parolescritte
interroga:  scripta  ·  bsu  ·  civita

il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Aldo Palazzeschi, Il codice di Perelà, 1911

concordanze di «le»

nautoretestoannoconcordanza
1
1911
è il teatro, dove le grandi dame si recano
2
1911
abbaglia gli occhi sono le carrozze che le portano
3
1911
sono le carrozze che le portano a passeggiare. La
4
1911
quelle che peccarono troppo, le penitenti. Là dentro piangono
5
1911
di notte quando brillano le stelle, ma io voglio
6
1911
ma io voglio conoscere le altre stelle della notte
7
1911
ad imbrunire. ¶ Alla porta, le guardie del dazio lo
8
1911
dai piccoli urti, mentre le risa e le grida
9
1911
mentre le risa e le grida gioconde gli ferivano
10
1911
concluso rifiutandosi di prestare le proprie cure a un
11
1911
dalla camera ha scosso le spalle senza degnarsi di
12
1911
avesse una pena ma le sue fragili membra sembravano
13
1911
i sortilegi, con tutte le menzogne, con tutte le
14
1911
le menzogne, con tutte le viltà imparate da loro
15
1911
quanto gli accade intorno. ¶ Le gallerie sono riboccanti, eleganti
16
1911
a catasta, fino dietro le porte. ¶ Già alle sette
17
1911
mattina la via e le adiacenze del palazzo di
18
1911
la vettura con Perelà le urla e i fischi
19
1911
una bufera infernale. ¶ Sono le dieci. ¶ Si attende il
20
1911
tomba per intervento magico. Le portiere verdi dalle lunghe
21
1911
essere il suo difensore? ¶ Le crepe rumorosamente si allargano
22
1911
di Bellonda. ¶ – È pazza. ¶ – Le donne non sono ammesse
23
1911
ammesse a tale ufficio, le nostre leggi non lo
24
1911
non lo consentono. ¶ – Fuori le donne! ¶ – Le donne non
25
1911
consentono. ¶ – Fuori le donne! ¶ – Le donne non hanno mai
26
1911
completa nullità. Ciò per le vostre mire illecite e
27
1911
sono leggero. – Queste parole le pronunzia scandite bene e
28
1911
la terra per mostrare le sue cancrene, liberaci dalla
29
1911
di male arti, ecc.?... ¶ – Le peggiori. ¶ – Lo ritenete responsabile
30
1911
quelle honte. ¶ – C’est le dernier outrage. ¶ – Credete si
31
1911
di male arti, ecc.?... ¶ – Le più inutili di tutte
32
1911
più inutili di tutte le arti. ¶ – Lo ritenete responsabile
33
1911
fareste? ¶ – Lo relegherei fra le cose inutili, nel solaio
34
1911
di male arti, ecc.?... ¶ – Le arti triviali del lenone
35
1911
di male arti, ecc.?... ¶ – Le arti della spudoratezza. ¶ – Lo
36
1911
ha da levarsi soltanto le scarpe non fa al
37
1911
leggera, leggerissima. ¶ Leva alto le braccia agitando i veli
38
1911
vi scagliate che contro le cose grandi. – Urla, fischi
39
1911
egli è sopra tutte le stirpi, sopra tutto il
40
1911
rumori e parole oscene, le trombette sono più d
41
1911
rumori d’ogni genere, le trombette formano un’orchestra
42
1911
Bruciate anche lei, giacché le piace tanto il fumo
43
1911
come lui, e sfido le ire di tutti ridendo
44
1911
Leva ancora in alto le braccia agitando i veli
45
1911
miei occhi scintillano e le labbra sorridono, sono felice
46
1911
va al gabbione, allunga le mani. ¶ – Si abbracciano. ¶ – Uh
47
1911
va e viene per le sale con le braccia
48
1911
per le sale con le braccia abbandonate e non
49
1911
gracchiano, le cornacchie, puntano, le civette... a un tratto
50
1911
grilli fradici, i ranocchi, le vecchie talpe: «ih! oh
51
1911
fuggire, altissime e leggere, le ultime nubi scariche. Quelli
52
1911
di perderlo, i macacchi, le bertucce, nessuno passa senza
53
1911
lo mettete? ¶ – Dove metto le altre cose. ¶ – Ma se
54
1911
consegnato nelle sue mani le chiavi del nostro stato
55
1911
dall’inferno. Ci scommetterei le gambe. ¶ – E lo dite
56
1911
Dio. ¶ – Bisogna allontanarlo con le buone maniere. ¶ – Senza farsene
57
1911
Voi siete sempre per le cose complicate. ¶ – Lasciatevi guidare
58
1911
Io me ne lavo le mani. ¶ – E io me
59
1911
Manigoldo! ¶ – Mi pare che le cose incomincino a camminare
60
1911
bene quale piega prendessero le cose davanti alla pubblica
61
1911
per avvisarlo come tutte le altre volte, invitandolo a
62
1911
ricordandosi una a una le facce dei presenti nel
63
1911
era comportato come tutte le altre volte da perfetto
64
1911
si vide un’anima. ¶ Le ore passavano ed egli
65
1911
mezzogiorno. Attese ancora. ¶ Suonarono le due. L’ora nella
66
1911
portone d’un soffio. Le sentinelle lo guardarono di
67
1911
salutato. Sempre gli presentavano le armi, come al Re
68
1911
con la coda fra le gambe (guai a fargliela
69
1911
botteghe, i telefoni per le signore e gli uomini
70
1911
la Corte con tutte le sue scorte a piedi
71
1911
un uomo di fumo? Le solite beghe di quella
72
1911
un’adeguata pensione che le assicurasse il mezzo di
73
1911
fuoco. ¶ Appena fuori tutti le furono addosso per chiedere
74
1911
