parolescritte
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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Carlo Bernari, Tre operai, 1934

concordanze di «le»

nautoretestoannoconcordanza
1
1934
siede sul letto. Teodoro le si siede al fianco
2
1934
gran voglia di raccontarle le sue sventure; e poi
3
1934
infuriato davanti alla donna, le dice: «Che sentimentale? Sei
4
1934
nervoso per la stanza. Le parole che ha detto
5
1934
cuscino: forse piange. Perché? Le donne piangono quando sono
6
1934
bambino... Mi dovrà odiare. Le si avvicina lentamente, timoroso
7
1934
tasca i filacci e le carte. ¶ «Perché mi tratti
8
1934
che l’accarezza e le dice di essere lieto
9
1934
lieto di starle vicino: «Le donne giovani non mi
10
1934
La burrasca aveva strappate le radici dalla terra e
11
1934
far tardi al lavoro. Le strade sono grigie e
12
1934
giù dai marciapiedi, e le mani fanno male per
13
1934
meccanico che si rosicchia le unghie, il chimico che
14
1934
chimico che non porta le lenti, ma socchiude gli
15
1934
aria carte, rovistano tra le sue cose... Mentre guarda
16
1934
ne sta zitto, con le mani nelle tasche a
17
1934
da marinaio; e poi le sue unghie che hanno
18
1934
divertono a leggere perfino le sue lettere. Perché non
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1934
la mente confusa, precipita le cose a suo danno
20
1934
ci vuole per mettere le cose a posto; e
21
1934
si porta alla bocca le nocelle abbrustolite. In fondo
22
1934
tavola a fianco, che le macedonie sono le peggiori
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1934
che le macedonie sono le peggiori sigarette, e lui
24
1934
sigarette, e lui preferisce le nazionali, che hanno un
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1934
Corrono a reggerlo per le spalle ma lui è
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1934
sotto i suoi pugni. Le strade sono grigie, deserte
27
1934
pomeriggio di piombo; e le righe rosse sul grigio
28
1934
sembra che lo fissino. Le zampe anteriori sono secche
29
1934
il collo eretto e le orecchie stecchite che si
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1934
in sul principio che le affermazioni del ragazzo sono
31
1934
Il ragazzo si frega le mani per il freddo
32
1934
il freddo e se le porta sotto le ascelle
33
1934
se le porta sotto le ascelle per riscaldarsele. ¶ «Di
34
1934
sulla strada, che, sotto le masse nere degli alberi
35
1934
chimico nella colluttazione perde le lenti; mentre tiene la
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1934
donna inchiodata a terra, le cerca frugando nella polvere
37
1934
Sente i gridi e le bestemmie dei due che
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1934
in movimento che hanno le spalle ora chiare di
39
1934
lo scalpiccio nella polvere, le pietruzze stritolate sotto le
40
1934
le pietruzze stritolate sotto le scarpe, l’ansimare cancellato
41
1934
tanto dal vento e le forti aspirate; e d
42
1934
vene del collo, sotto le orecchie. Comincia a fischiare
43
1934
cioccolato al latte – durante le quali si sentono i
44
1934
forse muratori, perché hanno le mani grigie, con certi
45
1934
alla sensazione che proveranno le donne a sentirsi quelle
46
1934
vederlo, che gli occhi le piangeranno, come ora piange
47
1934
senza pensiero, tanto non le faccio mancar nulla. Perciò
48
1934
nulla. Perciò lui non le ha spedito più un
49
1934
lo scritto nella busta le viene da piangere. Scriverebbe
50
1934
sibilo lungo, assordante. Poi le pareti, la camera, il
51
1934
e un torpore per le membra come se non
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1934
ancora disfatto e guarda le punte delle scarpette di
53
1934
schiacciata sulla terra; anche le ruote sembrano piccole; la
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1934
sole che si espande, le connessure del pavimento e
55
1934
con un lembo ripiegato le si è stampata nelle
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1934
non torna più. Ricorda le parole del direttore e
57
1934
parole del direttore e le sembrano più vere adesso
58
1934
vi capisca. Ma allora le parve che questo consiglio
59
1934
giunta al suo orecchio; le parve che dietro quelle
60
1934
lui. Anche una compagna le aveva detto: «È brutto
61
1934
sbagliato di nuovo strada. Le origini, la famiglia, la
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1934
strada già fatta fra le caselle sociali di tutte
63
1934
caselle sociali di tutte le persone che ha conosciute
64
1934
sempre dovuto rinunziare! Lentamente le si insinua un odio
65
1934
accosto allo specchio, e le mani appoggiate agli spigoli
66
1934
pompa. I ragazzi con le maglie rosse, in bicicletta
67
1934
ma si fanno bagnare le ruote. La domenica è
68
1934
è tra loro, lungo le dodici mattonelle che li
69
1934
separano. Anna si ripete le parole che ha pensato
70
1934
dirgli poco fa, ma le trova vuote, senza senso
71
1934
trova vuote, senza senso. Le rivede come delle cose
72
1934
nervoso. Poi si scusa; le racconta la sua giornata
