parolescritte
interroga:  scripta  ·  bsu  ·  civita

il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Carlo Bernari, Speranzella, 1949

concordanze di «le»

nautoretestoannoconcordanza
1
1949
per il partito; o le ha messe insieme con
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1949
ha messe insieme con le sottoscrizioni. Che ne puoi
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1949
vanno scalzi e con le pezze in culo, va
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1949
d’accordo; per lasciare le cose come si ritrovano
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1949
fece un giro per le pareti vuote e se
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1949
un altro mozzicone per le tasche e se lo
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1949
un istinto che sconosceva le vie della ragione, anzi
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1949
del letto, si pulì le piante dei piedi con
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1949
piante dei piedi con le mani e si ficcò
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1949
escono dal cervello come le spine e ti danno
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1949
spine e ti danno le punture. A che pensi
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1949
parlarne. La comare incrociava le braccia sul petto, come
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1949
Cariati, arrivò dalla Pizzicatella, le fece un sorriso e
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1949
detestava. Ma questa volta le era piaciuto; lo schiaffo
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1949
Causa essa formulò anche le sue riserve politiche: non
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1949
andava cauta, perché temeva le diavolerie della sua rivale
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1949
tutti gli affari che le andavano “storti”. Aggirando le
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1949
le andavano “storti”. Aggirando le posizioni aveva perciò mandata
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1949
testa piegata sul petto, le mani nelle tasche che
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1949
fuga di Michele attraverso le campagne, fino ad Aversa
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1949
T.A. dove sostavano le auto che non trovavano
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1949
sera impalato lì davanti?» ¶ Le magre “501”, le scorticate “Citroën
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1949
lì davanti?» ¶ Le magre “501”, le scorticate “Citroën” anteguerra, le
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1949
le scorticate “Citroën” anteguerra, le “503”; le “Balilla Tremarce”, qualche
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1949
scorticate “Citroën” anteguerra, le “503”; le “Balilla Tremarce”, qualche “Diatto
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1949
azzurre, verdi e rosse. Le chiamavano ragoste; e come
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1949
carroccio, da far mangiare le mani a mezza Speranzella
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che ora sibila per le ripide discese da Cariati
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sotto i bracci e le mani occupate da altri
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1949
come quando si dividevano le colazioni in campagna, attorno
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1949
secondo nel Messico durante le due rivoluzioni, a vendervi
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1949
perché travestiti da americani le rivendessero nei vicoli. Erano
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Comandate.» ¶ «Preghiera sempre.» ¶ Tergendosi le mani ad una matassa
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1949
bene?» ¶ Michele aveva allargato le braccia; ma di nuovo
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1949
di nuovo avendo temuto le ire della Pizzicatella, aveva
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1949
magliaro aveva già voltato le spalle e stava ora
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1949
sentitemi bene” (aveva avvertito le sue commare) senza essere
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1949
hanno cominciato a salire le scale di casa sua
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1949
il pacco stesse sotto le vostre mani!” ¶ Forse il
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1949
essere scumunicata con tutte le diavolerie che ha in
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1949
fosse per sommergerla. Tra le tante cose che essa
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1949
cinquant’anni fiorenti non le rimanevano allora che due
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1949
mezzo si svolgevano tutte le visioni di cui l
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1949
gravosa di tutte: cambiare le idee nella testa della
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1949
quell’interrogativo si arrestavano le sue ipotesi di onesto
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1949
meno al suo benefattore, le cui visite d’altronde
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1949
con grossi baffi biondi. ¶ Le poche volte che si
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1949
trovarvi Nannina a far le veci della Cafettèra, impegnata
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1949
che essa stringeva con le labbra mentre tentava di
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1949
signori!» ¶ Stava in sottanina, le spalle e le braccia
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1949
sottanina, le spalle e le braccia nude, bianchissime, tra
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1949
Ciccillo, per vedere se le veniva protezione o minaccia
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1949
un lumino che batteva le ali rosse davanti al
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1949
sei scordata che tenevi le porte aperte, e la
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1949
come se avesse fra le labbra un filo di
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1949
silenziose, di bambagia, fra le sue mani. ¶ Ma appena
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1949
