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esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Dante Alighieri, Divina Commedia, 1321

concordanze di «li»

nautoretestoannoconcordanza
1
1321
di Santa Chiesa scomunicati, li quali sono puniti in
2
1321
fallo amaro morso! ¶ Quando li piedi suoi lasciar la
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1321
Leva», diss' io, «maestro, li occhi tuoi: ¶ ecco di
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1321
dietro alquanto, ¶ e tutti li altri che venieno appresso
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1321
volontier perdona. ¶ Orribil furon li peccati miei; ¶ ma la
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1321
fin si penta, ¶ star li convien da questa ripa
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1321
a riguardar giovare altrui. ¶ Li occhi prima drizzai ai
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1321
ai bassi liti; ¶ poscia li alzai al sole, e
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1321
parte ¶ verso settentrïon, quanto li Ebrei ¶ vedevan lui verso
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1321
che salir non posson li occhi miei». ¶ Ed elli
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1321
sinistro il carro mena?». ¶ Li atti suoi pigri e
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1321
soddisfare a Dio; de li quali nomina in persona
13
1321
par che si conduca!». ¶ Li occhi rivolsi al suon
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1321
e, giunti là, con li altri a noi dier
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1321
che solo innanzi a li altri parlo, ¶ ti priego
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1321
Quindi fu' io; ma li profondi fóri ¶ ond' uscì
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1321
fuoro in grembo a li Antenori, ¶ là dov' io
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1321
ch'i' caddi; e vid' io ¶ de le
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1321
prende, ¶ e qual dallato li si reca a mente
20
1321
e nel mover de li occhi onesta e tarda
21
1321
non stanno sanza guerra ¶ li vivi tuoi, e l
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1321
non esser corretta da li sproni, ¶ poi che ponesti
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1321
selvaggia, ¶ e dovresti inforcar li suoi arcioni, ¶ giusto giudicio
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1321
per noi crucifisso, ¶ son li giusti occhi tuoi rivolti
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1321
tardaro indebitamente loro confessione; li quali si purgano in
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1321
guisa che i vallon li sceman quici. ¶ «Colà», disse
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1321
l'erba e da li fior, dentr' a quel
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1321
Di questo balzo meglio li atti e ' volti ¶ conoscerete
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1321
non move bocca a li altrui canti, ¶ Rodolfo imperador
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1321
il duol che sì li lancia. ¶ Quel che par
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1321
Rade volte risurge per li rami ¶ l'umana probitate
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1321
ambo le palme, ¶ ficcando li occhi verso l'orïente
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1321
l'inno intero, ¶ avendo li occhi a le superne
34
1321
Aguzza qui, lettor, ben li occhi al vero, ¶ ché
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1321
non sì che tra li occhi suoi e ' miei
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1321
si volse ¶ che sedea , gridando: «Sù, Currado! ¶ vieni
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1321
primo perché, che non è guado, ¶ quando sarai
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1321
chiami ¶ là dove a li 'nnocenti si risponde. ¶ Non
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1321
misuratamente in core avvampa. ¶ Li occhi miei ghiotti andavan
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1321
non posso, ¶ come mosser li astor celestïali; ¶ ma vidi
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1321
fuggì 'l serpente, e li angeli dier volta, ¶ suso
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1321
diss' io lui, «per li vostri paesi ¶ già mai
43
1321
altrimenti Achille si riscosse, ¶ li occhi svegliati rivolgendo in
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1321
braccia, ¶ là onde poi li Greci il dipartiro; ¶ che
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1321
tua dentro dormia, ¶ sovra li fiori ond' è là
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1321
ma pria mi dimostraro ¶ li occhi suoi belli quella
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1321
poi che la verità li è discoperta, ¶ mi cambia
48
1321
pietra di diamante. ¶ Per li tre gradi sù di
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1321
peccai ¶ a metter più li miei sospiri in fuga
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1321
m'indussero a batter li fiorini ¶ ch'avevan tre
51
1321
a lui: «Chi son li due tapini ¶ che fumman
52
1321
tuoi destri confini?». ¶ «Qui li trovai - e poi volta
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1321
sì oscuro, ¶ col pugno li percosse l'epa croia
54
1321
tamburo; ¶ e mastro Adamo li percosse il volto ¶ col
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1321
l ventre innanzi a li occhi sì t'assiepa
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1321
sua via seguitando, ¶ dirizzò li occhi miei tutti ad
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1321
