Lorenzo Marone, Un ragazzo normale, 2018

triste e aveva posizionato le mani sui tasti; aveva

in una treccia e le labbra che odoravano di

i tasti mentre sussurrava le note con la bocca

Si muoveva con eleganza, le dita che fluttuavano veloci

convinto il pianoforte e le rendeva la pelle del

La primavera precedente, infatti, le nostre giornate erano state

e guidare dall’istinto, le avevo bloccato le mani

istinto, le avevo bloccato le mani, avevo interrotto quella

campo di fiori e le avevo schioccato un fulmineo

si alzò e mise le stoviglie nel lavello con

rifletteva e si mangiava le unghie; si sforzò di

il cervello così assorbe le notizie senza sforzo. Dovresti

libri e che anche le giornate di mamma sarebbero

mi aggirai incuriosito fra le macchine in esposizione: c

officina dove si trovavano le auto usate e papà

aria fiera: “Dobbiamo incidere le nostre iniziali sul muro

Fabio lo teneva per le gambe e Viola applaudiva

credo sia sola e le sigarette sono il suo

superato i settanta, aveva le gambe che sembravano stinchi

se non si facevano le nove. ¶ “Fa’ vedé...” aveva

Sasà, se non accettassi le sue direttive come un

dei conti lui, con le sue piccole prepotenze, non

sembrava di non avere le parole per esternare lo

in quei giorni allungammo le visite a Morla e

una parola, a innaffiare le piante, quindi arrotolava la

Scognamiglio per sfogliarlo durante le mie visite solitarie sul

il palazzo, a osservare le persone che attraversavano di

Sasà, perché a lui le storie strane piacevano e

male ed era distratta. Le raccontavo qualche aneddoto di

cercare di incuriosirla con le mie storie. Avevo accantonato

Napoli a passeggiare fra le bancarelle piene di dolciumi

È che lui aveva le sue fisse. La morte

annoiarsi anche ad ascoltare le storie di Atreiu, di

sedeva per terra con le gambe rannicchiate al petto

cadere lo sguardo fra le sue cosce, anche se

dei jeans neri con le Converse viola ai piedi

discorso: “I cactus sono le mie piante preferite,” disse

tempi sapessi quanti regali le ho fatto, altro che

piccolo, certe cose non le puoi capire...” ¶ “Non sono

dicere?” rispose e staccò le braccia dalla ringhiera. ¶ Avevo

il rischio di pagarne le conseguenze.” ¶ Lui mi dedicò

a mangiare una pizza...” ¶ “Le cucine dei ristoranti sono

di più...”, e incrociai le braccia al petto in

pulsante per far aprire le porte. Il problema è

l’uomo aveva aperto le porte. ¶ Per strada si

parlare per ore e le giornate le trascorrevamo con

ore e le giornate le trascorrevamo con i nonni

è normale in tutte le famiglie. Mamma e papà

a Viola, che aveva le avventure di Peter Pan

Fu così che nacquero le fate.” ¶ Lei sorrise genuina

libro che hai fra le mani...”, e ricambiai il

risposi serio. ¶ Viola corrugò le sopracciglia, mi regalò uno

di qua, ci sono le altre stanze da vedere

stagione, in famiglia iniziavano le discussioni sulla possibilità di

sulla possibilità di lasciare le finestre aperte durante la

guerra del nonno contro le zanzare, guerra che in

che questi creava. ¶ “Ma le vedi solo tu ’ste

stizzito. ¶ “E allora chiudiamo le finestre.” ¶ “E poi non

mettendoglielo in mano quando le luci della casa erano

mia pronta risposta, “anche le Culicidae hanno un ruolo

uccelli, per esempio, e le larve servono ai pesci

del pigiama infilati fra le natiche, aveva posto fine

che il camion finisse le operazioni per trovare un

arrivava chissà da dove, le grida di due gatti

della cucina e sfogliava le riviste della nonna. ¶ “Ma

lui. ¶ “Abbiamo finito con le zanzare e cominciamo con

non lo svegliavano neanche le cannonate, trascorreva la notte

e con indosso solo le mutande e una canottiera

beige dalla quale spuntavano le gambe ancora muscolose e

un fascio di luce le illuminava il viso che

siano molto più riconoscibili le rinunce. Sono loro a

