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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Lorenzo Marone, Magari domani resto, 2017

concordanze di «le»

nautoretestoannoconcordanza
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a te per sigillare le voragini che ti si
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smorfia accartocciata sulle labbra. Le persone, intanto, avendo capito
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mi passo ogni tanto le mani sul viso, le
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le mani sul viso, le infilo in tasca, punto
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sussulto ogni volta che le sento fare capolino dalla
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sorriso che gli illumina le pupille. Lo stronzetto francese
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fece finta di prendergli le misure dei pantaloni, ma
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quale sorride e alza le pupille di continuo per
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il pelo arruffato e le orecchie di un cocker
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uguale. Ai miei occhi le giornate di quel signore
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suo fianco? Come fanno le persone a cambiare vita
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si fa a modificare le proprie abitudini senza sentirsi
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i piedi freddi sotto le sue gambe. Chi gli
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infilerà i piedi sotto le gambe adesso? Dove trova
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piedi”? ¶ Si dice che le abitudini rendano schiavi. Sì
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che il tempo rimargini le ferite, che una mattina
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nel mondo per mostrare le nostre capacità, per farci
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valiamo qualcosa, per succhiare le attenzioni altrui e trovare
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i piedi freddi sotto le nostre gambe o ci
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pronto in tavola. Non le chiamerei semplicemente abitudini, ma
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quotidiani a far funzionare le cose. ¶ Essere abitudinari non
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il prosciutto sminuzzato e le uova, e inizio a
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Kevin che erano già le dieci. Il bambino si
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ora è primavera, e le rondini arrivano proprio in
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di latte. Don Vittorio le ha preparato un miscuglio
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del genere, che poi le ha infilato nel becco
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forte e a sbattere le ali tutta felice, proprio
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sia già lontana; mica le mamme rondini sono come
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tu, che hai aperto le finestre e fatto cambiare
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fronte al divano, mentre le note del solito album
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tondo.” ¶ “A me piacciono le percoche, sono più toste
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incomprensibile; stavano sognando entrambi. ¶ “Le case hanno bisogno di
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al centro del soggiorno, le mani intrecciate sull’addome
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il nostro percorso. Tutte le altre cose presenti negli
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sguardo strano che non le ho mai visto, una
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visto, una luce che le colorava il volto.” ¶ “Potrebbe
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di raccontarle come stavano le cose, spiegarle la verità
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guardata, mentre una lacrima le sfuggiva sulla guancia. Kevin
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suo poderoso petto e le gambe penzoloni, e Alleria
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avrei dovuto parlare, confessare le mie colpe e interromperla
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imbarazzata, e ho infilato le mani in tasca. Solo
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ho infilato Kevin sotto le lenzuola cercando di tappare
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Qui mi ha afferrato le mani e ha domandato
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la conosce, ha fatto le pieghe a tutto il
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metri di distanza, eppure le nostre giornate nun putesser
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e anche i fumetti! Le maestre mi hanno detto
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strano formicolio espandersi lungo le braccia. È che sono
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plumbeo sul quale riflettevano le luci rossastre della città
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tempo. “Non mi piacciono le fotografie,” dico poi. ¶ “Forse
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collezionarli troppo presto, mentre le mie amiche pensavano ad
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appunto. È inutile imballare le cose, serve solo a
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che si presentano tutte le notti, o di capire
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Quella donna di cui le ho parlato, la moglie
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apri?” ¶ “Devo?” ¶ Lui alza le spalle e rimette a
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a prenderlo stasera verso le dieci, gli prepari tu
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arraccumann’!”. ¶ Poi si bacia le dita e le dirige
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bacia le dita e le dirige verso di me
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ripetere e ha ricambiato le moine dapprima scodinzolando e
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sulla mia condizione: sono le quattro del pomeriggio, dovrei
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ma una volta che le tue spalle si sono
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dello zucchero e serviva le numerose clienti che si
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lavori: la mattina faceva le pulizie in un piccolo
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ci regalava nuovi ospiti. Le continue visite mi permettevano
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miriade di spilli che le spuntavano dalla bocca. Gli
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quei pungiglioni per cucirle le labbra per sempre. ¶ Kevin
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seguire, mentre mamma friggeva le melanzane e gli dava
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melanzane e gli dava le spalle. Ricordo ogni cosa
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vicini e i passanti. Le case del quartiere erano
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quelli dell’altra, come le voci delle televisioni che