di mezza la persona ¶ li orribili giganti, cui minaccia
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1321
smisurato Brïareo ¶ esperïenza avesser li occhi mei». ¶ Ond' ei
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1321
sposò; ¶ né, sì chinato, fece dimora, ¶ e come
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1321
il freddo, e da li occhi il cor tristo
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1321
e poi ch'ebber li visi a me eretti
62
1321
visi a me eretti, ¶ li occhi lor, ch'eran
63
1321
cozzaro insieme, tanta ira li vinse. ¶ E un ch
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1321
ch'avea perduti ambo li orecchi ¶ per la freddura
65
1321
ciocca, ¶ latrando lui con li occhi in giù raccolti
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1321
manduca, ¶ così 'l sovran li denti a l'altro
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1321
parea lor veder fender li fianchi. ¶ Quando fui desto
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1321
vedi, ¶ vid' io cascar li tre ad uno ad
69
1321
ciascuno, ¶ e due dì li chiamai, poi che fur
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1321
ebbe detto ciò, con li occhi torti ¶ riprese 'l
71
1321
e 'l Brigata ¶ e li altri due che 'l
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1321
riversata. ¶ Lo pianto stesso pianger non lascia, ¶ e
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1321
che truova in su li occhi rintoppo, ¶ si volge
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1321
qua la mano; ¶ aprimi li occhi». E io non
75
1321
duca mio, ché non era altra grotta. ¶ Già
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1321
le gambe mena. ¶ De li altri due c'hanno
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1321
lui piacque, il collo li avvinghiai; ¶ ed el prese
78
1321
accorto passo. ¶ Io levai li occhi e credetti vedere
79
1321
quale parte si purgano li commessi peccati e vizi
80
1321
al primo giro, ¶ a li occhi miei ricominciò diletto
81
1321
che m'avea contristati li occhi e 'l petto
82
1321
al petto doppia lista. ¶ Li raggi de le quattro
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1321
scese del ciel, per li cui prieghi ¶ de la
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1321
lui campare; e non era altra via ¶ che
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1321
sì chiara. ¶ Non son li editti etterni per noi
86
1321
del cerchio ove son li occhi casti ¶ di Marzia
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1321
piega. ¶ Lasciane andar per li tuoi sette regni; ¶ grazie
88
1321
Marzïa piacque tanto a li occhi miei ¶ mentre ch
89
1321
giunco schietto e che li lavi 'l viso, ¶ sì
90
1321
al duca mio, e li occhi a lui drizzai
91
1321
che 'nfino ad essa li pare ire in vano
92
1321
sorpreso dal mattino, ¶ per li grossi vapor Marte rosseggia
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1321
officiali. ¶ Vedi che sdegna li argomenti umani, ¶ sì che
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1321
La turba che rimase , selvaggia ¶ parea del loco
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1321
leva quando e cui li piace, ¶ più volte m
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1321
cogliendo biado o loglio, ¶ li colombi adunati a la
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1321
la pancia ¶ e con li anterïor le braccia prese
98
1321
le braccia prese; ¶ poi li addentò e l'una
99
1321
e l'altra guancia; ¶ li diretani a le cosce
100
1321
e 'l bianco more. ¶ Li altri due 'l riguardavano
101
1321
né uno». ¶ Già eran li due capi un divenuti
102
1321
verso l'epe ¶ de li altri due, un serpentello
103
1321
quanto accorciavan quelle. ¶ Poscia li piè di rietro, insieme
104
1321
in là venne ¶ uscir li orecchi de le gote
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1321
muso innanzi caccia, ¶ e li orecchi ritira per la
106
1321
lui parlando sputa. ¶ Poscia li volse le novelle spalle
107
1321
abborra. ¶ E avvegna che li occhi miei confusi ¶ fossero
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1321
nome si spande! ¶ Tra li ladron trovai cinque cotali
109
1321
che si vengiò con li orsi ¶ vide 'l carro
110
1321
nol potea sì con li occhi seguire, ¶ ch'el
111
1321
Dentro dai fuochi son li spirti; ¶ catun si fascia
112
1321
poco ¶ quando nel mondo li alti versi scrissi, ¶ non
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1321
mondo esperto ¶ e de li vizi umani e del
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1321
stretta ¶ dov' Ercule segnò li suoi riguardi ¶ acciò che
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1321
seguir virtute e canoscenza". ¶ Li miei compagni fec' io
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1321
che a pena poscia li avrei ritenuti; ¶ e volta
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1321
venìa, ¶ ne fece volger li occhi a la sua
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1321
leonine, ma di volpe. ¶ Li accorgimenti e le coperte
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1321
care". ¶ Allor mi pinser li argomenti gravi ¶ là 've
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1321
d'i neri cherubini ¶ li disse: "Non portar: non
121
1321
quale in qua stato li sono a' crini; ¶ ch
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1321
suo sangue dolente ¶ per li Troiani e per la
123
1321
al ciuffetto. ¶ E tutti li altri che tu vedi
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1321
prima ch'altri dinanzi li rivada. ¶ Ma tu chi
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1321
riguardar per maraviglia ¶ con li altri, innanzi a li
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1321
