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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Renzo Bistolfi, Il segreto del commendator Storace ovvero, quando si dice morire sul più bello, 2019

concordanze di «le»

nautoretestoannoconcordanza
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noi, oggi?» ¶ Nicolò alzò le spalle. «Noi possiamo sempre
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a lui.» ¶ Jole alzò le spalle e scosse la
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proprio.» Poi sospirò, incrociò le mani sul ventre e
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la verità, prima che le vada a trovare su
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Era vero. ¶ Nicolò alzò le spalle e vide la
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penombra della scala, solo le forcine baluginarono ancora un
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lei desiderasse era che le cose cambiassero, ma dall
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sarebbe piaciuto affatto. Anzi, le avrebbe creato dei problemi
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stanza dove venivano riposte le provviste, le stoviglie e
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venivano riposte le provviste, le stoviglie e i servizi
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sulle gambette corte: aprì le persiane e Nicolò notò
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e fu necessario fissare le imposte che sbattevano a
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al piano inferiore. Lungo le pareti della sala c
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o poi, come tutte le cose d’arte di
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stanze ci sono, non le pare?» ¶ Damonte attraversò di
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rotondo al centro e le pareti coperte da armadiature
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a volta ribassata: lungo le pareti eleganti rastrelliere colme
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monastico, semplice ma raffinato; le finestre, piccole e munite
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una, e sono quasi le dodici e mezzo. Me
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scaffale, dopo averne esaminato le etichette con cura. «Prenda
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a me, se non le rincresce, resterei ancora una
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e metto a posto le carte. Jole è uscita
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scartoffie, e uscì, reggendo le bottiglie. ¶ Appena fuori del
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di alzarlo prendendolo per le ascelle, ma Nicolò provò
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di traverso. «Ma cosa le è successo, benedetto figliolo
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gridò, lasciando da parte le buone maniere e il
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a fermarsi. L’orfanotrofio, le suore, la camerata... Tutto
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stato!» La fantesca aveva le saette negli occhi. ¶ «Ma
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uomo, qualche giovanotto che le mangiava dei soldi. Perlomeno
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lo zio...» ¶ Jole alzò le spalle. «Questo non lo
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cosa e sembrava che le volesse bene, nonostante tutto
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spaccava tutto quello che le capitava per le mani
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che le capitava per le mani. È per questo
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siamo tornati qui, ma le cose non sono cambiate
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Gli tornarono in mente le parole dello zio: «Jole
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suono da corno flautato, le cime degli alberi non
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di Jole che saliva le scale in fretta. ¶ «C
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voltato di spalle, teneva le mani allacciate dietro la
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guardarlo, il reverendo indicò le poltrone rosse, ai lati
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prima di tutto perché le dovevo una risposta. Una
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qualcosa?» ¶ Monsignor Malacalza alzò le sopracciglia e fece schioccare
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si era...» ¶ Nicolò arcuò le sopracciglia e si protese
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la notizia, di raccogliere le idee, ma lì per
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sposato, ecco. Per quanto le pubblicazioni fossero avvenute, anche
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non gli facilitava certo le cose, perbacco, sembrava che
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veste. ¶ Proprio vero che le sensazioni non vanno mai
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giocavo a carte tutte le settimane, qui in casa
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che avremmo trovato tutte le risposte. E adesso quel
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e incurvò d’istinto le spalle, perché la Pescetto
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è ricordato di tutte le persone che gli sono
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non erano poi molte le persone che lo zio
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invitato. ¶ «Cosa vuole che le dica? Era un matrimonio
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nelle scale. Sembrava che le tirassero via i capelli
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Così, quando ho sentito le porte sbattere e il
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sulla toeletta. Poi portò le tazzine nell’acquaio e
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impeto con il quale le posò sul marmo. ¶ Un
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sfogare il nervosismo che le si era accumulato in
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resto si sapeva che le acque morte... Era appena
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smettendo di trafficare con le tazzine. ¶ Poco. Di sicuro
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una che più domande le facevi e meno parlava
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parlato troppo? ¶ Gioconda alzò le spalle e ripose le