73
1934
lavarti i piatti e le camicie. E per quale
74
1934
bicicletta; e, più sotto, le tre cartoline lucide e
75
1934
carri e dal cortile le voci delle donne che
76
1934
tiene fuori dell’ombrello, le calze, le scarpe, quando
77
1934
dell’ombrello, le calze, le scarpe, quando finalmente si
78
1934
bagnato di una bandiera le tocca la fronte, e
79
1934
fronte, e un brivido le corre per la schiena
80
1934
Russolo, un tipo con le lenti, uno stecco alto
81
1934
anche senza avvedersene tutte le iniziative di Teodoro miranti
82
1934
contristavano la vita con le continue “opposizioni”. I due
83
1934
un carattere contrastante con le direttive del partito. Per
84
1934
e sono contenti quando le cose vanno alla rovescia
85
1934
il fatto pratico, non le parole.» ¶ «Non v’illudete
86
1934
ottenere gran che, anche le parole hanno il loro
87
1934
risponde scoraggiato Teodoro. «Ma le baracche erano un fatto
88
1934
accorge alla fine che le obiezioni fin lì sollevate
89
1934
mostrandosi gentile con tutti. Le baracche? La tassa sulle
90
1934
queste cose, se non le più povere ed insolubili
91
1934
si sono spenti fra le labbra; e una pausa
92
1934
viso basso, si rosicchia le unghie. Teodoro colpisce il
93
1934
capito che voi chiedete le cose più assurde, per
94
1934
lei solo quando spegnendo le luci vede quell’ombra
95
1934
ombra sparire come impaurita. Le si avvicina, la chiama
96
1934
niente da mangiare e le osterie sono chiuse.» ¶ «Non
97
1934
Roma. Al direttore piacevano le donne magre e nervose
98
1934
Anna con assorta compiacenza; le donne così magre danno
99
1934
e mia madre, capite... Le ristrettezze...» ¶ «Sì, sì, capisco
100
1934
uscì dalla direzione rincorata. Le pareva che tutto cominciasse
101
1934
verso, e tutto infatti le veniva incontro festevole, tutti
102
1934
Con animo lieto sale le scale di casa. Abitava
103
1934
entrava nella sua camera. Le accadeva di pensare a
104
1934
pensare a lui tutte le volte che le cose
105
1934
tutte le volte che le cose le andavano meglio
106
1934
volte che le cose le andavano meglio, tutte le
107
1934
le andavano meglio, tutte le volte che è più
108
1934
mesi di vita dispersiva le hanno fatto il cuore
109
1934
un velo di lagrime le offende la vista. Nel
110
1934
nella mente si ripetono le immagini delle sue ultime
111
1934
tale stato d’animo le capita quel giorno di
112
1934
portone. Egli la guarda, le sorride e le accenna
113
1934
guarda, le sorride e le accenna un saluto. Anna
114
1934
troppo facilmente un saluto le sfugge dalla mano. Arrossisce
115
1934
Arrossisce, mentre egli ancora le sorride e non smette
116
1934
lei: l’uomo non le piace, e tuttavia teme
117
1934
affacciarsi, benché non ancora le piaccia. Ha bisogno che
118
1934
annoiata. Ma intanto che le importa di piacere a
119
1934
Voi mi piacete» lui le dice. «Io sono solo
120
1934
pietà, mista a curiosità, le addolcisce le parole sulle
121
1934
a curiosità, le addolcisce le parole sulle labbra, le
122
1934
le parole sulle labbra, le apre il cuore ad
123
1934
vita non fu facile, le toccò sempre lavorare, per
124
1934
sarebbe ristabilita. Queste cose le so per esperienza: più
125
1934
signora Pontecorvo ti saluta» le diceva appena giunto al
126
1934
sorriso sulle labbra, e le consegnava il pacchetto di
127
1934
i saluti di Giorgio» le diceva, «il quale mi
128
1934
pomeriggio, si volta e le fa ciao con la
129
1934
accendono la luce; poi le portano la cena di
130
1934
cena di latte, e le tolgono dal fianco Pippetto
131
1934
Il giorno appresso conta le ore, nella speranza che
132
1934
che la signora Pontecorvo le manda tanti saluti e
133
1934
a trovarla giovedì e le porterà qualche cosa di
134
1934
sola; e ora non le resta che aspettare il
135
1934
pacchetto di biscotti e le dirà che Giorgio le
136
1934
le dirà che Giorgio le manda tanti saluti, e
137
1934
a trovarla domenica e le porterà una bella cosa
138
1934
braccio Pippetto. Il medico le prescrisse qualche cura per
139
1934
per il bambino; e le disse: «Quanto a voi
140
1934
ogni tanto il medico, le medicine; e le lunghe
141
1934
medico, le medicine; e le lunghe nottate bianche a
142
1934
due venditori ambulanti e le donne che fanno la
143
1934
Carissima sorella, ho ricevuto le cinquanta lire e l
144
1934
cura radicale. E forse le cinquanta lire tue se
145
1934
lo rende improvvisamente ardito. Le prende allora una mano
146
1934
debbo essere forte, ma le stringe una mano; che
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1934
di sostegno: si sentono le esalazioni del legno bagnato
148
1934
che dire: si guarda le mani, pensando che l
149
1934
si commuove, come se le udisse da un altro
150
1934
primo giorno. «Come vanno le cose?» ¶ Teodoro scuote il
151
1934
guarda negli occhi e le stringe le mani. Si
152
1934
occhi e le stringe le mani. Si baciano, mentre
153
1934
mani. Si baciano, mentre le sedie scricchiolano, per la
154
1934
Forse dovrò andarmene via» le dice Teodoro. ¶ «Se vuoi
155
1934
sembra anzi fatale che le cose siano andate così
