parolescritte
interroga:  scripta  ·  bsu  ·  civita

il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Alessandro Baricco, Castelli di rabbia, 1991

concordanze di «lo»

nautoretestoannoconcordanza
1
1991
piuttosto... ¶ – Cos’è? ¶ – Non lo so cos’è, Brath
2
1991
corri, così non te lo dimentichi... forza, vai ragazzo
3
1991
un regalo?... ¶ – E chi lo sa, magari è del
4
1991
scherzo, Magg? ¶ – E chi lo sa, Pit. ¶ – Tu lo
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1991
lo sa, Pit. ¶ – Tu lo sai ma non vuoi
6
1991
dirlo, eh? ¶ – Io forse lo so ma non te
7
1991
so ma non te lo dirò, no... chiudi la
8
1991
la porta, dài... ¶ – Non lo dico a nessuno, giuro
9
1991
nessuno, giuro che non lo dico... ¶ – Pit, sta’ buono
10
1991
Pit, sta’ buono... poi lo saprai anche tu, vedrai
11
1991
dallo scrittoio e girò lo sguardo verso la porta
12
1991
rigirò il pacco, alzò lo sguardo, chiuse per un
13
1991
tagliacarte sullo scrittoio, tagliò lo spago che lo teneva
14
1991
tagliò lo spago che lo teneva insieme, aprì la
15
1991
vetro ci fu chi lo sentì e si voltò
16
1991
vera, plausibile ragione perché lo facesse, né una stagione
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1991
carrozze, lettere, valigie, cappelli, lo scrittoio da viaggio, soldi
18
1991
partiva. ¶ Dove andasse, nessuno lo sapeva. Nemmeno Jun. Alcuni
19
1991
sostengono che neanche lui lo sapesse bene: e citano
20
1991
si lasciò andare contro lo schienale della sedia. ¶ – Sai
21
1991
un genio del vetro, lo era da un numero
22
1991
che prima di lui lo era stato suo padre
23
1991
prima di suo padre lo era stato il padre
24
1991
Era un genio, insomma, lo era da sempre. E
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1991
servi. Tutti abbassarono istintivamente lo sguardo verso terra. Solo
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1991
terra. Solo Jun non lo fece. Guardava la pelle
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1991
la sua voce, attraverso lo smarrimento di ognuno, fino
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1991
tua madre. E non lo sarò mai. ¶ Con dolcezza
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1991
Con dolcezza, però. Questo lo possono confermare tutti. Lo
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1991
lo possono confermare tutti. Lo disse con dolcezza. Poteva
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1991
malvagità infinita e invece lo disse con dolcezza. Bisognava
32
1991
tua madre. E non lo sarò mai.” ¶ Quella sera
33
1991
che poi non te lo togli più. E quella
34
1991
lì era la felicità. Lo scopri dopo, quand’è
35
1991
di tacere, nemmeno quando lo vide, l’uomo che
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1991
veder più niente, e lo sentì, l’uomo che
37
1991
a noi. E tutti lo devono sapere. ¶ Jun stava
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1991
niente, ma almeno quello lo si capiva. Per esempio
39
1991
un piccolo pacco. Lei lo apriva e dentro c
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1991
farsi perdonare e dunque lo faceva così come lo
41
1991
lo faceva così come lo fanno tutti gli uomini
42
1991
logica spiegazione era per lo più scartata in favore
43
1991
non pensare, seguiva con lo sguardo il tubo, un
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1991
proiettile, ma ad alzare lo sguardo l’orizzonte sogghignava
45
1991
è relativo, questo già lo si sapeva, meglio che
46
1991
va in giro con lo sguardo tutt’intorno, come
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1991
solo, quello più alto. Lo tortura con le dita
48
1991
fondo del tubo e lo stagno la assorbe... è
49
1991
Pehnt, questo è geniale, lo capisci cosa può significare
50
1991
uno prende un tubo, lo dirige verso l’alto
51
1991
canto del mondo... te lo immagini?... “l’autoauscultatore Pekisch
52
1991
immagini?... “l’autoauscultatore Pekisch, lo strumento indispensabile per creare
53
1991
tutti i metalli, chi lo sa, magari è in
54
1991
sai cosa ti dico? lo troveremo, Pehnt... noi troveremo
55
1991
ora di sole, e lo troveremo... in marcia, ragazzo
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1991
alla campagna, chissà se lo troveranno mai, sarebbe bello
57
1991
troveranno mai, sarebbe bello lo trovassero, che almeno una
58
1991
figliolo, se no non lo troveremo mai questo buco
59
1991
le carte un foglio, lo trova, scorre i sei
