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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Enzo Striano, Il resto di niente, 1986

concordanze di «li»

nautoretestoannoconcordanza
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prime esperienze romane. Di vedeva canne e olivastri
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d’una frase ascoltata per lì. ¶ «Noi siamo
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frase ascoltata lì per . ¶ «Noi siamo Portoghesi, ma
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mpara’. Devi da ’mpara’ li nomi de le chiese
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de le chiese, de li posti belli: er Vaticano
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nominava Cesare, Pompeo, quasi li aspettasse sbucare d’improvviso
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Le parve che di a poco, nonostante tutto
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Esagerati che siete sempre!» li sgridò papài, infastidito. «Può
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lugar muito civilizado» esclamò. « i preti li fanno
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esclamò. «Lì i preti li fanno stare al posto
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voci querule di sempre. Li comprendeva, adesso: anche in
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del burro. ¶ «A’nvedi li lattarini de Nemi!» esclamò
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anzi vero. Lo sentiva. avvenne lo scontro dei
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tennero sospesa. Quasi di a poco dovessero inoltrarsi
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Dom Carlos.» ¶ Il crepuscolo li colse mentre andavano ancora
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da una festa, poiché li trainavano cavallacci agghindati di
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riverenze, poi sparve. Di a un istante titìo
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comanda e provvede pe’ li figli. Dio comanda e
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termine della discesa e davvero cominciava Napoli. ¶ Fu
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berretti rossi a calza. Li spingevano verso le fenditure
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quale i primi giorni li accompagnava simile a ombra
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Fonseca e Lopez se li facevano da sole. ¶ La
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inverno. ¶ Perché imparò, di a qualche mese, che
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alle ginocchia. A Napoli li chiamavano così, “lazzari, lazzaroni
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perché lei era rimasta , dritta, a scrutarlo, senza
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merda di cavallo. ¶ «Che li possano ’mpennere» bestemmiava Minichiello
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Imperiale Corte di Vienna. ¶ Li divorò con intenerito stupore
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aria maliziosa «al momento non vi sono altre
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delle tue poesie?» ¶ «Leggerle ? Mai, non potrei mai
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frangetta alla Bruto. Di a poco apprese che
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stento. Capelli rossi, corti. dentro conservavano le parrucche
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a questi conformisti! Ce li farete sentire subito i
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no e no. Mai dentro. Neppure quelle su
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il vostro disgustoso potere. Li avete inventati voi gli
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e dogmi tu pure li hai.» ¶ «Quelle dei preti
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il re e Tanucci li proteggono, a fa’ fottere
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XV secolo, gli Aragonesi li regalavano a cani e
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gli altri. I Napoletani li vedo allegri. Magari prepotenti
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animo sospeso: quasi di s’entrasse in una
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segreti pregevoli. I Napoletani li succhiavano col latte, ma
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crocchio dei letterati tenaci. Li radunò nel saloncino d
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il re avrebbe di a poco incontrato a
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dal mondo, per tener racchiusi, tutti insieme, gli
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detta signora pregiasse presentarsi li 20 del giugno prossimo a
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voluto esser fuori di , subito: a casa, in
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osava sollevare gli occhi, li teneva in terra, anzi
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ricchezza, la sua gloria. Li lesse con guance calde
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intendeva farsi denudare fin . Ed era stanca. ¶ «Non
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a sé. Era stata , gli occhi chiusi, avvolta
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uomini quando non vincono, li strega. Lui l’aveva
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se l’hanna mangia’ li fessi e le puttane
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cantiniere accorso. «Poi, se li volete, due conigli alla
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sarebbe stata mai più , in giro per la
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miei. Vuoi che te li renda?». «E tu?» «Mi
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lei disse: «Sarebbe meglio li bruciassimo, io l’ho
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frastuono che straripava anche . Fece una riverenza, un
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Ecco perché loro tutti, a Napoli, e mille
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più i preti. ¶ E , nel Regno, che sarebbe
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su carta pergamena. Di a una settimana le
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Perché no? I lazzari li conosco: con un fischio