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baccano che però rendeva le nostre giornate simili a
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il mento, poi infilava le mani nel grosso seno
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di spiccioli. Rovistava con le sue dita arrugginite e
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caterve di Big Babol, le mie preferite. Io prendevo
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Io prendevo proprio quelle, le mostravo a Carmine, che
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che non serviva più, le eccedenze della gente. Comunque
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caramella e mi acchiappava le guance fra le sue
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acchiappava le guance fra le sue dita fradice. ¶ Ecco
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quella piccola marmocchia con le trecce fosse stata una
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sotto gli occhi vivaci, le ecchimosi che si erano
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mare che mi solletica le guance e arruffa i
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in quella famiglia sopra le righe. Ma non ho
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non avere potere...” ¶ “Non le fa male lo zucchero
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che ti fanno sbattere le palpebre, allungare il collo
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la brace (pochi istanti), le guance mi diventano del
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colore della carbonella appunto, le orecchie iniziano a ronzarmi
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e mi accorgo che le parole di don Vittorio
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per terra. Proprio fra le braccia dell’uomo colorato
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un paio di volte le palpebre per riprendermi dall
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trafficata di Napoli, fra le braccia di un uomo
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soldatino? Dannata Luce, che le cose semplici proprio non
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costretta a rialzarmi fra le risa della gente, e
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che si pitta, e le labbra, invece, sono di
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che avevi lasciato scoperto. ¶ “Le chien est le votre
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scoperto. ¶ “Le chien est le votre?” ¶ “Le chien?” ¶ “Il
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chien est le votre?” ¶ “Le chien?” ¶ “Il cane è
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lettura, nell’evolversi tramite le parole e la cultura
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a fa, devi girare le spalle e guardare dritto
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dal cercare di riempire le voragini dell’infanzia; è
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lo sguardo e infila le mani in tasca. Di
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cambiano, proprio come cambiano le persone, e quando li
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trovo che sta smontando le tende. ¶ “Ma non le
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le tende. ¶ “Ma non le hai lavate il mese
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mesi fa.” ¶ “Embè, lavi le tende ogni due mesi
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nere.” ¶ Sbuffo: “Dovresti spendere le tue energie per cose
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china, senza rispondere. Sono le otto e mezza e
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e poi caccia fuori le parole velocemente, come a
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di divincolarsi. ¶ Sorrido e le afferro il viso minuto
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rivedi il suo volto, le sue stesse rughe, e
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bello mettersi scuorno, mà, le persone sensibili se mettono
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appoggia al lavello, con le braccia che si cercano
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a ruttare, a mettermi le dita nel naso e
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naso e a fare le scorregge. Te lo insegna
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pur sbandando.” ¶ Gli occhi le si fanno d’improvviso
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Serra ancora di più le braccia attorno al diaframma
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parquet dello studio Geronimo le volte che percorro con
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indietro?” ¶ Lei si guarda le mani e non ribatte
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sentenzia infine. ¶ Se non le tiro un ceffone è
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commettono tutti i giorni le persone di merda qua
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intanto gioca ad attorcigliarsi le mani. Sembra una bambina
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so. So però che le famiglie sono fatte da
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fa sempre quando con le parole non riesce più
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delle ciglia che seguono le palpebre indecise. In realtà
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narcisismo. Queste persone sono le stesse che di fronte
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figlio!” ¶ Lei si porta le mani al viso per
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Il Signore vuole che le famiglie restino unite. Il
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sospiro prima di rispondere: “Le persone che sanno sempre
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dentro, alle spalle. Sono le nove del mattino e
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con Alleria, stavo infilando le chiavi nella toppa del
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poi vorrei sapere perché le rondini non se ne
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quel batuffolo nero fra le mani per portarlo a
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rondine, ha allungato entusiasta le braccia abbronzatissime. Patrizia infatti
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portatrice sana di allegria), le chiesi se si infilava
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la gonna per mostrarmi le chiappe (separate da un
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uomini o ci piacciono le bionde, o le femmine
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piacciono le bionde, o le femmine scure scure comme
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fa a camminare con le proprie zampe”, e sono
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che lottano per salvare le balene, i cani, e
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vestito blu luccicante che le scendeva lungo le gambe
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che le scendeva lungo le gambe. Non ricordo cosa
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di crescere e affrontare le difficoltà della vita”. ¶ “Meno
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nell’antichità, ho evitato le strade più affollate, quelle