156
1934
e quelle che erano le vaghe aspirazioni della sua
157
1934
è poca gente per le strade. Dove andare prima
158
1934
parole! È lui che le ha inventate. Le strade
159
1934
che le ha inventate. Le strade sono sporche di
160
1934
i negozi hanno chiuso le saracinesche e le strade
161
1934
chiuso le saracinesche e le strade hanno acquistato un
162
1934
la guerra... E con le mani nervose assaggia l
163
1934
un po’ per tutte le tasche. Un agente gli
164
1934
al Commissariato. Gli sequestrano le due rivoltelle ed i
165
1934
giorni, finché non giungono le sue carte da Napoli
166
1934
lettera dice: «... dopo tutte le pene che gli ha
167
1934
anche i canti e le grida si spengono, e
168
1934
avrebbe capita! Debbo scriverle: le scriverò che sto bene
169
1934
e che guadagno molto. Le lettere potrei mandarle qui
170
1934
qui a Giovannino, che le imposterebbe. Così lei non
171
1934
pianto. La stazione, con le sue piccole luci, ogni
172
1934
che la mentalità e le idee sono il frutto
173
1934
ridotti a vivere con le loro famiglie in certe
174
1934
e dietro questa, spuntano le terrazze di cemento delle
175
1934
steppa. Prima che sorgessero le due fabbriche, fu costruita
176
1934
lavoro. Il pecoraio lasciò le greggi sui monti alla
177
1934
sere d’estate, tra le baracche e il mare
178
1934
diventavano un gorgoglio ossessionante. Le spalle degli uomini, nere
179
1934
primi passi per promuovere le iscrizioni alla sorgente Camera
180
1934
così appariscenti come vorrebbe. Le prime opposizioni le ha
181
1934
vorrebbe. Le prime opposizioni le ha trovate in tutti
182
1934
per quanto glielo consentano le sue possibilità intellettuali e
183
1934
facendo chiasso. ¶ Ora che le belle giornate fanno brillare
184
1934
collina e discende verso le baracche. Ode un vociare
185
1934
mare. ¶ Si ferma dietro le baracche, come per attendere
186
1934
finanza intente a misurare le baracche; il maresciallo scrive
187
1934
dopo l’altra misurano le baracche, mentre le donne
188
1934
misurano le baracche, mentre le donne li seguono rumorose
189
1934
gli occhi vuoti, assenti. Le guardie ridono alle proteste
190
1934
avvocato non vuole fare le carte e ritornare all
191
1934
trova un uomo che le vuole bene ed un
192
1934
e freschi d’estate... Le riuscì di farsi ricevere
193
1934
gli sono ai lati. Le scriverò che le voglio
194
1934
lati. Le scriverò che le voglio bene e ho
195
1934
Garibaldi, una sigaretta tra le labbra e il berretto
196
1934
Allora lui si mette le mani sulla cintola, sai
197
1934
abbiamo stabilito che, o le cose ci vanno bene
198
1934
nell’aria scura, con le piccole luci a fianco
199
1934
più niente di sé, le è parso impossibile continuare
200
1934
Alle strettezze in cui le toccava vivere si è
201
1934
una casa dove niente le appartiene, e dove piuttosto
202
1934
ad Anna stupende sensazioni. Le parve di essere caduta
203
1934
con sé. Girava per le strade affamata ed assonnata
204
1934
trovavano troppo malvestita e le dicevano di ripassare, poiché
205
1934
un cinematografo (questo mestiere le sarebbe piaciuto tanto: nelle
206
1934
belle sale ad accompagnare le signore ed i signori
207
1934
che doveva prendere servizio le è stato detto dal
208
1934
gente che non ha le carte in regola. Però
209
1934
traversa tutto, e imbocca le piccole vie di Trastevere
210
1934
suo tavolino, guardandola meravigliata. Le chiede delicatamente se può
211
1934
ragazza alla donna che le accoglie. ¶ «Ssss...» fa segno
212
1934
nella camera dove dormono le donne: i letti sono
213
1934
adesso Anna comprende che le toccherà dormire nello stesso
214
1934
nei punti in cui le membra hanno maggior contatto
215
1934
i quali ella fa le prove più strane per
216
1934
amica la tocchi perché le palpebre le si riaprano
217
1934
tocchi perché le palpebre le si riaprano di scatto
218
1934
per la stanza: schiude le palpebre e scorge un
219
1934
un leggero trepestio e le grida di un bambino
220
1934
un’altra. In breve le donne sono quasi tutte
221
1934
il ponte si vedono le prime case nuove, cubi
222
1934
mattoni anneriti. ¶ Essi attraversano le piccole vie della città
223
1934
L’uomo, poi, inforca le lenti e legge il
224
1934
non ha inteso perfettamente le ultime parole, dice: ¶ «Siete
225
1934
alla stazione a prendere le valigie.» Teodoro guarda l
226
1934
uomo, e scompare dietro le vetrine. ¶ L’uomo prende
227
1934
un albergo diurno, per le due porticine degli stanzini
228
1934
della donna è urtante, le cose che ella dice
229
1934
fa un giochetto, infilando le dita nelle forbici, e
230
1934
suoi aspetti più piacenti. Le guarda il seno pingue
231
1934
capelli d’oro e le mani paffutelle, ma ancora
232
1934
repentino cambiamento. Quando rialza le palpebre, ella s’accorge
233
1934
s’accorge che Teodoro le guarda il seno e
234
1934
infine Teodoro tira fuori le sigarette e ne offre
235
1934
nel porgerle il fuoco le sorride perché la mano
236
1934
che essa stringe fra le labbra. ¶ È lei che
237
1934
fanno il bagno tutte le mattine; o no, mettiamo
238
