foglie gialle e tutte
159
1956
Re è alla guerra le sorelle si sono messe
160
1956
la ragazza incantata, e le sorelle l’hanno lasciata
161
1956
mise a letto e le diede un bel brodo
162
1956
momento in casa e le faccio vedere una bella
163
1956
coi lucciconi agli occhi: – Le tue sorelle m’hanno
164
1956
pieno d’odio per le sorelle, pieno di riconoscenza
165
1956
patto, e il cavaliere le fece la roba, tanta
166
1956
A teatro, si sa le donne come fanno: cominciò
167
1956
E io ci lascio le cuoia! ¶ – Ma non mi
168
1956
suonando, gli si ruppero le corde. «Se c’è
169
1956
in mezzo al mare. Le provviste finirono presto, e
170
1956
capitano, che, poveretto, allargò le braccia, e mi disse
171
1956
la sera dico sempre le mie devozioni, mi inginocchiai
172
1956
e buttarmi giù tutte le pietre che ci sono
173
1956
dalla pelle. – Buttami giù le pietre! – gridò di sotto
174
1956
gridava: – Dai, giù, butta le pietre! ¶ Il picciotto pensò
175
1956
Adesso, se gli getto le pietre, lui mi lascia
176
1956
giù. È meglio che le pietre me le tenga
177
1956
che le pietre me le tenga io e veda
178
1956
sei venuto a rubarmi le pietre per quel brigante
179
1956
salvo –. Andò su, contò le pietre e vide che
180
1956
dal Mago Savino. Da’ le bastonate in terra e
181
1956
il sole, che posano le loro vesti da colomba
182
1956
se ne va con le altre. ¶ Il picciotto fece
183
1956
loro!» Giunte alla fonte, le colombe bevvero e poi
184
1956
loro, correndo e facendo le pazze. ¶ Il picciotto, quando
185
1956
della giubba. Allora tutte le ragazze ridiventarono colombe e
186
1956
montagna, s’era riempito le tasche di pietre preziose
187
1956
alla vasca e vide le colombe venire a bere
188
1956
questa volta fu svelto, le diede fuoco e la
189
1956
in cavalli, prese tutte le pietre preziose, e tornò
190
1956
Pietro in Sicilia ¶ I. Le pietre in pane ¶ Quando
191
1956
farò la benedizione, e le pietre diventeranno pane. ¶ Così
192
1956
Gli Apostoli buttarono via le loro pietre. Arrivò San
193
1956
medico disse: – È mia! Le ho salvato la vita
194
1956
madre della giovane. – Signora, – le disse, – da me in
195
1956
è bella! ¶ Il pittore le fece il ritratto, lo
196
1956
la santa educazione che le aveva dato e lo
197
1956
a me. ¶ Il Milord le credette e le comprò
198
1956
Milord le credette e le comprò l’anello. Lei
199
1956
mancia. ¶ La vecchia, fregandosi le mani, tornò dal Milord
200
1956
detto la Reginella? – lui le chiese. ¶ – Dice che di
201
1956
zitta zitta s’incamerò le trecent’onze. ¶ Dopo dieci
202
1956
ma come, così con le mani in mano? Sapete
203
1956
perché siete voi. ¶ – Subito le siano pagate mille onze
204
1956
settimana che viene cosa le vorrai portare di regalo
205
1956
Che t’ha detto? – le chiese il Milord. ¶ E
206
1956
E questa vecchia che le sapeva tutte gli rispose
207
1956
ormai fosse tutto combinato, le fece l’occhiolino. La
208
1956
invitare di nuovo, e le rifà l’occhiolino. Lei
209
1956
la Reginella gli gira le spalle. Alla fine della
210
1956
Milord resta a mordersi le mani. ¶ «Eppure l’anello
211
1956
questa cialtrona della Reginella. Le ho mandato un anello
212
1956
se l’è preso, le ho mandato una collana
213
1956
se l’è presa, le ho mandato un vestito
214
1956
partì. La suocera, che le si spezzava il cuore
215
1956
giorno per giorno consumava le sue provviste. Erano quasi
216
1956
sbarcata, cominciò a girar le strade guardandosi attorno. Vide
217
1956
per giovane di studio. Le diede un lavoro da
218
1956
con tanto d’occhi; le diede un altro lavoro
219
1956
altra cosa, Maestà, aggiustiamo le cose dei vostri popoli
220
1956
e raccontando gli occhi le si empivano di lacrime
221
1956
E, dimmi, vecchierella mia, le portasti mai qualche ambasciata
222
1956
alla sorella: – Sorellina mia, le cose stanno così e
223
1956
Maestà canta e ricanta le virtù! Chissà con chi
224
1956
cominciò a raccontarne tutte le virtù. ¶ Ma c’era
225
1956
sguardo sul ritratto dietro le spalle del Re e
226
1956
mi dica quel che le manca e io l
227
1956
aiuto. ¶ E il Bracciere le raccontò tutto. ¶ – Uh, è
228
1956
mettere vicino al camino, le fece preparare tavola. La
229
1956
piano nella stanza, sollevò le coperte, guardò la giovane
230
1956
tornò al posto che le avevano assegnato. ¶ Si rannicchiò
231
1956
coperse il viso con le mani. ¶ – Ora ti darò
232
1956
la sentenza. Guardie! ¶ Vennero le guardie, presero in mezzo
233
1956
E finì per buttare le braccia al collo del
234
1956
fareste una carità? Me le fareste scrivere due parole
235
1956
a mia sorella e le buttereste voi alla posta
236
1956
Giunta in Spagna, sentì le trombe e cosa vide
237
1956
l’altro scalzo, tutti le facevano largo. La udì
238
1956
di questa bella giovane, le hai rubato lo stivale
239
1956
volete dalla mia Signora? ¶ – Le ho da parlare. ¶ – La
240
1956
giubba da soldato e le mostrò il Toson Reale
241
1956
padre, che ci teneva, le parlò per convincerla a
242
1956
fatto suo. ¶ Così, levarono le ancore e partirono. Al
243
1956
c’era scritto: «Lascia le botole come le hai
244
1956
Lascia le botole come le hai trovate». Così fece
245
1956
e il brigantino alzò le ancore. ¶ «Metti le vele
246
1956
alzò le ancore. ¶ «Metti le vele e seguita il
247
1956
si fanno all’orizzonte le navi dei corsari turchi
248
1956
Il terzo giorno unse le gambe e le braccia
249
1956
unse le gambe e le braccia, e il Balalicchi
250
1956
il Reuzzo, e poi le cose mie. ¶ L’indomani
251
1956
che se il padrone le sapeva tutte, lui era
252
1956
capace anche di cavargli le scarpe e le calze
253
1956
cavargli le scarpe e le calze mentre correva. ¶ Questo
254
1956
vide come si mettevano le cose, andò da una
255
1956
una bella ragazza, e le disse: – Comare, la volete
256
1956
sua madre di nascosto le mandava polli arrosto e
257
1956
lui davanti agli altri le diceva: Principessa, vossignoria qua
258
1956
ma faccia a faccia le dava del tu). – Di
259
1956
che ti piacerebbe vedere le sue ricchezze, così solo
260
1956
Allora il Sor Giuseppe le disse: – Presto, ungiti di
