parolescritte
interroga:  scripta  ·  bsu  ·  civita

il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Paola Capriolo, Mi ricordo, 2015

concordanze di «le»

nautoretestoannoconcordanza
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2015
Stava disteso immobile, con le zampe rigide, ed era
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il ripudio della compassione le sia ormai riuscito perfettamente
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hanno potuto ispirarmi tutte le restrizioni e i divieti
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anche se la lettera le perverrà soltanto a cose
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ogni probabilità, assolutamente superflua. Le scrivo per il caso
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ci ho provato. ¶ Sono le cinque del pomeriggio, Maestro
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dovrebbe consentirmi di attraversare le vie del centro in
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casa se non per le indispensabili spedizioni in cerca
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cerca di viveri, durante le quali, obbedendo a una
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con cura di prendere le strade più frequentate. «Sta
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bella camera da cui le scrivo, con la tappezzeria
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tutti questi anni, rifiutando le modifiche che la mamma
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che la sua ninfa le appaia esattamente com’era
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strada facendo; poi scenderò le scale adagio adagio, sperando
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di essere lì verso le sei e un quarto
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ultima fila, senza abbassare le palpebre neppure per un
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per un istante. Non le darò tregua, Maestro; non
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averlo scorto da bambina, le rare volte in cui
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Sì, era proprio quello. Le pareva ancora di vedere
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attimo si arrestò, ritraendo le dita come se avesse
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di quell’arnese, non le fu difficile scassinare la
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la mano. Non toccar le antiche ore… dove l
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Vincendo ogni indugio, prese le lettere dal cassetto, e
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al centro della città le strade cominciarono a popolarsi
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ombrello, procedevano frettolosi verso le proprie mete senza indugiare
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assenza della stella. Anche le vetrine di certi negozi
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alla platea, da dietro le lenti, uno sguardo insieme
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e intrufolarsi dove non le è consentito. E tra
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subito a casa, e le prometto che è l
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i muri azzurri e le bianche finestre all’inglese
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di vagone merci, con le sbarre al posto dei
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sconforto, immaginavo con tutte le forze che quel lungo
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treno. Attraversava senza fermarsi le stazioni, le cui luci
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senza fermarsi le stazioni, le cui luci penetravano fra
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cui luci penetravano fra le sbarre in un fuggevole
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boschi, foreste: scorgevo attraverso le sbarre il nero e
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spingo lo sguardo tra le sbarre verso i villaggi
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arrendermi per sempre, strappando le pagine scritte. Sarebbe facile
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scuola, e ci sono le conserve di frutta… Sarebbe
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quelli che spiavo attraverso le sbarre: una vasta, pianeggiante
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un cielo azzurro dove le nuvole sfilano come sempre
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come un’altra. E le file di baracche, tutt
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sorte garantendo per me. Le due figure, la tua
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siano queste donne tra le quali devo camminare in
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camminare in fila, verso le baracche; quasi tutte, però
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avrà molto tempo per le sue letture serali. Infatti
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cioè che non avesse le nostre insopportabili caratteristiche razziali
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quegli anni di tutte le proprietà ebraiche, dalla rinomata
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e significativo disseppellendolo, come le rovine di Troia, da
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con paziente devozione durante le sue visite nella soffitta
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del vecchio, lì erano le sue mani a perseguirlo
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per Natale, suo padre le aveva donato quelle tre
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capelli opachi e arruffati, le chiazze di sporco sulle
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allora, sotto l’albero, le erano parse così belle
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vinta l’iniziale timidezza, le aveva portate tutte a
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sé coricandosele a fianco, le teste ben allineate sul
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quale potei stringere tra le mani la sua prima
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prima lettera. Adesso tra le mani avevo addirittura un
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A. Ora (lo sapeva?) le femmine della mia razza