essere tanto bello, e le scarpe lucenti erano due
75
1911
pendìo lasciando luccicare tra le felci raggi d’argento
76
1911
elevava anche il pensiero. Le preoccupazioni della Reggia e
77
1911
sentirsi schiacciato e oppresso. Le larghe costruzioni e massicce
78
1911
larghe costruzioni e massicce, le torri medesime, e i
79
1911
tetti che incombono sopra le case come caschi di
80
1911
soldati coperti di ferro, le carrozze col loro strepito
81
1911
uomo. Osservò a lungo le torri della Reggia là
82
1911
spirito puro, e tutte le cose avevano provocato in
83
1911
quel giorno. L’abitudine, le preoccupazioni quotidiane della vita
84
1911
quotidiane della vita e le sue quotidiane distrazioni, avevano
85
1911
e la faccia fra le mani. Era fissa, incantata
86
1911
panorama cittadino. Un bastone le riposava nel grembo e
87
1911
intorno a lei. Quando le fu vicino la fanciulla
88
1911
conservando ben più aderenti le mani alla faccia impaurita
89
1911
impaurita. ¶ – Oh! ¶ – Avete paura? – le disse sorridendo Perelà, – avete
90
1911
Guardavo la città. Quando le pecore meriggiano, io mi
91
1911
diceva giorni fa con le sue amiche che nella
92
1911
nella città dove sono le cose belle, le cose
93
1911
sono le cose belle, le cose che sono laggiù
94
1911
piccola rimase muta quasi le mancasse il coraggio di
95
1911
e ad alta voce: ¶ – Le quattro torri in mezzo
96
1911
finisce a punta con le statue bianche sulla fronte
97
1911
senza mai uscirne, profonde le proprie ricchezze, ha ai
98
1911
si spendono così male le proprie energie, e per
99
1911
fatti che contano, non le parole. Ho già parlato
100
1911
l’ottantanovesimo sarebbero pronte le cinghie, e per ragione
101
1911
notte fui cometa. Fra le torri di Villa Rosa
102
1911
avvenne sotto di me, le osservazioni pratiche dei ricoverati
103
1911
amico, posso uscire per le comuni vie con una
104
1911
gli stupidi che per le comuni vie si chiamano
105
1911
numero di tegole e le case lo stesso numero
106
1911
visitare quelle che diverranno le loro spose. È uso
107
1911
avrebbero posto il termine? Le torri dell’odio e
108
1911
vi presero posto con le facce livide. ¶ «A furia
109
1911
abitanti quando sentirono violentare le loro case, abbatterne le
110
1911
le loro case, abbatterne le porte, scardinare le finestre
111
1911
abbatterne le porte, scardinare le finestre. Nudi fuggirono dai
112
1911
per sempre. ¶ «Erano tutte le case di Dori occupate
113
1911
uno v’era rimasto, le case bene in ordine
114
1911
bene in ordine, fornite le dispense, e i letti
115
1911
tornare, non trovarono più le loro barchette... che fino
116
1911
più invidiare l’altro. Le barche e le barchette
117
1911
altro. Le barche e le barchette servirono per i
118
1911
Perelà passerà in rivista le milizie. ¶ La Fine di
119
1911
e incominciava a stropicciarsi le mani una contro l
120
1911
ricerca nei sotterranei, per le cantine, nei vecchi depositi
121
1911
depositi d’armi, per le antiche prigioni. Ed eccoci
122
1911
la più atroce fra le maniere di morire? ¶ Tutti
123
1911
piccolo e paffutello, con le manine bene composte sulla
124
1911
all’altezza delle teste. Le torce infilate lungo i
125
1911
che lo stringeva sotto le ascelle e al petto
126
1911
leggermente su se stesso. Le mani, i piedi, non
127
1911
piedi, non esistevano più; le gambe finivano in due
128
1911
miseramente tutte e due le nostre vite? ¶ «Perelà? Perelà
129
1911
Padre mio! Padre mio! ¶ Le supposizioni sono svariatissime. ¶ Chi
130
1911
sicuro. Perelà gli affidava le proprie commissioni, era divenuto
131
1911
i baffi aghiformi e le lenti d’oro sopra
132
1911
appena riaprono la bocca le diverse opinioni si manifestano
133
1911
Cimone non incominciate con le vostre solite parolacce. ¶ – Pecore
134
1911
meglio. Neppure? Quali sono le bestie più ridicole? I
135
1911
ridicole? I pappagalli e le scimmie, mi rispondete decisamente
136
1911
parve che con esso le più gravi questioni si
137
1911
Mi disse... che so, le solite panzane che ha
138
1911
commettendo? E voi glie le togliete quelle opere, ma
139
1911
è meglio, bisogna fare le cose piano pianino, evitando
140
1911
splendore di sole illumina le cose del creato; gli
141
1911
gongolano, i tacchini, sculettano, le oche, dondolano, le scimmie
142
1911
sculettano, le oche, dondolano, le scimmie, ciangottano, i pappagalli
143
1911
ciangottano, i pappagalli, cantano, le cicale, gracchiano, le cornacchie
144
1911
cantano, le cicale, gracchiano, le cornacchie, puntano, le civette
145
1911
Stretti uno all’altro, le mani avvinte e la
146
1911
vita intrecciata da esse, le teste unite, un sull
147
1911
unite, un sull’altra le bocche sussurrano e sorridono
148
1911
la prima volta che le disse: più le ripete
