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Bernardino Martirano, Aretusa, 1618

concordanze di «le»

nautoretestoannoconcordanza
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1618
Aretusa, ¶ lo stracciar de le chiome e del bel
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e come il ciel, le stelle, e 'l fato
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di novo a dar le leggi Roma ¶ al mondo
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Grecia, e per fiaccar le corna ¶ al fier Babel
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in Italia può portare ¶ le insegne felicissime accompagna: ¶ sol
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aure e 'l rezo le rivolge in foco. ¶ Ecco
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e contenta ¶ or tra le Ninfe mesta si lamenta
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fabri per lui batten le incudi, ¶ come quando si
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o altro sole, ¶ e le orecchie ch'udir altro
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non sanno ¶ fuor che le dolci, angeliche parole, ¶ sono
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ben l'ascolta, nulla le risponde, ¶ solo il disegno
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che notte e giorno ¶ le son com'ape mormorando
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ciel d'acute strida, ¶ le bianche gote, e i
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né vuol ch'altri le parla o la conforte
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conforte. ¶ 18 ¶ Il giovenetto udendo le querele ¶ de la misera
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venti eran per dar le vele ¶ i marinari, il
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oscuri e bagni? ¶ perché le rose, i gigli, e
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rose, i gigli, e le viole ¶ del bel viso
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bel guardo soave ¶ da le lagrime asciuga, ch'eran
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ben Morte al cor le tien la chiave, ¶ e
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trema dal capo a le piante, ¶ pur si consola
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gli Dei, ¶ che a le promesse tue presenti furo
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si move; ¶ e che le crude vele al vento
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e muggendo nel ciel le fa balzare: ¶ quando Eolo
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e l'altra sponda, ¶ le giunture del legno apre
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e 'n un punto le ricche merci affonda ¶ e
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verga guarda e regge ¶ le foche informi, le pistrici
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regge ¶ le foche informi, le pistrici e l'orche
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il suo bello Ace ¶ le uccise in grembo, che
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far saette nove ¶ con le quali il gran padre
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vano ¶ del sacrilego popol le gran prove, ¶ onde fu
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nel petto, ¶ e per le membra s'agghiaccian gli
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spelonca, ¶ che a sé le navi trae con falce
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volgi l'antenne, drizza le tue vele ¶ ver Lilibeo
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et a man manca le Sirti declina: ¶ ché, se
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asciuga, il crudo, tra le vene ¶ e fa timido
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ecco il duol che le toglie la favella; ¶ la
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favella; ¶ la lingua fredda le riman tra' denti ¶ e
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il bel Narciso, che le siede a canto, ¶ l
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l'acqua fresca or le percuote il viso, ¶ or
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ben da la ninfa le fu offerto ¶ l'albergo
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O voi, che da le mie tenebre, venti, ¶ col
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sole, ¶ portate per pietà le mie querele ¶ al mancator
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spezzar il temone, ¶ stracciar le vele e con stridi
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la veda o che le porga aita, ¶ solo aspettando
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vita. ¶ 66 ¶ La bella Leucopetra le sta a canto, ¶ la
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pianto ¶ e che narrar le debba sua sventura: ¶ ma
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chiude la bocca. ¶ 67 ¶ Tutte le belle ninfe del paese
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vaga e Resina cortese, ¶ le due Torri sorelle e
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la bella Ottaiana. ¶ Ognun le dice, ognun vuol consolarla
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doglia ¶ ch'ogni vigor le manca et ogni possa
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che l'accoglia, ¶ con le mani e co' piè
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beltade, ¶ or così piaccion le chiare e dolci acque
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ad ogni abitator de le contrade, ¶ né beveno, né
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Oreadi e Driade e le marine ninfe. ¶ 70 ¶ Leucopetra, com
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feo. ¶ 71 ¶ A cui ceden le sette meraviglie ¶ di che
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gran Nettuno, Doride e le figlie, ¶ Venere, Amore e
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figlie, ¶ Venere, Amore e le Cariti al fisco ¶ de
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opra ¶ del nobile pastor le insegne sculte, ¶ e Marte
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tutto s'abandona ¶ a le vindemie, altri a le
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le vindemie, altri a le cacce vanno, ¶ questi ara
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mondo in man, guarda le stelle, ¶ e disprezza le
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le stelle, ¶ e disprezza le cose inferïori; ¶ l'altra
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vento contrasta e a le procelle, ¶ tutta modesta, e
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marmo il pastor che le onora ¶ due casse a