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le spalle e ripose le tazze nello scolapiatti. ¶ No
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cessassero. ¶ Un attimo dopo le sirene dei cantieri, delle
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e del timbro che le distinguevano, tonalità e timbro
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decifrava con perizia, discernendone le voci l’una dall
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pagnotte: incurvando la schiena le riparavano dal vento che
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gabbia: la fronte corrugata, le mani dietro la schiena
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punta delle scarpe. ¶ Alzò le spalle. Ormai tutti dicevano
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mise dentro la testa, le sopracciglia inarcate e l
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aspettate ancora un po’ le trofie si raffreddano e
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venite a dirmi che le ho fatte cuocere troppo
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di un passo e le piantò gli occhi in
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al cielo e giunse le mani. «Oh santa pace
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davanti alla scrivania, voltando le spalle all’arciprete, si
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sua risposta fossero dipese le sorti del mondo, o
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i capelli grigi passandovi le dita deformate dall’artrite
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Storace, nevvero?» ¶ Monsignore allargò le braccia con un moto
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di starle alle spalle le fosse stato di fronte
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pranzo, ecco.» ¶ Monsignore appoggiò le nocche sulla scrivania, e
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uno che vuol tenere le distanze e darsi dell
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dell’importanza.» Bertina chiuse le dita a pugno come
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moralità!» ¶ Il sacerdote rilassò le labbra, lasciò andare un
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altro da dire e le trofie al pesto languivano
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la perpetua su per le scale in penombra. «E
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c’era. ¶ Aveva teso le orecchie e non aveva
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inverno che fanno scuotere le persiane, si intrufolano dentro
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dentro i soprabiti, smerigliano le ossa e fanno volare
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gruppetti di operai con le tute blu sotto i
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con i baveri rialzati, le mani in saccoccia e
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allegra, «che così intanto le parlo un po’ di
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quella faccenda là che le interessa». ¶ Nicolò, dunque, aveva
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sala dei libri...» ¶ Alzò le spalle. «Che poi farei
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il vento faceva turbinare le foglie secche da un
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soldi. È che, come le ho detto qualche giorno
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incassò la testa tra le spalle. «Io sento che
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il discorso...» Jole aprì le braccia con aria mistica
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e buridda di seppie. Le ho prese da Fiore
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ho prese da Fiore le seppie, le ha pescate
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da Fiore le seppie, le ha pescate lui stamattina
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stamattina. Pensate che quando le ho messe a soffriggere
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la Bianchetta, che con le seppie...» ¶ Monsignore chiuse la
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del seggiolone e incrociò le dita sullo stomaco: si
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a lisca di pesce. ¶ Le facciate dei palazzi erano
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allampanata che procedeva con le spalle curve, come tutte
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spalle curve, come tutte le persone alte e magre
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così, come spesso accade, le gambe lo portarono senza
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impressione di familiare intimità. Le vecchie insegne accanto alla
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stagno, qualche tavolino e le bottiglie allineate sulle mensole
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alle loro spalle, commentavano le giocate a bassa voce
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riscaldava l’ambiente brunendo le pareti d’una bella
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raffreddore lì una grappa le cava l’umido, le
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le cava l’umido, le asciuga le ossa.» ¶ Da
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l’umido, le asciuga le ossa.» ¶ Da come andava
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si capiva che aveva le caviglie gonfie e i
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conosceva?» ¶ La donna alzò le spalle. «Di persona no
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donna alzò di nuovo le spalle. «Guardi, io posso
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quando si è sposato le cose non siano andate
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questo, piuttosto. Se non le piace vorrà dire che
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e mettere al fuoco le tazze di porcellana?» ¶ Jole
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busto e si strinse le labbra tra pollice e
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come una volta, quando le mogli erano sottomesse ai
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principessa. Ma sa cosa le dico?» Jole si sporse
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che ha sempre passato le giornate in osteria a
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bene! Chissà cosa accidenti le davano da mangiare laggiù