149
1911
che le disse: più le ripete più son belle
150
1911
tronche e rade. Come le grandi opere del creato
151
1911
da pioppi che riflettono le loro ombre di vecchi
152
1911
di culla si muovono le coppie, i pioppi si
153
1911
Non si approfondiscono mai le indagini sopra la morte
154
1911
il Re nuovo interrompe le ricerche, e anche indiziato
155
1911
scalone della Reggia con le tasche gonfie ognuno si
156
1911
la salma del Sovrano. Le guardie d’onore e
157
1911
guardie d’onore e le scorte in grande uniforme
158
1911
propri averi per sanarne le piaghe in un tempo
159
1911
lazzo dei monelli per le strade e il compagno
160
1911
sono generalmente la via, le capanne o le prode
161
1911
via, le capanne o le prode dei fossati. La
162
1911
spiaggia del mare, cacciava le mani in tanta dovizia
163
1911
al popolo maestosamente percorrendo le vie principali della città
164
1911
per la circostanza, ha le vesti stracciate ricoperte di
165
1911
cittadino si trova per le vie o affacciato alla
166
1911
o affacciato alla finestra, le case chiuse ermeticamente appaiono
167
1911
di che, da tutte le finestre di tutte le
168
1911
le finestre di tutte le case di tutta la
169
1911
convoglio continua lento per le vie deserte, senza guide
170
1911
unica testimonianza ne furono le tracce. ¶ Il tappeto nella
171
1911
Iba andava a coricarsi le rare sere che riusciva
172
1911
Inghilterra va su tutte le furie per rendergliene una
173
1911
la bontà d’inginocchiarvi. Le ostie gli vengono portate
174
1911
vengono portate nuove tutte le mattine dal fornaio, ed
175
1911
dal fornaio, ed egli le conserva nel suo ciborio
176
1911
a trattenere. ¶ «San Pietro. Le chiavi non le ha
177
1911
Pietro. Le chiavi non le ha più perché una
178
1911
pace o forza? ¶ – Ohibò! Le porto per dar polvere
179
1911
intorno a sé rappresentano le nubi, e attraverso quel
180
1911
guarda e mi accusa». Le si era tanto scolpita
181
1911
che si pongono sopra le tombe. La persona temuta
182
1911
di esistere, il vuoto le si era formato dentro
183
1911
la notte dorme con le cinghie. La sua follìa
184
1911
uccidersi parecchie volte con le sole mani, aprendosi il
185
1911
una vena, bisogna tagliargli le unghie ogni mattina, rovesciando
186
1911
Impazzì perché riacchiappato per le gambe mentre s’era
187
1911
identiche condizioni; e sono le peggiori che possano capitare
188
1911
per stare a sentire le scempiaggini che vi vengono
189
1911
hanno un morto per le mani incominciano a lamentarsi
190
1911
questo che abbiamo sopra le spalle, qui davanti, qui
191
1911
durissima cervice. Dovrebbero essere le stazioni di partenza per
192
1911
esplodere con fragore, tra le folle dei più importanti
193
1911
Gli occhi di Pena, le mani di Rete, il
194
1911
Guardatemi negli occhi, osservate le mie mani e il
195
1911
un diverso sorriso? Certo, le dame della società ieri
196
1911
suo cuore che non le appartiene, e allorquando scruta
197
1911
Stato. ¶ «Dio.» ¶ – Prendete, ecco le carte. Queste sono le
198
1911
le carte. Queste sono le dame, tenete, e questi
199
1911
li tengo io; qua le carte di spade. Mescolate
200
1911
carte di spade. Mescolate le dame, i cavalieri li
201
1911
li mescolo io, mescolate le carte di denari, io
202
1911
carte di denari, io le carte di spade. I
203
1911
Mescolate il Re con le carte di spade, quando
204
1911
il nuovo Re con le carte di spade, finché
205
1911
fondo della tavola con le carte di spade, le
206
1911
le carte di spade, le Regine dei Re morti
207
1911
manto di dolore che le copre tutte. Guardate come
208
1911
lungo la cancellata che le serra. ¶ – E non si
209
1911
Ogni sera la Regina le viene a visitare sul
210
1911
cui siano state amputate le ali. ¶ Il Ballo ¶ – Com
211
1911
charme. ¶ – Avete visto quando le fanciulle gli hanno gettato
212
1911
Se fossi in Perelà le riempirei la bocca di
213
1911
amano sai, ho udito le voci nei crocchi della
214
1911
i contadini hanno illuminato le loro finestre. ¶ – Non potrò
215
1911
una delle solite beghe. ¶ – Le eterne paperasses che non
216
1911
ci vuole, per fare le cose giuste ci vuole
217
1911
Che emozione. ¶ – Mi tremano le gambe. ¶ – Io non ne
218
1911
lo inviò dunque, perché le dovessimo questo nuovo, immenso
219
1911
della vita non conosce le materiali necessità o ben
220
1911
necessità o ben poco le avverte. Egli, essere di
221
1911
avanzate alcune rose e le hanno buttate a me
222
1911
Come diavolo ha fatto? ¶ – Le sarte sono state a
223
1911
giunta in ritardo? ¶ – Come le sta bene! ¶ – Può competere
224
1911
inutile curva sciupa tutte le toilettes di questo mondo
225
1911
Nulla. E voi? ¶ – Conto le seggiole. Alle feste faccio
226
1911