261
1956
in camera sua, se le spiccicò e ne fece
262
1956
alla carbonaia. Così continuarono le loro scorpacciate, mentre il
263
1956
quattrini fece tappezzare tutte le stanze, fece mettere mobili
264
1956
portali, specchiere, tappeti, tutte le cose che usano nei
265
1956
Entrò di corsa: vide le scale di marmo bianco
266
1956
succhiare il latte, ma le mammelle della cerva erano
267
1956
eremita, e l’eremita le s’era affezionato come
268
1956
campagna questa bambina? Io le do dei maestri che
269
1956
do dei maestri che le insegnino… ¶ – Maestà, – disse l
270
1956
perché l’educazione che le può dare Sua Maestà
271
1956
è certo quella che le può dare un povero
272
1956
pazzo. E un giorno le disse: – Erbabianca, sono costretto
273
1956
propria moglie. – Tutti vantate le vostre, – disse il Re
274
1956
giorno e notte sotto le finestre del palazzo reale
275
1956
una volta la Regina: le finestre erano sempre chiuse
276
1956
chiedergli l’elemosina. Lui le disse: – Vattene, non mi
277
1956
aiutare… ¶ Allora il Cavaliere le disse della scommessa, e
278
1956
Regina, l’abbracciò e le disse in un orecchio
279
1956
esserle benissimo parente. Così le diede confidenza, la fece
280
1956
non l’abbracciò, né le rivolse cenno di saluto
281
1956
al suo fianco prendendo le redini. ¶ La Regina, senza
282
1956
il Re, senza smontare, le vibrò un colpo di
283
1956
ma per quante domande le facessero non volle mai
284
1956
che la figlia che le era nata non era
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sua moglie che se le nasceva un’altra femmina
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portò a Monte Pellegrino, le diede un colpo e
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portò a casa e le affidò la sua bambina
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due del male che le hanno fatto. E c
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di vent’anni, e le disse: – Vieni a vedere
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padre. ¶ Il Re, considerate le ricchezze del mercante, decise
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vecchio screanzato! Guardie, arrestatelo! ¶ Le guardie si fecero avanti
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si aperse sul petto le sue vesti stracciate e
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voce il Re e le guardie. ¶ – Perdono, Sacra Corona
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spoglie, solo, parlando con le stelle ed i pianeti
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si baciarono e combinarono le nozze. Furono mandati a
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di fuggire come tutte le colombe, aspettava che ella
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colombe, aspettava che ella le venisse vicino, poi prendeva
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come? ¶ – M’hanno fatato le Fate, e non posso
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il sole e sotto le stelle seduta alla finestra
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gli occhi fissi; passarono le settimane, e la Reginella
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sole, la luna e le stelle, sempre ferma come
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uomo! Va’ via! – e le sputò. ¶ La povera ragazza
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piangendo, raccontò. ¶ – Non dubitare, – le dissero le Fate. – Non
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Non dubitare, – le dissero le Fate. – Non resterai sempre
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più grande delle Fate le passò una mano sul
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La seconda delle Fate le diede un vestito da
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di gioielli. – Adesso, – dissero le Fate, – noi staremo sempre
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e fingeremo d’esser le tue serve. ¶ Così si
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era Re quel giovane. Le Fate, in un batter
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la ruota, dàgli spago, – le dissero le Fate. Il
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dàgli spago, – le dissero le Fate. Il Re, guarda
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di rose fu pronto, le Fate dissero alla Reginella
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e finse di svenire. Le Fate la sollevarono e
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e rimase lì mordendosi le mani. ¶ Dal suo palazzo
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diceva che la spina le avesse fatto gonfiare la
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ridomandare d’esser ricevuto. Le Fate allora dissero alla
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ha trapassato un piede! – Le dame la presero sulle
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ci fece mettere intorno le candele, e fingendosi morto
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si fece portare sotto le finestre dell’Imperatrice. – Affacciatevi
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dell’Imperatrice. – Affacciatevi, Maestà, – le dissero, – c’è là
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morto vero. ¶ Ma arrivarono le tre dame di Corte
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Il Re entrò e le domandò perdono. Si aperse
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far restare con loro le tre Fate, ma quelle
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fame che gli allungava le budella, uscì fuori porta
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farò seccare; poi pianterò le fave in un catino
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affitto un orto, pianto le fave e vedrete quante
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fava, e ogni tanto le dava una guardata di