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onora ¶ due casse a le due fonti fece fare
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Carlo Cesar Quinto da le ¶ parti d'Africa vinta
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dal nervo; ¶ s'altri le parla, fugge e non
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sta d'amor ne le catene; ¶ mostranle acceso il
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uno e l'altro le scopre sue pene: ¶ ma
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fonte, ¶ il qual con le famose onde sue chiare
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e mentre corre, ecco, le ferma i passi, ¶ i
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prieghi del cortese Crate, ¶ le prime membra le furon
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Crate, ¶ le prime membra le furon tornate. ¶ 86 ¶ E così
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piace a Crate, che le rese ¶ le membra umane
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Crate, che le rese ¶ le membra umane, ciascuno accarezza
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sta di Sebeto tra le braccia. ¶ 87 ¶ Or hai inteso
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de l'antenne velate le corna ¶ volta verso Ischia
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Vedesi dentro stare a le difese ¶ di Bozzolo il
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finché la notte imbruna le contrate: ¶ il capitan francese
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ancor conduce ¶ verso Rivolta le sue genti armate ¶ e
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per crescer loda a le sue lodi ¶ prende Cremona
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a Milan vien, ferma le piante; ¶ da Napoli costui
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rompe li francesi ¶ e le svizzare schiere al fiume
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si consiglia ¶ e ne le braccia sue tutto si
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l nome suo sopra le stelle ha messo: ¶ Vittoria
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né un colore. ¶ 110 ¶ Con le chiome inornate e 'l
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Al bel Narciso per le membra un gelo ¶ discorre
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divoto e riverente ¶ con le ginocchia in terra così
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fa tutto presente ¶ e le nascoste cose v'apre
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fate che Apollo da le sue cortine ¶ de l
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tu i nomi a le foglie non creda, ¶ di
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e del suo nume le riempie il petto, ¶ quando
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riempie il petto, ¶ quando le cose future fa note
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fa dismontar in Africa le squadre; ¶ veggio il Pirata
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fratello e sponso, ¶ de le battaglie nato in su
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col ferro e con le invitte mani; ¶ ecco il
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la rocca e fige le sue insegne in alto
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in alto, ¶ buttando giù le nemiche bandiere, ¶ ecco che
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prende ottanta due galere. ¶ 130 ¶ Le reliquie de' turchi e
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e, vibrando dal ciel le sue saette, ¶ il moro
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scettro vuol ch'adorni ¶ le real mani e che
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vedi che allegri a le lor patrie vanno ¶ e
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il suo camino. ¶ Da le galere in Trapani smontare
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a noi vicino, ¶ e le navi restar, che non
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d'Abila e Calpe le bandiere ¶ lusitane e le
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le bandiere ¶ lusitane e le ibere in compagnia, ¶ e
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in letizia ha converso le sue pene. ¶ Ricevi adunque
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tu, Narciso, volger puoi le vele, ¶ poi ch'è
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vere parole ¶ vaticinando da le sue cortine ¶ cantar la
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dole, ¶ ché veder desïava le ruine, ¶ i sassi, le
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le ruine, ¶ i sassi, le reliquie e l'alta
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fanno dal vicino monte, ¶ le nubi; e i larghi
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angosciosi pianti ¶ fan tra le due fontane un novo
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qual Parca fiera a le sue crude fusa ¶ ti
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erano il sol de le tenebre mie, ¶ che mi
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salir al ciel scorger le vie. ¶ Fammi udir le
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le vie. ¶ Fammi udir le parole, onde li fiumi
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acque inquiete: ¶ dentro a le chiare tue, fresche e
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io più grido. ¶ Tu le tue membra in fresca
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finché lo spirto da le membra scosso ¶ fia, sarò
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sol, qui mi vedran le stelle, ¶ piangendo, vagheggiar l
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E Teti prego e le Ninfe del mare, ¶ Glauco
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de l'antico amor le fiamme rare, ¶ meco piangendo
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tutto distillare; ¶ et or le mani, ora il bel
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più Amor in su le sue fiamme erge. ¶ 159 ¶ Come
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de la inventrice de le prime olive, ¶ quanto è
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col largo pianto tien le fiamme vive: ¶ ma al
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miserazïon converso in fiore. ¶ 161 ¶ Le gambe e i piedi
130
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la memoria ancor de le infelici ¶ punte d'Amor
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punte d'Amor ne le sue foglie serba: ¶ e