si accostò alla ragazza, le pose una mano sulla
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1949
Ciccillo non potesse udire, le disse: ¶ «Quanto a noi
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gli occhi, di allungarle le sottane, di metterle le
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1949
le sottane, di metterle le mutandine, se gli capita
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1949
che dalla strada, girò le gambe, appoggiò sul ginocchio
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1949
stipite, faceva paura; tra le sue gambe s’insinuò
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1949
fatta?» ¶ «Dev’essere passato le nove!» ¶ «Un’altra giornata
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1949
della seggiola e con le ginocchia a filo del
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1949
a filo del tavolo, le braccia larghe, come se
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1949
ogni “grazie mille” che le vien sussurrato; si rialza
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1949
ciocca di capelli che le si rovescia sulla fronte
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di manganello o lanciando le jeeps in mezzo alla
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1949
che di sotto aspettava le sue informazioni. «Bruno, il
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1949
faceva intorno. Erano sparite le jeeps con Bruno e
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1949
lumino a dibattersi con le ombre davanti all’immagine
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1949
quell’interminabile giornata, ma le palpebre non s’incollavano
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1949
sua felicità. Si tolse le mani dalla fronte, se
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1949
mani dalla fronte, se le portò sotto le coltri
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1949
se le portò sotto le coltri e si abbracciò
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1949
perché gli si sciogliessero le palpebre al sonno. Abituato
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1949
il letto se non le rare volte che, febbricitante
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1949
che, febbricitante, voleva stendere le membra accartocciate dalle continue
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1949
o due parole, seppure le dice ed ha già
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1949
consumi la branda! – tentava le vie dello scherzo, Mastrovincenzo
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1949
casa, tutt’e trenta, le dovevo portare se no
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1949
per i pericoli e le insidie di cui è
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1949
o forse sonnecchiavano, ruminando le loro parole, da un
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1949
è sempre, persino dietro le porte chiuse delle botteghe
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1949
capito!… Dice che erano le sue, che non erano
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1949
sue, che non erano le sue… Prima mammà come
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1949
perché, diceva, tu te le sei pigliate. Ma s
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1949
lire? E chi te le ha date? E tira
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1949
Ma tu, disse poi, le centomila lire le hai
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1949
poi, le centomila lire le hai prese o no
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1949
poi» riprese a dire «le ha trovate. Sissignore, le
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1949
le ha trovate. Sissignore, le ha trovate sotto il
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1949
marmo del comò, dove le aveva nascoste prima che
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1949
insegnato il professore.» ¶ «Ma le centomila lire…» insisteva Mastrovincenzo
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1949
il risentimento del ragazzo. ¶ «Le centomila lire, dite voi
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detto: sta sempre con le mani in pasta e
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1949
passaggio» e si portò le mani agli occhi come
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1949
E si lasciò cadere le mani in grembo; fece
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1949
petto, e disse: «Acqua». ¶ Le porsero un bicchiere d
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1949
lo sguardo. Coloro che le stavano intorno si accorsero
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1949
testa sul petto, mentre le labbra bisbigliavano ancora: ¶ «Lascialo
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1949
orlo della scollatura e le sollevò il mento: ¶ «Ma
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1949
che il Joe guidando le teneva sul ginocchio, e
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1949
ingenuamente di aver rimesso le cose a posto, respingendo
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1949
emergeva dall’ombra con le sue matasse di filo
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1949
a segnare parchi per le macchine alleate, officine di
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1949
estraneo al suo corpo. Le sembrava di avere, o
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1949
ove s’erano fermate le mani gialle del Joe
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1949
più il colore che le dita a stringere, non
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1949
ripiglia? Andatele vicino, che le fa piacere!» ¶ Ciccillo fece
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1949
curiosi che andavano commentando le strane parole di donn
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1949
limoni, aveva accese tutte le lampade ad acetilene; e
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1949
fazzoletto che la Pizzicatella le aveva messo al collo
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1949
collo, e appena Ciccillo le fu vicino gli prese
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1949
fu vicino gli prese le gambe: «Che brutta impressione
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1949