1934
Pensa a questo, mentre le guarda il collo, l
239
1934
seno. È quasi perfetta; le sue carni hanno qualche
240
1934
ricordano Maria: e veramente le somiglia! La sicurezza di
241
1934
il letto, egli guarda le pieghe gualcite dei suoi
242
1934
rendono goffo: e se le sedessi accanto e le
243
1934
le sedessi accanto e le cominciassi a parlare? ¶ Siede
244
1934
interruppe Anna. ¶ «Ti sbagli. Le ho sempre consigliato di
245
1934
tono e dirgli tutto; le si spegne la voce
246
1934
che è meglio non le parli di Maria. E
247
1934
rancore. ¶ Teodoro ha compreso, le si accosta, cerca di
248
1934
quasi riverso sul letto, le bacia le gote: lo
249
1934
sul letto, le bacia le gote: lo guarda negli
250
1934
umido e di freddo le pervade il corpo. Nasconde
251
1934
rimasto inchiodato nell’amplesso, le brucia. La camicia le
252
1934
le brucia. La camicia le si attorciglia al collo
253
1934
attorciglia al collo: e le sembra di soffocare in
254
1934
casa ancora litigando. Per le scale essi trovano la
255
1934
che sui ballatoi lustrano le maniglie delle porte, cantando
256
1934
armadio. La padrona lava le tazze e le poggia
257
1934
lava le tazze e le poggia a scolare su
258
1934
grasse. Sul banco, tra le macchie di acqua, brillano
259
1934
punteggiata di nero. Anche le garze dell’armadio sono
260
1934
mosche; ma il sole le rende leggere, e la
261
1934
fondo della bottega con le pareti grigie, pare una
262
1934
vetri e gli specchi. Le mosche sono posate in
263
1934
che lato prenderti, con le buone non ci riesco
264
1934
sempre da ragazzo, lungo le coste pietrose e bianche
265
1934
restare in casa. ¶ Sale le scale ripensando alla sua
266
1934
gran meraviglia: sono poche le domande che la madre
267
1934
chiede perché mai non le sia rimasto vicino, perché
268
1934
nella camera in penombra. Le persiane accostate lasciano scorgere
269
1934
pezzo di molo e le nuove costruzioni in ferro
270
1934
dei silos bianchi e le casette quadrate della dogana
271
1934
alza da tavola e le chiede dei soldi: «Sai
272
1934
chiede dei soldi: «Sai» le dice, «vorrei fare un
273
1934
testa bassa, per nascondere le lagrime che gli riempiono
274
1934
e la luce per le stanze è perlata e
275
1934
specchio s’indovina che le tendine sono abbassate, perché
276
1934
tendine sono abbassate, perché le poche cose che vi
277
1934
morto, così supino, con le palpebre chiuse. ¶ La madre
278
1934
nasconde la faccia tra le mani. ¶ «Ma io ho
279
1934
cose.» ¶ Teodoro vorrebbe buttarle le braccia al collo e
280
1934
convincerla che anche lui le sente quelle cose nel
281
1934
ad una lagrima che le corre a precipizio sul
282
1934
Rivede quegli occhi per le scale, nella strada, ma
283
1934
fino a perdersi fra le luci: da quest’angolo
284
1934
la sua finestra. Traversa le vie in fretta e
285
1934
qualche cosa, dovrebbe rinunziarvi? Le scriverò appena arrivo che
286
1934
scriverò appena arrivo che le voglio bene, tanto bene
287
1934
bene, tanto bene, e le luci gli tremano negli
288
1934
quasi più non vede le cose che quando gli
289
1934
fare una vita con le proprie mani; ma dove
290
1934
mano a mano che le sue cose andarono peggiorando
291
1934
programma all’essenziale, anche le sue aspirazioni subirono una
292
1934
la vede – ora che le sue condizioni sono peggiorate
293
1934
io la veda, che le spieghi le ragioni per
294
1934
veda, che le spieghi le ragioni per cui mi
295
1934
altro: se io invece le dicessi le mie condizioni
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io invece le dicessi le mie condizioni, non potrebbe
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camera, coi capelli che le si dividono sulla fronte
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riconosce. «Avrai anche tu le tue occupazioni, i tuoi
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Maria va ad aprire le imposte, e la luce
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la vestaglia addosso, perché le sue forme appaiano più
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di quell’avvocato che le faceva la corte... e
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arrugginita, una limetta per le unghie, una scatola di
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e dopo che egli le ha spiegato, non senza
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la sua situazione e le ragioni della sua fuga
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si è coricato. Ma le lenzuola odorano di erba
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umidi di pioggia, tra le fiamme che riflettono il
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e non era facile: le due ragazze erano talvolta
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moleste di gelosia, che le eccitavano ad altercarsi. Teodoro
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fugaci. Ecco, già non le importava più nulla dei
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senza parteciparvi. Ma formulava le risposte mentalmente, e non
