Pietro Giannone, Vita scritta da lui medesimo, 1741

studi di teologia presso lo stesso padre teologo, — si

maestro, di non tralasciare lo studio sopra le Istituzioni

fu che m'inculcò lo studio dell'istoria romana

longobardi, i quali, per lo spazio poco meno di

sede regia. E pure, lo studio e conoscenza di

che avea fatto per lo civile, mi diede lumi

Compresi che, sicome per lo studio della legge civile

necessario, non solo per lo rapporto che aveano a

grazia e favore, che lo facessero entrare nella libraria

aggiunse che, avendomi intanto lo Spinelli fatto prendere amicizia

e del Macchiavelli appresi lo stile, se bene sembravami

era fatto poco per lo spazio di sei anni

per mio padre spirituale lo stesso Torres, il quale

immaginazione, sicché spesso, per lo sregolato corso degli spiriti

dal lavoro, che io lo riputava nuovo e da

dopo segata la messe, lo spicilegio, sicché pochi furon

de' miei compagni che lo seguivano, nulladimanco per la

si era fatto per lo passato sotto gli Spagnoli

arrossire all'avversario, così lo stimolò, vedendo che da

la lite. Onde, commiserando lo stato miserabile de' miei

Ma non potei far lo stesso ne' seguenti libri

sì grave infermità, che lo condusse alla morte. Avrei

alla morte. Avrei fatto lo stesso col presidente Argento

ben si vedeva che lo stomaco e le visceri

al mio stomaco che lo rendeva acetoso; sicché bisognava

passatami poi quella languidezza, lo stomaco si rese più

uno nobilmente ornato, e lo presentai al cardinal viceré

cardinal viceré; il quale lo ricevé con molta umanità

sopra i pulpiti, far lo stesso. Talché fu d

demonio orrendo e spaventevole. Lo stesso più volte mi

e che almanco per lo spazio di due anni

d'aver ingiustamente scomunicato lo stampatore, di voler lanciare

accaduto che non seguisse lo scioglimento: ciò che dava

Poteva questa volta accader lo stesso e certamente che

la voglia, e se lo ritenne, temendo che, essendo

avesse un serpente, se lo tenne chiuso, né fecelo

apprese da' suoi princìpi, lo tenesser dubbioso e vacillante

consiglieri di sua coscienza, lo consigliarono ad impetrarne da

il padre Cillis. Onde lo vedeva spesso, nell'ore

istigato dal suo vicario, lo mandava, perché non si

ma che io facilmente lo avrei trovato a Barletta

si accingevano a far lo stesso. E mi disse

visitarmi e, facendo egli lo stesso cammino, si offerse

che non curava punto lo sdegno di quella corte

l'Imperadore, e seco lo condusse a Laxemburg, e

condusse a Laxemburg, e lo presentò a Cesare. Il

a Cesare. Il qual lo ricevé con piacere, e

ché, sicome mi riferiva lo stesso Garelli, fra i

che gli pareva. E lo stesso feci col reggente

commendandola, fu fama che lo stesso pontefice, invogliatosene, consumasse

il consiglier Maio, che lo stimolava a procurarle, scriveva

me l'avea data. Lo stampatore era stato già

suo suggello segnato, questi lo diede a mio fratello

fratello, il quale me lo mandò in Vienna, con

che io l'ebbi, lo mostrai a' reggenti del

e tutti que' che lo seguirono, in Vienna, verso

impostura addossatami, che io lo negassi. Lo pregai della

che io lo negassi. Lo pregai della sua protezione

Non mancai, altresì, far lo stesso col marchese di

grazia di Cesare — che lo rendeva superiore a' rispetti

ligato della mia opera, lo ricevé con piacere, e

di Napoli, come decano lo governava. E nella persona

al suo regal servizio, lo pregai vivamente che non

Martire, domenicano, par che lo qualificasse piuttosto per un

dare un passo, che lo rese non pur leggiero

diritti, con tutto ciò lo dedicò al papa e

giurisdizionale di Sorrento, per lo corso di tanti anni

aveala divisa, soggiungendo, che lo faceva mosso da spirito

una sola cosa vivamente lo pregava: non già che

si permettesse, se pur lo meritassero, di rispondergli. Alle

calunnia, che cercassero addossarmi, lo pregava a non togliermi

dopo due trienni che lo tenne, vi fu sustituito

ultime mutazioni di dominio, lo stesso sarebbe accaduto del