60
1991
è pazzo”. Quell’uomo – lo dico a salvaguardia della
61
1991
Sua discrezione, sappia che lo stesso prof. Dallet non
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1991
il profeta del “logoforo”, lo scienziato capace di “portare
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1991
una nuova umanità. ¶ Non lo abbandoni. ¶ So con certezza
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1991
che sapeva di trovarvi, lo aprì e si tagliò
65
1991
Per cento volte se lo toglie dalla testa, poi
66
1991
il giorno che se lo tiene e decide di
67
1991
pensare. ¶ – Ma quante volte lo si può fare? ¶ – Cosa
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1991
con una sua dignità. Lo aprì con meticolosa cura
69
1991
Chiuse il quadernetto e lo infilò in tasca. ¶ Tutt
70
1991
e radicale impreparazione. Soprattutto lo sconcertava – non a torto
71
1991
storia non era semplice. ¶ Lo avevano trovato che non
72
1991
giacca nera in cui lo avevano trovato, e gliela
73
1991
Pekisch non condivideva sempre lo stile vagamente militare che
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1991
passare. Per te è lo stesso. Solo se stai
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1991
solo che in lui lo si poteva vedere ad
76
1991
di mezzo qualcosa come lo sforzo di ricordarsi qualcosa
77
1991
più. ¶ – Stupido. ¶ Jun alzò lo sguardo verso di lui
78
1991
suo viso. Nella penombra lo vedeva sorridere. ¶ – Allora, cos
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1991
traghetto di Kingston che lo portava a Dublino. Al
80
1991
velluto. La donna che lo aspettava apriva la scatola
81
1991
il gioiello era sempre lo stesso. Cambiavano le scatole
82
1991
due, ancora una volta, lo stesso istante.) ¶ ... prezioso come
83
1991
esisteva il treno. Neanche lo possedevano come idea. E
84
1991
rotaie, per il fine. Lo squalificarono, comunque. Lo squalificarono
85
1991
fine. Lo squalificarono, comunque. Lo squalificarono prima ancora che
86
1991
e mezzo. La Novelty lo divorò alla media di
87
1991
legge per non alzare lo sguardo verso il finestrino
88
1991
per non farsi rubare lo sguardo dal bruciore del
89
1991
il coraggio di alzarlo, lo sfavillante spettacolo del mondo
90
1991
all’altro, il primo lo guidava George Stephenson in
91
1991
dalla carrozza delle autorità. Lo prese di striscio, a
92
1991
dire tutta la verità. Lo lasciò lì, con una
93
1991
e sostenitori. Poteva essere lo sputtanamento definitivo e inconfutabile
94
1991
non si sa – e lo lanciarono a massima velocità
95
1991
a dirla tutta, non lo salvò. Però arrivò vivo
96
1991
la peggiore delle beffe, lo sputtanamento finale e decisivo
97
1991
colpo otteneva di comprimere lo spazio e sminuzzare il
98
1991
Il mi. ¶ – Va be’, lo farò io il mi
99
1991
complichiamo le cose, okay? Lo farò io il mi
100
1991
nota e il mi lo farò io. ¶ – Il dottore
101
1991
farò io. ¶ – Il dottore lo faceva benissimo... ¶ – Va bene
102
1991
Va bene, va bene, lo farà benissimo la prossima
103
1991
Era uno strano strumento. Lo aveva inventato lui. In
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1991
uno strattone: quando sentiva lo strattone il cantore emetteva
105
1991
ci pensava Pekisch. ¶ Ovviamente lo strumento non era capace
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1991
ogni venerdì, in ritardo, lo dico anche per lei
107
1991
Pekisch. E la gente lo stava ad ascoltare. Ciò
108
1991
Il mi. ¶ – Va be’, lo farò io il mi
109
1991
complichiamo le cose, okay? Lo farò io il mi
110
1991
nota e il mi lo farò io. ¶ – Il dottore
111
1991
farò io. ¶ – Il dottore lo faceva benissimo... ¶ – Va bene
112
1991
Va bene, va bene, lo farà benissimo la prossima
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1991
che nota sarà? ¶ – Non lo so, ragazzo. Ma quando
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1991
del panciotto, cosa che lo faceva sembrare sempre sul
115
1991
scheggiare un muro qualunque. Lo vede il destino? Tutto
116
1991
borbottava qualcosa, vagolava con lo sguardo. Intorno, silenzio totale
117
1991
si lasciò andare contro lo schienale della sedia come
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1991
sedia come se qualcosa lo avesse colpito. ¶ – No – disse
119
1991
treno, nessuno. ¶ – Nessuno ce lo proibisce ma è meglio
120
1991
è meglio che noi lo facciamo arrivare altrove, questa
121
1991
poi Jun non me lo perdonerebbe mai. ¶ Tacque, il
