Oriana Fallaci, La vera storia di Sihanouk, 1970

chiedergli di sgombrare. Loro li cacciavano urlando: “Noi abbiamo

grido romanesco: “Mascalzoni! Ridateci li quattrini!”». ¶ Ma come ebbe

occhi e gli americani li ha sempre amati, segretamente

santuari vietcong. Tanto non li avrebbero trovati mai: si

stato dalla loro parte. Li aiutavano e li tolleravano

parte. Li aiutavano e li tolleravano, guardi, anche quelli

i soli che non li aiutavano erano i piantatori

cambiato, e l’odio li acceca. Come diceva Sihanouk

qui». ¶ I cinesi invece li tranquillizzò recitando una poesia

fuoco. I manganelli invece li usarono per spaccare mobili

legati con le corde. Li fecero camminare per circa

Penh dove l’esercito li respinse, isolandoli a Kompong

poliziotti, ma i vietcong li presero e li giustiziarono

vietcong li presero e li giustiziarono. I civili che

voluto addestrare i soldati. Li aveva usati, al massimo

mano esplode. La faccenda li divertì alla follia e

nordvietnamiti e i vietcong li lasciavano fare, pazienti. Dopo

vietnamiti. Nati e cresciuti lì, da generazioni. Come i

esercito malgrado un prete li supplicasse: «Le bambine no

a Phnom Penh. «Se li abbandoniamo, li restituiamo ai

Penh. «Se li abbandoniamo, li restituiamo ai vietcong. Ma

e a Pechino. Nessuno li ha visti, neanche in

sparirono misteriosamente e nessuno li vide più: né in

corse la voce che li avesse fatti assassinare di

d’essere intellettuali non li rendeva borghesi, almeno su

e gli autobus. Però li rendeva pochi: non più

gruppi armati. Molti francesi li hanno incontrati, ad esempio

credere perché i sudvietnamiti li odia, degli americani ha