parolescritte
interroga:  scripta  ·  bsu  ·  civita

il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Giovanni Montanaro, Tommaso sa le stelle, 2014

concordanze di «lo»

nautoretestoannoconcordanza
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se passano, mica se lo portano via. ¶ Chiude gli
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lei c’è tutto, lo stesso. Anche dopo tutti
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poterle interrompere e riavvolgere; lo rassicura il fatto che
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terra, tra sedie con lo schienale triangolare di polistirolo
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la decima volta che lo chiedono, è che poi
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c’è niente. Allora lo cerca nelle altre stanze
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è da solo, se lo ascoltano le tignole e
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si allontana dalla tettoia. Lo fa ogni sera. Ogni
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che difende. Il Po lo si immagina. Il Po
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si immagina. Il Po lo si sente; lo stridere
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Po lo si sente; lo stridere dei gabbiani, l
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Pietro la osserva: adesso lo spaventano gli insetti? No
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specchietto tenuto su con lo scotch. Raggiunge California, sbuca
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cinghiale, l’unico lusso. Lo yogurt? No, lo yogurt
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lusso. Lo yogurt? No, lo yogurt non è da
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che i 3x2 non lo inducano in tentazione. Ma
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Un kalashnikov”. ¶ “Non faccia lo spiritoso o chiamo la
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sacchetti nel carrello, controlla lo scontrino, ignora l’offerta
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sfreccia ancora. Non è lo stesso per lui? ¶ Ecco
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entra dentro. Una farfalla lo scorta, sullo specchietto si
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gode il vento senza lo sforzo di volare. Ha
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deposito. Eccone un altro. Lo prende in mano. Sembra
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affiora dall’acqua e lo guarda come se non
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È la vecchiaia che lo sorprende così, disarmato, solo
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scritta VENDESI? La cassiera lo ha riconosciuto? ¶ Socchiude gli
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campestre, perché lei non lo veda; la liquirizia fa
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la postina, che non lo vede. Scende, rapido, verso
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strafottere!” Ma no, nessuno lo vede. ¶ Per terra c
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cercare Ines. Gli arriva lo stipendio, il ciclostile di
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lì si vede, con lo sguardo si va oltre
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aperte le confezioni. Farò lo sforzo, pensa. Ma quando
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su un piatto pulito, lo appoggia a qualche metro
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bestia è venuta subito, lo spiava. È incerto se
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pulito, la bestia non lo teneva in bocca, deve
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dita. Soffia forte, non lo faceva da quando era
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continua a consumarlo, che lo divora. ¶ Torna all’orto
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è lì davanti. Pietro lo illumina dal busto in
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non scappa. ¶ E allora lo vede, la prima volta
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almeno un po’, non lo caccia mica, Pietro è
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malvagi, ma lui non lo è. E se il
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Pietro apre la porta, lo fa entrare, non bada
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il vapore vela subito lo specchio, lo scroscio è
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vela subito lo specchio, lo scroscio è rumoroso. Pietro
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cosa mettersi, dopo, allora lo rassicura, “me ne occupo
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rastrello. “Buono?” Il ragazzino lo divora. Sgranocchia di gusto
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gocciola. L’altro però lo scuote e ne cade
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Va quasi bene.” ¶ “Pietro.” Lo pronuncia male, ma il
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buon sonno, e non lo caccia da lì, dice
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sopra l’argine. Non lo fa quasi mai, è
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ma forse Pietro capisce lo stesso. Le cose che
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la tasca dei pantaloncini. Lo tiene sempre lì, con
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si domanda. E se lo scoprono? Mi arrestano? Il
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non si sveglia. Pietro lo guarda dormire. Gli fa
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sulla testa. Ma non lo fa. Non è da
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proprio piccolino. Chissà chi lo svegliava, al suo paese
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un papà, un fratello... Lo staranno cercando? Saranno in
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si dimena. Allora avvia lo stereo e spegne la
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Non hai capito niente.” Lo trascina verso la Panda
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No, no!”. Pietro neanche lo sente. “No police. No
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un ragazzino caffelatte che lo segue. Passano le porte
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bianca e quelli che lo guardano con i loro
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del ghiaccio e se lo mette in tasca. “Te
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con la mano. Tommaso lo imita. Non passano inosservati
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il reparto giochi. Pietro lo segue spingendo il carrello
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rovista nelle tasche. Pietro lo osserva; Tommaso si aggroviglia
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parli?” ¶ “Sei geloso?” ¶ “Non lo sopporto! Non sopporto le
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muscoli delle braccia. “Sì.” Lo sollevano. “Mettilo sul lato
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forza. Arrivano in cima, lo appoggiano al muro. Pietro
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l’unica stanza disponibile, lo spazio a Buckingham è
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non doverla calpestare; Tommaso lo segue, lo imita. Ecco
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calpestare; Tommaso lo segue, lo imita. Ecco i numeri
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direttore risponde. Ogni volta lo legge per ultimo; ogni
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dentro col battipanni. Poi lo mettono sopra il primo