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Don Vittorio, come tutte le persone intelligenti e profonde
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perché appartiene a entrambe le categorie, di chi fa
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il piccolo lampadario sopra le nostre teste prima di
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dobbiamo andare a fare le fotografie!” ¶ Aveva una macchina
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capelli che gli spazzolavano le spalle. Mamma era già
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pranzo avrebbe comprato anche le paste da Scaturchio. Lei
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per terra e fotografava le bandiere ai balconi, le
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le bandiere ai balconi, le facciate dei palazzi dipinte
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a festa, i monumenti, le fontane, tutto fu pittato
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non mai. Erano solo le otto del mattino e
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che sfilava da sotto le finestre e si mescolava
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auto, o arrampicandoci con le ruote sulle rampe che
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ora di pranzo e le paste papà non le
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le paste papà non le aveva comprate, preferendo acquistare
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dal quale avevamo acquistato le trombette aveva una bancarella
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festa per poi vendere le foto all’amico ambulante
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la merce fosse piaciuta. Le foto andarono a ruba
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angeli riescono a proteggere le persone che amano. ¶ Ma
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subito deciso di giocarsi le carte migliori e non
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a capire come stavano le cose. Una mattina arrivai
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Senti, Giovà,” esordii, “mettiamo le cose in chiaro, perché
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non mi rompere più le scatole d’ora in
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invisibile al quale attribuire le colpe di ogni sbaglio
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quando dieci minuti dopo le passai davanti, mi dedicò
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di aspettare. Mi porto le mani ai fianchi e
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l’ha detto?”. ¶ “Nessuno, le voci del popolo... lo
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fosse Giovanna in stanza le verrebbero i bollori, sfodera
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categoria, lo sai? Sono le nove del mattino, perché
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poco”. ¶ Evito di guardarmi le spalle per non imbattermi
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proprio, come chi chiama le scorregge ‘puzzette’. A ogni
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ha deciso di colorarmi le pupille di un marroncino
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vampata di energia riscaldarmi le vene e le braccia
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riscaldarmi le vene e le braccia iniziano a formicolarmi
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clacson. “Manuel, senti, ho le tette piccole e il
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guardare il sedere!”. ¶ Spalanco le palpebre per osservarlo meglio
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osservarlo meglio mentre sento le guance farsi roventi come
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guance farsi roventi come le castagne arrustute a ottobre
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quello che cercano tutte le donne, la sicurezza?” ¶ “Forse
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sentire morti mentre perdiamo le giornate a riflettere sul
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di morire senza che le mie labbra ne abbiano
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Pozzi sta scardinando tutte le mie certezze. Ancora una
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il marito ha fatto le valigie e se n
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a me non piacciono le brave ragazze”, e mi
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no?” ¶ Silenzio imbarazzato. Sono le undici di sera e
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che non può pagare le colpe dei tuoi rancori
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che non basteranno tutte le rotture di cazzo, i
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cazzo, i dolori e le ingiustizie del mondo per
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del nostro anniversario. Io le ho dato l’anello
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ad avercele appizzate...” ¶ “Te le ridò,” disse guardandomi dritto
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Mi venne spontaneo aggrottare le sopracciglia. “Antò, scetati, la
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infila il muso fra le sbarre della ringhiera. ¶ “Antò
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modi sbrigativi mi mostra le varie stanze, ma sono
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strofina l’indice fra le dita dei piedi. Gli
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e mi accorgo che le mensole traboccano di giornaletti
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volta di là. ¶ “Sono le nove e mezza e
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i pantaloni. Lui solleva le braccia in automatico e
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sul divano e, se le chiedevo di aiutarmi a
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grande nessuno ti rimboccherà le coperte!”. ¶ Come avrei potuto
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la briga di sbugiardarne le piccole menzogne un attimo
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che dorme storto sopra le coperte, perciò sussurro un
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dico e gli acciuffo le gambe per infilargliele sotto
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gambe per infilargliele sotto le lenzuola. ¶ Lui emette un
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che avrei mai rimboccato le lenzuola a qualcuno che
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fare zapping. Appena sento le chiavi nella toppa mi
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appendiabiti, quindi si toglie le scarpe che lascia sul
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ad accettare che qualcuno le pesti i piedi e
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sul divano, poi seguono le altre, che forse attendevano
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lei tira a sé le gambe e si volta
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linee di mascara che le cadono dagli occhi e
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mi vengono in mente le parole di Geronimo sul
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Ecco, ora iniziano anche le domande personali, quelle che