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il caso, per condividere le pene del suo popolo
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tempi. La perfezione… quanto le piace, Maestro, questa parola
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oceano i templi e le tombe, il cristallo e
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quell’antico campione osservava le case bianche e nere
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A vedere la notte, le fiamme.» ¶ «Quali fiamme?» ¶ Il
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come chi osservi incuriosito le usanze di un paese
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ma fare salti non le è consentito. Lo vede
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che la sorpresa non le sia affatto gradita. I
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nonostante tutto, anche se le note di Chopin che
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che recita: Non toccar le antiche ore… ¶ Eppure che
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altro mi resta, se le ore presenti sono così
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modo di accorgersene. Persino le rare eccezioni a questo
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a scambiarci con imbarazzo le solite frasi di cortesia
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raccontato nei minimi particolari le sue esperienze di guerra
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prenotato un tavolo per le sette.» ¶ «Spiacente, ma non
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indistinta che rendeva possibile le più ardite mescolanze? Anche
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a compiere quotidianamente con le sue braccia e le
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le sue braccia e le sue gambe. Terminata quell
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Leggeva tutto ciò che le capitava sottomano, romanzi, saggi
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di tanto in tanto, le opere del Grande Poeta
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che la sua figura le aveva ispirato sin dall
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aveva appunto uno tra le mani, un agile, elegante
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punta della lingua… Ossimoro, le sembrava, o qualcosa del
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di quelle parole sentì le lacrime scorrerle gonfie e
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rose con un biglietto. Le aveva deposte lì e
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avuto sue notizie e le confesso che a volte
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e ai miei genitori le scarse, dimezzate razioni di
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una sorta di nostalgia le acque che scorrono sotto
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acque che scorrono sotto le mie finestre? Sono abbastanza
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mentre un brivido freddo le correva nella schiena. «Così
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con i brillantini incastonati, le piacevano tanto… Vorrei proprio
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Quali altri?» ¶ «Quelli con le camicie brune. E continuano
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lo circondano da tutte le parti. E continuano a
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Sonja aveva preso tra le sue una mano del
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vecchio rise, ancora tra le lacrime. «Sì… intelligentissimi. E
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si rese conto che le gambe le tremavano e
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conto che le gambe le tremavano e si arrabbiò
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avanzata e stringendola tra le dita calò la mano
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non so quali pensieri le passassero nella mente, io
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spenta, percorse a ritroso le strade della città per
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come spesso ne regalano le ultime settimane dell’estate
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spingendo lo sguardo oltre le spalle dell’autista, Sonja
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di crema e cioccolata. ¶ «Le piace il gelato, signore
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si diradavano su entrambe le rive e i palazzi
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i palazzi cittadini con le loro file di botteghe
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assaltare la caserma, ordire le trame più bieche ai
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ne ha nessun bisogno: le basta semplicemente rimanere fermo
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aspettavano sospesi e impietriti le ulteriori notizie, io mi
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inferno, per così dire) le fosse stato dato di
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far rimare proprio ora le parole «vita» e «ferita
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quale accoglieva con arrendevolezza le piccole cure quotidiane che
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un bambino ribelle, se le si proponeva di passare
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storta, articolando a fatica le parole e sostituendo spesso
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no, signore, stia calmo: le ripeto che non posso
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di tè?» ¶ Il vecchio le rivolse uno sguardo di
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di sprezzante compatimento. «Io le parlo, Sonja, e lei
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i propri giorni tra le memorie altrui. Lise avrebbe
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qualche valore, avrebbe rimesso le tende alle finestre del
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scuotendo la testa. ¶ «Sotto le bombe: dove vuole che
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È rimasta lì, sotto le… mercerie…» ¶ «Le macerie?» ¶ Il
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lì, sotto le… mercerie…» ¶ «Le macerie?» ¶ Il vecchio tacque