credevo di morire». ¶ Ciccillo le fece una carezza, prolungò
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1949
questo Ciccillo si odorò le dita e cambiò itinerario
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1949
cambiò itinerario, salendo verso le spalle e di li
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1949
mano alla nuca. ¶ «Chiudi le porte.» ¶ «Elví, a quest
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1949
il momento.» ¶ Ciccillo chiuse le porte e tornò scontento
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1949
della Cafettèra, doveva subirne le furie. Donn’Elvira intanto
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1949
sarebbe toccato arrampicarsi tra le bugie che la Cafettèra
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1949
disse la Cafettèra porgendo le reni al letto. ¶ «No
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1949
fuoco!» ¶ Ciccillo obbedì. Appena le fu vicino, Elvira abbracciò
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1949
fu vicino, Elvira abbracciò le cosce dell’uomo e
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1949
seno tondo, con ambo le mani. ¶ «Ciccì, ti ricordi
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1949
mai credere, che vedevo le cose in lontananza, che
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1949
avvenivano alla Torretta, io le vedevo, qui, ti ricordi
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1949
questa? È mangia forse?» Le parole gli uscivano sibilando
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1949
cosa» e si batté le dita a campanello contro
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1949
donna all’uomo che le passava accanto per uscire
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1949
volta che Nannina vide le lampade fluorescenti. ¶ «Guarda» disse
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1949
non capiva se anche le lettere stampate fossero di
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1949
che meraviglia!». Esso conteneva le immagini dei due futuri
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1949
se ne devono cadere le lastre di vetro di
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1949
di vetro di tutte le case dei comunisti e
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1949
l’uomo doveva prestar le reni seriamente, farsi raggiungere
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1949
un po’ che guaio le è andata a toccare
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1949
ascoltava più, anche se le forze non l’assistevano
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1949
una volta, perché presto le veniva l’affanno e
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1949
casa ogni otto giorni, le si ammucchiavano in ogni
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1949
tutt’in una volta le capitano tra le mani
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1949
volta le capitano tra le mani ed essa deve
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1949
sparpagliò in sibili tra le forcine che essa stringeva
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1949
va in giro per le sue labbra, incerto se
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1949
nude e più rosse le sue gengive. ¶ «Uèh» si
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1949
retrovisivo come per ritrovarvi le immagini di quelli che
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1949
grembo; allora, come se le avesse letta la parola
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1949
E riunite a mazzetto le dieci dita, le tese
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1949
mazzetto le dieci dita, le tese sotto il muso
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muso dell’americano; questi le scansò con violenza, prese
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svolto tanti commerci. Con le zazzere chine per terra
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essi ora andavano raccogliendo le mele e le patate
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1949
raccogliendo le mele e le patate e le portavano
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e le patate e le portavano all’erbivendolo che
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1949
ha riconosciuta; e guardò le parole incomprensibili, ma certamente
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1949
non voleva piangere; non le era più possibile immaginarsi
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1949
chi sa che cosa le farà… La realtà era
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1949
aveva appoggiato tante volte le spalle, o i fianchi
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1949
indirizzi che donn’Elvira le aveva dato: «Ecco» disse
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1949
una corsa folle. ¶ Conosceva le strade meglio di Nannina
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1949
dalla macchina in corsa, le due masse verdi degli
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1949
malgrado il vento e le nuvole che giocavano ad
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la carta!» e batté le dita della destra nel
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1949
voialtri…» ¶ L’americano sollevò le mani dal volante, fece
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1949
perché il mammalucco non le capirebbe neppure certe finezze
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1949
riapparizioni del sole fra le nuvole l’occhio si
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1949
sempre lo stesso; e le mosche, malgrado il freddo
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1949
e qualche uccello tra le foglie azzurre dei fichi
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1949
apriva un burrone, che le ruote, sibilando nella discesa
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1949
ripetè il sergente, bloccando le ruote proprio sul ciglio
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1949
Mentre l’americano toglieva le provviste dal sacco e
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1949
provviste dal sacco e le disponeva sull’erba coricata
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1949
rossetto che donn’Elvira le aveva applicato la mattina