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guardato l’orologio, erano le tre e quarantacinque; mi
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stava spiando da dietro le persiane, ma nemmeno uno
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la briga di analizzare le feci dei felini per
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a me sono proprio le piccole morti a farmi
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Don Carmine si sfregò le mani sudate, tossì imbarazzato
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un sorriso forzato. ¶ Aggrottai le sopracciglia e lo guardai
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fiatone. Se avessi fra le mani Arminio Geronimo me
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è davvero troppo. ¶ Sfilo le chiavi dal giubbino e
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patate nella mia cucina. Le chiavi ce le hai
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cucina. Le chiavi ce le hai, entra e mangia
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non ho fame, prendo le chiavi di casa del
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con Alleria accucciato sotto le gambe e mille pensieri
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presenza, inizia a muovere le zampe all’impazzata. ¶ Erano
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chiederle i soldi per le sigarette mi faceva stare
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mio lavoro, ma tutte le sere quella tazza era
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conti con mia madre; le rivelai il mio desiderio
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caldi che preparava con le sue mani sciupate. ¶ Quando
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e imprecisa, riconobbi, fra le altre, anche la ricetta
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del mio comodino, sotto le mutande e le calze
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sotto le mutande e le calze, ma i biscotti
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girai di scatto e le ficcai le pupille negli
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scatto e le ficcai le pupille negli occhi prima
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sasso sullo stomaco e le parole sulla punta della
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un po’ più scetata, le avrei detto che è
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e ribatté: “Perché no?”. ¶ “Le mie compagne sono tutte
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uomini?” ¶ “Non mi piacciono le femmine, se questo vuoi
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piacciono i maschi o le femmine. Mi interessa che
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di te, Luce?” ¶ Sollevai le spalle e afferrai un
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all’altra, ognuna con le sue idee e il
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e mi riversai per le scale. L’ultima frase
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madre mi colpì dietro le spalle e mi travolse
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da un fidanzato. ¶ Sono le undici del mattino quando
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modo sguaiato. Sbuffo e le vado dietro, lei svolta
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solo due giorni che le stai appresso.” ¶ “Solo due
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anche infelice, come tutte le persone che si nascondono
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intervenne: “Nenné, non sprecare le tue risate, che un
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sussurrare e mi mangio le parole, come se il
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e medio, si porta le dita alle labbra per
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non sta bene spiare le persone, nenné...” ¶ Indugio un
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tiro dalla pipa, cosicché le guance ricoperte di zucchero
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pure per me, ecco, le sarei molto grato.” ¶ Mi
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aperta. ¶ “Mi guardi meglio, le sembro il tipo che
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tornò serio, “basta che le spieghi la situazione e
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e sono certa che le prepara anche il dolce
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domandò, turbato in volto. ¶ “Le piacciono i cani?” ¶ “I
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bastardino, secco e con le zampe lunghe lunghe, sembra
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marito?” ¶ “Azz’, allora insiste! Le ho detto che non
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mia di vita. E le assicuro che ne ho
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il salumiere consegna tutte le mattine alle undici in
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in tempo per cambiare le cose”. ¶ Faccio un altro
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dovrebbero insegnare a rincorrere le passioni, non i progetti
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sposarsi e avere figli. ¶ “Le passioni ti possono regalare
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e tiro su con le narici, “in verità è
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aiuta a guardare meglio le cose, ché troppa luce
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boccate che gli gonfiano le guance, e conclude: “Sai
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mi è più chiaro. ¶ Le monache e gli angioletti
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in mano (nonostante siano le undici), ad attendere che
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giro quotidiano di shopping. Le andrò dietro per l
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ma che all’improvviso le mie giornate siano imbottite
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non la cotoletta con le patate fritte. Non mangiavo
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anni. Per mesi trascorsi le notti in bianco nel
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dal soggiorno; mi immaginavo le monache vecchie e arrognate
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convento fu chiuso e le monache andarono a rovinare
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una delle cause per le quali, una volta adulta
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cambiare il corpo e le abitudini, e anche la
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che si mangiavano con le mani, di strane polpette
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ti viene a rompere le palle nel silenzio della
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se la portino via le monache. No, il tempo
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faccio?” e si porta le mani ai fianchi. ¶ “Posso
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noto Sasà che aggrotta le sopracciglia e allunga il
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la conosce? Qualche volta le ho portato pure qualche
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mio marito a fare le pieghe...” ¶ “Già,” ribatto, “chi