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sempre là seduta e le disse: – Buona donna, è
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parte la figlia e le disse che la voleva
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vorrei sbrigarmi, – disse, – perché le mie molte occupazioni non
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cerco una locanda e le aspetto». Si guarda intorno
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i lampadari, i tappeti, le mura d’oro zecchino
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una sorpresa… – E così le portò a visitare il
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piantata in mezzo, poi le scuderie con tutte le
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le scuderie con tutte le carrozze, e infine passarono
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mare il pescatore gettò le reti e il bambino
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mamma, belli, belli! – aveva le mani piene di monete
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prese di mano, se le infilò in petto, si
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farla fatare? ¶ Per fatare le bambine a quel tempo
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presentarono alle quattro sorelle. Le fate spiegarono tutto quel
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lì. ¶ La domenica, puntuali, le quattro sorelle scesero a
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tutto preparato: si lavarono le mani, impastarono un po
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bella giovane, che tutte le volte che ti spazzoli
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cenere schizzò fuori e le andò in un occhio
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una serpe nera! – E le quattro sorelle sparirono. ¶ Il
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conobbe la sorella e le annunciò che il Re
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nella nave, e non le fece mai vedere un
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l’amica di Baldellone le faceva compagnia. Quando la
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Re! Che Baldellone non le avrebbe mai perdonato, la
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in grande sfortuna! – e le disse dell’ordine del
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li mangiò tutti, che le vadano in veleno! Dopo
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serpe Pippina fece venire le albicocche. ¶ Poi le venne
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venire le albicocche. ¶ Poi le venne appetito di ciliege
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i fichi, valeva per le albicocche, valeva per le
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le albicocche, valeva per le ciliege, ma per le
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le ciliege, ma per le pere non valeva. ¶ Baldellone
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Baldellone, ¶ Sepolto sei tra le nere verdure ¶ Mentre l
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per il Re, trovò le aiuole cosparse di perle
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e pietre preziose, e le portò al Re, che
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Baldellone, ¶ Sepolto sei tra le nere verdure ¶ Mentre l
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Poi prese a sciogliersi le trecce e dai suoi
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Baldellone, ¶ quando il Re le si fece accanto. La
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posso fare per liberarti? – le chiese il Re. ¶ – Ecco
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alla sua riva, trovare le quattro fate che sono
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al fiume Giordano, trovò le fate e fece tutto
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facesti a me e le pene che hai fatto
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che, quando fu svezzata, le venne una sapienza tale
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non c’era chi le stesse pari. ¶ A sedici
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pari. ¶ A sedici anni le morì la madre; la
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negoziante, aveva amicizia con le meglio persone) e disse
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ma a chi non le portava la lezione, giù
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era preparato. Il Reuzzo le mise insieme un seguito
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solo con la sposa, le disse: – Caterina, ti ricordi
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padre di Caterina e le mostrò quel punto del
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a tutti i costi. Le fece una carta che
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moglie di Napoli! – e le mandò un ambasciatore. Lei
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con un figlio tra le braccia? – gli disse la
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questa è a Venezia… – Le mandò l’ambasciatore e
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la luna. – Che nome le mettiamo? – chiese il Reuzzo
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d’Inghilterra. Il Reuzzo le mandò a dire che
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sereno e si vedevano le stelle. Il vecchio era
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gli faceva festa e le balie che gli portavano
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col suo sangue imbrattiamo le fasce del bambino, e
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fece chiamare per vedere le sue pietre preziose. Re
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le fece la riverenza, le chiese: – Come state, signora