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1949
seta che donn’Elvira le ha regalata. (Non trovava
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con calma. Quel che le era parso vaiolo in
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1949
letto di foglie secche. Le labbra appena segnate si
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dal freddo. Si toccò le cosce, erano scoperte; e
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1949
qui mentre dormiva. Rannicchiò le gambe e distese la
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1949
Benché la paura non le consentisse di connettere le
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1949
le consentisse di connettere le idee, Nannina capì che
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1949
con tutte e due le mani, con tutto il
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1949
organi fastidiosi per tutte le pulizie che richiedono. Lo
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1949
calmarlo. ¶ Ma sentì che le due manone dello straniero
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1949
manone dello straniero – lei le ricordava gialle nei guanti
186
1949
al suo grido, mentre le due mani gialle le
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1949
le due mani gialle le avevano già mozzato il
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1949
grida di donn’Elvira, le fasi del malessere da
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1949
una scema.» ¶ «Chissà che le ha preso» disse la
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1949
estero interi anni e le manda milioni, la Pizzicatella
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1949
come aveva oscurato tutte le altre donne dei Quartieri
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1949
o per dirla con le sue stesse parole: facendone
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1949
attento ti romperò io le ossa a te! – pensava
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1949
lei, nel veder moltiplicare le mescite di caffè sempre
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1949
mano avida trarsi indietro le venti lire; e se
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1949
alluci sbucati di sotto le coltri si arricciavano di
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1949
suo sonno agitato; anche le braccia intrecciate sulla fronte
198
1949
voi. Ve ve ve le sentite le forze?» ¶ «Si
199
1949
ve ve le sentite le forze?» ¶ «Si e no
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1949
a sfidarvi. Si mette le mani nella cinta come
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1949
fare, allora, quando addormentate le persone. E ditemi una
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che teneva fermo tra le cosce. Ad ogni giro
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1949
ogni giro di manovella le sue mammelle tonde e
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1949
quel rumore si riprese le membra abbandonate per ogni
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1949
per ogni dove fra le coltri e fece un
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1949
lunghi alluci neri sotto le coperte come per raggomitolarsi
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1949
l’avessero morsicato, ridistese le gambe e saltò fuori
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1949
che d’è, ve le siete scordate quelle? E
209
1949
volta delle settemila, e le mille una volta sì
210
1949
che ora è?» ¶ «So’ le sette. Che vi credete
211
1949
giorno?» ¶ «Mamma del Carmine, le sette. Neh Pascalò, su
212
1949
hai sentito che so’ le sette.. Ora comincia a
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1949
del busto che Elvira le porgeva con due mani
214
1949
la pena di riferire le voci che a quelle
215
1949
soperchia invidia. A chi le chiedeva un numero donna
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1949
parlata cafona. ¶ A chi le diceva invece di associarla
217
1949
esce il posto.» Ora le intenzioni ironiche di Elvira
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1949
a caffè si fecero le undici. Vennero in fila
219
1949
Elvira, che si portò le mani al viso: ¶ «Signor
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1949
per sogno, qua stanno le cinquemila lire» così dicendo
221
1949
niente.» ¶ «Perché, non fa le parti del padre?» ¶ «Appunto
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1949
luogotenente? E allora fa le parti del padre, è
223
1949
e poi gli voltano le spalle ? ‘sti traditori…! E
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1949
ci ha cuore non le può digerire tanto facilmente
225
1949
era meglio se lasciavano le cose come si ritrovavano
226
1949
cosi?» ¶ «Ci dobbiamo guardar le spalle, signor Me’… Nannina
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1949
Me’, sono organizzatori. Fanno le collette e le mandano
228
1949
Fanno le collette e le mandano al re. Perché
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1949
re soldato». ¶ Elvira allungò le due mani, prese al
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1949
che la discesa ripida le impediva di trovare. ¶ Perché
231
1949
di donn’Elvira che le aveva detto: «E bada
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1949
d’aria ne ricalcò le linee. Ecco com’era
233
1949
gonna che si vedono le cosce e con questa
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1949
anche al suo corpo le spietate movenze della ragazza
235
1949
guardarla, e prima mai le è accaduto; un uomo
236
1949
seppure corre per tutte le membra e le svuota
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1949
tutte le membra e le svuota che a lei
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1949
una maestosa figura non le sorgesse al fianco. S
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1949
you going?» ¶ Nannina riconosce le parole, più che le
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1949
le parole, più che le labbra sottili, gli occhiali
241
1949
aspro della mina copiativa le venne l’idea di
242
1949
soglia o una Qualchecosa le capitava fra le mani
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1949
Qualchecosa le capitava fra le mani, essa già disponeva
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1949
arrivo della ragazza tra le pagine prescritte dal mago