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qua e ti strappo le palle! Ammesso che tu
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palle! Ammesso che tu le abbia.” ¶ Lui continua a
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coda alle lucertole, schiacciavo le lumache, davo i calci
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killer di insetti. Eppure le zie ci chiamavano angioletti
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infilato una mano fra le cosce e ha anche
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tentato di baciarmi, e le faccio passare un guaio
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fuori dall’auto, con le braccia al petto, il
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da una finestra aperta, le risa dei ragazzi, tutto
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proseguire negli adempimenti, forse le cose sarebbero andate meglio
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i bicipiti gonfi e le mani curate. Uno che
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perché, senza accorgermene, allargo le narici, e poco ci
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bar e sale con le ruote sul marciapiede. Niente
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madre inizia a tessere le lodi di don Biagio
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E don Biagio fra le sue potenti amicizie annoverava
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e ogni tanto mordicchio le pellicine degli indici per
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un grugnito e inarco le sopracciglia per mettere a
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è il marito.” ¶ Sbatto le palpebre e indietreggio con
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crediamo. O quantomeno facciamo le nostre valutazioni. E questo
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è il termine esatto. Le cose possono sembrare diverse
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dell’angolazione da dove le guardi,” fa lui e
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che mi ritrovo per le mani e questa specie
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paga il marito, che le passa pure gli alimenti
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lui quanto prima, afferro le carte e amen, mentre
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facesse come gli girano le cervella, penso dopo un
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più comodo ricordare solo le cose belle, perciò il
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secondo te nel passato le stronzate non le facevamo
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passato le stronzate non le facevamo lo stesso?” ¶ “Sì
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gettato gli occhi oltre le mie spalle e ha
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tu alla vita. Tu le dai del tu?”. ¶ Sasà
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a duecento, mi vengono le extrasistole, e sento il
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che cammina inebetita scrutando le vetrine. Ad Alleria non
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solleva la testa, drizza le orecchie, scodinzola, e allunga
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occhi, rapido spostamento verso le tette, ritorno agli occhi
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sia più, risucchiata dietro le tue spalle. E allora
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ripetono senza sosta lungo le strade di tutto il
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persino a impratichirsi con le nozioni di fisica. ¶ D
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ne fregavo di tutte le pesanti disposizioni e facevo
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rispedita a giocare con le Barbie. Invece lei mi
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e mi fece esplodere le due minute sorelle che
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come un forsennato e le guance mi diventavano del
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panico fu un attimo. ¶ Le mie compagne erano tutte
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e il nero sotto le unghie, che passava tutte
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passava tutte e cinque le ore nel cesso a
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delle domande: mi piacevano le donne e non lo
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Non provavo attrazione per le mie amiche, però non
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me erano seducenti quanto le cosce di una ballerina
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Per fortuna a chiarirmi le idee arrivarono gli anni
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definitivamente che non erano le donne a piacermi, ma
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potresti specializzarti in divorzi. Le donne vanno forte in
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il lavello. Mi dava le spalle e ogni tanto
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la scelta. ¶ Mi avvicinai, le appoggiai una mano sulla
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rimase lì a guardarmi, le mani intrecciate sul grembo
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letto che in Vermont le mogli hanno bisogno di
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e che nello Swaziland le donne nubili non possono
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nostro Paese, per fortuna, le donne fanno ciò che
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per fortuna, nessuna femmena le rispetterebbe; qui i divieti
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da un po’, rizza le orecchie e manda un
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mentre lo stereo diffonde le note di Pino Daniele
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umido) nei quali consumo le giornate. ¶ Finisco di truccarmi
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di risarcimento alle compagnie, le quali poi si rivalgono
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Manella (così chiamato per le sue piccole mani che
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po’ pignola, che paga le multe il giorno dopo
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giustizia e sapevo ingraziarmi le simpatie dei cancellieri. Ma
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affrontarlo di petto, tantomeno le donne, con le quali
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tantomeno le donne, con le quali quasi sempre si
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da solo, perciò fece le valigie e disse che
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nulla fosse. E fra le cose che scorrevano, anche
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Alla fine mi leccai le dita per bene e
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che aveva appena fatto le valigie. Eppure quando avevo
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dal naso aquilino e le mascelle squadrate, anche se
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occhi che neanche Cleopatra, le unghie lunghissime e colorate
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sempre difficoltà a coprirle le natiche, quelle sì davvero
