parolescritte
interroga:  scripta  ·  bsu  ·  civita

il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Alessandro Baricco, Castelli di rabbia, 1991

concordanze di «le»

nautoretestoannoconcordanza
1
1991
la signora Rail, okay? Le dici: è un pacco
2
1991
di Jun Rail. Quando le donne di Quinnipak si
3
1991
uomini di Quinnipak guardavano le loro donne pensavano al
4
1991
si voltò verso Magg, le sorrise e le disse
5
1991
Magg, le sorrise e le disse ¶ – Sta per tornare
6
1991
Rail, e per tutte le stanze si sentiva mormorare
7
1991
del giorno dopo, con le sette valigie intatte e
8
1991
niente. La servitù disfece le valigie. La vita, dopo
9
1991
colorato (sette colori) per le nuove vetrate di Saint
10
1991
comunque avrebbe certo trovato le sue vie per scivolare
11
1991
guardando Jun negli occhi le disse semplicemente – posando una
12
1991
sulla spalla del ragazzino – le disse – proprio mentre il
13
1991
mondo aveva stretto tra le gambe il signor Rail
14
1991
ragazzino, i suoi occhi, le sue labbra, i suoi
15
1991
se ne stava con le coperte tirate fin sopra
16
1991
bottiglie sfaccettate come diamanti, le salviette con misteriose lettere
17
1991
assoluta e incondizionata. Se le sarebbe portate dietro per
18
1991
a che non sentì le braccia del signor Rail
19
1991
ai fianchi, e poi le sue mani che la
20
1991
per un attimo, mentre le sue mani spogliavano il
21
1991
belle – mentre stringeva tra le mani il sesso del
22
1991
Rail e lentamente passava le labbra su quella pelle
23
1991
modo invincibile, quando aprì le gambe e in un
24
1991
di sé, e puntando le braccia sul letto, guardando
25
1991
mentre il signor Rail le piantava le mani nei
26
1991
signor Rail le piantava le mani nei fianchi, nell
27
1991
aveva dentro, venire tra le sue cosce piantandole istericamente
28
1991
una donna come tutte le altre, una simile, logica
29
1991
mai, i gioielli che le arrivavano, e anzi non
30
1991
cura dedicava a conservare le scatole, e a spolverarle
31
1991
a controllare che nessuno le spostasse dal posto che
32
1991
donne così belle come le figlie di Giobbe, e
33
1991
e il loro padre le mise a parte dell
34
1991
il tubo, un po’ le sue scarpe un po
35
1991
guardo il tubo, e le scarpe e il tubo
36
1991
più gentile, si coricano le ombre a dismisura, è
37
1991
alto. Lo tortura con le dita, si abbottona, si
38
1991
un tubo in salita le parole salgono finché hanno
39
1991
ridiscendono, e così io le risento... Pehnt, questo è
40
1991
una rivoluzione per tutte le scuole di canto del
41
1991
potrebbero fare di tutte le misure, e studiare la
42
1991
Tanto che tra tutte le cose che poi finiscono
43
1991
bavero della giacca, tiene le mani sprofondate nelle tasche
44
1991
una storia bellissima. ¶ Erano le tre del mattino e
45
1991
della scrivania. Cerca tra le carte un foglio, lo
46
1991
semplicemente, su un prato. Le ricorda, a questo proposito
47
1991
sono isolati dal suolo le vibrazioni della colonna d
48
1991
la sordina”: queste sono le precise parole pronunciate dal
49
1991
quello di tappare con le mani il buco di
50
1991
autoauscultatore”, posso dirLe che le Sue teorie sulla mobilità
51
1991
e benché io senta le forze a poco a
52
1991
appello alla Sua discrezione, Le dirò di aver sentito
53
1991
i modi di affinare le Sue procedure, e a
54
1991
un tempo. Voglia accettare le sue più sentite scuse
55
1991
il calamaio. Poi prese le cinque buste che giacevano
56
1991
porta del custode posò le buste ai piedi della
57
1991
aprì e si tagliò le vene dei polsi, con
58
1991
prime pagine di tutte le gazzette della capitale. Non
59
1991
era consumato il dramma. Le prove a suo carico
60
1991
cercava di stabilire tra le due cose un nesso
61
1991
Schifezze – rispose. ¶ – Cosa sono le schifezze? ¶ – Sono cose che
62
1991
Jobbard, i tubi e le altre storie. ¶ – Mettiamola così
63
1991
via via che imparava le cose, se le scriveva
64
1991
imparava le cose, se le scriveva avrebbe ottenuto alla
65
1991
un buon risultato annotare le cose principali. Potresti scegliere
66
1991
rigore metodologico della scienza. ¶ 1. Le cose – scriverle per non
67
1991
rigorosamente privo di gerarchie. Le annotazioni – sempre molto sintetiche
68
1991
L’ultima lettera che le arrivò dal sottotenente conteneva
69
1991
repentinamente ridotto a zero le possibilità del sottotenente di
70
1991
dichiarava disponibile alle nozze. Le tornarono indietro tutt’e
71
1991
sul campo e che le sarebbe stato gradito, da
72
1991
matrimoniale. Non di rado le accadeva di usare, come
73
1991
sottotenente, quelle cose, non le aveva mai dette. Le
74
1991
le aveva mai dette. Le aveva scritte. Ma la