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due male parole ce li portiamo tutti quanti appresso
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verso il Vomero. Anche bassi, panni stesi, clamore
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bende, ferite suppurate, croste. , invece, festa dell’Oriente
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san Giuseppe, alla fine li scoprì in alto, fra
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Invece trovò calca anche . Il vecchio Musciariello, frastornato
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studiava, meno male che , alla Salata, era piccola
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di tremila ducati. Trecento li dovrà investire in qualche
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con apprensione che, di a poco, avrebbe dovuto
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delle quattro cognate, come li vide a Natale. Isabella
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gelo, alle carrozze, che li scodellarono di lì a
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che li scodellarono di a poco a casa
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smalto dei sovrani. Pascual li fece notare con vanità
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la regina vi mandassero li càntere ch’usano pe
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usano pe’ la notte, li mettereste sotto una campana
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comodino: «Il tuo sta , se ti serve. È
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Abruzzo, Jerònimo in Calabria. Li ha fatti avvertire tramite
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facimmo cchiù ricche de li Carafa.» ¶ Avrebbe già dovuto
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libri, la posta.» ¶ «Ve li potete scorda’, donna litterata
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libri come quelli non li voleva vedere. Li aveva
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non li voleva vedere. Li aveva rivenduti. ¶ «Ma io
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papài, il suo arrivo, s’era chiusa l
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Mortelle. ¶ Era lontano di . Doveva arrampicarsi per Rosario
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al... Al mio bambino. Li ho buttati via. Fra
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de famme. Ma io li vado accidere.» ¶ Provò a
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Tenimmo a magna’ pure li signure.» ¶ Idea improvvisa. Afferrò
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No ancora. Non tengo li zzizze e sti’ frùngole
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sgraziata. Ora i foruncoli li notava meglio: rossi, gonfi
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E i piedi. Così li frùngole te passano.» ¶ «Ma
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s’impesta. S’impestano li vvecchie». ¶ Rabbrividì. Come avrebbe
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spie a fa’?» ¶ Di a tre giorni se
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frutta), lei strillava, raccapricciata, li buttava, ma si dovette
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Perché fai veni’ pure li ricchiune? Perché cheste se
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furba, cotta dal sole, “li ricchiune” sono i poveri
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matti, scapestrati ragazzi. Pare li vogliano interdire, spedire lei
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Ci sono feudatari anche . Forse un po’ meno
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sembrava davvero contento. Non li congedò. ¶ «V’aggia fa
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altra cosa» disse. «Venite.» ¶ Li guidò in un angolo
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ne’, traseténne ca chiove. Li gghiatte.» ¶ Si strinse nelle
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casa che piove». Domandò: «Li gghiatte vuol dire “i
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come davvero Gennaro fosse , presente. La liseuse bianca
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Ora il ragazzo era , in quell’orrendo fondaco
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ce la pozzo fa’.» ¶ «Li bbane li tieni?»4 ¶ «Addo
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pozzo fa’.» ¶ «Li bbane li tieni?»4 ¶ «Addo’ va e
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La roba, Mandrie’.» ¶ «Caccia li bbane.»8 ¶ «Quanto si’ bacone
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non te pozzo mettere li lluce.»10 ¶ «Tu si’ bachene
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Addò va e miette li lluce.»13 ¶ «Don Ca’, siénteme
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puparuole, cammesielle. Cca’ si li guagliune smicceiano ca’ sto
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Mandriere allungò una gamba. ¶ «Li bbane ’ncoppa a lo
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cavò altri soldi. «Ce li rimetto di mia tasca
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nfrisc’all’anema de li muorte tuoi.» ¶ I miei
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trattenne. ¶ «Smettetela. Se date, li avremo tutti addosso. Dobbiamo
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arrivati dei lazzari, Lauberg li osservava preoccupato. Ce n
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non fatica? Lo rre, li signure e li lazzare
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rre, li signure e li lazzare. Tu lo sai
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la monnezza? Lo rre, li signure, li prievete se
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Lo rre, li signure, li prievete se spartono la
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grascia e vuie tenite li ppanza azzeccate co’ li
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li ppanza azzeccate co’ li rine.» ¶ «Cavalie’, vatténne» lo
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terribile, spernacchiante coro che li accompagnò mentre uscivano precipitosamente
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comm’avimmo mangiato io, li fratelli miei, avessero mangiato
