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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Alberto Moravia, Il disprezzo, 1954

concordanze di «lo»

nautoretestoannoconcordanza
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1954
una parte e spalanca lo sportello dicendo: «Mi dispiace
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accanto a Battista, con lo sportello ancora aperto, ella
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un suo film. Ma lo scontro e le spiegazioni
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accorgo che Emilia non lo è affatto. D’altra
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di lei e Battista lo sapeva; a Battista la
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questo non era vero: lo sentivo piuttosto che non
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sentivo piuttosto che non lo pensassi, giacché il pensiero
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per me, ma soprattutto lo sfogo della sua repressa
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di egoismo o, per lo meno, di insensibilità. ¶ Ero
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discorsi, che, senza che lo volessi, battevano sempre sullo
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Il bagno, la cucina, lo stanzino della domestica erano
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le era solito: «Riccardo, lo vedi come sei... questo
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siamo sposati... e adesso lo vuoi fare a tutti
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e si vogliono bene lo stesso... così sarai anche
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un dubbio. Non me lo confessavo, ma la domanda
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non era così sicuro, «lo sapevo che avresti pensato
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non soltanto di ritrovare lo slancio di un tempo
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cambiato, provamelo». ¶ «Ma te lo provo tutti i giorni
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che un bacio, te lo darei volentieri... ma poi
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insomma», insistetti bruscamente, «me lo vuoi dare questo bacio
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voce: «Allora, se proprio lo vuoi, facciamolo... vuoi?». ¶ Dissi
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alzare la testa: «Sì, lo voglio», con voce bassa
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caverna spalancarsi lentamente rivelandogli lo splendore di meravigliosi tesori
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tempo. Come è noto lo sceneggiatore è colui che
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colui che scrive, per lo più in collaborazione con
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altrimenti si potrebbero giudicare, lo sceneggiatore è un artista
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e, insomma, di esprimersi. Lo sceneggiatore, dunque, è l
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a firmare il film. Lo sceneggiatore, invece, deve contentarsi
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che riceve, il quale, lo voglia o no, finisce
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quale autonomia e libertà, lo sceneggiatore non può che
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o semplicemente il caso, lo sceneggiatore si trovi costretto
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cultura e civiltà, che lo irritano con tratti di
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fanno che parlare, per lo più tenendosi al lavoro
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il mio caso, non lo si ama, ogni nuova
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e in giù per lo studio mentre io scrivevo
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fondo alla pagina, chiusi lo scartafaccio e mi alzai
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moglie», mentii, «ma tu lo sai come sono le
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molto importante». ¶ «A chi lo dici!...». Egli prese a
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di bere con noi». ¶ Lo seguii fuori dello studio
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avvertì la signora Pasetti, «lo sai che non bevo
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gin, tre bicchieri e lo shaker. Egli mise ogni
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accingeva a preparare. Anche lo shaker, scintillante, pareva del
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poi li trasferiva dentro lo shaker. La signora Pasetti
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avere scosso ben bene lo shaker, si apprestava a
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lui chiacchierava, parlando per lo più della sceneggiatura, e
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trovare la donna che lo apprezza e lo ama
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che lo apprezza e lo ama, e che giudicare
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proprio lavoro perché lei lo ama... ma negli occhi
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i vetri smerigliati, con lo stesso occhio disperato di
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il lavoro? I produttori, lo sapevo per esperienza, erano
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quasi mi parve che lo facesse apposta. Ma in
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saresti geloso?... e non lo sai che non amo
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pagina: «Quale film?». ¶ «Non lo so», risposi. Stetti un
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odio questo lavoro e lo faccio soltanto per amor
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momento di dirtelo... ora lo sai... tra poco Battista
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Battista telefonerà ed io lo manderò al diavolo». ¶ Ormai
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e di silenzio... te lo giuro». ¶ «Ma io ti
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l’amore come tu lo fai da qualche tempo
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ogni volta che tu lo desideri... Mi sono forse
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accontenti del semplice atto... lo fai bene, l’amore
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E va bene», dissi, «lo fai, non ti sei
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il modo con cui lo fai non è quello
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E in che modo lo faccio?». Avrei dovuto risponderle
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faccio?». Avrei dovuto risponderle: “Lo fai come una prostituta
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sia lesta... ecco come lo fai”. Ma, per rispetto
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questo è assurdo... ora lo sai che fai?... appena
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discuto... ma se non lo vuoi fare perché credi
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piaceva più della prima. Lo scandalo e il danno
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sapevo che presto non lo sarei più stato: la
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di sostituirmi o per lo meno di avviare la
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graziosi di: «il bruto», «lo scimmione», «il bestione», «il
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uomo cinico o per lo meno teneva a non
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estetico o morale. Ma, lo stesso, il profitto era
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qualche cosa che, insomma, lo sentivo senza spiegarmelo bene
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un simile film? Io lo sapevo, in fondo, molto
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Omero, la Bibbia, come lo definiva Rheingold, dei popoli
