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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Umberto Fracchia, Il perduto amore, 1921

concordanze di «le»

nautoretestoannoconcordanza
1
1921
godere a riaprire con le proprie mani una ferita
2
1921
di cui parlo. No: le creature che più ho
3
1921
grande altezza sopra tutte le cose, incominciando da sè
4
1921
lei. ¶ — Il mio posto, le diceva, è ai tuoi
5
1921
io tuo schiavo. E le diceva: — Come sei bella
6
1921
io solo vi affondo le mani, li sento scorrere
7
1921
li sento scorrere tra le mie dita, li accarezzo
8
1921
accarezzo, li bacio! E le diceva anche: — Come ammiro
9
1921
pensieri! Non sai quanto le altre donne siano deboli
10
1921
volubili, sciocche? E infine le diceva: — Tu mi guiderai
11
1921
amore per lei. Ma le ore erano lente a
12
1921
lei, perchè non tutte le donne sarebbero state capaci
13
1921
in alcun modo. Allora le sue manie di libertà
14
1921
pensava, Silvina, che Silvio le aveva dipinto suo padre
15
1921
ma può anche assumere le meno classiche sembianze di
16
1921
con ricercatezza, gli piacevano le belle donne e componeva
17
1921
Il principe portava sempre le mani inguantate di splendidi
18
1921
non mancassero là dentro le donne avvenenti, giovani, belle
19
1921
belle, i ricchi abiti, le acconciature sfarzose. ¶ — Non sarete
20
1921
Volava leggiero su per le scale, come se lo
21
1921
Silvio rise allegramente e le chiuse la bocca con
22
1921
bacio. ¶ — Ah, non sai! le sussurrò all'orecchio, non
23
1921
siano pesanti e lugubri le loro più ammirevoli architetture
24
1921
da piangere, a veder le nuvole gonfie rotolare sui
25
1921
Per l'appunto pioveva. Le gronde facevano una musica
26
1921
torme di animali infuriati. Le vecchie suppellettili scricchiolavano tutte
27
1921
i suoi vestiti addosso, le mani inguantate, lo smeraldo
28
1921
ai bei ciocchi ardenti, le sere d'inverno facevamo
29
1921
d'inverno facevamo scoppiar le castagne spingendole con le
30
1921
le castagne spingendole con le molle bene in mezzo
31
1921
bianca incominciava a rosolarsi, le pescavamo dalla cenere, facendole
32
1921
tante piccole focacce, ce le imboccavamo l'un l
33
1921
bacio della buona notte, le rimboccava calde calde intorno
34
1921
calde intorno al collo le morbide coltri del suo
35
1921
si diffusero nella stanza le ombre nere di quella
36
1921
alla prima porta che le si parò dinnanzi. ¶ VII
37
1921
di quella casa con le sue sette nipoti e
38
1921
Silvina scendeva o saliva le scale, la trovava sull
39
1921
ella teneva sempre incrociate le mani. ¶ Aveva da poco
40
1921
sdraiata sulla poltrona, dove le piaceva riposare dopo i
41
1921
stava appisolando. E vedendo le sue palpebre leggiere come
42
1921
tutto a un cristiano. Le sette nipoti di madama
43
1921
svegliò, chi sbadigliava stirò le belle membra elastiche con
44
1921
e chi guardava distrattamente le rose del soffitto voltò
45
1921
lasciarla entrare, e poi le domandò guardandola fissamente negli
46
1921
capo la prese per le mani e la condusse
47
1921
in salotto, e, mentre le sue sette nipoti s
48
1921
sedere nella sua poltrona, le spinse sotto i piedi
49
1921
innocente. Ci lasciamo andare. Le illusioni ci trasportano. La
50
1921
una mano fraterna. Poi le illusioni crollano, e la
51
1921
alle mie parole. ¶ — Tutte le tue supposizioni, disse poi
52
1921
tuoi dubbi, lui con le sue dichiarazioni. Non ho
53
1921
della luna, stava sciogliendo le sue trecce bionde, che
54
1921
capo e i capelli le caddero sulle spalle; scrollò
55
1921
con gioia... ¶ Silvina chiuse le persiane, e scomparve. Fui
56
1921
si agiti così, diceva, le farà male. Beva piuttosto
57
1921
sveglio, e non comprendeva le sue parole, e forse
58
1921
parole, e forse nemmeno le udiva. I suoi occhi
59
1921
sempre la «monachella» con le braccia congiunte, il collo
60
1921
qua e là per le insalate, vede alfine all
61
1921
sublimi, il mantide apre le ali variopinte e le
62
1921
le ali variopinte e le agita, le fa vibrare
63
1921
variopinte e le agita, le fa vibrare di delicate
64
1921
affascinante sguardo, e, tremando, le si avvicina e l
65
1921
divori di baci! Egli le offre la nuca, e
66
1921
gliela morde, ed egli le sospira: — Uccidimi! Uccidimi! Non
67
1921
finchè non rimarranno che le ali, le belle ali
68
1921
rimarranno che le ali, le belle ali con le
69
1921
le belle ali con le quali egli s'illuse
70
1921
s'illuse di conquistarla, le belle ali che scoloriranno
71
1921
mia madre che scendeva le scale in gran fretta
72
1921
propria casa contro tutte le regole che inceppano ancora
73
1921
di precipitarsi a spalancarne le imposte, gridando: — Libertà, libertà
74
1921
che non finivano mai, le cupole alte delle chiese
75
1921
cupole alte delle chiese, le cupole basse dei teatri
76
1921
d'agosto: ¶ — Silvina, Silvina, le diceva, amor mio, vedi
77
1921
voluto vedere Silvina asciugarsi le labbra con fazzoletti che
78
1921
seta morbida e profumata? Le delicate labbra di Silvina
79
1921
baciava Silvina sulla bocca, le mordeva il labbruzzo, e
80
1921
