Vittoria Colonna, [Rime], 1538

dolse, ¶ Ma ognor più lieta a grande onor sì

giunta: chè superba e lieta ¶ Doppiava i vanni a

S'appaga e vive lieta in dolce affanno. ¶ E

ristringe e fa che lieta ¶ Io chiami il grave

io del mio finir lieta e felice; ¶ Per fare

Già dell'antico onor lieta riveste, ¶ Dir com'ebber

amica, ¶ Ch'io vivo lieta, ed ancor meglio spero

E sè stessa obliando lieta ardea ¶ In lei, dal

largo rivo insorge, ¶ Quando lieta stagion d'intorno scorge

spinta ¶ Dal proprio merto, lieta al ciel volasti, ¶ Se

miseri e tristi, ¶ Tanto lieta hai nel ciel fatt

l'alma desiosa e lieta ¶ Sempre si volge al

sì fallaci larve, ¶ Che lieta e inerme all'incontra

ella patisca; ¶ Se lieto, lieta; e se vi more

Temo sol che sì lieta i raggi suoi ¶ Vedrò

dolci rai ¶ Seguia più lieta ognor, me stessa 'l

il caro sposo e lieta e presta, ¶ Per aprirgli

acciò per cotai scale ¶ Lieta salisse alla celeste sede

diletto: ¶ E che poi lieta umíl nel gran convito

sì gradita, ¶ Ch'io lieta del suo onor meco

in solitario albergo ¶ Parmi lieta veder, lasciando a tergo

Contra i nimici tuoi lieta girasti. ¶ Aprío il ferro

amor ardendo vive in lieta pace. ¶ SONETTO CXXVI. ¶ Mentre

involta, ¶ Indebilirsi; ond'ella lieta e sciolta ¶ Volar sperava

Perchè più che mai lieta rinnovelli ¶ Germi cospersi di

Altra luce minor, ma lieta e pura ¶ Fissa in

sole ¶ Ricevute da lui lieta gli rende, ¶ E ne

vidi ardendo d'amor lieta ¶ Risplender cinta dell'aurate

eccelsa pianta. ¶ E voi, lieta non men che cara

fatta sì amica, ¶ Che lieta all'ombra lor si