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e il produttore, per lo più, proponeva di trasferire
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rossetto dalle labbra». Me lo tolsi e poi sedetti
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fino a che punto lo ami... e come lei
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dell’Odissea e me lo porterà... appena Rheingold rientra
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riassunto dell’Odissea... e lo porterà al signor Battista
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al signor Battista e lo discuterà con lui». ¶ «Va
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ne andò. Trasalii mentre lo guardavo allontanarsi, alla voce
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paio d’ore, ma lo stesso provai un senso
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mia ansietà o per lo meno me l’avrebbe
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per un altro film, lo rivedrò e mi dirò
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la trascinavo, riluttante, attraverso lo studio, aprivo l’uscio
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lavorare nel cinema... perché lo facevo unicamente per te
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di lei, e lei lo sapeva e si fermava
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da lei mi fece lo stesso un effetto agghiacciante
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e tuttavia, ricevendola, trasalisce lo stesso, come se non
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sarà, forse... ma non lo so dire... so soltanto
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Sei tu che me lo fai ripetere... Non vuoi
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convincerti e allora te lo ripeto». ¶ «Ora ne sono
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alla fine: «Se te lo dico io, il motivo
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io, il motivo, tu lo riconoscerai?». ¶ «Ma io stessa
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Ma io stessa non lo so». ¶ «Ma se te
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so». ¶ «Ma se te lo dico io, potrai forse
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e l’ultimo, te lo giuro... poi non l
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quel bacio... ora che lo sai, ti sembra di
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so cosa vuoi dire». ¶ «Lo sai benissimo». ¶ «No, non
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sai benissimo». ¶ «No, non lo so, parola d’onore
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io ti dico che lo sai». ¶ Ella si spazientì
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quel mio tono ragionevole, lo sentii, era falso. Io
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talvolta stupidità o per lo meno ristrettezza di idee
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notai con amarezza, avevano lo stesso tono assolutamente autentico
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il braccio per chiudere lo sportello. Di solito, in
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spontaneamente, evitai di toccarla. Lo sportello si chiuse con
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protestasse che non beveva. «Lo berrò io», dissi. Il
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ce ne rendiamo conto. Lo stesso avviene nei nostri
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Ah, questo non te lo dirò mai... neppure in
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detto che non te lo dirò mai» ¶ «Dillo, o
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tranquilla, così affabile? Aprii lo sportello, salii, ella salì
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non parlò, ma aprì lo sportello e io caddi
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mi toccherai?». ¶ «Sì, te lo prometto». ¶ Ella andò alla
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in alcun modo; per lo meno di riempirlo con
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telefonarle... ora, ecco, tu lo sai». ¶ Io non avevo
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questo, più che pensarlo, lo avvertivo in fondo alla
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ti lascerò tranquilla, te lo giuro... del resto non
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alcun modo all’abbraccio, lo subiva. Ma egualmente mi
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giovane e nutrito traboccava lo stesso sulle cosce incrociate
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allegro, come mi pareva lo richiedesse la lieta circostanza
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l’automobile, Battista apriva lo sportello, Emilia saliva, si
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ma non sarà che lo sfondo... per il resto
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il film». ¶ «Certo che lo conosco». ¶ «Ebbene, O’ Neill
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ma io non amo lo stesso Il lutto si
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kolossal, di avventure, come lo vorrebbe Battista... ma Battista
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in avventure che, infatti, lo interrompono e lo sviano
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infatti, lo interrompono e lo sviano... non sono Scilla
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avventura in estensione attraverso lo spazio geografico, come vorrebbe
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Nel cielo c’era lo stesso disordine capriccioso e
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che mi aveva ispirato lo sguardo stupito e offeso
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lui si aspettava che lo riprendessi. E, sebbene mi
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del mondo sensibile e lo vedeva realmente come l
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segno di saluto; Emilia lo seguiva più lentamente, guardando
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verso la strada. ¶ Rheingold lo seguì e lo raggiunse
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Rheingold lo seguì e lo raggiunse, camminandogli allato. Emilia
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voltai: Battista stava presso lo sportello spalancato della sua
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rispondere lentamente: «Se me lo dici tu». Ella si
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uscì. Avrei voluto far lo stesso; ma Battista, sedendosi
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invitandomi ad imitarlo, me lo impedì. Accese una sigaretta
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stupito: «Ma non so... lo conosco poco per dare
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Vede Molteni... anch’io lo conosco poco, ma so
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di Rheingold appunto perché lo sento così diverso da
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pensa questo e naturalmente lo pensa anche Rheingold... ora
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nere e aguzze contro lo stellato chiaro del cielo
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questi versi mi erano lo stesso singolarmente piaciuti, per
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sala; Emilia, che indossava lo stesso vestito da sera
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strana e crudele violenza lo torse e lo strappò
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violenza lo torse e lo strappò. Adesso Emilia aveva
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mi sembrava che ella lo conservasse verso di me
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era infedele; o, per lo meno, la sua infedeltà
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terra e diceva per lo più cose interessanti; come