accarezzare Bagheera che faceva le fusa ai miei piedi

il mio amico leggeva le poche righe che avevo

dicevano in quei giorni le voci, Pecci del Bologna

davvero provo neanche con le parole...” ¶ “Perché non parli

caro Mimì, sono proprio le nostre debolezze, i difetti

timido “grazie”. “Non comprendo le dinamiche del giornalismo...” avevo

Guardai il giornale fra le mie mani. “Certo.” ¶ “Lo

cosa brutta che intossica le persone...” ¶ “Già, è una

pensi di far scorrere le ore?” ¶ “Boh, me ne

Londra”. ¶ “Può darsi che le nostre strade si incroceranno

lei importante. Avevo alzato le spalle e risposto: “Non

vecchi e odiati sandali (le espadrillas erano a lavare

e ti protegga...”, e le avevo afferrato la mano

fatto spallucce rispondendo: “Io le porto rispetto, ti sto

paio di squadre con le casacche più famose. A

il panno da gioco, le porte, due squadre (una

spinto: nei giorni precedenti le avevo parlato di Morla

avevo parlato di Morla, le avevo raccontato di tutte

dopo cena per rubare le chiavi dalla portineria; finita

esterno della salumeria. Fra le mie tante collezioni non

collezioni non potevano mancare le biglie, che conservavo in

portineria e a trafugare le chiavi di casa Scognamiglio

luna a rendere perlacee le stanze. Avevo allungato la

si andavano ad annidare le paure più recondite. Quella

che mi arrivava sotto le narici mi inebriavano e

le furie e, forse, le cose avrebbero preso ben

altro istante e avvicinai le nocche al legno. Sentivo

in gola e avevo le mani madide di sudore

fissarmi senza aprire bocca, le mani incrociate sul petto

incrociate sul petto e le spalle curve. Pur di

di fare colpo con le mie conoscenze, invece la

per i denti che le occupava tutta la bocca

ragione mia sorella Bea: le bugie a volte sono

evidente imbarazzo. ¶ “Tieni”, e le allungai la cassetta. ¶ Viola

Rigirò l’oggetto fra le dita e scorse la

del colore dei pistacchi, le palpebre dipinte di viola

ti trovi niente per le mani!” ¶ Arrefondere vuol dire

ritorno da scuola e le sue parole ancora mi

con Viola e con le persone grazie allo sviluppo

ne stavo lì, con le idee confuse, a cercare

Non sono bravo con le persone...” avevo sussurrato. ¶ “E

imparare a esserlo, Mimì. Le persone sono l’unica

libertà è sopravvalutata. Contano le persone... nient’altro. Fidati

molto nervosa, si strofinava le mani, sbatteva i piedi

il tempo in piedi, le mani infilate nelle tasche

Fai sempre così con le ragazze?”. ¶ “No, scusa,” tentai

delle canzoni sulla cassetta. Le sue sembravano mani di

vostra figlia vi racconta le panzane. L’altra sera

che in effetti aveva le schiocche rosse e lo

senza trucco o con le pantofole ai piedi, e

lui, in giro fra le strade di Parigi o

occhio. ¶ Avrei dovuto prendere le parti di mia sorella

mimò il gesto portandosi le mani ai pettorali. ¶ Fabio

avere argomentazioni valide con le quali controbattere. La sera

di dedicarmi alle piante. Le diedi la buccia di

seduto per terra con le spalle al muro, trangugiavo

di torta e leggevo le avventure del cane Buck

occhi lucidi, di come le sue piccole dita avessero

letto la mia frase. Le raccontai di quanto mi

a capire ciò che le dicevo, mi fissava con

Ero intento a innaffiare le piante quando notai in

giorni, il vento e le perturbazioni, ognuno a suo

a noi avevano dato le braccia. ¶ Noi potevamo tendere

deserta, nonostante fossero solo le otto di sera, e

che si sgretolavano sotto le mani, serate all’aperto

degli Scognamiglio a guardare le stelle e di pomeriggi

giorni dopo giorni. ¶ Estate ¶ Le fate nascono da una

fine del corridoio, con le due stanze da letto

interessi che i motori, le marche e i videogiochi

mai), qualche caramella sfusa, le banane di cioccolato che

in piazza, dei biscotti, le meringhe fatte dalla nonna

Mamma sapeva bene che le collezionavo, nonostante in casa

