Carlo Sgorlon, L'armata dei fiumi perduti, 1985

consigli, ossia le diceva le cose che aveva sentito

morti a pochi mesi. Le suggeriva di bere decotti

accendere delle candele sotto le icone o recitare le

le icone o recitare le preghiere speciali e infallibili

da Marta. ¶ A volte le accadeva una cosa strana

interesse. In certo modo le pareva di sì, perché

di sì, perché Akmekkahn le faceva persino un po

peccatore?» ¶ «Vuol dire che le pensa, e che voi

Dico solo come stanno le cose.» ¶ «Parlate così perché

cavallo di Ghirei. Tutte le sue masserizie e i

indigenza totale. ¶ A volte le piaceva mettersi, per farli

il cibo che Marta le offriva e, in un

di cui si vedevano le pelli buttate qua e

pure così diverse, perché le piaceva vivere in mezzo

gente. Solo ogni tanto le veniva a mente che

presentavano. ¶ D’altra parte le spinte del suo ottimismo

lui sapeva decidersi tra le due possibilità. ¶ Nella villa

tutto lo spazio con le sue corse, i gridi

raccontare a sua volta le favole che gli aveva

camuffarsi, per esempio indossare le scarpe col tacco di

un’inclinazione particolare per le cose di religione, perché

cortile o nei corridoi. Le ripeteva in tutti i

giochi privilegiato, ma anche le capre, gli agnelli delle

paura. Si aggirava tra le loro zampe come fossero

un cristiano. Gli ornava le orecchie e la criniera

portava nel sangue. ¶ VIII ¶ Le prodezze di Ghirei ¶ Nel

o di lui non le importasse un bel nulla

russi, come se entrambe le lingue tra loro due

sua madre, come per le zie e ogni altro

il concetto che lui le piaceva. Che importava se

della mano. Andava per le strade come fossero il

ecco che la gente le correva incontro per dirle

uomo ricco e importante, le bastava che fosse giovane

guerra aveva spazzato via, le sagre e le feste

via, le sagre e le feste religiose per esempio

qualsiasi altro, il paese le ricordava quello che aveva

nei suoi pensieri, Marta le domandava: ¶ «A cosa stai

di san Martino. Quando le campane torneranno a suonare

del tempo in cui le campane erano quelle di

tutti i pensieri e le responsabilità che aveva, che

come al solito, muovendo le mani in modi impacciati

avvicinò a Marta e le domandò cosa avesse. ¶ «Antichi

erano anche in Russia le altre stagioni, e la

in tutti i villaggi, le bábuške e le ragazze

villaggi, le bábuške e le ragazze russe offrivano rifugio

si sentì più serena. Le parve che un’antica

soltanto una vaga cicatrice. Le sembrò di potersi dare

caldo… Sì, proprio questo le pareva importante, che Arturo

canti, il vino e le musiche, ma stava bene

adesso erano dispersi per le valli della Carnia, e

pelli, il suo cavallo, le sue pentole di rame

e ridiventare ramingo per le vie del mondo. ¶ Ma

cosacchi non vollero sentire le sue riflessioni e le

le sue riflessioni e le sue malinconie. Volevano soltanto

durante i canti e le bevute senza misura, sembrava

fiutasse nell’aria, con le sue narici larghe e

si sussurrava in tutte le vallate, Bora, Sonia, Saetta

qualche sten o parabellum, le bombe a mano, non

tempo. ¶ L’indomani arrivarono le notizie dalla zona bombardata

insepolti avrebbe ulteriormente demoralizzato le truppe stanziate attorno al

lutto che percorse tutte le valli di Carnia, arrivò

e ogni donna kazàk. Le anziane bábuške si ritrovarono

terribile per tutti. Tra le bábuške s’era infilata

che forse avevano fatto le portatrici di viveri o

scambiare qualche parola, almeno le più importanti, quelle che

scoprì che era vero. Le piazze dei paesi erano

sulle cose umane, e le facevano accadere. Dunaika chinò

affinità fra sé e le donne del paese. Come

di partizany, sicché non le era rimasto che Ghirei

genitori. Sempre più spesso le donne friulane e le

le donne friulane e le bábuške cosacche si ritrovavano

situazione confusa e insanguinata le veniva giramento di testa