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un boomerang. Il cielo lo fanno gli uccelli; per
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corrente è intensa. “Tommaso!” lo richiama Pietro. Il ragazzino
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si rilassa, galleggia. ¶ Pietro lo osserva, la corrente non
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parole il ragazzino non lo sente, con le orecchie
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piedi nella melma. Non lo lascia andare da solo
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foco”, ascoltando il Trovatore, lo guarda sbuffando e avanza
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luce notturna. Pietro alza lo sguardo, oggi è limpido
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salendo le scale, almeno lo faccio ridere. ¶ Ma è
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Non serve! Non serve!” lo interrompe Pietro, riparte. Ecco
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ricami di ferro battuto, lo sguardo rassegnato e guano
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li trovano in Italia? Lo so che è una
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ha visti scappare, però. Lo dice il giornale.” ¶ “E
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pulsa, rossa. Pietro guarda lo schermo al plasma: il
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stazione vibra. Pietro controlla lo schermo, ma non ci
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taglio.” ¶ “Ma come te lo sei procurato?” ¶ “Io... nel
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Credo.” ¶ “Come, ‘credi’?” ¶ “Me lo sono trovato quando sono
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Tommaso vede il numero, lo stesso di prima; è
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Pietro, inebetito dal sonno, lo osserva. Un uomo e
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idea. “Tommaso!” L’altro lo guarda. “Ti sei ferito
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a riposare, ma Pietro lo costringe a voltarsi, controlla
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disturba Pietro, sì, ma lo spaventa anche il silenzio
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il petto e poi lo appoggia oltre i materassi
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spazio, mette una televisione, lo schermo tondo sulla scatola
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confuso, che se uno lo vedesse così non capirebbe
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così non capirebbe niente; lo prende e lo straccia
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niente; lo prende e lo straccia. ¶ Pietro vorrebbe dirgli
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ha messa in bagno; lo specchio è troppo alto
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di Pietro, a come lo guarda se dice o
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Ne prende uno e lo lancia. “E chissenefrega se
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una margherita. “Fiore.” E lo ripete finché non prova
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la casa. Il ragazzino lo segue con lo sguardo
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ragazzino lo segue con lo sguardo, ma lui fa
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varie”. Lì c’è lo specchietto di una rivista
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PERRY BEVERLY HILLS 90210. Se lo ricordava più grande, quel
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mezzo a due tronchi. “Lo specchio riflette le cose
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L’altro annuisce. Pietro lo volta verso l’alto
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dice. E poi indica lo specchio: “Foglia viva”. Sposta
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azzurro, e poi tutto lo specchio riflette solo l
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guancia, gnam gnam. “Te lo farei con la polenta
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le pinne forti che lo spingono più veloce delle
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tocca il luccio e lo sente viscido. Poi indica
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verso l’acqua e lo libera. ¶ Pietro e Tommaso
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Be’, quello il ragazzino lo sa già, il miracolo
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la sente, se Pietro lo sgrida: “Non comportarti male
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parola italiana, il “male” lo conosce già; i due
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con Tommaso, la sente lo stesso, eccome, la “solitudine
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continua il ragazzino alzando lo sguardo. “Mizar.” ¶ “Mizar è
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stessa cosa. ¶ Pietro alza lo sguardo. ¶ E per la
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unico deposito della zona. Lo sa meglio di me
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veramente zeppo. Va con lo sguardo fino alle vetrate
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proprio scemo.” Si china. Lo vede; da un pertugio
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Ti ho trovato,” e lo afferra per un braccio
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afferra per un braccio, lo tira fuori. Tommaso dice
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in un arcobaleno. Tommaso lo fissa, lo gira, ci
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arcobaleno. Tommaso lo fissa, lo gira, ci gioca, poi
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a lui. Gorgheggia. Smette, lo guarda come una tigre
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la livrea nera. Ha lo sguardo stupido, Pietro lo
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lo sguardo stupido, Pietro lo caccia via con le
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Resta lì, immobile. Pietro lo guarda meglio: è di
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venti metri, si gode lo spettacolo. “Adesso ti prendo
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un medico in visita, lo stetoscopio e una borsa
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cercata!” grida Pietro che lo rincorre, non prima di
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comincia l’erba. Pietro lo raggiunge, adesso sono uno
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del deposito è chiusa, lo sfondo è ondulato ma
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il nastro è pronto, lo fa partire. ¶ Tommaso è
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ragazzino non risponde. Pietro lo raggiunge dietro la casa
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tinta unita. “Oh, finalmente.” Lo appoggia per terra. Continua
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se non è esattamente lo stesso colore. ¶ “Questi Guidaccioni
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se è scomoda.” Lei lo bacia sul collo. Lui
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sul collo. Lui ricambia lo sguardo. Lei sorride, ha
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con le maialerie.” ¶ Lei lo bacia di nuovo. È
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lei con una mano lo accarezza sulla pancia, gioca
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E cos’hai?” ¶ “Niente.” ¶ “Lo facciamo qui?” ¶ “No. Non
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tu?” Raccoglie le scarpe, lo rincorre. “Pietro, dove sei
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il lenzuolo...” La postina lo scosta bruscamente. “Ma che