75
1991
infilò. Gli arrivava sotto le ginocchia. Il bottone più
76
1991
risultava ad altezza pisello. Le maniche penzolavano come morte
77
1991
sognato di mandarle) e le elementari necessità caloriche e
78
1991
alcune utili certezze tra le quali figurava, non ultima
79
1991
spiega anche perché usasse le sedie, sì, ma per
80
1991
Però, la notte, sotto le coperte, dove nessuno poteva
81
1991
tornava a intrufolarsi tra le gambe – non c’è
82
1991
voce del signor Rail le giunse piano, con dentro
83
1991
di lui, sfiorava con le labbra la sua pelle
84
1991
suo, se qui erano le 14 e 25 là potevano essere
85
1991
e 25 là potevano essere le 15, ogni città con il
86
1991
doveva resistere a tutte le altre, per tutto il
87
1991
ora, sorda a tutte le altre – per quel treno
88
1991
elementare e sacro: ¶ “Tutte le mattine, un messo dell
89
1991
sempre lo stesso. Cambiavano le scatole ma lui era
90
1991
arrivò la velocità. Tutte le emozioni ridotte a piccole
91
1991
una quarta: si chiamava Le ciclopède, l’aveva inventata
92
1991
caldaie in ebollizione sventolavano le loro ciminiere lucide in
93
1991
scambiava il mezzo, cioè le rotaie, per il fine
94
1991
quattro, la Rocket e le altre tre. Prima prova
95
1991
di sangue per oliare le ruote del progresso, dev
96
1991
spettacolo a vedersi. Fatte le somme si decretò che
97
1991
indolore per portare ovunque le loro vagonate di carbone
98
1991
qualcosa stava succedendo che le avrebbe ben presto scompigliato
99
1991
spettacolare di morire? ¶ Piovvero le risposte, poi, a mano
100
1991
invisibile. “Prima che inventassero le ferrovie la natura non
101
1991
poesia. Al momento, proprio le prime volte che la
102
1991
sentire – ti si tendevano le reti del cervello, dolorosamente
103
1991
anima, all’unisono con le ruote del treno scatenate
104
1991
dal bruciore del mondo – le parole che a una
105
1991
sminuzzare il tempo, ridisegnando le carte geografiche della terra
106
1991
suo modo affettuosa disegnarono le prime strade ferrate a
107
1991
ridda di conseguenze che le crepitavano dentro, un universo
108
1991
avrebbe smesso di desiderarla, le sussurrò ¶ – Una locomotiva. ¶ 2 ¶ – Me
109
1991
la dimentichi, signora Trepper... ¶ – Le dico, anche a me
110
1991
la signora Ornevall avesse le doglie... ¶ Pekisch scrollò il
111
1991
si e... ¶ – Non complichiamo le cose, okay? Lo farò
112
1991
rumore d’inferno affilatevi le orecchie fino a quando
113
1991
umanofono che toccava tutte le note tranne quella appena
114
1991
la signora Ornevall avesse le doglie... ¶ Pekisch scrollò il
115
1991
si e... ¶ – Non complichiamo le cose, okay? Lo farò
116
1991
campanile di Quinnipak suonava le undici, magari allora potrebbe
117
1991
Quinnipak incominciò a suonare le undici. Bisognerebbe esser stati
118
1991
ingegnere, non bisogna confondere le cose. Come le ho
119
1991
confondere le cose. Come le ho spiegato nella mia
120
1991
chilometri perfettamente diritta, e le ho anche spiegato perché
121
1991
perfettamente ragione, e benché le obbiezioni dell’ingegnere siano
122
1991
del posto in cui le rotaie finiranno le è
123
1991
cui le rotaie finiranno le è del tutto indifferente
124
1991
assolutamente probabile. Misurava con le dita, borbottava qualcosa, vagolava
125
1991
chissà, fino a dove le rotaie svaniranno nel nulla
126
1991
sulla carta cercando con le sue dita grassocce quel
127
1991
davvero mi sembra che... ¶ – Le opportunità di sfruttamento commerciale
128
1991
sfruttamento commerciale, come lei le chiama, non hanno la
129
1991
stringendosi la testa tra le mani chiuse gli occhi
130
1991
io e lei non le sentiamo, perché lui, il
131
1991
il signor Pekisch, lui le sente, e questo se
132
1991
fosse scomparso... allora scesi le scale e feci tutto
133
1991
stringendosi la testa fra le mani, così... lo so
134
1991
fine lo presi per le mani e lui si
135
1991
di nuovo... ci pensa? le stesse parole, mi verrebbe
136
1991
mi verrebbe da dire le stesse parole, sarebbe ridicolo
137
1991
per fare certe cose, le sembrerà ridicolo tutto questo
138
1991
no... e io tutte le volte che l’ho
139
1991
giorno, per sapere tutte le cose... io gliel’ho
140
1991
me è stato così... le cose che si sanno
141
1991
che si sanno sono le cose normali, o le
142
1991
le cose normali, o le cose brutte, ma poi
143
1991
stesso, in effetti, con le braccia spalancate, il signor
144
1991
nel grande prato – allargarono le braccia e uno a
145
1991
gli operai della vetreria, le domestiche che ancora erano
146
1991
generale tutti quanti, con le braccia spalancate e gli
147
1991
sempre più acute schioccavano le risate e gli strilli