po’ i danni e le ferite della guerra, lavare

che la sua borsa le permetteva di acquistare. Anche

che biascicare in continuazione le sue preghiere. Era convinta

religione, e lo stato, le sue leggi, le guerre

stato, le sue leggi, le guerre, che pure arrivavano

passare il tempo sotto le icone, come te…» ¶ «Preferisci

dai fatti virili. Persino le notizie tristissime della strage

degli uomini che prendevano le decisioni. La madre infatti

limitava a sopportare. Con le sue trecce lunghe, alla

segni di croce con le dita raggruppate a mazzetto

fondo, specie adesso, ciò le pareva un privilegio, perché

pareva un privilegio, perché le permetteva di perdersi un

fare e di dimenticare le disgrazie. Non disdegnava alcun

ripulire e a conciare le pelli di capra e

Ghirei la prudenza, sussurrandogli le parole con voce appena

che lei gli ficcasse le sue dita raspose e

spavalderia tipicamente cosacca. ¶ Soprattutto le donne e le madri

Soprattutto le donne e le madri lo pensavano. Dunaika

finito per accadere che le cose si appianassero, si

slancio di Marta verso le cose cominciava a penetrare

Marta stare ad ascoltarla. Le metteva allegria stare a

benessere diffuso in tutte le membra. ¶ Uno dei suoi

la gravidanza di Anita. Le dava dei consigli, ossia

dava dei consigli, ossia le diceva le cose che

come i venti e le nuvole. Pensava alla famiglia

cosacchi, si sentiva salire le lacrime agli occhi, avrebbe

si era mossa secondo le spinte potenti che la

era ormai inverno, e le strade e i sentieri

loro raccontavano. Haha narrava le costumanze della sua gente

costumanze della sua gente, le elezioni del re o

grandi raduni di popolo, le cerimonie di fidanzamento e

fidanzamento e di nozze, le feste per le nascite

nozze, le feste per le nascite dei bambini. Solo

nascite dei bambini. Solo le costumanze, perché di più

cosacchi. Lui ne conosceva le vicende soprattutto perché ne

dumy, che ne raccontavano le antiche imprese. Essi erano

come i kirghisi e le migrazioni erano il loro

terre, i cosacchi conservavano le loro tradizioni e le

le loro tradizioni e le loro strutture. Erano suddivisi

cosacchi facevano pena. Tutti le facevano compassione, i soldati

cosacchi più di tutti le provocavano uno stringimento di

sconvolto dalle fondamenta. Accadevano le cose più inaudite. Molti

di rapina, e spingere le due popolazioni a scannarsi

di noccioli, palpitò come le ali di un uccello

Cercavano di raccapezzarsi guardando le montagne, ma non riuscivano

bene. Non ne riconoscevano le forme, le sentivano incombere

ne riconoscevano le forme, le sentivano incombere sopra di

a un certo punto le forme note della periferia

e i suoi sguainarono le scimitarre, come fossero le

le scimitarre, come fossero le armi a loro più

che cercava di forzare le loro gole, e falciarono

parti, e aveva casomai le sue radici in cariche

stato nessuno sparo. E le nostre scimitarre non sono

del veicolo, ci pensarono le nevicate abbondanti di quei

per razziare o incendiare le stanitše cosacche fossero stati

la loro prodezza. Dentro le case, illuminate con fanali

sfuggito alla vendetta. Ma le cose andarono molto diversamente

Davano un’occhiata lungo le strade, i sentieri, il

i due cadaveri, o le ruote della moto, o

più la valle e le altre vallate di Carnia

a cavallo o con le loro carrette per le

le loro carrette per le strade nevose del fondovalle

presídi, tra gli ufficiali, le donne e i ragazzi

e del Donez, con le bande rosse ai calzoni

e cosacchi siberiani con le bande gialle. Quando s

che sprizzava da tutte le parti. Possedeva il fiuto

casa, ne spiava tutte le mosse sospette, i gesti

ballare sui talloni, con le braccia conserte, o a

e a mescolarla con le malinconie e i tristi

i Rossi, gli Alleati, le malattie, i pidocchi, la

la sua tradizione. Erano le donne stesse, che pure