nuovi, morbidi e profumati, le medicava il dolore, ridendo
81
1921
l'attirava a sè, le copriva il viso di
82
1921
possa riuscire.... ¶ Guardava intorno le miserabili suppellettili della loro
83
1921
sul letto. Là, con le mani annodate sul capo
84
1921
sedersi accanto a lei, le prendeva il viso tra
85
1921
prendeva il viso tra le mani e guardandola teneramente
86
1921
come ti adoro! Tutte le altre donne non esistono
87
1921
tuoi occhi di cielo? le domandava Silvio allora baciandoglieli
88
1921
ad una ad una le sue illusioni, l'amore
89
1921
incerto, e sopportava ora le difficoltà di quell'avviamento
90
1921
L'aria imbruniva, e le pianticelle del garofano e
91
1921
contro il cielo viola; le rondini in frotte passavano
92
1921
il sole morente, e le voci lontanissime che salivano
93
1921
la sentiva morire fra le sue braccia. ¶ VI. ¶ Io
94
1921
la sorte volle contaminare le cose più pure, le
95
1921
le cose più pure, le più sante, le più
96
1921
pure, le più sante, le più care della mia
97
1921
i grilli e tutte le indefinibili musiche che l
98
1921
a quell'ora dietro le persiane socchiuse della sua
99
1921
e rosa, e tagliano le caramelle con le forbici
100
1921
tagliano le caramelle con le forbici, e giocattolai che
101
1921
e mi disse, agitando le mani: — Corri, Paris! Silvina
102
1921
mi correva incontro, con le mani strette sul cuore
103
1921
ella mi cadde fra le braccia, tremando, con gli
104
1921
i capelli, nella corsa, le si erano sciolti, e
105
1921
si erano sciolti, e le cadevano sulle spalle come
106
1921
del greto. Giaceva supino, le braccia aperte, la bella
107
1921
mia madre, che con le mani gli teneva distesa
108
1921
d'aceto. A lungo le sue pupille estatiche, vaghe
109
1921
con amore. Poi, richiuse le palpebre, si assopì. Mia
110
1921
sulle tempie e dietro le orecchie, e ordinò a
111
1921
e i ragazzi provavano le prime timide trombette e
112
1921
delle lingue di Menelicche, le campane della chiesa maggiore
113
1921
spalancando d'un tratto le loro gole sonore, soffocarono
114
1921
prima, poi con indifferenza le più crudeli immagini della
115
1921
se ad essa sopravvivessero le passioni dell'uomo; le
116
1921
le passioni dell'uomo; le sue speranze, i suoi
117
1921
s'era abbattuta fra le mie braccia tremante, pallida
118
1921
medesima che io non le avevo mai veduto smarrire
119
1921
sconosciuto. Mentre correva tenendo le mani premute sul cuore
120
1921
si fossero aperte improvvisamente le porte del suo cuore
121
1921
mi saettavano nelle orecchie le loro lingue sibilanti di
122
1921
nascosta come sempre dietro le persiane della sua finestra
123
1921
di mia madre, salii le scale, e, affacciatomi un
124
1921
indugiare un istante sotto le vostre finestre, strappo un
125
1921
lo so bene, con le quali rischio di perdervi
126
1921
della vita! Ma se le mie parole non vi
127
1921
camera mia, e, lette le ultime parole, caddi in
128
1921
E pensai: — Oggi non le ho veduto nessun fiore
129
1921
che tenevo ripiegata fra le mani e gridai: — Stupida
130
1921
con cui guarda tutte le cose. Il mondo non
131
1921
con quella lettera tra le mani, senza aver nulla
132
1921
alla porta, poi salire le scale col suo passo
133
1921
scala, riempito d'acqua le brocche, raccolte tutte le
134
1921
le brocche, raccolte tutte le scarpe dinnanzi agli usci
135
1921
spazzando il pavimento con le mani. Fu allora che
136
1921
di fuggire. Poichè volgeva le spalle alla poca luce
137
1921
forse questa lettera — e le mostrai la lettera agitandola
138
1921
al cielo, e, giungendo le mani, esclamò con un
139
1921
prese la lettera che le porgevo e incominciò a
140
1921
quando ebbe finito, inarcò le labbra con disprezzo e
141
1921
senza parlare. ¶ — E ora, le domandai, neppure ora hai
142
1921
lettera e che Silvio le fosse del tutto indifferente
143
1921
Silvio; ma Silvio non le aveva ispirato nessun sentimento
144
1921
punto sappia fingere? ¶ — Silvina, le dissi con dolcezza, tu
145
1921
fosforescente, e subito incenerite. Le loro rovine formavano poi
146
1921
maniche di camicia lustrava le maniglie alle porte, nella
147
1921
i capelli al vento, le mani in tasca, a
148
1921
sulle loro puzzolenti bilance. Le navi ormeggiate alla banchina
149
1921
cani randagi facevano allora le pulizie del mercato, pronti
150
1921
di pane, quando Bombita le si parò dinnanzi con
151
1921
lei, e ridendo silenziosamente le dette una gomitata nel
152
1921
schiena dove i pizzicotti le bruciavano, poi mostrò un
153
1921
teneva in mano, voltò le spalle a Bombita, e
154
1921
pugni chiusi, guardò verso le barche che si dondolavano
155
1921
imbronciata a raspare con le unghie la terra tra
156
1921
Egle, rimasta sola, allargò le ginocchia e guardò la
157
1921
collana dallo smeraldo che le stava ammucchiata in grembo
158
1921
lui. La prese fra le dita e incominciò a
159
1921
contro il sole, guardava le belle luci di quella
160
1921
Chi sa quanto tutte le sue rivali l'avrebbero
161
1921
certi pescatori che risciacquavano le loro reti tutte piene
162
1921