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perché Anna inconsapevolmente prendeva le difese degli operai; e
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prendere troppo a cuore le sorti di Maria. «... Ma
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in fondo a subire le sorti della propria classe
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non si potevano applicare le sue cognizioni di socialista
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nella speranza di riprendere le sue letture in pace
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la mente da tutte le moleste visioni della giornata
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quando è sera, spiccano le lettere bianche sul cielo
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sul cielo smaltato, fra le stelle. ¶ Gli operai che
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fabbrica di piombo con le sue feritoie di raffreddamento
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ne sia stato con le mani sulla pancia, questo
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di testa. «Dovresti curarti!» le dice Teodoro senza convinzione
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acciaio inossidabile; queste sono le vere bretelle elastiche che
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bontà delle nostre cravatte; le persone intelligenti ne approfittano
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nasconde il viso tra le mani e, fingendo di
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lettera che egli non le ha letto e il
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che i sacrifizi e le ristrettezze aumenteranno. Piange: e
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lacrima dietro l’altra le bagnano la mano. Teodoro
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richiamo di Teodoro, che le dice andrà via al
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alberi. Il vento pettina le fronde, aprendole alla luce
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uomini, i quali con le voci che rintronano nella
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rintronano nella piazza deserta le dicono: «Su, resti ancora
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La carrozzella riparte con le tre teste dondolanti; gira
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qualcuno: i seni flosci, le gambe secche, il ventre
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e forse... Il pensiero le corre a Teodoro, che
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casa Teodoro, così non le sarebbe scappato il buon
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Che fai, così, nuda?» le domanda. ¶ «Mi spogliavo» risponde
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acqua. I muri dietro le caldaie della tintoria sono
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non voglio perderla dietro le sciocchezze. ¶ «Il fatto è
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ci si accorge che le valvole non funzionano e
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il cielo grigio con le sue finestre strette e
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Si sente felice per le cose nuove che indosserà
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gente mi dice dietro le spalle! Teodoro è rimasto
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rimasto a cena con le due ragazze che fanno
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perché son sole; ma le patate non gli piacciono
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abiti goffi e macchiati, le sue scarpe rotte, l
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avere ancora qualche sigaretta: le cava fuori a fatica
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quando Teodoro cercava timidamente le labbra di Anna. Fuggirono
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sciorinata sulle sedie, fra le calze di lana del
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grigie e dure, e le sue camicie sfilacciate, in
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Il figlio si guarda le mani, guarda il soffitto
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mani, guarda il soffitto, le connessure dei mattoni, i
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di terrazzi, di piante, le piante gialline che il
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gli corra fin dietro le orecchie. ¶ Va in cucina
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i tram passano con le luci ancora accese. ¶ Ricomincia
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avviati verso il centro: le ruote sbattono nelle fosse
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fosse della strada e le tende svolazzano nell’aria
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si va schiarendo e le donne camminano sulla strada