stesse, che pure erano le più attaccate alla terra

in preda della febbre. Le ragazze erano allegre, gioviali

irruzione i rivoluzionari con le armi in pugno. Credevano

di volte, a pescare le trote e a nuotare

boschetti di salici. Ricordava le acque tranquille e dorate

con maestosa lentezza. Ricordava le zone sabbiose e argillose

salice e di giunco, le canne palustri dalle foglie

come spade, che tagliavano le dita. ¶ Aveva nell’orecchio

Aveva nell’orecchio, come le sentisse ancora, le campane

come le sentisse ancora, le campane della chiesa. Così

nella vita delle persone. Le sue antenne enigmatiche, rivolte

a cogliere l’antico, le fornivano una quantità di

suo intuito di donna le aveva già messo in

era vissuto in Francia, le diceva “madame”, e le

le diceva “madame”, e le poteva parlare della domaine

fingere di non conoscere le dure leggi della sopravvivenza

non restava che derubare le popolazioni, che avevano già

cortile della villa, come le strade del villaggio, aveva

Dovunque si potevano vedere le spade ricurve, i vecchi

ricurve, i vecchi fucili, le cartucce, le kubànke dei

vecchi fucili, le cartucce, le kubànke dei cosacchi, tutti

e di cammello per le strade. Le bábuške, compresa

cammello per le strade. Le bábuške, compresa Dunaika, lo

villaggi. ¶ «Ma cosa fai?» le chiese Urvàn. ¶ «Quello che

legna che vuoi per le stufe e i caminetti

caminetti. Non hai visto le cataste? Qui non siamo

soprattutto la sera, quando le tenebre stavano per calare

qualche luogo della Carnia le molte casse blindate della

ricamate alla tartara, per le donne e le ragazze

per le donne e le ragazze, fasce colorate, valenki

di astrakan di tutte le misure, ma soprattutto corte

tutti i villaggi e le vallate di Carnia, un

ricominciato a vagabondare per le contingenze sventurate della guerra

riprendere lena e risanare le sue ferite, specie quelle

specie quelle invisibili come le sue. Lui infatti sapeva

cosacco erano sempre contese le sue steppe e i

derubata di qualcosa che le apparteneva. In una osteria

di cosacchi a tutte le ore. Dalle finestre e

e dai cortili venivano le loro risate, le esclamazioni

venivano le loro risate, le esclamazioni, le frasi affettuose

loro risate, le esclamazioni, le frasi affettuose e i

di pelli giravano per le strade fangose e gelate

Tutti i camini fumavano, le tendine erano abbassate. Marta

come un cimitero, tutte le case erano state bruciate

di esse restavano soltanto le parti di pietra. Vassili

condotto via prigioniere tutte le donne, avevano massacrato gli

poi, commosso, si asciugò le lacrime con la manica

sarebbero andate a finire le cose. Era turbata perché

dei figli, come tutte le ragazze di questo mondo

Nel cielo si accesero le stelle, che brillavano debolmente

subito del fatto che le ragazze erano già state

tutto il paese come le cavallette, cinque o sei

i dumy epici o le canzoni del Terek, e

e un colonnello con le tempie già grigie. Entrarono

accennando a sfiorarla con le labbra. Ma la sua

i suoi spazi e le sue eleganze, anche se

per lo stupore, e le si fecero più vicini

suo cenno, Marta assegnò le stanze: una per la

Luca gli pareva che le ore avessero le ali

che le ore avessero le ali. Non era necessario

tutti quanti. Luca, con le sue corse, i suoi

la testa ciondoloni e le piume spampanate, capretti sanguinolenti

imbastiva i sughi e le salse del Terek, che

una ghiottoneria anche per le due ragazze. Haha poi

un incantamento stupito, perché le veniva in mente di

avversari, alleati dei tedeschi. Le veniva da pensare che

lui: perché non capiva le prese in giro e

prese in giro e le storielle, perché il suo

madre né Urvàn raccoglievano le sue provocazioni, e restavano

anni erano passati e le sue tempie erano diventate

della notte, e vedeva le montagne scurissime di abeti