mentre quei pescatori, risciacquando le loro reti, pescavano le
163
1921
le loro reti, pescavano le false gemme del mare
164
1921
che si raccolgono lungo le spiagge. Senonchè quella pietra
165
1921
quella collana; già non le piaceva più. Poichè certo
166
1921
dinnanzi a lei, e le domandò: — Bambina, che cos
167
1921
mondo e sorridendo amorevole, le disse: — Ah! come faccio
168
1921
i denti di tutte le sue ruote arrugginite e
169
1921
di candela, aprì finalmente le dita che stringevano la
170
1921
chiamò invece a raccolta le idee pratiche. Il grande
171
1921
fu di cercare per le cantonate se qualcuno avesse
172
1921
ancora più sul naso le falde del cappello, e
173
1921
a poco di riconoscere le cose alle quali avevo
174
1921
quando credevo che non le avrei più rivedute. La
175
1921
lunghe ore seduto, vedevo le colline deserte e squallide
176
1921
lungo, e costringevano tutte le cose ad una dolorosa
177
1921
con uno sforzo non le mandavo via. Ma non
178
1921
cangiante, non staccava mai le pupille da un anello
179
1921
era il dono che le avevano fatto le sorelle
180
1921
che le avevano fatto le sorelle insieme. Mio padre
181
1921
nitrire, scalpitare e scuotere le loro squillanti sonagliere. Non
182
1921
smeraldo aveva brillato fra le sue dita. E quando
183
1921
madre in piedi dietro le sue spalle a dipanarli
184
1921
e no sedici anni. Le piaceva vestir bene. Nella
185
1921
Era bellissima, ma come le donne potevano piacere un
186
1921
ma semplicemente rispetto. Con le sorelle non era legata
187
1921
considerare con benevolenza tutte le cose, andare incontro alla
188
1921
occhi e di tutte le mani, dinnanzi alla quale
189
1921
dentro di noi, che le crediamo lontane e morte
190
1921
nasca, e che cosa le faccia innamorare. Ma credo
191
1921
giovani per i quali le fanciulle, guardandoli mentre passano
192
1921
al principio dell'estate. Le notti erano luminose, anche
193
1921
dietro il banco, tra le bottiglie e i caratelli
194
1921
non vederlo, gli voltai le spalle. Poi inzuppai nel
195
1921
banco, a rintanarsi fra le botti. Il mio dolore
196
1921
collo. ¶ — Queste disperazioni io le conosco! — disse mentre mi
197
1921
pochi soldi qualcuna te le farà passare. ¶ Mi sbattè
198
1921
sbattè la porta dietro le spalle ed io ricominciai
199
1921
onda. La luna fendeva le nuvole grige di perla
200
1921
una montagna altissima tra le nuvole. Giunsi fino all
201
1921
sete, sempre sete. Tu le dici: — Su via, amore
202
1921
mano e stringendola fra le sue, — io ti volevo
203
1921
Noi vogliamo che quando le diciamo, supplichevoli: — Su, amor
204
1921
Dio? — domandò Sterpoli, aggrottando le sopracciglia. — No, non può
205
1921
tua vita! grido torcendomi le mani. O mi dici
206
1921
che mi capita fra le mani e tutto riduco
207
1921
ricaduto bocconi sul letto, le braccia incrociate sul capo
208
1921
la faccia schiacciata contro le coltri. Mi alzai lentamente
209
1921
spavento e di follia. Le sue labbra, il suo
210
1921
suo mento tremavano, e le sue mani non cessavano
211
1921
capelli erano arruffati e le piovevano in tanti radi
212
1921
Per non cadere chiusi le palpebre. Risposi con un
213
1921
fuggire. Ma io soffocai le sue grida chiudendole la
214
1921
rimanere. ¶ — Non gridare, idiota! — le ordinai infuriato. — Vuoi destare
215
1921
di passi su per le scale, e un mugolio
216
1921
si sente correre per le stanze gridando: — Dove siete
217
1921
si butta giù per le scale. I suoi passi
218
1921
uno sterminio di bicchieri, le sottane rovesciate, come morta
219
1921
butto anch'io per le scale, e corro corro
220
1921
parole, singhiozzando, Soave scese le scale e scomparve. Mentre
221
1921
noi: i nostri abiti, le nostre tube nere e
222
1921
Ubbidisci! E tu curvi le spalle e ubbidisci, umilmente
223
1921
lieto! Domani ti apriremo le porte. Il mondo sarà
224
1921
mi seppellì vivo sotto le sue rovine. — Che fare
225
1921
una rosa rossa fra le dita; s'avvicinava e
226
1921
altri, la prendeva per le spalle e la spingeva
227
1921
buia, silenziosa, deserta: tutte le finestre chiuse e spente
228
1921
e spente. Cauto salii le scale. Qualche cosa che
229
1921
più intorno a me le tenebre s'infittiscono. Mi
230
1921
indietreggiare e fuggire. Ma le mie gambe vacillano, la
231
1921
banderuola, e sono pietrificato. Le orecchie ronzano e sembra
232
1921
baciarmi; ma io liberai le mie mani dalle sue
233
1921
udire passi su per le scale e colpi sordi
234
1921
via! ¶ XII. ¶ A traverso le tende semichiuse filtrava una
235
1921
fredda che mi sfiorasse le palpebre. Stavo disteso sul
236
1921
di esser desto, nè le rose gialle e spampanate
237
1921
i loro pastrani e le loro tube al guardarobiere
238
1921
suoi occhi oltremarini, come le vene azzurre delle sue
239
1921
crudo di cui ardevano le sue labbra. Anche più
240
1921
sangue, di cui tutte le cose mi apparivano macchiate
241
1921
un'amorosa luce. Noi le contempliamo da fanciulli, con
242
1921
chiuderci con un bacio le palpebre al sonno, che
243
1921
ad una ad una le fugaci impressioni di poco
244
1921
sua pelle diafana corrono le vene azzurrine? domandavo a
