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invenzioni verbali


Pietro Aretino, Angelica, 1535

concordanze di «le»

nautoretestoannoconcordanza
1
1535
il diadema de tutte le dignità de l'animo
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1535
sua fronte vi mando le rime presenti, tenendo fatal
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Et è dono de le stelle che permettano che
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dritto, da che ne le due statue si vide
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qual clima non trattano le penne de la fama
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che vi spira da le chiome e, confusa ne
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asceso nel collegio de le stelle, ¶ quel valor, di
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al mondo face alzar le ciglia, ¶ cosí il cielo
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unica spene ¶ e de le lor memorie alto sostegno
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1535
non si conviene ¶ ne le carte spiegar penna d
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il fascio alter de le fatiche mie. ¶ Or di
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mie. ¶ Or di ricever le mie note impara ¶ ne
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mie note impara ¶ ne le tue caste e grate
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1535
riconosca dal ciel poi ¶ le voci ch'io ti
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di foco il cor le cinse ¶ ch'al giogo
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alma ¶ ebber color che le bellezze sue ¶ inchinar come
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dolente ¶ del sospirare e le querele pronte, ¶ mosse in
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che follemente ¶ scoperse ignude le sue membra conte ¶ e
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e par che da le frondi, u' spira il
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che l'ha con le man sue dipinta Amore
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il re porse, ¶ sparse le guancie di color di
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morte; ¶ freddo sudor per le sue membra corse, ¶ fe
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la bocca di fel, le labbra smorte, ¶ il lume
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mille altri ch'io le ‹ho› mostro in arme
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poi te stesso rendi ¶ le di' (né ciò di
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non regge sé, fece le luci torte, ¶ dicendo: - In
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e se in altrui le inique stelle ponno, ¶ lor
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se stesso ritornato, ¶ tenea le luci al cielo attente
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empio ¶ il vago de le donne amato stuolo ¶ e
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solo ¶ non sendo de le donne, non potrei ¶ or
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1535
vede in oblio, ¶ perché le par che 'l sommo
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parme ¶ che vi porti le tue, non l'altrui
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e dai colpa a le stelle ¶ d'aver ella
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t'aggia vinto e le porti per gloria ¶ come
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era, ¶ sí 'l duol le ha spento il natural
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Mentr'essa il mira le nodrisce il core ¶ soave
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ora gli gira ¶ a le reliquie che si scorge
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parte dà orecchie a le parole sante ¶ di quella
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Esse squarciaro e rupper le meschine ¶ membra del miserabil
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la spada amorza ¶ tutte le fiamme de l'umano
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sua sposa disse: ¶ 78 ¶ - Con le sue gloriose et invitte
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lo piegaste voi. ¶ 80 ¶ Non le palme, i trionfi et
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et i trofei, ¶ né le corone de l'invitto
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mi scaldar mai con le lor virtú pronte, ¶ ma
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tacendo piangea ¶ e con le calde lagrime fa segno
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1535
e in tanto ¶ con le sue man gli asciuga
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1535
sentí del valor suo le forze vane; ¶ intero ancor
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tronco o sterpe fuggendo le invola, ¶ veduto il serpe
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color dipinto, ¶ sí de le guancie il sangue è
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né la piú amena. ¶ Le gelide acque che la
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terso argento ¶ ornate avean le pargolette membra; ¶ propio d
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ambo mostra, ¶ perché posin le membra pellegrine, ¶ quasi un
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vermiglia altera mostra ¶ fan le rose vezzose mattu‹t
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mattu‹t›ine ¶ de le quali il pratel s
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aperto -. ¶ 94 ¶ Ed ei ne le parole ch'ella porse
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e in lui tien le luci sole, ¶ ch'han
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quegli occhi ove han le Grazie alto soggiorno, ¶ da
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la dolce armonia de le parole, ¶ de l'Aure
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e graziosi Fiati, ¶ da le rose, da i fior
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da i fior, da le viole ¶ e da le
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le viole ¶ e da le frondi dipartirsi queti ¶ e
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I dolci Sonni fra le frondi ascosi, ¶ mentre scherzan