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Lise è contenta, come le piacciono quegli orecchini d
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Sonja, che c’entrano le bombe? Non capisce… quelle
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un fiorellino azzurro che le mie dita deluse hanno
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venga meno tutto, persino le amicizie più sacre. Se
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è stato richiamato sotto le armi, dovrà prestare servizio
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aveva provato da bambina le rare volte in cui
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spiovente dalle cui travi le pendevano incontro, in un
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in un minaccioso scintillio, le tele dei ragni. Non
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o a ripescarlo tra le cianfrusaglie in vista di
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insospettato utilizzo. Già allora le era sembrato spettrale, quel
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far forza con entrambe le mani. È la conferma
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di memorie incarnate, che le si paravano incontro affollandosi
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sé quando usciva per le visite a domicilio e
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ereditaria abilità a preparare le conserve. Sonja lo ricordava
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a esiliarlo lassù tra le ragnatele, mentre lei, all
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biancheria da letto con le iniziali ricamate… Quale assurdo
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spirito di conservazione spinge le famiglie a tramandare tutto
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mezzo all’oceano affidano le loro speranze di salvezza
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Dalle mie finestre guardo le colline sull’altra riva
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sin dall’infanzia come le rime di una filastrocca
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da specchiare nell’acqua le fronde più alte. Due
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o delle superstizioni, come le definivamo inter nos, di
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la schiena curva e le membra scarnificate dal tempo
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insofferenza, come se tutte le esperienze successive non fossero
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fuori pericolo?» ¶ «Abbia pazienza, le ho già detto che
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sguardo atterrito. «Sei sola?» le aveva domandato. «La mamma
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cinquant’anni aveva rifornito le famiglie più in vista
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persino sconveniente sposarsi senza le fedi di Rosenberg). E
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soverchiante potenza della quale le sembrava di percepire il
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No! Ma no, come le viene in mente? No
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cura della salute, non le sembra? Riguardarci ancora di
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di monologo nel quale le parole uscivano a brandelli
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ascolta chi osa strappare le ombre dal loro silenzio
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solo sapessi cosa significa…» ¶ Le venne da sorridere, e
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già domani mattina.» ¶ «Salutami… le eccellenze…» ¶ «Certo, può contarci
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può contarci: gliele saluto.» ¶ «Le eccellenze… No, non c
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di nuovo sulle aiuole le loro corolle azzurre e
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appena il tempo, sbrigate le faccende domestiche, di uscire
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tenere rigorosamente per sé le proprie preoccupazioni. Ora invece
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aria che tira, non le sarà facile trovare un
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delle disgrazie altrui: abbiamo le nostre, purtroppo, a cui
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2015
costo: nonostante ciò, quando le porse la busta era
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interamente consacrata a esplorare le sontuose regioni della bellezza
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in pericolo di vita, le aveva impedito di godersi
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nei giorni della convalescenza, le cose cambiarono. Che il
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logoro pianoforte verticale che le evocava gioia e tormento
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suono. E poi rammentò le labbra di sua madre
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salotto riusciva a vedere le lacrime che scorrevano silenziose
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Per cosa stai piangendo?» le avrebbe domandato gettandole le
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le avrebbe domandato gettandole le braccia al collo; ma
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cane con qualche carezza, le letture infantili della Bibbia
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orrenda e incomprensibile cui le toccava assistere. Stavo ancora
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di noi, presero forma le rassicuranti sembianze del mio
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opposta del fiume. Ora le vedevo anch’io: non
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almeno due o tre le colonne di fuoco che
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È tardi, quasi mezzanotte: le signore avranno bisogno di
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una domanda («Moorio?») che le sue labbra non sarebbero
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che penetrava anche attraverso le tende chiuse, le impedirono
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2015
attraverso le tende chiuse, le impedirono di prendere sonno