245
1921
stesso. Che fragilità hanno le sue tempie, i suoi
246
1921
suo cuore è indifeso! Le mani... le dita affusolate
247
1921
è indifeso! Le mani... le dita affusolate, le palme
248
1921
mani... le dita affusolate, le palme rosee e concave
249
1921
grandi petali del loto... Le muove lentamente quasi le
250
1921
Le muove lentamente quasi le sostenesse e le portasse
251
1921
quasi le sostenesse e le portasse l'aria: senza
252
1921
pupilla è enorme e le ciglia sono violette. Forse
253
1921
uomo. ¶ — Un uomo! ¶ Allargò le braccia sulla spalliera del
254
1921
spalliera del sedile, stese le gambe, puntò in terra
255
1921
infantile, ancora magro; magre le gambe che dal ginocchio
256
1921
tutte piccole pieghe; magre le braccia, nude dalla spalla
257
1921
che cominciava quasi sotto le orecchie, ed era tagliato
258
1921
che in lunghi riccioli le rotolavano sulle spalle, erano
259
1921
sono più... I vecchi le capiscono queste cose! Quel
260
1921
giovani queste cose non le volete capire. Ebbene io
261
1921
Kate mi racconta tutte le storie che sa, da
262
1921
tutti a tirarmi per le trecce e a guardarmi
263
1921
e a guardarmi ridendo le sottane corte! Piacerebbe anche
264
1921
lunga un metro, e le scarpine di raso d
265
1921
cappelloni di paglia con le ciliege che mi fanno
266
1921
dice a Daria che le regali questo cappello? ¶ — Ah
267
1921
scomparire di nuovo sotto le grandi tese spioventi del
268
1921
spioventi del cappello, e le sue grosse mani spianare
269
1921
in fretta in fretta le pieghe gualcite della sottana
270
1921
mi rallegrò, e confortò le mie speranze che, allora
271
1921
mai, e vide che le mie mani sapevano, all
272
1921
e molte cose luccicanti. Le mani di Daria si
273
1921
la pena di soggiogare le Gallie? Soltanto bisognava capire
274
1921
un gambero, rosso fra le sue dita bianche, e
275
1921
erro, è di tutte le età. E vi sembra
276
1921
a questo ragazzo piacciono le favole, se permettete, vorrei
277
1921
mi esilararono. Mi agitai, le versai da bere; ma
278
1921
quel sorriso intelligente tra le sue e le mie
279
1921
tra le sue e le mie labbra. Daria parlava
280
1921
quasi mai a guardarmi. Le sue ginocchia, sotto la
281
1921
suoi minuetti da bambole, le sue «ute» giapponesi. Fu
282
1921
o detto: — Quando guardo le donne mi sembrano scimmie
283
1921
gomiti si toccassero continuamente. Le mie mani erano impacciate
284
1921
e di vetri. Agitai le braccia, inciampai nella tovaglia
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gota contro gota, e le loro quattro pupille che
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E vidi anche come le loro mani si cercassero
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essa si rifugiava tra le pupille — e le palpebre
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tra le pupille — e le palpebre; e non potevo
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pieno di disprezzo inarcò le sue belle labbra lunghe
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curvai un poco e le dissi: ¶ — Non piangete... Non
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nascosi il viso fra le mani per coprire il
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giungevano fino a noi le cadenze d'una danza
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distesa sulla fronte e le palpebre chiuse. Balbettò: — Non
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caduto rotoloni giù per le scale e un servo
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di tirarlo su per le falde. Fuori la notte
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contemplai con gioia tra le due fila di case
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umiliata? ¶ — Sì. Se tu le avessi detto: — Orsù, Daria
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forze, e abbandonare con le mani il mantello che
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immagine s'illuminò: Behela. ¶ Le stelle nel quadro della
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un acuto dolore. Chiusi le imposte. Tutto in me
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passo celere su per le scale, un colpo leggiero
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teneva chiuso con ambo le mani. ¶ — Salvatemi! — ella gridava
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fianchi (io sentivo contro le mie ginocchia il suo
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sono precipitato giù per le scale e l'ho
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mia colomba, mia nemica, — le ho detto — tu mi
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silenzioso in casa sua: le finestre chiuse, la porta
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buona notte. E richiude le imposte e tutto ritorna
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ti sei curvato e le hai detto una parola
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mi ricordo bene, ma le hai detto qualche cosa