122
1991
poi Jun non me lo perdonerebbe mai”. Tacque per
123
1991
il signor Rail e lo portò nella stanza accanto
124
1991
posto sarà Morivar. ¶ Abbassò lo sguardo. ¶ – Però Jun non
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1991
sguardo. ¶ – Però Jun non lo capirà. ¶ – Quel giorno. Lo
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1991
lo capirà. ¶ – Quel giorno. Lo capirà quel giorno. ¶ Quando
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1991
solo scritto un numero. Lo lesse. Alzò lo sguardo
128
1991
numero. Lo lesse. Alzò lo sguardo e porgendo il
129
1991
ce la faremo. ¶ Bonelli lo guardò negli occhi. ¶ – Com
130
1991
dalle mani di Andersson, lo rilesse, rialzò lo sguardo
131
1991
Andersson, lo rilesse, rialzò lo sguardo verso Bonelli, lo
132
1991
lo sguardo verso Bonelli, lo spostò su Bonetti, lo
133
1991
lo spostò su Bonetti, lo fece tornare su Bonelli
134
1991
rintocchi. ¶ Uno sull’altro. ¶ Lo stesso suono, per undici
135
1991
vetro. Ma più propriamente lo ascoltava. Per lui, tutto
136
1991
suo primo rintocco. ¶ Pekisch lo sentì partire, dribblare i
137
1991
attesa del secondo rintocco. Lo sentì partire, dribblare i
138
1991
nudi sbucò per strada. Lo sentì, mentre correva, il
139
1991
muraglia d’acqua che lo affogava dal cielo, ma
140
1991
piedi nel fango, alzò lo sguardo verso il campanile
141
1991
campanile, di nuovo alzò lo sguardo nel nulla della
142
1991
di frequente, così me lo ricordo... anche se, ovviamente
143
1991
di quell’inquietudine che lo divora, sì lo divora
144
1991
che lo divora, sì lo divora... diceva che quella
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1991
E comunque... comunque io lo vidi, quella notte... mi
146
1991
giù dalla scala e lo vidi che correva per
147
1991
guardai fuori. Però non lo vidi subito, c’era
148
1991
poi era notte, non lo vidi subito. Poi però
149
1991
vidi subito. Poi però lo vidi. Ed era incredibile
150
1991
fra le mani, così... lo so che è strano
151
1991
era così... e io lo vidi e non ebbi
152
1991
non so... alla fine lo presi per le mani
153
1991
si alzò, lentamente, e lo riportai in casa... lui
154
1991
questo è vero... eppure lo portai nella sua stanza
155
1991
strano... e alla fine lo misi a letto, sotto
156
1991
capito... no, davvero, non lo dico per scusarmi, ma
157
1991
il corridoio, questo me lo ricordo benissimo, e allora
158
1991
capisce?... anche se me lo avesse chiesto io avrei
159
1991
sarebbe ridicolo... no, non lo avrei mai sposato... il
160
1991
tutto questo, e io lo so che non sono
161
1991
e io dico che lo scoprirà anche lui, diventando
162
1991
guardate... ecco, il mondo lo si vede così quando
163
1991
come gli altri... ¶ Mormy lo guardava fisso negli occhi
164
1991
Forse di malato. Nessuno lo sapeva, nessuno poteva saperlo
165
1991
è da pagare, se lo scordano proprio che io
166
1991
da cosa, questo non lo capirà mai. ¶ Saliva lentamente
167
1991
a sé, e ben lo sapevano i due uomini
168
1991
un gioco, speso per lo stupore di tutti quegli
169
1991
più i freni te lo dico io, FRENATE MALEDIZIONE
170
1991
cambia nulla. Arriva e lo spegne. Amen. Così anche
171
1991
che partirà, quel treno. ¶ – Lo so, partirà. ¶ – Partirà e
172
1991
n’era una che lo rapiva: e lì, lui
173
1991
propria. Allora partivano: ma lo sguardo di Mormy rimaneva
174
1991
Mormy, tutto questo, non lo vedeva mai. Lui la
175
1991
il gran casino generale lo risvegliava, improvvisamente, e quell
176
1991
mondo e lentamente girava lo sguardo verso il traguardo
177
1991
di aver urlato. Girava lo sguardo lentamente e risaliva
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1991
fermata. ¶ In realtà era lo stupore a fregarlo. Lui
179
1991
altri ragazzini. ¶ – Solo lui lo sa – rispondeva il signor
180
1991
qualcuno, l’aveva bruciato lo stupore di un tradimento
181
1991
Ci sono certi che lo chiamano angelo, il narratore
182
1991
a chiedere se mai lo avrebbe perdonato. ¶ 621. Demonî. Angeli
183
1991
non come quelli che lo fanno un po’ per
184
1991
un uomo giusto, come lo era stato suo padre
185
1991
no, questo non me lo devi fare, Andersson. ¶ Se
186
1991
voce, il vecchio Andersson. ¶ – Lo vuoi un consiglio, signor
187
1991
del mondo (però se lo sono inventato i marinai
188
1991
Le toglievano di dosso lo sporco e il tempo
189
1991
servette di casa Rail lo guardavano col desiderio che
190
1991
frullava dentro. Anche Jun lo guardava e sempre più