sembrava, tutto sommato, che le montagne si somigliassero tutte

del Caucaso a insidiare le stanitše cosacche. Riuscire a

guerra contro i partizany, le pallottole vaganti c’erano

trovava un’arma tra le mani. La pallottola era

nella stanitša a coltivare le zucche e i girasoli

la libertà, il passato, le tradizioni, il possesso dei

e sbiancato, che aveva le sue radici in tempi

e di sfiducia, e le antiche speranze si andavano

saltare i ponti. Distruggono le strade ferrate. Mettono la

a sorpresa, magari seguendo le antiche tattiche cosacche, fasciando

Si erano dovute rimandare le nozze a tempi più

il suo popolo e le sue tradizioni e si

esistito. Aveva notato appena le grandi trasformazioni che sventravano

tutte queste cose, e le veniva dicendo a Urvàn

Ci teneva che Marta le sapesse perché aveva bisogno

come si eran messe le cose si sanavano un

in qualche modo sostituiva le donne della sua vita

Desiderava di aggirarsi con le parole attorno alle cose

in se stesso, dimenticare le sue funzioni, perdersi a

bisognava verificare che tutte le imposte fossero ben chiuse

che andavano a bombardare le città di Germania né

fattoria, cioè per tutte le cose le quali, quando

per tutte le cose le quali, quando ci stava

gli erano parse soltanto le forme del suo esilio

e di attrazione per le cose raffinate ed eleganti

il colonnello quando egli le parlava della Russia. Per

disgraziate. Le piaceva vedere le ragazze in cui, invece

pieno di sorprese. ¶ Alda le piaceva più delle altre

popolazione che aveva abbandonato le proprie terre perché in

con i loro cavalli, le carrette, le mogli, i

loro cavalli, le carrette, le mogli, i figli, i

con gli arredi sacri, le icone, alla ricerca di

villaggi e di tutte le valli. Cos’era mai

allontanava, quali che fossero le speranze di Ivos e

sempre dal principio, irridendo le speranze della gente. Qualunque

vedere venir su per le strade delle vallate, che

Austria e del Cadore, le colonne dei cosacchi con

i loro cavalli e le loro carrette. Però non

non mettevano piede tra le loro montagne perché temevano

giorni nella stazioncina tra le montagne non facevano che

posto dei carrozzoni avevano le carrette e grandi tende

contatto con loro, e le prime impressioni non erano

avido di novità. Ma le notizie che arrivavano sui

scuoiata seduta stante, con le loro scimitarre affilatissime. L

s’era diffuso tra le gole delle montagne, ed

recuperare la libertà e le tradizioni di un tempo

della guerra, che rendeva le cose sempre più tremende

minuti e nervosi, e le carrette ricoperte di pelli

giallastra, gli occhi orientali, le guance grigie di barba

irresistibilmente attratti dalle acque, le grave e le ghiaie

acque, le grave e le ghiaie che si allargavano

parte del fiume, rizzavano le jurte grandi e circolari

e donne di tutte le età, suddivisi in gruppi

erano incuriositi dai cavalli, le scimitarre e le cartuccere

cavalli, le scimitarre e le cartuccere incrociate sul petto

di un orto e le sorrise, cacciandosi il corto

gli occhi abbagliati con le manine impolverate. V’erano

dal portamento fiero, con le gonne e le camicie

con le gonne e le camicie ricamate, gli stivali

Per chilometri si vedevano le jurte di feltro sopra

erano tolti gli stivali, le giubbe, i berretti, e

schiaffeggiavano l’acqua con le mani e se la

pioli di ferro con le mazze, tra l’erba

sua valle, anche tutte le valli di Carnia, quella

suo ritardo e per le voci che circolavano in

toccava toccava. ¶ L’indomani le interminabili file di cosacchi

di partizany, come tutte le terre e le regioni

tutte le terre e le regioni d’Europa. Non

però era, come tutte le precedenti, occupata dai loro

sospesa da decenni, quando le cose avevano cominciato ad

cosacchi si sistemarono lungo le vie, nei cortili, nella

e nelle braide dietro le case. Portarono i cavalli