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non proprio invaghito per lo meno seriamente interessato e
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della cena, rammentai: era lo stesso sguardo o per
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stesso sguardo o per lo meno non tanto diverso
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soggiogata in parte, presto lo sarebbe stata del tutto
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e con ogni probabilità lo aveva detto a Battista
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creativo della mia vita... Lo so che non dovrei
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verso mia moglie? Non lo sapevo; forse per una
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così poco e disse: «Lo sa lei, Molteni, che
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ora, e forse non lo sapevo neppure allora... ma
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negli occhi di Emilia lo sguardo della signora Pasetti
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con Battista... Ebbene, se lo vuoi sapere, te lo
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lo vuoi sapere, te lo dico subito; erano fuori
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E sebbene capissi che lo faceva per nascondermi altre
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non è detto che lo farò». ¶ «Va’ là che
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farò». ¶ «Va’ là che lo farai»; ella non mi
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di controllarmi. «Forse non lo farò», dissi con voce
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li accetterei... Insomma, tu lo sai benissimo ed è
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ed è inutile che lo ripeta: abbiamo molti debiti
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improvvisa solennità. ¶ «Sì, me lo ricorderò». ¶ «Ebbene, io penso
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io, d’improvviso, risentii lo stesso dolore che avevo
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provi sempre per me... lo stesso sentimento... Non è
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di te... e sempre lo penserò», soggiunsi come per
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bisogna capovolgere la situazione». ¶ Lo guardai a bocca aperta
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ama più, anzi che lo disprezza... e perciò, inconsciamente
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suo ritorno gli avviene lo stesso che al cavaliere
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e allora la principessa lo amava... Così Penelope al
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cessa di disprezzarlo e lo ama di nuovo... Così
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aspetta una donna che lo disprezza, inconsciamente ritarda finché
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faccia riconoscere... se non lo fa, è segno che
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non rimane che scriverlo». ¶ Lo interruppi, quasi con violenza
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mi darà ragione». ¶ «Non lo credo» risposi. E mi
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ancora presto, e per lo stretto sentiero ombroso non
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ecco alcuni altri pensieri lo integrarono, in maniera definitiva
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che devi fare te lo ha indicato Rheingold... Ulisse
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sentivo che ella me lo rifiutava, sebbene, per un
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subito mi risposi: “Non lo tenterai... sei paralizzato dalla
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mentre Battista ti baciava». ¶ «Lo sapevo che mi hai
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Questa decisione mi fece lo stesso effetto di una
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Molteni, andiamo nel bar». ¶ Lo seguii nel bar, a
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Ulysses di James Joyce?», lo interruppi furibondo, «lei sa
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fare questa sceneggiatura... ora lo sa». ¶ Mi lasciai cadere
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il tempo. Stranamente, perché lo stimavo uomo ottuso, Rheingold
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metterci d’accordo». ¶ «Non lo credo». ¶ «Forse le differenze
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da questa mia domanda, «lo conosco... sebbene non l
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Permette che glielo reciti? Lo so a memoria». ¶ «Se
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e dei suoi compagni...». ¶ «Lo so, Molteni, lo so
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compagni...». ¶ «Lo so, Molteni, lo so, reciti pure». ¶ Mi
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basso, e quindi incominciai: «Lo maggior corno della fiamma
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Va bene... allora se lo fa lesso, faccia la
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domandando: «Che c’è?». ¶ «Lo sai... c’è che
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sorprende che tu me lo domandi... mi sembra che
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non la faccia». ¶ «Battista lo sa?», ella domandò in
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in maniera inaspettata. ¶ «Non lo sa», risposi, «ma lo
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lo sa», risposi, «ma lo sa Rheingold... sono stato
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occhi. Ella disse: «Se lo fai per te, non
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non so... ma se lo fai a causa mia
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una cosa inutile, te lo assicuro... non servirebbe che
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tu sei fatto, non lo so, lo saprai tu
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fatto, non lo so, lo saprai tu... so soltanto
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Va’ là, che tu lo sai benissimo». ¶ Ella adesso
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il consiglio di fare lo stesso la sceneggiatura... e
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dirmi perché... forse non lo sai neppure tu... ma
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di lagrime: «Non te lo perdonerò mai», gridò, «mai
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qui... parti tu, se lo desideri... io resto qui
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due». ¶ «No, tu non lo farai». ¶ «Sì, lo farò
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non lo farai». ¶ «Sì, lo farò». ¶ Ella mi guardò
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sommergimi”; ma il disprezzo lo segue anche nel più
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suo animo e lui lo porta dovunque egli vada
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campo della storia, non lo era in quello tutto
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questo fosse vero me lo dimostravano gli sguardi quasi
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solitudine. Ma a Roma lo lascerò e andrò a
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sradicato, se provasse dolore, lo sentirebbe alle radici che
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sentirebbe alle radici che lo tenevano ritto sulla terra
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sorprese. Insistetti, allarmato: «Perché lo dici in maniera così
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un animale anfibio. Ecco lo spiraglio luminoso, tra due
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e niente di più lo dimostrava, se non altro
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uno svenimento, o per lo meno ad una specie
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aria, ma mi pareva lo stesso di soffocare, mentre