Sai come sono nate le fate?” chiesi d’improvviso

certo punto aveva preso le chiavi di casa Scognamiglio

avevo trovato Sasà con le guance tonde e le

le guance tonde e le mani piene di biscotti

pochi minuti aveva infilato le mani ovunque nella dispensa

messo una caccola sotto le coperte e ho sputato

aveva risposto infine, alzando le spalle, e si era

lui fa: “Tutto bene? Le sta piacendo la casa

arrotolare, aprire e chiudere le ante, accendere il fuoco

verifica, la nonna batté le mani e disse che

motori, intendendo con questo le autovetture degli altri, ovvio

narrato di quando vendeva le scarpe alle signore e

girare avanti e indietro le pagine del suo diario

quante foto di Simon Le Bon incorniciate con tanti

non sono bravo con le mani, però, dopo l

ci aveva acciuffato per le braccia e ci aveva

chiesi però. ¶ Lui aggrottò le sopracciglia. ¶ “Il gatto, Bagheera

ribatté lui e poggiò le mani sul volante. “Sai

rigirai la cassetta fra le mani e sentii la

solo avuto da fare, le cose del giornale mi

sempre la testa fra le nuvole...” ¶ “No,” ribattei, “a

leccarsi una zampa. ¶ “Entrambe le cose.” ¶ “Allora, visto che

sono inespresse e nemmeno le conosciamo.” ¶ “Ma che ne

delle persone cattive, anticiparne le mosse, sarei un vero

rispose: “Mimì, queste cose le devi fare con i

potresti domandare dopo che le hai dato la cassetta

vincente. Potrei affascinarla con le mie teorie e con

da lei, però, ascolta le canzoni. E semmai scrivile

mi sembra di riprovare le stesse sensazioni di allora

aiutando papà a stirare le camicie.” ¶ “Ma se tuo

entusiastica recensione, perciò infilai le mani in tasca e

sarebbe piaciuto, lui amava le commedie e il calcio

dissi di getto, “però le porto domattina il film

un sospiro e arraffò le banconote. Solo una volta

chiudevano riempiva lo spazio. Le insegne al neon di

su un cartone con le gambe incrociate e gli

replicò continuando a tenere le palpebre abbassate: “Amico, tuo

dei miei grattini sotto le orecchie. Sasà, invece, disse

mamma, e mi voltò le spalle. Da quella sera

Che fate insieme?”. ¶ Alzai le spalle e risposi: “Lui

risposi: “Lui mi racconta le sue esperienze di vita

Sasà, e neanche per le auto.” ¶ Lui mi guardò

jeans Turquoise con sotto le famose calze Burlington, giubbotto

dissi che dovevo prendere le chiavi di casa, così

iniziò a strusciare nervosamente le mani sui pantaloni della

doversi occupare di fargli le dovute coccole per calmarlo

sempre in giro con le unghie lunghe sotto le

le unghie lunghe sotto le quali si depositava uno

sarebbe andato su tutte le furie e, forse, le

da sotto il giubbino, le mani lungo i fianchi

Un esperimento,” risposi e le mie parole furono ricoperte

Mi lavai di corsa le mani (mamma su questo

a eccezione di W le donne, con Amanda Lear

era indaffarata a piegare le mutande, altrimenti avrebbe capito

così eccitato da mangiarsi le parole più del solito

calore e subito dopo le palpitazioni. Eppure non era

bagno insieme ci vanno le femmine!” era stato il

al mio palazzo. Erano le due del pomeriggio di

finestra che ti reclama,” le dicevo ogni tanto per

inventato proprio per rimettere le cose a posto, ricchi

stava lì a vendere le sigarette di contrabbando, “e

vecchia comm’ ’a me!” ¶ Le sorrisi imbarazzato mentre la

dirci di fare silenzio. ¶ Le domeniche a casa Russo

tenermi incollato, il prato, le maglie, le bandiere, mentre

il prato, le maglie, le bandiere, mentre alla radio

Io, invece, preferivo profondere le energie nelle materie scientifiche

in sovraimpressione su tutte le emittenti locali: Maradona è

Asti che conservava per le occasioni buone ed era

dietro di lui, con le mani sui fianchi e

mani sui fianchi e le sopracciglia corrugate, s’era

di tutto, ci scambiavamo le solite figurine e nuovi

non dispiaceva certo usare le mani e il suo