li altri, innanzi a li altri aprì la canna
127
1321
compagno e la bocca li aperse, ¶ gridando: «Questi è
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1321
gente tosca». ¶ E io li aggiunsi: «E morte di
129
1321
andar sì come ¶ andavan li altri de la trista
130
1321
giva, e io retro li andava, ¶ lo duca, già
131
1321
dov' io tenea or li occhi sì a posta
132
1321
vïolenta morte ¶ che non li è vendicata ancor», diss
133
1321
di pietà ferrati avean li strali; ¶ ond' io li
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1321
li strali; ¶ ond' io li orecchi con le man
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1321
dolor fora, se de li spedali ¶ di Valdichiana tra
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1321
pien di malizia, ¶ che li animali, infino al picciol
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1321
quella oscura valle ¶ languir li spirti per diverse biche
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1321
sermone, ¶ guardando e ascoltando li ammalati, ¶ che non potean
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1321
poco, ¶ volle ch'i' li mostrassi l'arte; e
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1321
di Capocchio, ¶ che falsai li metalli con l'alchìmia
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1321
sì che, tirando, ¶ grattar li fece il ventre al
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1321
altro non ti ficchi ¶ li denti a dosso, non
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1321
tenuto, ¶ rivolsilo a guardar li altri mal nati. ¶ Io
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1321
gocciol d'acqua bramo. ¶ Li ruscelletti che d'i
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1321
duca, e non torceva li occhi ¶ da la sembianza
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1321
non buona. ¶ Ei chinavan li raffi e «Vuo' che
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1321
tu ch'e' digrignan li denti ¶ e con le
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1321
e' fanno ciò per li lessi dolenti». ¶ Per l
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1321
stella. ¶ Noi andavam con li diece demoni. ¶ Ahi fiera
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1321
spiccia; ¶ e Graffiacan, che li era più di contra
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1321
era più di contra, ¶ li arruncigliò le 'mpegolate chiome
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1321
quanti 'l nome, ¶ sì li notai quando fuorono eletti
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1321
Rubicante, fa che tu li metti ¶ li unghioni a
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1321
che tu li metti ¶ li unghioni a dosso, sì
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1321
venuto a man de li avversari suoi». ¶ Lo duca
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1321
suoi». ¶ Lo duca mio li s'accostò allato; ¶ domandollo
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1321
sanna come a porco, ¶ li fé sentir come l
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1321
dunque: «Or dì: de li altri rii ¶ conosci tu
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1321
e' dice; e ne li altri offici anche ¶ barattier
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1321
a Farfarello ¶ che stralunava li occhi per fedire, ¶ disse
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1321
e, di rintoppo ¶ a li altri, disse a lui
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1321
da l'altra costa li occhi volse, ¶ quel prima
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1321
la buffa, ¶ volando dietro li tenne, invaghito ¶ che quei
164
1321
fu disparito, ¶ così volse li artigli al suo compagno
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1321
ali sue. ¶ Barbariccia, con li altri suoi dolente, ¶ quattro
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1321
a la posta; ¶ porser li uncini verso li 'mpaniati
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1321
porser li uncini verso li 'mpaniati, ¶ ch'eran già
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1321
Bologna abomina l'auttore li bolognesi, e li giudei
169
1321
auttore li bolognesi, e li giudei sotto il nome
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1321
mi sentia tutti arricciar li peli ¶ de la paura
171
1321
d'i Malebranche. Noi li avem già dietro; ¶ io
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1321
avem già dietro; ¶ io li 'magino sì, che già
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1321
magino sì, che già li sento». ¶ E quei: «S
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1321
consiglio rendere, ¶ ch'io li vidi venir con l
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1321
sovresso noi; ma non era sospetto: ¶ ché l
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1321
cappucci bassi ¶ dinanzi a li occhi, fatte de la
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1321
che in Clugnì per li monaci fassi. ¶ Di fuor
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1321
nome si conosca, ¶ e li occhi, sì andando, intorno
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1321
piombo sì grosse, che li pesi ¶ fan così cigolar
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1321
in questa fossa, e li altri dal concilio ¶ che
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1321
concilio ¶ che fu per li Giudei mala sementa». ¶ Allor
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1321
uscirci, ¶ sanza costrigner de li angeli neri ¶ che vegnan
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1321
sembiante; ¶ ond' io da li 'ncarcati mi parti' ¶ dietro
