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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Teofilo Folengo, Orlandino, 1526

concordanze di «lo»

nautoretestoannoconcordanza
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vien di Fiandra ¶ Ove lo seme nacque de' pedocchi
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i' piango; ¶ ch'anco lo ciatto gode nel suo
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mille parti ha vòlto lo 'ntelletto; ¶ chiavasi solo, e
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di tante genti per lo gran concorso. ¶ La giostra
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e d'altr'onore; ¶ lo premio è un scuto
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di foco ¶ esser parea, lo traditor cavalca; ¶ contra Rampallo
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con un trave quasi lo scavalca, ¶ perché 'l poltrone
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stridor di rote viene; ¶ lo stimulo da boi porta
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tronca ¶ ch'al fin lo giunse ove Ivvon gran
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ché Bovo ancor intorno lo lavora, ¶ stigando questo a
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e l'asinetto, su lo ¶ girar di testa, fece
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mai non ride, ¶ anzi lo riso d'altri piú
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cosa molto queta va: ¶ lo re per voi questo
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che si vanta sempre, lo Spagnolo: ¶ aver vittoria un
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vecchio e autentico possede ¶ lo qual Silvestro scrisse a
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man drieto la gente. ¶ Lo mulo del Danese, ch
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poco tempo avanza: ¶ caccia lo bove e tanto il
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vede stanco e lasso ¶ lo villanel tirar di legna
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sdegno, ¶ ch'avelenato avea lo ribaldone; ¶ fra loro congiurati
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fa d'uomo chimera, ¶ lo qual non ebbi mai
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Comedia. ¶ 17. ¶ Quel Dante, sai?, lo qual "Omer toscano" ¶ appellar
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testimonio di Giovanni Pico. ¶ 18. ¶ Lo quale disse ch'ambi
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Erasmo, aperse il vaso, ¶ lo qual de' frati il
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contra Salomone si disserra, ¶ lo qual senz'ulla in
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Ma Balugante, c'ha lo fusto integro, ¶ percotelo nel
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piú a Carlo Mano. ¶ 41. ¶ Lo qual, volgendo l'occhio
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tante, ¶ senza rispetto per lo giusto verbo, ¶ c'hanno
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ché non è curabile ¶ lo mal che 'n le
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il miser core. ¶ Però lo non aver quel si
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inusato et inegual amore, ¶ lo tòsco, lo velen di
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inegual amore, ¶ lo tòsco, lo velen di zelosia ¶ già
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al novo male, ¶ ma lo 'nvecchito al tutto vien
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anni giura, et assotiglia ¶ lo 'ngegno sí che tienesi
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pose mai Merlin Cocaio, ¶ lo qual di Cingar sotto
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ciascuno a grand'onore. ¶ Lo pazzo volgo, di veder
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il leone, ¶ che, fra lo stolo d'altre bestie
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vien l'imperator Carlone, ¶ lo quale col gran stolo
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altra parte il giorno; ¶ lo siniscalco entrato era ne
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innanti e chi drieto lo tira; ¶ l'odor del
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ch'egual gli sia; ¶ lo qual, come si dice
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trepidante affetto, una sciagura ¶ lo batte sí ch'ei
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ange e lania ¶ per lo crudel arciere che la
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fretta il chiama Carlo. ¶ 41. ¶ Lo accortignolo e pratico dongiello
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e pratico dongiello ¶ danzar lo vide dianzi con Frosina
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signor Milone? ¶ Ditegli che lo chiama il re Carlone
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Di su, di giú lo cerco in ogni loco
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nostre parti al Taliano. ¶ 51. ¶ Lo qual, vedendo in casa
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vita istessa; perché mecco ¶ lo Talian vòl esser, e
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tornasi nascondere; ¶ Rampallo, che lo vede in fida rocca
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gagliardo in fabricar Orlando, ¶ lo qual non sol si
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schiene che col fiato ¶ lo mio sonar di piva
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un strepito non poco; ¶ lo camarier non trova, et
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ogni stella. ¶ Volge Turpin lo stile poi narrando ¶ un
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l desio di vederla lo molesta; ¶ ma nulla fa
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al stol di Macometto, ¶ lo qual possede già Cicilia
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foco è già destrutta. ¶ 16. ¶ Lo capitan di questi Turchi
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foco già vicino; ¶ qui lo senato in un pensier
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dar a lei promette. ¶ 19. ¶ Lo saggio Namo, ch'è
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traverso ¶ Ginamo, se talor lo 'ncontra in via. ¶ Egli
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pezzi andati a terra; ¶ lo terzo si ritira virilmente
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qual, secondo il merto, lo condanna ¶ e fa del
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la medesma notte sí lo affise ¶ nel mezzo de
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chiamato il Gran Tempesta, ¶ lo qual con la sbiraglia
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villano addosso una cavalla, ¶ lo qual s'affretta d
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e si tormenta ¶ per lo primier incontro assai sinestro