Voi avete perfezionato anche le feste da ballo. ¶ – Delicata
227
1911
me lo prenderei con le scarpe ricoperte di pillacchere
228
1911
ne trascinerà ugualmente con le scarpe lucide. Chi è
229
1911
di Corte. ¶ – Sono aperte le sale del buffet. ¶ – Perelà
230
1911
or sono quando con le care amiche vi ho
231
1911
ignoranza soltanto esse respinsero le mie querele, e perché
232
1911
leggerezza parlando sia, Dio le perdoni, l’amore. Ahimè
233
1911
di ornare per voi le mie parole e, come
234
1911
mie parole e, come le care amiche, vi parlai
235
1911
ho bisogno di colorire le mie parole, due giorni
236
1911
osservazioni che vi sporsero le mie amiche sopra la
237
1911
sorriso e il cuore le trabocca di gioia, quella
238
1911
Quando la scintilla investe le due parti contemporaneamente produce
239
1911
dove li conduce? ¶ – Per le sue vie che sono
240
1911
numero infinito s’aggirano le coppie. Stretti uno all
241
1911
una accanto all’altra, le ciambelle pronte per il
242
1911
all’uscita dal forno le ciambelle mostreranno fra loro
243
1911
del dolciere che fa le ciambelle, e gli uomini
244
1911
Perelà. Un mese dopo le nozze, il mio matrimonio
245
1911
autorità. Fui su tutte le bocche e dovetti per
246
1911
mia cara signora, tutte le donne del paese si
247
1911
aveva aria maestosa per le imponenti dimensioni del corpo
248
1911
uomo, sperando con tutte le forze del mio essere
249
1911
in casa, a tutte le ore e con la
250
1911
pure riservatissimi di tutte le altre educande, e mi
251
1911
di bende fin sopra le palpebre e sotto il
252
1911
Quello che provai durante le pratiche amorose non saprei
253
1911
di quei mantelli che le ore passarono sempre più
254
1911
egli comprese e riprese le carezze. Mai avevo sofferto
255
1911
i suoi atti e le sue ingiurie erano divenuti
256
1911
il cortese capitano esaurì le sue possibilità... e un
257
1911
tuo balordo capriccio. ¶ – Soltanto le bestie si fanno vedere
258
1911
far certe cose. ¶ – Ma le bestie non conoscono il
259
1911
a rialzarne un pochino le sorti si dette me
260
1911
Se avete bene ascoltato le mie buone amiche avrete
261
1911
brivido insinuarsi per tutte le fibre e tutte le
262
1911
le fibre e tutte le ossa, avevo sentito irrigidirmi
263
1911
per la strada lungo le mura della villa e
264
1911
di una spettrale magrezza, le guance infossate e bianche
265
1911
passò tante sere, tutte le sere all’ora medesima
266
1911
s’insinuava per tutte le vene, per tutte le
267
1911
le vene, per tutte le fibre, per tutte le
268
1911
le fibre, per tutte le ossa. ¶ «Allorquando staccai le
269
1911
le ossa. ¶ «Allorquando staccai le labbra dallo specchio ed
270
1911
mi spingeva impaziente, fra le tombe mi spingeva, scansando
271
1911
tombe mi spingeva, scansando le croci, passando tra i
272
1911
passando tra i cancelletti, le colonne mozzate, le statue
273
1911
cancelletti, le colonne mozzate, le statue, le piccole aiole
274
1911
colonne mozzate, le statue, le piccole aiole, i cespugli
275
1911
caddi a lato sfinita. ¶ «Le forze ritornarono un poco
276
1911
presi ancora addosso con le braccia che cadevano abbandonate
277
1911
e senza scomporlo, scansando le croci, le colonne mozzate
278
1911
scomporlo, scansando le croci, le colonne mozzate, i cancellini
279
1911
i cancellini, i cespugli, le piccole aiole, ritrovai il
280
1911
alla z. ¶ – Bagascia! Spudorata! Le gridavano intorno. ¶ – Le donne
281
1911
Spudorata! Le gridavano intorno. ¶ – Le donne non si davano
282
1911
non fosse così non le sarebbe piaciuto, ma vi
283
1911
può entrare, e fra le donne soltanto la Catulva
284
1911
di un camino e le sento parlare. Il loro
285
1911
muovere anche un poco le membra. Parlano dell’umano
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che lo trafiggerà. ¶ «Dio.» ¶ – Le sento, le sento, le
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trafiggerà. ¶ «Dio.» ¶ – Le sento, le sento, le sento! E
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Le sento, le sento, le sento! E non so
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benissimo. ¶ – E tenere fra le dita questa sigaretta. Nell
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Vogliate compiacervi di accavallare le gambe in questa maniera
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in questa maniera. ¶ – E le braccia in quest’altra
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corso da voi. Tutte le cose possono diventare moneta
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diventare moneta sonante dentro le nostre tasche, e il
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gettato per sommi capi le basi di una nuova
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lei il vero significato. Le ho fatto ripetere il