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Io tengo vent’anni. Li lazzare so’ comm’a
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lazzare so’ comm’a li ccreature: cape toste, non
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anticlericale: le persone, come li vedevano, scappavano, facendosi la
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i “moderati inutili”, come li schernivano quei pazzi. ¶ Sanges
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milioni di ducati. Chi li caccia? In quanto all
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porti dietro? ¶ 4 I soldi li hai? ¶ 5 Basta e fammi
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fino all’ultimo, io li scarico lì. ¶ La guidò
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ultimo, io li scarico . ¶ La guidò nel salone
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sapete come s’uccidono li purpe? Co’ ’no muorzo
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na preta. Se uno li mózzeca se po’ rompere
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mózzeca se po’ rompere li diente”» ho detto. ¶ «È
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zitto e pensa a li ffemmene» concluse Moliterno, con
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illividì, volse gli occhi. Li posò su Lady Hamilton
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forte: «Monsignore bello! Preparatevi li ssacche! V’avimma da
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propose: «Mo’ facimmo canta’ li guagliune de Cimarosa ampresso
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quasi le otto, di a poco Lauberg e
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Le parve sentir gridare: «Li Giacobbe! Li Frangise!». ¶ PARTE
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sentir gridare: «Li Giacobbe! Li Frangise!». ¶ PARTE DODICESIMA ¶ 1 ¶ Dopo
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sedie, le scrivanie portate da Lauberg? Pregherà Gennaro
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vita quotidiana nel vicolo. Li lascia accompagnare la ricerca
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fa Castelcicala?» ¶ «È diverso. si arrestano i nemici
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Beata voi che già li tenete tutti grigi! Non
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del Conservatorio. In passato li diressero Paisiello e Cimarosa
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Paisiello e Cimarosa, ora li guida un maestrino in
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pronti per l’imbarco. Li scompiglia il flusso di
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degli opuscoli a Palazzo. Li ha spaventati assai.» ¶ Gennaro
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mille rivoluzionari, ma, se li vai a esaminare uno
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Senza pretendere risultati subito. Li vedranno le generazioni future
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future.» ¶ «E va bene. Li vedranno quelli che avranno
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aggiunge, piano. «Che non li opprima. Non li immalinconisca
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non li opprima. Non li immalinconisca.» ¶ «Qualsiasi lavoro opprime
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dice Ignazio. Il ragazzo li osserva con occhi bianchi
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piccolo lazzaro schizzato via: li fissa con aria risentita
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nera angoscia. ¶ «Chisto tene li ppigne dint’a la
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e stupire, anche Pulcinella li usa. C’è però
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strano pensare che, di a poco, Gennaro dovrà
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delle dita? Che demone li spinge a tormentarsi e
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d’esser tormentata. Dove li mettono, a Napoli, i
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solo i massoni nel ’75. Li hanno tenuti nella Vicarìa
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fa per obbedire. ¶ «Primma li scarpe!» ¶ Si china a
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piglia’ cchiù friddo a li puntune, dint’a li
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li puntune, dint’a li ttaverne. Me fanno male
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ll’ossa, la capa, li ccosce.» ¶ «E tua madre
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lava’ ’nterra, per fa’ li servizi, io so’ bbona
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Con tono competente spiega: «Li primme tiempe sì. Ma
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non lo sai che li Giacobbe e li frangise
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che li Giacobbe e li frangise lo vonno accidere
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croce. ¶ «Ma nuie tenimmo li chiappetielle pronti!» proclama il
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tu t’ammocche tutte li stroppole ca siente?» ¶ Tace
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Tutti quanti. Crescono pure li prezzi. Lo sai che
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prezzi. Lo sai che li friarielli oggi vanno a
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quanti, signo’. Dint’a li ccase de li signure
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a li ccase de li signure, dint’a li
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li signure, dint’a li ppotéche. Se pigliano tutte
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popolo ha da campa’. Li signure campano tutti li
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Li signure campano tutti li juorni.» ¶ «Ma non è
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nnuie.» ¶ «Nuie chi?» ¶ «Nuie. Li ppovere gente. Signo’, ma
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gira, si torna sempre . Chissà se i Francesi
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Qua l’ignoranza se li mangia tutti. ¶ Intanto preti
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spavento. ¶ «Signo’, stanno venendo li Frangise! Per mare. Nuie