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spiegare...» ¶ «Cosa vuole che le dica? A volte quando
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del povero commendatore.» ¶ Affondò le stoviglie nell’acquaio di
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fece senza voltarsi, con le mani immerse nella saponaria
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alzò da tavola e le augurò la buonanotte, poi
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ammezzato, più piccolo, sotto le sale del primo piano
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era perfettamente in ordine: le lenzuola candide e il
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davvero a tutto. ¶ Attraverso le stecche delle persiane filtrava
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di ipnotico, e finalmente le immagini cominciarono a confondersi
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la figura ossuta e le mani dalle dita rinsecchite
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pensò bene, stringendo impercettibilmente le palpebre, quasi a voler
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consegnarla al giovane che le sedeva di fronte. Non
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Non mi pare. Erano le nove del mattino e
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finiva che il commendatore le mollava un bel ceffone
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queste scene?» ¶ Ersilia alzò le spalle ossute. «Ma no
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donna scrollò di nuovo le spalle e riprese il
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che lavava il pavimento. Le ho chiesto cosa fosse
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signora stava partendo, e le ha ordinato di salire
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poltrona di fronte. ¶ Serrò le labbra e strinse gli
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che teneva in moto le rotelle del cervello. Come
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rotelle del cervello. Come le parole incrociate. ¶ Il giovanotto
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aveva ripreso ad assumere le sue medicine come un
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verso poi. Quel gonfiare le gote e trattenere il
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di opporsi con tutte le forze, di non lasciarsi
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Garibaldi e una rendita. Le sue collezioni di vasi
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e di arazzi antichi le lasciava al Comune di
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piccoli passi rapidi con le gambette corte. ¶ Però c
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raduno è necessario affinché le cose non cambino, affinché
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cambierebbero almeno in parte le cose. E io non
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due chiacchiere conclusive e le spiegherò cos’altro dovrà
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delle notizie che cambierebbero le cose», aveva detto. Era
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dalla tasca. Poi scrollò le spalle e chiuse l
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Storace e ne ereditava le sostanze, con tutti i
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lui non conosceva né le usanze, né le convenienze
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né le usanze, né le convenienze, mentre Jole aveva
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convenienze, mentre Jole aveva le idee chiarissime sul da
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del commendatore. Insomma, complicando le cose. Si sarebbe dovuto
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il morto, ma Jole le aveva messe energicamente alla
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la biblioteca, e ripose le chiavi nella tasca della
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i cassetti e anche le porte, perché qualcuno nella
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sulle gote. ¶ Jole allargò le braccia. «Eh, che vuol
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per mettere in fila le faccende da sbrigarsi al
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sapere se vuole che le faccia compagnia.» ¶ Jole alzò
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faccia compagnia.» ¶ Jole alzò le spalle. «No, non ce
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tremolante dei ceri, e le spalle curve della donna
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grigi raccolti a crocchia, le forcine che brillavano come
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possa dirle quel che le voleva dire il commendatore
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lo sa.» ¶ Nick incrociò le mani dietro la schiena
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un morto lei, che le fa così impressione?» ¶ «Ma
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fece spallucce, senza guardarlo, le punte dei ferri cozzavano
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e metallico. ¶ Lui sentì le ginocchia piegarsi all’improvviso
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Egypte. ¶ PARTE SECONDA ¶ Dove le cose si ingarbugliano. ¶ E
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la donna che stirava le tovaglie d’altare e
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i camici da messa: le aveva pagato il conto
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due figlioli da allevare. Le affidava quei piccoli lavori
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stesso, perché sotto sotto le assunzioni nello stabilimento erano
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cannella. E poi sotto le coperte, tante coperte... una
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signora. Mi disse che le nozze si erano celebrate
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resto, s’erano fatte le pubblicazioni. Io di più
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secondo profondissimo sospiro, incrociò le mani sulla scrivania e
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Ebbene, cosa vuole che le dica, io? Era un
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mezza matta. Avevo ridotto le visite perché non si
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Io per precauzione rallentai le visite. Sa com’è
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Monsignore sussultò e protese le mani, come a difendersi
