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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Matilde Serao, Cristina, 1908

concordanze di «lo»

nautoretestoannoconcordanza
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1908
sei impertinente. Chi te lo ha dato il soldo
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comperare la sigaretta? Non lo avevi. ¶ — Me l'ha
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nella cenere del focolare. ¶ — Lo vuoi fare più? ¶ — No
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bene, la sorella sua lo accompagnerà a Napoli al
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suo, il Signore se lo potrebbe prendere. Noi anche
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ne sai niente, ora! Lo ami tu? ¶ — No, cara
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Non può essere. ¶ — Te lo direi: non mi piace
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nessuno. ¶ — Prometti che me lo dirai? ¶ — Prometto. ¶ Dopo, Cristina
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che il fratello o lo zio avevano loro portato
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pietà! Mi secca, tutti lo vedono, domani saremo la
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taschino del soprabito, se lo portò alle labbra come
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alle labbra come se lo baciasse, lanciando alla fanciulla
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altra parte Mariella Nespoli lo disse a Clemenza La
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taschetta del grembiule, se lo vedeva lì di faccia
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a Peppino Fiorillo; dovunque lo incontrava, gli voltava le
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andava anche lui. Ma lo studente le scrisse una
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intese, in generale, che lo studente si permetteva d
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sua figlia Cristina: ¶ — Cristinella, lo conosci Giovannino Sticco? ¶ — Il
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ti vuole sposare, Cristinella. ¶ — Lo ha detto a voi
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dalle sette alle nove, lo accolse con un sorriso
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il salone da ricevere lo mobiliamo di giallo. ¶ — Giallo
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di Clemenza La Corte? ¶ — Lo faremo più bello. ¶ Alla
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più scialbo, ma ella lo aveva riconosciuto subito. Scappò
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l'odio, ma ora lo provava, grande, fiero, per
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guastarle la vita. Non lo aveva amato, non lo
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lo aveva amato, non lo amava, con che ardire
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era bisogno di me. ¶ — Lo sai che è tornato
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nessuna importanza alla domanda. ¶ — Lo so — e non battè
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impallidì di collera. ¶ — Non lo voglio — disse con una
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una vescica già sventrata: lo misurò con l'occhio
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polmone. Il lenzuolo che lo copriva, macchiato qua e
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verso la fanciulla. ¶ — Sempre lo stesso — rispose ella, con
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da quella camera dove lo aveva trasportato: o stava
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la sua fidanzata. ¶ — Non lo contraddite — disse il medico
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disse il medico. ¶ Non lo contraddiceva: chinava il capo
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conforto. ¶ Ella tacque: non lo aveva sentito, in quella
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dai venticinque ai quaranta, lo spasimo interno aveva corrugato
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lasciava prendere dall'indolenza. Lo pigliava il disgusto di
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e, fatalmente immobilizzato, non lo afferrò. Infine, egli restava
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d'arte eccezionale. Lei lo amava piamente, umilmente, con
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questo vortice, quella che lo amava si sgomentò, si
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sgomentò, si arretrò spaventata, lo credette impazzito. Come lui
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speranze, di desideri, ella lo abbandonò non si sa
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non si sa come, lo tradì non si sa
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di pura convenienza: lei lo aveva accettato, stringendosi nelle
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fisso, senza compromissioni: lei lo volle clamoroso, invadente, quasi
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perdeva, per chi non lo meritava: invano l'amante
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poco e piano. Per lo più, dopo averlo salutato
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faccia cadaverica: lei non lo comprese o non pensò
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la mia vita! ¶ Lei lo guardò sdegnosa, fremente per
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guardò sdegnosa, fremente per lo stesso sentimento di egoismo
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tempo in cui Teresa lo udì volentieri, come presa
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vita. Teresa e Guido lo guardarono per molto tempo
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passato, inferociti di passato, lo insultarono in un bacio
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insultarono in un bacio, lo calpestarono in un bacio
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necessità, il peso e lo scorno della menzogna, dissero
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la testa in là. ¶ — Lo vedi, lo vedi? Tu
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in là. ¶ — Lo vedi, lo vedi? Tu l'ami