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nce avimma nascondere. Appicciano li cchiese, pigliano li ffemmene
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Appicciano li cchiese, pigliano li ffemmene.» ¶ «Che vai dicendo
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Signo’, l’hanno ditto li monaci de la Santa
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ne vuoi ì? Vengono li Frangise.» ¶ «E vengono li
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li Frangise.» ¶ «E vengono li Frangise! A noi non
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Gennaro è amico de li Frangise?» ¶ Gela di paura
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Io no. Io co’ li Frangise non tengo niente
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vede’ si so’ venuti li Frangise? Pe’ scontra’ a
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la Santa Croce: di s’ha la veduta
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uommene ’sti piatti piacciono. Li fanno infoca’.» ¶ S’infastidisce
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su una bandierina tricolore. ¶ «Li hanno donati a tutti
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ha provato brividi. Graziella li guarda stupefatta, un po
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servitori. ¶ «Ma chi ce li ha portati?» sussurra a
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che è stato Vitaliani: li ha pagati perché intervenissero
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troppa paura e ciò li può portare a fare
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ride Sanges. «In cambio li manderemo a morire ammazzati
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vita. Anche Chiara è in mezzo, si diverte
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a tumultuare. ¶ «Prendetevela co’ li Giacobbe» ripetevano re, regina
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tre poveri ragazzi sciocchi. Li hanno acchiappati proprio per
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aveva fatto il possibile, li aveva difesi tutti e
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tutti rispondono: «Morte a li Giacobbe! Viva lo re
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miracolo che ancora non li abbiano toccati». ¶ «Et alors
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te chiamme?». ¶ «Dommineco.» ¶ «Dommi’. Li giandarme non te dicono
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Gnorsì.» ¶ «E dentro stanno li guagliuni tuoi.» ¶ «Fràtemo carnale
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duro. «So’ gghiute areto li ccancelle pure per te
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mele, ¶ la mamma e li fratielle de Michele ¶ non
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dice Sanges. Invece, di a poco, s’ode
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compiaciuto. «Ho saputo che li chiamava “ces diables blancs
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o alle credule che li ricevono amici. Noi confideremo
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lei, per sua sfortuna, li incontrò a Toledo, mentre
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Simone, Rosita Escobar: chi li aveva mai visti? ¶ Le
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una ca vene tutti li juorni. Mo’ ti porta
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scattare i soldati. ¶ «Te li porti tu, scornacchiato!» ¶ Protendeva
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un braccio. ¶ «Tu! Leva li mmane da cuollo, sa
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rimmane’ lo rre de li fetiente, de li pezziente
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de li fetiente, de li pezziente ’nculo! Pppuh!» ¶ Sputò
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ora d’andarsene di , per correre in qualche
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compreso che Gennaro stava sotto. Ma che intendeva
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essa voleva, pe’ fa’ li canchere suoi. Vide, signo
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quando l’avevano buttata dentro le sue cose
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è? La lava de li Virgini? Che avete fatto
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sere giungono canti misteriosi. Li ascolta attenta: è uscita
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fernuto de sta’ ne li ccancella. ¶ Li guagliune so
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sta’ ne li ccancella. ¶ Li guagliune so’ pronte a
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guagliune so’ pronte a li castielle. ¶ Cosa vuol dire
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Donna Liono’, si preparano li guai. Lo re è
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tutta Napoli. Stanno venendo li Frangise. Per mo’ hanno
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nel porto. Dicono che li Giacobbe, e pure li
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li Giacobbe, e pure li lazzarune, vogliono pigliare li
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li lazzarune, vogliono pigliare li castielle». ¶ «Pure la Vicarìa
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Pure la Vicarìa. Stasera li surdate vengono a fa
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a fa’ guardia a li ccelle.» ¶ Per i corridoi
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folla, le persone sospette. Li comandano un lazzaro scalzo
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è arriva’?» ¶ «Ncoppa a li Quartiere.» ¶ «Cèveze! E chesta
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sai che stanno arrivando li Frangise?» ¶ «E chi è
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nuie jammo a rompere li ccorna a li Frangise
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rompere li ccorna a li Frangise.» ¶ Dove piglia Gennaro
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torcendosi le mani. «E li figli miei? So’ sette
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padre di figli.» ¶ «Io li figli e la mogliera
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criate e vaiasse, de li ccriature e de moglierete
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Vicarìa. Marena’, vatténne da li figli tuoi. E, si
