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esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Camillo Boito, Il maestro di setticlavio, 1891

concordanze di «lo»

nautoretestoannoconcordanza
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gran voce. ¶ L'accompagnamento lo faceva sentire di quando
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un passo, ed allora lo Zen, rannuvolandosi, prendeva le
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la musica è eterna". ¶ Lo Zen abbassò la testa
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sanfedista". ¶ Per una cosa lo Zen si sarebbe fatto
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In quattro parole te lo spiego, perché la cosa
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nonna. E la fanciulla lo aveva sempre chiamato nonno
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ragazza non fissava sempre lo sguardo sul libro o
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e di porfidi; ma lo alzava spesso alla cantoria
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stava accanto, a sinistra, lo Zen, primo basso, che
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parrochi delle altre chiese lo ricercavano, già se lo
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lo ricercavano, già se lo strappavano per le messe
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senza troppe angustie. Ora lo strozzino non si fidava
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affare con Mirate, perché lo strozzino era lui. ¶ Qui
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lavare e a stirare. Lo stanzino, ch'egli occupava
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dritto in prigione". ¶ "Non lo farà. Dovrebbe pagarti il
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cento per cento". ¶ "Non lo farà, ti ripeto; ma
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se quell'usuraio sordido lo facesse, che cosa ne
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replicava l'altro con lo sforzo di un sogghigno
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cravatta. ¶ Intanto l'antiquario lo seguiva con lo sguardo
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antiquario lo seguiva con lo sguardo e lottava dentro
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bella?". ¶ "Ora non te lo voglio più dire". ¶ "Dimmelo
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impossibile che una fanciulla lo rifiutasse per marito ed
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soprano aveva già persuaso lo Zen di chiedere al
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risoluta ed asciutta, che lo Zen non ebbe più
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rifiuto stupì e addolorò lo strozzino, in cui interesse
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incontrandolo, le facevano abbassare lo sguardo con un senso
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la sua giornata fra lo studio del canto, nel
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Un poco di tempo lo dava alla cucina, per
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fiamma al viso, che lo faceva diventar di carminio
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di sì, io non lo vorrei sposare!". ¶ Si destava
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vestimenti antiquati, e pregò lo zio di comperarle il
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son disperato". ¶ Il vecchio lo guardò sorridendo amorevolmente, come
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miei più vecchi discepoli". ¶ Lo Zen s'era posto
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fine come posso aiutarti". ¶ Lo Zen, che sapeva come
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rannuvolò. Guardava in faccia lo Zen tacendo, come se
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le ultime due settimane, lo aveva turbato nelle sue
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dica di sì" interruppe lo Zen: "la mia vita
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trattenersi dall'esclamare: ¶ "Brava". ¶ Lo Zen farneticava di giubilo
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dai primi quattro insieme. ¶ Lo Zen, fuori di sé
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strinse cordialmente la mano, lo fece sedere in poltrona
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degli altri maestri, cui lo Zen si rivolse. Il
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di manico, nella quale lo Zen trovava l'ispirazione
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una donna pallida, mentre lo Zen entrava ansante nella
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brontolò l'antiquario, guardando lo Zen; e gli domandò
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della cappella, facendomi sequestrare lo stipendio? Paga con quello
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con quello". ¶ "Mi canzoni? Lo stipendio era già sequestrato
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pianoforte?". ¶ "Non è mio, lo sai bene. Lo ho
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mio, lo sai bene. Lo ho a nolo mensualmente
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in nessun caso. Me lo prometti?". ¶ "Lo giuro" e
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caso. Me lo prometti?". ¶ "Lo giuro" e lo Zen
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prometti?". ¶ "Lo giuro" e lo Zen, dopo qualche altra
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di un mese che lo Zen esercitava gli allievi
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miope donna di servizio. Lo Zen, consultato Mirate, nella
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della nipote, ma temeva lo scandalo. ¶ "Si tratta di
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vecchio volle vedere insieme lo Zen e Maria, la
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giovinetto biondo e sentimentale. Lo Zen non poteva rimanere
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di testa, che occupava lo spazio d'una casa
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guardavano fissi negli occhi; lo Zen aveva mangiato la
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la riluttanza della fanciulla. ¶ Lo Zen dalla vendita del
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e mettevano in saccoccia; lo Zen aveva afferrato il
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alla tavola con Mirate. Lo Zen, sorseggiando l'ultimo
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cantando. ¶ Nene qualche volta lo aspettava invano, con il
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ella si nascose con lo scialle la faccia, ch
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e delle cure pazienti lo avrebbe reso migliore, come
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mormorava: ¶ "Dio voglia!". ¶ Alzava lo sguardo ancora più, fino
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dai bimbi dell'Orfanotrofio, lo Zen, che non s
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bene: insieme molti se lo mostravano a dito. Andò
