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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Cesare Zavattini, Totò il buono, 1943

concordanze di «lo»

nautoretestoannoconcordanza
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sole calasse proprio lì, lo si poteva quasi toccare
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Contis, padrone della casa, lo seppe aumentò l’affitto
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Lolotta ebbe un figlio. Lo chiamò Totò. Non avrebbe
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a bollire,” e Totò lo lasciava sempre uscire dal
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la signora Lolotta che lo rimproverava con dolcezza, ma
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rimproverava con dolcezza, ma lo rimproverava, ché simili distrazioni
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che vedeva, non solo lo avrebbe scusato, ma sarebbe
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morì. Scusate se ve lo dico tanto semplicemente, ma
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tanto semplicemente, ma essa lo avrebbe detto proprio in
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cresceva intorno a lui lo costringeva ad alzare la
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osava chiedergli chi era. Lo guardava di sottecchi. Appena
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sua corsa e Totò lo vide lontano lontano: un
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gli giravano attorno e lo guardavano dal sotto in
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che per poco non lo portò in guardina. ¶ Allora
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del baraccamento a usare lo spazzolino da denti. ¶ Totò
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giocavano a carte, e lo chiamavano “Circolo dei meno
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figlio. Ogni domenica Bib lo portava a Bamba e
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abbandonando due vecchi che lo mantenevano da tre anni
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di vetri. Geo faceva lo zucchero filato e Semp
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pollo e gli altri lo guardavano. Questo avveniva in
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fumante. C’era chi lo mangiava con tanta rapidità
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il cliente era contento lo stesso. Costui, in verità
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piuttosto alto e grosso, lo avreste detto in complesso
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venti paia di scarpe. Lo salutava per primo anche
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d’affari e non lo amava affatto. Mobic trovava
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salone un anello. Chi lo trovava era suo. Tutti
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compagno che per caso lo ostacolasse; in fine, smorti
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che tutti i cittadini lo salutavano con grandi scappellate
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po’? di un monumento. “Lo merito” diceva tra sé
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diceva tra sé. Quando lo disse al Governatore questi
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di Mobic. Anchise aveva lo zio sonnambulo che correva
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capisce, ma ogni tanto. ¶ “Lo schiaccio come… come…” gridava
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il giorno di Natale lo aspettarono in strada. Nevicava
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commosse. Incontratosi con Totò lo salutò senza avere il
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per avere battuto contro lo stipite della porta. Totò
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stava ancora contemplandola quando lo vennero a cercare: ¶ “Ti
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il sole ebbe abbandonato lo spiazzo, fu come se
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desistere: solo l’occhio lo raggiunse nel momento che
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ciò che è male, lo appendo alla spalliera del
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ripeté: “Cateratta.” E siccome lo bersagliavano con sassi, egli
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esempio carretto così come lo diceva lui, gli dava
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seguì. Andò dove non lo avreste immaginato: nella bottega
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anima di suo padre lo tratteneva. Passarono dei giorni
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ammalati: prima il padre lo aveva abituato col polso
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siccome era un vile lo uccideva con il più
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del signor Mobic che lo sfratto andava un po
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le lunghe. La notizia lo indignò perché temeva che
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accorse che il figlio lo aveva visto, tornò sui
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Bamba, il che accresceva lo spirito bellicoso e la
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ci teneva a ingraziarselo, lo pregava prima della visita
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il testamento. Una volta lo cominciò, poiché il suo
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città. Il che permetterà lo sfruttamento del prezioso liquido
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nel buio (a voi lo posso confidare; c’è
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incarnarsi, alcune a girare lo sguardo intorno mentre le
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negli astri. Tac: attraversò lo spazio come un razzo
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chi? Al signor Mobic. Lo avvertiva che stesse attento
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un cappello duro.” Rap lo guardò incerto se credere
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suo potere, ma Bib lo aveva detto in un
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capitano Gero all’udirlo lo interpretava come felice conseguenza
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un momento a pensare, lo vedevi correre per dire
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aaaaaaassaltooo. Tutti i soldati lo guardarono meravigliati ma egli
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il Governatore, e Gero lo guardava con due occhi
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a lui arrivando attraverso lo spazio trasformato in un
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si ruppe ramificandosi. Mentre lo sguardo si incantava nella
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continuavano ad attraversare rapidi lo spazio. Su tutto la
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avrebbero potuto nuocergli. ¶ Se lo avessero chiamato in questo
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non avrebbe udito. Infatti lo chiamavano perché nell’accampamento
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ed Eleuterio finirono con lo scoprirlo e lo trascinarono
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con lo scoprirlo e lo trascinarono nell’accampamento, anzi
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senza abbassare gli occhi. Lo guardava e faceva: “Lallalallaralla
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da Annibale… ¶ I compagni lo lasciarono solo col suo
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a me.” E Totò lo trasformò in un tegame
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suoi duemila operai. Ve lo trascrivo: “Ho comperato una
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in mutande. Buon segno: lo temevano al punto da
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Con piacere.” La cosa lo inorgoglì tanto che corse
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corse in giro per lo stabilimento a dire che
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senza incontrare chicchessia che lo ostacolasse, anzi tra uno
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gli spiacque. Anzi, non lo sorprese affatto perché Carmelo
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sorprese affatto perché Carmelo lo aveva abituato ai più
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tanto Bib ed Eleuterio lo lasciavano precipitare per riafferrarlo
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grazie di Totò. Tutti lo deridevano, gli mostravano la
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prese il berretto e lo buttò giù nella strada
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dalla cella e non lo videro più ritornare. Poi
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il carcerato. O chi lo riconosceva, siccome Ditirambis era
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dalla timidezza, dovette accettare. Lo insediarono nel palazzo del
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grande: fece tac e lo rimpicciolì di parecchio. Nei
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molto brutte, nessuno più lo guardava in faccia, ma
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gli angeli. Gli angeli lo avevano abbandonato, egli fece
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timore che la gente lo riconoscesse si mise una
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prese il selz, se lo schizzò tutto sul vestito
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a terra. Un passante lo riconobbe subito “Totò!” Lo
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lo riconobbe subito “Totò!” Lo riconobbero altri passanti, forse
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riconobbero altri passanti, forse lo avrebbero portato in trionfo
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a scappare e tutti lo inseguirono gridando: “Dalli, dalli
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scarpe con le quali lo inseguivano. Totò aveva una