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tutto si accomoda e le donne diventano allettanti. A
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Teodoro piace passare sotto le tende dei negozi, sotto
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tende dei negozi, sotto le tende che gocciolano al
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fianchi larghi e molli; le donne grasse gli piacciono
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tanto al mese per le donne! ¶ Dopo il corso
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fa divertire. ¶ Eccolo per le scale, verso la casa
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vai tu la sera?» le chiede, e si pente
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non per amore. Infatti le dice poche parole: l
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una condotta ipocrita, scorretta: le donne, si dice, ti
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cuscino gli lagrima, e le palpebre gli si chiudono
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si chiudono e sente le parole del libro ripetersi
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gli viene incontro con le sue armate; ma non
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docili; si modellano tra le sue che cercano di
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Accende il lume: sono le tre: a quest’ora
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quest’ora Anna dorme, le strade sono deserte; la
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sue spalle e discende le scale di casa. Non
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i pantaloni bagnati e le scarpe, coperte di fango
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ad entrarvi, e se le suole son di cartone
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un po’. Si ficca le mani nelle tasche. Non
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e tra gli alberi le statue. Sul cielo le
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le statue. Sul cielo le nuvole si vanno diradando
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parola: il cielo fra le colonne del padiglione si
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del serbatoio batte contro le pareti di ferro. È
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una curva celeste dietro le case della piazza. ¶ IV
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senza più cappotto, con le mani in saccoccia a
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verso l’est, ove le alte ciminiere di mattoni
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a soffiare nell’aria le prime palline grigie. Andarsene
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non ode più nulla: le orecchie gli fischiano come
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magra e il cuore le funzionava Dio sa come
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chi fosse, la vita le divenne ancor più grave
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accumulavano ai sacrifici e le sofferenze non si contavano
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ebbero agio di raccontarsi le loro vicende e i
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era quasi notte, per le strade appena tracciate; tra
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braccetto; ora si cercavano le mani; si spinsero tra
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vedevano sui marciapiedi lontani le loro luci riflesse come
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macchiava di bianchi fosforescenti le foglie, che palpitavano a
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un concertino nascosto tra le piante. L’ambiente era
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a fiori rossi, con le spalle appoggiate a due
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Sull’imbrunire Marco scende le scale in fretta, coi
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piove, fanno chiasso per le scale, dove le loro
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per le scale, dove le loro voci rimbombano. Poi
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la sera trafelati, con le mani e le ginocchia
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con le mani e le ginocchia nere, e si
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mercurio, è in disordine. Le coltri del ragazzo sono
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succhiata. Il bimbo ha le mani gommose e gli
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parevano già difficili per le scarse capacità del bambino
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fargli vedere nella caramella le cose più bianche di
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sua da pensare; socchiude le palpebre e appoggia il
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sul cristallo ombrato corrono le mosche, che in trasparenza