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2015
la compagnia del vecchio. Le sembrava che tra quelle
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2015
intonacati di bianco con le loro rose di gesso
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un libro, e tra le mani gliene capitò uno
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da riletture frequenti, perché le pagine si reggevano a
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energici tratti di penna. Le frasi sottolineate erano due
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struggimento che una lacrima le si formò, gonfia e
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che sembrava sommergere tutte le caratteristiche individuali in un
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2015
dell’epoca. I cappellini, le strane fogge degli abiti
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2015
la posa e tenendo le mani strette a pugno
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2015
stesse ore in cui le vetrine crollavano in frantumi
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2015
verso l’alba, quando le fiamme erano già illanguidite
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2015
Quando mi svegliai erano le dieci passate. Alzandomi non
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2015
benché fossimo in novembre, le gelate notturne non avevano
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2015
che le abbia scritte, le sue ultime righe? Non
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2015
maligno di curiosità, con le guance rosse di vergogna
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2015
curiosità non aveva deposto le armi, l’aveva spinta
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2015
aveva spinta a continuare le ricerche altrove, su opere
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2015
delle sue opere maggiori, le stesse di cui ora
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2015
non era rimasto tra le grigie pareti della scuola
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2015
cosa che vide furono le sottolineature di sua madre
200
2015
sottolineature di sua madre. Le riconobbe subito: solo lei
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2015
sprecavano gli esclamativi e le sottolineature che a volte
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2015
parlavano? Per quanto scorresse le pagine aprendosi la strada
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2015
e si avviò verso le scale, mentre una nebbia
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2015
una nebbia di parole le turbinava insensata nella mente
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2015
indifferenza a queste vicende, le ho già detto e
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2015
che mio padre, secondo le nuove leggi, può curare
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2015
la fine dell’atto, le effimere coppie di quel
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2015
stesso pegno, come se le anime, qui e adesso
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2015
Ebrea… Ci crede se le dico che fino a
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2015
che cosa cambierebbe? Forse le sembrerà ingenuo ciò che
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2015
esercizio del suo mestiere, le era stato inculcato come
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2015
il loro strumento con le dita deformate dall’artrosi
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2015
artrosi; se cuoche, affondare le mani scarnite nell’impasto
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2015
giardinieri, ostinarsi a curare le proprie aiuole stringendo a
215
2015
domandò un giorno «cosa le piace fare?» ¶ «Mah… Ormai
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2015
Ma una volta? Cosa le piaceva?» ¶ «Oh, tante cose
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2015
tante cose… Mi piacevano le donne, le ragazze. E
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2015
Mi piacevano le donne, le ragazze. E scalare le
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2015
le ragazze. E scalare le montagne. E giocare a
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2015
ammetto che si correggano le mosse.» ¶ «Anche mio padre
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2015
scrivania.» ¶ Venti minuti dopo, le dita coperte di un
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2015
che ormai, per usare le sue parole, è divenuta
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2015
sopra, forse per rassicurarmi: «Le ninfe, mia cara Adela
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2015
senza guardarci negli occhi, le imponevano di fare le
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2015
le imponevano di fare le nuove leggi e, prima
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2015
Stasera, signore, se non le spiace. Ho già preparato
227
2015
studio e riceverà quanto le spetta sino a oggi
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2015
e io stiamo facendo le spese, e come noi
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2015
cominciò ad abbassarsi e le colline stesero la loro
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2015
suo saluto. In compenso le sembrò che la fissasse
231
2015
impressione che il vecchio le stesse sorridendo. Un sorriso
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2015
a sinistra gli tendeva le labbra in un ghigno
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2015
destra pendevano flosce come le due metà di un
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2015
confesso, nel leggervi tra le righe una rivalutazione del
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2015
il retaggio abbandonando tutte le strade battute… La sua
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2015
conto di come trascorrono le mie giornate. Già non
237
2015
si allungavano dal viale le fronde più basse dei
238
2015
una verde, ovattata penombra; le sedie, invece, allora non
239
2015
Una novità, o così le parve, erano anche i
240
2015
a mo’ di insegne le tre porte che si
241
2015
Avrei deciso (perdoni se le sembra sciocco) di suonarle
242
2015
musica, dove in fondo le dice e le ripete
243
2015