Sicilia per viceré interino lo stesso marchese di Almenara

marchese di Almenara, che lo tenne sei mesi, fino

di Cesare, il quale lo diede all'arciduchessa, che

di Sicilia, ed altrettanti lo Stato di Milano. Questi

e si facevano innanzi. Lo stesso fecero i Siciliani

Sinfuego ministro cesareo, perché lo istradasse per Sicilia; ed

ma molto utile per lo ristabilimento di mia salute

sé: il primo, per lo cardinalato già accordato al

alte speranze concepite per lo figliuolo, che tenea in

questi in diligenza spedì lo stesso Perelli a Vienna

del defunto, che fu lo stesso conte di Montesanto

fecero che l'Imperadore lo commettesse alla Conferenza di

sicome gli altri Consigli lo seguivano, passando a Laxemburg

nome del Consiglio che lo comprò. E da indi

non si fosse adoperata. Lo chiama eretico, malvaggio, concubinario

che insegni il macomettismo; lo finge epicureo, che neghi

all'opera, nulladimanco egli lo divise e mandava attorno

l'opera, affinché chi lo leggeva almanco si mettesse

speravano grandi emolumenti. ¶ E lo stesso presidente Argento, o

cardinal Pignatelli, arcivescovo, perché lo tenesse addormentato ed illetarghito

abbia non meno sopra lo spirituale che il temporale

in forma di libro lo presentai al cavalier Garelli

di Sua Maestà, affinché lo collocasse nella biblioteca cesarea

altre nazioni a far lo stesso ed i Francesi

decreto que' signori che lo componevano, gelosi che non

ciò i reggenti che lo componevano, ciascuno non attendeva

chiaro documento quando, per lo passaggio del reggente Bolagno

uffici vendibili, che, per lo più, per mercedi si

vacante di fiscale, per lo passaggio d'Esmandia al

servizio? Questo interim me lo vedeva prolungato, non altrimenti

ed amante della giustizia, lo rendeva poco grato ed

più meritevole e distinto, lo spinsero a dar fuori

compose un libro, e lo diede alle stampe, e

diede alle stampe, e lo presentò all'Imperadore, nel

Ed i Catalani, per lo più ignoranti, commendandola, andavano

autore, ma coloro che lo stimolarono a questo: ciò

princìpi d'aprile, diede lo spirito al suo Datore

sicome fece, il papa lo conferì a monsignor Doria

essemplare della medesima, pur lo riputava ingiurioso alla Santa

i suoi, che prima lo credevano qualche cosa. E

ultima guerra, quando, invaso lo Stato di Milano da

ottomila soldati — e pure lo Stato pagava per diciottomila

Napoli, che contribuiva per lo mantenimento di ventiduemila soldati

di piazze. Quindi, tutto lo scuopo era di convertire

cura, egli, per disbrigarsene, lo mandò nella città di

a noi rimasa memoria, lo stesso fosse del popolo

mondo — delle parti che lo compongono, del cielo, stelle

tutte mondane e terrene. ¶ Lo stesso concetto per l

Ma gli Affricani ce lo contrastano, e gli Etiopi

chi no? —, che troverà lo stesso. ¶ In fine, se

allevare in altra casa, lo provvedessi del bisognevole e

provvedessi del bisognevole e lo facessi stradare per gli

avvertirono, che sarebbe stato lo stesso che rovinarlo, senza

della Vergine ebrea, che lo concepì senza ministero d

coloro i quali non lo credevano, o credendolo trasgredivano

i quali mangiaron seco, lo palparono, e toccarono le

alla resurrezione, ch'era lo stesso che render vana

nel celeste regno; che lo stesso farà di tutti

in tali questioni, per lo più astratte e metafisiche

ed il giudizio, se lo vider togliere, e la

e consumati ed arsi. Lo stesso bisognarebbe far de

truppe francesi muoversi per lo Delfinato verso Italia, non

pochi reggimenti: e pure lo Stato avea contribuito e

in così breve tempo lo Stato di Milano, sempre

uscivan dispacci che per lo Stato di Milano, col

non si fusse riacquistato lo Stato di Milano. Sicché

denari, ed essersi perduto lo Stato [di] Milano, prima

di guerra, per ricuperare lo Stato di Milano, che

all'Imperadore che tutto lo sforzo dovea farsi in

gloriosa azione, che certamente lo renderà, per tutti i

Sicilia era per far lo stesso, e con maggior