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1321
le pene che puniscono li furti, dove trattando de
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1321
lo mastro ¶ quand' io li vidi sì turbar la
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1321
vòlto in giù, ma li occhi vivi ¶ non poteano
187
1321
di butto. ¶ Così per li gran savi si confessa
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1321
da' luoghi bui, ¶ apri li orecchi al mio annunzio
189
1321
serpi amiche, ¶ perch' una li s'avvolse allora al
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1321
con l'ali aperte li giacea un draco; ¶ e
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1321
essi poi. ¶ Io non li conoscea; ma ei seguette
192
1321
Co' piè di mezzo li avvinse la pancia ¶ e
193
1321
greco e Alessio de li Interminelli da Lucca, e
194
1321
e più fossi cingon li castelli, ¶ la parte dove
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1321
scogli ¶ movien che ricidien li argini e ' fossi ¶ infino
196
1321
con gran ferze, ¶ che li battien crudelmente di retro
197
1321
terze. ¶ Mentr' io andava, li occhi miei in uno
198
1321
l viso; ma poco li valse, ¶ ch'io dissi
199
1321
per dar passo a li sferzati, ¶ lo duca disse
200
1321
cuore e per senno ¶ li Colchi del monton privati
201
1321
ardite femmine spietate ¶ tutti li maschi loro a morte
202
1321
s'appasta, ¶ che con li occhi e col naso
203
1321
uno sterco ¶ che da li uman privadi parea mosso
204
1321
riguardar più me che li altri brutti?». ¶ E io
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1321
t'adocchio più che li altri tutti». ¶ Ed elli
206
1321
nel quale sgrida contra li simoniachi in persona di
207
1321
entro papa Niccola de li Orsini di Roma perché
208
1321
battezzatori; ¶ l'un de li quali, ancor non è
209
1321
soperchiava ¶ d'un peccator li piedi e de le
210
1321
strema buccia, ¶ tal era dai calcagni a le
211
1321
cruccia ¶ guizzando più che li altri suoi consorti», ¶ diss
212
1321
cupido sì per avanzar li orsatti, ¶ che sù l
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1321
al capo mio son li altri tratti ¶ che precedetter
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1321
retro". ¶ Né Pier né li altri tolsero a Matia
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1321
patre!». ¶ E mentr' io li cantava cotai note, ¶ o
216
1321
e in dietro venir li convenia, ¶ perché 'l veder
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1321
che 'l pianto de li occhi ¶ le natiche bagnava
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1321
Ancor se' tu de li altri sciocchi? ¶ Qui vive
219
1321
cui ¶ s'aperse a li occhi d'i Teban
220
1321
e prima, poi, ribatter li convenne ¶ li duo serpenti
221
1321
poi, ribatter li convenne ¶ li duo serpenti avvolti, con
222
1321
quel ch'al ventre li s'atterga, ¶ che ne
223
1321
e 'l mar non li era la veduta tronca
224
1321
e d'abitanti nuda. ¶ , per fuggire ogne consorzio
225
1321
lasciò suo corpo vano. ¶ Li uomini poi che 'ntorno
226
1321
sì mia fede, ¶ che li altri mi sarien carboni
227
1321
l confine ¶ d'amendue li emisperi e tocca l
228
1321
nel quale vizio abbomina li lucchesi; e qui tratta
229
1321
fessura ¶ di Malebolge e li altri pianti vani; ¶ e
230
1321
di veder quel che li convien fuggire ¶ e cui
231
1321
Malebranche, ¶ ecco un de li anzïan di Santa Zita
232
1321
Bonturo; ¶ del no, per li denar, vi si fa
233
1321
caldaia ¶ la carne con li uncin, perché non galli
234
1321
la ripa sesta, ¶ mestier li fu d'aver sicura
235
1321
un si mosse - e li altri stetter fermi - ¶ e
236
1321
a lui dicendo: «Che li approda?». ¶ «Credi tu, Malacoda
237
1321
questo cammin silvestro». ¶ Allor li fu l'orgoglio sì
238
1321
piedi, ¶ e disse a li altri: «Omai non sia
239
1321
tu che siedi ¶ tra li scheggion del ponte quatto
240
1321
vid' ïo già temer li fanti ¶ ch'uscivan patteggiati
241
1321
però stan di sotto ¶ li frodolenti, e più dolor
242
1321
frodolenti, e più dolor li assale. ¶ Di vïolenti il
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1321
ei puniti, se Dio li ha in ira? ¶ e
244
1321
ira? ¶ e se non li ha, perché sono a
245
1321
crucciata ¶ la divina vendetta li martelli». ¶ «O sol che
246
1321
fece riverso. ¶ Ma ficca li occhi a valle, ché
247
1321
Così non soglion far li piè d'i morti
248
1321
buon duca, che già li er' al petto, ¶ dove
249
1321
e sì soletto ¶ mostrar li mi convien la valle
250
1321
per cu' io movo ¶ li passi miei per sì
251
1321
Nesso: «Torna, e sì li guida, ¶ e fa cansar
252
1321
piglio. ¶ Quivi si piangon li spietati danni; ¶ quivi è
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1321
sì che cocea pur li piedi; ¶ e quindi fu
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1321
fanno lamenti in su li alberi strani. ¶ E 'l
255
1321
una d'este piante, ¶ li pensier c'hai si
256
1321
mondo sù, dove tornar li lece». ¶ E 'l tronco
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1321
ch'i' ne perde' li sonni e ' polsi. ¶ La
258
1321
di Cesare non torse li occhi putti, ¶ morte comune
259
1321
vizio, ¶ infiammò contra me li animi tutti; ¶ e li
260
1321
li animi tutti; ¶ e li 'nfiammati infiammar sì Augusto
261
1321
E poi che forse li fallia la lena, ¶ di
262
1321
che s'appiattò miser li denti, ¶ e quel dilaceraro
263
1321
che fu manifesto a li occhi mei! ¶ D'anime
264
1321
o s'elli stanchi li altri a muta a
265
1321
com' io dissi lui, li suoi dispetti ¶ sono al
266
1321
che non metti, ¶ ancor, li piedi ne la rena
267
1321
sempre al bosco tien li piedi stretti». ¶ Tacendo divenimmo
268
1321
cosa non fu da li tuoi occhi scorta ¶ notabile
269
1321
retro a me vegne: ¶ li margini fan via, che
270
1321
bontade, sì come sono li soddomiti.] ¶ Ora cen porta
271
1321