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di spengere il lume le faccio ripetere tante volte
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pochissimo anche così. Se le vedessero crepare tutte insieme
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de vous rencontrer dans le monde. ¶ – Cristoforo Soffiato, critico
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tempo ancora, e vedrete le cose camminare alla rovescia
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li avrà conciati per le feste, più il filosofo
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fantasia per arrivarci, inventa le verità dette da un
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camminano trascinando senza tregua le loro vanità, osservate le
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le loro vanità, osservate le vie che hanno percorse
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di potervi annoverare fra le mie pecorelle elette e
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alle ore cinque precise, le dame della società e
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Sarà fatto girare per le vie principali della capitale
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vedremo e sapremo: tacete. Le nostre leggi attuali, signor
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faccende, in tutte perché le cose procedano come si
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per la mano, ricordate le donne che si fanno
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giornale quando siamo bambine? ¶ – Le spose di Perelà. ¶ – E
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impressionabile che se voi le darete spago rimarrete vittima
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Padre. ¶ – Un giovane marchese le promise d’uccidersi dopo
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in quello. Perché forzare le loro porte? Prepariamoci per
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di correre e saltare. Le povere bestiole saltavano accese
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con tutte e due le braccia alla spalliera d
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molto bassa, e accavallo le gambe così, con leggera
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lustri, i denti stretti, le labbra un pochino aperte
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un pochino aperte e le narici spalancate nell’atto
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con tutte e due le mani a raccogliere alcuni
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la verità, questo giochetto le riesce sempre a maraviglia
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evidente. Signor Perelà non le badate, ha una natura
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molti istituti di beneficenza: le fanciulle pericolanti e quelle
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l’emancipazione della donna. Le mie giornate si seguono
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apparente dolcezza che avvolge le mie buone amiche. Quando
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ma nulla, nulla, nulla. Le mie guance si facevano
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volevo conservarmi tale, ma le vene non potevano contenere
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che avessi incontrato. Corsi le vie deserte, fui sotto
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vie deserte, fui sotto le caserme dove migliaia di
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volta! Ognuno, forse, fra le mie braccia si sarebbe
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non poterlo respingere sentivo le unghie della follìa penetrarmi
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naturalezza. Ditemi schietto, non le trovate un tantino esagerate
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incontrati con lui: tutte le apparenze c’ingannano, tutte
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apparenze c’ingannano, tutte le speranze ci tradiscono. Quando
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fantasia. ¶ – Signor Perelà non le date ascolto, ella ha
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proverbio che non tutte le ciambelle riescono col buco
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I dolcieri che fanno le ciambelle, maneggiano la pasta
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città, e quelle sono le sue mura. La casa
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Gli ho visto benissimo le scarpe. ¶ – Porta gli stivaloni