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Compa’! Io te vaso li mmane!» grida, facendo gesto
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cantano, scavalcano i morti, li spogliano, s’inseguono. ¶ Per
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puntati contro la città. ¶ «Li hanno tutti in mano
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alla medesima cosa. Quello , tanto crudele, non l
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reale, il convento: come li avesse lasciati ieri, come
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è ciottolume grigio. Di precipitava, negli antichi inverni
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o ti ammazzo.» ¶ 2 ¶ Invece li aspettano: quella era solo
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lazzari sono strani. Quando li abbiamo assaliti di sorpresa
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marmo con aquile rampanti. hanno issato l’albero
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pagnotte, maccheroni, aranci. Lui li respinge, insiste: “Je veux
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e uno di crine, li fece impunturare alla Salata
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picche con gagliardetti colorati. Li seguivano, a passo rimbombante
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1986
calzoni. Tutti i Francesi li portavano strettissimi, ma Championnet
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vostri nemici, ma come li vostri amici li più
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come li vostri amici li più sinceri. Ci dispiace
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1986
generale, soddisfatto «vogliamo che li Napolitani riprendino la loro
258
1986
dei Francesi. Ci scherzano, li fanno divertire, li derubano
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1986
scherzano, li fanno divertire, li derubano, li accompagnano di
260
1986
fanno divertire, li derubano, li accompagnano di qua e
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Titani, che laocoontica morte li colpisca!», «La Repubblica fia
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1986
pareti, cittadina. Il Governo li attacca dappertutto.» ¶ Un altro
263
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I lazzari devono imparare. Li educheremo, certo, questa è
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è lo tiempo de li ppommarole.”» ¶ Non può trattenere
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Lo sole sponta tutte li mmatine e po’ scenne
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noiose. Per il resto, li han sempre lasciati fare
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naso e labbro superiore, li strappa dispettosamente, con una
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sorride, con aria maligna. Li congeda, alzandosi e precedendoli
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l’orgoglio fetido che li contraddistingue.» ¶ «All’inferno questi
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re Ferdinando, al ritorno, li additerà per la vendetta
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datemi i dettagli, se li conoscete, in modo ch
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Avverte fastidio di star in vestaglia. ¶ «Perdonami un
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venuto nisciuno a ritirà’ li pacchi. Don Salvatore ha
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Salvatore ha detto de li porta’ a la casa
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sudore e d’afa, li guarda, senza capire; quelli
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verrà saccheggiata la casa, li piglieranno per accendere il
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Sanfedisti sono al ponte» li ha liquidati con un
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Russi.» ¶ «La Francia, allora. potrai ancora essere utile
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è giusto che quello me l’abbia tolto
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quando andammo da Bonito? ci sono sentieri. Poi
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argento. Pian piano anche dentro s’insinua la
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cafoni e ciucci. E li comanda un prete» ride
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La bomba parte. Di a pochi istanti trambusto
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cocente. Sono una trentina, li ha contati mentre si
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I cordoni sono infidi: li integrano lazzari seminudi, pistole
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armati e urlanti, sanfedisti. Li sbircia: cafoni coi gilè
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grida l’ufficiale che li comanda. «Aprite spazio! Via
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soldati. ¶ «Ma chi so’?» ¶ «Li Giacobbe de Sant’Ermo
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che abballavano ’ncoppa a li triati!» ¶ «Mo’ la facimmo
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a lo Mercato!» ¶ «Co’ li capille curte, puh! Svergognata
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fresca e tosta pe’ li fetienti comm’a essa
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stride. «Non po’ tene’ li zzizze strutte comm’a
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zzizze strutte comm’a li mmeie! ’Sta panza ’nfracedata
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a salire. Sul ponte li ritrova ancora, tanti fra
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È tornata alla Vicarìa. Li han messi tutti in
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fornito zoccoli di legno: li struscia in terra per
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la roba sul tavolino, li segue. Ci sono giù
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rea di Stato”. ¶ Di a poco, infatti, mentre
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allora ’mpennimmolo co’ tutti li sacramenti!» strilla uno spiritoso
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lo re! Morte a li Giacobbe!» ¶ Boati, canti, suoni
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prete. Come ragazzini. Di a poco, finita la