salva l'acqua e li argini. ¶ Quali Fiamminghi tra
272
1321
a me distese, ¶ ficcaï li occhi per lo cotto
273
1321
è ragion, ché tra li lazzi sorbi ¶ si disconvien
274
1321
Vecchia fama nel mondo li chiama orbi; ¶ gent' è
275
1321
Non è nuova a li orecchi miei tal arra
276
1321
e dimando chi sono ¶ li suoi compagni più noti
277
1321
alcuno è buono; ¶ de li altri fia laudabile tacerci
278
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in Bacchiglione, ¶ dove lasciò li mal protesi nervi. ¶ Di
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ovra di voi e li onorati nomi ¶ con affezion
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seconda». ¶ Ahi quanto cauti li uomini esser dienno ¶ presso
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e come là tra li Tedeschi lurchi ¶ lo bivero
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vedi la lor mena. ¶ Li tuoi ragionamenti sian là
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la gente mesta. ¶ Per li occhi fora scoppiava lor
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nel viso a certi li occhi porsi, ¶ ne' quali
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spesse fïate mi 'ntronan li orecchi ¶ gridando: "Vegna 'l
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fosse ¶ quando Fetonte abbandonò li freni, ¶ per che 'l
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scroscio, ¶ per che con li occhi 'n giù la
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e 'l girar per li gran mali ¶ che s
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sai, a che verranno ¶ li cittadin de la città
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e 'l Mosca ¶ e li altri ch'a ben
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a ben far puoser li 'ngegni, ¶ dimmi ove sono
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e fa ch'io li conosca; ¶ ché gran disio
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savere ¶ se 'l ciel li addolcia o lo 'nferno
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addolcia o lo 'nferno li attosca». ¶ E quelli: «Ei
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nere; ¶ diverse colpe giù li grava al fondo: ¶ se
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più non ti rispondo». ¶ Li diritti occhi torse allora
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essa a par de li altri ciechi. ¶ E 'l
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ncontro; e poscia pur ¶ si rivolgea ciascun, voltando
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cerchio ¶ dove colpa contraria li dispaia. ¶ Questi fuor cherci
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ad ogne conoscenza or li fa bruni. ¶ In etterno
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In etterno verranno a li due cozzi: ¶ questi resurgeranno
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saver tutto trascende, ¶ fece li cieli e diè lor
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la luce. ¶ Similemente a li splendor mondani ¶ ordinò general
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che permutasse a tempo li ben vani ¶ di gente
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regno come il loro li altri dèi. ¶ Le sue
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e 'l mézzo, ¶ con li occhi vòlti a chi
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de l'alta torre, ¶ li occhi nostri n'andar
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grande inganno ascolta ¶ che li sia fatto, e poi
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dicendo: «Via costà con li altri cani!». ¶ Lo collo
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tu qui rimarrai, ¶ che li ha' iscorta sì buia
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E quel segnor che m'avea menato, ¶ mi
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me con passi rari. ¶ Li occhi a la terra
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l'erta, ¶ passando per li cerchi sanza scorta, ¶ tal
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de le pene de li eretici; e dichiara in
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O voi ch'avete li 'ntelletti sani, ¶ mirate la
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sotto 'l velame de li versi strani. ¶ E già
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un vento ¶ impetüoso per li avversi ardori, ¶ che fier
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e sanz' alcun rattento ¶ li rami schianta, abbatte e
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fuggir le fiere e li pastori. ¶ Li occhi mi
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fiere e li pastori. ¶ Li occhi mi sciolse e
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quella di colui che li è davante; ¶ e noi
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le parole sante. ¶ Dentro li 'ntrammo sanz' alcuna guerra
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più amaro; ¶ ché tra li avelli fiamme erano sparte
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chiede verun' arte. ¶ Tutti li lor coperchi eran sospesi
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a me: «Qui son li eresïarche ¶ con lor seguaci
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tra i martìri e li alti spaldi. ¶ CANTO X
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de la pena de li eretici, e in forma
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de la terra e li martìri, ¶ lo mio maestro
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virtù somma, che per li empi giri ¶ mi volvi
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La gente che per li sepolcri giace ¶ potrebbesi veder