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volume e a tutte le ore. ¶ “Lo vuoi?” chiesi
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fece spaventata, e portò le mani al torace. ¶ “Eh
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chiamarmi Lulù. Di sicuro le piacciono i diminutivi, infatti
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così arrabbiata che dimenticai le finte buone maniere che
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Poi tornò a poggiare le mani sulla scrivania e
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la nonna, lì iniziarono le prime schermaglie fra i
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ti piaceva di lui?” le chiesi allora, mentre guardavamo
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credo piacesse molto, durante le cene di Natale o
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del pranzo a narrare le sue strane storie, fra
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sue strane storie, fra le quali un classico era
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in piena regola, mentre le infermiere cercavano di riportare
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A chi negli anni le ha chiesto spiegazioni sulla
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arricorda...”. ¶ È che non le è mai piaciuto celebrare
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a sentire a mammet’, le cose che non valgono
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un breve periodo, poi le perdiamo o le dimentichiamo
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poi le perdiamo o le dimentichiamo chissà dove. Quelle
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Quelle che amiamo, invece, le custodiamo con cura, le
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le custodiamo con cura, le appendiamo al collo e
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appendiamo al collo e le portiamo con noi. Le
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le portiamo con noi. Le cose belle della nostra
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nel mio mondo tenere le persone a distanza è
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piace fingere di avere le palle comandando una donna
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spalancò ancora un po’ le palpebre e mi mostrò
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Steve pazziann’!” e alzò le mani in segno di
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ad Arminio Geronimo piacciono le schifezze a letto, quelle
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serio. I Peter Pan, le cape di cazzo insomma
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Ecco, abbiamo messo subito le cose in chiaro. Ora
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mettermi i bastoni fra le ruote, faccio scoppiare un
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attorno a me e le trovo piene di finestre
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sentire a casa, perché le case da sempre sono
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per cercare di dimenticare le cose brutte del passato
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qualcosa e mi lecca le labbra. Accosto la bocca
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con gli anfibi e le salopette, o con i
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il terreno è molle, le radici non tengono. E
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vita cresceva bene e le radici si aggrappavano ogni
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dove custodivo i sogni, le speranze, l’amore non
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quello ancora da dare, le preghiere mai dette e
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incontri da fare, come le frasi mai ascoltate. Era
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la pancia, e conficcavo le unghie nella carne, come
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ma poi tornai sotto le coperte. Era solo un
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grosso seno. Ricordo ancora le sue dita callose impastate
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addome, e ricordo pure le carezze che durarono un
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durarono un tempo infinito, le mani che mi lisciavano
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qualche minuto, anche se le lacrime e il muco
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lo so, una vita le era bastata per capire
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tuo fratello!”. ¶ Mi portai le mani alla bocca e
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e iniziai a mangiarmi le unghie. ¶ “Ricorda: i figli
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me, nun fa fesserie!” ¶ Le promisi che ci avrei
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l’idea che, forse, le passioni, l’esperienza, le
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le passioni, l’esperienza, le emozioni, erano racchiusi proprio
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quella mattina e tutte le mattine successive che sono
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era notte inoltrata, posai le mani sul grembo e
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che si fa tutte le mattine senza grande risultato
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a manica corta sotto le quali indossa pure la
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di quelle che, nonostante le numerose batoste, ancora non
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non imparano a cacciare le unghie e a combattere
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sostituito i sogni con le certezze, e sono proprio
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e sono proprio queste, le certezze, a mandare a
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un impermeabile sul quale le emozioni scorrono un attimo
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dall’odore, ha staccato le zampine dalla tastiera, si
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occhiali, e ha allargato le narici nel tentativo di
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ti sfila silenziosa dietro le spalle, rasente il muro
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stare qui a romperti le balle.” ¶ Lui non ribatte
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o poi a sparigliare le carte.” ¶ Pasquale continua a
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è così che vanno le cose, spesso i tipi
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da bulldog incazzato, con le guance che quasi mi
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la signora Bonavita...” ¶ Accavalla le zampette e si sfila
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vita che il destino le aveva confezionato.” ¶ Geronimo si
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avvicina alla finestra, con le mani congiunte dietro la
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sua bravura nel leggere le situazioni e gli faccio
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complimenti, per poi sviscerare le mie ansie per il
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figlio. Lui, però, anticipa le mie mosse e aggiunge