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del dolce vaneggiare invidiosi ¶ le assalir le due stelle
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vaneggiare invidiosi ¶ le assalir le due stelle altere e
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pieno. ¶ Sí il disio le raccese et il fervore
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lascivia pose al collo ¶ le belle braccia al suo
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corsi per diletto ¶ su le labbra, si bevver dolcemente
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né lassú brami fra le cose dive ¶ sentir la
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ne i quali Amor le sue dolcezze affina, ¶ ch
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suon, l'odor de le viole ¶ e de gli
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i freddi lidi a le cocenti arene ¶ del Tanai
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e il dorso; ¶ tutte le selve ha cerco, d
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messo reverente corse ¶ ne le case reali, in seggio
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piegar fra genti tante ¶ le spalle, il capo, le
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le spalle, il capo, le ginocchia e dire: ¶ - O
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ch'ha di sé le vaghe alme innamorate. ¶ 19 ¶ Alda
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due rose vermiglie trasformarse ¶ le guancie a Bradamante mostrò
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la nuova bellezza tocco le have ¶ l'alma de
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Amor piú volte ¶ su le mura mi scorse e
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lodarlo mentre apri' a le schiere folte ¶ a questo
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1535
e il fianco. ¶ Su le porte un dí corse
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la consuma e piú le dole. ¶ Io obliai ogni
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1535
che ne facea con le sue forze sole, ¶ e
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1535
che riportar dentro a le nostre porte ¶ de i
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1535
e dire, e sempre le sue penne ¶ mi scosse
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1535
e il lume ne le ciglia. ¶ Quel ch'Amor
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core a pietà de le sue pene invita, ¶ tal
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fe' pormi in su le spine, ¶ a ciò le
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le spine, ¶ a ciò le spine e il duol
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nascesse? ". ¶ 40 ¶ A tai parole le spine pungenti ¶ l'acute
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fatali, ¶ me gittar su le spine e gran pietade
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di me la Crudeltade. ¶ 41 ¶ Le spine mi dier luogo
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quel si tinse, ¶ e le tenere membra a un
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gli occhi fissi a le mie stelle forti, ¶ presi
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non mi lasciando con le mandate armi ¶ appendermi, ferirmi
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1535
Allora quel, che ne le notti inferne ¶ nacque, perch
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mostrando il cor ne le parole: ¶ " Non die' volersi
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in crude tenebre sepolta. ¶ Le mie lagrime e 'l
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tanto a nudrirmi de le mie pene usa ¶ che
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tornava e piú crudele. ¶ 57 ¶ Le preghiere d'altrui cortesi
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e per saziarsi de le pene mie ¶ molti archi
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l'alma intento, ¶ de le saette il fier nembo
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in alto apparse. ¶ 60 ¶ Già le mie care membra non
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che mi dovean fiaccar le ruine adre: ¶ altamente temea
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darne, ¶ costei spogliommi, io le vesti' la carne ". ¶ 61 ¶ Orsú
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troppo infelici casi; ¶ sonaro le mie ultime parole: ¶ " Voi
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con pianti e sospir le braccie porse ¶ al collo
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par che s'accori. ¶ 65 ¶ Le piú superbe nozze e
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piú superbe nozze e le piú rare ¶ fece ordinar
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in paradiso ". ¶ 66 ¶ Ei con le nude e preziose braccia
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braccia ¶ parte cingendo de le membra mie, ¶ chinando umíle
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la sua nobil faccia ¶ le luci affisse mestamente pie
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quel sol mirando a le mie notti die, ¶ che
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dei e dei re le case e i tempî
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perch'egli si crede ¶ le propie membra abruciare in
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ciò pensando l'assalgon le brame ¶ di lunga, ingorda
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Ei seco pensa a le saette dure ¶ che piovevan
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schiera forte ¶ per rompermi le membra, e le paure
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rompermi le membra, e le paure ¶ ch'io ebbi
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circondan lui e fa le ciglia oscure, ¶ ch'esser
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trarmi rimembrando ¶ cadde ne le mie braccia sospirando. ¶ 75 ¶ Ne
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mie braccia sospirando. ¶ 75 ¶ Ne le mie braccia cadde e
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dura ha racontata, ¶ ma le parole in bocca le
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le parole in bocca le rompea, ¶ facendo a punto