148
1991
a perdifiato, gridando, ridendo, le gonne che si alzavano
149
1991
ha perso la scarpa, le più bambine a strillare
150
1991
personale dove non esistevano le parole e il tempo
151
1991
con lei, i capelli le viaggiavano sul volto, anche
152
1991
su se stesso, spalancò le braccia e iniziò lentamente
153
1991
di vetro, il fiume, le betulle lungo il fiume
154
1991
la strada che saliva, le case di Quinnipak in
155
1991
di vetro, il fiume, le betulle lungo il fiume
156
1991
la strada che saliva, le case di Quinnipak in
157
1991
di vetro, il fiume, le betulle lungo il fiume
158
1991
la strada che saliva, le case di Quinnipak in
159
1991
Quinnipak, Quinnipak, Quinnipak, Quinnipak, le case di Quinnipak, la
160
1991
in mezzo alla strada, le chiacchiere che salgono su
161
1991
E poi come mai le locomotive hanno un nome
162
1991
Hanno sempre un nome le cose che fanno paura
163
1991
rubata a qualche foresta. Le corde che le segano
164
1991
foresta. Le corde che le segano i pensieri ed
165
1991
del caro vecchio Trionfin le turbe (indimenticato inno scritto
166
1991
generale la convinzione che le esibizioni allestite da Pekisch
167
1991
una lingua sconosciuta, raccoglieva le forze per chissà quale
168
1991
grande incendio in corsa, le labbra socchiuse di Jun
169
1991
un bambino. ¶ Si inchiodarono le quattro ruote di Elisabeth
170
1991
semplice. ¶ Silenzio. ¶ Poi tutte le grida del mondo, e
171
1991
La sera, come tutte le sere, venne la sera
172
1991
quella sera, come tutte le sere, venne la sera
173
1991
complicata. ¶ – Un giorno magari le faranno più lunghe e
174
1991
gli passavano negli occhi, le cose, in fila, una
175
1991
quell’immagine. Ferma lì. Le altre correvano via nel
176
1991
a vedere la polvere, le grida, le facce, gli
177
1991
la polvere, le grida, le facce, gli animali, l
178
1991
fondo una cosa come le altre, ordinatamente in fila
179
1991
ordinatamente in fila con le altre. Ma per Mormy
180
1991
La meraviglia gli strozzava le parole in gola. E
181
1991
vita. Chissà com’erano le ali dell’angelo di
182
1991
E guardarsi. ¶ ... su per le labbra di Jun... ¶ Era
183
1991
basso sulle colline, coricava le ombre a dismisura. E
184
1991
che la sera raccontava le storie davanti a tutti
185
1991
poi, faremo poi tutte le cose per bene un
186
1991
Abegg, gli ha tolto le porte, l’ha disteso
187
1991
estremità del mobile e le ha tese fino all
188
1991
all’altra estremità dove le ha fissate a delle
189
1991
piccole carrucole. Fa girare le carrucole e modifica di
190
1991
la tensione delle corde. Le corde sono sottili, quando
191
1991
sono sottili, quando Pekisch le fa vibrare emettono una
192
1991
emettono una nota. Passa le ore a girare di
193
1991
nota. Ma lui muove le carrucole e sente decine
194
1991
tutti possono sentire. Passa le ore, lui, a inseguirle
195
1991
mettevano a lavare Elisabeth. Le toglievano di dosso lo
196
1991
di starsene qui ferma? ¶ – Le locomotive hanno una memoria
197
1991
Poi tornò a parlare. Le vedove, i padri e
198
1991
vedove, i padri e le madri dei caduti iniziarono
199
1991
Mendel era tornato. Tutte le sere, adesso, andava da
200
1991
il cuore. ¶ 1221. Correzione al 1016. Le balene ci sono per
201
1991
per lei? Gli accarezzò le spalle, “una volta io
202
1991
al suo viso, sfiorò le sue labbra e lì
203
1991
camicie, un cappello grigio, le scarpe con le stringhe
204
1991
grigio, le scarpe con le stringhe, il ritratto di
205
1991
mia linea ferroviaria. ¶ Purtroppo le ultime tassazioni sul carbone
206
1991
così non è che le cose vadano benissimo, forse
207
1991
l’altro e quindi le spaccarono il cranio con
208
1991
Ricordatene. Devi fottertene. Tutte le bocce di cristallo che
209
1991
gira con in tasca le sue piccole biglie di
210
1991
piccole biglie di vetro... le sue piccole tristi biglie
211
1991
toccare del muschio, baciare le labbra di Jun, aprire
212
1991
vaso di cristallo, tirarsi le coperte fin sopra la
213
1991
degli ultimi cinquant’anni, le prove della banda, il
214
1991
Andersson, Elisabeth sempre là, le carezze di Jun, quelli
215
1991
di cristallo di tutte le forme, centinaia di martedì
216
1991
bianchi della vedova Abegg, le lacrime vere e quelle
217
1991
Mormy nel fienile con le mani di Stitt addosso
218
1991
mani di Stitt addosso, le lettere dell’ing. Bonetti
219
1991
finire fuori dai binari, le debolezze e le vendette
220
1991
binari, le debolezze e le vendette, gli occhi del
221
1991
occhi del vecchio Andersson, le labbra di Jun. Un
222
1991
Duprat e C. affidava le sorti commerciali dell’Essence
223
1991