impolverati delle strade, con le grandi labbra carnose. Ogni

di fiori di campo. Le montagne pian piano divennero

che s’erano salvati le pareva un lusso senza

giravano attorno alla villa. Le montagne erano forme buie

dai cespugli. Quel luogo le pareva assolutamente suo, personale

e viva come raramente le era accaduto, e felice

felice di esserlo, perché le pareva che la sua

di là di tutte le contingenze sventurate della guerra

la vita stessa, e le pareva impossibile che dovesse

nonostante i pericoli e le incertezze dell’avvenire, si

la ragazza, ma non le diede il tempo di

un soldato. Perciò tutte le sue misure erano colme

Ivos fosse impastata con le sue traversie di combattente

come un miraggio, perché le isbe, viste da lontano

fosse rimasta laggiù, tra le montagne di Grecia, o

fiumi della steppa e le terre dei cosacchi, di

perduto quell’ospite, e le dispiaceva, perché adesso, dopo

più grande, ossia usare le armi e i modi

di un fiume con le mani. Quella volontà lo

verso gli arbusti e le grave del fiume, dove

l’aspetto di tutte le cose abbandonate, come le

le cose abbandonate, come le isbe svuotate dalla guerra

via, e forse non le avrebbe restituito neppure il

altra. Era come quando le pareva che né persona

a crearsi da sola le immagini con cui tormentarsi

giochi tra loro con le pedine, come la “tria

si oscurava, buttava via le pedine e le carte

via le pedine e le carte, si sprofondava in

la spingeva ad ascoltare le parole che gli uomini

parole che gli uomini le rivolgevano, attratti dalla sua

gentili che gli uomini le rivolgevano. Marta non sapeva

abbia combinata qualcuna. Marta le andò un po’ dietro

per istinto che per le sue vaghe conoscenze di

conoscenze di come andavano le cose. ¶ Marta si mise

cose. ¶ Marta si mise le mani nei capelli. «Ma

di tante disgrazie, tra le ansie di quell’epoca

e a superare tutte le difficoltà che si sarebbero

anche avendo in mano le carte peggiori. Diventò così

brevi mugolii, come se le sue antenne canine avessero

soluzione. Eppure su tutte le sue preoccupazioni s’instaurò

ritornato dalla Russia, cosa le avrebbe detto, dato che

non avevano mai accettato le novità della rivoluzione, e

quando costoro avevano raggiunto le loro grandi pianure, fra

e di che avere le vertigini… Ma anche questo

di abbreviare la guerra, le dava una sorta di

lei piaceva di vedere le ragazze in fiore, le

le ragazze in fiore, le ragazze di vent’anni

di vent’anni, che le ricordavano com’era stata

che aveva sciupato tutte le sue possibilità per colpa

cose complesse e disgraziate. Le piaceva vedere le ragazze

due o tre settimane, le parole le morivano in

tre settimane, le parole le morivano in gola, si

paesetto di montagna quando le persecuzioni contro gli ebrei

il respiro difficoltoso. Né le era di qualche giovamento

anche i pogrom e le persecuzioni che Esther aveva

Ogni tanto Esther, incontrandola, le gettava le braccia al

Esther, incontrandola, le gettava le braccia al collo e

c’è, signora? Cosa le succede?» ¶ «Non ho più

piangere, e grosse lacrime le scendevano lungo il viso

e impotente. Nessun aiuto le poteva venire da Anita

soldato”, vittima di tutte le guerre, di cui lei

del Natisone, erano passate le alluvioni di due eserciti

Marta la sentiva come le favole più paurose e

subito a riedificare, appena le masnade degli invasori erano

nessuna forma possibile. Ascoltava le campane del paese, o

dei paesi vicini, che le ricordavano feste e sagre

sagre ormai lontanissime, e le cose perdute dell’infanzia

friulano e mezzo slavo. Le pareva che quei suoni

vento che faceva suonare le foglie e le canne

suonare le foglie e le canne di granoturco le

le canne di granoturco le pareva più importante di

stanza diversa dalla sua. Le conoscenti del paese le