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Gilda, no?» ¶ Monsignore inarcò le sopracciglia. «Mah, in teoria
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Ma badi che non le prometto niente.» ¶ Nicolò balzò
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sul desco, a riparare le carte con le braccia
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riparare le carte con le braccia facendo scudo col
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se certe domande se le poneva il pronipote del
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al cielo e giungendo le mani. «Ma santa pace
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mai del tutto neri: le lenzuola bianche, le colonne
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neri: le lenzuola bianche, le colonne scure del letto
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volto bianco e cereo, le labbra grigie e le
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le labbra grigie e le sopracciglia anch’esse bianche
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sul selciato fradicio, dove le foglie cadute dagli alberi
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scenografia teatrale. ¶ Galanti incrociò le mani dietro la schiena
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un attimo, poi scrollò le spalle e sorrise. Ecco
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e fantasiose elucubrazioni. Scrollò le spalle. Tanto era fatto
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ansia. ¶ L’immagine che le rimandava lo specchietto era
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capelli. Il doppio mento, le borse sotto gli occhi
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borse sotto gli occhi, le zampe di gallina... e
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discesa ripida, e tutto le pareva fosse accaduto in
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lei stessa. ¶ Si sa, le chiacchiere sono sempre chiacchiere
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quel caso bastava che le convocasse in camera caritatis
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il giorno prima, e le aveva ordinato di preparargli
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senza alcuna spiegazione. Difatti, le aveva raccontato Jole, quando
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certe vecchie faccende, non le piaceva per niente. ¶ Ma
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affatto, perché il commendatore le aveva detto che un
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se avesse voluto osservare le sue reazioni e nel
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affatto. ¶ Capitolo 11 ¶ Difficile tirare le somme. Quasi impossibile, anzi
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perché dopo tanti anni le era sembrato che tutto
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razionale e matematica, che le consentiva di cogliere freddamente
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angolo accanto alla stufa, le era addirittura sembrato di
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sembravano aver digerito tutte le portate pesanti della vita
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Ma in quel momento le era sembrato per l
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lei. Perché il commendatore le aveva puntato negli occhi
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gli occhi sbarrati e le guance incipriate della Pescetto
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rossi, come se tutte le venuzze del viso fossero
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di Jole? Aveva stretto le palpebre con forza, restando
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forza, restando immobile, allentando le mani e lasciando cadere
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pausa di immobilità che le era sembrata interminabile, si
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nell’altra stanza, che le serviva da salotto e
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era immerso nell’oscurità: le travi massicce che salivano
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coperta di lana. ¶ Detestava le donne che fumavano in
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sua condotta. Ormai invece le insegnanti non si curavano
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Finalmente da tempo nessuno le chiedeva più se avesse
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arrossire ogni volta che le ponevano simili indiscrete domande
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sale. ¶ Il pollice spinse le briciole di tabacco nel
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e irreale. ¶ Un momento. ¶ Le sembrava che un dettaglio
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dopo nel marasma generale le era sfuggito. Un dettaglio
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che lì per lì le era sembrato importante, e
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la teiera cadesse? ¶ Scrollò le spalle e tirò un
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altra boccata voluttuosa, stringendo le palpebre. ¶ No. Non era
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testa e aveva infilato le mani in tasca, tenendo
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a bocce e perdendo le giornate all’osteria a
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aveva deciso di sistemare le ultime cose, con la
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beffa del destino, considerate le volte che Jole aveva
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e polveroso di tutte le strade prospicienti a un
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con la quale se le cose fossero andate storte
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il colletto della camicia le cui punte andavano dove
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un fondo grigio perla, le pareti rivestite di legno
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sopracciglia a cespuglio, sotto le quali occhi acuti e
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acuti e mobilissimi riverberavano le fiamme del camino. ¶ La
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io non nego affatto le mie responsabilità. Quindi marcia
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ghigno sarcastico e scrollò le spalle scheletrite, lanciandogli un
