Gian Pietro Lucini, Nuove revolverate, 1913

donne gli abbiano reso lo studiolo presentabile. Intanto vi

di questi favori io lo contraccambii, almeno, con la

ciascun rapsodo vagante - noi lo chiameremmo Giullare, se non

sacristie ne profittarono; sarà lo stesso delle mie ora

Finalmente, questi rivoluzionarii, appena lo possono, costruiscono, sulle rovine

Stampa, ed altri che lo ricopiano, mentono, o sono

Annunzio le Revolverate. Io lo deploro: essere aggressivo non

dal cervello di Giove. Lo affidarono alla gazzetteria spendereccia

alla gazzetteria spendereccia, perché lo facesse schiumeggiare su carta

piú coraggiosi che non lo comporti la stessa prudenza

in fatto reale, perché lo crediamo tale, è la

ci fiammeggia dinanzi; noi lo amiamo e pure non

amiamo e pure non lo raccomanderemmo al figlio nostro

dal dolore e se lo ripropongono cento volte al

in noi; noi non lo avremo come spettatore antagonista

apparecchi stessi, coi quali lo andate conquistando, voi vi

non sono con lui, lo amo e voglio proteggerlo

amo e voglio proteggerlo: lo so in buona fede

contro De Maria, che lo aveva voluto difendere e

il Mecenate, però non lo dice né se lo

lo dice né se lo fa dire, ed esercitando

sua anarchia, onestà. ¶ Pochi lo compresero. ¶ Gli mancò l

avete riempito di broda lo stomaco ¶ dei botoletti costituzionali

bestemie sacre, ¶ mi rassereno lo spirito, ¶ raschiandomi la gola

in assenzio. ¶ Perché non lo sapeste spillare a suo

suo tempo? ¶ Perché non lo assaggiaste nel suo fiore

beve la cioccolatta se lo può, fuma lo zigaro

se lo può, fuma lo zigaro, se la rivoluzione

tra il Carro e lo Scorpione, ¶ mezza-vergine falsa

pomo? forse, ed ahimè! ¶ lo coglierà il passante...): - ¶ per

e ruggente Eroe, ¶ né lo spoglio dell'Aquila deposto

ciò si chiamò concedersi lo Statuto, ¶ per far piú

e sospettose. ¶ Scendiam, se lo volete, nelle piazze; ¶ il

il Soldo nuovo: ¶ festevolmente lo ammira e discorre ¶ delle

della Nazione, ¶ e, là, lo alloga, e bene sta

dell'inganno classico; ¶ dilata lo sfinctere, ¶ con opportune, severe

sul verso italiano ¶ che lo accetta e tradisce: ¶ sí

unto e le conserve ¶ lo sciaquar di stoviglia, ¶ la

pedemontano! ¶ Chi sia ciascun lo dice; ¶ è l'Araba

e da taberna: ¶ oggi, lo chiamano in Giostre d

cupidi occhietti ad immerger lo sguardo ¶ dentro la schiuma

una Carmen d'imprestito. ¶ - Lo sappiamo: ci serve. ¶ - Che

monarchico? ¶ - Ebreo? - Forse. - Chi lo sa? - Va là. ¶ La

giuocoliera palleggia il tamburello, ¶ lo scaglia, lo riprende, ¶ e

il tamburello, ¶ lo scaglia, lo riprende, ¶ e lo fa

scaglia, lo riprende, ¶ e lo fa torneare...; ¶ tamburello coscienza

è un aggettivo; ¶ se lo gridate in Piazza, colla

se pure trasparente, ¶ e lo strappo indecente è un

simbolo evidente: ¶ Carmen avariata, lo stigma si rivela ¶ dell

avvisa l'avventore e lo difende. ¶ Bada, Salsomaggiore, ¶ se

fa? Zitti là: ¶ ve lo diremo quando che sia

ancora due parole? ¶ "Sciuperete lo stile, mio caro ¶ Bossuet

baile sollecita al gusto; ¶ lo Contrapas e la Sardana

ne stupiscono ¶ i vecchi lo riprovano, ¶ i giovani lo

lo riprovano, ¶ i giovani lo saggiano alla prova. ¶ Voi

acto practico qual hace lo que mejor lo parece

hace lo que mejor lo parece, según su gusto

da Thiene ad Arsiero: ¶ lo segue scudiero ¶ un De

severi ¶ sogguarda il creditor: ¶ lo ammaestra il Paraclito ¶ per

giovanetta sorrisero sdegnose. ¶ Amò lo stemma sulle portiere, ¶ in

industri ricami, sul fazzoletto; ¶ lo stemma ai drappi e

rifiuta d'amare; ¶ imponete lo scettro vittorioso sullo spettro