contraddistingueva il nonno. ¶ Insomma, le cose procedevano allo stesso

il disco del momento,” le aveva spiegato il commesso

spiegato il commesso mostrandole le fotografie della cantante. Lei

la emulava, come tutte le sue compagne, del resto

lei che ascoltava solo le canzoni di Baglioni, soprattutto

chiudere casa e lasciare le chiavi a mio padre

al tramonto per innaffiare le piante (il terrazzo con

grande balcone dove, fra le tante piante, viveva una

interessarlo. ¶ “Certo, secondo te le tartarughe sono solo di

che avrebbe dovuto portarci le nipotine se la loro

balcone degli Scognamiglio sempre), le mani bagnate ai fianchi

ci appariva ovattata, con le auto grandi quanto l

c’è odore stantio. Le case disabitate le riconosci

stantio. Le case disabitate le riconosci subito, hanno addosso

che papà aveva innaffiato le piante, e poi avverto

controllare che Morla e le piante stessero bene. E

e non solo per le piante. Perciò sono tornato

finestra del soggiorno, spalanca le ante e tira su

mai la serranda, ché le piante avevano bisogno di

bel salone doppio con le finestre che danno sull

se la rigirò fra le mani dandole dei piccoli

spiegargli che in inverno le tartarughe vanno in letargo

verso gli animali. Tirava le pietre ai cani e

sera saliva a innaffiare le piante. Quel giorno, però

succedendo e avevamo sentito le urla del vecchio che

ipotetiche teorie matematiche attraverso le quali avrei sviluppato la

quarto era già sotto le coperte. Papà, invece, si

a dormire borbottando. E le cose peggiorarono quando gli

letto sempre più tardi. Le sere in cui mi

di paglia mezza sfondata, le gambe appoggiate al tavolo

come un bambino per le battute di Nino Frassica

dormire prestissimo. Mamma trascorreva le ore a sbuffare e

di tutto) dovesse espiare le sue colpe immolandosi per

papà, a non sentire le telenovele della nonna, i

fui costretto a dirigere le mie attenzioni verso Sasà

Mimì, ma chi te le dice ste strunzate?”, poi

a ridere entusiasta, strofinandosi le mani sui jeans logori

rassicurato, ci sarebbero state le tracce delle meteoriti che

detto che avremmo visto le meteoriti!” aveva sbottato. ¶ “Certo

ed era corso via. ¶ “Le meteoriti sono ovunque, Sasà

album, ma entrambi collezionavamo le figurine dei calciatori che

Pur di averla fra le mani, ti ammazzerei subito

piacevano solo il calcio, le ragazze e le moto

calcio, le ragazze e le moto, anzi non tutte

moto, anzi non tutte le motociclette, solo le Harley

tutte le motociclette, solo le Harley. Aveva pochi interessi

con il pallone fra le mani, ad ammirare il

sgraffignati quasi tutto (tra le cose rimaste c’era

giocare fuori...” e sbatté le mani che emisero uno

magazzino, la sigaretta fra le dita e una biro

la bocca quando papà le comunicò la notizia, capii

in giro per consegne...”. ¶ Le consegne a domicilio erano

viso mentre lei roteava le pupille verso di me

D’altronde, bugie non le sapevo raccontare e la

palazzo e che con le sue parole combatte la

il poster di Simon Le Bon invece,” urlò allora

mio prepotente amico. ¶ “Perché le hai raccontato tutte quelle

Sbuffai e mi sgranchii le dita della mano che

per prendere in giro le persone, se mai ce

lui e a rivelargli le mie intenzioni, nella speranza

sotto casa, erano ormai le nove di sera e

non riuscivo a trovare le parole adatte e mi

registrare un’audiocassetta con le sue canzoni migliori e

Avete imparato a calciare le punizioni?” ¶ “Il calcio non

il potere di smuovere le mie emozioni,” risposi serio

chinò verso di me, le mani alle ginocchia e

color del rame come le fate, e la pelle

la pelle lucente come le sirene”. ¶ Giancarlo mi guardò

sentii libero di sviscerare le verità che non avevo

segreto. ¶ “E anch’io le ho fatto una cassetta

fatto una cassetta con le mie canzoni preferite. È