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sembra non abbiate che le scarpe. ¶ – Di dove venite
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con noi sono pericolose le facezie. ¶ – Domandagli di che
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Ci avete nulla? Dentro le scarpe. ¶ – Io sono... tanto
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d’un corvo. ¶ – E le bocche sembravano cofani di
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Erano venute per infilare le perle alla Regina e
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Regina e a tutte le dame della Corte. ¶ – E
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amore hanno voluto troncare le loro giornate. ¶ – Amavano lo
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quando pronunziavano questa parola. Le voci si facevano tremule
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quando ancora ignari intuiscono le loro ali e i
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sotto il suo tetto. Le guardie reali non hanno
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non hanno esagerato portandoci le vostre notizie, siete veramente
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Scusate, siete nato con le scarpe? ¶ – No, queste le
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le scarpe? ¶ – No, queste le trovai appena sceso. ¶ – E
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E chi sono? ¶ – Sono le sue madri. ¶ – Ma è
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per giorno sempre meglio le voci, fino a distinguere
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voci, fino a distinguere le parole e il loro
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significato, fino a coglierne le più riposte sfumature. Quelle
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follia, salii con esse le più vertiginose altezze del
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altezze inaccessibili. E tutte le cose mi giungevano a
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giungevano a questo modo. ¶ – Le tre vecchie si chiamavano
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sceso... ¶ – E dagli! ¶ – Sotto! ¶ – ... le ho chiamate per la
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noi. ¶ – O bella, erano le sue mamme, lasciatelo piangere
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mese d’Agosto? ¶ – Sempre. ¶ – Le vecchie sono tanto freddolose
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Cellula su cellula come le pietre d’un edifizio
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gli altri uomini, mentre le mie forme sono le
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le mie forme sono le stesse. Fu questa un
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Egitto! ¶ – Quanti anni avevano le vecchie? ¶ – Cento. ¶ – Accidenti. ¶ – E
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cose complicate, impossibili, assurde, le cose semplici sono le
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le cose semplici sono le ultime a venire in
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Quelle vecchie signore glie le hanno fatte confezionare ultimamente
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anima. Dov’erano andate le vecchie? La loro voce
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giunta per me. Invece, le mie membra perdettero a
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del corpo umano. Puntai le mani alla parete, appoggiandomi
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mio malgrado. Istintivamente infilai le gambe dentro gli stivali
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camminare. Corsi per tutte le sale della villa: deserte
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senza avere veduto niente. Le storie di tutti gli
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i nomi di tutte le cose senza sapere quali
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senza sapere quali fossero le cose che a quei
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faticano a tenere indietro. ¶ – Le dame della città telefonano
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nome è su tutte le bocche, non si sente
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la vostra grandezza e le vostre sembianze. ¶ – Nel bronzo
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possono esprimere e riprodurre le cose più leggere? Le
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le cose più leggere? Le chiome fluttuanti di Venere