fondo le dice e le ripete una cosa sola
244
2015
Glielo dice (sempre secondo le informazioni che ho carpito
245
2015
anche di notte, quando le incombenze quotidiane erano ormai
246
2015
e diffidenza. Ricordava benissimo le opere complete di Schiller
247
2015
complete di Schiller, con le loro sontuose rilegature di
248
2015
a preparare la cena?» le aveva detto con voce
249
2015
undici anni, allora, ma le cose le capiva e
250
2015
allora, ma le cose le capiva e da tempo
251
2015
affidarsi a un medico le cui mani tremavano troppo
252
2015
non aveva più toccato le opere di Schiller, e
253
2015
modo del tutto inatteso le sue antiche raccolte di
254
2015
quello stesso timbro arrochito; le camicie, le giacche che
255
2015
timbro arrochito; le camicie, le giacche che portava, erano
256
2015
come i pigiami e le tute da casa che
257
2015
cui nome è nostalgia, le cui parole sono: «Mi
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2015
mai più» che costella le nostre vite come una
259
2015
bene: Chopin e io le stiamo dicendo proprio questo
260
2015
un’infinita ripetizione; ma le note scivolano veloci sotto
261
2015
note scivolano veloci sotto le dita, e niente si
262
2015
da impedirci di scorgere le sue lacrime. ¶ Tutto qui
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2015
una clessidra: perché io le ricordo, Maestro, le ricordo
264
2015
io le ricordo, Maestro, le ricordo. ¶ XV ¶ «Peccato però
265
2015
e azzurra giocava con le stoviglie di porcellana, le
266
2015
le stoviglie di porcellana, le caraffe, i bricchi d
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2015
spuntavano con temeraria fiducia le prime foglie nuove, il
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2015
senso di profanazione che le aveva sempre suscitato la
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2015
cerchi almeno di evitare le buche.» ¶ Sonja, in effetti
270
2015
Sua madre a volte le preparava, le confetture; e
271
2015
a volte le preparava, le confetture; e lei, da
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2015
duro d’orecchio.» ¶ «Se le dà fastidio, possiamo rientrare
273
2015
signore. Rientriamo, se non le dispiace.» ¶ «Come vuole: del
274
2015
Ecco, pensò, così passano le cose: si infilano nella
275
2015
sembra ieri, Maestro, quando le scrivevo che in questa
276
2015
che in questa città le cose non sarebbero mai
277
2015
sera quelle vecchie lettere (le conservo dalla prima all
278
2015
e i ciliegi specchino le loro nuvole bianche nelle
279
2015
brava gente» di cui le scrivevo in quella lettera
280
2015
un suo libro tra le mani. Per la prima
281
2015
nuove e irriconoscibili persino le forme dei mobili, le
282
2015
le forme dei mobili, le tinte familiari della tappezzeria
283
2015
una frase idiota, date le circostanze). ¶ «Buongiorno a te
284
2015
di aver avuto tutte le ragioni di farlo. Non
285
2015
po’ come prostituirsi, non le sembra? So che tante
286
2015
coraggio di aprire erano le raccolte poetiche di quell
287
2015
stato negli anni tra le due guerre e anche
288
2015
A chi credi che le abbia scritte, le sue
289
2015
la testa e contraendo le labbra in una piega
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piega strana. Quando stringe le labbra così, al tavolo
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subito che sta leggendo le novità politiche dal Reich
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quando riesco a mettere le mani sul giornale, salto
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non stia in pensiero: le prometto che non avrà
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infilandosi furtivo su per le scale e crollando sul
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di estenuato abbandono che le era consueta. Papà le
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le era consueta. Papà le sedeva sempre accanto sulla
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leggendo, i due trascorrevano le serate. A volte (quante
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stringere per un istante le sue dita nervose; e
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nervose; e ogni volta le dita si ritraevano, mentre
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a letto, la mamma le rincalzava il piumino, facendole
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rammentare con più precisione le parole del padre, che
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accenni tronchi, divisi, così le sembrava adesso, tra compassione
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l’esplicita assicurazione che le avevo dato concludendo la
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di averglielo già detto, le scrivo da una camera
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succede sempre così, quando le scrivo: tutto, intorno a
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ho ritrovato il buonumore le riferirò ancora un piccolo
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L’epilessia in tutte le sue forme, dal piccolo
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del tutto mostruosa, perciò le accludo una mia foto
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ombra di ironia) e le mie mani mi sembravano
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in cucina ad affettare le verdure per la minestra
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stava affettando anche lei le verdure, o preparando l
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o al massimo quattro) le cinse la vita con
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cinse la vita con le braccia; ma a quel
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però non farlo più» le aveva detto lui accarezzandole
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nulla di tutto questo le venne alle labbra. «Mi
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qualcuno. Romanzi, raccolte poetiche… le belle lettere, come si
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si suol dire». ¶ «E le piacevano?» ¶ «Alcuni sì, altri
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corrugata di suo padre, le sopracciglia che si univano
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mano. ¶ X ¶ Davvero, Maestro, le sembro bella? Da parte
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qualche fuggevole settimana, e le confesso che da qualche