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dava ordini, consultandosi con lo Zen, col Chisiola, con
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nelle cupole". ¶ "Senta, senta: lo scaccino annunzia che non
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VIII ¶ Per cinque giorni lo Zen aveva continuato a
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voleva assolutamente veder nessuno. Lo Zen s'informava della
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in tasca; gli allievi lo scansavano, gli amici lo
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lo scansavano, gli amici lo sfuggivano; viveva rintanato nel
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un contratto: era diventato lo scrivano dei Portici di
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il suo vecchio discepolo, lo condusse lentamente nella stanza
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camera di Nene, e lo fece sedere. Egli stesso
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perdono" ma, vedendo che lo Zen non intendeva, soggiunse
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Zen non intendeva, soggiunse: ¶ "Lo so, la colpa fu
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faccende?". ¶ "Bene, maestro" rispose lo Zen, mentendo per non
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una vivissima stima, e lo sollecitava ad accettare la
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Come hai risposto?". ¶ "Me lo domanda, maestro! Io rinnegare
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un inganno, che lascia lo scolaro orecchiante tutta la
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adagio. Non esageriamo. Te lo insegnai io il setticlavio
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sia disconosciuto" e perché lo Zen alzava la voce
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è quale la musica lo vuole e lo fa
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musica lo vuole e lo fa. Passa il tempo
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se la molla, che lo reggeva in piedi, si
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dopo la mezzanotte quando lo Zen, che aveva vagato
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di essi, appena vide lo Zen, gli gridò: ¶ "Ehi
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niente di meno, maestro". ¶ Lo Zen sbarrò gli occhi
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continuò: ¶ "Non mi faccia lo scemo adesso. C'è
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a questo bel mobile!". ¶ Lo Zen era già scappato
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l'alzarono su e lo condussero all'ospedale, ove
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Si. Il maestro con lo scartafaccio del suo Trattato
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affetto per te, e lo meriti; e mi rincrescerebbe
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linguaggio si parlano sommessamente, lo strappare qualcosa parrebbe un
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quel vecchio, ci dava lo spettacolo esilarante del suo
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quasi una reliquia. Stacco lo strumento, e, salendo dallo
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l'era prudentemente svignata. Lo cercai tutt'in giro
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verdi; ma nell'abbassare lo sguardo, sopra un quadratello
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si sollevano al cielo: lo scoppiettare e lo stridere
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cielo: lo scoppiettare e lo stridere del rogo pare
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di quel cadavere ischeletrito. ¶ "Lo stesso sguardo" continuava "e
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delle donne, volli goder lo spettacolo. Alcuni de' miei
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un peccato. Come non lo confessiamo al prete, così
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al prete, così non lo confessiamo a noi stessi
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era una parola che lo toccava dentro. ¶ "Nella più
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La vecchia mi porse lo strumento con un sorriso
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gesti, con le grida. Lo strazio è solitario. Si
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due mani sul fronte. Lo sento di ghiaccio. Era
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mio Demonio muto. Chi lo sa? Forse quell'oggetto
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le ultime brace ardenti lo irradiavano di una luce
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e sanguigna, credetti che lo sguardo del Santo mi
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case della Giudecca, era lo scorso autunno sull'ora
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che scuote ed esalta lo spirito dell'uomo, poiché
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del cuore, può - chi lo sa? - diventare allegra. Allora
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sul felse della gondola. Lo sportello e i finestrelli
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passera che vola. ¶ Se lo scirocco, come dicono a
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tante belle cose, viva lo scirocco. Oh il sior
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la mente era concentrata. Lo studio del vero, qualunque
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alle gambe, e non lo possa raggiungere. Pensare poi
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della cosa che imita, lo faccia parlare, e lo
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lo faccia parlare, e lo sveli o in tutto
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fotografia, poiché ha mutato lo scopo della pittura prospettica
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camminano stupendamente. Forse - non lo sappiamo - l'andare grandioso
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lì lì per annegarsi; lo ripescano; lo riconsegnano agli
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per annegarsi; lo ripescano; lo riconsegnano agli Austriaci; è
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aggrottava le ciglia. Noi lo credevamo un comunista arrabbiato
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e il suo malumore lo fece abbondare nelle accuse
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vinceva coteste paurose esclusioni. Lo Shakespeare fa dire ad
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vertiginosa di colori strani. Lo splendore del tramonto prendeva
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e dei mari diversi; lo stesso mare, la stessa
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dei cavalloni, il nuotatore lo sa. Conosce le ondette
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Dio è l'immensità. Lo stato naturale dell'uomo
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usciva dai palazzi che lo circondavano e, illuminato dai