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parlarle di te domani. Le dirò: — Quelle parole le
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Le dirò: — Quelle parole le avevo io sulla punta
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lingua, ma egli me le ha tolte di bocca
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chiusi la porta dietro le sue spalle e mi
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sorrise. Poi mi prese le mani e mi chiese
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senza tralasciare di tenermi le mani e di guardarmi
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dall'impulso che io le darò. Così per tutto
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con gli occhi bassi, le gote che mi cominciavano
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inganno. Basta che tu le dica che io non
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persone. Io udivo distintamente le loro voci, che erano
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chiaramente, malgrado la penombra, le cose che mi stavano
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a muovermi; andai verso le finestre, dischiusi un poco
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finestre, dischiusi un poco le tende, vidi altre finestre
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con i polpacci e le ginocchia scoperte e un
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immensi, s'affacciarono dietro le sue spalle e mi
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piuttosto il soffitto, rovesciando le pupille che erano velate
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divorare e graffiarmi con le sue piccole unghie rosse
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solo! ¶ Caddi in ginocchio, le presi le mani, vi
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in ginocchio, le presi le mani, vi posai sopra
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mani, vi posai sopra le labbra e rimasi così
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capelli, (io tenevo strette le sue mani contro la
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viso, ancora una volta le baciai le mani, e
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una volta le baciai le mani, e me ne
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la forma delle case, le persone che stavano affacciate
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passavano accanto a me; le loro voci; un pappagallo
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loro grandi ali variopinte, le pieghe dei camici piene
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piene di vento, sotto le grandi cupole delle chiese
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PARTE PRIMA ¶ Daria ¶ I. ¶ Le stelle di cui il
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morte. Ma io che le contemplo mentre compaiono e
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volta a volta fra le rade nuvole naviganti l
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ascolto i rumori e le musiche del bosco, il
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dei giunchi (di seta), le voci umane giù per
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delle ombre. Sono, come le pallide larve, distaccato dal
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il fiume scorre tra le più alte rupi, la
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piena per me, come le desolate lande della tragedia
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cambiate... — diceva. — E chi le poteva prevedere? ¶ — Certo... — rispondeva
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palpava il mento e le gote, e rispondeva seriamente
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attenzione pareva concentrata sopra le mani di mia madre
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il silenzio e scompaginò le nuvole. Un po' di
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soggiunse, distraendo da me le pupille, come uno che
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come uno che stacca le labbra da una tazza
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Grandi nitide nuvole scavalcavano le montagne e le prime
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scavalcavano le montagne e le prime stelle, due o
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chiesi a Sarkis dopo le sue nozze. — Vorrei esser
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Si nascose poi tra le canne e attese che
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L'abbracciò stretta e le piantò la lama nel
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di coricarmi, andai, tagliai le corde, e gli ordinai
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nascondendo il viso fra le mani. — Non è così
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senza aver neppure sfatto le sue valige, per andarsene
