parolescritte
interroga:  scripta  ·  bsu  ·  civita

il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Domenico Starnone, Fare scene, 2010

concordanze di «lo»

nautoretestoannoconcordanza
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a scombinarsi subito, lei lo faceva, lo rifaceva e
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subito, lei lo faceva, lo rifaceva e alla fine
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rifaceva e alla fine lo fissava passandoci sopra un
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di fronte c’era lo stadio, che per me
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dice come eravamo veramente. Lo si capisce da mia
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è elegante e seducente. Lo si capisce guardando noi
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ciò che successe dopo lo scatto e assegnare così
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ti fai male, fermo. Lo afferrò giusto un attimo
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che mio fratello faceva lo avevo inventato io, era
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con la voce). Non lo so se i miei
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per il lato sotto lo schermo, poi lungo il
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si è alzato incazzatissimo, lo ha raggiunto al buio
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film scorreva sullo schermo, lo ha afferrato, lo ha
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schermo, lo ha afferrato, lo ha rimesso seduto accanto
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bocca aperta, a fissare lo schermo come un cretino
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in cui il film lo emozionava molto: ti piace
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bianco e nero né lo splendore vero del technicolor
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eri perso, e probabilmente lo è, ma secondo me
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passato sarebbe tornato con lo spettacolo seguente apposta per
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le luci e ricominciava lo strazio di un nuovo
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nero della sala veniva lo spruzzo avvelenato del filmluce
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ricordi Il delfino verde, lo dicevo io che era
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dove scende il fiume, Lo sperone nudo, Winchester ’73, L
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preferito di mio padre, lo sentiva più vicino a
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stava allattando Toni sotto lo sguardo attento e triste
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incazzava. Anna per esempio lo fece molto incazzare. ¶ Ho
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merda come Gassman. Infatti – lo sentivo dal letto, e
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spiritose per farla ridere. ¶ Lo guardavo e sentivo che
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lui. ¶ Del resto, che lo pensasse mio padre o
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in qualche occasione me lo avvicinava di colpo a
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di re Salomone, chi lo può sapere ormai. Mi
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proprio a lei, contemporaneamente, lo diedi nientedimeno anch’io
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vedere se anche con lo sfrido si può fare
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altalena. In genere però lo sfridd della stoffa finiva
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e ci si acquattava. Lo trovavo lì a battere
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medico di famiglia (costava, lo si chiamava solo in
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organizzata e dall’altro lo spazio di casa diventò
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panno teso. Altro tempo lo trascorse in maniera molto
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non in buona salute, lo mandava via. Per il
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prima fila a godersi lo spettacolo che presto sarebbe
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dovevo preparare tutto, compreso lo schermo che era difficile
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a rischio della salute. Lo respingevo, lo mandavo in
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della salute. Lo respingevo, lo mandavo in prima fila
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che mi stava prendendo lo scontento. Il proiettore mi
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disertò presto le proiezioni; lo stesso mia nonna. Toni
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calci alla porta, disturbando lo spettacolo. ¶ I nostri amici
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anche me. Così non lo invitammo più, ma il
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destino ancora più luminoso lo attendeva, quello dell’artista
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uno stipendio fisso miserabile: lo stipendiato sgobbava per gran
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dalla testa e se lo provava allo specchio per
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bene. ¶ La cosa che lo rattristò di più furono
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il viaggio in automobile, lo sognava, rideva; finché tornava
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di dire parole perfide. Lo abbracciò, lo baciò, gli
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parole perfide. Lo abbracciò, lo baciò, gli disse bravo
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fisso con cui arrotondava lo stipendio delle ferrovie; e
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il sorriso stride con lo sguardo stremato. Noto adesso
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i miei genitori, non lo so e non lo
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lo so e non lo saprò mai. ¶ Li guardo
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partenza, la loro gente, lo spazio urbano dentro cui
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il suo, ma che lo sarebbero certamente, se le
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e, nel giorno concordato, lo portò con sé. Mia
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Via subito col proiettore, lo schermo, le sedie. Mio
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mi tenevo nascoste dietro lo stupore. È bello, pensai
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ispirasse a qualche foto lo faceva incazzare. Si inorgogliva
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così: il tempo libero lo passava a disegnare scorci
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divino e resuscitavano. ¶ Invece lo incantava tutto ciò che
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commercianti, che un po’ lo ammiravano per quella sua
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spesa pazza, un po’ lo criticavano per quel buttare
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un pupazzetto e poi lo perdevano proprio mentre lo
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lo perdevano proprio mentre lo tiravano su. ¶ A filmato
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obiettivo per timore che lo imbrogliassi, e si sbracciava
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se viene prima, questo lo metto dopo, questo pezzetto
