Bernardino Martirano, Aretusa, 1618

mancia ¶ un novello desio li nasce al core. ¶ E

ferro e nulla più li piace: ¶ et or con

esserle appresso. ¶ - Tu sai - li dice - ch'io son

benda di crudeltà sfasci ¶ li occhi, vedrai ch'io

che i giusti e li divoti prieghi ¶ di questo

e con la man li dimostrava il mare) ¶ quando

grand'occhio dal vaso ¶ li cavò con ardente e

sola fanciulla è che li piace, ¶ ninfa del mar

incresca almeno e de li tuoi. ¶ 45 ¶ Né ti dimenticar

morte onore, ¶ e sepoltura li dà signorile: ¶ d'indi

onori ¶ modestamente dice a li lettori. ¶ 73 ¶ Intorno intorno a

chiaro, ¶ ne l'opra li fa vana ogni speranza

del castel l'entrata li difende. ¶ 97 ¶ Vedeasi quest'Odet

n breve spazio rompe li francesi ¶ e le svizzare

più eterno col canto ¶ li fa, mentre al suo

assaltar van di Cristo li ripari. ¶ 117 ¶ Ecco il cristato

Roma bacia il pede. ¶ 119 ¶ Li famosi trïonfi di costui

par a par con li soldati suoi ¶ va l

che 'l suo regno li ritorni; ¶ veggio ch'a

vuol che i suoi li servin fedeltade. ¶ 134 ¶ Ecco ch

anno falconi e cavalli, ¶ li cede Africa, Bona e

stato sì tardo ben li dole, ¶ ché veder desïava

chiamarla, ¶ ma Ecco sola li risponde e parla. ¶ 146 ¶ E

rabbiosi denti il cor li morse, ¶ e fe' l

che spera, disperata: ¶ Aretusa li dice in un liquore

udir le parole, onde li fiumi ¶ di mel uscian

gli occhi adorni ¶ continuamente li pioveno in bocca; ¶ ma