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I veli di tutte le danzatrici d’Ellade e
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lo zeffiro ne sfiora le guance di velluto? Ma
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occhi brillano? E come le labbra sono avide di
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cugina. ¶ – Legatela! ¶ – Fatela legare! ¶ – Le manette! ¶ – Ma non c
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un innocente. A tutte le corti di tutti i
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fuoco perché possa riscaldare le membra irrigidite, e ravvivare
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quando passa in carrozza, le strillano dietro, e stamani
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debole per costui.» Ecco le voci in corso. «I
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all’ultimo voleva tendergli le braccia. Una prigione tutta
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molto grossa? In poco le nostre colline ne verrebbero
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doveva attraversare la città, le vie principali di essa
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pronto e costruito con le pietre del Calleio. Una
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alto di cinquecento metri, le sue falde sono ricche
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non vi crescono che le piante parassite dei terreni
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che con grazia insuperata le formano a perdita d
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regale corona. ¶ Da mezzogiorno le vie del percorso sono
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faccia ressa. A tutte le finestre ferve agitazione grandissima
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finestre ferve agitazione grandissima. Le case sono riboccanti. Parenti
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principio è già trascorsa. Le finestre della Reggia sono
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in certi casi, incominciano le supposizioni che si moltiplicano
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una da pigliarsi con le molle, non sarebbe la
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ha, e a far le scampagnate la domenica con
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modo di procedere esaspera le persone pacifiche, figuriamoci le
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le persone pacifiche, figuriamoci le altre. Ma si servono
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lingua. Sono a momenti le due... la piazza è
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Dan... Dan... Dan... Dan... ¶ Le sentinelle al portone della
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a partire, come razzi, le prime grida, invettive, ingiurie
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teste che spiano dietro le persiane chiuse. ¶ Il corteo
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fanno da parte verso le file del popolo, nel
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Crplah! Crsciù! ¶ Da tutte le finestre piovono come frecce
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uomini, che per tutte le espressioni della vita inventarono
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carrozza è ferma con le tendine calate. Passa Perelà
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tamburi col loro rullo, le quattro file di soldati
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di calore. Giù fra le pietre del Calleio, la
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questo bel tramonto lascio le mie ultime volontà. I
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piedi sono uniti e le scarpe posano come quel
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discesi fino ad esse. Le lascio così, come me
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lascio così, come me le avevano preparate. Pena! Rete
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e lucide come me le avete donate, e il
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adoraste come si adorano le reliquie e i santi
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in forma di uomo, le nubi possono assumere tutte
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nubi possono assumere tutte le forme, su, su, salirà
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leggero... leggero...» ¶ Nell’uscire le gambe dagli stivali, cade
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non ci sono che le sue scarpe. ¶ – È fuggito