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mantello sulle spalle e le scoccò un’occhiata con
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grande. ¶ E così, scendendo le scale, recitò due volte
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non la camicia, e le bretelle gli ciondolavano lungo
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poteva anche essere, viste le continue carenze di ossigeno
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e la morte... ¶ Alzò le spalle. Pazienza. Niente partita
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pentola. Di sicuro. ¶ Alzò le spalle e mise sul
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dalla canonica dell’Assunta, le aveva servito un caffè
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senz’altro, puntuale come le tasse. ¶ Il cavalier Damonte
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che giravano bassi, rasentando le case. ¶ Tempo brutto, di
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gironzolato a lungo per le strade di Sestri, trascinato
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strani suoni ritmici tenendo le dita davanti alla bocca
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se Nick non comprendeva le parole delle canzoni, perché
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un po’ a tutte le voci.» ¶ Nick restò a
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mormorio indistinto. ¶ Ci furono le presentazioni: la signora Gioconda
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viene da New York!» ¶ Le chiacchiere erano le solite
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York!» ¶ Le chiacchiere erano le solite, di circostanza, e
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Ma negli Stati Uniti le cose vanno così. Si
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piccolo inchino educato e le sorrise timidamente. «Nessuno studio
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su di lui: non le aveva risposto. Lei voleva
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da soli, Jole riempiva le tazze. ¶ Fu a quel
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vostro brindisi», esordì, «ma le mie condizioni me lo
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spedirmi in paradiso con le sue estreme unzioni.» ¶ Il
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compiaciuta. ¶ «Infine ci sono le mie vicine, che per
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altro la mia casa.» ¶ Le due donne si scambiarono
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due macchie rosa intenso le apparvero sulle gote. «Sì
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era una strana calma. ¶ Le volute di fumo si
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appannati, tracciando sentieri tortuosi. Le fiamme danzavano dietro lo
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per replicare, ma lui le zittì con un gesto
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all’arciprete che ridusse le sue visite al minimo
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produssero un leggero sibilo. Le guance gli si arrossarono
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il fiato e gonfiò le gote strizzando gli occhi
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piano dalle labbra e le gote si sgonfiarono lentamente
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da dire. Dopo tutte le volte che siete corso
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Monsignore si alzò, mise le mani dietro la schiena
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ecco com’erano andate le cose. Di sicuro. Altro
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della perpetua interruppe inopinatamente le sue profonde riflessioni dottrinali
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dove vanno a finire le palanche.» ¶ Il sacerdote si
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visto.» ¶ Bertina si asciugò le mani nel grembiule e
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vorrà dire?» ¶ Monsignore scrollò le spalle e le lanciò
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scrollò le spalle e le lanciò un’occhiata diffidente
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strofinò sul limone e le sciacquò nel catino, quindi
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i suoi attrezzi voltando le spalle all’ammalato. Gli
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L’arciprete si mise le mani sui fianchi e
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Monsignor Giovito Malacalza scrollò le spalle con aria rassegnata
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maiolica dipinta torreggiava tra le altissime finestre della parete
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poltrona e aveva accavallato le gambe. «È un’agonia
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e arazzi francesi sono le uniche passioni, gli unici
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tutti i colori e le forme. Passino le farfalle
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e le forme. Passino le farfalle, ma a me
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Allora Jole aveva allargato le braccia e si era
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era fatta forza, perché le sembrava proprio di avere
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chiaro e netto attraverso le lamiere dello scafo. ¶ La
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viso triangolare e affilato, le orecchie a punta, i
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carattere schivo, taciturno. ¶ Stiracchiò le gambe e si soffiò
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essa scomparsa all’improvviso, le suore che lo avevano
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a poppa, avevano sciolto le pesanti gomene dalle bitte
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in acqua, gli argani le avevano risucchiate a bordo
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ampio semicerchio, tornando verso le banchine. C’era stato
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verso il mare aperto. ¶ Le luci della città si
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tornò a sdraiarsi, incrociando le braccia dietro la testa
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Dopodiché il dottore declinò le consuete, dettagliate istruzioni. «L
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altro impiego perché questo le dura poco.» ¶ «Sì, ho