brevetto. ¶ Hector Horeau posò le forbici e si mise
224
1991
poche righe. Dicevano che le premiate Vetrerie Rail, già
225
1991
ora mettendo sotto vetro le più diverse porzioni di
226
1991
che riprese in mano le forbici, ritagliò il trafiletto
227
1991
cui non partecipasse. Regolarmente le giurie rimanevano colpite dall
228
1991
quell’ambiguo successo moltiplicando le proposte e i progetti
229
1991
che lo abbandonava annullando le pratiche di matrimonio già
230
1991
miseria della vita costituivano le due affilate lame, sempre
231
1991
inaspettatamente, rimase a Parigi. Le settimane passate in Egitto
232
1991
a disegnare i monumenti, le città e i deserti
233
1991
una parola. Sfogliava lentamente le pagine pietrose di un
234
1991
tornò a Parigi aveva le valigie piene di disegni
235
1991
strane mosche che sono le idee. ¶ Ciò gli permise
236
1991
il piacere di sconcertare le giurie. Il fatto che
237
1991
e iniziò a fare le valigie. Non sapeva minimamente
238
1991
minimamente dove si trovavano le Vetrerie Rail e nemmeno
239
1991
la tazza. ¶ – Non importa. ¶ Le Vetrerie Rail – scoprì – c
240
1991
una collina, proprio sopra le vetrerie, ci arrivò sul
241
1991
E di che. Seguendo le lose di pietra che
242
1991
parlare. Col coltello allineava le briciole di pane che
243
1991
vicino al piatto, poi le spargeva intorno con le
244
1991
le spargeva intorno con le dita per tornare ad
245
1991
quando parlava: poteva guardarle le labbra senza sembrare indiscreto
246
1991
a Parigi, un giorno... – le disse, salutandola, Horeau. ¶ – No
247
1991
essere molto leggero perché le strutture portanti lo possano
248
1991
c’entra con... con le lastre, e tutto il
249
1991
oggetti portati da tutte le parti del mondo, pezzi
250
1991
Bisognava immaginare i rumori, le voci, i suoni, l
251
1991
e farò chiudere tutte le porte. Non ci sarà
252
1991
avrebbe fatto per lei le più belle lastre di
253
1991
di lui non me le farete, quelle lastre di
254
1991
quelle lastre di vetro le avrà. Solo volevo sapere
255
1991
di vetro, lo vede? Le pareti, la copertura, il
256
1991
alla vetreria, a vedere le fornaci, i cristalli e
257
1991
alla vetreria e tutte le altre volte. ¶ – Ogni tanto
258
1991
E non è per le lastre di vetro, o
259
1991
la risposta. E io le telegraferò immediatamente. ¶ Stavano uno
260
1991
parola perché negli occhi le si infilza l’immagine
261
1991
sua... Pekisch conosceva tutte le musiche del mondo e
262
1991
musiche del mondo e le aggiustava per noi, le
263
1991
le aggiustava per noi, le cambiava, cose così, ma
264
1991
con il chiavistello, tiene le mani una dentro l
265
1991
viene fuori una nota, le ha tutte in testa
266
1991
a casa... aveva tutte le storie della sua ferrovia
267
1991
Rail... ognuno ha davanti le sue rotaie, che le
268
1991
le sue rotaie, che le veda o no... le
269
1991
le veda o no... le mie mi hanno portato
270
1991
nelle case, con tutte le cianfrusaglie dentro... ma non
271
1991
sbuca lì... io non le volevo male... sarei andato
272
1991
andato da lei e le avrei detto ‘ciao, Mary
273
1991
così... rotaie come quelle le vedrebbe anche un cieco
274
1991
anche un cieco... erano le mie rotaie... mi portarono
275
1991
mare di sangue... e le urla, quelle mi suonano
276
1991
adesso, urla così non le avevo mai sentite... ma
277
1991
nel nulla, così, anche le paure. Sulla terra, poca
278
1991
bordi della strada e le facciate delle case, ciascuno
279
1991
uomini di destra, come le dita di due mani
280
1991
invisibile dove si mescoleranno le due nuvole sonore (come
281
1991
in un bordello tra le cosce di una donna
282
1991
trombone, e soffiava, tutte le note giuste, quelle studiate
283
1991
biforcuto che lentamente chiude le sue chele per catturare
284
1991
rapita dalle sirene che le porgono le orecchie – rapita
285
1991
sirene che le porgono le orecchie – rapita come Jun
286
1991
di più degli altri, le si preme addosso, attaccato
287
1991
schiena e giù per le gambe, si direbbe ovunque
288
1991
che gli scivola tra le cosce – come quel collo
289
1991
una addosso all’altro, le due nuvole di suoni
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rovesciato – ora si danno le spalle i due piccoli
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sente la musica che le si scioglie in testa
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chiesa – scivolano via dandosi le spalle – la nostalgia e
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è come se diradassero le nubi di un miracolo
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scivolano di nuovo lontano le une dalle altre – il
