Ermanno Rea, La comunista, 2012

cui ricordavo soprattutto i libri disposti in modo da

autori e lettori di libri onde provocare un grande

letto tutti i suoi libri. Quello che preferisco è

un’accanita lettrice di libri. Di avere insegnato anche

monte», possedeva oltre ventimila libri, e continuava ad acquistarne

all’ombra degli altri libri accatastati in ammassi pericolanti

c’erano i suoi libri a tenergli compagnia. E

di accogliere tutti i libri che vuoi…» ¶ I libri

libri che vuoi…» ¶ I libri! Non ricordava più quando

giorno parlava con i libri («Ehi, tu, che fai

In sogno finalmente i libri non erano più assiepati

era consapevolmente esigente: i libri a volte hanno il

impressionato dalla montagna di libri sparsi dappertutto fino a

quest’ultimo. ¶ «Si chiamano libri. Ripeti con me: libri

libri. Ripeti con me: libri.» ¶ «Li-bri.» ¶ «Bravo! Accidenti

posto, a cominciare dai libri. Si sarebbero sicuramente messi

nato in mezzo ai libri, insomma in un ambiente

vuoi assieme ai tuoi libri.» ¶ «Ma io desidero restare

quel che raccontano i libri. Possibile che non mentano

dire.» ¶ «Io posseggo soltanto libri scritti col cuore, e

te e per questi libri» disse allora Tadeusz scandendo

immenso studio gremito di libri. Affermò che avrebbe dato

vivere addosso ai propri libri, anzi con i libri

libri, anzi con i libri addosso a lui, in

la verità io acquisto libri in maniera mirata, se

trasferire la montagna di libri presenti nello studio di

la quale chiudeva i libri in pacchi che poi

non si stamperanno più libri, il che si tradurrà

perimetro della stanza, i libri sistemati sui piani di

tutto a rispettare i libri. Sapessi quante volte ho

in mezzo a quei libri; la tua faccia pallida

posso credere… ¶ E i libri? E le librerie? Nessuno