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con l’indifferenza che le infondeva la consuetudine alla
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può dirlo?» Poi alzò le spalle. «Una cosa è
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e sibilante. «Ecco qua le mie cornacchie del malaugurio
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sanitario, dove si decidono le sentenze e le torture
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decidono le sentenze e le torture da infliggermi.» ¶ L
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chi mi ha preso? Le ho detto che ho
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nuovo la cannula tra le labbra. «A lei cosa
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uscì. ¶ L’infermiera inarcò le sopracciglia, cercò le parole
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inarcò le sopracciglia, cercò le parole giuste per rispondere
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che in purgatorio porta le anime a far pipì
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lo sorbisca lei che le accomoda l’umore e
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che a voi donne le brodaglie calde piacciono tanto
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elastico di fissaggio dietro le orecchie. ¶ «Alé!» fece il
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suoi tre bastimenti con le iniziali LS sul fumaiolo
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non sopporto è lasciare le cose a metà, metà
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nero e minaccioso, solo le creste candide delle onde
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ancora stampati sul viso: le palpebre gonfie e lo
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il bastimento per impartire le istruzioni di sbarco, e
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sorgeva dal mare, poi le case e i palazzi
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i tetti d’ardesia, le torri, le cupole, le
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d’ardesia, le torri, le cupole, le facciate che
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le torri, le cupole, le facciate che si sovrapponevano
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sul rosa del cielo. Le finestre scintillavano misteriose sotto
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lanciando un fischio acuto. Le manovre di attracco furono
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monumentale stazione marittima, dove le formalità di dogana furono
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e gli faceva sbattere le palpebre nel sole del
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interminabile di lamentazioni. ¶ Sempre le stesse. Uff! ¶ Decise perciò
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non era mica facile. ¶ Le cartine le aveva in
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mica facile. ¶ Le cartine le aveva in tasca e
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un ladro, quando raccattava le cicche, e agire fulmineo
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l’equilibrio. ¶ Sua figlia: le venisse un po’ di
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smorfia di disgusto) e le sembrava d’esser diventata
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roba da barboni, che le sigarette gliele avrebbe comprate
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un tubo, sua figlia. Le donne non capivano mai
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chiederle a sua figlia, le sigarette. Gli piaceva raccoglier
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Cominciò a trafficare con le tasche. Una parola! ¶ In
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antico, da signori, con le finestre alte e il
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di fronte era spalancato, le alte finestre del primo
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annerite e vuote come le orbite di un teschio
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strapazzato e si sfregò le mani, quindi si avvicinò
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meno lo sapeva. ¶ Scrollò le spalle e si avviò
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al campanile ancora illuminato: le cinque e tre quarti
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in stile impero, con le pareti coperte di quadri
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la porta e, asciugandosi le mani col grembiule, prese
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della massima importanza per le casse della parrocchia, e
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aveva dovuto stendere persino le mutande. Era stato giusto
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di porfido, quindi inarcò le sopracciglia e si volse
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siamo?» ¶ La donna allargò le braccia e sospirò, non
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lui...» ¶ Allargò anch’egli le braccia con un’espressione
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sera, non erano neanche le undici. Stava leggendo, di
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libri, e come tutte le sere gli ho portato
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sbarrati, si è portato le mani allo stomaco... così
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Alighieri.» ¶ La fantesca inarcò le sopracciglia e sgranò gli
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o l’altra te le taglio quelle mani lì
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magrissimo, dalle guance incavate, le sopracciglia a cespuglio e
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boccaglio da narghilè, tra le labbra cianotiche del malato
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ricomparve quasi subito, asciugandosi le mani in una salvietta
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sottrasse. ¶ L’infermiera ascoltò le poche raccomandazioni del dottore
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lit en bateau, quando le condizioni del malato glielo
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viola e attaccò con le sue formule in latino
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Michaeli Arcangelo...» ¶ Quasi subito le palpebre del vecchio ebbero
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la prassi, di tagliare le orazioni e passare direttamente
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passare direttamente all’unzione. Le avrebbe completate alla fine