l'amaro dell'assenzio, ¶ lo zucchero del miele; perciò

fine?" ¶ - "Per null'altro, lo so. Per le mille

patrocinio della vanità. ¶ Capriccio: lo champagne che vapora e

fu; ora Ti empie lo stomaco digiuno... ¶ Zitto, protervo

Canzone ridarella: ¶ son Asmodeo, lo zoppo del Gil-Blas

dignitoso ubriaco ben vestito, ¶ lo sparato macchiato ed il

non si può?... ¶ e lo credete... e lo sapete

e lo credete... e lo sapete? ¶ Oh, che gorgoglio

a richiesta del nottambulo, ¶ lo ricongiunge in sintesi alla

dilapida un tesoro, non lo spende. ¶ So l'iperfisiche

l'ufficio, la seggetta, ¶ lo scrittojo sul quale mi

non conoscerti piú. ¶ "Son, lo, Signora, scusate; ¶ voglio sedermi

ambiguità. ¶ Parola povera non lo dettagli: ¶ mezze maniche stinte

tricofilina;... ¶ parola povera non lo scolpisca, ¶ senta rispetto, si

del vostro parasole;... non lo gualcite:... ¶ inalberarsi fiamma bombardiera

dentro che addenta e lo rode, ¶ vi divora, vi

la rena il grembiale; ¶ lo distinguo, lo riconosco, lo

il grembiale; ¶ lo distinguo, lo riconosco, lo so:... ¶ è

lo distinguo, lo riconosco, lo so:... ¶ è Mimí; vi

mondo, ¶ selvaggio e sapiente, lo spingo ¶ furioso alla battaglia

fruscio delle frasche; ¶ dentro lo scalpiccio dei piedi, ¶ sulla

nuovo? ¶ Con vien boccheggiar lo sbadiglio ¶ dell'inerzia alla

lussuria colla pruderie. ¶ Eh? - Lo accorgesti Tu pure ¶ il

qui in incognito: ¶ nessuno lo riconosce, per quanto assai

dall'archivio non ce lo smentirà. ¶ Vedi? intanto egli

fate l'innocente!" ¶ "Oh, lo sarò per quel valsente

l'exomis per vestir lo stifelius, ¶ non smesse l

il Mondo ¶ ed io lo voglio sopravanzare. ¶ Ma ruggenti

è perfetto, o, per lo meno, manca un lato

e a baciare intermessa ¶ lo spruzzo breve ed eccelso

e di ori, ¶ come lo immenso strascico incantato, ¶ trapunto

questo ramo pieghevole e lo curva in corona, ¶ ne

italica l'affatura e lo guida; ¶ turgido e spumante

suo volere affaticato ¶ frementi lo compiacciono, vive all'enorme

nel cuore ¶ delli assassini, lo scoppio; ¶ terribile rimorso: ¶ libero

tra la speranza e lo schianto, ¶ piangere amaramente, ahi

bacio che abrucia indelebile; ¶ lo riconosceremo tra i mille

oltre l'angoscia e lo spavento, ¶ nuda Bellezza il

sole sia suo e lo divori; ¶ che il sole

divori; ¶ che il sole lo confonda ¶ nella gloria che

piú amati; prepara, ¶ dopo lo strazio atroce e le

li storpi, li abbacinati, lo scempio ¶ de' Tuoi che

l'avvierebbero la paura, lo zelo precipitoso, la golosità

padri entusiasti: ¶ siamo chi lo rifiuta, poiché venne tradito

venne tradito: - ¶ un Dio lo volle che non conosciamo

forse. La Patria non lo seppe. ¶ Non volemmo conoscerne

col piombo nel petto, lo sguardo estremo del Re

Lot, ¶ vi rivedreste in lo specchio ¶ fattucchiero dispostovi a

Amore, la Società, sferrarono lo strale pornografico, n'ebbero

non lasciamo da parte lo stomaco digiuno ¶ d'un

cupidi occhietti ad immerger lo sguardo ¶ dentro la schiuma

una Carmen d'imprestito. ¶ - Lo sappiamo: ci compiaciamo. ¶ - Che

monarchico? ¶ - Ebreo? - Forse. - Chi lo sa? - Va là. ¶ I

giuocoliera palleggia il tamburello, ¶ lo scaglia, lo rimprende, ¶ e

il tamburello, ¶ lo scaglia, lo rimprende, ¶ e lo fa

scaglia, lo rimprende, ¶ e lo fa torneare...; ¶ tamburello coscienza

se pure trasparente, ¶ e lo strappo indecente è un

simbolo evidente: ¶ Carmen avariata, lo stigma si rivela ¶ dell

avvisa l'avventore e lo difende. ¶ Bada, Salsomaggiore, ¶ se

esso fosse sincero, ma lo spirito rivoluzionario non è