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sogni; e se socchiudevo le palpebre, lo rivedevo, non
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desiderio nuovo. E quantunque le mie brame fossero innumerevoli
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mia madre. Io non le ero stato mai lontano
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il suo cuore battere, le sue labbra cercare ansiosamente
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il campanile roseo tra le piante, ebbi onta di
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era una fiera. Suonavano le campane. Un razzo matto
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per un sentiero attraverso le vigne, sopra due mule
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la folla pigiata contro le porte di una chiesa
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bianca e pareva che le sue mura si gonfiassero
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la sua strada, e le zucche maturavano secondo la
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carri carichi di botti; le osterie erano piene; si
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camera al secondo piano. Le suppellettili fruste e polverose
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dagherrotipi appesi ai muri, le facce estatiche di due
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nero diceva: ¶ — Sì, signori: le gambe di quella donna
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di quella donna sono le corna del diavolo! ¶ Sterpoli
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e gialli che ancora le ricoprivano. — Le belle incendiarie
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che ancora le ricoprivano. — Le belle incendiarie! — pensavo io
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sbatacchiando la porta dietro le mie spalle e inchinandosi
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Mio buon maestro, tutte le malattie sono contagiose. Ti
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ballare... Qualcuno ha detto: — Le gambe di quella donna
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di quella donna sono le corna del diavolo! Che
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con Eunica, che ha le poppe forti. Caio soffre
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al collo con ambo le mani, apparve sulla soglia
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Come se queste parole le avessero tolto ogni forza
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di fronte a lei. Le sue pupille diritte fissavano
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poichè ogni tanto moveva le labbra; ma senza fiato
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Armida, richiusi in fretta le lettere nel cassetto dal
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nel cassetto dal quale le avevo tolte. Che fare
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accanto a lei, con le braccia distese verso il
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una morte come tutte le altre. Con un sospiro
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mia e di salire le scale che dovevano condurmi
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non il suo fantasma. Le ombre hanno volti sereni
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stringendosi la fronte con le mani, storia lunga, caro
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appoggiò alla ringhiera, abbandonò le braccia, piegò il capo
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degna di salire tutte le scale, fin quassù, quantunque
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al cielo, si torse le mani disperatamente. — Dove sarà
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si precipitò giù per le scale di corsa, prima
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Dove non ci conducono le disillusioni? Io non dovevo
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m'ero alzato rovesciandone le coperte. Pareva che m
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là sotto, e richiudere le coltri, come se nulla
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sposare quel signore che le avevano scelto per marito
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a quel matrimonio che le ripugnava... Forse la volevano
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in un letto, riposare le ossa indolenzite, pensare al
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nuvola, e considerare tutte le cose come se fossero
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se tuona, se crollano le montagne intere, se bruciano
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uomini si scannano sotto le mie finestre, che importa
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sente, tutto rattrappito sotto le mie coperte che a