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Sembra comprata apposta. ¶ Lei lo guarda, sorride. ¶ È bella
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e quando finalmente Pietro lo guarda comincia ad ancheggiare
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chiuso con un nodo. Lo appoggia davanti a Pietro
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Tommaso qui,” e mostra lo stesso punto dell’altra
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toglie il braccialetto e lo consegna a Pietro, furtivamente
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delle macchine, ma tiene lo sguardo fisso in direzione
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vado fare doccia.” ¶ Pietro lo raggiunge e gli tira
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gli grida il ragazzino. ¶ Lo ha messo in castigo
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lupa. Glielo mostra. ¶ “Sì, lo conosco. A me fa
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aiutarlo, certo che Pietro lo aiuterà, che presto andrà
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mette la parrucca e lo prende in giro. Anche
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influenza. Ma andava bene lo stesso. All’opera, insieme
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anello. Forse no. Se lo teneva in tasca da
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Pietro.” ¶ “E quando torni? Lo spettacolo è alle sei
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tornare indietro. ¶ Nessuno, ormai, lo conosce come il Po
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le cose. Il Po lo sa, che Nina se
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si spaventerà se lei lo chiama di notte, perché
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notte, perché lei non lo chiamerà mai più, di
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a leggere le scritte, lo farà Pietro quando saranno
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destinazione, una casa che lo aspetta. ¶ L’aria è
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affianca l’auto che lo precede, nella direzione opposta
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acceleratore. L’autobus quasi lo sfiora suonando il clacson
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la luce riflessa che lo ostacola alla guida; ma
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ma la vettura che lo segue, adesso, va alla
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invece è qualcuno che lo segue? Che cerca il
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foglietto bianco, appiccicato con lo scotch. Osserva la calligrafia
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Pietro pensa; e se lo portasse lui, fino a
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ultimo sforzo!” ¶ L’ufficiale lo raggiunge: “Mi spiace bagnare
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abituato al fango!” ¶ “Così...” lo sprona Pietro, che sente
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si accorge che Pietro lo sta fissando. ¶ “Tu non
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E la corrente, adesso, lo porterebbe via. Troppo impetuosa
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Ha ricoperto l’isolotto, lo strapiombo, tutte le piante
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il fiume, così. Non lo riconosce nemmeno. È spaventato
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su le cassette e lo stereo, pensa, il secondo
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è Pietro. Meglio se lo lascia riposare. Ha ancora
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scarpe da ginnastica. Hanno lo stesso taglio di occhi
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sulla sedia, il ragazzino lo troverà al risveglio. Una
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conosce. Ecco, l’altro lo raggiunge. Sono al buio
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Hanno preso qualcosa e lo portano via; è pesante
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a fianco, trema. Pietro lo stringe: “Sono qui. Non
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della porta. Il ragazzino lo raggiunge, gli si stringe
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sarò. ¶ Afferra il bicchiere, lo porta al lavandino, fa
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più forte, e poi lo afferra, insaponato, corre alla
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Maialerie!” grida. Vuole che lo sentano; i beccamoschini, i
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frizione. Avvia il motore. Lo sapeva che la macchina
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daranno indicazioni. Vedrai che lo troverai. Se la Panda
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chiede il ragazzino. ¶ Pietro lo guarda con occhi teneri
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l’ha nascosto sotto lo scaffale, ma il ragazzino
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viola-verde. Quando Pietro lo raggiunge, il ragazzino è
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di canapa tesa che lo ancora a terra, sotto
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due... uno...” Il ragazzino lo preme. ¶ Ed eccola, la
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in mezzo, la brezza lo culla, fa un tondo
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mano sulla spalla. Non lo sanno, ma le loro
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qualche altra parte. Sì, lo so. Non è facile
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la postina non trattiene lo stupore. “Accipicchia! È veramente
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il lampadario, esita. Alza lo sguardo al primo piano
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ladro sbuca dall’angolo, lo vede, gli sguardi si
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la curva, l’altro lo rincorre, i due scompaiono
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prenderanno.” ¶ “E cosa faccio, lo lascio lì?” ¶ La porta
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fermo contro di sé, lo stringe con il gomito
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Io il resto me lo prendo, non sei tu
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a chi vuoi.” ¶ “Allora lo prendo.” ¶ “Hai bisogno di
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il lampadario, le luci lo accecano, ci passa sotto
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lesto; è già su. Lo segue la postina, veloce
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serratura. “Slegami.” La donna lo aiuta. “Porcomondo, che dolore
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i materassi. ¶ Da lì, lo vede. ¶ È in mezzo
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si volta, salta. ¶ “Qualcuno lo insegue?” chiede Pietro alla
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voci, i poliziotti avanzano, lo superano, puntano i ladri
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apparecchio che la polizia lo ha costretto a installare
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squilla di nuovo, lui lo lascia squillare. Prima o
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lamprede tornano sempre. Nina lo diceva per scherzare, che
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la lunga attesa. Perché lo prende, sempre e comunque
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fatto. Ah, ma quando lo vedo, lo sentirà! È
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ma quando lo vedo, lo sentirà! È peggio della