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metto dopo, questo pezzetto lo sposto qua, questo lo
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lo sposto qua, questo lo butto. Macellai pellicole, le
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indiana, ma l’annunciatrice lo ribattezzò La moglie indiana
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fuori, come al cinema, lo scombino di casa e
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malesi, i bucanieri spagnoli, lo zio Tom, i minatori
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le ferrovie che detestava, lo smistamento dei treni, i
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bene, faceva di mestiere lo sceneggiatore e a un
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quattr’otto – era chi lo scriveva. Infatti, stando a
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a quel giallo Mondadori, lo sceneggiatore non solo inventava
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affacciavano alla finestra che lo sceneggiatore aveva aperto scrivendo
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Mi sembrò di perdere lo sguardo che avevo avuto
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pavimento inclinato, fin sotto lo schermo. ¶ Me la godevo
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ma non avevo più lo sguardo dell’infanzia. Avevo
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dell’infanzia. Avevo, adesso, lo sguardo dell’adolescenza, della
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rampante sopra gli alberi, lo avrei fatto. ¶ In quel
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avanzava di schiena verso lo spettatore. Pensai: non mi
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nutrirmi, ma ero contento: lo studio, le grandi aspirazioni
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questo periodo finirà, me lo ricorderò, ne farò un
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pende verso destra: lui lo saprebbe già; o avrebbe
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bagno, in comune con lo scompartimento attiguo, e appare
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ritorna dal fango nero lo sguardo consueto, per il
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con piccoli movimenti incerti lo spazio che ci separava
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uomo mi assomigliava, e lo scetticismo intanto cedeva, pensavo
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insistenza, direi che me lo sono studiato, e ho
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stesse cose, ci piace lo stesso tipo di donna
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nervosismo, mentre stamattina fisso lo schermo del computer, non
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abbaglio. Riempio, mi chiedo, lo schermo con questa immagine
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che si chiama Nello, lo conosco da trent’anni
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produttore, disse, è Nello, lo conosci, ci hai lavorato
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vuole te, ma vedrai, lo dirà: sei lo sceneggiatore
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vedrai, lo dirà: sei lo sceneggiatore giusto per Campanella
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bisognava fare così. Tanto lo sapevo che il problema
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tu scrivi il soggettino, lo firmiamo e andiamo a
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moltissime cose e anzi lo stesso concetto di lavoro
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operai contavano – nella quale lo si vedeva in testa
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il progetto operaio, così lo chiamò. ¶ Incontrammo di nuovo
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giusto?» ¶ «Certo, un tentativo lo posso fare». ¶ «E lo
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lo posso fare». ¶ «E lo farai?» ¶ «Nello, io faccio
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classe». ¶ Alda disse contenta: ¶ «Lo sapevo che vi sareste
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innamora». ¶ «Non ti preoccupare, lo sai com’è il
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tipo di regista sono». ¶ «Lo so», disse Nello con
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pareva scherzoso ma non lo era: ¶ «Non mi fido
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per darli a lui». ¶ «Lo sai che con gli
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un sacco di soldi lo chiami coraggioso?» ¶ Feci a
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Telefonò ad Alda, Alda lo acquietò, lui tornò a
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avvocato. «Il trattamento invece lo vorrei dettagliatissimo e con
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fare questo film e lo dobbiamo fare benissimo». ¶ Ci
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del lampadario mentre io lo riprendevo col cellulare. Fu
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efficace che mi commossi. ¶ «Lo potresti fare tu il
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ha emozionato». ¶ «Veramente?» ¶ «Te lo giuro». ¶ Quando ci sembrò
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Tu hai presente chi lo deve fare, Dowland?» ¶ Avevo
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superficie, sotto sotto non lo era affatto. Mi elencò
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sono di pancia, dicono lo sceneggiatore, l’attore, il
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plagio». ¶ Alda si seccò: ¶ «Lo volete fare il film
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film c’era e lo si poteva far leggere
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il film su Dowland lo avrebbe prodotto la Rai
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grande solerzia: lessero subito, lo convocarono subito e gli
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gomito, andrò alla Rai». ¶ Lo incoraggiammo molto. Nello replicò
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dissi io. ¶ «Ti piace? Lo mettiamo nella sceneggiatura?» ¶ «Sicuramente
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è bisogno, il film lo devo girare io, non
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film era buona, ma lo script stentava a decollare
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La donna ci guardò: ¶ «Lo sapete che gli operai
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e ogni due minuti lo vessava con richieste tipo
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lui senza ragione». ¶ «Non lo faccio apposta», borbottò. ¶ Gli
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aggiunse: «Questo film noi lo dobbiamo fare a tutti
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il suo film, gridava: lo sai che se lo
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lo sai che se lo consegniamo aggiungendo unicamente un
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che avevamo scelto. Nello lo rimandava indietro con i
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Rai e Nello ce lo criticavano era solo perché
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fosse in apprensione come lo eravamo noi per il
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è nostro e non lo metteremo mai – mai – nelle
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giovane sciantosa che ce lo rovini. ¶ La giovane sciantosa
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che dice?» ¶ Non ce lo ricordavamo. ¶ «Dice», ci fece