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1949
implacabile avversario di tutte le speranze dei suoi parrocchiani
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1949
nel momento di accasciarsi le sue gambe si irrigidirono
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1949
e infine lo sguardo le fuggi di nuovo dagli
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1949
della domanda. Infatti niente le era accaduto. ¶ «E tu
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1949
la rese ardita e le permise di dire in
250
1949
giorni prima. Il chiromante le aveva detto: “Una lettera
251
1949
dal petto. Si torse le mani, ne fece un
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1949
Nannina sentendosi ancora frugar le carni dalle mani robuste
253
1949
mitigare lo sconcerto che le sue parole avevano gettato
254
1949
Ma gli uomini vedono le cose differentemente… E tu
255
1949
Gabriele che si toglieva le ali per entrare. ¶ Don
256
1949
Signor Me’, voi ve le fumate in una giornata
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1949
sua mano sui capelli le parve di doverne rimanere
258
1949
tutto il dolce che le rimaneva in petto in
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1949
della sua carne, non le importava granché. Con una
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1949
forza medianica che lei le trasmetterà, si fiderà di
261
1949
figurati che erano tante le ricchezze che per conto
262
1949
ma sorrise come se le avessero prese le guance
263
1949
se le avessero prese le guance e gliele avessero
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1949
invidia e di noia. Le confidenze di donn’Elvira
265
1949
che nulla potrà scuoterne le cime. Eppure la vetta
266
1949
freddo ti scenda per le ossa. E poi è
267
1949
del chiromante. Camminava tenendosi le mani sul ventre per
268
1949
bolerino per far svampire le fiamme che dalla pancia
269
1949
fiamme che dalla pancia le salivano al petto. Il
270
1949
sommersa, ma saggiamente ridistribuiva le acque superflue verso i
271
1949
loro incerta giovinezza. Perché le scarpe risultavano sempre troppo
272
1949
con un cartello fra le mani in cui si
273
1949
tenendosi la radio tra le mani come un barile
274
1949
sagoma, dal petto incavato, le unghie nere, sulla punta
275
1949
di lunghissime dita gialle. Le braccia sottili ma poderose
276
1949
paura… Perché non ve le schiarite quelle unghie?» ¶ «Ormai
277
1949
Così esposte al lume le dita sembravano tasti neri
278
1949
è specializzato, ma per le cose importanti. Ne ho
279
1949
afferrandosi i ginocchi con le due mani e agitando
280
1949
due mani e agitando le gambe addormentate. «Poveri quei
281
1949
chewing gum, filava tra le bocche sempre più distanti
282
1949
severo ma professionalmente impeccabile le rammentò che la sua
283
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col principio dell’utilità. Le dai corda e ti
284
1949
cui l’indovino volgeva le spalle, facendovi anzi sopra
285
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incrocio dei retini con le ombre il bel volto
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volesse spegnerla; infine congiunse le due mani che Nannina
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a prendermi il caffè.» ¶ Le posò una mano sulla
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limitava bensì ad accostare le imposte e dallo spiraglio
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ogni sabato le offre le chiavi per penetrare nel
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parte senza paura. E le dice: «La tua è
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fermano sulla soglia, curvano le spalle come a precipitarsi
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insistenze dei due che le offrono ogni giorno un
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vita” perché non forzino le porte del suo segreto
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i capelli, si ritocca le labbra, preleva un po
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aprono a raggiera verso le dita. Sembra che intimi
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che distribuì in tutte le botteghe dei Quartieri di
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parete a cui volgeva le spalle il chiromante durante
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spalle il chiromante durante le sue sedute. ¶ «Quello, via
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e Baldoria avevano invaso le vie di Napoli. Gli
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tanta gente sciamava per le vie di Napoli in
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ogni cantone, il sospetto, le perquisizioni. A questo amore
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dei gradoni già spuntavano le teste bianche e rosse
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pantaloni, zoppicanti come se le gambe aspettassero una parola
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un americano ubriaco, dimenavano le loro zazzere lucenti e
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soldi e doveva vuotarsi le tasche, riempite sin dalla
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cioccolato, col sapone, con le sigarette o con le
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le sigarette o con le scatolette, i signori prima
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cognato e ai piedi le scarpe del cognato. In
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cioccolato sa di carruba; le caramelle sanno di medicinali
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formaggio sa di sapone; le saponette puzzano di creolina
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crine, ormai consunto, pungendola, le rammentava la parte da
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unica cosa possibile sono le sigarette, eppure…» ¶ «A chi
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di lei, e che le impediva di udire il
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baito di sigarette fra le gambe. Lo arrestarono e
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esitava a rimettere fra le labbra del bambino il
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il cielo basso sopra le case e l’umido
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già dipinto di nero le soglie dei bassi e