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esser seguita, si sciolse le trecce e caddero sul
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roba da casa. ¶ Tornarono le sorelle: – Ninetta, Ninetta, sapessi
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andar al ballo con le sorelle. – Questa diventa matta
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com’era prima. ¶ E le fate la strecciarono, la
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tanto d’occhi, specialmente le sorelle e il padre
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il padre. Il Reuzzo le fu subito vicino. – Signora
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occhio, così fece perdere le tracce della carrozza e
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occhio era cambiata e le sorelle arrivando le dissero
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e le sorelle arrivando le dissero ancora di come
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dissero ancora di come le assomigliava quella signora così
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la cappella reale, per le nozze del Reuzzo e
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passa una vecchia e le chiede l’elemosina. – Ah
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è che siete poveretta? – le domanda la vecchia. ¶ – Non
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Quella che dorme con le mani in croce. Stanotte
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quella che trovate con le mani in croce, dovete
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Tutte dormono chi con le mani giunte, chi con
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mani giunte, chi con le mani sotto la guancia
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la guancia, chi con le mani sotto il guanciale
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trovò che dormiva con le mani in croce. – Ah
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sfortunata che dorme con le mani in croce… E
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della casa. Alla sera le donne le dissero: – Senti
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Alla sera le donne le dissero: – Senti, Sfortuna: noi
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vide una donna con le forbici che tagliava dal
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lì. Alla mattina tornarono le padrone: loro aprirono da
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la padrona della bottega le diede pane e toma
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fracasso e si levarono: le botti erano stappate e
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meritate una mancia –. E le diede dieci onze. ¶ La
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la mia Sorte, tu le darai un pane bucellato
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Gnà Francisca venne. Sfortuna le fece l’ambasciata e
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fece l’ambasciata e le diede il pane bucellato
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il pane bucellato. Poi le disse: – Sorte della Gnà
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vecchia strega, pigliala con le buone, dàlle il pane
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la vecchia e quasi le venne schifo a veder
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Sorticella mia, vogliate favorire, – le fece, offrendole il pane
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chiesto del pane! – e le voltò la schiena. Sfortuna
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avete fatto mai, – e le diede dieci onze di
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il pane; allora Sfortuna le si buttò addosso, l
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regalo questo marzapanetto,26 – e le diede uno scatolino piccolo
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certo l’educazione che le mancava. Il Reuzzo la
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fece sedere e poi le chiese: – Ma tu, chi
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prima cosa, fece chiamare le tessitrici a cui la
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Mala Sorte aveva spillato le botti. – E voi che
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Per Dama di Corte le diede la Gnà Francisca
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una forte armata e le riconquistarono il Regno. La
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palazzo e riebbero tutte le comodità; ma c’era
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di Corte la figlia le mosse incontro dalla sua
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ore e ore, con le sei sorelle intorno tutte
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voleva lasciarla. – Ma va’! – le diceva. – Cosa mi può
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pieni di mangiare e le bottiglie erano piene di
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mangiarono. Il ragazzo allargò le braccia e riuscì a
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quel che aveva, perfino le tegole del tetto. Un
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spia domani, capì che le ricchezze gli venivano dal
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muratore», pensò. ¶ Si combinarono le nozze. – Io do la
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lo guardò da tutte le parti, e vide che
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il granchio e mangia le zampe, ogni mattina troverà
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il guscio ed io le zampe –. E così fecero
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impara! ¶ Ma poiché tutte le mattine, dovunque dormisse, la
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senza marito, e passava le giornate affacciata al balcone