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se il flashback – ve lo devo dire – mi annoia
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incularci nei fatti. Io lo scrivo così, adesso, ma
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così, adesso, ma lei lo diceva peggio, perché era
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da quell’approdo? Non lo so. Il mio lavoro
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Alla fine il dirigente lo convocò e gli disse
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e se non me lo volete dire a me
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dire a me, ve lo faccio dire a chi
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compito noiosissimo a Susi, lo so che carognoni siete
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dimostrai a Raggalli indicandogli lo schermo del computer – è
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di meglio, il protagonista lo faccio io». ¶ Silenzio. ¶ «Guarda
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sul set vola». ¶ «Moretti lo fa, George Clooney lo
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lo fa, George Clooney lo fa». ¶ Nuovo silenzio. Lui
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a girare, ma non lo seppi da Raggalli, bensì
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riscrivere scene che non lo convincevano, di scriverne di
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ma il regista e lo scenografo avevano deciso di
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avevano deciso di mettercelo, lo trovavano bellissimo. Forse per
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caduti e, sapendo che lo osservavamo, si fingeva impegnato
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sua recitazione e questo lo gettò nello sconforto. Bloccò
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Vincent. Subito dopo io lo invitai al bar e
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di sceneggiatrice, disse seria: ¶ «Lo farò». ¶ Mi diede la
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sicuro, pensai, è successo lo stesso a tutti gli
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un tale rammarico per lo smottamento progressivo di tutte
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cornice delle ceramiche, subito; lo sai che è in
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ritardo di otto giorni? lo sai che con quello
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centodieci minuti? dove cazzo lo attacco il resto? a
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guadagnarsi affetto e comprensione. ¶ «Lo so», dissi, anche se
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se di fatto non lo sapevo. Non mi ero
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una persona autorevole. ¶ «Se lo sai e un po
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io, toglierò la firma». ¶ Lo accompagnai a un taxi
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un inferno». ¶ «Mia moglie lo sa», dissi, «dovresti parlare
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dura». ¶ Raggalli sorrise, evitò lo sguardo di Nello, si
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da riferire: noi fissavamo lo schermo con occhi ottusi
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sul labbro superiore e lo sguardo febbrilmente interrogativo, il
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vederlo soffrire. Mi alzai, lo abbracciai. Bello, dissi, bravo
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un certo punto Nello lo bloccò e disse: ¶ «Raggà
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Ma solo quando incontrai lo sguardo un po’ addolorato
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pareva che un animale lo graffiasse dentro. Borbottai: ¶ «Ma
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sono forti probabilità che lo prendano a Cannes. ¶ «A
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brutto e noi non lo sosterremo ma sostenendolo. Mormorai
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a fare quei tagli». ¶ «Lo so, non c’è
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bella comunque». ¶ «Tu metterai lo smoking?» ¶ Eh sì, avevo
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Vincent, che ormai non lo amava più, non aveva
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zuppa verminosa. Ma poi? Lo scoglio era dare un
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che, combinati ad arte, lo rendevano gradevolmente colorato. Chiusi
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dicevo, un premio se lo merita. ¶ Infatti Raggalli fu
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Infatti Raggalli fu premiato. Lo vidi che ritirava raggiante
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migliore interpretazione maschile e lo applaudii, in casa mia
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gliene diede tre e lo segnalò entusiasticamente per due
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un grande film – così lo chiama – che permetta a
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far compagnia a Clo lo acquietava, e acquietava anche
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senza dovermi ricordare anche lo scempio della loro malattia
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barbiere dell’ospedale che lo stava radendo. Una bella
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stato a toglierla?» ¶ «Non lo so». ¶ «E perché una
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ora non più?» ¶ «Non lo so». ¶ «E cosa è
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è stata eliminata?» ¶ «Non lo so». ¶ Clo ci ha
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Anche se non ce lo siamo mai confessato, davamo
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è tra quelli che lo ostacolano, dice: FINE è
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servizievole. E Susi, io lo sapevo, detestava lei. Quando
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qualcosa di vero che lo sganghera, frasi sbagliate, gesti
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e cosa cattivo non lo so. Dovrei avere il
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favola religiosa, di qui lo scempio delle mammelle, di
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fu Clorinda Sanchez, me lo ricordo nitidamente, anche se
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addosso come un ragno, lo inquadra, e va in
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interessa a chi fabbrica lo spettacolo. Gli interessa piuttosto
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spettacolo. Gli interessa piuttosto lo scarto, il sussulto che
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per potermi dire: ecco, lo vedi che continua, dai
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gli pare necessaria. Tu lo fai col dito medio
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dei reh, dei sah, lo schermo si frammenta in
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abitudine, ti godi comunque lo spettacolo. Più seccante è
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un po’ sono seccato, lo ammetto, non mi va
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da un tizio perché lo convinca a farlo uscire
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che lei per raggiungere lo scopo si concederà a
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sul divano a fissare lo schermo vuoto e a