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poi intorno a me le costruzioni si sono infittite
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del centro cittadino, con le sue chiese bianche incoronate
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della cioccolata calda, con le vecchie, familiari botteghe dai
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per riportare ogni volta le stesse stagioni. Tutto il
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barocchi delle chiese o le facciate dei palazzi rococò
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da un soggetto che le riusciva spiacevole, cercando scampo
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grosso… ¶ P.S. Non le avevo mai detto, vero
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fervente wagneriana. Ma perché le scrivo queste sciocchezze? Cosa
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loro, sulla sponda opposta, le rade luci di altre
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altre ville evocavano sommariamente le forme ormai invisibili delle
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anche se a volte le sfuggono certi accenni singolari
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anche lei a sopportare le bombe. Ma ora basta
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ora basta, signore, con le domande strane.» ¶ «D’accordo
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si ricordi di comperare le prugne cotte: sa, quelle
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ormai è fatta, non le pare? Lei e io
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sopportarci a vicenda.» ¶ «Come le bombe?» ¶ «Sì, proprio così
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che aveva letto. Solo le balenò davanti agli occhi
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della casa, azzurra, con le bianche finestre all’inglese
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a sbrigare per lui le faccende domestiche. Le perditempo
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lui le faccende domestiche. Le perditempo, concludeva l’annuncio
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ripetere: povera idiota; perché le cose, stando a quella
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terribile, a quelle felici. Le tornò in mente la
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fiume, ho temuto che le forze non mi bastassero
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musicale necessità che collega le sillabe, per così dire
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facendosi goffamente strada tra le file di poltroncine. È
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nel conto che meritano le parole di una pazza
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gli occhi chiusi; invece le toccò percorrere passo dopo
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un tuffo al cuore le piante inselvatichite, le aiuole
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cuore le piante inselvatichite, le aiuole invase dalle erbacce
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sempre più ripido verso le acque del fiume; ma
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che minacciava di paralizzarle le gambe, andò dritta filata
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campanello. «Prego, si accomodi» le disse senza sorridere; e
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gelsomino serpeggiavano ancora lungo le pareti e ancora, dove
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parlare con franchezza, quindi le dico subito che lei
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vorrei accertarmene. Può mostrarmi le sue referenze?» ¶ La più
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preparato. ¶ Il vecchio scorse le referenze con aria di
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è che dire, e le confesso che, valutazioni estetiche
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metterci d’accordo, purché le sue pretese non siano
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di un modico stipendio. Le mie disponibilità finanziarie non
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Può darsi.» ¶ «E non le importa? Bene, meglio così
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concludere?» ¶ «Almeno lascerà che le mostri la sua stanza
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mondo, gli uomini e le cose. Lì tutto è
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ancora in imbarazzo descrivendole le mie sensazioni di allora
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non mi fraintenda se le confesso che il tono
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sconosciuta, intravista soltanto attraverso le nebbie dell’esilio, come
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altri potrei parlarne? Con le mie amiche? Con lo
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mamma mentre prepariamo insieme le conserve di frutta? ¶ Questa
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persuasa, come se tutte le mie domande trovassero infine
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tutto insperata. Doveva nascondere le lacrime, che premevano aspre
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ingredienti che il frigorifero le metteva a disposizione. Si
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legno scuro, anche quando le tre persone si furono
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fastidio, senza presagire quanto le sarebbe tornato utile nella
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Gliene servo ancora, se le piace.» ¶ «Grazie, volentieri.» ¶ Fu
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compì su di lui le solite operazioni della toilette
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subito, considerandolo superfluo per le proprie abitudini di scapolo
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non si scorgevano che le sagome cupe e irregolari
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di imprimersene nella memoria le esatte sembianze. I capelli
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e con una mano le accarezzava la fronte. Era
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nel sogno era bambina) le afferrò bruscamente la mano
