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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Paolo Cognetti, Il ragazzo selvatico, 2013

concordanze di «lo»

nautoretestoannoconcordanza
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strada asfaltata. Mi caricai lo zaino in spalla e
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due cuori. Quel disegno lo protesse a lungo dalla
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che la rovina, ricordo lo stupore di trovare la
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via della sua brevità: lo misurai a passi e
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mungitura: l’acqua corrente lo refrigerava facendo affiorare la
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e il freddo, quando lo facevo mi ricordavo sempre
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l’ubriacone, il giudice, lo scemo del villaggio: avevo
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e guardando fuori. Misuravo lo strato di neve che
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balcone. Infine aveva scavalcato lo steccato, allontanandosi verso il
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all’albero morente. Quando lo raccolsi provò a sbattere
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scatola da scarpe e lo adagiai lì dentro. Quale
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invece era più loquace. Lo invitai dentro per un
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d’Ercole, io non lo sapevo. Giunsi ad amare
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coltivarli? Solo il cielo lo sa. Questo fu il
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porri. Mi andava bene lo stesso? Io risposi che
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non è come uno lo immagina, niente di simile
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Più avanti sul sentiero lo sentimmo ricominciare a suonare
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il sacco a pelo, lo stesi sullo steccato ad
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la sua immaginazione malata lo circondava, e che egli
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subito all’inseguimento, Lampo lo vide e gli corse
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a inseguire i fuggiaschi. Lo vedevo su in alto
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in un angolo tra lo steccato e la baita
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smetteva di ascoltarmi. Così lo accontentai. Forse hai ragione
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O le baldracche quando lo facevano arrabbiare. Nemmeno quelle
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Certe volte in paese lo assumevano a giornata per
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metri. Solo lassù aveva lo spazio che gli serviva
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a una le bestie lo seguivano pigre. Per la
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Era un gesto che lo rilassava molto. C’è
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secchio del latte poi lo lasciava ai vitelli e
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un cane pastore che lo seguiva ovunque: sveglio, riservato
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ramponi ai piedi perché lo seguissi sul ghiacciaio. Ma
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la nausea mi rivoltava lo stomaco, gli occhi mi
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convinceva ad andare avanti. Lo faceva talmente bene che
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nelle vite degli altri, lo stesso senso di soggezione
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di storie. Da bambino lo portava nei boschi a
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più il peso, che lo costringevano ad arrancare a
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lì. Incrociai di nuovo lo sguardo del vecchio stambecco
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In casa tirai giù lo zaino dal chiodo a
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un tronco sradicato e lo percorsi in equilibrio per
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mi sedetti e aprii lo zaino. Un pezzo di
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tra due emarginati: Primo lo era appena diventato per
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suoi compagni d’improvviso lo guardavano), Sandro lo era
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improvviso lo guardavano), Sandro lo era da sempre per
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a pelo e rifeci lo zaino, mi allacciai gli
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era, però potevo fermarmi lo stesso con loro per
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patria che rappresentava bene lo spirito del colle, il
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così? ¶ Perché a volte lo trovi e a volte
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senza età - non più lo stesso che da qualche
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alieno circonfuso di luce. Lo spettacolo durò poco, perché
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ora mi lavo. Dentro lo zaino avevo il bottino
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ricchi sciatori americani che lo assumevano d’inverno per
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senza guardarci avevamo tenuto lo stesso identico passo: una
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quella stessa pietra usando lo zaino come schienale. Fu
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era ispessito né rinforzato lo spirito, sempre gracile e
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aperto, un uomo che lo governava. Davanti a una
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di chiesa. Mi tolsi lo zaino, mi sdraiai di
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tuo amico e non lo è più, e non
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abbracciarlo o passare abbassando lo sguardo. Provavo sentimenti simili
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porta. In casa svuotai lo zaino nella lavatrice: avevo
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verdura come risarcimento, ma lo ringraziai e gli dissi
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né coltiva. L’umidità lo fa crescere in fretta
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in una cengia che lo proteggeva dal vento e
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si tratta di sentimenti. Lo sai come si dice
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del vento e poi lo spostamento d’aria aveva
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faceva amicizia con qualcuno lo portava in un posto
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mezzo a un pascolo. Lo sai come si chiama
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eravamo come loro, non lo saremmo mai stati. ¶ Io
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quando i nostri litigi lo svegliavano. Nell’oscurità stabiliva
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tornavo di notte e lo trovavo in cucina, con
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padrone. Lucky scodinzolava. Se lo sgridavo e cercavo di
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e cercavo di scappare lo prendeva come un gioco
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malincuore, al mio ritorno, lo legavo lì perché non
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andando a far legna - lo scatto di uno scoiattolo
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di nuovo ad affinare lo sguardo, tendere l’orecchio
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volte, ma non sempre, lo scampanellio che rispondeva al
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passavo di lì e lo vedevo legato e scalpitante
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Io un cane non lo volevo, non l’avevo
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andiamo?, chiedevamo noi. ¶ Non lo so, ma dobbiamo andare
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per l’inverno e lo sentiva arrivare con eccitazione
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mi toccasse di nuovo. Lo trovai davanti alla stalla
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giovane con una zampata, lo bloccò a terra, gli
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la settimana, al tramonto, lo spiazzo alla fine della
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dire quello è mio, lo prendo io, guai a
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guai a chi me lo tocca. I cervi non
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spari e poco dopo lo vidi andarsene con una
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preso confidenza: ora me lo ritrovavo intorno perfino mentre
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a me. E me lo fecero davvero. Con un