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devi stare tranquilla, tutte le femmine, arrivate alla tua
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ingrossare sempre di più le tasche già gonfie di
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schizzechea, nel senso che le cose non vanno male
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io alle femmine modestamente le so trattare con garbo
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nel tentativo di cancellare le tracce della sua bocca
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Kevin che si fanno le coccole e mi calmo
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che continua a tessere le lodi di Kevin con
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il Bianconiglio, però con le ballerine fucsia che rimbombano
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capiva nemmeno quello che le dicevano i professori. Ma
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quando poi a casa le chiedevo cosa avessero detto
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queste parole, come se le avessero pronunciate i professori
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Non so se qualcuno le abbia mai detto che
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so che sono state le sue invenzioni, quello che
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detto nulla e non le ho chiesto nulla, non
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nel sedere. Dovettero intervenire le bidelle e un’insegnante
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a spiegarmi come stavano le cose, alla sua maniera
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lo sviluppo e guardavo le mie amiche, che già
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amiche, che già avevano le curve al punto giusto
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e due zizze che le esplodevano sotto la t
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importare agli uomini che le giravano intorno come mosconi
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era venerata da tutte le altre ragazze dell’istituto
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a servirla, quanto per le sue forme generose che
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il petto piatto e le mie poche certezze nelle
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mi vengono in mente le parole della nonna, dalla
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Aspetto che mi crescano le tette, che diventi grande
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o meno furono queste le mie parole. Lei sorrise
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avvicinarmi. Quando fui fra le sue minute braccia, aggiunse
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essere che nel frattempo le tette mi crescano”. ¶ “Brava
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Ora lo so. Non le hanno fatto l’autopsia
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lui. Indosso anche oggi le Converse (perché ora si
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gli occhi e infila le mani in tasca, poi
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a spiegarci come stavano le cose.” ¶ “E secondo te
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non sembra fatto per le preoccupazioni. Sasà, nonostante i
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finestrella, e mi volge le spalle. ¶ “Uè,” esordisco. ¶ “Uè
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del caffè, che con le sartorie non c’entra
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veniva a farsi prendere le misure. ¶ “Che è stato
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è lei a decidere le sorti della discussione. “Non
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Ah.” ¶ Restiamo a guardare le lingue di fuoco che
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istinto che in genere le cose si raddrizzano. ¶ “Me
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perciò ho sempre rifiutato le sue proposte. Soprattutto perché
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ti pare?” ¶ Gli occhi le si riempiono improvvisamente di
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che credesse quello che le pare! Invece scoppio a
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voglio che mi nascondi le cose...”. ¶ Le afferro la
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mi nascondi le cose...”. ¶ Le afferro la mano. “Mà
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serena. “Non mi piacciono le femmine, nun te preoccupà
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incertezza sul suo viso. Le sfilo il ditale e
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sfilo il ditale e le scruto il pollice martoriato
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capaci di fare entrambe le cose!”. ¶ Alla fine della
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accorta, allora.” ¶ Mi alzo, le do una bacio sulla
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prima di tuffarmi per le scale, aggiungo: “Il bello
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che non ha mai le pile, delle prese che
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mamma mi aveva afferrato le braccia nel tentativo di
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giro e a togliermi le poche cose belle che
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a furia di ascoltare le mie frasi che si
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nostra madre, mi piantò le pupille addosso, e mi
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sostenere dal lavandino, con le mani a coprirsi il
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la briga di sconcicarmi le lenzuola. Stavolta è toccato
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ci sporcava di nero le mani e le ginocchia
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nero le mani e le ginocchia, a goderci il
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solo tufo, i basoli, le pozzanghere, i tubi dell
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vendere lo zucchero filato, le caramelle e i palloni
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fiera, infatti, iniziava verso le sette di sera perciò
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inginocchiata accanto al secchio, le ginocchia al petto, a
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passione. ¶ Anche quella sera le cose andarono bene e
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mi perdevo a guardare le giostre piene di luci
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del costume e puntò le giostre con lo sguardo
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comodino, mi rigiro fra le mani l’audiocassetta con
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Dentro ci sono tutte le risposte alle domande che
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sarà contento di leggere le tue parole.” ¶ “Perché, torna
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so che ai papà le lettere delle figlie piacciono
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spiegazzata e macchiata, sono le uniche parole che sono
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dopo!” ¶ Mi precipito per le scale e mi imbatto