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diventata ancora più difficile: le sue condizioni fisiche sono
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riaddormentarsi. Ma sente sotto le coltri pesanti il suo
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scemato, dal momento che le condizioni economiche non le
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le condizioni economiche non le hanno permesso di salvare
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nella speranza che egli le dica dove sia e
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a pensare a lui» le grida. «Se ti interessa
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intendersene di latta per le scatole, di stampi, di
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raccomando di sorvegliare che le scatole siano tutte ben
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praticamente. Non per discreditare le altre ditte dove voi
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macchine, dove si facevano le scatole di latta per
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scatole di latta per le conserve alimentari. Un uomo
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uomo. Ripeté molte volte le indicazioni di lavoro, il
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lucidi di sudore, con le camicie o le maglie
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con le camicie o le maglie aperte sul petto
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obbligando ad ogni colpo le palpebre a serrarsi. ¶ Quando
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e conosceva a memoria le misure degli stagni che
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hanno messo per controllare le nostre manovre politiche. E
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lotta in sé, per le disavventure che gli erano
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avvocato a cui dedicava le sue sere napoletane. I
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Come sarà diventata? Cosa le dirà? Parlerò poco. È
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meglio, bisogna lasciar correre le cose per il loro
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stupita e ammirata. Teodoro le ha dato appena la
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lei è impacciata: e le molte parole che accorrono
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vogliono che io racconti le mie sventure per riderci
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rivolgersi al grammofono accosta le labbra all’orecchio di
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di Anna e sottovoce le dice: ¶ «Non ho proprio
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che si china verso le sue labbra sembra stia
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fragile che egli rivolge le prime timide domande, mentre
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mentre dal grammofono erompono le note più alte e
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fragile che egli porge le prime emozioni sul loro
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giovanotto. ¶ «Se ti capisco» le risponde Teodoro. Attenzione, una
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Anche Anna tace: ormai le lancette dei loro discorsi
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dei loro discorsi volgono le punte contro i loro
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abito che Maria forse le ha prestato per l
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stato costretto a indossare: le tempie gli si inumidiscono
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si inumidiscono continuamente, e le goccioline di sudore gli
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non ha torto: ora le appaiono più evidenti i
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i difetti di Marco, le sue piccole cattiverie. Ma
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espansivo? quel tanto che le dia agio di aprirsi
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che ora a rattenerlo le fa peso? Vorrebbe che
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pestare certi argomenti e le poche cose che dice
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rompe di nuovo fra le mani; ecco nuove lotte
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necessario? Bisogna perfino preparare le cose che occorrerebbe dirle
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la farà lavorare, non le farà mancare nulla. E
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interessa ancora di Marco? ¶ Le scale di legno che
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che fa più bianche le pareti, e dà rilievo
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e con una mano le tocca una spalla. Sono