dovresti prepararti. Che fai, le regali una cassetta piena

ti preoccupare, semmai ce le ascoltiamo insieme qualche volta

passioni, e a chi le chiedeva notizie sulla mia

chi abbia pigliato, ma le insegnanti dicono che ha

angoli, i piedi piatti, le mani sproporzionate e, soprattutto

pulire un polpo con le mani infilate nel lavello

scemunito!” ¶ Poi mi guardò, le mani ancora infilate nell

meritava, io quel giorno le avrei parlato della sensazione

che mi covava dentro, le avrei spiegato di come

degnasse di uno sguardo. Le avrei confessato che a

una cosa così immensa. ¶ Le due più grandi forze

macchina come barriera. ¶ Giancarlo, le mani ai fianchi e

notte e ora trascorreva le giornate affacciato al balcone

facevo colazione, ripassando sempre le solite tavole mentre inzuppavo

e ci restavo finché le gambe iniziavano a formicolarmi

e cattivi che arricchivano le tante ore che pure

e alcun fascino. ¶ E le cose, se possibile, peggiorarono

e rosa che richiamava le Converse ai piedi dello

Angelo, la affiancarono e le strapparono lo zaino dalla

al coro e puntellò le volgarità della vecchia contrabbandiera

qualcuno la abbracciasse e le desse conforto. E l

con la spugna non le permettevo di scendere al

come del resto tutte le sue amiche. La differenza

loro era nei dettagli: le altre avevano le cartelle

dettagli: le altre avevano le cartelle della Naj Oleari

pagine. ¶ “Potresti spendere meglio le tue giornate... potresti tentare

tutte quelle cose con le quali ti credi uno

mi tornarono alla mente le parole di Beatrice. “Non

mi fissò incredulo e le ragazze scoppiarono a ridere

chi è ’stu guaglione?” le aveva chiesto, e lei

di calore mi colorò le guance e mi spinse

usato da Nicola dopo le innumerevoli preghiere mie e

nonna e si portò le mani al viso rubicondo

comme a tutti quanti.” ¶ Le avrei voluto rispondere e

la criminalità per migliorare le cose!”. ¶ Sasà mi fissò

Ti ho detto che le chiavi me le ha

che le chiavi me le ha date Carmine, il

E per quale motivo le ha consegnate a te

Mimì? Ma fai sempre le stesse domande? Perché gli

che parte vuoi stare?” ¶ Le domande filosofiche mi affascinavano

nervoso, certo, impaurito per le conseguenze nel caso ci

del quale c’erano le famose chiavi e un

un ladro provetto, infilò le chiavi nella serratura e

costretti ad accendere subito le torce. Il mio amico

film e a sfilare le vhs dai contenitori. Mi

altro, leggevo copertine, sfogliavo le pagine con l’unica

l’obbligo di avvertire le forze dell’ordine,” balbettai

e ci portano dietro le sbarre a Nisida!” rispose

entrare in contatto con le persone. Fu una folgorazione

scalzi a contatto con le piastrelle gelate, su come

chiamava Giancarlo e, nonostante le mie insistenze, diceva di

sia quella giusta. Sono le tre del pomeriggio di

un freddo cane e le previsioni parlano di probabili

l’agente mi dà le spalle e continua la

donna Concetta per vendere le sigarette di contrabbando adesso

mia infanzia, quando, fra le tante cose assurde, collezionavo

al contrario, non esistevano le strisce e la gente

in fondo, a pensarci, le auto allora erano più

dovrebbe tornare a guardare le cose che si sono

resistere. ¶ “L’appartamento, come le dicevo al telefono, è

consumato per tanti anni le sue giornate. L’ascensore

smette di scorrere: trenta. Le riconto velocemente perché la

Papà non mi guardava, le mani a lisciarsi i

della cucina e strusciò le pantofole di feltro fino

quale erano ancora impresse le impronte delle sue dita

del lampione mi ricordava le farfalline bianche che spesso

più i clacson o le urla di donna Concetta

e tutte e cinque le dita sul vetro ancora

metà palpebre. Sorrideva mostrandomi le mani violacee che racchiudevano

del cuore, a lanciarci le palle di neve tra

palle di neve tra le auto in sosta finché