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cercò di frenare stringendosi le mani a croce sul
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lo sentì neppure sotto le mani il suo misero
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vita. ¶ Per riscaldarsi non le rimaneva che riprendere la
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della posta pestando rabbiosamente le mattonelle viscide di cemento
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Istintivamente Nannina si portò le mani al petto come
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P. Svelto il milite le afferrò i polsi e
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la costrinse a stendere le braccia lungo le cosce
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stendere le braccia lungo le cosce; e quando l
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sulla posizione d’attenti le munse le mammelle. Ma
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d’attenti le munse le mammelle. Ma ritrasse subito
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mammelle. Ma ritrasse subito le mani come scottato. Mormorò
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lei sapeva ciò che le avevano trovato indosso quelle
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mani frettolose e scottate. Le avevano trovato la vita
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il ragazzo che prima le aveva parlato. ¶ «Uffa come
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uno gli tolsero perfino le scarpe e lo mandarono
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l’M.P., agitando le sue enormi mani gialle
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al cospetto di Nannina le sollevò il mento con
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suo sì l’americano le poggiò una mano sulla
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non possedendo una casa le era difficile dire un
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alla meglio, per completare le lettere cancellate: non serve
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sinistro, quasi a contare le ore lente tra una
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egli sentiva di sotto le coltri. Chiese d’essere
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stabile distrutto; a riparare le valvole esterne, prima che
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gamba. ¶ «O vi piangete le trecento lire che deste
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No, quelle no. Me le restituì. Disse che era
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gatti abbandonano in fretta le immondizie in cui stavano
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sacco vuoto per disperdere le bestie avide. ¶ Il conducente
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ancora sul parafango posteriore le sigle U.S.A
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testa sulla strada con le sue paste sospese in
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babà e sfogliatelle, e le lampade fluorescenti fabbricate per
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che gli viene offerta. Le due lettere di ottone
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esclama Ciccillo manovrando scontento le manopole della sua fiammante
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tutti i fedeli. Ciccillo le ha dato quel posto
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nome del cliente con le raccomandazioni del caso: ¶ «Per
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aiuta al banco, risciacquando le tazze e i cucchiaini
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Pascalo, corri che sono le dieci, e ora senti
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gentili galoppa già per le sue viscere. Solo quel
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vita che rifluisce rinnovando le funzioni vegetative in quel
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radio riceventi su tutte le ragoste e i marruffi
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non vogliono più godersi le loro ricchezze su quei
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sintomo. Chi comprerà più le stoffe mericane e inglesi
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loro mocassini di camoscio, le loro camicie di seta
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tutti i vicoli che le corrono intorno a spina
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dispolpato. Chi rimane ha le radici nella miseria e
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interstizi delle basule, succhia le spine. ¶ «Mastrovincé spicciatevi che
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Pulcinella?» ¶ Il ragazzo alza le spalle, non sa come
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Va be’…» ¶ «E che le dico?» ¶ «Niente. Dille che
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che il sabato infiorano le loro mostre appetitose o
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i bombardamenti come durante le razzie dei tedeschi, Elvira
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Giosuè, che se ripeteva le sue visite doveva averci
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sigarette lasciati a far le pulci da mesi. Don
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anni e portava ancora le vesticciole che si era
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dietro il tramezzo con le specchiere, è ben celato
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entrando dalla porta fra le luci verdi delle lampade
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appoggiato alla sua cassa «le ordinazioni di caffè persino
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compagno e salgono verso le vette del cervello. ¶ Così
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esatta.» ¶ «E tu come le hai sapute tutte queste
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tutte queste cose?» ¶ «Me le ha dette lui, che
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No, niente.» ¶ «E me le ha dette pure il
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Ricordati che servono per le tazze…». Segue il bambino
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e: ¶ «Che ti manca?» le chiede. ¶ «Come la fate