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quel Marco con tutte le più gelose domande: lo
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dei disordini nella città. Le strade appaiono deserte, perlustrate
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Barrin tratta colla Federazione; le richieste degli operai accolte
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alle fabbriche. Sono iniziate le trattative di conciliazione... Le
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le trattative di conciliazione... Le trattative falliscono. I rappresentanti
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fondo... In fondo sono le ombre delle ciminiere che
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dentro per riapparire sotto le vetrate luccicanti dell’Arsenale
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i campi, su cui le ciminiere spandono una labile
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dove gli uomini e le cose, per la vista
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caldo sollevava dalla rena. Le voci dei villeggianti si
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della casetta che aveva le mura bianche di calce
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in lunghe discussioni, durante le quali volava qualche mala
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dovrei farle sentire che le sono riconoscente, malgrado tutto
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giorno, e gli occhi le si spengono: forse Anna
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fatto spesso lodare per le sue spiccate capacità e
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suo congedo militare; lega le tre carte con uno
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e ci sono pure le altre due dichiarazioni della
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giorno fortunato: il giovedì le cose mi sono andate
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Teodoro! E faccio io le spese per Anna. ¶ Nel
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escono dalla fabbrica, con le giacchette corte corte, senza
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pareti. Anche lui legge le massime incitanti al lavoro
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presentatevi da me.» ¶ «E le carte» domanda Marco quando
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carri che lo attraversano; le gru e i castelli
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di cristallo vi stampano le loro ombre gigantesche. Di
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pensilina ondulata, si vedono le macchie rosse degli altiforni
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da Teodoro, e nemmeno le medicine che ogni tanto
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qui nascono per lei le preoccupazioni. Sicché nei momenti
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popolare l’agitazione tra le masse: e il comitato
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rimessosi su quel terreno, le cose precipiterebbero chi sa
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malgrado il rumore che le scatole confezionate producono cadendo
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appoggia alla finestra, incrocia le braccia. ¶ «Sì, lo devi
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Mi sento venir meno le forze. Il cuore...» ¶ «Ma
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questa, come son passate le altre.» Ma lei insiste
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la chiama Teodoro, che le si siede vicino, l
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a mettersi a letto, le raccomanda di non farsi
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sua stanchezza, si guarda le gambe nude che hanno
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senso rivoluzionario. E chiude le palpebre, come per pensare
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che gli bruciano; e le mani, al contatto con
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dorso, solleticandolo. Ha sudato, le spalle gli bruciano, la
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la salsedine gli tiene le occhiaie tese; davanti a
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silenzio. ¶ Teodoro mentre sale le scale di casa viene
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si va a finire. Le cose vanno di male
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ci siamo, ti dico le cose come stanno. Ho
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oppure gli operai occuperanno le fabbriche.» ¶ «Quando?» ¶ «A momenti
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fare a me. Se le cose vanno male, vedrò
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dicono i due uomini: le pare che stiano per
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udire anche lei; ma le mancano le forze, e