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la finestra per aprire le tende. ¶ VI ¶ Creda, Maestro
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Invece, ora ho tra le mani una lettera di
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soverchiante, glielo confesso, per le modeste capacità intellettuali di
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supponesse che anch’io le conosca a menadito, le
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le conosca a menadito, le dottrine di quei pensatori
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messo in campo tutte le relazioni di cui disponeva
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ma inespressivo, su cui le emozioni sembrano scivolare senza
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un senso di libertà, le membra sono rinvigorite, le
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le membra sono rinvigorite, le guance si accendono. Il
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solo i muscoli indolenziti, le ossa rotte, mi confermavano
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sguardo tutt’intorno, verso le mie compagne, ma nei
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che né io né le altre ci accorgessimo della
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fretta di essere tra le prescelte per una visita
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ravvisare nei nostri volti le maschere fisse e straziate
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trattenendo il respiro, e le nostre schiene si curvavano
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mentre stavo uscendo con le altre dalla baracca, la
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tono quasi affabile, mentre le altre si allontanavano. «Intanto
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di prima. Ancora con le lacrime agli occhi, mi
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guardarmi in faccia, solo le sue mani mi tastavano
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alto. In lontananza vedevo le squadre dei prigionieri lavorare
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mio bell’aspetto e le mie maniere distinte, mi
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Non aveva balconi, e le finestre erano chiuse da
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scoppiando a ridere tra le lacrime, ma quando udii
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cui già erano toccate le grazie del tutto insperate
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in grado di trasformare le zucche in carrozze, i
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ti rimetterai alla svelta. Le nostre ragazze hanno un
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occhi. Se avessi osato, le avrei chiesto il permesso
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e seguirla su per le scale, fino al piano
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camere. Benché quasi tutte le porte fossero spalancate, dalle
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vista da fuori, con le persiane rosse chiuse in
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Perché, signora, non aprite le persiane?» ¶ «Zitta, non fare
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bianca che accarezzavano morbidamente le gambe; mi truccò con
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colori più svariati (come le mie antenate dell’Est
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in vista che frequenta le migliori boutique e gioca
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trovai poco dopo tra le braccia non di uno
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ogni mattina a rammendare le smagliature. O in un
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salute e vitto abbondante. Le imposte rosse, come sai
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un certo senso, erano le mie compagne: specchi rotti
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ero costretta a osservarmi. Le vidi per la prima
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credo che all’inizio le scambiassi addirittura per cuscini
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schienali delle poltrone, con le braccia molli stese sul
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molli stese sul velluto, le gambe senza nervi, pronte
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tra gli stivali e le teste di morto, e
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verso il cielo; ma le persiane sono chiuse, nella
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istanti mi svanivano tra le dita come polvere, e
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nella mente, e sono le immagini eterne di cui
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la forza di sperare. Le calze bianche smagliate, la
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prigionieri che spiando attraverso le persiane vedevo sbarcare dal
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per avviarsi quali verso le baracche, quali al silenzioso
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dei principi. ¶ E poi, le stelle: anche quelle osservavo
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osservavo a volte attraverso le persiane, nel greve interregno
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salotto impregnato di fumo, le camere dai letti sfatti
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letti sfatti. Allora, mentre le altre si mettevano pazienti
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alla finestra e guardavo le stelle, non so perché
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non so perché. Erano le stesse che fin da
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rame. Lì dentro, infatti, le bionde erano particolarmente apprezzate
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questa corrispondenza, e tra le mie compagne c’era
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sfiancarsi di lavoro finché le forze reggevano e poi
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buon grado, come tutte le altre, consolandomi con il
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e alzarmi senza sentire le ossa spezzate; alla vasca
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tra l’orrore e le antiche abitudini quotidiane. Invece