191
1991
il panno insaponato e lo mise in mano a
192
1991
è meglio che te lo usi da te. ¶ Si
193
1991
No. ¶ Jun si voltò. Lo guardò fisso negli occhi
194
1991
è un elefante? ¶ – Te lo spiego poi, Gasse. ¶ – Ehi
195
1991
il vecchio Andersson, e lo sapeva. ¶ Pehnt iniziò a
196
1991
minuta, inchiostro blu. Non lo legge, lo apre appena
197
1991
blu. Non lo legge, lo apre appena, poi rifà
198
1991
poi rifà il pacco, lo mette nell’armadio e
199
1991
possedeva altro, Katek, quando lo trovarono impiccato nella propria
200
1991
camicie? ¶ Dondolava ancora, quando lo trovarono. ¶ Gent. ing. Bonetti
201
1991
verità... ¶ Il vecchio Andersson lo guardò. ¶ – Ascoltami, Dann... ¶ Il
202
1991
vedova Abegg. Lei non lo sapeva. ¶ 2389. Rivoluzione. Scoppia come
203
1991
un vecchio giornale. Se lo avvicina agli occhi, ci
204
1991
perfezione di quel testo lo sconcertava. Studiava la precisione
205
1991
sfiorare la poesia. Soprattutto lo incantava quella magica capacità
206
1991
subdolo nemico bastardo che lo rendeva ridicolo al mondo
207
1991
da quattro facce che lo osservavano. La prima era
208
1991
precisamente in quella – che lo sguardo di Hector Horeau
209
1991
una faccia bellissima, come lo stesso Hector Horeau non
210
1991
insieme dal negozio. Non lo sapevano, ma stavano, simultaneamente
211
1991
genialità delle sue proposte, lo menzionavano con onore e
212
1991
non ultima volta, che lo abbandonava annullando le pratiche
213
1991
di lavoro. Tutto ciò lo lasciò completamente indifferente. Se
214
1991
stupidità delle due cose lo tranquillizzava. Il solo pensiero
215
1991
inchiostro nero, due cose: lo schizzo di una facciata
216
1991
di un domani improbabile: lo vedeva lì, in bilico
217
1991
vincitore, Richard Turner, non lo preoccupava. Nel progetto del
218
1991
nottata intera. Quel che lo preoccupava era l’incontrollabile
219
1991
una soluzione e quella lo raggiunse, come spesso succede
220
1991
lettera S (Stranezze). Horeau lo prese e iniziò a
221
1991
così? ¶ – Così come? ¶ Arold lo lasciò all’inizio del
222
1991
cosa, per un attimo, lo sconcertò, solo una: “Strano
223
1991
completo e perfetto che lo sguardo di Mormy mostrava
224
1991
che dovrei. Davvero. ¶ Ma lo disse con allegria. Bisogna
225
1991
perché le strutture portanti lo possano reggere. E più
226
1991
esattamente quello, finalmente, io lo so, sarà il posto
227
1991
è tutto di vetro, lo vede? Le pareti, la
228
1991
fatto qualcosa del genere, lo sa? ¶ – A nessuno è
229
1991
idea strampalata come questa, lo sa? ¶ Tacquero per un
230
1991
lei? ¶ Horeau sorrise. ¶ – Chi lo sa... ¶ Erano giù, alla
231
1991
c’era qualcosa che lo mordeva dentro. Gli altri
232
1991
voleva ma alla fine lo convinsero a fermarsi lì
233
1991
faccia di uno terrorizzato. ¶ Lo sapeva, Hector Horeau. Lo
234
1991
Lo sapeva, Hector Horeau. Lo sapeva benissimo che faccia
235
1991
altro... paura, solo paura... Lo capisce?, è la magia
236
1991
tana meravigliosa e trasparente... Lo capisce, lei, tutto questo
237
1991
lei, tutto questo? ¶ Forse lo capiva, tutto quello, il
238
1991
Tutto lì. E però lo capiva, tutto quello, sì
239
1991
decisiva da giocare contro lo scetticismo della gente. ¶ Il
240
1991
gente. ¶ Il signor Rail lo accompagnò fin giù, alla
241
1991
alla strada, dove Arold lo aspettava. Passava tutti i
242
1991
qualcosa?... la vedova Abegg lo sapeva benissimo, lei ci
243
1991
da qualsiasi parte stesse lo schifo, lui era nella
244
1991
una cosa bellissima... io lo so perché poi suonai
245
1991
quella volta lui ce lo disse, questa musica è
246
1991
facilmente... anche la padrona lo disse, ‘è stato meraviglioso
247
1991
cianfrusaglie dentro... ma non lo trovavo, un baule fatto
248
1991
in mano... questo nessuno lo vuole capire ma era
249
1991
di clarino, e morirà lo stesso giorno del Re
250
1991
no, lui ovviamente ha lo sguardo fisso – la verità
251
1991
potranno mai capire / non lo capì subito, Ort, cosa
252
1991
che stava scivolando indietro, lo vedeva con la coda
253
1991
una, erano loro che lo tradivano, a poco a
254
1991
sue chele per catturare lo spasimo di tutti – una
255
1991
suoni in dolce tempesta lo sente benissimo, improvvisamente, quel
256
1991
ovunque – e certo che lo sa, come potrebbe non
257
1991
morso indecente che se lo divora da dentro, famelico
258
1991
due nuvole di suoni – lo scompiglio nella mente di
259
1991
borsa per terra, alza lo sguardo, tace per un