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si sapesse sentirla sotto le dita – la dolcezza che
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emozione e si allargano le maglie della calca – scende
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fornace che sfuma via le ceneri della tensione – è
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suo sperma scendere tra le dita, andarsene dappertutto – la
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la dignità – si cullano le orecchie nel misurato affievolirsi
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di loro il tempo / le due mani di Jun
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adesso stanno immobili con le spalle alla città, e
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e ci tiravano dietro le pietre, ma così, per
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io gli ho preso le mani, non mi è
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lì, a stringergli forte le mani, come uno stupido
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fino a che non le arrivò un pacchetto con
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infinita. Passarono ore. Poi le si avvicinò un uomo
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male, e la pagherà. ¶ – Le posso assicurare, signor Rail
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barbaro messaggio perché come le ho detto non sono
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libro nuovo e taglia le pagine, una ad una
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tagliacarte d’argento. Libera le pagine una ad una
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altra. Horeau si tormenta le mani e guarda di
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che sarebbero state su, le gallerie sopraelevate, sotto il
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un po’ a osservare le migliaia di passeri che
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Il signor Rail tagliava le pagine del suo libro
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così più leggero. Anche le parole, e gli orrori
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alla gente. La gente le sa. Anche per questo
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così tanti occhi, e le fantasie di uomini a
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al Crystal Palace. Tutte le volte che vorrà potrà
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bianchissima, quasi trasparente. Io le chiesi Quale fine? E
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fontane e rigirava tra le mani il tagliacarte d
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d’argento, facendo scorrere le dita sulla lama senza
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lingue di luce che le fiamme gettavano tutt’intorno
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restò indietro a guardare le fiamme che si alzavano
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rovente distruzione. Uno spettacolo. Le fiamme si divorarono in
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il vetro eppure lì le fiamme si stanno ingoiando
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era che una, tra le migliaia, come fosse una
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incominciarono a esplodere tutte le lastre di vetro, letteralmente
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devi smettere di mandarmi le tue lettere dal signor
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lì che vorrei ricevere le tue lettere, visto che
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prima cosa: di tutte le storie che ci sono
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Stavo togliendomi i pantaloni. Le ho detto: Pekisch. L
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cosa che veramente posseggo: le mie orecchie. Voi credete
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fare. Vogliate ricevere ancora le mie più sentite congratulazioni
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impossibile, a spiare tutte le scappatoie per sgusciare via
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quando si porta addosso le proprie paure, senza barare
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infinito. E così guardiamo le cose, e questo ci
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nave, e allora io le chiesi “Tornerai?” e lei
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convenga partire davvero”, così le dissi. “E perché?” Mi