Le conoscenti del paese le vennero a dire che

che portavano al paese. Le montagne coperte di abeti

primi freddi e alcune, le più alte, già avevano

Guardò con attenzione e le parve che fossero vuoti

trambusto affannoso. I cavalli le videro, le fiutarono, forse

I cavalli le videro, le fiutarono, forse le riconobbero

videro, le fiutarono, forse le riconobbero, e si misero

confermavano il suo sospetto. Le porte erano aperte, e

mise a chiamare, e le rispondeva soltanto il vento

come se la paura le impedisse di formare immagini

a chiamare, ma nessuno le rispose; tutti erano chiusi

mezzanotte stava rigirandosi tra le coperte, pensando al letto

Era una storia che le aveva raccontato Caleb. ¶ Una

sempre leggeva libri strani, le aveva detto di voler

avanti la villa non le avrebbe dato l’antico

un lapis copiativo. Dunque le sinistre dicerie riportate da

di neve, gli faceva le feste e gli saltava

tra gli alberi e le rocce, come gli amici

raggiunti. Più a nord le montagne pullulavano di sbandati

senza i carrozzoni e le sue antiche abitudini, era

combattere a lungo con le parole. Ma non bastò

e segreta, e suscitare le cupidigie dei contadini, riempiendo

anche se il cuore le sanguinava, perché in quel

Infatti c’erano anche le soldatesse, e pareva che

soldatesse, e pareva che le donne fossero uscite dalla

lavori casalinghi, per imbracciare le armi anche loro, e

le ferite aperte e le barbe lunghe, le bocche

e le barbe lunghe, le bocche lievemente spalancate e

era una novità. Anche le vecchie che stavano in

stato pazzesco illudersi che le due popolazioni potessero vivere

di distanza corresse tra le due comunità; eppure in

aveva un nipote tra le vittime. ¶ «E dove se

Il pope Stiepàn benedì le salme e celebrò l

parte dei piedi, mentre le donne piangevano sommessamente. Urvàn

d’Aral, che trasportavano le barche dei pescatori e

Si diceva che ormai le Armate rosse fossero a

sacrosanto, e di pagarne le conseguenze. Una delle sue

delle defezioni. Quasi tutte le mattine i cosacchi, alzandosi

suggeriva di non incontrarlo. ¶ Le scorte di fieno erano

con i lunghi incisivi le cortecce più tenere alla

fantasmi per i cortili, le vie, i sentieri del

troppo tardi, che tutte le carte della guerra erano

perché avevano preso tutte le misure per evitare l

di aver messo finalmente le mani sopra una spia

rappresentava e impersonava tutte le spie alle quali avevano

lo avevano preso con le mani nel sacco, e

che mai avrebbe rivisto le montagne della Circassia, al

berretti di pelliccia con le bande. Era una cosa

che un tempo provocava le risa di Ghirei) sempre

maledetto. Adesso devi spifferare le cose anche a noi

la battaglia. Giocherellò con le sue armi affilatissime, sentendo

poveraccio su cui pendevano le minacce più gravi. Ma

sussulto, e sul viso le correva l’ombra del

violenza asiatica, e subito le venivano in mente il

essiccava in gola. Adesso le girava al largo, non

lividi e di sangue. Le carni ulcerate gli scottavano

Sempre si spostano, come le nuvole, e aumentano tutti

Infuriati, altri cosacchi alzarono le loro fruste, e i

senza luce. Akmek stirò le membra infreddolite, e si

si mise a guardare le montagne ancora spruzzate di

brividi, sensazioni moleste, e le montagne, lassù, nel loro

loro e a chiudergli le vie della fuga. Una

gli era morto tra le mani, come gli era

sfiorando con un dito le sue tumefazioni violacee. Gli

niente. Gli fece lavare le ferite. Accadeva una cosa

cosa strana, e cioè le tumefazioni andavano sgonfiandosi, ricomponendosi

cristiani ai morti mettevano le mani sul petto, congiunte

rifiuto che ne sentivano le donne, come Marta o

non riuscivano a sopportare le loro figure luttuose e

accidente complicato della guerra le avesse sottratte per sempre

giorni di scirocco, e le acque coi loro mulinelli