260
1991
e si alza finalmente lo sguardo di Pekisch, e
261
1991
Palace, signor Rail / riabbassa lo sguardo, Pekisch, sembra che
262
1991
sesso di Mormy e lo accarezza ovunque – il palmo
263
1991
avuto paura, io, me lo ricordo – terrore che non
264
1991
mano di Jun e lo stremato desiderio di Mormy
265
1991
di qualcosa – chi non lo capisce, questo, non capisce
266
1991
mai visto, io non lo so, lui ti guardava
267
1991
non ti guardava come lo fanno tutti gli altri
268
1991
sulla carta marrone. Tagliò lo spago che lo teneva
269
1991
Tagliò lo spago che lo teneva insieme, aprì la
270
1991
Era vero, Jun. Te lo giuro. ¶ Quando il signor
271
1991
uomo gli faceva schifo, lo interruppe e gli disse
272
1991
molta sfortuna. Se lei lo conosce gli dica che
273
1991
enormi archi di ferro, lo appoggeranno e verrà giù
274
1991
alla gente, la gente lo sa che quella è
275
1991
ha capito, non appena lo vede da lontano, che
276
1991
era rimasto appiccicato addosso lo stupore di così tanti
277
1991
uomini a migliaia. Così lo smonteremo pezzo dopo pezzo
278
1991
palazzo di vetro, e lo rimonteremo fuori città, con
279
1991
È già tutto preparato. Lo smonteremo in un mese
280
1991
in un mese e lo rimonteremo laggiù. Identico. O
281
1991
vimini. Guardava Hector Horeau. Lo guardava. ¶ – Un giorno mi
282
1991
giorno, con negli occhi lo sprizzare di vetri dappertutto
283
1991
trave di ferro che lo percorreva tutto, dall’inizio
284
1991
che più nessuno dimenticherà, lo sentirono anche a chilometri
285
1991
cosa è stato? Non lo so, bambino mio, sarà
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mi sono sposato, Pekisch, lo vuoi capire? Ho una
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un figlio, se Dio lo vorrà. E soprattutto NON
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della madonna. E poi lo so perché tu ti
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perché poi il viaggio lo posso benissimo fare, e
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lei: Che strano nome. Lo vedi: l’aveva capito
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delle balle, e tu lo vuoi dare a quella
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Pekisch, ¶ questo non me lo devi fare. Non me
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devi fare. Non me lo merito. Io mi chiamo
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Ho un figlio e lo amo anche se tutto
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l’assicuratore. Spero che lo farà bene e che
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la mia vita. Io lo so che non ti
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voglio che tu me lo scriva. Perché voglio continuare
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essere eccezionali? ¶ Io non lo so. Ma mi tengo
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mai, quel giorno non lo mollò mai un attimo
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vedevo ridere, e tu lo sai bene, Andersson, com
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sapeva da dove partire. Lo salvò una frase che
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voluto dire a chi. Lo so che è una
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Morivar, una volta me lo fece vedere. Aprì la
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E cosa dice? ¶ – Non lo so. ¶ – Non l’hai
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perché? ¶ – Un giorno magari lo leggerò. Ma prima devo
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ma lei quel libro lo deve portare laggiù e
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fare quella faccia, Andersson, lo so anch’io che
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Jun è quel viaggio. Lo capisci? Tutto il resto
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il suo destino. Non lo mollerà solo perché mi
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un segreto e non lo devi dire a nessuno
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è svegliato da poco. Lo vede passare. ¶ È Jun
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asta in vita sua: lo incuriosiva. ¶ – E poi li
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sicuramente, l’alito pesante. Lo scrittoio fu a lungo
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genialità della concezione... ¶ Purché lo faccia in fretta. ¶ – ... vero