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Rosario alla Speranzella. Sono le undici: un quarto d
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ora è trascorso fra le due ultime messe della
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Nannina non ha recitato le sue orazioni; ha contato
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frittelle, di pizze. Sono le undici, ed è sabato
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pericolo che ogni sabato le stringe il cuore. Don
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segreto; e ogni sabato le offre le chiavi per
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anche loro hanno schifato le razioni in scatola e
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e quest’ombra cantava le sue persiane: «Persia… ane
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a piedi e con le mani vuote.» E aveva
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vuote.» E aveva mostrato le mani a palme aperte
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un bel po’ abbandonate le loro mense disadorne, dove
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loro mense disadorne, dove le migliori vivande arrivavano ridotte
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salire e a scendere le scale di tutti i
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La Cafettèra aveva pronunciato le ultime parole con amarezza
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ti dicevo, se tu le centomila lire le affidavi
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tu le centomila lire le affidavi a me, io
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a me, io te le facevo fruttare al doppio
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battendosi la fronte con le dita a grappolo aveva
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quasi piagnucolato nel profferire le ultime parole. ¶ «Elví, con
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modo?… Scommetto che neppure le scarpe a Pascalotto gli
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il vestito, come pure le scarpe a Pascalotto, ma
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mezzo di maggio, fra le rose della Madonna e
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rose della Madonna e le rose dei Comizi. Al
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nuovo. Se poi per le tasche di quell’indumento
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piace di uscire con le scarpe lucide, la festa
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da non poterci appoggiare le spalle durante il giorno
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Elvira – che aveva diradate le sue sedute ipnotiche – solo
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nel mese di maggio. ¶ Le roselle erano state precoci
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sera si recava per le sue orazioni nel fresco
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Parrocchia. C’erano ancora le Quarant’ore, quando lei
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spalliera della sedia che le capitava davanti, la fronte
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due ganci per sostenere le orbite, la corona che
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che don Tremendina non le avesse negata l’assoluzione
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attesa – e sono incontrollabili le voci messe in circolazione
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attesa donn’Elvira moltiplicava le sue visite in Parrocchia
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il fervore nel recitare le orazioni, sbaciucchiandosi continuamente la
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arancio sanguigno. Nel contrasto le sue gote apparivano estremamente
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angolo a sinistra, mentre le sue sottane ad ogni
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cercavano uno spiraglio tra le dita conserte per andarsene
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credete che la Madonna le rose non se le
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le rose non se le sceglie? E allora perché
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E allora perché preferirebbe le roselle di maggio? Guardatele
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ce ne stiamo con le mani in mano, mentre
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mazzate!… Era felice che le sue idee senza soluzione
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di là venissero tutte le trafitture, tutti i pensieri
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dubbio; e ascoltava silenziosamente le giustificazioni che la ragazza
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sua ed erano venute le guardie ad acciuffarlo… Elvira
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di pochi mesi prima. Le forze spesso le mancavano
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prima. Le forze spesso le mancavano, e la Cafettèra
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Ma chi? Questo non le riusciva indovinare. Comunque essa
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ma senza calze, per le lunghe distanze; né le
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le lunghe distanze; né le metteva più rossetto alle
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labbra; e spesso interrompeva le sue toilette con questo
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stai a lavare tanto?». Le pareva impossibile che una
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tempo saggiava, a distanza, le capacità di difesa di
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solo in piedi con le reni appoggiate ad uno
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stipite opposto, mentre con le spalle e il collo
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ghermita la ragazza per le spalle. ¶ «Le mani a
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ragazza per le spalle. ¶ «Le mani a posto!» disse
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nello stesso tegame, svergognatella!» le gridò Parenti, offeso, mentre
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di peggio: trovarsi tra le braccia di Lavarra, il