seguito ho capito che le cose straordinarie, quelle che

Proprio come una nevicata. ¶ Le espadrillas color pistacchio ¶ Nel

che avrebbe pagato solo le spese. ¶ Papà era molto

orribili ed enormi sandali. Le avevo viste qualche giorno

mi aveva mostrato fiero le sue nuove scarpe prima

rimasto a lungo con le braccia intrecciate dietro la

mamma portava a casa (le prendeva dalla sala d

un letterato tuo figlio!” le aveva detto una volta

capolino nelle discussioni con le signore del vicinato o

giravo per casa recitando le pagine che più mi

aiutasse a tirar fuori le mie qualità, alcun esempio

giovane era “uno con le palle”, testuali parole, perché

iniziavo a sfogliare piano le pagine per non farmi

funebri. Già, sì, fra le tante stranezze della mia

nonno, intenta a smaltarsi le unghie. ¶ “Statt’ zitt’ tu

più borghese erano proprio le nostre famiglie “popolari”. Ci

grossi felponi addosso e le fibbie delle cinte grandi

calcio altrimenti avrebbe rovinato le sue Timberland impomatate. In

nostro modo di trascorrere le giornate all’aperto, senza

non aveva ancora conosciuto le fattezze di donna e

sembrava quasi che qualcuno le avesse soffiato in faccia

un formicolio salirmi lungo le braccia e mi facevo

papà stava ancora pagando le rate) deformata. ¶ Ero mezzo

da svariati anni portavo le lenti, che mamma aveva

avevo da poco iniziato le elementari, i miei mi

andare a braccetto con le bugie. ¶ Perciò quel giorno

imparare a camminare con le proprie gambe...”, ma lui

e non ci rompete le scatole, ché già abbiamo

di spiegare come stanno le cose a Mimì.” ¶ Quella

a me di ascoltare le sue parole. ¶ “Mimì, senti

e incapace di comprendere le sue parole. Non capivo

naso e nelle orecchie. ¶ Le corse pazze ¶ Un sabato

brutto mondo...”, e lasciò le parole sospese in aria

lì, forse avrebbe ripetuto le stesse parole di Sasà

tue forze!” ¶ “Non afferro le tue parole, non comprendo

infatti, è quello che le ho detto! Però, fratellì

mi sembrava potesse sciogliere le mie espadrillas. Proprio ad

caso deve aiutarmi con le consegne,” aveva ribattuto ed

prestare per poi assumere le pose più assurde, in

domandò. In mano aveva le chiavi dell’auto, posteggiata

tessuto sul quale trascorreva le notti Bagheera. Il mio

allora lui, “quello con le palline, quello...” ¶ “Ganzfeld.” ¶ “Sì

lui fece: “Be’, non le prendi?”. ¶ “Sono per me

se no?” ¶ “Grazie”, e le afferrai rigirandomele nel palmo

afferrai rigirandomele nel palmo. ¶ “Le ho vinte l’altra

Ok, allora... devi metterti le palline sugli occhi e

e... cavolo, non abbiamo le cuffie!” ¶ “Ah, già, le

le cuffie!” ¶ “Ah, già, le cuffie.” Quindi si girò

Non rispose, si tolse le lenti (che posò sulle

sulle ginocchia) e portò le palline davanti agli occhi

Poi chiusi anch’io le palpebre e cercai di

potuti andare bene per le persone qualunque, per Sasà

e poi Giancarlo allontanò le palle dagli occhi e

fa caldo, e poi le cuffie non sono proprio

tentativi”. ¶ Giancarlo mi passò le sfere e sorrise: “Non

girai a guardare Beethoven, le orecchie al vento e

cane di Wacky Races-Le corse pazze (uno dei

rifare il bagno, ma le mattonelle”, e batte il

più antico. ¶ È strano. Le case stanno lì per

per decenni a contenere le vite di tante persone

casa...” e mi mostra le ante di legno all

di alluminio all’esterno. “Le assicuro che sono le

Le assicuro che sono le migliori in commercio, non

si portavano allora, e le tende di broccato. ¶ “Qui

in una treccia che le lascia la schiena nuda

lascia la schiena nuda, le mani che volano a

centimetri dai tasti mentre le sue labbra che sanno

di trovare El Pibe. ¶ Le auto per strada iniziavano

iniziavano a diminuire e le case a svuotarsi. La

invece, restava a sfidare le lunghe giornate immobili interrotte

li usa per scrivere le offerte del giorno, glielo

la scienza e per le generazioni future”. ¶ Quello fu