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mi dimandò: «Chi fuor li maggior tui?». ¶ Io ch
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che per due fïate li dispersi». ¶ «S'ei fur
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elli ancora? ¶ non fiere li occhi suoi lo dolce
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certo ¶ sanza cagion con li altri sarei mosso. ¶ Ma
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l Cardinale; e de li altri mi taccio». ¶ Indi
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sì smarrito?». ¶ E io li sodisfeci al suo dimando
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basso loco, ¶ dinanzi a li occhi mi si fu
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omo già fui, ¶ e li parenti miei furon lombardi
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Augusto ¶ nel tempo de li dèi falsi e bugiardi
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vergognosa fronte. ¶ «O de li altri poeti onore e
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che pria. ¶ Molti son li animali a cui s
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le disperate strida, ¶ vedrai li antichi spiriti dolenti, ¶ ch
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si mosse, e io li tenni dietro. ¶ CANTO II
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l'aere bruno ¶ toglieva li animai che sono in
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Per quest' andata onde li dai tu vanto, ¶ intese
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io la richiesi. ¶ Lucevan li occhi suoi più che
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ciel c'ha minor li cerchi sui, ¶ tanto m
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m'ebbe ragionato questo, ¶ li occhi lucenti lagrimando volse
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poi che 'l sol li 'mbianca, ¶ si drizzan tutti
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e tu maestro». ¶ Così li dissi; e poi che
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come il demonio Caron li trae in sua nave
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quel cattivo coro ¶ de li angeli che non furon
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né lo profondo inferno li riceve, ¶ ch'alcuna gloria
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a lor che lamentar li fa sì forte?». ¶ Rispuose
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lassa; ¶ misericordia e giustizia li sdegna: ¶ non ragioniam di
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conte ¶ quando noi fermerem li nostri passi ¶ su la
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d'Acheronte». ¶ Allor con li occhi vergognosi e bassi
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no 'l mio dir li fosse grave, ¶ infino al
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palude, ¶ che 'ntorno a li occhi avea di fiamme
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ché la divina giustizia li sprona, ¶ sì che la
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e de' valenti uomini, li quali moriron innanzi l
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che dal modo de li altri li diparte?». ¶ E
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modo de li altri li diparte?». ¶ E quelli a
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in ciel che sì li avanza». ¶ Intanto voce fu
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altissimo canto ¶ che sovra li altri com' aquila vola
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smalto, ¶ mi fuor mostrati li spiriti magni, ¶ che del
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Enea, ¶ Cesare armato con li occhi grifagni. ¶ Vidi Cammilla
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lo miran, tutti onor li fanno: ¶ quivi vid' ïo
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Platone, ¶ che 'nnanzi a li altri più presso li
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li altri più presso li stanno; ¶ Democrito che 'l
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l'anima mal nata ¶ li vien dinanzi, tutta si
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mai non resta, ¶ mena li spirti con la sua
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rapina; ¶ voltando e percotendo li molesta. ¶ Quando giungon davanti
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al talento. ¶ E come li stornei ne portan l
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piena, ¶ così quel fiato li spiriti mali ¶ di qua
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di giù, di sù li mena; ¶ nulla speranza li
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li mena; ¶ nulla speranza li conforta mai, ¶ non che
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noi; e tu allor li priega ¶ per quello amor
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il vento a noi li piega, ¶ mossi la voce
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sospetto. ¶ Per più fïate li occhi ci sospinse ¶ quella
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che quivi è sommersa. ¶ Li occhi ha vermigli, la
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unghiate le mani; ¶ graffia li spirti ed iscoia ed
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iscoia ed isquatra. ¶ Urlar li fa la pioggia come
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non fé parola. ¶ Io li rispuosi: «Ciacco, il tuo
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primo quel che tra li altri è più tardo
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caro, ¶ io non perdessi li altri per miei carmi
