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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Ada Negri, Il dono, 1936

concordanze di «le»

nautoretestoannoconcordanza
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1936
Un altro giorno, dunque? Le campane ¶ mi dicono: Sei
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accende ¶ come fa con le foglie che non sanno
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vin nei tini, e le dorate noci ¶ chiaman l
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alba, quando ¶ mute sono le strade e muto il
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Signore, io che strappai le rose ¶ di tante siepi
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STANOTTE ¶ Tu che accogli le voci delle stelle ¶ e
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intride, e ne gonfiano le zolle ¶ verso la purità
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la luna è piena. ¶ LE SPINE ¶ Le spine che
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è piena. ¶ LE SPINE ¶ Le spine che m'han
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essi furono, in terra, le mie spine. ¶ I DUE
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dolce ¶ dei chicchi fra le dita, nel pensiero ¶ di
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rimasto sgrano ¶ a sera le solinghe Avemarie ¶ te ripensando
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Avemarie ¶ te ripensando e le procelle e il santo
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dentro la terra, con le mani giunte ¶ sul petto
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lassú si trasfigura; ¶ e le vampe ch'io scorgo
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promesse: ¶ ed io bacio le lagrime ¶ che spremi, o
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sempre come piangi tu. ¶ LE SPIRÈE ¶ Quando vedemmo, insieme
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passi fermar la primavera. ¶ LE FOGLIE DEL ROSAIO ¶ Amo
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FOGLIE DEL ROSAIO ¶ Amo le foglie del rosaio, quando
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di dí in dí. Le foglie a mezzo maggio
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muretto di ponente, ¶ risero le spirèe, riser gli arbusti
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arbusti ¶ del biancospino e le stellate siepi. ¶ Anche il
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tua bellezza, o annunziatrice. ¶ LE DUE SIEPI ¶ Sugli steli
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punta delle spade. ¶ Fra le due schiere io salgo
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guarda i campi e le foreste; ed essere ¶ principessa
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dirmi: non so. Dentro le palme ¶ e sovra il
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sento entro di me le linfe ¶ della terra che
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ottobre: fresca ¶ sentirla contro le mie membra, fresca ¶ schiacciarla
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udirlo a chi non le si dona intero. ¶ Distendermi
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sulle foglie dei geràni ¶ le gocciole, al ritorno del
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sereno. ¶ Treman sospese; e le trasforma il sole ¶ da
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un linguaggio ¶ perduto; e le cancellano ¶ ratte, fuggendo via
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forse un tempo io le dissi a chi m
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chi m'amava, ¶ egli le disse a me, bocca
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città della mia pace. ¶ Le fontanelle cantano ai crocicchi
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con chioccolío sommesso: alte le torri ¶ sbarran gli sfondi
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l'avventano su verso le nubi. ¶ Guizzan, svelti, i
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rosseggiar del cotto e le memorie ¶ delle pietre nei
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suolo; e tu dentro le vene ¶ passi, e ti
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fango andrà commista; ¶ ma le radici nutrirà del tronco
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che avrà la terra ¶ le sue stagioni, e un
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al grande ucciso, tra le foglie secche. ¶ GIORNI ¶ DI
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in gruppi ¶ canori andar le donne alla fontana ¶ coi
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svegliasse ¶ ogni alba, con le frecce delle rondini, ¶ la
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campanella della messa prima. ¶ LE PANNOCCHIE ¶ Or che il
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fu raccolto, a gara ¶ le massaie hanno appeso in
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file ¶ alle rozze verande le pannocchie. ¶ Splendono le pannocchie
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verande le pannocchie. ¶ Splendono le pannocchie sui graticci ¶ di
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la Vergine Maria! ¶ Splendono le pannocchie al sol d
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in tante fette ¶ quante le bocche. ¶ Giunto poi che
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riva un brivido han le foglie. ¶ Solo parla, sommesso
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nel nitor del vento ¶ le strade impervie, i tortuosi
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del duro ¶ combatter contro le nemiche forze, ¶ e delle
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che la pia montagna ¶ le offerse, la scolpiva il
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a sommo il petto ¶ le mani giunte, ella non
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boschi, ¶ e di là le montagne, e in alto
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io cosí presto lasciai? ¶ Le spighe del frumento ondeggiano
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un giorno, io, fra le braccia a mia madre
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canto. E venne, con le rose e il grano
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a Rosina Storchio. ¶ Canti le Litanie nella povera chiesa
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il pianto di tutte le madri. Or che altro
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mai d'averti ¶ fra le mie braccia, ad onta
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pena d'amore. Or le supreme ¶ verità della vita
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pur lieve il segno, ¶ le sembianze che amor plasma
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lontananze ¶ del tempo, ascolto le scomparse donne ¶ del ceppo
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di carne: odo vagir le creature ¶ create, sempre con
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l'onde sue sempre le stesse, sempre ¶ novelle, in
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rito, innanzi al Signore. Le tue donne, ¶ Italia: dalla
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di fortezza! ¶ Avventurata fra le patrie, Italia, ¶ tu lo
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morendo senza ch'io le possa ¶ essere accanto, senza
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male – ¶ membro che non le spasimasse, notte ¶ che le
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le spasimasse, notte ¶ che le portasse un po' di
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oggi comincia. ¶ NEVE ¶ Tutte le rose bianche dei giardini
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su un rosario intrecci ¶ le dita in pace. ¶ LA
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l'udrò ¶ mai piú. ¶ LE FARFALLE AZZURRE ¶ Chi sa
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quell'ali, ¶ imprigionate fra le lunghe ciglia? ¶ E dove
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sempre ¶ rifioriranno perché tu le colga ¶ sempre. ¶ LE STELLE
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tu le colga ¶ sempre. ¶ LE STELLE ¶ Ore notturne d
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cercavano una stella fra le stelle. ¶ C'era: grande
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Arcangela. – ¶ Ed ella con le mani ¶ pietose t'obbedí
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tra i caprifogli e le vitalbe ¶ al chiosco che
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mentre l'accoglie, già le disse addio. ¶ L'ECO
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che gli occhi ¶ vedon, le mani toccano, ci è
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non fa sentirsi entro le fredde ¶ vene calor di
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mostrando i vecchi, con le scabre, ossute ¶ mani schiaccian
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spazio in spazio oltre le nubi, poi ¶ fra turbinare
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ceppo, ¶ o i fior, le piante, i frutti che
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piú sommesse ¶ si fan le voci della terra, il