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tutti, e voi, tutte le cose, sappiate che mi
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intorno al corpo infreddolito le coperte ancora fredde, e
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a poco a poco le palpebre mi si chiusero
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guanciale, e che con le labbra semichiuse respirasse lento
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Cacciai la testa sotto le coltri, già nuovamente distolto
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alzai a sedere, rovesciai le coperte, mi guardai intorno
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e m'inginocchiai, e le parlai dolcemente, le dissi
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e le parlai dolcemente, le dissi: ¶ — Che cosa volete
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capelli tutti arruffati che le coprivano il viso, poi
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la faccia nascosta fra le mani. ¶ — Dunque, soggiunsi, ditemi
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minuto immobile. Soltanto quando le toccai bruscamente una spalla
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Bene! gridai, affrontandolo con le braccia levate al cielo
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afferrata la donna per le spalle, la squassò come
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sempre. Per tua colpa le nozze non si sono
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Egli fece per afferrarmi le mani. Io lo respinsi
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Luisa, la presi per le mani e la sollevai
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si lasciò stringere fra le mie braccia, si lasciò
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di tua sorella fra le lettere delle tue sgualdrine
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me, quella sera, dopo le mie parole insensate, mi
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parole insensate, mi prese le mani e incominciò a
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tenda. Luisa mi teneva le mani strette nelle sue
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stai ora nuda fra le braccia, non potevi senza
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la sera, tardi, con le pupille addolorate per la
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avrei voluto afferrarla per le spalle, e, facendole sbatacchiare
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dacci l'esempio... E le avrei tirato il collo
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Non volevo nulla. ¶ — Grazie, le dicevo, secco, irritato da
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1921
il caffè. Poi lustrava le mie vecchie scarpe, e
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con tutte e due le mani alla ringhiera, e
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vicina che si toglie le scarpe e le sbatte
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toglie le scarpe e le sbatte contro la porta
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che si sta sfilando le calzette di lana bianca
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buco, che, nel cavarsi le scarpe, ha scoperto sulla
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caldo e soffice, con le sue belle lenzuola profumate
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faceva ogni mattina con le sue mani, nè la
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finì misteriosamente come tutte le altre), e mia sorella
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che turbinava veemente spazzando le strade tutte deserte e
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l'estate avevo passato le mie notti all'aperto
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quella banchina del parco. Le notti erano serene e
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autunno. M'avevano ricoverato le arcate dei portici, certi
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può stringere nuda fra le braccia. Mi gettai lungo
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maggior violenza. Ma chi le pronunciò ebbe paura di
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Ma cosa vuoi fartene, le gridò improvvisamente ridivenuto rabbioso
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letto scricchiolò tutto sotto le sue mani), di queste
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fretta, precipitarono giù per le scale e si spensero
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filo; e sgrana, fra le mani scheletrite, il rosario
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dopo mi riassopii, richiudendo le palpebre sul biancore livido
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a bisbigliare. Non distinguevo le parole, ma mi pareva
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mettere pian piano dietro le spalle ora dell'uno