attesa di partire per le vacanze, i figli non

figli non potessero trascorrere le loro giornate accampati per

sue spalle si ergessero le bocche di fuoco dell

era fatto e avevo le spalle rosse e brucianti

sedemmo. ¶ “Che cosa gradisci?” le chiesi cercando di assumere

quindici giorni parto per le vacanze. Mi sa che

in tasca e con le spalle e il viso

Bea in mano, e le sorrisi. “Mimì,” disse lei

mimai la dimensione con le due mani unite, “una

l’abbracciai e affondai le labbra nella sua guancia

chiesi sbigottito. ¶ In genere le nostre acconciature erano merito

quale, per non perdere le sue clienti, e per

portava da bambino per le grandi occasioni, che poi

delle tue zie!”. ¶ Crescendo, le feste dei cugini finirono

nonostante gli sfottò e le risatine dei presenti. Nel

una peluria nera sopra le labbra che si faceva

disse, e Carmelo alzò le mani in segno di

cambiassi e non raccolse le provocazioni del nonno che

volte la stoffa fra le mani prima di lanciarmi

varcò la soglia con le braccia alzate simulando un

menu per paura che le diecimila lire della nonna

vita a una discussione. Le avevo parlato di Morla

salutarci per saltare fra le braccia del belloccio con

partenza di Fabio per le vacanze sarebbe tornato a

ai vecchi tempi. ¶ Purtroppo le cose non andarono come

braccio restavo a fissare le goccioline che scendevano lente

gran caldo ormai trascorreva le ore a bearsi al

che rendeva possibile sviluppare le nuvole in casa con

vetro conservati nella dispensa, le servivano per quando preparava

servivano per quando preparava le melanzane, i funghi o

melanzane, i funghi o le carote sott’olio. Ne

al contenitore (per inumidire le pareti in vetro) e

nonna Maria mentre tagliava le punte ai fagiolini. ¶ Convinto

vasetto dovessero venir fuori le stesse nubi che sovrastano

danno era fatto e le piccole nuvolette di vapore

modo, che faceva caldo, le spiagge erano affollate e

in un sol colpo Le tigri di Mompracem. ¶ Avrei

Salgari. Non avrei visitato le giungle dell’India, ma

sfrigolava al contatto con le mattonelle ancora calde. ¶ Nei

che lei partisse per le vacanze avevamo deciso di

sono circa tremila, ma le stelle presenti nella nostra

nel piccolo spazio fra le mie dita un po

poi, che ne sai, le hai contate?” ¶ “No, un

la voglia di pulirmi le labbra con il dorso

con gli esperimenti e le collezioni. ¶ “Mi togli una

prima di annuire. Non le avrei di certo raccontato

argomento. “In ogni caso, le stelle non servono, i

non riuscivo a trovare le parole, quasi la sua

parole poco entusiasmanti con le quali mi aveva descritto

perché non si contavano le volte in cui aveva

nostra madre in bagno (le due facevano ancora pipì

con occhi fintamente supplichevoli, le aveva chiesto il permesso

infine terminato di friggere le melanzane, un inviato da

tavola accigliata e con le braccia incrociate al petto

Maria e fece scivolare le cotolette nei piatti. ¶ “È

il sorriso a deformargli le guance sulle quali si

e Bea, seppur controvoglia, le andò dietro mentre papà

supereroe nascosto che proteggeva le persone perbene e caricava

sulle proprie spalle tutte le brutture del mondo. ¶ Quella

E allora io passo le giornate a raccontare i

nessuno avrebbe osato prendere le mie parti per mettersi

Nel vedermi corrucciato, aggrottò le sopracciglia ed esordì: “Né

fissazioni, eppure, quando guardano le notizie alla tv, li

uno sbuffo e rispose: “Le cose, Mimì, possono cambiarle

che aspirino a cambiare le cose in meglio”, e

credeva fortemente in qualcosa. Le idee vere, forti, non

se ne accorse, infilò le chiavi nella toppa e

istante pensai di riprendere le fila del discorso, di

infervorò. “Ma chi te le mette in testa tutte

se ne stava con le braccia incrociate sul petto

Perché? Perché non ha le palle!” ¶ Alzai lo sguardo