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suo pacco stretto tra le braccia, e rise / ¶ Mancavano
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a raccontare del vetro. Le storie che ti ho
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Jun ascoltava. Come se le stessero parlando della luna
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soldi sul tavolo e le corre dietro. Jun cammina
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nave. Il signor Rail le corre dietro e pensa
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poserà quel pacco tra le mani. In quei giorni
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dimenticherò mai due cose: le sue labbra, e come
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momento giusto di sparare le vostre cartucce... ho qui
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il suo bastone scandendo le offerte con una solennità
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mente spenta, e tra le braccia di un’improvvisa
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collina, c’è Elisabeth. Le hanno tolto tutti quei
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quei binari da davanti, le hanno giusto lasciato i
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due che ha sotto le ruote. Se i treni
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i treni naufragassero e le ferrovie fossero in cielo
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Più niente. ¶ Scivolano via, le sue giornate, come parole
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con lo sguardo, lentamente, le coste dei libri, davanti
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ad una ad una le percorre, a ritmo costante
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Quando non riconosce più le lettere e a stento
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erano i matti. Con le teste rasate e una
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trovò nulla in contrario. Le tre suore trovarono che
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tutto e di tutti. Le suore avevano preso l
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qualcosa, soli come bestie, le bestie che siete stati
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donna, vomitando bestemmie che le guadagneranno un paradiso infinito
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tormenti. L’eternità non le basterà per pagare tutte
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basterà per pagare tutte le sue colpe. Possa crepare
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ciò che avete toccato, le cose che avete visto
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scoppino come vesciche putrescenti le persone che avete lordato
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odio ciò che toccano le vostre mani marce, odio
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avete avuto ragione, odio le madonne che pendono sui
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abbracciate, odio quando battete le mani, odio quel che
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che si ingrasseranno con le vostre carcasse sarò io
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una sola parola. Fra le infinite violenze a cui
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non sapeva dove mettere le mani. Lui, che era
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disse perentorio ¶ – Signora Abegg, le devo dire una cosa
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dire una cosa. ¶ E le raccontò tutto. ¶ La vedova
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sono mica medicine per le malattie che non esistono
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cieca e ascoltava. ¶ Lesse le ultime righe. ¶ Lesse l
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SETTE ¶ Transatlantico Atlas ¶ 14 febbraio 1922 ¶ Le prime volte, il capitano
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spoglia più. Mi infila le mani sotto i vestiti
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giù i binari per le ferrovie. Una cosa strana
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ricca beve e passa le serate a fumare sigarette
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al mare, a vedere le navi che partivano. Ma
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fatto i soldi con le assicurazioni. Un bello schifo
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anche lì. Mi metteva le mani addosso sotto gli