e di Sicilia e lo Stato di Milano, e

e province, e per lo corso di tanti anni

e di Sicilia e lo Stato di Milano. Tanta

provenivano da' loro paesi. Lo stesso era in tutti

Spagna istessa, perduto nel 1706–07 lo Stato di Milano ed

che presto si sarebbe lo Stato ricuperato. ¶ I Napolitani

a' suoi consigli, ma lo pregava che, prima di

Imperadore, che per me lo pregasse; e se mai

deploravano sé stessi e lo stato infelice nel quale

a ritirarmi a Napoli, lo pregai concedermi il passaporto

di Roma, che non lo voleva in Napoli. Da

Alessandro, secondo che io lo rapportava, riluceva assai più

stufe di Vienna: onde lo pregava che mi lasciasse

ed il suo autore. Lo pregai che dal Pisani

dal Pisani, suo gentile, lo procurasse per leggerlo, giungendomi

titolo di generalissimo, secondo lo qualificavano gli editti, che

Federico discendente di Ferdinando, lo restituì alla corona d

acchiusolo nel suo piego, lo stradò per Sicilia, scrivendo

il primo tomo, me lo mandasse subito affinché Sua

dato alla stampa, me lo mandasse, avendone, con gran

avrebbe mancato di far lo stesso — ignaro allora d

che con opportuna comodità, lo mandasse, con avvertire al

a gli amici che lo persuadessero a mandarmigli, poiché

veduto in campagna; onde lo pregava d'affrettare la

vicario di Napoli perché lo comunicasse al nuovo arcivescovo

rispondendo a Capitone che lo consigliava scrivere istoria, gli

devono alla lor morale lo scadimento di quella repubblica

del fatto, che io lo credeva una favola ed

resele le dovute grazie, lo pregai che facesse presto

grande; e fattasi sera, lo pregai che mi conducesse

conoscer l'errore; sicché lo pregai che, vedendo l

potuto le mie preghiere) lo arrese e convinse. Poiché

non ne' luoghi vicini. Lo pregai che la mattina

mattina a buon'ora lo chiamasse e conducesse seco

ciò in altri luoghi, lo pregava che quel guadagno

con onore farci ritorno. ¶ Lo stesso vennemi confermato da

mio ritorno in Napoli. Lo stesso diceva l'ambasciador

ricevuto e più sicuro. Lo stesso mi scrivea il

parte de' miei travagli, lo stradasse, con buona compagnia

con altre mie lettere, lo pregava) non avrebbe mancato

e che a far lo stesso veniva consigliato dal

reggevasi la città e lo Stato di Milano. ¶ In

qual io, con tutto lo spirito, avrei in suo

breve la città e lo Stato di Milano sarebbe

prima volta che io lo sentiva, poiché né a

all'Imperadore, ogni cosa lo sgomentava, e forse l

avermi veduto a Milano lo farà entrare in sospetto

che mi si vietava lo stare nella città e

costretto di portarmi ivi, lo pregai della sua protezione

avendo scorto, che per lo più erano frati o

tutti i Ginevrini, che lo chiamavano alcuni il papa

dottrina che eleganza, e lo stesso fecero il ministro

imprudenza del Bousquet, che lo sdegno del Pellissari; poiché

poiché il Bousquet, ricevuto lo schiaffo, invece di tacerlo

mi avea lasciato Bousquet, lo pregai non meno del

i suoi conti e lo pagasse di quanto credea

principio. ¶ Questa dilazione importava lo spazio di cinque o

mi obbligava starmene per lo più in casa, o

che poi mi mostrò lo stesso Guastaldi doaniere, con

avuto che l'ebbe, lo mandò a Champéry al

me] né fin qui lo conobbi; ma dapoi, gridando

maniera che io, finalmente, lo ravvisai. Allora, con debile

prese una fune e lo fece strettamente ligare. E

ordine compreso mio figliuolo, lo lasciasse libero, non fu

che in ogni modo lo prendessimo; sicome, per non

cortesia. L'altro non lo vedea se non rade

già stradata per Torino. ¶ Lo pregai ancora che non

un'altissima rocca che lo copre da tramontana. ¶ Quivi

dura necessità che me lo proibiva; sicome lo stesso

me lo proibiva; sicome lo stesso dicesse al Pellissari

secretario Canarj, colla quale lo pregava d'impetrare dalla

ira ed indignazione; onde lo pregava, come a principe

raggi del sole percotevano lo spruzzo delle spezzate nebbie

Plinio, forse, o perché lo credettero lo stesso, ovvero

o perché lo credettero lo stesso, ovvero che a