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ritrasse d’istinto, allargando le braccia. «Oh, santa pace
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aprì la bocca, spalancò le palpebre e restò così
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gocce in un bicchiere. ¶ Le palpebre del commendatore tremolarono
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sguardo sembrò sollevarsi e le pupille si mossero, sino
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il momento di suonar le campane a morto... ho
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smorfia di disgusto. ¶ «Beva, le farà bene. È un
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del lauto onorario che le pago, veda di rendersi
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povero bambino, che dietro le lentiggini era ancora bianco
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sfilò la cotta e le gettò entrambe sul divanetto
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letto, dopodiché si pulì le dita unte nella mollica
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dita unte nella mollica, le strofinò sul limone e
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il sorriso di circostanza le si cementò sulla faccia
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ragionamento giusto, applicare correttamente le formule e mettere ogni
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rimessa in moto e le domande erano sempre le
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le domande erano sempre le stesse. ¶ Dove? Come? Quando
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a forma di croce, le sue piante di geranio
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Il maresciallo Galanti incrociò le mani sulla scrivania e
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no?» fece Nicolò alzando le sopracciglia con un’espressione
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di Galanti di alzare le sopracciglia e sgranare gli
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mente i dubbi e le elucubrazioni che avevano agitato
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non torna!» ¶ Galanti intrecciò le dita, protese le labbra
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intrecciò le dita, protese le labbra e strinse gli
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ponendosi più o meno le sue stesse domande? ¶ In
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prese il viso tra le mani. Restò assorto a
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e infradicia Genova, rendendo le strade appiccicose e argentee
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si fermava a rimirare le vetrine e ripartiva di
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del coro, ma non le parole delle canzoni che
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sui trent’anni, con le mani in tasca e
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tassisti che aveva ripreso le discussioni sulla partita. «Mica
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quella gente là che le macchine le tratta come
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là che le macchine le tratta come se fossero
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rispose l’autista alzando le spalle, «io di trasporti
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De Ferrari.» Si posò le mani sulle ginocchia e
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rosso...» ¶ L’autista strinse le labbra e cercò nella
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tornati su a prendere le altre valigie.» ¶ «Quindi è
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vecchio Celesia scrutò daccapo le nuvole, si rimise in
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Mah, cosa vuole che le dica? È passato tanto
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conciata com’era. Come le dicevo, non sapevo che
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tassista scosse di nuovo le spalle. «Mah. Era troppo
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Ma secondo me non le stava mica bene, sa
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scaricare il baule e le valigie. Sono venuti due
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non partiva subito. Non le ha detto dove andava
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Ma lui aveva alzato le spalle ed era salito
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parole, in stampatello: Se le preme la pelle se
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vada pure, io prendo le chiavi.» ¶ Nicolò attraversò piazza
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lo trovò davanti. «Che le succede ancora?» incalzò il
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rotto. Unica nota stonata le dita gialle di nicotina
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a guardar fuori, dando le spalle a Nicolò. «In
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ragno!» fece Cabella alzando le spalle. «Ogni due per
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che tante cose già le sa...» Si appoggiò indietro
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la crisi era passata. Le prescrivevo dei tranquillanti, del
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più sbattuto di quando le è cascato il vaso
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gli occhi rossi e le occhiaie blu.» ¶ «Non dormo
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non dorme...» Poi alzò le sopracciglia e tirò fuori
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qua e là. ¶ «Qui le fa male?» ¶ «Un poco
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il fegato, l’addome. «Le fa male qui? E
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urina e in seguito le farò fare anche una
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il piccolo lucernario che le rischiarava. ¶ E ancor prima
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Ma ormai era fatta. Le cose dette son dette
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e cominciò a scendere le scale con cautela, senza
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Ad aspettare così, con le mani in mano. Le
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le mani in mano. Le cose avrebbero potuto precipitare
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stava al proprio posto, le conseguenze erano quelle, altro
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di poco prezzo. ¶ Alzò le spalle. Non era per