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del cui bel cacume ¶ li occhi de la mia
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tesoro ¶ ch'io trovai , si fé prima corusca
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Giove, e narrasi come li luminari spirituali figuravano mirabilmente
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io allor vidi ¶ ne li occhi santi amor, qui
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quello ch'io nomerò, farà l'atto ¶ che
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la sua sembianza ¶ vinceva li altri e l'ultimo
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carco, ¶ tal fu ne li occhi miei, quando fui
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de l'amor che era ¶ segnare a li
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lì era ¶ segnare a li occhi miei nostra favella
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O diva Pegasëa che li 'ngegni ¶ fai glorïosi e
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che Giove ¶ pareva argento d'oro distinto. ¶ E
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de l'emme, e quetarsi ¶ cantando, credo, il
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surgono innumerabili faville, ¶ onde li stolti sogliono agurarsi, ¶ resurger
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foco. ¶ Quei che dipinge , non ha chi 'l
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ch'è forma per li nidi. ¶ L'altra bëatitudo
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Canto XIX, nel quale li spiriti ch'erano ne
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abominano e infamano tutti li re cristiani che regnavano
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fatta, che le genti malvage ¶ commendan lei, ma
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inòpe. ¶ Che poran dir li Perse a' vostri regi
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scrivon tutti suoi dispregi? ¶ si vedrà, tra l
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di Praga fia diserto. ¶ si vedrà il duol
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di colpo di cotenna. ¶ si vedrà la superbia
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Portogallo e di Norvegia ¶ si conosceranno, e quel
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di quelli spirti de li quali quella Aquila è
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lume ¶ puoser silenzio a li angelici squilli, ¶ udir mi
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tutti lor gradi son li sommi. ¶ Colui che luce
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suo bene operar non li è nocivo, ¶ avvegna che
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fossi al dubbiar mio ¶ quasi vetro a lo
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vedi ¶ la regïon de li angeli dipinta. ¶ D'i
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grazia in grazia, Dio li aperse ¶ l'occhio a
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perverse. ¶ Quelle tre donne li fur per battesmo ¶ che
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non conosciamo ancor tutti li eletti; ¶ ed ènne dolce
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alcune questioni.] ¶ Già eran li occhi miei rifissi al
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Ficca di retro a li occhi tuoi la mente
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luce. ¶ Vidi anche per li gradi scender giuso ¶ tanti
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ha riso. ¶ Giù per li gradi de la scala
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tanto segno più mover li piedi. ¶ La mente, che
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e quindi chi rincalzi ¶ li moderni pastori e chi
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moderni pastori e chi li meni, ¶ tanto son gravi
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e chi di rietro li alzi. ¶ Cuopron d'i
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ripetendo e mostrando tutti li pianeti per li quali
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tutti li pianeti per li quali è intrato; ed
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Come a lei piacque, li occhi ritornai, ¶ e vidi
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che tra noi arde, ¶ li tuoi concetti sarebbero espressi
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è Romoaldo, ¶ qui son li frati miei che dentro
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dentro ai chiostri ¶ fermar li piedi e tennero il
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Se sì di tutti li altri esser vuo' certo
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pensieri ¶ gravi a morir li parve venir tardo: ¶ essa
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leggendo nel Vico de li Strami, ¶ silogizzò invidïosi veri
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ne la luce etterna, ¶ li tuoi pensieri onde cagioni
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pace ¶ corse e, correndo, li parve esser tardo. ¶ Oh
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l'umile capestro. ¶ Né li gravò viltà di cuor
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superba ¶ predicò Cristo e li altri che 'l seguiro
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voler quetarsi, ¶ pur come li occhi ch'al piacer
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vena preme; ¶ e ne li sterpi eretici percosse ¶ l
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lagnerà che l'arca li sia tolta. ¶ Ben dico
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ne l'altro aver li raggi suoi, ¶ e amendue