coi loro mulinelli contro le sponde del fiume misero

Stavano col viso dietro le sbarre e le finestre

dietro le sbarre e le finestre del pianterreno, dietro

vecchi del villaggio. Persino le zie di Alda cominciarono

Ghirei si tratteneva presso le famiglie a lungo, anche

sulla faccia delle persone le loro necessità. Se moriva

gli altri, e che le leggi che valevano in

leggi di nessun tipo. Le leggi della patria non

la loro efficacia durante le lunghissime migrazioni. Alle leggi

la fonte di tutte le loro sventure. Quelle antiche

circostanze misteriose, e tutte le voci puntavano il dito

vallata, tenere Marta tra le sue braccia era per

era indispensabile, e che le sue parole facevano strato

diventato vecchio e che le donne non ti guardano

nella confusione generale, aveva le idee un po’ più

profonda da cui nascono le certezze. Era soltanto la

verità era ben diversa. Le Armate rosse, dopo aver

modestia del suo vedere le cose, riusciva a scorgere

concluse e firmate tutte le paci, possibile che gli

tedeschi, che avrebbero rovesciato le sorti della guerra… ¶ Urvàn

fatalità, e il possedere le donne dei vinti pareva

Gavrila. Si aggirarono per le stanze del quartier generale

che quelle bandiere forse le avevano già viste e

quei tempi lontanissimi. ¶ Per le stanze preziose e luccicanti

che aveva trovato tra le montagne del Friuli il

vostra divisa. Come vanno le cose?» ¶ «Non bene, eccellenza

nostri nemici. In realtà le Armate rosse sono contenute

ma solo di morte. ¶ Le figure degli Atamany ruzzolarono

tanti decenni. Mentalmente prese le sue distanze, e si

tra loro due, ormai. Le eterne voci del villaggio

fossero nascosti per evitare le rappresaglie di Saetta, la

a decomporsi. I corvi, le volpi e altri animali

agli uomini, fin dentro le città… ¶ I due restarono

a lamentarsi a tutte le ore. ¶ Passando presso le

le ore. ¶ Passando presso le stalle udirono i cavalli

sogno. Lontano si disegnavano le forme scure delle montagne

ballò e cantò, e le donne cosacche eseguirono il

a passetti invisibili sotto le lunghe sottane, sicché pareva

sicché pareva che avessero le rotelline e qualcosa le

le rotelline e qualcosa le sospingesse. La più parte

i valenki, si strinsero le cinghie, indossarono il čekmen

il parabellum ad armacollo, le cartuccere incrociate sul petto

petto, i colbacchi e le kubànke sul capo, e

corridoi della caserma giacevano le guardie dei partigiani fatti

qualche boccale e ballato le loro danze, perché erano

tesa loro da Saetta. Le guardie giacevano qua e

disastri e a mietere le sue vittime. ¶ I prigionieri

tutti i presídi con le carrette, perché tutto il

con la barba e le vesti malridotte, sotto un

morti. Guardò a lungo le membra grandi e rilassate

memoria, distesi, insanguinati, con le ferite aperte e le

Spensero le luci e le stettero addosso con i

po’ tranquilla, ogni tanto le davano una stretta o

sta’ un po’ ferma!» le dicevano nel loro russo

era medicina migliore per le ragazze impertinenti e irriducibili

pronunciato, la slegarono e le tolsero i bavagli. Alda

aveva preso l’avvio. Le sbornie passavano rapidamente, ma

da sé a procurarsi le ragazze» disse Akmek. ¶ «Certo

e abbandonata in tutte le membra sul pagliericcio di

Akmek. ¶ «Non è come le nostre. Quelle sarebbero già

che da queste parti le donne sono differenti. Bisognerà

urlante e ribelle. Con le loro mani inabili le

le loro mani inabili le riassestarono le vesti e

mani inabili le riassestarono le vesti e le scarpe

riassestarono le vesti e le scarpe, le tolsero le

vesti e le scarpe, le tolsero le pagliuzze dal

le scarpe, le tolsero le pagliuzze dal vestito. A

osò rimetterle in ordine le calze di lana, sgualcite

sé. Ma cosa diavolo le avete fatto?» disse. ¶ «Per

Per me sta simulando. Le donne sono maestre di

forti…» ¶ Ma intanto altri le stavano facendo ciò che