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anima triste di tutte le amministrazioni era racchiusa in
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mi rovesciai di dosso le coperte e mi buttai
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di corsa giù per le scale. Urtai alcuni signori
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ce la portavano con le loro miserie tutti i
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anch'io istintivamente) segnava le 11. Senza dubbio mi trovavo
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tavolo. Come in tutte le fotografie, così anche in
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non vi tolgono mai le pupille di dosso, e
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di dosso, e comunque le rivoltiate, vi fissano con
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loro dinnanzi, e tutte le altre cose o persone
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una stranezza come tutte le altre, dovuta al caso
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ora in cui Esposito le aveva promesso che sarebbe
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giorno. — Datti, datti pace, le dissi allora con acida
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Chi poteva dirlo? Forse le lettere accumulate in quel
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pronunciato proprio quel nome. ¶ Le lettere di Armida ad
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di ventiquattro pagine fitte. Le ore della mattina mi
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della metà. Ma quando le ebbi lette, ed anche
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infiammato, di affascinare tutte le altre. Da quel primo
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lasciai che cogliesse con le sue mani il fiore
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Ah! Esposito: se oggi le guardo, quelle sue mani
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gli occhi dell'anima le tue piccole mani affusolate
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tue piccole mani affusolate, le tue mani bianche e
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tanta dolcezza, e sono le mani di un vero
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i suoi abiti trascurati, le sue cravatte di pessimo
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un rogo. Infine, secondo le mie previsioni, scoppiò la
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queste parole definitive erano le sette di sera. Ahimè
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sette di sera. Ahimè! Le nove di quello sciagurato
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che, tremando, stringevo fra le mani. Avrei voluto alzarmi
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drizzavano barricate. E dietro le barricate, incuranti di quella
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di tempesta, svaligiavano tranquillamente le botteghe, caricavano i carretti
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erano spente nella notte le torce di resina. Su
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alla luce dell'aurora le lance fitte della cavalleria
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e singhiozzi assordanti se le risucchiava in tanti mulinelli
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vorticosi, e, rigonfiandosi tutto, le risputava infuriato contro l
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coricata, guardava di traverso le ombre a poco a
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bassa remando affannati con le ali tutte distese. Perdifiato
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avuto tutte e due le gambe come una volta
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Ma certo egli non le avrebbe impiegate, come quegli
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quegli stupidi gabbiani impiegavano le loro ali, a lottare
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agitata gli avrebbe messo le ali ai piedi, se
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possenti lo afferrarono per le spalle, e altre due
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lo teneva abbracciato per le spalle diceva: ¶ — Maggiolino, cavagli
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gruccia, la valigia e le scarpe che, sfuggendogli di
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sporco di sangue. Sotto le costole gli si apriva
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poco a poco mancare le forze, e già gli
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suo fianco, ronfava con le labbruzze aperte e gli
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rovesciati, che mostravano fra le palpebre brune un filo
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stringeva la faccia con le mani e si torceva