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il ciel che tutti li altri avanza. ¶ Lì si
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tutti li altri avanza. ¶ si cantò non Bacco
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è chiuso. ¶ Or apri li occhi a quel ch
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numero in che enno ¶ li motor di qua sù
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se al "surse" drizzi li occhi chiari, ¶ vedrai aver
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ché quelli è tra li stolti bene a basso
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e Brisso e molti, ¶ li quali andaro e non
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Scritture ¶ in render torti li diritti volti. ¶ Non sien
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la voce e rallegrano li atti, ¶ così, a l
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orazion pronta e divota, ¶ li santi cerchi mostrar nova
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tanta luce affaticarne: ¶ ché li organi del corpo saran
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per le mamme, ¶ per li padri e per li
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li padri e per li altri che fuor cari
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non par vera, ¶ parvemi novelle sussistenze ¶ cominciare a
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sùbito e candente ¶ a li occhi miei che, vinti
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la mente. ¶ Quindi ripreser li occhi miei virtute ¶ a
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O Elïòs che sì li addobbi!». ¶ Come distinta da
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così da' lumi che m'apparinno ¶ s'accogliea
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quinci, ¶ che 'nfino a non fu alcuna cosa
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posponendo il piacer de li occhi belli, ¶ ne' quai
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io non m'era rivolto a quelli, ¶ escusar
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si spoglia. ¶ Quale per li seren tranquilli e puri
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or sùbito foco, ¶ movendo li occhi che stavan sicuri
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de la costellazion che resplende; ¶ né si partì
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fui; ¶ ché dentro a li occhi suoi ardeva un
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la lunga fatica ¶ tu li raccorci con l'opere
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tanto per bene ovrar li venni in grado. ¶ Dietro
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venni in grado. ¶ Dietro li andai incontro a la
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mia primizia, ¶ quai fuor li vostri antichi e quai
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antichi e quai fuor li anni ¶ che si segnaro
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blandimenti; ¶ e come a li occhi miei si fé
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sotto la sua pianta. ¶ Li antichi miei e io
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ch'io dirò de li alti Fiorentini ¶ onde è
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tempo nascosa. ¶ Io vidi li Ughi e vidi i
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le nozze süe per li altrui conforti! ¶ Molti sarebber
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quei ch'ancor fa li padri ai figli scarsi
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punto ¶ a cui tutti li tempi son presenti; ¶ mentre
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precedente canto e ammaestra li cristiani intorno a li
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li cristiani intorno a li voti ch'elli fanno
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però necessitato fu a li Ebrei ¶ pur l'offerere
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altra spesa. ¶ Non prendan li mortali il voto a
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udia: ¶ «Ecco chi crescerà li nostri amori». ¶ E sì
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condizioni, ¶ sì come a li occhi mi fur manifesti
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nato a cui veder li troni ¶ del trïunfo etternal
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lume, e che de li occhi il traggi, ¶ perch
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sotto brevità narra tutti li grandi fatti operati per
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grandi fatti operati per li Romani sotto la 'nsegna
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penne ¶ governò 'l mondo di mano in mano
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le parole sue. ¶ Io li credetti; e ciò che
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el fé portato da li egregi ¶ Romani incontro a
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a Pirro, ¶ incontro a li altri principi e collegi
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atterrò l'orgoglio de li Aràbi ¶ che di retro
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giustizia che mi spira, ¶ li concedette, in mano a
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più si falli. ¶ Faccian li Ghibellin, faccian lor arte
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suoi, ma tema de li artigli ¶ ch'a più
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Molte fïate già pianser li figli ¶ per la colpa
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perché onore e fama li succeda: ¶ e quando li