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Nannina doveva capitare tra le unghie di un magliaro
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canna d’India fra le gambe. Al magliaro la
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mano di Nannina fra le sue dita vecchie e
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quella cosa lì, non le interessassero granché. ¶ Ma ecco
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aspettava dalla Cafettèra. ¶ «Tie’,» le disse la Cafettèra; «portagli
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ricordati questo.» ¶ «Queste te le manda donn’Elvira», si
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madre. E aggiunse: «Sono le camicie a mezze maniche
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scuoteva. A quel punto le tornava a mente quel
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e disse: ¶ «Lasciami mettere le cose a posto, a
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capito, Nannì? Uno con le cose di sotto, altro
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sanno mettersi da parte le date memorabili. La Cafettèra
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aiuta sempre a trovare le cose perdute, in queste
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trasalimenti e allarmi che le fecero saltare il cuore
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in buon punto agitando le mani come un’aquila
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la parola inciampò tra le labbra che tremavano mentre
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la mano destra egli le faceva segno di uscire
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ora sciogliendosi, ora rinforcinandosi le trecce sul capo. Diceva
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tristezza che fioriva tra le parole, anche se mal
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lungo sull’incertezza come le sue vicine. Si asciugò
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aria che gli bruciò le dita, al grido della
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di riposo! Ma lascia le cose calme in mano
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agita ma senza voce; le sue parole se le
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le sue parole se le portavano via il clamore
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a pronunciare. Proverbiali sono le sue storpiature; fra tutte
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d’offesa, perché essa le attribuiva l’obbligo di
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o prelevare denaro; e le discussioni sulle misure o
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o la Cafettèra terminavano le loro pulizie personali. Parole
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del Comitato organizzatore.» ¶ Ma le comari, che scorsero ben
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scorsero ben presto per le botteghe di Taverna Penta
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convegno fosse fissato per le undici, non volevano farsi
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l’ultima! Poco dopo le nove infatti i vicoli
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labbro grigio. La notizia le arrivava inaspettata. «Ah, sicché
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saliva che aveva accompagnato le ultime parole della Pizzicatella
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a cui la guidavano le sue enormi orecchie. Se
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neppure ravvisar bene chi le aveva rivolto il saluto
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e scuoterlo per sgrondare le perline raccolte. ¶ Tre balconi
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e nel verde spiccavano le due effigi dei nuovi
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campo bianco, si avvicendavano le teste degli oratori. Le
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le teste degli oratori. Le loro voci si spandevano
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angoli della casa, con le bocche rivolte in giù
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l’ugola metallica appesantisse le parole aggiungendovi una rabbiosa
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bisogna anteporre a tutte le beghe interne, per la
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che registravano ora anche le parole più insulse dette
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vittoria e non trovando le parole giuste, sollevò un
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vendicarsi. Al primo che le passò davanti rivolse queste
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di sputo che coronava le sue parole, i dimostranti
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inorridito dal sudore che le faceva rilucere il volto
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accessi verso Toledo. Anche le autoblindo si erano piazzate
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corteo non autorizzato per le vie del centro. Ci
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ora di scaramucce tra le guardie e la folla
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quel corteo la Pizzicatella le gridò dal suo angolo
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sua funzione di alfiere, le volse appena il bianco
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tatuate sul suo torace, le figure dei nostri regnanti
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il petto o stringendo le braccia; poi, per quattro
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loro spalle c’erano le rappresentanze di tutti i
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facevano calca infatti agitando le bandierine di carta e
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per il corpo non le rimanevano che avvilimento e
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della sua sconfitta; febbre, le pareva. Forse non solo
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E perché allora tutto le è andato liscio? Dove
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fa in Cielo? E le permette, lui, queste cose
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lei, povera Pizzicatella, con le sole sue forze, contro