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innanzi e fa de lo staffero, ¶ tirandosila drieto pel
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ratto a terra volge lo remigio, ¶ ove arrivato for
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di sal un grumo, ¶ lo qual già cotto rende
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rende saporito, ¶ e poi lo mette in tavola su
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disse 'l vecchio alora - ¶ lo porto non luntano qui
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serpe d'oro terso ¶ lo qual va sdrucciolando per
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pensa che del scorno ¶ lo qual in lei quel
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anco il ciel notturno ¶ lo asconde lor, né senton
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spalla fende, ¶ a cui lo braccio, a cui la
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è vano di Milone; ¶ lo qual mentre cervelli rompe
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vela, remi, arme, vaselli, ¶ lo stesso legno al fin
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un suo coltello sotto lo percuote. ¶ 39. ¶ Ché, mentre finge
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il caldo grande ¶ e lo timor de stupratori e
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chi la sugge, ¶ dico lo già di diece mesi
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Agolante vien per tòr lo impero ¶ di Europa a
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al cielo e ben lo squadra, ¶ che schietto nascerà
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è che 'l caldo lo ritorni. ¶ 14. ¶ Eccolo giunto co
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debolezza quasi vi tramonta. ¶ 15. ¶ Lo provido vechietto non risponde
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con sue voglie umane ¶ lo porge a Berta; et
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col dolor del parto, ¶ lo qual sopra ogni pena
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e il senso grande; ¶ lo qual un giorno, co
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Rainer, dett'Olivero, Olivero, ¶ lo qual turbossi et ebbe
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i piedi tosto si lo caccia, ¶ et ancor l
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altro afferra e giú lo stese ¶ l'un sopra
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testé c'ho franto ¶ lo figlio del Signore tutto
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Voi ne darete (chiama lo Vangelo) ¶ cento per uno
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bel poltrone ¶ piú presto lo darebbe a qualche cane
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come tu di pane, ¶ lo qual tu sei per
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grotta, e Berta, quando ¶ lo vide con quel carco
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vo' ch'i tarli ¶ lo rodino che darne un
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lui di peso leggermente, ¶ lo qual si scote per
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dir oltraggio, ¶ e pur lo dici a Orlando qui
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Miloncin avante, ¶ che ben lo rassomiglia a l'occhio
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cervello non men raso ¶ lo veggio che di testa
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e Bacco, dentro invoco ¶ lo mio Iesú, che faccia
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in guisa di falcone ¶ lo qual giú a piombo
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studio, il qual estingue ¶ lo bel color e fa
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giorno per ventura ¶ comprar lo vede in piazza un
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cordone? ¶ Falliron elli mai lo esterno manto ¶ col viver
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voglio che s'asconda ¶ lo viver mio in visu
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voi quant'è vicino ¶ lo ciel da terra in
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non sarete piú messer lo abbate. - ¶ 42. ¶ Trette un sospiro
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Scotto o san Tomaso ¶ lo coco suo trovar sappesse
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tenda buttar sovente su lo rosto. ¶ Ma quello, che
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altar secreto ¶ devotamente piega lo ginnocchio; ¶ e con caldi
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d'i santi soi lo principale. ¶ 49. ¶ Né altra Pietade
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s'ebbe a dipartire; ¶ lo qual sí ben ne
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ossa, scarca il ventre. ¶ 59. ¶ Lo gobbo se gli areca
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possia morir, se dramma lo disserra. ¶ 64. ¶ Oggi voi mi
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il "probo" del scotista: ¶ lo diavolo cascando già giú
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eh'era a dir lo pensier vostro; ¶ quest'ultima
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mordace e temeraro ¶ che lo biasmasse fra cotante gente
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vagina il stocco tira. ¶ Lo vescovo temendo si è
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un bravo di Sansogna ¶ lo qual a Roma faccia
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una lagríma ¶ dal cor, lo inferno chiude e il
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sol col suo adiutorio; ¶ lo qual grida con voce
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soga, ¶ non le gallozze, lo cucullo, il floco; ¶ so
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fugge chi non ama. ¶ Lo mercenario vede il lupo
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prendon la via. ¶ Narra lo gran viaggio al mar
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Parigi ¶ di Franza incoronò lo re Barbante, ¶ drizando Macometto
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cune Malagigi, ¶ e come lo condusse in certe grotte
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magiore fusse de' medici lo numero che d'altri
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qualche remedio ripportava: laonde lo proverbio da lui stesso
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baldanza non manco essere lo numero de' commentatori e
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bella canzone del Benevienni lo profondissimo ingegno di Gianni
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di Lombardia (non mediantevi lo studio di essa) da
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cosí vile io parlassi, lo nome mio appropriato, anzi
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si potrebbe dire; ma lo già detto agli animi