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messo in fila tutte le incognite come se si
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poteva certo lasciar andare le cose per il loro
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malaugurio, si precipitò lungo le scale. ¶ Capitolo 29 ¶ Nicolò uscì
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non riuscire a raccogliere le idee, a collegare i
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e ovattata e percepisse le persone attorno a sé
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per aiutarlo a sistemare le cose e ancora si
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fortissimo quel giorno, e le due donne tenevano i
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In alto si scorgevano le finestre dell’abitazione dell
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con monsignor Malacalza? ¶ Alzò le spalle. No, rischiava di
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metri, brulicante di persone. Le vetrine erano già illuminate
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tra la folla e le vetrine, passando a fasi
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ricominciato a scorrere tra le sponde alte di via
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sangue rimasta sul marciapiede. Le vetrine scintillavano come prima
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era umido e rifletteva le luci come il mare
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il mare avrebbe riflesso le luminarie il giorno di
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come si metteva. Certo, le restava un’azione ancor
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drastica da compiere, se le cose fossero andate storte
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all’altare e accendeva le candele con la sua
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asso da calare. ¶ Inarcò le sopracciglia e sgranò su
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abboccato e ora non le restava che tirare la
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glielo dico! Saranno state le quattro, le quattro e
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Saranno state le quattro, le quattro e mezzo al
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felice, perché quella domanda le dava occasione di dar
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Ginocchio, e quindi come le dico, vero, stavo appunto
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Se avesse potuto Ersilia le avrebbe appiccato il fuoco
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vede, quando si dice le combinazioni: era destino che
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proprio. «Mi sono messa le gambe in spalla e
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tanto, ma tanto gentile. Le ho spiegato cosa succedeva
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Ersilia prese a salire le scale in fretta. Pensava
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col massimo ordine, slargando le vesti sulla credenza, l
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pendola della sacrestia segnava le otto e mezzo passate
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giornata monsignore!» ¶ Monsignore incrociò le mani dietro la schiena
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darsena a vele spiegate. ¶ Le visite in canonica tra
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importanza nel momento che le pareva più opportuno, cioè
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che non poteva soffrire le interminabili divagazioni della perpetua
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lo debba cavare con le tenaglie, che qui il
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sussultò sulla sedia e le piantò gli occhi in
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abbia la calamita per le disgrazie, sembra. E adesso
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oggi, sapete com’è, le ventiquattr’ore! Ma se
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rigirò la busta tra le mani come se avesse
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quotidiana. «Ci vado tutte le settimane, ma negli ultimi
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e aveva dolore. Così le abbiamo dato un sedativo
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guardò l’orologio. «Sono le dieci del mattino e
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un tale spavento...» intrecciò le mani sul ventre e
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verso l’infermiera e le rivolse il suo solito
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Dopodiché mise in moto le gambette corte e infilò
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proprio tutti. Aveva considerato le possibili reazioni dell’altro
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megalomani perditempo che scrivevano le baggianate più inutili e
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largo nell’ufficio, con le mani dietro la schiena
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punte dei piedi, scese le scale come un ladro
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una busta a Nicolò. «Le ho prescritto un antidolorifico
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lungo il corridoio, verso le scale. ¶ C’erano dei
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portone», e gli porse le chiavi. ¶ Mentre lei pagava
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dal soffitto basso e le finestre quadrate, proprio come
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Pescetto. ¶ «Jole, se non le spiace mi porti su
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che ci penso io. Le preparo un bel brodo
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brodo di pollo che le mette a posto lo
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affacciò alla porta con le saette negli occhi. ¶ «C
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via dell’incidente. Io le ho detto che non
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riceverla qua?» ¶ Jole alzò le spalle e lasciò andare
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fragola, il doppio mento le tremolò un poco. ¶ «Sa
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verità?» chiese Nicolò inarcando le sopracciglia. «La verità su
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santo cielo! Quello che le è arrivato addosso.» ¶ «Ah