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così, vorrei chiudere tutte le porte per non sentirla
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cisterna». Perché a volte le dicevano, quelle frasi. E
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ore del mattino e le bottiglie sono state messe
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ora sono pronta. Con le mie compagne consumo una
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più impazienti arrivano verso le sei, si fanno servire
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accendono la sigaretta, allungano le gambe appoggiando i piedi
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divani, e quanto più le ore passano e lo
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una finestra e socchiudere le persiane, appena appena, per
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scalfire l’allegria generale. Le imposte, ovviamente, vengono subito
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vita, aveva quasi strappato le lacrime a me e
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valzer, chi canticchiando addirittura le parole, con voce impastata
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e anch’io, come le altre, quando è il
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questa torrida stanza dove le guêpière e le sottovesti
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dove le guêpière e le sottovesti di raso si
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scomposta alle uniformi con le teste di morto, ma
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assorto dei palchi, con le colonne e i fregi
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un’ombra di stupore le strane gocce salate che
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cominciano a scorrermi lungo le guance, e quando il
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e dall’euforia generale. Le voci, le risate, il
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euforia generale. Le voci, le risate, il greve calpestio
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ci guardavano, me e le altre; e infine provai
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rossetto che mi copriva le labbra. Avrei voluto nascondermi
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stesso avrebbero certamente voluto le mie compagne, incluse quelle
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ormai era quella con le persiane rosse, la mia
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a rinverdire, fiorire, perdere le foglie, abbandonandosi incuranti alla
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Sonja mentre infilava faticosamente le braccia del vecchio nelle
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aveva finito di leggere le lettere indirizzate al Grande
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gli stretti gradini scricchiolanti. Le lettere erano rimaste là
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scrittura elegantemente obliqua, e le minute zeppe di cancellature
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la sua straziata verità. Le prime, Sonja le aveva
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verità. Le prime, Sonja le aveva quasi subito messe
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ne costituivano, a quanto le era parso, tutto il
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diario o soliloquio (perché le ultime lettere, scritte «dopo
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sola idea di toccarli le riusciva intollerabile. ¶ Al momento
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a un destinatario che le era, insieme, vicinissimo ed
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a imporle di raccontare le cose in tal modo
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di aver dimenticato. Come le abitanti della casa della
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qualcuno aveva finalmente spalancato le persiane rosse, così lei
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la prima carezza. E le allusioni, le mezze parole
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carezza. E le allusioni, le mezze parole, le impressioni
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allusioni, le mezze parole, le impressioni confuse che avevano
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è lì sul comodino, le basta allungare una mano
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e dalle strade cittadine le macerie erano già state
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frutti del susino e le bacche di ribes. Per
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erano azzurri ma bianchi, le persiane non erano verdi
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scendere di corsa per le scale di quercia, oltrepassare
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il fiume, stringendo tra le mani l’esile stoffa
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disse articolando con sforzo le sillabe «mi dispiace tanto
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chi lotta annaspando contro le onde. La sua però
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più di quarant’anni le era toccato affondare, riemergere
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Sonja ignorava dove, nessuno le aveva mai detto in
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morti. ¶ A un tratto le tornò in mente una
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valigia aperta sul letto. Le sue mani tremavano, mentre
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flagrante. ¶ «Va’ via, Sonja,» le aveva detto «vai a
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avrebbe cominciato a mostrare le prime incrinature e forse
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al centro del tappeto le bambole preferite per imbandire
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fermo. Una mattina, aprendo le tende della sua finestra
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dalla magra: bisognava aprire le finestre per cogliere l
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consentire al medico curante le visite di routine, che
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la causa e che le era stato trasmesso, inoculato