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la Principessa vinceva tutte le partite. Il giovane perdeva
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maga, e la maga le spiegò: – Quel forestiero ha
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in miseria; vendette tutte le sue robe e riprese
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Principessa lo chiamò, vide le cicorie bianche e tenere
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un’asina. Il giovane le mise subito la cavezza
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la sua asina e le faceva portare un doppio
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il mezzo granchio. Poi le diedero quell’erba che
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vede che quel giorno le porte del Cielo erano
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uomo mezzo pesce, con le dita palmate come un
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e pesci di tutte le specie, ma aveva avuto
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vedete venire a galla le lenticchie, è segno che
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torno più. ¶ Gli diedero le lenticchie, e Cola scese
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aspettare, vennero a galla le lenticchie. Cola Pesce s
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Che avete, papà? – chiesero le ragazze. ¶ – Niente, figlie mie
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stare lontano, faccia murare le porte con noi dentro
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figlia più grande e le facesse le commissioni. Salutandole
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grande e le facesse le commissioni. Salutandole chiese: – Rosa
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né indietro. ¶ – Ah, sciagurata, – le dissero le sorelle, – ma
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Ah, sciagurata, – le dissero le sorelle, – ma non sai
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bordo. I marinai alzan le vele, e in tre
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il mercante era via, le tre ragazze stavano nella
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Scendere nel pozzo: scherzi? – le disse la più grande
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scendere a pigliarlo, – e le sorelle la calarono. ¶ Il
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fresca come una rosa. ¶ Le sorelle la videro uscir
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Portogallo. Quando vide saccheggiate le sue aiole, il Reuzzo
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Ragazze, calatemi! ¶ – Ma hai le traveggole, o hai bevuto
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il muro da tutte le parti ma non riesce
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tutti i padri e le madri d’ogni condizione
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ogni condizione vi portino le figlie, pena la vita
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viaggio, aveva fatto smurare le porte, e aveva dato
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balli. Il padre e le sorelle dicevano che era
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Giovanna; ma Ninetta alzò le spalle e disse: – Andateci
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restò a casa. ¶ Appena le sorelle se ne furono
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di tutto punto, con le sue collane, i suoi
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i suoi brillanti e le sue pietre preziose. Quando
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andò al palazzo, salì le scale, e fece restar
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Poi venne da lei, le fece la riverenza, le
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al petto. ¶ Il Re le diede tutte queste cose
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aprirle il marito con le sette dame. La vecchia
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fuori il rosolio e le cose dolci, che erano
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tutt’a un tratto, le chiese: – Quando vuoi che
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un mese, tornò e le ripeté la stessa domanda
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fratello Ciccillo, e quando le sette dame gli aprirono
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noi e vedrai, – dissero le dame e lo fecero
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Fratello mio! Fratello mio! – Le dame lo confortarono, gli
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passarono la notte raccontandosi le loro disgrazie e facendo
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La Bella aveva tutte le chiavi del palazzo, e
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sentendo parlar di danari, le rispose subito: – Sì, sì
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Quello, per tutta risposta, le menò una mascata e
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l’aveva presa e le aveva pugnalato il marito
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marito. – Ah, vecchia scellerata! – le disse il Governatore. – E
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col fratello grande e le sette dame. Ciccillo fu
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Re e così finirono le sue sventure. ¶ (Calabria) ¶ 144 ¶ Il
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giorno della nascita, e le nacque un serpente. La
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Regina quando la cameriera le riferì, si domandò: «Cosa
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tua figlia. ¶ Si fecero le nozze. Il serpente si
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ora è? ¶ Era verso le quattro, e la sposa