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del patrio progresso... ¶ Che lo faccia e sia finita
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dall’aria qualunque abbassò lo sguardo. In piedi, in
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pesci per non svegliarla. ¶ Lo studio del signor Rail
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verdi: velluto. Scorre con lo sguardo, lentamente, le coste
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di Abelberg – la gente lo sapeva – c’erano i
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vagabondava giù, al paese, lo prendevano per mano e
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prendevano per mano e lo riportavano su, all’ospedale
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erano ritratti. Nessuno mai lo aveva visto scrivere o
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non insignificante, incrinatura: periodicamente lo trovavano accucciato in un
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tue parole, tu e lo scandalo della tua felicità
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orgoglio con cui cullate lo squallore dei vostri bambini
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i vostri sguardi, odio lo schifo delle vostre facce
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trascorse nell’ospedale nessuno lo udì pronunciare una sola
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Un rantolo orribile se lo portò via, con la
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d’alzarsi dal letto. Lo stava squassando, tutta quella
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quella sinfonia assurda. Se lo stava bevendo giorno dopo
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giorno dopo giorno, se lo stava cucinando per bene
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Parlò piano, ma lei lo sentì. ¶ – Stanno incominciando a
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Hai voglia? ¶ Jun alzò lo sguardo dal libro. Davanti
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Rail. ¶ Chiuse il libro. ¶ Lo girò. ¶ Lo riaprì alla
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il libro. ¶ Lo girò. ¶ Lo riaprì alla prima pagina
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masturba e poi me lo ficca in bocca. Non
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in bocca. Non sarebbe lo schifo che è se
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pompino. Che senso ha? Lo so benissimo che sono
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gioco. Serve quando hai lo schifo addosso, che proprio
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che ti viene. Ma lo devi fare bene. Con
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i suoni. Tutto. E lo schifo a poco a
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La prima volta che lo beccarono, Tool, lo portarono
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che lo beccarono, Tool, lo portarono in galera su
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Tool era con me. Lo presero e se lo
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Lo presero e se lo portarono via. Mi guardò
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era stato lui. Quando lo condannarono uscì anche la
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notizia sul giornale. Me lo ricordo perché, di fianco
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più riuscita a tornare. Lo cercavo, ogni tanto, a
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Quinnipak, ma nemmeno là lo trovavo più. Era finita
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Il capitano Abegg me lo aveva fatto conoscere una
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mi ha chiesto. “Non lo so.” Non lo so
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Non lo so.” Non lo so, Elena, perché scappo
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Elena, perché scappo. Ma lo capirò. A poco a
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a poco, ogni giorno, lo capirò. “E poi me
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capirò. “E poi me lo dici, quando l’hai
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hai capito?” “Sì.” Te lo dirò. Ovunque sarò, anche